Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 5 settembre 2014
Prime impressioni sulla Street Style Fashion Week di New York
Non chiedetemi perché, ma trovo che quella gonna sia estremamente sexy, così come anche la maglietta. Un po' meno convincenti gli occhiali, troppo ordinari, mentre la pettinatura è perfetta e la borsa è fighissima. Tutto ciò riesce a rendere molto attraente questa indossatrice che non è proprio il mio ideale di donna, anche se quella sua espressione "posh", la rende interessante. Del resto è noto che nel mondo della moda il viso non deve essere necessariamente bello, ma deve essere assolutamente interessante. Io chiamerei questo fenomeno: la Legge di Wallis Simpson, o anche la Sindrome della Duchessa di Windsor, che è stata la prova vivente di come una donna oggettivamente non bella potesse diventare estremamente attraente e persino irresistibile grazie ad una valorizzazione di tutto ciò che rendeva interessante la sua persona, sia a livello fisico che caratteriale.
Ma passiamo a un'altro look che mi ha colpito per la sua originalità essenziale e sobria, ma molto precisa nei particolari. Fantastica la scollatura a V che arriva quasi all'ombelico e lascia vedere una fascia del top nero (non parliamo poi dell'effetto moltiplicatore di sensualità dato dai capelli in stile lady Godiva e del pendente a forma di cuore che cade proprio perfettamente tra i seni).
Geniale la mantellina e l'assenza delle maniche. Il rigore geometrico del tutto dona classe,
Apparentemente meno originale è il terzo look, qui sotto, che riprende l'idea del rigore geometrico di cui sopra, ma in modo più dolce, più avvolgente. In realtà però si può trovare l'originalità nei dettagli, per esempio: i pantaloni wide-leg a palazzo terminano in modo netto nel punto esatto in cui incomincia l'allacciatura alta delle scarpe con tacco, che donano slancio a un insieme che altrimenti risulterebbe troppo appesantito.
La scelta di un punto vita largo comunica un'idea di morbidezza e sofficità che rende meno rigido il taglio rettilineo su cui è impostato il tutto.
Nella foto successiva vediamo riproposto il concetto che la gonna o i pantaloni devono comunque coprire le ginocchia, e divaricarsi sotto di esse, quasi a voler suscitare in chi osserva il desiderio proibito di sollevare l'orlo. E sappiamo bene quanto sia affascinante ciò che è in grado di alludere a un desiderio proibito.
Ho scartato tutte le foto che mi davano l'idea di qualcosa di troppo ordinario oppure di troppo bizzarro: lo stile deve porsi due limiti essenziali, e cioè da un lato non deve essere noioso e dall'altro non deve essere ridicolo. Facile a dirsi, difficilissimo a realizzarsi.
Nella foto qui sotto, pur essendoci molto di già visto nelle ultime stagioni, quello che rende originale il tutto è come sempre l'abbinamento, il famoso outfit. In questo caso abbiamo un "total white", che è sempre molto azzardato, ma certamente si impone. Il filo conduttore con i look precedenti è sempre l'idea del coniugare il rigore geometrico con l'idea di morbidezza e leggerezza.
Qui il gioco del "vedo non vedo" è basato sul tessuto a maglie larghissime della parte bassa della gonna, che è comunque lunga.
L'unica cosa che mi lascia perplessa sono le scarpe. Diciamo che, da un punto di vista maschile, quello non è il tipo di scarpe che una donna può indossare senza cogliere il rischio di far crollare il tasso di testosterone nell'osservatore maschio.
Nell'immagine seguente possiamo vedere come un altro tema ricorrente sia il mantello, e trovo che sia una scelta molto elegante. Direi che è un look quasi perfetto. Il quasi è dovuto al fatto che non mi piacciono gli strappi nei pantaloni. Va detto, però, che quello strappo non è casuale, nel senso che scopre il ginocchio, che è proprio la parte che nei modelli precedenti si faceva di tutto per coprire. E' come se si volesse comunque fare in modo di catturare l'attenzione verso quel punto. che diventa una sorta di baricentro verso il basso, in un insieme che suggerisce una forma triangolare.
Poi ognuno, in queste forme, ci legge ciò che vuole. Come diceva Renato Zero: "La geometria non è un reato".
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