Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 18 giugno 2018
giovedì 14 giugno 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 123. Come in uno specchio e in maniera confusa
<<Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem>>
La citazione tratta dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, uno dei testi più celebri e letterariamente più potenti del Nuovo Testamento, fu pronunciata da Jenna Burke-Roche, lady Fitzroy, Iniziata agli Arcani Supremi col nome di Virginia Dracu, per rispondere ad una domanda che il dottor Luca Bosco le aveva rivolto, in merito alle varie fasi dell'Iniziazione, fino a quella massima, a cui solo pochi eletti potevano aspirare, ossia l'intuizione mistica, l'Illuminazione.
Luca aveva subito colto il senso del discorso:
<<Dunque ciò che ora io vedo è solo un riflesso sfocato della realtà. Ma tu che, tramite l'Iniziazione, hai potuto, almeno in parte, "vedere faccia a faccia" la Verità, che impressione ne hai tratto?
So che non me ne puoi parlare, quello che ti chiedo è semplicemente se la risposta è appagante riguardo alle esigenze di Giustizia che la crudeltà della vita fa sorgere, presto o tardi, in ognuno di noi>>
Jenna chiuse gli occhi, come se stesse meditando, e rispose a bassa voce, quasi in un sussurro, perché ciò che stava per dire si avvicinava pericolosamente all'essenza stessa dei Misteri:
<<Io sono un'Iniziata di rango elevato, poiché fin dalla nascita fui educata a questo fine.
E fin da bambina ho conosciuto quanto la vita può essere crudelmente ingiusta.
Tutto quello che mi è concesso di dirti, riguardo alle risposte che i vari gradi dell'Iniziazione possono offrire, è che esse mostrano un principio di Equilibrio su cui si regge la Realtà.
E noi Iniziati ne siamo i Custodi>>
Non era una risposta soddisfacente, e nemmeno consolatoria, anzi, sembrava implicare qualcosa di cui forse era saggio avere paura.
<<Cum metu et tremore vestram salutem operamini. Sempre San Paolo, ma questa volta ai Filippesi. Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. Lo dico perché è così che mi sento, di fronte a ciò che mi descrivi>>
Jenna annuì:
<<Ed è giusto che sia così. L'unica cosa strana è il fatto che ci serviamo delle parole di San Paolo per parlare di un rituale che lui non approverebbe.
Oserei dire che noi siamo eretici, e tu, Luca Bosco, lo sei più di tutti gli altri, perché ti sei avvicinato ai Misteri con le tue sole forze>>
Luca accennò un sorriso, ma era un sorriso amaro:
<<Per ogni forza, una debolezza, o io non sarei qui>>
Anche lei sorrise:
<<E immagino che tra queste debolezze ci sia anche la sottoscritta>>
Lui annuì platealmente:
<<Al primo posto>>
Jenna scosse il capo:
<<Non esageriamo... Il tuo primo movente è sempre stato la curiosità verso l'ignoto.
E il secondo la sete di giustizia. L'amore, per te, viene solo al terzo posto, e forse è giusto che sia così, anche se San Paolo poneva la "charitas" davanti alla fede e alla speranza.
Ma l'amore, come tutti sanno, è un concetto ambiguo e sfuggente>>
Luca puntò il dito indice verso di lei:
<<Non parlavo dell'amore in generale. Io parlavo di te>>
Lei si avvicinò, lo fissò.
Se si fosse trattato di una storia banale, a quel punto ci sarebbe stato un bacio.
Ma Luca Bosco era tutto tranne che una persona banale.
Jenna lo sapeva, e non si meravigliò della sua indecisione:
<<Non ti fidi ancora di me>>
Lui decise di rispondere con sincerità:
<<Ti conosco da anni, eppure per me sei ancora un mistero. Fai parte di quell'ignoto che voglio conoscere. Ma con cautela, questa volta>>
Lei sembrò improvvisamente più debole:
<<Non posso darti torto. Ora che conosci la mia vera storia, e chi c'è dietro, ti sembrerò un mostro. E come si suol dire, il mostro più pericoloso è quello a cui abbiamo permesso di entrare in casa nostra.
Io ho profanato la casa della tua anima, nel momento in cui eri più indifeso, e questo rimorso mi perseguita e mi soffoca.
