mercoledì 6 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 122. La Dinastia del Serpente Rosso

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<<Il Serpente Rosso è un nome simbolico: indica il Sangue Reale per eccellenza, quello più nobile in assoluto>> disse il Consigliere Albedo <<Fino al 17 gennaio 1967 il significato di questo simbolo faceva parte dei Misteri custoditi dagli Iniziati agli Arcani Supremi. Poi fu scritto questo piccolo testo, intitolato LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS. Gli autori, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, erano intenzionati a depositare il testo nella biblioteca di Parigi, ma non fecero in tempo: morirono lo stesso giorno in circostanze poco chiare, ma i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi. 
Ovviamente non lo erano. Si trattò di un'esecuzione. Furono condannati a morte dal Consiglio Superiore dell'Ordine perché colpevoli di aver violato la regola del "Silentium". 
Il testo però fu comunque depositato da qualcun altro, che non apparteneva all'Ordine e che sfuggì al nostro controllo, almeno per un po' di tempo.
Ciò che avevano scritto e reso pubblico, per quanto espresso in forma allegorica ed ermetica, avrebbe dovuto restare nascosto alle masse.
Sono convinto che quei traditori agirono per conto della Fraternitas Draconis, una delle fazioni interne all'Ordine che si oppone all'attuale maggioranza del Consiglio, che vede alleate l'Aristocrazia Nera e il Serpente Rosso, con l'appoggio dell'Aristocrazia Bianca e di altre associazioni minori, in qualità di "soci silenziosi" e "Iniziati di Rango Segreto">>
A Riccardo pareva di essere tornato ai tempi dell'Università:
<<Ho sentito parlare del Priorato di Sion. C'entra qualcosa?>>
Albedo ebbe negli occhi un lampo di trionfo, perché sapeva di aver catturato completamente la curiosità del giovane:
<<E' solo un bluff. Pierre Plantard accettò di fondarlo per sviare l'attenzione dalla vera Dinastia del Serpente Rosso e far credere che tutto l'argomento fosse opera di romanzieri intenzionati soltanto a vendere milioni di copie.
Riguardo ai luoghi menzionati, in particolare Rennes-Le-Château in Occitania e Rosslyn in Scozia, avevamo già da tempo cancellato ogni prova, in modo che le leggende rimanessero tali e il discorso apparisse completamente campato per aria.
Tuttavia alcuni elementi non potevano essere negati.
Il testo è composto da tredici pagine e tredici strofe; nelle prime cinque troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono nell'ordine: le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés; le tombe di alcuni Re Merovingi, scoperte nella stessa chiesa; la copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique"; la Genealogia Merovingia; la Gallia del 511; la Gallia del 632 circa; la Chiesa di S. Sulpice; la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi);  il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano) e infine la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château.
In sé e per sé, questi riferimenti potevano solo confondere le idee, senza provare nulla, ma agli occhi di qualche studioso di esoterismo non sfuggì un dato: la simbologia del tredici.
Ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco, ma i segni qui sono tredici e la tredicesima strofa, terz'ultima in ordine di apparizione, porta il nome di Ofiuco o Serpentario.
Questo era uno dei Misteri che non dovevano essere divulgati. Gli esperti di esoterismo, simbologia e araldica hanno collegato questo nome ai Merovingi e al Sangue Reale, e hanno colto, seppure parzialmente e in maniera confusa, una delle diramazioni della Dinastia del Serpente Rosso e delle linee genetiche che sono sotto il nostro controllo>>
Riccardo, scettico per natura, aveva mille domande:
<<L'interpretazione del Sangue Reale come Sang-Real e quindi Santo Graal c'entra qualcosa? E immagino c'entreranno anche i Templari, i Catari, i Manichei, gli Gnostici, e tra i moderni anche i Rosacroce, gli Illuminati di Baviera, la Massoneria, l'Ahnenerbe e altre e leggende metropolitane?>>
Era una provocazione assolutamente esplicita, ma il Consigliere Albedo fece finta di niente:
<<Mio caro ragazzo, si sono scritti migliaia di libri sull'argomento, e immagino che tu ne abbia letti gran parte, ma questi scrittori hanno una sola cosa in comune: pensano di sapere tutto e in realtà, fortunatamente per noi, non hanno capito niente>>
Riccardo decise di rendere più esplicito il proprio parere:
<<Forse perché quelli che hanno capito qualcosa sono stati fatti fuori da voi!>>
Albedo sorrise compiaciuto :
<<Non tutti, solo quelli che erano stati troppo espliciti nel voler profanare i Misteri. 
Faccio un esempio.
Da molti anni si straparla degli enigmi di Rennes-Le Château e non si viene a capo di nulla che sia veramente credibile e provato. 
C’è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, oppure che vi si nascondano sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo stesso, la Maddalena, una loro eventuale discendenza o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese.
Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'Abate Saunière avesse ritrovato il tesoro del Tempio di Salomone, portato lì dai Templari i cui Grandi Maestri sarebbero stati di stirpe con ascendenze merovingie>>
Il giovane Monterovere si stava appassionando:
<<E c'è del vero, in queste leggende?>>
Albedo sorrise in una maniera che lo fece sembrare una volpe:
<<Saunière era un Iniziato che conosceva i Misteri degli Arcani Supremi e in special modo quelli della Dinastia del Serpente Rosso.  
Possedeva le Tavole Genealogiche. Questo era il suo unico vero tesoro. 
Purtroppo per noi e per lui, aveva una tendenza a spendere troppo denaro da noi elargito e a dare troppo nell'occhio, esponendo antichi simboli negli edifici da lui restaurati.
Alla fine dovemmo intervenire per chiudergli la bocca una volta per tutte.
E non solo a lui. Se si considerano le varie e strane morti disseminate sulla strada che conduce alla chiesa di Rennes, si può affermare che cercare seriamente di capirci qualcosa, o averci a avuto a che fare direttamente, in qualche modo, sia stato per molti un rischio esiziale.
L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière venne trovato con il cranio fracassato.
La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce. 
La nipote di Marie Dénarnaud (amica e governante di Saunière) alla quale la Dénarnaud aveva regalato dei gioielli, verrà trovata assassinata. Questi gioielli erano antichi, e provenivano un'antica tomba visigota. L'assassino fu scoperto e gli inquirenti accertarono che era membro di una setta segreta, di cui però lui preferì non svelare il nome, anche se questo avrebbe potuto salvarlo dalla ghigliottina>>
Riccardo aveva il quadro ormai ben chiaro:
<<Dalla ghigliottina forse, ma non dalla vendetta degli Iniziati, i quali tengono sempre a ricordare che "esistono cose ben peggiori della morte">>
Albedo diede una rapida occhiata Lorenzo, che ascoltava in silenzio, con aria soddisfatta, e poi tornò a rivolgersi a Riccardo:
<<Il Professor Monterovere ti ha insegnato bene>>
Questa volta l'aveva detto con lo stesso tono di Darth Vader.

