domenica 15 novembre 2015

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 21. Colazione con Edwina e la governante Mapel degli Svartalfar



Edwina li aspettava davanti alla porta del salone da pranzo, seduta sulle scale come se fosse su un trono.
Di fianco a lei c'era una Svaltarfar che Edwina teneva in gran riguardo:
<<Vi presento la Governante del Castello di Alfarian, la Shadout Mabel Clorellian. Il titolo di Shadout significa, per l'appunto, Governante della Casa>>

Tutti la osservarono con grande attenzione, poiché era la prima aliena che avessero conosciuto in vita loro. L'aspetto non era del tutto rassicurante.
La pelle era di un grigio bluastro, gli occhi rossi, i capelli completamente bianchi e lunghi tanto da coprire tutta la schiena.
L'età era indefinibile, ma doveva essere anziana e di rango elevato considerando la ricercatezza degli abiti e del copricapo.



Waldemar si rivolse a lei nella lingua degli Svartalfar:
<<Sono onorato di fare la vostra conoscenza, Shadout Mapel>> e si inchinò con deferenza, poi, rivolto ad Edwina: <<Saresti così gentile da tradurre il nostro dialogo affinché anche la mia delegazione possa capire?>>
Edwina annuì:
<<Lo farò, ma non abituarti troppo ai miei servigi>>

La governante rispose all'inchino, ma il suo sguardo era fisso su di lui, come se avesse visto un fantasma:
<<Dunque è vero! Proprio come dice la Profezia: "Conoscerà la vostra lingua e le vostre usanze, pur venendo da un altro mondo". Nella Profezia è anche detto: "Conoscerà il nome con cui voi lo avete chiamato nelle leggende". Voi lo conoscete, mio signore?>>

<<Mi fu detto: "Ti chiameranno 'Alfatar, Padre degli Alfar, Imperatore di Alfheim, e la ruota dovrà girare e girare e girare intorno alla tua Via Aurea"
E porto al dito Narya, l'Anello del Fuoco, per volontà del Signore Atar e intercessione delle sue sacerdotesse>>



Mapel allora si inchinò nuovamente, con maggiore convinzione:
 <<Benedetti siano il Fuoco e la sua Fiamma, possa il loro passaggio purificare il mondo, poiché è scritto: la Fiamma, potrà illuminare o distruggere>>

Waldemar allora parlò con voce ferma:
<<Non pensate che io sia venuto per abolire la Legge e i Profeti; io non vengo per abolire, ma per portare a compimento>>



Mapel annuì, sempre tenendo gli occhi rossi su di lui:
<<E così sia, mio signore 'Alfatar, Solo voi avete il potere di alleviare la condizione di tutti noi, oppure di renderla insopportabile. Che gli Immortali vi possano sempre sostenere lungo la retta via>>

Waldemar la fissò a sua volta:
<<Avverto grande paura in voi, Shadout Mapel, ma non vi è ragione di temermi.
 Nessun malanimo contro voi o il vostro popolo alberga nel mio cuore.
Non ci sarà nessun atto di prepotenza da parte nostra: nessuna decisione sarà presa senza l'accordo col vostro popolo. Non siamo qui per conquistare, ma per proporre uno scambio reciproco di favori. Io non vengo per dividere ma per unire. Io non porto la spada, ma la pace.>>

Mapel annuì nuovamente:
<<E così sarà, mio signoreMa coloro che verranno dopo di voi, non avranno il vostro riguardo. E se anche rispettassero le nostre libertà, lo farebbero come una concessione, mentre si tratta di qualcosa che noi già abbiamo.
Ci chiederete diritti in base ai nostri princìpi e ce li toglierete in base ai vostri?>>

Waldemar scosse il capo:
<<I diritti e le leggi degli Alfarian saranno vincolanti anche per noi, finché voi lo riterrete opportuno. La mia supervisione durerà molto a lungo e permetterà che ogni trattato concluso tra me e il vostro popolo si consolidi nel tempo, diventando parte integrante della nostra legge comune. La vostra profetessa dice che la missione è appesa a un filo, ma la mia premonizione dice che quel filo non si spezzerà.  E in verità la Profezia dice: "finché questo cielo e questa terra non passeranno, neppure una sola lettera o una sola virgola della vostra legge passerà, prima che il Grande Disegno dell'armonia tra i nostri popoli non sia compiuto">>

Mapel lo fissò:
<<Così dice la profezia, ma voi, o signore 'Alfatar, quale garanzie concrete ci offrite, al di là delle profezie?>>