Sono qui per farmi perdonare, e spero che un giorno...>>
Luca scosse il capo:
<<Ma io ti ho già perdonata. Saper perdonare, a volte, è l'unico punto di forza che abbiamo rispetto a chi, più o meno consapevolmente, ci fa del male.
Forte è chi riesce a passare oltre, a guardare oltre.
Ed è quello che sto facendo adesso.
Io non metto in dubbio le tue buone intenzioni, ma sarei uno sciocco se non temessi le trame degli Iniziati.
Non ho ancora capito che cosa vogliano da me>>
Jenna inarcò le sopracciglia:
<<Te l'ho già detto. Tu sei l'unico vero Eretico sopravvissuto sulla faccia della Terra.
E gli Iniziati, la cui Dottrina Segreta è certamente eretica, hanno bisogno di qualcuno che ne dia una codificazione sistematica>>
Luca non capiva:
<<E perché mai?>>
Jenna rispose con aria solenne:
<<Perché si avvicina il Grande Cataclisma, e noi camminiamo verso il Regno Millenario, perché è giunta l'Età dei Profeti, quelli in cui alcuni Misteri dovranno essere rivelati, prima che la specie umana finisca per autodistruggersi>>
Ci volle più di un minuto prima che Luca Bosco potesse metabolizzare appieno il contenuto di quella risposta:
<<Che i tempi siano apocalittici è una cosa a cui credono in molti, specie in questo anno 2012. Personalmente credo che abbiamo a disposizione qualche decennio in più, per evitare quello che tu chiami il Grande Cataclisma e che altri chiamano Armageddon o Ragnanok o Kralizec.
Ciò che non capisco, tuttavia, è il motivo per cui gli Iniziati abbiano bisogno di aiuto esterno.
Mi era parso di capire che l'Ordine tenesse sotto controllo i potenti dell'umanità e che dunque non ci fosse alcun bisogno di fare proselitismo tra le masse, per risolvere i problemi del pianeta>>
Jenna negò vigorosamente con l'indice della mano destra:
<<Ma allora non mi stai a sentire! Ti ho detto molto chiaramente che è in atto una guerra fratricida tra le fazioni in cui l'Ordine è suddiviso.
Ogni fazione ha priorità diverse e questo paralizza le decisioni del Consiglio.
Abbiamo bisogno di mediatori, di personalità super partes che cerchino di elaborare una sintesi sia sul piano dottrinale che su quello programmatico, una piattaforma che tenga conto anche delle esigenze dei profani.
Lorenzo Monterovere lavora da anni a questo progetto, ma ha bisogno di aiuto e ha proposto il tuo nome al Consiglio.
E' anche per questo motivo che il Consigliere Albedo si trova qui.
Non so se te ne rendi conto, ma ti è stato tributato un grandissimo onore>>
Luca era sempre più scettico:
<< Io non cerco onori! E tutto questo discorso sull'Apocalisse e il bisogno di mediatori tra le avverse fazioni, mi pare una giustificazione piuttosto campata in aria.
Sono certo che il Consiglio abbia dei secondi fini che forse nemmeno tu conosci.>>
Jenna si fece serissima:
<<Non far finta di non capire! Sono anni che studi le religioni misteriche e le società segrete.
Le tue pubblicazioni non sono passate inosservate.
E nemmeno le tue esternazioni polemiche contro l'elite globalista.
E' troppo tardi, adesso, per tirarsi indietro.
Inoltre, il fatto che tu non cerchi onori è la prova che sei veramente colui di cui abbiamo bisogno.
Molto spesso le persone destinate al successo sono quelle che fanno qualcosa per passione e non per profitto.
Io credo in te. So benissimo che se non fosse stato per le delusioni che proprio io ti ho causato, a quest'ora saresti diventato come minimo Imperatore della Galassia!>>
La battuta stemperò la tensione.
Luca rise, ma continuò a rimanere sulla difensiva:
<<Molto divertente! Ma non sono in vena di scherzi. In fondo anche tu conosci il paradosso secondo cui, soprattutto quando si scherza, bisogna essere seri>>
Lei annuì:
<<Mai stata più seria in vita mia. Tu hai colto meglio di tutti gli altri i limiti dell'elitismo, la malattia mortale che potrebbe portare l'Ordine degli Inziati alla rovina.
Il pregiudizio universale.
Arroganza, boria, strafottenza, snobismo, dogmatismo, disprezzo per il concetto di popolo e per quello di nazione, distanza siderale dalla quotidianità della gente comune.