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<<Se il segreto riguardava le Tavole Genealogiche, allora qualcosa è trapelato e si è diffuso in modo virale dopo la nascita del web. Ci sono alcuni alberi genealogici che circolano in rete... quanto sono credibili?>>
Albedo tornò a sorridere un aria di sufficienza:
<<In rete si trova di tutto. Può darsi che in mezzo a tante sciocchezze ci possa essere anche qualcosa che si avvicina al vero, ma noi vigiliamo affinché le prove compromettenti siano accuratamente rimosse.
La maggior parte delle cosiddette teorie complottiste o cospirazioniste sono ridicole e anche piene di errori storici macroscopici. Tuttavia un esperto di esoterismo può riconoscere alcune tracce, alcune piste che il lettore comune non è in grado di riconoscere. 
In ogni caso, soltanto un vero Iniziato può conoscere le reali Tavole Genealogiche, che dimostrano una continuità dinastica tra le elite antiche, quelle medievali, quelle moderne e quelle contemporanee fino ai giorni nostri>>

Chart Describing The Merovingian Bloodline Of At Leas 11 US Presidents:

<<Dunque l'Ordine degli Iniziati è solo un mezzo con cui un'elite millenaria perpetua il suo potere?>>
Il Consigliere arricciò il naso:
<<Assolutamente no! Sarebbe qualcosa di materialistico e prosaico. Al contrario noi perseguiamo un nobile scopo, e cioè un'evoluzione della specie umana>>
Quelle parole suscitarono l'ira del giovane Monterovere:
<<L'evoluzione di tutta la specie o solo di un'elite? E secondo quali criteri di giudizio? In ogni caso, a giudicare da come sono le teste coronate e i loro eredi, oppure i leader e in generale i Vip, non mi sembra che i risultati siano particolarmente esaltanti>>
Albedo e il Professore si scambiarono un'occhiata, poi il Consigliere dichiarò:
<<Il Programma Genetico ha scelto la Dinastia del Serpente Rosso come cavia, col suo consenso, nel bene e nel male. I criteri sono stati sempre quelli di un potenziamento della salute e delle qualità fisiche e psichiche dell'essere umano. I risultati non sono stati resi pubblici, ma posso garantire che si sono presentati casi di evoluzione straordinaria, di cui sarà possibile prendere atto molto presto. Bisogna pensare che fino a poco tempo fa, i mezzi a nostra disposizione erano limitati. Ora la situazione è talmente evoluta da permetterci di considerare i nostri obiettivi come a portata di mano, per il maggior numero possibile di persone.
Sono tematiche controverse, ma la stessa salvezza dell'umanità dipende dal nostro successo in questo Grande Disegno.
Si tratta di un millenario progetto di salvezza, nato dopo i cataclismi che seguirono l'ultima glaciazione. Fin da allora un'elite di Sapienti è stata consapevole della fragilità della specie umana e della necessità di un suo progresso: così è nata la Dinastia del Serpente Rosso, in un luogo che ora non esiste più, se non nella memoria mitologica che accomuna tutte le grandi civiltà antiche. Ogni tradizione ha un nome diverso per quel luogo, ma l'origine è comune così come si è sempre cercato di tenere vivo il legame di sangue tra i vari rami della Dinastia.
Tutto questo discorso prescinde da nomi e da esempi, perché questi rientrano nel processo stesso di Iniziazione, ma credo che tu, giovane Monterovere, conosca già gran parte di questi nomi e di questi esempi. Sei uno storico, e questo ti avvantaggia, e sei un letterato, per cui la tua mente è aperta a contributi che non siano meramente materialistici. Sei cresciuto alla scuola del nostro Lorenzo Monterovere, che ha giustamente sottolineato il ruolo chiave della storia delle religioni nell'approccio antropologico allo studio della storia.
Ecco, questa è la Fonte Sacra del sapere a cui sei giunto per saziare la tua sete di Verità.
Ora, se mi consenti di citare un poeta su cui hai scritto la tua ultima tesi di laurea, "la sete ti sarà lieve, meno acre la ruggine">>                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

lunedì 4 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 121. Il Consigliere Albedo

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<<Se vuoi un lieto fine, tutto dipende da dove intendi decidere di interrompere la storia>> disse Riccardo Monterovere a suo zio Lorenzo, mentre si apprestavano a salire le scale che conducevano alla torre alta del castello, dove li attendeva il Consigliere Albedo.
<<Orson Welles, se non sbaglio>>
Il nipote annuì:
<<Non sbagli. Tu sei l'unico, in famiglia, che non sbaglia mai. 
Ma forse ti sei sbagliato sul mio conto. Io potrei decidere di interrompere qui la storia. 
Non sarebbe un lieto fine da favola, ma quelli non esistono. 
In fondo io ho imparato ad accontentarmi di ciò che ho.
Forse non sarò all'altezza delle tue aspettative, ma voglio essere sincero: la storia degli Iniziati mi fa paura>>
Lorenzo non si scompose:
<<Se non ci fosse la paura, non ci sarebbe neanche il coraggio. E questo è il momento in cui tu dimostrerai non tanto a me, ma a te stesso, di avere molto coraggio. E di saper fare scelte molto oculate>>
Riccardo scosse il capo:
<<Il vero coraggio sarebbe sfidare te e tutto l'Ordine degli Iniziati, e andarmene. E sarebbe anche una scelta oculata>>
Lo zio scrollò le spalle:
<<Puoi farlo. Nessuno oserà toccarti. Ma tu sei sempre stato assetato di verità, e posso garantirti che gli Iniziati conoscono tutte le risposte>>
Il nipote inarcò le sopracciglia:
<<E' un'affermazione piuttosto presuntuosa. Nemmeno le religioni arrivano a tanto>>
Lorenzo sorrise con aria condiscendente:
<<Le religioni misteriche avevano intuito qualcosa, ma quelle di massa sono soltanto una maschera messa sopra l'universo, per cercare di dargli un senso in mancanza di prove.
Noi abbiamo le prove: gli altri sono tutti degli illusi e a volte anche degli impostori>>
Riccardo non riusciva a capire se il Professore, di solito così moderato e prudente, stesse parlando sul serio:
<<E' un pensiero politicamente scorretto>>
Lorenzo, ormai a un passo dalla scalinata, parve divertito:
<<La correttezza è sopravvalutata: ciò che conta è la verità>>
Gira e rigira, si tornava sempre a quel punto:
<<Ancora la verità. E cos'è la verità?>>
Lo zio, incombendo dall'alto dei primi gradini, fissò il nipote con espressione decisa:
<<Noi Iniziati lo sappiamo. Ora seguimi, e lo saprai anche tu>>
Si voltò e senza aggiungere altro incominciò a salire le scale.
Riccardo non sapeva cosa fare.
Ecco, questo è il momento della decisione, quello in cui, in teoria, il soggetto esercita il suo libero arbitrio. Ma io sono determinista e non ci credo. E Lorenzo è fatalista, e non ci crede nemmeno lui. Se sia volontà del caso o del destino, non lo so, ma a decidere, ora, non sono io, ma la somma di tutte le cause che mi hanno condotto qui e che, in questo esatto momento, stanno determinando da che parte penderà la bilancia.
Fece un gran respiro e salì quelle scale antiche, sormontate da un tappeto rosso.
Sentiva i battiti accelerati del suo cuore ed improvvisamente ebbe la certezza che tutta la sua vita non era stata che una preparazione a quel momento.
Alla fine della rampa di scale c'era una porta rossa, scarlatta, come se ne vedono in certi film dell'orrore.
Lorenzo la aprì e disse al nipote:
<<Prego, entra. In fondo questa è anche casa tua>>
Percorsero un corridoio arredato con quadri di grande pregio.
In fondo, un'altra porta, di un rosso più scuro.
Era socchiusa e Lorenzo fece cenno al nipote di entrare.
Riccardo si ritrovò in un salone in stile Neogotico, che sembrava fermo all'Ottocento vittoriano.
In piedi, davanti al grande camino, si trovava un uomo alto, dall'età indefinibile e dal portamento aristocratico. Aveva i capelli di un color sabbia che forse in un tempo lontano era stato biondo, ma che ora si avvicinava di più al grigio seppia, così come la corta barba, ben curata. Gli occhi, di un blu intenso, quasi cobalto, erano come due fari puntati su un fuggiasco che sta valicando le mura di una prigione.

