L' "ospite di riguardo" era atteso da due giorni.
Nel quartier generale delle legioni imperiali, a Colonia Fluvia, aleggiava un certo nervosismo, considerata la cattiva fama di cui godeva il personaggio in questione.
Ellis Eclionner non aveva alcun desiderio di rivederlo, specialmente in quel momento, quando finalmente la sua storia con Masrek era ricominciata.
Lo scandalo è di nuovo sotto gli occhi di tutti e questo a Sephir non piacerà affatto.
Lo scandalo è di nuovo sotto gli occhi di tutti e questo a Sephir non piacerà affatto.
Loro padre li aveva già divisi una volta e lo avrebbe fatto ancora, pur di evitare che la Dinastia Eclionner diventasse oggetto di scherno e di disprezzo.
Però ha bisogno delle mie quindici legioni.
Di sicuro non gli interessava rivedere una figlia di cui non gli era mai importato niente.
Ellis non si faceva illusioni in merito, mentre attendeva, davanti alle porte della città, l'arrivo di suo padre.
Sephir Eclionner aveva perso i suoi diritti sulla corona imperiale dopo la vergognosa sconfitta di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Aveva violato l'Antico Patto, e il Conte Fenrik l'aveva punito sconfiggendolo e ferendolo gravemente alla gamba, ma l'aveva lasciato in vita, per non incorrere nelle ire del demone Eclion.
Ma ormai il Millennio ormai era scaduto, e con esso l'Antico Patto.
Sephir era finalmente libero di giocare a carte scoperte la sua partita per impadronirsi del Trono che gli era stato negato.
Tramite la sua organizzazione segreta, la Piovra, controllava già vaste zone comprese tra la Federazione Keltar e l’Impero Lathear.
Sephir era finalmente libero di giocare a carte scoperte la sua partita per impadronirsi del Trono che gli era stato negato.
Tramite la sua organizzazione segreta, la Piovra, controllava già vaste zone comprese tra la Federazione Keltar e l’Impero Lathear.
Ellis conosceva ormai tutto questo nei dettagli.
Eccomi qui costretta di nuovo a fare politica, quando credevo di essermi liberata per sempre del Gioco del Trono. Ma non c'è altra scelta: devo tenere a bada le ambizioni di mio padre, se voglio sostenere mio fratello ed evitare una guerra tra mio figlio e Marvin Vorkidian.
In verità non credeva nemmeno lei che fosse possibile, ma aveva il dovere di fare tutto ciò che era nelle sue facoltà per scongiurare il conflitto.
In verità non credeva nemmeno lei che fosse possibile, ma aveva il dovere di fare tutto ciò che era nelle sue facoltà per scongiurare il conflitto.
Vide di lontano il corteo che si avvicinava.
Per essere un fuorilegge, Sephir Eclionner si muoveva fin troppo apertamente, ma ormai la Federazione Keltar era diventata una "terra di nessuno", stretta tra le ambizioni del Conte Fernik e quelle dei sostenitori dei vari aspiranti alla corona imperiale.
Una sola cosa era certa: Sephir Eclionner voleva la rivincita.
Ellis aveva sempre provato soggezione verso il padre e in base a quanto gli era stato detto, nemmeno la vecchiaia e le ferite di guerra avevano piegato il carisma di Sephir.
Devo tenergli testa.
Non sarebbe stato facile, perché lo Sciancato era un uomo di grandissima astuzia, e si diceva che fosse impossibile ingannarlo.
Ma io sono sua figlia, e sono più astuta di lui, perché in me scorre anche il sangue dei Fujivarian.
Quando il corteo si avvicinò alle porte di Colonia Fluvia, Ellis si fece avanti, seguita dalla sua scorta, e raggiunse le truppe con la livrea della Piovra.
Ci sono anche uomini con la bandiera dell'Alleanza di Tupile... i pirati!
Aveva sentito voci sul fatto che Vyghar di Linthael e Alienor di Alfarian si trovassero poco distanti, presso la Contea di Keltar Senia.
Facciano pure, ormai non sono più un mio problema.
Il vero problema era cercare di evitare di essere schiacciati nella morsa tra Fenrik e Marigold.