Waldemar sapeva che quello era il momento cruciale che da lungo tempo aveva previsto:
Il Signore Atar mi ha mandato tra voi proprio perché possiate avere tutti i mezzi per difendervi da qualsiasi tipo di attacco, compreso quello degli umani.
Per dimostrare che ciò che offro non sono soltanto belle parole o buone intenzioni, io ho portato con me parte della conoscenza scientifica e tecnologica che vi servirà per poter imparare a difendere ciò che avete, se qualcuno mai, anche solo lontanamente, osasse minacciarlo.
E questa minaccia proviene da Gothian, non da Alfarian.
Consegnerò tutte queste conoscenze alla vostra Regina, quando sarò al suo cospetto>>



Il Consigliere Albedo, dopo aver ascoltato la traduzione di quella risposta, intervenne:
<<Ma, Milord, permettete se mi intrometto, ma non abbiamo prove della loro benevolenza: potrebbero essere l'ultimo Nemico nel Milione di Pianeti!>>

Waldemar aveva previsto quell'obiezione:
<<Comprendo i vostri dubbi, Consigliere Albedo, ma vi esorto ad avere fede, a confidare in ciò che ho visto nelle Premonizioni e in ciò che posso vedere nella mente di coloro che ho di fronte. Sappiate questo, e riferitelo al Consiglio, quando sarà il momento: qualora dovesse esserci malizia e inganno, io sarei il primo ad accorgermene>>

<<Non è una via facile, Milord>>

<<Lo so, ma questo è il momento, Consigliere, in cui  siamo a chiamati a scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile. 
Come voi sapete, in ognuno di noi c'è del bene e c'è del male: tutti abbiamo dentro di noi sia luce che oscurità, ma ciò che conta è da che parte scegliamo di stare. 
Ciò che fa di noi una persona buona o una persona malvagia, non sono i pensieri, non sono le emozioni, ma è ciò che decidiamo di fare, le scelte, le azioni. 
E' questo quello che siamo>>

<<Sono d'accordo>> intervenne Greta Van Garrett <<E darò il mio contributo affinché le decisioni che prenderemo diventino la realtà che noi abbiamo sempre sperato. C'è spazio per tutti su questo pianeta e le alleanze porteranno benefici reciproci. Faremo di Alfarian la capitale di un regno in cui gli Svartalfar e gli Umani possano vivere fianco a fianco, in pace>>



Quello scambio di parole, tradotto da Edwina per ambo le parti, ebbe l'effetto sperato di distendere il clima.

<<Ora, se volete seguirmi, serviremo a tutti la colazione>> disse la governante.

Waldemar annuì:
<<Accettiamo con riconoscenza i vostri servigi, poiché siamo ospiti di Edwina Ataris e tra voi e lei esiste un accordo. Ma tengo a ribadire che noi e voi siamo alla pari e che non esiste, da parte vostra nei nostri confronti, alcun obbligo, se non quello che deriva dalla vostra personale gentilezza>>

4 commenti:

  1. Bè mi pare che Waldemar abbia iniziato i rapporti con i popoli indigeni (per quanto finora abbia incontrato solo una loro rappresentante), nel migliore dei modi. D'altra parte credo che alla fine la diplomazia sia la sua qualità migliore!^^
    Certo tutto quest'accordo si basa su parole e premonizioni (per lo meno fino a quendo non si giungerà ad un reale scambio culturale tra i popoli), però mi sembra che entrambe le parti siano ben disposte; ora mi chiedo cosa ne penserà il popolo però, un conto sono i capi di stato e le persone più colte, ma non penso che il popolo abbia tutta questa voglia di vedersi toglier spazi e risorse da degli stranieri, per lo meno finchè non porteranno qualche vantaggio concreto alla loro vita...
    Sono molto curiosa di vedere come verranno accolti quando cominceranno ad andare in giro! :)
    Per finire, se non ti spiace, avrei una curiosità: ma è corretto che tu usi tutte queste citazioni che prendi pari pari da altri testi? Non c'è una qualche forma di "proprietà intellettuale" rispetto ai propri scritti? :)