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Tutto il suo aspetto e il suo portamento trasmettevano un timore reverenziale, di quelli che derivano dal carisma di coloro che non solo detengono il potere, ma sanno anche controllarlo, perché, come si suol dire, la potenza è nulla senza il controllo.
Teneva un libro in mano, dalla copertina azzurra, con un serpente rosso arrotolato su un simbolo esoterico.
Lorenzo si fece avanti:
<<Consigliere Albedo, le presento mio nipote Riccardo>>
Quest'ultimo si avvicinò al Consigliere, che come un magnete pareva in grado di attrarre a sé le persone come fossero metalli.
Albedo gli tese la mano, grande, forte, ma curata:
<<E così tu sei il giovane Monterovere>>
Lo disse con lo stesso tono con cui i maestri Jedi chiamavano "il giovane Skywalker" e la cosa sembrò più che mai comica, dal momento che Riccardo era un pessimo guidatore.
<<Sono onorato di conoscerla, Consigliere>>
Albedo lo fissò con quegli occhi cobalto che sembravano leggere il pensiero e un'ipotesi di sorriso sembrò increspargli leggermente le labbra. Ma era un sorriso ironico, come se sapesse che il giovane che aveva davanti, più che onorato, era spaventato.
Riccardo ebbe davvero la sensazione che Albedo fosse in grado di violare i segreti della mente altrui, anzi, i segreti dell'anima.
L'anima, questo spazio indifeso...
Qualunque cosa il Consigliere Albedo stesse leggendo nei pensieri del "giovane Monterovere", non trapelò in alcun modo dalla sua espressione impassibile.
<<Hai mai letto questo libro?>> chiese il Consigliere, inaspettatamente.
<<Ne ho sentito parlare, ma non l'ho mai letto>>
<<Male. Chi mi conosce sa che c'è una frase che amo ripetere spesso: "Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli". Joseph Brodsky. Un'altra frase, o meglio una domanda che mi pongo, citando Elias Canetti, è se "I libri non letti si vendicheranno? Si rifiuteranno, trascurati, di accompagnare il lettore mancato all’ultima dimora? Si getteranno sui libri sazi, tante volte letti, e li stracceranno?"Ma so che tu leggi molto, per cui ti assolvo e mi limiterò a dire che ciò di cui parla esiste, ma è molto diverso dall'idea che ne è nata nell'immaginario collettivo>>
<<Si riferisce al Serpente Rosso?>> chiese Riccardo.
Il Consigliere Albedo annuì con solennità:
<<Naturalmente. Alcuni lo considerano un mero programma genetico, ma si sbagliano, perché non ne colgono la visione d'insieme, e d'altra parte non hanno gli strumenti per farlo.
Il nome che rende meglio l'idea è "La Dinastia del Serpente Rosso" ed è la linea di discendenza accertata e documentata più antica in tutto il genere umano. Inizia in tempi primordiali, anteriori a quella che alcuni chiamano protostoria. 
Un tempo faceva parte dei Misteri, ma ormai l'informazione è trapelata, a causa di un opuscolo che ci ha arrecato molti danni, per i quali gli autori hanno subito una fin troppo clemente punizione.
Ed è proprio di questo che ora intendo parlarti>>


sabato 2 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 120. La Fraternitas Draconis

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<<Cosa ti ha chiesto la famiglia Dracu in cambio della sua protezione, quando hai lasciato Waldemar?>> chiese Luca Bosco a Jenna Burke-Roche.
Lei appariva reticente e indecisa su come presentare la questione:
<<Sei sicuro di volerlo sapere? Perché poi, una volta che si conoscono certe cose, non si può più tornare indietro>>
Luca annuì:
<<Sono cresciuto alla scuola di Monterovere, e ogni volta che ho tentato di fare un passo indietro, lui è riuscito a convincermi a proseguire. A maggior ragione, tu risulti ancora più convincente, perché nel mezzo di una guerra bisogna ricordarsi il motivo per cui si combatte, e il mio motivo è che non riesco vivere senza di te>>
Lei arrossì lievemente:
<<Era quello che speravo di sentirmi dire. Forse non mi hai ancora perdonato, ma mi ami ancora e sei pronto per darmi una seconda possibilità. Dovremo essere prudenti, perché entreremo in un gioco molto pericoloso, che richiederà segretezza, prima di ogni altra considerazione>>
Era una risposta onesta:
<<Sono d'accordo, anche se non sarà facile. 
Come ripeteva spesso il Professore: "due persone possono mantenere un segreto soltanto se uno di loro è nella tomba">>
Jenna accennò un lieve sorriso, come se si stesse chiedendo se il suo interlocutore scherzasse o no:
<<Il segreto in questione riguarda il fatto che la famiglia Dracu è composta dai discendenti del principe Vlad III di Valacchia, detto Țepeș cioè "l'Impalatore", per il tipo di trattamento riservato ai suoi nemici. Il cognome che Vlad III ereditò da suo padre era Dracul, ossia "il Drago", titolo onorifico che spettava agli appartenenti alla Fraternitas Draconis, l'Ordine del Drago che il Sacro Romano Imperatore Sigismondo, re di Boemia e d'Ungheria, aveva fondato per contrastare l'eresia hussita>>

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<<In poche parole, i Dracu sono i discendenti di Dracula>> tagliò corto Luca.
Jenna se ne risentì:
<<Purtroppo le calunnie di Bram Stocker hanno diffamato ciò che un tempo era un onore.
Vlad Tepes Dracula fu uno dei più strenui difensori della Cristianità dall'invasione dei Turchi Ottomani.
La famiglia Dracu ha dovuto vivere in clandestinità, per colpa della diceria riguardante il presunto vampirismo dei suoi componenti, ma ha acquisito un enorme potere nell'Ordine degli Iniziati, a cui la Fraternitas Draconis ha aderito come socio paritario, per quanto si trovi ora, temporaneamente, all'opposizione, nell'ambito del Consiglio>>
Luca era convinto che Jenna stesse ancora girando intorno alla questione, eludendo le sue domande:
<<Non saranno dei vampiri, ma credo che, come tutti gli Iniziati, anche loro abbiano qualche arma segreta. E' il momento che tu mi dica, chiaramente, una volta per tutte, qual è quest'arma>>
Jenna continuava ad esitare, come se non riuscisse a trovare le parole adatte:
<<Si tratta di qualcosa che va al di là della nostra possibilità di conoscenza scientifica e fenomenologica del mondo reale, ma devi credermi se ti dico che è vero.
Tu credi che il misticismo possa essere una strada verso l'intuizione intellettuale della Verità?>>
Luca inarcò le sopracciglia:
<<Mi piacerebbe poterci credere. Forse la vita sarebbe più interessante se si potesse veramente raggiungere una sorta di Illuminazione. Ma gli unici fenomeni di questo genere che ho incontrato nella mia vita si trovano all'interno dei libri e forse nella fantasia dei loro autori>>
Lei scosse il capo:
<<Ci sono più cose in cielo e in terra di quante possa immaginarne la tua filosofia>>
Lui era perplesso:
<<Forse Amleto aveva ragione, ma non capisco dove vuoi andare a parare>>
<<All'interno dell'Ordine ci sono alcuni Iniziati che, attraverso la pratica del misticismo, hanno sviluppato delle doti, come dire... peculiari>>
Si interruppe e fissò il pavimento, con aria imbarazzata.
<<Perché ti sei fermata?>>
<<Perché si tratta di poteri... paranormali... ed è una cosa che la scienza ufficiale non conosce, perché noi abbiamo l'obbligo di mantenerla segreta.
Ma vedo nei tuoi occhi un certo scetticismo...>>
Luca era sempre stato affascinato dall'argomento, e forse era per quello che era diventato allievo e poi assistente del professor Monterovere.
<<Benedetto Croce, riguardo a questo genere di cose, diceva: "Non è vero, ma ci credo".
Un altro scienziato, non ricordo esattamente chi, era noto per il suo scetticismo, eppure era anche superstizioso e si lasciava andare a gesti scaramantici. Quando gli fecero notare l'incoerenza del suo comportamento, lui rispose: "Io non credo alla scaramanzia, ma dicono che funzioni anche per chi non ci crede">>
Jenna rise, ma poi improvvisamente si rabbuiò:
<<Non è argomento su cui ridere! Ti giuro sulla mia stessa vita che è vero!
Non potrò raccontarti tutto nei dettagli, perché soltanto un Iniziato ha il diritto di conoscere certe cose, ma sicuramente posso farti capire a cosa alludevo prima parlando di "paranormale".
Ci sono alcuni Iniziati di rango supremo, detti "i Mistici", che hanno sviluppato capacità cognitive paranormali, compresi elementi di precognizione, telepatia e comunicazione con entità sovrumane la cui natura costituisce uno dei Misteri che si possono conoscere dopo l'Iniziazione.>>
Luca socchiuse gli occhi, come se improvvisamente si fosse trovato davanti qualcosa di spaventoso:
<<E i poteri dei Dracu sono molti forti, a quanto pare>>
Lei annuì:
<<In effetti il potere della famiglia Dracu deriva da alcune capacità dei suoi membri... 
Si potrebbe in effetti parlare di poteri paranormali, quali per esempio la telepatia. Forse è da questo che derivano le maldicenze sul loro conto.
In ogni caso io posso testimoniare che la loro condotta è assolutamente rispettosa delle regole dell'Ordine degli Iniziati e che il loro aiuto mi è stato offerto in cambio di una operazione diplomatica per favorire delle nuove alleanze>>
Luca tornò ad essere sospettoso:
<<Noto che tieni molto alla reputazione dei Dracu>>
Jenna assunse un'aria convinta:
<<E' ovvio! Loro non mi hanno soltanto offerto protezione: mi hanno adottata, nel vero senso della parola. L'attuale capofamiglia, Vlad Dracu, tredicesimo del suo nome, mi ha adottata, tanto che i miei dati anagrafici sono cambiati: ora mi chiamo lady Joanna Virginia Dracu Burke-Roche de Saint-Claire, baronessa Fitzroy, ma all'interno della Fraternitas Draconis sono conosciuta con il nome di Virginia Dracu>>