Alcuni di loro giocano col fuoco, e vanno fermati.
I tecnocrati si sono spinti troppo oltre nel voler trasformare il mondo.
Voi in Italia incominciate ad accorgervene solo adesso, nel 2012, ma nel giro di due o tre anni vi renderete conto, quando sarà troppo tardi, che ciò che i settori deviati dell'elite stanno provocando è la rivincita di Cartagine!>
Luca sosteneva queste tesi da anni:
<<E' quel che penso anch'io, e ho litigato con Lorenzo Monterovere e con i suoi adepti proprio per portare avanti questa tesi.
Però in tutto questo discorso manca l'elemento esoterico.
Tutto questo riguarda le oligarchie normali, non coloro che conoscono la Verità!
Se l'Iniziazione dà tutte le risposte, per quale motivo si dovrebbe discutere e trovarsi su fronti opposti. Insomma, non capisco quale sia il casus belli!>>
Jenna lo fissò con l'aria di una donna navigata, che conosce ormai tutto ciò che c'è da conoscere, e si meraviglia dell'ingenuità del suo interlocutore:
<<Il casus belli, come sempre, è il potere.
E tu dovresti sapere meglio di tutti gli altri che chi detiene il potere non necessariamente agisce in maniera coerente con la verità dei fatti, anzi, fa di tutto per insabbiarla, a proprio vantaggio.
Oh, certo, molti dicono che questo è necessario per il bene di tutti.
Ognuno proclama di agire per altruismo, ma molto spesso la professione di altruismo è il miglior modo per salvaguardare la propria egoistica supremazia.
Alcuni ne sono pienamente consapevoli, e agiscono in malafede.
Altri, e sono più pericolosi, credono davvero di essere nel giusto, e vogliono imporre a tutti la propria concreta applicazione di un'etica che ritengono sia l'inevitabile riflesso della verità.
Tutto questo fa parte della natura umana, e si manifesta anche tra i più sapienti.
Che ci piaccia o no, è questo quello che siamo>>
giovedì 7 giugno 2018
Il segno dell'Ofiuco (o Serpentario)
Ofiuco | |
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Elemento | Acqua |
Qualità | Fisso |
Durata | 30 novembre - 18 dicembre |
Domicilio | Giadas |
Esilio | Mercurio |
Caduta | Caiolo |
L'Ofiuco è stato a lungo l'unica costellazione zodiacale esclusa dall'astrologia. È un segno d'acqua fisso di genere femminile e di qualità negativa ed è il segno più estroverso tra i segni acqua[senza fonte]. Tuttavia nel XX secolo ha cominciato ad essere usato in astrologia siderale come tredicesima costellazione, in aggiunta ai tradizionali dodici segni dello zodiacotropicale. Dato che l'eponima costellazione si trova dietro il Sole tra il 30 novembre e il 18 dicembre,[1] è stato necessario modificare non solo la durata dell'adiacente Sagittario, che così si estende solo dal 22 al 29 novembre, ma anche quella di tutti gli altri segni.
L'idea sembra abbia origine da un'idea dell'astrologo Stephen Schmidt nel 1970, il quale costruì uno zodiaco a 14 segni, per mantenerne il numero pari, includendo così anche la Balenacome segno, nonostante la costellazione associata a quest'ultimo non sia attraversata dall'eclittica. Nel 1995 Walter Berg e Mark Yazaki proposero uno zodiaco da 13 segni, proposta che ottenne una buona popolarità in Giappone, dove l'Ofiuco è noto come "portatore di serpente" (へびつかい座 hebitsukai-za)
Caratteristiche e simbolo
L'Ofiuco è un segno acqua fisso di natura più estroversa rispetto agli altri segni acqua (Cancro, Scorpione, Pesci). Le persone nate sotto questo segno hanno qualità affini ai segni contigui dell'Ofiuco (Scorpione e Sagittario) per tanto hanno una spiccata immaginazione e un carattere misterioso , si dedicano al benessere dei più deboli e tengono all'ambiente.
Schmidt introdusse il suo simbolo per il segno dell'Ofiuco nel 1974. Era una rappresentazione stilizzata di un uomo che portava un serpente[2].
Nel 1995 anche Berg propose un simbolo per l'Ofiuco, che ebbe una relativamente ampia diffusione in Giappone.