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    1. Ho controllato la questione del copyright: il periodo di tempo per cui dura il diritto di autore sono i 70 anni dalla morte dell'autore stesso, o i 70 anni dalla pubblicazione dell'opera in caso di più autori o di pseudonimi.
      E' una questione molto seria sulla quale è giusto riflettere. Questo mio romanzo può rientrare nella cosiddetta "fanfiction" il cui scopo è di diffondere le frasi che ci hanno colpito di più nei libri e romanzi che amiamo. Io ho scelto di riportare le citazioni con il carattere corsivo, oppure con un grassetto colorato o tra virgolette, in modo tale da rendere agevole al lettore il riconoscimento della citazione, o, se non la riconosco, incuriosirli alla ricerca di chi per primo ha usato una tale frase. Quindi l'intendo è sempre stato quello di divulgare l'opera di un grande romanziere, senza alcuno scopo di lucro, non di copiarla. Sinceramente non credo di avere danneggiato gli autori citati che sono ancora in vita o che sono deceduti da meno di settant'anni. Il danno non c'è, anzi, la mia intenzione è stata quella di risvegliare la memoria dei lettori su alcune frasi che meritano di non essere dimenticate, cosa di cui si corre il rischio. Se però qualcuno dovesse rilevare una scorrettezza, io ho sempre fatto presente di essere pronto a cancellarle immediatamente.
      Ma sinceramente ritengo che il mio blog sia così poco importante che nessuno lo possa ritenere in qualsiasi modo una minaccia per i diritti economici derivanti dal copyright.
      C'è infine un'ultima considerazione da fare, che da un po' di tempo ho in mente. Siccome ho sempre meno tempo libero per motivi di lavoro, a volte ho pensato persino di interrompere il blog. E se questo blog dovesse crearmi problemi da parte di qualcuno che ritenesse che io abbia violato un copyright, credo che sarebbe un motivo in più per smettere. Del resto lo spirito dei miei romanzi non è mai stato quello di fare un best seller, ma di essere un veicolo per far conoscere ai lettori le belle frasi dei grandi della letteratura. Temo però che questo non sia stato compreso, così come temo che in generale lo spirito dei miei romanzi non sia in sintonia con quest'epoca che ama i supereroi, i combattimenti, i film d'azione. Non è questo lo spirito che mi anima e sinceramente mi sono stancato di andare contro i mulini a vento. Se i lettori preferiscono i personaggi d'azione, allora vadano a guardarsi Hunger Games, con la mia benedizione, e io dedicherò il mio tempo a cose che mi diano più soddisfazione e non mi facciano correre rischi di alcun genere.

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    2. Oddio mi sa che ho sollevto un polverone su una questione che era semplicemente una mia curiosità!
      Ti chiedo scusa se mi hai fraintesa, io non intendevo assoutamente insinuare che tu abbia copiato da altri autori il tuo romanzo o cose del genere, mi incuriosiva semplicemente il fatto che tu riportassi delle frasi prese pari pari da altri testi (oltretutto sottolineandole o evidenziandole, quindi chiaramente senza scopo doloso), e mi chiedevo se fosse una cosa usuale tra gli scrittori, tutto qui.
      Probabilmente anche altri autori lo faranno ma io non ci ho mai fatto caso (di solito quando leggo un libro è la storia che mi interessa più che i rimandi filologici), il fatto che tu abbia messo in evidenza le citazioni mi ha fatto venire in mente la questione e ti ho rivolto la domanda solo per togliermi la curiosità, niente più di questo.
      E comunque io non ci vedo niente di male a prendere ispirazione da altri autori, penso che sia la normalità in tutte le arti, anzi in qualunque processo creativo dell'uomo!
      Quanto al tuo romanzo: perdonami, ma personalmente credo che scrivere qualcosa per divulgare le belle frasi della letteratura non sia un'impresa tanto facile, soprattutto se già il tuo romanzo non segue molto quelle che sono le preferenze del momento.
      Mi spiego: se butti lì qualche citazione colta in Hunger Games è normale che venga accolta con entusiasmo, ma non per la citazione, ma piuttosto perchè il lettore "è preso" dalla storia.
      Il tuo romanzo è più introspettivo e filosofico, probabilmente è un genere che attualmente non va tanto (che poi chi può dirlo, ogni persona è diversa! io ad es. amo i romazi d'azione o i classici romantici, ma credo che la scelta dipenda più dal mio carattere e dalle mie inclinazioni che dal fatto che attualmente vada di moda un certo tipo di letteratura, tanto che infatti leggo spesso e volentieri anche romanzi del passato, ma anche quelli li scelgo io, non mi metterei mai a leggere che so, "I miserabili", già lo so che non mi piacerebbe) quindi già richiede uno sforzo maggiore per esser compreso, credo sia piuttosto normale che nell'intento di seguire lo sviluppo della trama il lettore tenda a tralasciare da dove provenga questa o quella citazione, non credi?
      Insomma io penso che se a te piace scrivere, dovresti senz'altro coltivare il tuo dono, ma senza che diventi troppo stressante, se non te la senti di scrivere non lo fai, se ti va e ti senti ispirato magari scrivi 4 capitoli insieme, chi ti corre dietro? :)
      Però secondo me arrendersi e lasciar perdere del tutto sarebbe un'errore, d'altronde prima che aprissi il blogo in quanti ti conoscevano? Ora se anche pochi hai sempre più lettori di prima, no? E nella vita non si sa mai!
      Tanto mica paghi l'affitto del blog! ^^
      Buona serata! :)