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La Porta d'Oro: aprile 2014

Luca fu percorso da un brivido:
<<Tutto ciò è piuttosto inquietante>>
Lei rise:
<<Tranquillo, non ho intenzione di morderti sul collo>>
Lui sospirò
<<Magari mi farebbe piacere, anche se non nego di essere perplesso di fronte a ciò che mi hai detto. In effetti, tutto questo per me non ha senso. Ma per ora preferisco praticare la sospensione del giudizio. 
Di che cosa si occupa attualmente la Fraternitas Draconis?>>
Jenna ritornò serissima:
<<Questo non posso dirtelo. E' parte integrante degli Arcani Supremi. Se vorrai saperne di più, dovrai sottoporti alla cerimonia di Iniziazione, con tutte le sue prove.
A quel punto, quando conoscerai la verità, potrai scegliere da che parte stare.
Quello che invece posso e devo dirti, come risposta alla tua domanda iniziale, è che ho ottenuto la protezione della famiglia Dracu in cambio di alcune condizioni. 
Primo, l'adesione alla Fraternitas Dracorum e l'accettazione di tutte le sue regole,
Secondo, il portare in dote, alla famiglia Dracu, il mio DNA, appartenente alla linea del Sangue Reale, in quanto, tramite mia madre Marie France de Saint-Claire, sono una discendente della Dinastia del Serpente Rosso.
E, terzo... no, non te lo posso dire... almeno non adesso: se tu non lo sai, non sarai costretto a mentire, qualora qualcuno te lo dovesse chiedere. La falsa testimonianza rimane comunque un reato, oltre che un peccato, e io non voglio che tu ti macchi di nessuno dei due>>
Luca sapeva bene le profonde implicazioni di tutto ciò che era stato detto:
<<Capisco. Mi hai già rivelato anche troppo. 
Chi altri è a conoscenza della tua missione?>>
Lei li contò con le dita di una mano:
<<I Burke-Roche, il Gran Maestro Albany, il Consigliere Albedo e il Professor Monterovere>>
Lui sorrise:
<<Sempre i soliti cognomi che ritornano. Manca solo Waldemar Richmond>>
Jenna annuì:
<<Waldemar non conosce l'intero Grande Disegno. La sua attenzione è altrove adesso, ed è meglio così>>
<<Ad Estgoth? In un eterno limbo?>>
<<Ancora per poco, Luca. Ho degli informatori, ad Estgoth, che mi tengono informata su di lui. So che andrà oltre. Ha scelto un sentiero che diverge dal nostro>>
Lui sorrise ironicamente:
<<Nostro?>>
<<Mio e tuo>>
<<Perché, esiste forse a questo mondo qualcosa di "nostro", di tuo e mio insieme?>>
Jenna gli mise le mani sulle spalle:
<<Da questo momento, il futuro è nostro. Tuo e mio. Insieme>>
Luca si sentì nel contempo felice e scettico, ma siccome l'amore è un sentimento che obnubila la ragione, la gioia prevalse sulla prudenza.
<<Qualcuno ha detto che abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una. Per me adesso è così. 
Ma c'è anche un altro detto: se sei felice, non farlo sapere in giro, perché allora la ruota della fortuna incomincerà a girare contro di te
Ed è vero.
Succede ogni volta che sono felice. Come se fosse necessario che accadesse qualcosa di male per bilanciare la situazione. 
Tutto ciò che mi sta accadendo ora è come un atterraggio di fortuna, mentre l'aereo era in picchiata>>
Jenna lo strinse a se, appoggiando il mento su una sua spalla e sussurrando:
<<No, la fortuna non centra. La fortuna è per gli idioti. Non hanno altro su cui contare.
Ma tu hai saputo dimostrare la forza dell'amore per le cose assenti.
Ora sta a me mostrare di esserne degna.
E per essere sincera fino in fondo, voglio che tu sappia che, quando ci salutammo l'ultima volta, io sarei voluta restare con te, perché incominciavo a ricambiare i tuoi sentimenti e mi ero già resa conto di quanto fossi fortunata ad aver conosciuto qualcuno che mi rendeva così difficile il dover dire addio>>











giovedì 31 maggio 2018

Quando i Curdi dominavano un impero, l'Impero della Media

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Medi furono un antico popolo iranico che occupò gran parte dell'odierno Iran centrale e occidentale, a sud del Mar Caspio. Nel VI secolo a.C. fondarono un impero che si estendeva dall'attuale Azerbaigian all'Asia Centrale e che fu rivale dei regni di Lidia e Babilonia. Secondo le Storie di Erodoto i Medi furono anticamente chiamati "Ariani" da tutti i popoli, ma quando Medea, la Colchide, venne da Atene, cambiarono il loro nome in suo onore.[1]
I loro attuali discendenti sono i Curdi[2][3].

