Questa era la mappa dei regni iberici prima del matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, nel 1469. Da allora in avanti Castiglia e Aragona furono unite "de facto". Nel 1492 i Re Cattolici conquistarono Granada. Successivamente Ferdinando d'Aragona conquistò la Navarra. Nel 1516, il nipote di Isabella e Ferdinando, l'imperatore Carlo V d'Asburgo, figlio di Giovanna di Castiglia e Aragona (regina soltanto di nome, ma relegata nel castello di Tordesillas a causa di una presunta malattia mentale), divenne di fatto il primo re di Spagna.
Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 1 aprile 2019
domenica 31 marzo 2019
Mappa dell'Italia nell'anno 1000
Nel XI secolo l'Italia fu oggetto di scorrerie da parte dei saraceni, degli ungari e dei normanni.
La parte nord era sotto il controllo dell'imperatore Ottone I, che sconfisse i magiari e riportò una certa sicurezza nel Sacro Romano Impero.
La parte sud era ancora longobarda e bizantina.
venerdì 29 marzo 2019
Il Regno Normanno d'Africa di Ruggero II d'Altavilla
Con la denominazione "Regno normanno d'Africa" si indicano i Possedimenti d'Africa della Casa d'Altavilla, ovvero i territori occupati, a partire dal 1135, dal re normanno di Sicilia, Ruggero II, nell'area costiera nordafricana della Tunisia e della Tripolitania, e, di fatto, annesso al Regno di Sicilia.
Storia
Ruggero II divenuto nel 1130 Re di Sicilia rese il suo regno la potenza dominante del Mediterraneo, grazie a una potente flotta, costituita sotto diversi ammiragli. Effettuò allora una serie di conquiste sulla costa africana (1135 - 1153), che andavano da Tripoli (Libia) a Capo Bon (Tunisia) e finanche a Bona (Algeria).
In quei due decenni, Ruggero II creò un una sorta di "protettorato" siciliano, sostenuto in parte dalla residua piccola comunità cristiano-bizantina ancora presente nel Nordafrica.[1]
Fu però nel 1146, che il re normanno approfittò delle dissensioni interne all'interno della Tripolitania per prendere con l'ammiraglio Giorgio di Antiochia la città di Tripoli e la regione costiera della Sirte e nel 1148 Al-Mahdiyya. "Da allora in poi l'autorità del re di Sicilia si stabilì su basi permanenti. Tale autorità non mirava al dominio politico, a lui interessavano solo i vantaggi economi e strategici: ambedue erano immensi"[2].
«I tentativi di Ruggero II di insediarsi in Africa, in primo luogo a Mahdia e poi a Tripoli, sfociarono nella creazione di un piccolo impero normanno lungo le coste dell'Ifriqiyya, con la sola eccezione di Tunisi. Gli sceicchi locali si sottomisero all'autorità del Re di Sicilia, che tentò di promuovere nella regione nuovi insediamenti cristiani allo scopo di proteggere la modesta popolazione cristiana già esistente.[3]»
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I territori normanni d'Africa si estesero da Tunisi a Tripoli sulla costa Mediterranea ed all'interno arrivò ai confini del Sahara fino a Gafsa. Negli ultimi anni anche Bona in Algeria fu annessa.[4] Questi territori furono retti dai vari governatori delle città, nominati da Ruggero II[5].
Ruggero II occupò la cosiddetta Ifriqiya con l'intenzione di unirla al suo "Regno di Sicilia", ma la morte nel 1154 glielo impedì. Comunque, i Normanni persero nel 1156 Sfax ma riuscirono a mantenere le conquiste africane anche con Guglielmo I di Sicilia fino a circa il 1160 quando persero Mahdiyya.[6]
Come conseguenza del tentativo cristiano di creare un dominio nel Nordafrica, i musulmani sterminarono le rimanenti comunità cristiane, concentrate principalmente nella Tunisia meridionale. Queste residue popolazioni cristiane erano molto probabilmente di lingua romanza, almeno fino al X-XI secolo. La testimonianza più importante di questo è quella del geografo nordafricano Idrisi (XII secolo), il quale scrive che gli abitanti di Gafsa (nel sud della Tunisia) si servivano di una lingua particolare, da lui detta al-latini al-ifriqi "il (neo) latino d'Africa" (a quel tempo il termine arabo latini si riferiva sia al latino sia, spesso, alle lingue romanze).