Quando il comandante della scorta di Sephir Eclionner si fece avanti, Ellis pronunciò un breve discorso:
«Cari amici, sono felice che la dinastia Eclionner si possa riunire in questo luogo neutrale, per superare le antiche divisioni e fronteggiare la minaccia dei comuni nemici»
Poi fece cenno di seguirla all'interno della città fortificata.
Con una certa apprensione guardò la carrozza che trasportava suo padre. Aveva le tende chiuse.
Nessuna curiosità da parte sua. Non devo attendermi niente.
Aveva preferito affrontare questo incontro da sola. La presenza di Masrek avrebbe infastidito il vecchio.
Eppure Ellis sentiva che ormai senza il sostegno del fratello-amante, non sarebbe riuscita più a fare nulla, anche se dall'esterno la sua immagine poteva ancora apparire quella di una sovrana.
Dopo che furono entrati a Colonia Fluvia, attese che il padre fosse aiutato a scendere dalla carrozza.
Sapeva che la ferita alla gamba, dopo il duello col Conte Fenrik, lo aveva reso zoppo e affetto da artrosi e scoliosi. Era per questo che lo chiamavano "lo Sciancato".
Quando il padre scese, Ellis rimase sorpresa, nel vederlo vestito in modo elegante e sontuoso, con tanto di toga purpurea, chiaro simbolo della dignità imperiale.
Mi pare che sia molto meno "Sciancato" di quel che ha voluto farci credere.
Quel pensiero fu confermato dal fatto che Sephir si avvicinò senza bisogno di aiuto, appoggiandosi solo ad uno scettro molto raffinato, sempre per rimarcare i suoi diritti al Trono.
Si guardarono freddamente per alcuni istanti.
«Padre, vi do il benvenuto a Colonia Fluvia» furono le poche parole imbarazzate di Ellis, di fronte al gelo del genitore che non la vedeva da vent'anni.
Sephir mantenne la sua tipica espressione cupa e severa:
«Lasciamo da parte i convenevoli, figlia! Per quelli ho mandato avanti Masrek, che è stato fin troppo accomodante, se così si può dire!»
Quelle parole furono come una pugnalata alla schiena, perché contenevano anche una frecciata esplicita riguardo al rapporto tra lei e suo fratello.
«Come volete, padre. Immagino siate stanco per il viaggio, vi mostro i vostri alloggi...»
Il vecchio le afferrò un braccio.
«Non c'è tempo! Dobbiamo passare subito all'azione, prima che Fenrik ci piombi addosso! C'è un conto in sospeso tra me e lui!»
Le unghie del padre le si conficcarono nel braccio come artigli, mentre lui si sorreggeva col bastone del comando. Aveva ancora molta forza, nonostante tutto.
Ellis provò un brivido di paura:
«Lo so. Ma le legioni sono ancora alle mie dipendenze e alcuni mi hanno messo in guardia sulle vostre intenzioni riguardo al Trono!»
Lui allora si voltò e sogghignò:
«Ah ah, adesso riconosco mia figlia! Potrai ingannare gli altri con il tuo pentimento e la tua falsa bontà ritrovata, ma non me!»
Ellis non sapeva se temere o compatire quel vecchio rancoroso. Ma una cosa era certa: doveva sopportarne la presenza, se voleva riuscire a salvare il Continente da minacce più grandi.
«Vi offro l'appoggio delle legioni in cambio di una sola cosa, ben precisa. Voi non dovrete più intromettervi nei rapporti tra me e Masrek!»
Sephir riprese la sua espressione disgustata.
«Ti stai vendendo per un ben misero piatto di lenticchie! Ma ormai il disonore che hai gettato sulla mia stirpe è tale che non farà alcuna differenza se tu e tuo fratello vi renderete ulteriormente ridicoli agli occhi del mondo»
Ellis ignorò la provocazione:
<<Sei consapevole che mio figlio Elner adesso porta con sé le memorie del divino Arexatan?>>
Sephir annuì:
<<Arexatan è un burattino nelle mani della Dama Gialla. Questo lo hai capito persino tu! Devi giurarmi che non interferirai sui miei progetti riguardo a Marvin Vorkidian!>>
L'idea non la entusiasmava, ma ormai unica cosa che le importasse era che Masrek stesse con lei. Il resto non contava niente.