Storia

I Medi vengono menzionati per la prima volta in un'iscrizione assira che risalirebbe all'835 a.C. insieme ai Persiani, ma è grazie all'archeologia che possiamo collocare il loro arrivo nell'altopiano iranico alla metà del II millennio a.C. A quel tempo essi formavano un raggruppamento di tribù seminomadi, ma di notevole forza militare, i cui re dimoravano dentro fortezze (siti di Godin TepeNush-i Jân). Il primo regno medo unificato appare solo nell'VIII secolo a.C., e secondo Erodoto fu fondato da Deioce, il quale in realtà non era che un piccolo capo tribù sottomesso, come i suoi più diretti successori, al re assiro Sargon II.
Una mappa del 1923 che mostra l'"impero dei Medi" secondo la tradizione
Le incessanti lotte tra gli Assiri e le popolazioni iraniche erano dovute al bisogno di procurarsi i cavalli da parte dell'esercito assiro e alle incursioni a scopo di rapina e saccheggio dei Medi e dei Mannei in territorio assiro. Quando i Cimmeri invasero l'Anatolia dal Caucaso, il capo medo Fraorte (675-653 a.C.) riunì le tribù e si alleò con essi contro gli Assiri, ai quali inflisse pesanti sconfitte arrivando persino ad assediare Ninive, dove morì in combattimento. La Media fu successivamente assalita dagli Sciti che la dominarono fino a quando Ciassare la liberò (ca. 625 a.C.).
Ciassare organizzò un potente esercito, sottomise i Persiani e confederò le popolazioni iraniche per muovere guerra agli Assiri. L'alleanza con i Babilonesi consentì ai Medi, dopo la distruzione di Ninive (612 a.C.), di estendersi in Armenia e in Cappadocia, fino alla Lidia, con la quale fu stabilito, dopo un conflitto e con la mediazione dei Babilonesi, un confine lungo il fiume Halys.
Da questo momento, i re medi si attribuirono il titolo di "re dei re", avanzando pretese di supremazia su tutta l'Asia Minore. Il cosiddetto "impero medo", in realtà era una confederazione di numerose popolazioni iraniche.
La mancanza di unità culturale e l'eccessiva eterogeneità della popolazione, rese il regno dei Medi fragile e ciò non tardò a rivelarsi alla morte di Ciassare. Suo figlio Astiage, succedutogli sul trono, non ebbe la forza e le qualità necessarie a contrastare la crescita della potenza persiana sotto Ciro, che si ribellò e, ereditando le esperienze statali elamiche, di cui i Medi erano privi, fu in grado di impossessarsi di tutto il Vicino Oriente.

Caratteristiche culturali

L'impero dei Medi, durato poco più di cinquanta anni, non ebbe caratteristiche culturali originali, ma imitò gli ElamitiUrartu, la civiltà del Luristan e ovviamente le civiltà mesopotamiche.
La sua forza risiedeva nell'esercito, che fu organizzato secondo criteri innovativi, cioè con la creazione di reparti di unità specializzate (arcieri, lancieri, cavalleria) manovrate secondo criteri tattici: l'epoca del combattimento eroico, individuale, signorile, con i carri fu definitivamente superato in quest'area. Lo stesso sovrano doveva il suo potere al sostegno del ceto militare e all'ascendente che aveva sulle truppe, anche se formalmente esso era basato su principi religiosi.

Curiosità

La lingua dei Medi, assai antica, è pressoché scomparsa in tutto l'Iran. Tuttavia resiste tra gli abitanti di Abyaneh, un villaggio nella Regione di Esfahan.[4]

Note

  1. ^ Erodoto, Storie, VII, 62, 1.
  2. ^ (EN) Federal Research Division, Turkey: A Country Study, Kessinger Publishing, 1° gennaio 2004, ISBN 9781419191268URL consultato l'08 marzo 2016.
  3. ^ (EN) Hakan Ozoglu, Kurdish Notables and the Ottoman State: Evolving Identities, Competing Loyalties, and Shifting Boundaries, SUNY Press, 12 febbraio 2004, ISBN 9780791459935URL consultato l'08 marzo 2016.
  4. ^ Iran, Lonely Planet, 2013, p. 166, ISBN 978-88-6639-974-2.

Voci correlate

Le mire espansionistiche del Sultano Erdogan, che vuole restaurare l'Impero Ottomano

nuovo impero turco


Fonte http://www.occhidellaguerra.it/erdogan-impero-ottomano/

Per molti si tratta dell’utopia di un leader. Per molti altri, un incubo da non sottovalutare. Sta di fatto che l’obiettivo di Erdogan resta uno e uno soltanto: far tornare la Turchia ai fasti del passato.

E per capire le mire del Sultano, non bisogna pensare che quella che ha in mente Erdogan sia una rivoluzione. Si tratta semplicemente di un ripristino dell’influenza della Turchia su tutte quelle regioni che un tempo componevano l’impero ottomano .

Il Nordafrica nelle mire di  Erdogan
In questi anni, Erdogan ha fortemente puntato sull’Africa. E ha per certi versi anche esteso la già grande sfera d’influenza ottomana, giungendo fino alle coste somale e al Sahel.

L’Algeria è il primo partner commerciale della Turchia in Africa. 800 aziende turche operano nel Paese. E a fine febbraio sono stati siglati nuovi importanti accordi economici. La Tunisia, dopo la cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini, ha concluso nuovi accordi commerciali, economici e militari con la Turchia nel dicembre del 2017.

In Libia, Erdogan ha intrapreso una lenta penetrazione che ha avuto il suo simbolo nel viaggio di Fayez al Sarraj a Istanbul a fine febbraio. Il presidente turco ha voluto ribadire i legami storici fra i due Paesi ma ha anche sostenuto la necessità di far arrivare le aziende turche nel Paese. E in molti, come Carlo Jean, ritengono che le milizie islamiche in territorio libico abbiano forti collegamenti con Ankara.

L’Egitto rappresenta una scommessa persa. Ma simboleggia anche la forte influenza del soft-power turco nella politica egiziana attraverso la Fratellanza musulmana. Mohamed Morsi era l’uomo di Erdogan al Cairo. La sua prigionia ha scatenato l’ira della Turchia . E il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha più volte accusato la Turchia di avere mire imperialistiche.

Dal Sudan alla Somalia
Le mire imperialistiche di cui parlava Al Sisi si riferivano al Sudan. Il motivo? La base militare turca nel porto di Suakin. Anche qui, la storia ci dà una mano: il sultano Selim I, nel 1517, indicò l’isola sudanese come base dell’Impero per i traffici commerciali nel Mar Rosso. Un emporio commerciale che oggi può trasformarsi nella torre di controllo della Turchia per il traffico commerciale da Suez ad Aden.

Base militare che Erdogan ha voluto fortemente anche in Somalia, Paese su cui il nuovo Sultano ha puntato tantissimo dai primi anni da leader turco. Oggi, la base di Mogadiscio è fondamentale. E non a caso la capitale somala è stata interessata da una recente ondata di attentati. La presenza turca dà fastidio.

Il Qatar ed Erdogan
Nel Golfo Persico, il simbolo di questa ascesa turca è il Qatar. Il legame fra Ankara e Doha deriva soprattutto dall’unione di intenti per ciò che riguarda i Fratelli musulmani. E i grandi capitali qatarioti investono in Turchia.

Il Qatar ospita la prima base turca in territorio straniero. E proprio quella base è stata fondamentale nella sfida dell’Arabia Saudita per imporre il blocco e assediare l’emirato. Oggi, circa 150 soldati turchi sono di base a Doha e rappresentano il simbolo del legame fra i due Paesi.

Il nord della Siria e dell’Iraq
L’operazione Ramoscello d’ulivo è il simbolo delle spinte espansionistiche turche in Siria. Erdogan ha puntato tutto sulle milizie islamiste per rovesciare Bashar al Assad. Non c’è riuscito, grazie soprattutto all’intervento della Russia.

Ma adesso, con l’offensiva contro i curdi, ha ottenuto un altro risultato. Ha scacciato i curdi dal confine ed è penetrato in Siria estendendo la sua influenza attraverso le milizie jihadiste. E i rifugiati siriani sono un’arma da utilizzare non solo con l’Europa ma anche per il futuro della Siria.

In Iraq, soprattutto nel Kurdistan, Erdogan martella le postazioni del Pkk e di fatto impone la sua sfera d’influenza anche nella regione curda del vicino iracheno. La sua forza politica gli permette di mandare i caccia a colpire senza trovare alcun ostacolo. E così allunga i suoi interessi fino all’antico centro ottomano di Mosul.

Il Mediterraneo orientale e Israele
La Turchia ha da sempre buoni legami con Israele. Li ha anche con Erdogan, anche se non fa altro che attaccare gli israeliani e Benjamin Netanyahu. Ma è il gioco delle parti. A volte pura propaganda. I rapporti economici fra i due Paesi sono stabili e forti. Così come quelli militari e d’intelligence.