Nel 2009 venne suggerita l'inclusione del simbolo nello standard Unicode come parte di un'estensione emoji[3]. Il simbolo assomiglia a una lettera U con una tilde sovrapposta (u̴). È stato incluso nella sezione Miscellaneous Symbols a partire dalla versione 6.0 di Unicode (ottobre 2010): (U+26CE ⛎).
Note
- ^ Bruce McClure, Sun in constellation Ophiuchus November 30 to December 18[collegamento interrotto], Earthsky Communications Inc.. URL consultato il 16 settembre 2013.
- ^ Schmidt (1974), p. 17
- ^ (EN) Emoji Symbols Proposed for New Encoding, di Markus Scherer, Mark Davis, Kat Momoi, Darick Tong (Google Inc.) Yasuo Kida, Peter Edberg (Apple Inc.); 27 aprile 2010
Bibliografia
- (EN) Stephen Schmidt (1970), Astrology 14: your new sun sign, Bobbs-Merrill, Indianapolis; Pyramid Books 1971.
- (EN) Stephen Schmidt (1974), The Astrology 14 Horoscope: How to Cast and Interpret It, Bobbs-Merrill, ISBN 978-0-672-51647-4.
- (EN) Walter Berg (1995), The 13 Signs of the Zodiac: Discover who you really are with the new Sun signs, Thorsons, ISBN 978-0-7225-3254-6.
- (JA) Mark Yazaki マーク矢崎 (1995), 13星座占星術—これからはへびつかい座が加わるぞ! (13-Constellation Horoscopes: Enter Ophiuchus!), 21st Century Books, ISBN 978-4-391-11845-2.
L'Uroboro: il Serpente Rosso
L'uroboro[1], o uroburo[2], o uroboros[3] o ouroboros[4][5], è un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche[6]. Rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine[7].
Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose,[7] che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l'unità e l'androgino primordiale, la totalità del tutto, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno, l'immortalità e la perfezione[8].
Significato simbolico nella tradizione occidentale
Origine del nome
Uroboro deriva dal dal greco οὐροβόρος/οὐρηβόρος [ὄφις], ourobóros/ourēbóros [óphis] ‘[serpente] che si morde la coda’[9]. Un'etimologia «ermetica», non linguistica, legata alla tradizione alchimistica, farebbe risalire l'ouroboros a un «re serpente»: «In lingua copta Ouro significa "re", mentre ob, in ebraico, significa "serpente"»[10]. Alexander Roob la mette in relazione ad alcune illustrazioni del serpente ouroboros, che si trovano nell'opera Donum deidell'alchimista Abraham Eleazar, pubblicata a Erfurt nel 1735[11].
Antico Egitto
La più antica rappresentazione occidentale di un Ouroboros si trova in un antico testo funerario egizio, chiamato The Enigmatic Book of the Netherworld, ritrovato nella Tomba (KV62) del Faraone Tutankhamon della XVIII Dinastia.
Nell'immagine, incisa all'interno del secondo scrigno, che conteneva il Sarcofago del Re, sono rappresentati due serpenti che si mordono la coda e circondano la testa e i piedi di una figura divina mummiforme[12]. Entrambi i serpenti sono manifestazioni della divinità Mehen, il benefico Dio serpente che protegge la Barca solare di Ra e il cui nome significa "colui che è arrotolato"[13].
Un'altra famosa immagine è quella che si trova nel Papiro di Dama-Heroub[14], della XXI dinastia, nella quale si trova Horus bambino, all'interno del Disco Solare, sostenuto dal Leone Akhet(simbolo dell'orizzonte dove il sole sorge e tramonta) e circondato dal dio serpente Mehen, ancora una volta nella forma di un Ouroboros.
Un capitolo a parte va riservato all'interpretazione della figura geroglifica dell'Ourobors fatta da Orapollo, scrittore egiziano di Nilopoli, autore di Hieroglyphiká, un'opera in due libri in lingua copta sui geroglifici, non anteriore al sec. IV d.C., scoperta nel 1422 dal viaggiatore Cristoforo Buondelmonti e portata alla corte di Cosimo de' Medici. Quest'opera, concepita probabilmente in un ambiente di eruditi che cercavano di recuperare la misteriosa scrittura egizia, di cui ormai si erano perse le tracce, ebbe un'ampissima diffusione nel Rinascimento e nei secoli successivi. Fino, infatti, alla scoperta del reale significato dei geroglifici egizi compiuta da Champollion, si ritenne che il libro di Orapollo fosse in grado di rivelare i significati morali e religiosi dei misteriosi geroglifici egizi.