Note
- ^ (EN) Alex Metcalfe, The Normans in Africa, in The Muslims of Medieval Italy, Edimburgo, Edinburgh University Press, 2009, p. 160. URL consultato il 3 aprile 2015.
- ^ John Julius Norwich, Il regno del Sole. I normanni nel Sud 1130-1194, Venezia, Mursia, 1972, p. 179
- ^ David Abulafia, Ifriqiyya in Enciclopedia federiciana, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
- ^ Ruggero II e l'Africa mussulmana, p. 95. URL consultato il 3 aprile 2015.
- ^ John Julius Norwich, Il regno del Sole. I normanni nel Sud 1130-1194, Venezia, Mursia, 1972, p. 180.
- ^ Francesco Gabrieli, Normanni e Arabi, Archivio storico pugliese, XII (1959), pp. 53-68.
Bibliografia
- Hubert Houben, Ruggero II di Sicilia: un sovrano tra Oriente e Occidente, traduzione di Francesco Panarelli, Roma, Laterza, 1999, ISBN 88-420-5900-5.
- David Abulafia, Ifriqiyya, in Enciclopedia federiciana, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 3 aprile 2015.
- (EN) Alex Metcalfe, The Muslims of Medieval Italy, Edimburgo, Edinburgh University Press, 2009, ISBN 978-0-7486-2008-1.
- Francesco Gabrieli, Normanni e Arabi (PDF) (PDF), su Archivio storico pugliese, XII, 1959, 53-68. URL consultato il 3 aprile 2015.
- John Julius Norwich, Il regno del Sole. I normanni nel Sud 1130-1194, traduzione di Elena Lante Rospigliosi, Venezia, Mursia, 2007 [1972], ISBN 978-88-425-3783-0.
Voci correlate
mercoledì 27 marzo 2019
Mappe dell'Italia dei Comuni e delle Signorie nel 1100, 1200 e 1300
Above, Northern Italy in 1100, below in 1167
Below, Northern Italy in 1278
Below, Italy in 1300
lunedì 25 marzo 2019
Mappe dell'Italia delle Signorie e dei Principati nel 1400 e nel 1500
L'Italia nel 1434 dopo la Pace di Lodi
L'Italia nel 1499
Massima espansione della Repubblica di Venezia nel 1509 alla vigilia della Battaglia di Agnadello
mercoledì 20 marzo 2019
Emblema dei Savoia come Re di Sardegna
Armi dei capi di casa Savoia
Stemma | blasonatura | Periodo |
---|---|---|
d'oro, all'aquila di nero. | Conti di Savoia - ante XII secolo
Prime armi concesse come vicari imperiali, probabilmente mai usate dalla famiglia
| |
di rosso, alla croce d'argento | Armi attestate a partire da Tommaso I di Savoia (1177 † 1233) | |
partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati composto dalle armi di Westfalia, Sassonia e Angria. | Duchi di Savoia
Con l'aumentare della potenza della famiglia, i conti di Savoia sostennero di discendere dalla casa di Sassonia ed inclusero nelle loro armi tale quarto
| |
inquartato, nel 1º e 4º partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel 2º d'argento seminato di plinti di nero, al leone dello stesso attraversante, nel 3º di nero, al leone d'argento; sul tutto di rosso alla croce d'argento. | Il duca Emanuele Filiberto di Savoia(1528 † 1580) inquartò le armi sassoni con quelle del Chiablese e di Aosta, mettendo la Savoia sul tutto: | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto partito, nel 1º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante e nel 2º di nero al leone d'argento; nel IV gran quarto partito, nel 1º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 2º d'argento al capo di rosso; sul tutto di rosso alla croce d'argento. | Il duca Vittorio Amedeo I di Savoia(1587 † 1637) ricevette nel 1630 il Monferrato. Egli ne approfittò per aggiungere alle sue armi altre pretensioni: il regno di Cipro e Gerusalemme, la contea di Ginevra: | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro (Gerusalemme, Cipro e Armenia); nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento (Westfalia), nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto (Sassonia) e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati (Angria), nel III gran quarto partito, nel 1º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante (Chiablese) e nel 2º di nero al leone d'argento (Aosta); nel IV gran quarto partito, nel 1º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro (Genevese), nel 2º d'argento al capo di rosso (Monferrato); sul tutto d'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro, attortigliate d'argento (Sardegna); sul tutto del tutto di rosso alla croce d'argento (Savoia) | Re di Sardegna Nel 1720, il duca Vittorio Amedeo II di Savoia ottenne il regno di Sardegna: | |