Ma il Sultano sa che Israele è l’unica potenza che ostacola la sua volontà di leadership del Mediterraneo orientale. Quella parte di mare è fondamentale. Ci sono i giacimenti di gas e c’è Cipro nord, protettorato turco. Ed Erdogan vuole controllare quello che sente che spetta ad Ankara di diritto.

Per questo, il sostegno alla causa palestinese è anche uno strumento geopolitico. Serve a Erdogan per infiltrarsi in un’altra storica area dell’Impero: la Palestina. Territorio dove Erdogan è sempre più riconosciuto come protettore internazionale.

I Balcani e “l’assedio di Vienna”
L’ultimo comizio di Sarajevo ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio le intenzioni di Erdogan di ergersi a leader della comunità islamica dei Balcani. Il confine nord dell’Impero ottomano è il quartier generale della strategia europea della nuova Turchia.

Ma i suoi legami sono con tutto il mondo balcanico. La Turchia ha forti interessi in Kosovo, dove sfrutta anche qui la presenza musulmana. Ha costruito importanti connessioni con l’Albania, a livello economico ma anche a livello politico. E colpisce la Grecia, nemico storico della Turchia dai tempi dell’indipendenza e a cui vuole strappare l’influenza dominante sull’Egeo e su Cipro.

E adesso, con la sfida dei comizi in Europa centrale e con la guerra di propaganda contro i governi tedesco e austriaco punta a un metaforico assedio di Vienna. Non sono le truppe turche questa volta a circondare le mura della capitale austriaca, ma il suo presidente.

Fonte http://www.occhidellaguerra.it/erdogan-impero-ottomano/

impero ottomano

lunedì 28 maggio 2018

Lo stemma reale di Megan Markle Mountbatten-Windsor, Duchessa di Sussex


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Il titolo e trattamento completo di Meghan Markle Mountbatten-Windsor è il seguente: "Sua altezza reale Meghan, duchessa di Sussex, contessa di Dumbarton, baronessa Kilkeel"

Stemma

Le penne bianche su sfondo blu appartengono al gabbiano presente nella bandiera e nello stemma del Sussex

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domenica 27 maggio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 119. Ad maiorem gloriam

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<<E se io non volessi incontrare il Consigliere Albedo?>> chiese Riccardo Monterovere a suo zio Lorenzo <<... se preferissi fermarmi qui, nella conoscenza dei Misteri, piuttosto che espormi al rischio di essere fatto fuori per non aver aderito all'Ordine, pur conoscendo i suoi segreti?>>
Il Professore fece un gesto rassicurante:
<<Non temere, tu sei troppo importante perché l'Ordine possa pensare di farti fuori>>
Riccardo rise:
<<Io? Importante? Ma se la mia vita è stata un completo fallimento? Se è vero che il Consigliere si interessa di eugenetica, dovrebbe sapere che il mio DNA vale meno di niente!>>
Lo zio sospirò con pazienza:
<<Non spetta a te giudicare. In ogni caso, non c'è stato alcun reale fallimento. 
Tu hai conseguito in maniera eccellente le mete che ti eri prefisso. 
Le lauree, le professioni, le relazioni: tu le hai conquistate tutte, ma poi ti sei reso conto che non ti rendevano felice, e sei andato oltre.
Questo è il perfetto profilo di un candidato all'Iniziazione: l'aver conquistato tutto, sperimentandolo, e poi averlo buttato via, perché tutto non è abbastanza, nel mondo materiale.
E' tempo di prendere atto di tutto questo.
Tu le cose le hai avute, le hai sperimentate e non le hai volute.
Rifiutare un premio non è una sconfitta, ma un passaggio essenziale verso qualcosa di più molto più elevato>>
Riccardo però non era convinto:
<<Questo disprezzo del mondo materiale, da parte di uno come te, che vive nel lusso, mi risulta poco credibile>>
Lo zio scosse il capo, come se avesse davanti un alunno particolarmente ottuso:
<<Tutto questo non è un gingillo per la vanità umana. L'Ordine può disporre dei beni materiali, ma "nel disprezzo" di questi ultimi, con sobrietàsecondo la regola francescana dell'usus pauper, con l'unico obiettivo di raggiungere un fine superiore, ad maiorem gloriam...>>

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La curiosità del nipote era evidente:
<<Per la maggior gloria di chi?>>
Lorenzo accennò un vago sorriso:
<<Anche questo fa parte dei Misteri. Posso solo dirti che si tratta di una realtà degna di essere glorificata>>
Riccardo fu percorso da un brivido:
<<Questo lo dici tu, ma io non mi fido. Ho commesso molti errori nella mia vita e non intendo correre il rischio di diventare un adoratore di ombre>>
Lo zio scosse il capo vigorosamente:
<<Le uniche ombre sono quelle che ti porti dentro, poiché i vecchi peccati, anche se piccoli, gettano lunghe ombre. Ma se continuerai a cercare la verità nelle ombre della tua mente, allora sì che correrai il rischio di vederle. 
Io ti indico invece quello che noi chiamiamo: "il Sentiero Dorato". Non è un bel nome? 
E' tutto il bene che c'è, e tutto quello che sempre ci sarà>>
Il nipote continuava a rimanere perplesso:
<<Un nome fin troppo bello. Ma io nutro seri dubbi riguardo all'adeguatezza dei nomi rispetto all'oggetto a cui si riferiscono>>
Lorenzo assunse l'espressione più rassicurante possibile:
<<Dubitare è uno strumento essenziale nell’approccio alla realtà. Problematizzare l'ovvio e abolire l'idolatria del fatto compiuto è il compito primario del filosofo, specialmente di chi si avvicina alle domande ultime. Troppo spesso le scoperte della scienza attuale fanno immaginare di essere onnipotenti, o immortali: possiamo cambiare il corpo, mai invecchiare, avere figli anche oltre la menopausa, ma queste sono soluzioni illusorie. Se riusciamo a riconoscere l’incertezza insita nella natura umana e non ce ne facciamo dominare, avremo una posizione sempre lucida e matura.
Come vedi non c'è nessun fanatismo nelle mie parole>>
Riccardo non amava le risposte troppo astratte:
<<Non in queste parole. Ma non credo che esse rappresentino il pensiero di tutti gli Iniziati>>
Gli occhi di Lorenzo brillarono di soddisfazione:
<<Ho sempre ammirato la tua capacità di arrivare subito al nocciolo delle questioni. 
In effetti l'Ordine degli Iniziati, pur concordando sulla natura degli Arcani Supremi, presenta delle divisioni interne riguardo al modo di... come dire... rapportarsi con Essi.
Ma non temere: la via scelta dalla nostra famiglia è quella luminosa>>
Il nipote lo fissò, cercando di trovare indizi di incertezza nel volto di sfinge del fratello di suo padre:
<<Immagino che tu ti riferisca all'Aristocrazia Bianca. Ma questo riguarda solo metà del mio retaggio. Per via materna, stando alle tue parole, io proverrei anche dall'Aristocrazia Nera.
E dunque, continuando a parlare per metafore, ammesso che solo di metafore si tratti, io avrei a che fare anche con i "demoni">>
Lo zio divenne serio:
<<Se vuoi scacciare i demoni, devi andare dove sono i demoni. E' l'unico modo, altrimenti ti perseguiteranno ovunque tenterai di fuggire, e se non avrai le forze di un Iniziato, potrebbero riuscire a sopraffarti>>
Riccardo percepì tutto ad un tratto la forza di quel luogo:
<<Non sono solo metafore. E' questo luogo... ci sarà pure una ragione se i nostri avi fuggirono da qui, dopo la morte di Ferdinando Monterovere all'Orma del Diavolo.
Non si tratta di pure coincidenze... dico bene?>>
Lorenzo annuì impercettibilmente:
<<Le coincidenze sono soltanto il modo che ha il diavolo di rimanere anonimo. Forze oscure si sono mosse contro i Monterovere. La tua intuizione ti ha guidato bene e continuerà a farlo. Gli equilibri interni all'Ordine sono precari. Il Consigliere Albedo appartiene ad una fazione super partes, pronta a cambiare alleanze a seconda di come tira il vento. Del resto, conosci già quel che si dice riguardo alla Dinastia del Serpente Rosso. Anzi, mi chiedo se forse tu non ne sappia già fin troppo, per essere soltanto un "novizio">>
Riccardo fu certo, allora, che tutto il discorso non era stato affatto metaforico:
<<Vuoi anche chiedermi se so della sopravvivenza della Fraternitas Draconis?>>