«E va bene! Se è destino che Marvin Vorkidian possa essere in grado di proteggere il Continente centrale dal Conte di Gothian, allora io sarò al suo fianco!»
Sephir la fissò minacciosamente:
«Lo spero bene! E' la tua ultima occasione per far dimenticare i tuoi scandali! Io resterò qui a coordinare le operazioni. Tu procedi pure con Masrek dove ti pare, ma ti affiancherò l'ottimo padre Ulume, che mi terrà informato sul tuo conto»
Quando il corteo si avvicinò alle porte di Colonia Fluvia, Ellis si fece avanti, seguita dalla sua scorta, e raggiunse le truppe con la livrea della Piovra.
Ci sono anche uomini con la bandiera dell'Alleanza di Tupile... i pirati!
Aveva sentito voci sul fatto che Vyghar di Linthael e Alienor di Alfarian si trovassero poco distanti, presso la Contea di Keltar Senia.
Facciano pure, ormai non sono più un mio problema.
Il vero problema era cercare di evitare di essere schiacciati nella morsa tra Fenrik e Marigold.
Quando il comandante della scorta di Sephir Eclionner si fece avanti, Ellis pronunciò un breve discorso:
«Cari amici, sono felice che la dinastia Eclionner si possa riunire in questo luogo neutrale, per superare le antiche divisioni e fronteggiare la minaccia dei comuni nemici»
Con una certa apprensione guardò la carrozza che trasportava suo padre. Aveva le tende chiuse.
Nessuna curiosità da parte sua. Non devo attendermi niente.
Aveva preferito affrontare questo incontro da sola. La presenza di Masrek avrebbe infastidito il vecchio.
Eppure Ellis sentiva che ormai senza il sostegno del fratello-amante, non sarebbe riuscita più a fare nulla, anche se dall'esterno la sua immagine poteva ancora apparire quella di una sovrana.
Dopo che furono entrati a Colonia Fluvia, attese che il padre fosse aiutato a scendere dalla carrozza.
Sapeva che la ferita alla gamba, dopo il duello col Conte Fenrik, lo aveva reso zoppo e affetto da artrosi e scoliosi. Era per questo che lo chiamavano "lo Sciancato".
Quando il padre scese, Ellis rimase sorpresa, nel vederlo vestito in modo elegante e sontuoso, con tanto di toga purpurea, chiaro simbolo della dignità imperiale.
Mi pare che sia molto meno "Sciancato" di quel che ha voluto farci credere.
Quel pensiero fu confermato dal fatto che Sephir si avvicinò senza bisogno di aiuto, appoggiandosi solo ad uno scettro molto raffinato, sempre per rimarcare i suoi diritti al Trono.
Si guardarono freddamente per alcuni istanti.
«Padre, vi do il benvenuto a Colonia Fluvia» furono le poche parole imbarazzate di Ellis, di fronte al gelo del genitore che non la vedeva da vent'anni.
Sephir mantenne la sua tipica espressione cupa e severa:
«Lasciamo da parte i convenevoli, figlia! Per quelli ho mandato avanti Masrek, che è stato fin troppo accomodante, se così si può dire!»
Quelle parole furono come una pugnalata alla schiena, perché contenevano anche una frecciata esplicita riguardo al rapporto tra lei e suo fratello.
«Come volete, padre. Immagino siate stanco per il viaggio, vi mostro i vostri alloggi...»
Il vecchio le afferrò un braccio.
«Non c'è tempo! Dobbiamo passare subito all'azione, prima che Fenrik ci piombi addosso! C'è un conto in sospeso tra me e lui!»
Le unghie del padre le si conficcarono nel braccio come artigli, mentre lui si sorreggeva col bastone del comando. Aveva ancora molta forza, nonostante tutto.
Ellis provò un brivido di paura:
«Lo so. Ma le legioni sono ancora alle mie dipendenze e alcuni mi hanno messo in guardia sulle vostre intenzioni riguardo al Trono!»
Lui allora si voltò e sogghignò:
«Ah ah, adesso riconosco mia figlia! Potrai ingannare gli altri con il tuo pentimento e la tua falsa bontà ritrovata, ma non me!»