inquartato, nel 1º d'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro di nero, attortigliate d'argento (Sardegna), nel 2º gran quarto partito, nel 1º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante (Cipro), nel 2º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso (Gerusalemme), nel 3º gran quarto d'argento alla croce di rosso (Genova) e nel 4º gran quarto di rosso alla croce d'argento brisata da un lambello d'azzurro (Piemonte), sul tutto d'oro all'aquila di nero, sul tutto del tutto di rosso alla croce d'argento (Savoia). | Nel 1815, il re Vittorio Emanuele I di Sardegna ottenne Genova: Ne approfittò per semplificare le sue armi: | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto controinquartato, nel 1º di nero al leone d'argento, nel 2º d'argento alla croce di rosso, nel 3º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante, nel 4º d'argento all'aquila coronata di rosso col volo abbassato, su un monte di tre cime di nero uscente da un mare d'azzurro movente dalla punta e ondato d'argento; nel IV gran quarto controinquartato, nel 1º di rosso alla croce d'argento brisata da un lambello d'azzurro, nel 2º d'argento al capo di rosso, nel 3º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 4º d'argento al capo d'azzurro; sul tutto d'oro all'aquila di nero; sul tutto del tutto di rosso alla croce d'argento; sul tutto nel capo d'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro di nero, attortigliate d'argento. | Nel 1831 il trono passa a Carlo Alberto di Savoia, del ramo dei Savoia-Carignano: riprende le armi del 1720 aggiungendovi diversi quarti (Genova, Nizza, Piemonte e Saluzzo): | |
di rosso alla croce d'argento. | Regno di Sardegna
Nel 1833 i re tornarono ad armi semplificate.
| |
di rosso alla croce d'argento. | Nel 1848 le armi reali vengono modificate aggiungendo il tricolore quale ornamento esteriore. La prima modifica è del 1º agosto, successivamente lo stemma verrà ulteriormente modificato il 28 novembre, restando quindi invariato fino al 1870. | |
Nel 1870 la Consulta araldica norma lo stemma dello Stato (ma non quello reale) La Consulta Araldica [...] delibera che lo stemma dello Stato debba d'ora in poi raffigurarsi nel modo seguente: di rosso alla croce d'argento; lo scudo cimato da elmo Reale ornato di svolazzi d'oro e d'azzurro, coronato di corona Reale, sormontata da una croce trifogliata d'oro, attorniato dal Collare del Supremo Ordine della SS. Annunziata, movente dagli angoli superiori dello scudo; ed interiormente a questo Collare, dalla fascia della Gran Croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, più, entro questa fascia, dalle altre due delle Gran Croci degli Ordini, militare di Savoia e della Corona d'Italia, moventi, la prima dalla metà del fianco destro, l'altra dalla metà del fianco sinistro dello scudo, ciascuna colla gran croce rispettiva, pendente sotto lo scudo, a metà della distanza tra la punta ed il fianco laterale, e congiungentisi, le fasce, sotto la punta dello scudo stesso; dalla quale esce ancora la Croce dell'Ordine Civile di Savoia appesa al suo nastro, questo, attraversante sulle fasce degli ultimi due ordini, il tutto al naturale; sostenuto da due leoni al naturale, controrampanti, affrontati, colla testa volta all'infuori, appoggiati sopra due bastoncini d'oro, divergenti in fascia, a modo di svolazzi sottili, da un terzo della punta dello scuso, essi leoni tenenti cadauno un guidone Reale Italiano, a lungo fusto, svolazzante all'infuori; il