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Lo zio gli rivolse uno sguardo severo, che conteneva in sé un categorico ammonimento:
<<No! Non intendo chiedertelo.
E che sia chiaro: tu non ne sai nulla!>>
Quelle parole colpirono il nipote più di uno schiaffo:
<<Messaggio ricevuto>>
Vedendo il nipote così spaventato, Lorenzo tornò ai consueti modi melensi:
<<Perdona la mia severità. Noi professori a volte dobbiamo esserlo. In generale, i maestri tendono a vedere negli alunni più difetti di quanti ne abbiano, ma quello è l'unico modo per farli crescere. Se non ci incarichiamo noi di dire qualche "no", lo farà la vita, e loro non saranno pronti>>
Riccardo, a cui la vita aveva detto "no" ormai fin troppe volte, dovette convenire che lo zio non aveva tutti i torti:
<<Io non credo di essere pronto per l'Iniziazione, neanche se lo volessi, e non lo voglio>>
Lorenzo minimizzò:
<<Ti osservo da una vita e so che sei pronto. Non ti sottoporrei all'attenzione del Consigliere Albedo, se non sapessi che tu sei esattamente la persona che lui aveva previsto>>
Il nipote fu pervaso dall'ira:
<<Previsto? Non sono una cavia da laboratorio per gli esperimenti del Serpente Rosso! E Albedo non ha alcun diritto di intromettersi nelle questioni della nostra famiglia>>
Lo zio assunse un' aria divertita:
<<Vorrei poterti dire che hai ragione, ma non è così. 
Ogni famiglia ha dei segreti. La nostra ne ha talmente tanti che neppure i suoi componenti ne sono a conoscenza. Non tutti, almeno. In ogni generazione basta che ci sia anche un solo familiare a conoscere ogni cosa e a trasmettere il suo segreto alla generazione successiva. Ti ricordi il povero prozio Alfredo, quello che emigrò in America, di cui poi non si seppe più nulla...>>
Il nipote socchiuse gli occhi:
<<Non vorrai farmi credere che Alfredo fosse in contatto con...>>
Lorenzo inarcò le sopracciglia:
<<Ma certo che era un Iniziato! E sai dove risiedeva? Ad Hollow Beach, Long Island, in una villa confinante con quella dei Burke-Roche, la famiglia di Lady Jenna>>
Al solo sentirla nominare, Riccardo si mise in allarme:
<<Non so che diavolo avesse a che spartire Alfredo con i Burke-Roche, ma se c'è un tipo di donna "diabolica" da cui io preferirei stare alla larga è proprio Lady Jenna. Ha rovinato la vita sia a Luca Bosco che a Waldemar Richmond. E' una manipolatrice!>>
Lo zio appariva sempre più divertito:
<<Le donne di carattere fanno paura? >>
Il nipote rimase interdetto:
<<Ma no, non è paura... io la definirei, più che altro, una rottura di scatole>>
Lorenzo rise:
<<Sono certo che quando la conoscerai meglio, cambierai idea>>
Riccardo però era uno spirito selvaggio, e più qualcuno tentava di intrappolarlo in qualche situazione delimitata, più in lui si risvegliava l'istinto di fuga, una sorta di metaforico "richiamo della foresta":
<<Non voglio conoscerla meglio! Né lei, né nessun altro! Ho sbagliato a venire qui. Non rinuncio alla mia libertà, alla mia scelta di una vita solitaria e contemplativa! Preferisco mille volte i miei libri ai tuoi Iniziati!>>
Anche la pazienza dello zio incominciava a cedere:
<<La verità che cerchi non è nei tuoi libri, ma nell'Iniziazione agli Arcani Supremi
Solo dopo potrai capire il vero significato dei Misteri che stanno dietro ai libri. 
Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
C'è un tempo per tutte le cose, e i libri sono riserve di grano da mettere da parte per quando verrà l'inverno dello spirito. Ti chiedo di dedicare alla nostra causa solo alcuni anni, e poi potrai ritirarti decorosamente e leggere tutto quello che vorrai>>
Le difese di Riccardo si stavano incrinando:
<<Non posso offrirmi volontario in una guerra che non mi riguarda>>
Lorenzo seppe di avere vinto ancor prima che il nipote terminasse di parlare:
<<Oh, ti riguarda, eccome! Riguarda tutta la nostra famiglia, e tutte le famiglie che hanno avuto te come punto di arrivo. 
O credi forse che le vite dei tuoi genitori e dei tuoi nonni si siano incrociate per puro caso?
Sarebbero state vite parallele, destinate a non incrociarsi mai, se l'Ordine non ci avesse messo il suo zampino.
Questa è la prima verità che devi conoscere come Iniziato: le vite "quasi" parallele dei tuoi avi si sono incrociate per uno scopo ben preciso e cioè che tu, oggi, fossi qui, pronto a conoscere te stesso e a diventare ciò per cui sei nato>>