Nel Libro Primo, Capitolo Secondo non viene nominato l'Ouroboros, ma viene descritto un Serpente che si divora la coda quale simbolo usato dagli antichi Egizi per descrivere il Mondo, l'Universo e l'Unità di Tutte le cose:
« Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squame, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è ancora sdruccioloso, perché è simile all'acqua: e muta ogn'anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo faccendo ogn'anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina providenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo[15] »
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Gnosticismo
Lo gnosticismo fu anche un importante movimento del cristianesimo delle Origini, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d'Egitto nel II-III secolo e suddiviso in numerose scuole. Il serpente era il principale animale simbolico degli Ofiti (dal greco ὄφις, ofis, "serpente") e dei Naasseni (dall'ebraico nâhâsh, "serpente"), che gli attribuivano facoltà demiurgiche e talvolta lo associavano al Cristo. Anche il dio gnostico Abraxas era un ibrido umano-animale, con la testa di gallo ed il corpo di serpente e diffusissimi erano i suoi talismani con scritte magiche incorniciate dal serpente Ouroboros, quale simbolo del dio Aion, espressione gnostica della totalità del tempo, dello spazio e dell'oceano primordiale che separava il regno superiore dello pneuma, dalle tenebrose acque del mondo inferiore[16].
Tradizione alchemica
Nella tradizione alchemica l'Ouroboros è un simbolo palingenetico (dal greco πάλιν, palin, "di nuovo" e γένεσις, génesis, "creazione, nascita", ovvero "che nasce di nuovo") che rappresenta il processo alchemico, il ciclico susseguirsi di distillazioni e condensazioni necessarie a purificare e portare a perfezione la "Materia Prima". Durante la trasmutazione la Materia Prima si divide nei suoi principi costitutivi, per questo motivo l'Ouroboros alchemico viene spesso rappresentato anche nella forma di due serpenti che si rincorrono le code. Quello superiore, alato, coronato e provvisto di zampe rappresenta la Materia Prima in forma volatile, quello sottostante il residuo fisso, dalla loro ri-unione in un unico Ouroboros con le zampe e incoronato (quindi vincitore), si ottiene la pietra filosofale, il "grande elisir" o "quintessenza"[17].
La più antica rappresentazione di un Ouroboros collegato all'alchimia si trova in una raccolta di scritti greci dell'XI secolo che illustra un trattato sulla "produzione dell'oro" scritto da un'alchimista chiamata Cleopatra vissuta ad Alessandria d'Egitto nel tardo IV secolo d.C.
La Chrysopoeia di Cleopatra (da χρυσός, chrysós, "oro" e ποιεῖν, poieîn, "fare"), contiene l'immagine di un Ouroboros, metà bianco e metà rosso, con all'interno la scritta ἒν τὸ Πᾶν (hèn tò Pân), traducibile come "l'Uno (è) il Tutto" oppure «Tutto è Uno».
Nella stessa pagina si trova un alambicco, alcuni simboli alchemici e un cerchio composto da tre anelli concentrici con scritte in greco che specificano ulteriormente il significato del serpens qui caudam devorat. Nel cerchio centrale si riconoscono i simboli dell'argento (mezzaluna) e dell'argento aurificato (semicerchio radiante). Nel primo anello si legge: "Uno (è) il Tutto; e per lui il Tutto e in lui il Tutto; e se non contiene il Tutto, il Tutto è nulla". Nel secondo anello una seconda scritta riporta la frase "Il Serpente è Uno, colui che ha il veleno con le due composizioni"[18]. Questi motti ricordano la famosa espressione eraclitea "Tutte le cose sono uno"[19], riadattata da Plotino nel detto "Tutto è ovunque e tutto è uno e uno è tutto"[20].
Altra celebre immagine dell'Ouroboros, anche questa di origine alessandrina, è quella riprodotta da Theodoros Pelecanos nel 1478 sulla base del Synosius un manoscritto andato perduto e attribuito a Sinesio di Cirene (370-413 d.C.)[21]. In questa figura si vede l'Ouroboros più simile a un drago, con le zampe, la cresta e il corpo color rosso e verde[22].