tutto attraversante sovra un manto di porpora sparso di rose, e di nodi di Savoia d'oro, appannato d'armellini, movente dall'elmo reale; l'intero stemma sotto un padiglione di velluto azzurro, soppannato di raso bianco frangiato d'oro, la frangia attaccata ad un gallone caricato di croci scorciate e di nodi di Savoia alternati; esso padiglione a colmo d'oro, sormontato da una stella d'argento, raggiante d'oro; la base del colmo accostata dalla sommità dei guidoni, fustati d'oro, tenuti dai leoni, e che sono interzati in palo di verde, di bianco e di rosso, il bianco caricato in cuore di uno scudetto di rosso alla croce bianca, bordato di un sottilissimo filetto di azzurro. | Stemma del Regno d'Italia, versione completa dalla deliberazione della Consulta Araldica del Regno d'Italia del 4 maggio 1870 | |
Il Re porta per grande stemma lo scudo di Savoia cimato con elmo reale coronato colla Corona di ferro; coi sostegni reali, e colle grandi insegne degli ordini equestri reali; il tutto posto sotto al padiglione regio cimato colla Corona reale di Savoia; tutto lo stemma accollato al fusto del gonfalone di Savoia che è cimato coll'aquila sabauda d'oro, ha lo stendardo bifido di rosso, crociato, e soppannato di tela d'argento e colle cravatte azzurre scritte coi motti e gridi d'arme: SAVOYE-SAINT -MAURICE- BONNES NOUVELLES. | Nel 1890, con regio decreto del 1º gennaio, viene definito lo stemma del re. |
Stemma del Principe ereditario
Stemma | Blasonatura | Nome del principe o del ramo cadetto |
---|---|---|
di rosso alla croce d'argento, il tutto brisato da un lambello a tre pendenti d'azzurro | Principe di Piemonte, titolo dell'erede al trono di Casa Savoia. Dal 1861, con l'Unità d'Italia si alternò con il titolo di Principe di Napoli. |
Rami cadetti
Stemma | Blasonatura | Nome del principe o del ramo cadetto |
---|---|---|
di rosso alla croce d'argento, con la banda d'azzurro | Savoia-Acaia, Principi di Piemonte Inizia con Filippo I di Savoia-Acaia (1301 † 1334), figlio di Tommaso I. Ramo estinto nel 1418. | |
inquartato, nel 1º e 4º partito nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel 2º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante, nel 3º di nero al leone d'argento; sul tutto di rosso alla crocve d'argento, brisato da una bordura indentata di rosso. | Savoia-Nemours, Duchi di Nemours Inizia con Filippo di Savoia-Nemours (1490 † 1533), duca di Nemours, figlio di Filippo II di Savoia. Ramo estinto nel 1659. Oggi impiegato dal Principe di Piemonte. | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto partito, nel 1º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante e nel 2º di nero al leone d'argento; nel IV gran quarto partito, nel 1º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 2º d'argento al capo di rosso; sul tutto partito di rosso alla croce d'argento e d'azzurro a tre gigli d'oro brisato da un lambello a tre pendenti d'argento e in cuore da un bastone dello stesso scorciato e posto in sbarra. | Enrico II di Savoia-Nemours(1625 † 1659), figlio cadetto di Enrico I, segue l'evoluzione araldica del ramo originale, sostituendo lo scudo centrale di Savoia con un partito di Savoia e Longueville (sua moglie era una Orléans-Longueville): | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto partito, nel 1º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante e nel 2º di nero al leone d'argento; nel IV gran quarto partito, nel 1º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 2º d'argento al capo di rosso; sul tutto di rosso alla croce d'argento alla bordura indentata d'argento. | Savoia-Carignano, Principi di Carignano Inizia con Tommaso Francesco di Savoia (1599 † 1656), principe di Carignano, figlio di Carlo Emanuele I, duca di Savoia. | |