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    3. Sì, è lo stress da lavoro che mi fa desiderare di gettare la spugna. I ricevimenti dei genitori sono devastanti, le madri degli studenti sono come lady Helena! Grazie al cielo mia madre è molto diversa, anche come insegnante è molto dolce e comprensiva. I miei sono insegnanti più bravi di me, perché riescono a non portarsi i problemi a casa. Io invece faccio fatica a staccare. Il blog mi serve per pensare ad altro, ma faccio fatica a starci dietro. Il romanzo è impegnativo, i post sono difficili da realizzare quando si è stanchi. Ho bisogno di una pausa, anche perché mi piacerebbe riprendere le mie camminate nei boschi, con i cugini e gli amici. Per tre anni sono stato molto preso dai social network, ma ho fatto indigestione. Ho ancora alcuni post pronti, per cui credo che continuerò per qualche giorno, ma dopo mi prenderò una pausa, anche in vista dell'intensificarsi del lavoro quando si avvicina la pausa natalizia. Riguardo al romanzo, le persone che visitano la pagina sono un buon numero, ma ora viene una fase più impegnativa a livello narrativo e non credo di essere pronto, per cui forse il prossimo capitolo sarà l'ultimo prima della pausa. Sì, c'è poi anche il discorso che adesso vanno i romanzi d'azione e io non sono un uomo d'azione e faccio fatica ad immedesimarmi. Si dice "Tizio è un grande guerriero", ma per me la guerra non fa nessuno grande. Non so se ci siano citazioni nei romanzi per teenagers, e a me non importerebbe nemmeno che la citazione, nei mie romanzi, fosse riconosciuta,ma la famosa storia del diritto d'autore impone di rendere riconoscibile il riferimento, è per questo che il tasto che hai toccato oggi era molto sentito da me, anche perché me lo avevano già sottoposto altri. Sì, i miei romanzi sono introspettivi, il che è fuori moda, ma io considero questo aspetto come un antidoto alla violenza. C'è troppa violenza nei film di oggi, e le conseguenze si vedono anche a scuola, dove aumenta il bullismo, aumentano le risse, anche tra studentesse, anche con conseguenze gravi. E' molto avvilente vedere ragazzi che si picchiano per delle sciocchezze. Le giovani leve, i teenagers, non mi danno molta speranza, ma forse dico tutto questo perché sono un uomo d'altri tempi, un uomo del secolo scorso, sotto tanti punti di vista, estetici, etici, politici, e la mia generazione, quella dei nati quarant'anni fa, ha perso: è una generazione schiacciata tra vecchi decrepiti che non mollano e giovanissimi che non accettano alcuna disciplina. Ogni mattina, andando a scuola, è come se andassi in trincea: bisogna avere i nervi saldissimi e non si può abbassare la guardia un secondo. Mio padre è un insegnante molto più carismatico di me: vorrei essere come lui! Mia madre ha molta più pazienza ed è molto più accomodante, e anche queste sono doti che mi piacerebbe avere. Ma io, nonostante l'età, sono percepito spesso dai miei alunni come un loro pari, a cui si sentono autorizzati a dare del tu, a chiamarmi per nome, e a prendersi altre libertà: tutto questo perché sanno che i genitori, i presidi e i tribunali danno sempre ragione a loro, per cui la disciplina è scomparsa. Insomma sono giornate di stress, in cui mi sento piuttosto estraneo al mondo attuale, alla sua violenza folle, alle sue mode, alle sue frenesie di cambiamento fine a se stesso, alla falsa convinzione che ogni cambiamento sia un progresso e che ogni cosa che fa la massa sia la cosa giusta. Tolkien, per sua fortuna, è vissuto in un'epoca dove c'era disciplina, rigore, serietà, decoro, anche nel vestire, anche nel parlare, nell'interagire, e forse questo gli ha permesso di poter essere nel contempo un grandissimo docente e un geniale scrittore. Oggi le cose sono diverse e bisogna fare i conti con la realtà. Vedremo nei prossimi giorni se le energie mi sosterranno... ma nel caso dovessi assentarmi per un po', non meravigliarti: ho bisogno di ricaricare le pile!!!^^ ;-) Grazie per avermi risposto con tanta gentilezza: auguro anche a te una buona serata!!! :-)

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