Anche nell'alchimia islamica la cosmologia e la concezione ermetica dell'Uno-Tutto si incarnano nella figura dell'Ouroboros[23] come si può vedere in un antico e celebre manoscritto arabo, il Kitab al-Aqalim di Abu' l-Qāsim al-ʿIrāqī ispirato ai geroglifici egizi[24] (Londra, British Library, MS Add 25724). In esso un serpente che si morde la coda racchiude i quattro elementi che danno origine al cosmo[25].
- Sesta Figura del De Lapide Philosophico di Lambsprinck contenuto nel Museum Hermeticum
- Ouroboros come emblema della Società Teosofica
- Ouroboros come forma base dell'anello aromatico del Benzene proposta dal chimico Kekulé
- Esempio di Ouroboros utilizzato nell'Arte Funeraria come simbolo di rinascita nel cimitero ebraico dei Lupi di Livorno
Influenza nell'arte
Il simbolo dell'uroboro ha lasciato una traccia ben visibile sia nell'arte classica, sia nella cultura di massa.
Dal punto di vista artistico, esempi di uroboro si trovano nel monumento funebre a Maria Cristina d'Austria del 1805, a Vienna, nel quale Antonio Canova pone sul vertice della piramide un medaglione col busto della defunta racchiuso in un uroboro, e nel Pantheon di Roma dove, sul monumento funebre al cardinale Consalvi, lo scultore Bertel Thorvaldsen ha raffigurato un uroboro che circonda il cristogramma.
Influenza nella cultura di massa
Nella cultura di massa il simbolo conta numerose raffigurazioni, in ambito letterario, cinematografico, televisivo, fumettistico e videoludico, specie in ambientazioni di genere fantasy o del mistero. Il simbolo è ricorrente, ad esempio, nelle serie televisive Teen Wolf, Freaks!, Millennium, The Lost World, Hemlock Grove e Altered Carbon, così come nella serie manga e anime Fullmetal Alchemist, dove è presente sul corpo degli Homunculus e nell'anime e manga The Seven Deadly Sins, nei quale è presente come simbolo del protagonista Meliodas, Drago dell'Ira. Nel celebre romanzo di Michael Ende La storia infinita, il talismano Auryn è basato sull'uroboro, e Il serpente Ouroboros è il titolo di un romanzo fantasy di Eric Rücker Eddison del 1922.
Note
- ^ Uroboro, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.
- ^ Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, a cura di Paola Locatelli, Milano, Garzanti, 1991, ISBN 88-11-50458-9. 1ª ed. originale: (DE) Knaurs Lexikon der Symbole, München, Droemersche Verlaganstalt Th. Knaur Nachf., 1989.
- ^ Chevalier & Gheerbrant 1986, II, p. 526.
- ^ Cooper 1987, p. 212.
- ^ Corinne Morel, Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze, traduzione di Enrica Crispino, Firenze, Giunti, 2006, ISBN 978-88-09-04071-7. 1ª ed. originale: (FR) Dictionnaire des symboles, mythes et croyances, Paris, L'Archipel, 2004.
- ^ Izzi 1989, 270-271.
- ^ a b Cf. Nicola Ubaldo, Atlante illustrato di filosofia, Firenze, Giunti Editore. p. 263, 2000, ISBN 88-440-0927-7, ISBN 978-88-440-0927-4. nuova ed., 2005, ISBN 88-09-04192-5, ISBN 978-88-09-04192-9.
- ^ Cooper 1987, p. 212.
- ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995.
- ^ Roob 2007, p. 331.
- ^ Roob 2007, p. 331.
- ^ Dana Michael Reems, The Egyptian Ouroboros: An Iconological and Theological Study, Los Angeles, University of California, 2015, p. 324.
- ^ Erik Hornung, The Ancient Egyptian Books of the Afterlife, traduzione di l tedesco da David Lorton, Cornell University Press, 1999, p. 78.
- ^ Dana Michael Reems, The Egyptian Ouroboros: An Iconological and Theological Study, Los Angeles, University of California, 2015, p. 350.