sabato 26 maggio 2018

I Dodici Dei dell'Olimpo

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L'immagine qui sopra ne comprende quindici, ma questa interpretazione estensiva non è corretta, in quanto Ade e la moglie Persefone dimorano negli Inferi, mentre la condizione di Eros è dibattuta, risultando diversa a seconda delle fonti. Di conseguenza l'elenco corretto è quello proposto qui sotto, dove si possono vedere tutti i dodici dei, con i nomi greci e romani, l'aspetto e i simboli che li caratterizzano. 
Nome grecoNome romanoImmagineDescrizioneGenerazione
ZeusGioveJupiter Smyrna Louvre Ma13.jpgRe degli dei e sovrano del Monte Olimpo, dio del cielo, del fulmine e dei fenomeni atmosferici. Il più giovane figlio dei TitaniCrono e Rea. I simboli sono la folgore, l'aquila, la quercia, lo scettro e la bilancia. Fratello e marito di Era, essa è la sua sposa ufficiale, perché egli ha avuto molte amanti.Prima
EraGiunoneHera Campana Louvre Ma2283.jpgRegina degli dei, è la dea del matrimonio e della famiglia, e anche dei legami e delle unioni. I simboli sono il pavone, il melograno, la corona, il cuculo, la leonessa e la mucca. La più giovane figlia di Crono e Rea. Moglie e sorella di Zeus. Essendo la dea del matrimonio, ha spesso cercato di vendicarsi sulle amanti di Zeus e sui loro figli.Prima
PoseidoneNettunoPoseidon sculpture Copenhagen 2005.jpgDio signore del mare, di tutte le acque, dei terremoti, della navigazione, dei cavalli e delle sorgenti. I suoi simboli sono il cavallo, il toro, il delfino e il tridente. Figlio di Crono e Rea. Fratello di Zeus e Ade. Sposato con la nereide Anfitrite, anche se aveva molte amanti.Prima
DemetraCerereDemeter Altemps Inv8546.jpgDea della fertilità, dell'agricoltura, delle piante. I simboli sono il papavero, il grano, la fiaccola e il maiale. Seconda dei sei figli di CronoRea. Dal suo nome latino, Cerere, deriva la parola "cereale".Prima
Dioniso o BaccoBaccoDionysos Louvre Ma87 n2.jpgDio del vino, delle feste, dell'impulso vitale, della follia e dell'ebbrezza. I simboli sono la vite, l'edera, la coppa, la tigre, la pantera, il leopardo, i delfini e la capra. Figlio di Zeus e della mortale Semele, principessa tebana. Sposato con la principessa cretese Arianna. Il più giovane dio olimpionico, nonché l'unico a essere nato da una donna mortale.Seconda
Apollo o FeboApollo o FeboRoman Statue of Apollo.jpgDio delle arti, della musica, della poesia, della profezia e della divinazione, della scienza e della conoscenza, della malattia e della medicina, della luce, dell'ordine e del tiro con l'arco. I simboli sono il Sole, la lira, l'arco e le frecce, il corvo imperiale, il delfino, il lupo, il cigno e il topo. Fratello gemello di Artemide. Il più giovane figlio di Zeus e Leto.Seconda
ArtemideDianaDiane de Versailles Leochares 2.jpgDea vergine della caccia, della verginità, del tiro con l'arco e di tutti gli animali del bosco. I simboli sono la Luna (con cui viene identificata), il cervo, il cane, l'orsa, il cipresso, l'arco e le frecce. Primogenita figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo.Seconda
HermesMercurioRude-mercury.jpgMessaggero degli dei, dio del commercio, dell'eloquenza e dei ladri. I simboli sono il caduceo, i sandali alati (che usa per spostarsi velocemente), il cappello alato, la cicogna, il serpente e la tartaruga, con il guscio della quale creò la lira. Figlio di Zeus e della pleiade Maia. Il secondo più giovane dio olimpico, di poco più vecchio di Dioniso. Sposò Driope, figlia di Eurito, e il loro figlio Pandivenne il dio della natura, signore dei satiri, inventore del flauto di Pan e compagno di Dioniso.Seconda
AtenaMinervaAthena Giustiniani Musei Capitolini MC278.jpgDea vergine della saggezza, dell'ingegno, della guerra strategica e della strategia stessa, della guerra difensiva, della guerra fatta per giusta causa e delle arti utili e dell'artigianato. I simboli sono la civetta l'ulivo, la lancia appena forgiata e l'egida. Figlia di Zeus e dell'oceanina Meti, nata dalla fronte del padre già adulta e armata, dopo che questi aveva ingoiato la madre trasformata da lui stesso in una mosca (in altre versioni era stata mutata in una goccia d'acqua). È la sacra protettrice della città di Atene.Seconda
AresMarteAres villa Hadriana.jpgDio della guerra, della violenza, della rabbia e dello spargimento di sangue. Il Marte romano ha invece connotazione sempre positiva e oltre che alla guerra è collegato alla gioventù maschile. I suoi simboli sono il lupo, il cinghiale, il picchio verde[1], l'avvoltoio, la lancia insanguinata e lo scudo. Figlio di Zeus e Era, tutti gli altri dèi (esclusa Afrodite) lo disprezzavano. Il suo nome latino, Marte, ha dato origine alla parola "marziale".Seconda
AfroditeVenereNAMA Aphrodite Syracuse.jpgDea dell'amore, della bellezza, del desiderio amoroso, della buona navigazione.[2]. I suoi simboli sono colomba, passero, mela, ape, mirto e rosa. Figlia di Zeus e dell'oceanina Dione o, secondo un altro mito, nata dal sangue di Urano versato nel mare dopo essere stato sconfitto dal suo figlio minore Crono. Sposata con Efesto, ha comunque avuto molte storie extra coniugali, soprattutto con Ares. Il suo nome ha dato origine alla parola "afrodisiaco".
Seconda
o dalla generazione di
Titano
EfestoVulcanoVulcan Coustou Louvre MR1814.jpgFabbro degli dei, dio del fuoco, della metallurgia, della tecnologia, e delle armi appena forgiate. I suoi simboli sono fuoco, incudine, ascia, asino, martello, pinze e quaglia. Figlio di Era, concepito a seconda del mito da Era da sola, o insieme a Zeus. Dopo la sua nascita fu gettato dal monte Olimpo e cadde sull'isola di Lemno. Sposato con Afrodite, le fu fedele al contrario della maggior parte dei mariti della mitologia. Il suo nome latino ha dato origine alla parola "vulcano".Seconda

Le generazioni divine[modifica | modifica wikitesto]


Uno dei tanti alberi genealogici delle divinità greche.
Gli Olimpi appartengono a un terzo capitolo divino: si possono infatti individuare tre fasi nella mitografia greca.
  • Inizialmente un corpus puramente cosmogonico, nel quale non ci sono dèi propriamente detti, ma divinità naturali demiurghe e totemiche. Tra queste assume particolare importanza Urano, dal quale discenderanno gli Olimpi.
  • La seconda generazione divina è quella dei Titani, il cui capo era Crono. Sono le divinità dei greci pelasgi.
  • I Titani furono spodestati successivamente dagli Olimpi, secondo Tallo (uno storico del I secolo citato da Taziano nel suo Oratio ad Graecostrecentoventidue anni prima della guerra di Troia, cioè circa verso il 1500 a.C., una data accettabile per l'espansione ellenica in Tessaglia.
    Nei miti della titanomachia e della gigantomachia viene raccontato questo processo di sostituzione divina, che non fu affatto pacifico.
Gli Olimpi, quindi, dovrebbero essere i nipoti di Urano, ma le genealogie degli dèi dell'antica Grecia sono difficili da seguire e intricate tra loro.
Ciò è spiegato dal fatto che, in caso di avvicendamento di élite diverse, ogni gruppo al potere dichiarava il proprio pantheon, o il proprio dio, superiore agli altri, e forzava i miti precedenti per giustificare questo cambiamento.
I Titani, per esempio, erano le divinità dei pelasgi, le popolazioni greche forse autoctone. Con l'arrivo degli invasori elleni le prerogative di tali divinità vengono assunte dai nuovi dèi, gli Olimpi: ricordiamo Atena, dea della saggezza, che uccide il titano Pallade, patrono del medesimo attributo.
In altri miti, invece, alcuni dèi vengono presentati come figli di divinità in realtà più giovani, come Afrodite, generata da Urano, successivamente indicata come figlia di Zeus, in realtà nipote di Urano stesso.

Genealogia degli Olimpi nella mitologia greca
Urano
Gea
Afrodite
Oceano
Iperione
Ceo
Crio
Giapeto
Mnemosine
Crono
Rea
Teti
Teia
Febe
Temi
Zeus
Era
Estia
Demetra
Ade
Poseidone
Atena
Ares
Efesto
Ebe
Ilizia
Eris
Maia
Latona
Semele
Ermes
Apollo
Artemide
Dioniso

Note

  1. ^ Papachristos Maria, Gli Dèi dell'Olimpo, Edizioni R.E.I. Testo consultabile su Google libri a pagina 98
  2. ^ Infatti era onorata con l'epiteto di euploia o euplea, ossia "della buona navigazione". Nata dalla schiuma del mare, Afrodite veniva infatti venerata dai naviganti. Il culto di Afrodite euplea è attestato a Egina, Cipro, Cnido, Curzola, Ancona e nell'isola di Gaiola (Napoli). Si veda:
    • Lorenzo Braccesi, Mario Luni, I greci in Adriatico, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002. . Testo consultabile su Google libri a pagina 34
    • Carmine Rapisarda, INESSA AITNAISBN 9781471732690. Testo consultabile su Google libri a pagina 35
    • M. Giuffrida, Afrodite Euploia a Cipro, Giorgio Bretschneider - 1996
    • Claudia Valeri, Marmora phlegraea, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2005. Testo consultabile su Google libri a pagina 101

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