inquartato: nel I controinquartato nel 1º d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso, nel 2º burellato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro attraversante sul tutto, nel 3º d'oro al leone di rosso armato lampassato e coronato d'azzurro e nel 4º d'argento al leone di rosso armato lampassato e coronato d'oro; nel II gran quarto partito, nel 1º di rosso al cavallo spaventato d'argento, nel 2º fasciato d'oro e di nero di otto pezzi al crancelino di verde posto in banda attraversante sul tutto e innestato in punta d'argento a tre puntali di spada di rosso maleordinati, nel III gran quarto partito, nel 1º d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso attraversante e nel 2º di nero al leone d'argento; nel IV gran quarto partito, nel 1º cinque punti d'oro equipollenti a quattro punti d'azzurro, nel 2º d'argento al capo di rosso; sul tutto partito di rosso alla croce d'argento e d'azzurro a tre gigli d'oro brisato da un bastone di rosso scorciato posto in banda e da una bordura dello stesso. | Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano sostituì lo scudo centrale con un partito di Savoia e di Borbone-Condé (famiglia di sua madre) | |
di rosso alla croce d'argento alla bordura indentata d'argento. | Savoia-Soissons, Conti di Soissons Inizia con Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons, figlio di Tommaso Francesco di Savoia(1599 † 1656), principe di Carignano. | |
di rosso alla croce d'argento alla bordura composta d'argento e di rosso. | Savoia-Genova, Duchi di Genova Inizia con Ferdinando di Savoia(1822 † 1855), duca di Genova, figlio di Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna. | |
di rosso alla croce d'argento alla bordura composta d'oro e d'azzurro. | Savoia-Aosta, Duchi d'Aosta Inizia con Amedeo (1845 † 1890), duca d'Aosta e per poco tempo re di Spagna, figlio di Vittorio Emanuele II di Savoia, re d'Italia. | |
inquartato, nel 1º di rosso al castello d'oro aperto e finestrato d'azzurro (Castiglia), nel 2º d'argento al leone di rosso armato, lampassato e coronato d'oro (Leon), nel 3º d'oro a quattro pali di rosso (Aragona) e nel 4º di rosso alle catene d'oro poste in cinta, in croce e in decusse, caricate nel cuore da uno smeraldo al naturale (Navarra), accompagnato in punta d'argento a una mela granata di rosso, gambuta e fogliata di verde (Granada); sul tutto di rosso alla croce d'argento alla bordura composta d'oro e d'azzurro. | Stemma di Amedeo d'Aosta come Amedeo I, re di Spagna(1870-1873) | |
inquartato, nel 1º di rosso al castello d'oro aperto e finestrato d'azzurro (Castiglia), nel 2º d'argento al leone di rosso armato, lampassato e coronato d'oro (Leon), nel 3º d'oro a quattro pali di rosso (Aragona) e nel 4º di rosso alle catene d'oro poste in cinta, in croce e in decusse, caricate nel cuore da uno smeraldo al naturale (Navarra), accompagnato in punta d'argento a una mela granata di rosso, gambuta e fogliata di verde (Granada); sul tutto di rosso alla croce d'argento. | (altra versione dello stemma di Amedeo I, nel quale lo scudetto in cuore è quello di Savoia e non del ramo cadetto) |
Voci correlate
- Contea di Savoia
- Ducato di Savoia
- Regno di Sardegna (1720-1861)
- Regno d'Italia (1861-1946)
- Tesoro della Corona d'Italia
- Linea di successione al trono d'Italia
- Tavole genealogiche di Casa Savoia
- Ordine supremo della Santissima Annunziata
- Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
- Ordine militare di Savoia
- Ordine al merito civile di Savoia
- Ordine della Corona d'Italia
- Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani
- Residenze sabaude in Piemonte
- Savoia (regione storica)
domenica 17 marzo 2019
Armature e simboli degli antichi popoli pagani europei ed eurasiatici
Guerrieri Longobardi, Franchi, Ostrogoti, Avari, Slavi, Vandali e Berberi
I re Longobardi d'Italia, prima della conquista di Carlo Magno
Sotto, la mappa dell'Europa nell'anno 814 alla morte di Carlo Magno
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