- ^ Prima traduzione italiana incompleta da Oro Apolline Niliaco, Come descrivono il Mondo, in Delli segni Hierogliphici, cioè delle significationidi sculture sacre appresso aggli Egittij, tradotto in lingua volgare per M. Pietro Vasolli da Fivizzano, appresso Gabriel Giolito de Ferrarri, 1547, p. 3.Per una traduzione più attuale vedere: Horopallo l'Egiziano, Trattato sui Geroglifici, in Quaderni di Aion, testo, traduzione e commento a cura di Franco Crevatin e Gennaro Tedeschi, nº 8, Napoli, Università degli Studi “L'Orientale”, Dipartimento di Studi del Mondo Classico e Mediterraneo antico, 2002, p. 61. Per una versione del testo con immagini rinascimentali vedereΩΡΟΥ ΑΠΟΛΛΟΝΟΣ ΝΕΙΛΩ ΟΙ, Ori Apollonis Niliaci, Ἱερογλυφικά - De sacris notis & sculpturis libri duo, vbi ad fidem vetudti codicis manu scripti restituta sunt loca permulta, corrupta ante ac deplorata, su Parisiis, Apud Iacobum Keruer, 1551.
- ^ Roob 2007, p. 344.
- ^ Famose sono le immagini di due Serpenti che si ricorrono la coda, tratte dai disegni dell'Opera Chimica Antichissima (1760) e dal Donum Dei (1735) di Abraham Eleazar visibili in Roob 2007, p. 330-331. Il manoscritto è visionabile on line sul sito e-rara.ch la piattaforma per la consultazione di edizioni antiche digitalizzate conservate nelle biblioteche svizzere, collegata alla Foundation of the Works of C.G. Jung.
- ^ Vedi Paolo Lucarelli, L'Alchimia Greco-Alessandrina, in Abstracta, Curiosità della Cultura e Cultura della Curiosità, 45, a. IV, giugno 1990, pp. 14-21. L'immagine è raffigurata sul foglio 88v del Codice Marciano della Biblioteca San Marco, Venezia, e riprodotta in Berthelot, Collection des anciens alchimistes grecs, I-III (3 voll.), Parigi, 1887-1888.
- ^ Eraclito, I frammenti e le testimonianze, a cura di Carlo Diano e Giuseppe Serra, Oscar Classici Latini e Greci, nº 43, Milano, Mondadori, 2000, p. 37, ISBN 88-04-16937-0.
- ^ Plotino, Enneadi, V. 8.
- ^ Il Codex Parisinus graecus 2327, che contiene anche altri manoscritti alchemici dell'XI secolo, dell'epoca di Psello, si trova nella Bibliothèque nationale de France.
- ^ Calvesi 1986, p. 50-51.
- ^ Pereira 2001, p. 89.
- ^ El Daly 2005.
- ^ I quattro elementi rappresentano l'interazione dell'alto e il baso, ovvero la terra sferica in qualità di Corpus o principio concreto manifesto circondata da 3 uccelli che rappresentano la sostanza volatile, ma anche l'Intelletto, l'Anima e lo Spirito. L'immagine di questo manoscritto arabo è visibile anche in Paolo Lucarelli, Alchimia ed Ermetismo: i fondamenti teorici della filosofia ermetica, la Cosmologia, in Abstracta, nº 19, ottobre 1987, pp. 20-25.
Bibliografia
- Marcellin Berthelot, Collection des anciens alchimistes grecs, Parigi, 1887-1888, SBN IT\ICCU\TO0\0976235.
- Maurizio Calvesi, Arte e Alchimia, in Art e Dossier, nº 4, Firenze, Giunti, luglio-agosto 1986, ISBN 88-09-76264-9.
- Louis Charbonneau-Lassay, Il bestiario del Cristo. La misteriosa emblematica di Gesù Cristo. Millecentocinquantasette figure incise su legno dall'autore, prefazione di Luca Gallesi, saggio introduttivo di Stefano Salzani e Pierluigi Zoccatelli, vol. 2, 2ª ed., Roma, Arkeios, 1995. URL consultato il 15 ottobre 2017.
- Jean Campbell Cooper, Enciclopedia illustrata dei simboli, Padova, Franco Muzzio, 1987, ISBN 88-7021-661-6. 1ª ed. originale: (EN) An Illustrated Encyclopaedia of Traditional Symbols, London, Thames and Hudson Ltd., 1982.
- Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, Dizionario dei simboli, a cura di Italo Sordi, traduzione di Maria Grazia Margheri Pieroni, Laura Mori, Roberto Vigevani, Milano, RCS Rizzoli Libri, 1986, ISBN 88-17-14508-4. 1ª ed. originale: (FR) Dictionnaire des symboles, Paris, Editions Robert Laffront & Editions Jupiter, 1969.
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