Ellis non sapeva se temere o compatire quel vecchio rancoroso. Ma una cosa era certa: doveva sopportarne la presenza, se voleva riuscire a salvare il Continente da minacce più grandi.
«Vi offro l'appoggio delle legioni in cambio di una sola cosa, ben precisa. Voi non dovrete più intromettervi nei rapporti tra me e Masrek!»
Sephir riprese la sua espressione disgustata.
«Ti stai vendendo per un ben misero piatto di lenticchie! Ma ormai il disonore che hai gettato sulla mia stirpe è tale che non farà alcuna differenza se tu e tuo fratello vi renderete ulteriormente ridicoli agli occhi del mondo»
Ellis ignorò la provocazione:
<<Sei consapevole che mio figlio Elner adesso porta con sé le memorie del divino Arexatan?>>
Sephir annuì:
<<Arexatan è un burattino nelle mani della Dama Gialla. Questo lo hai capito persino tu! Devi giurarmi che non interferirai sui miei progetti riguardo a Marvin Vorkidian!>>
L'idea non la entusiasmava, ma ormai unica cosa che le importasse era che Masrek stesse con lei. Il resto non contava niente.
«E va bene! Se è destino che Marvin Vorkidian possa essere in grado di proteggere il Continente centrale dal Conte di Gothian, allora io sarò al suo fianco!»
Sephir la fissò minacciosamente:
«Lo spero bene! E' la tua ultima occasione per far dimenticare i tuoi scandali! Io resterò qui a coordinare le operazioni. Tu procedi pure con Masrek dove ti pare, ma ti affiancherò l'ottimo padre Ulume, che mi terrà informato sul tuo conto»
Il sacerdote uscì in quel momento dalla carrozza, e fece un breve inchino di fronte all'ex imperatrice.
<<Vostra Maestà>>
Ellis accennò a un sorriso.
«Chi non muore si rivede, caro Ulume! Siete stato fortunato a scampare all'incendio della Grande Canonica!»
Il prete non si scompose.
«La Contessa di Gothian ha commesso un grave errore. Padre Mollander, nella sua saggezza, aveva previsto tutto. Ora sono io il nuovo Priore dei canonici e posso esservi molto utile contro il Conte Fenrik. E' da una vita che mi sto preparando per affrontarlo!»
Ellis annuì.
<<Vostra Maestà>>
Ellis accennò a un sorriso.
«Chi non muore si rivede, caro Ulume! Siete stato fortunato a scampare all'incendio della Grande Canonica!»
Il prete non si scompose.
«La Contessa di Gothian ha commesso un grave errore. Padre Mollander, nella sua saggezza, aveva previsto tutto. Ora sono io il nuovo Priore dei canonici e posso esservi molto utile contro il Conte Fenrik. E' da una vita che mi sto preparando per affrontarlo!»
Ellis annuì.
«Padre Mollander aveva molta fiducia in voi. Avremo bisogno di un valido esorcista contro i demoni di Gothian. Se vorrete anche fare da mediatore tra me e mio padre, non ho nulla da obiettare»
Poi fissò il vecchio Sephir con freddezza:
«Se non c'è altro...»
Lo Sciancato scosse la testa e si abbassò il cappuccio senza dire una parola.
Ellis era disgustata dalla freddezza del genitore, ma scoprì, con una certa sorpresa, che, dopo quel colloquio, ormai non ne aveva più paura.
E' solo un vecchio prigioniero dei suoi rancori.
In fondo le faceva quasi pena.
«Conducetelo ai suoi alloggi!» esclamò, sorpresa della secchezza con cui aveva impartito quell'ordine.
Poi se ne andò senza voltarsi indietro.
Poi fissò il vecchio Sephir con freddezza:
«Se non c'è altro...»
Lo Sciancato scosse la testa e si abbassò il cappuccio senza dire una parola.
Ellis era disgustata dalla freddezza del genitore, ma scoprì, con una certa sorpresa, che, dopo quel colloquio, ormai non ne aveva più paura.
E' solo un vecchio prigioniero dei suoi rancori.
In fondo le faceva quasi pena.
«Conducetelo ai suoi alloggi!» esclamò, sorpresa della secchezza con cui aveva impartito quell'ordine.
Poi se ne andò senza voltarsi indietro.
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