In italiano, fra il 1871 e il 1918, lo Stato era indicato anche con la locuzione di Impero germanico.
Bismarck stesso preparò a grandi linee la
Costituzione della Germania del Nord del 1866, che sarebbe poi diventata, con qualche aggiustamento, la
Costituzione dell'Impero Tedesco del 1871. La Germania divenne quindi una
monarchia costituzionale: disponeva infatti di un
Reichstag, un
parlamento con poteri formalmente limitati, ma
de facto con pieni poteri legislativi, eletto direttamente con
suffragio maschile. Comunque, la legislazione richiedeva anche il consenso del
Bundesrat, il consiglio federale dei deputati degli Stati, nel quale la
Prussia godeva, essendo il più grande e popoloso fra gli stati tedeschi, di grande influenza grazie al maggior numero di delegati. Il potere esecutivo era investito dall'Imperatore, il
Kaiser, che nominava il cancelliere imperiale; ciò avveniva formalmente solo per volontà dell'Imperatore, ma poiché il cancelliere non godeva di nessun potere di legiferare, a differenza dei suoi colleghi stranieri, egli era fortemente dipendente dalla Dieta. Mentre gli Stati minori mantenevano i loro governi, le forze armate erano controllate del Governo federale. Anche se autoritario per molti aspetti, l'Impero permise lo sviluppo dei
partiti politici.
L'unificazione della Germania significò anche l'assorbimento dell'intero
Regno di Prussia in essa. La Prussia rimase la componente più rilevante nell'Impero, tanto che il Kaiser di Germania era anche
Re di Prussia. Le tre nuove province:
Prussia Orientale,
Prussia Occidentale e
Provincia di Posen, che prima erano al di fuori della
Confederazione germanica vennero incorporate nel futuro Stato tedesco. Un'altra provincia, la
Slesia, era stata parte del Sacro Romano Impero assieme alla
Boemia fino allo scioglimento di quest'ultimo. Comunque, queste province avevano una nutrita popolazione polacca. L'annessione di queste quattro province pose la Germania in conflitto coi polacchi. Siccome la popolazione polacca cresceva più rapidamente e l'
Ostflucht fece emigrare i tedeschi dall'est verso la Germania occidentale, le province orientali divennero gradualmente sempre più a maggioranza polacca.L'evoluzione dell'autoritario Impero Tedesco è in qualche modo in linea con gli sviluppi paralleli di Italia e
Giappone. Similarmente a Bismarck, il
Conte Camillo Benso di Cavour, in Italia, usò la guerra e la
diplomazia per tentare di raggiungere i suoi obiettivi. Anche il Giappone avrebbe seguito il corso della modernizzazione conservatrice, dalla caduta dello
Shogunato Tokugawa e della
Restaurazione Meiji fino al
1918.
L'unico fattore dell'anatomia sociale di questi governi era il mantenimento di una sostanziale fetta di potere politico da parte dell'élite terriera, gli
junkers, a causa dell'assenza di istanze rivoluzionarie da parte dei contadini, e delle aree urbane.
Istituzioni
L'Impero era una confederazione di 25 Stati sovrani e di un "Territorio dell'impero" (l'Alsazia-Lorena) sotto il governo del Re di Prussia che, essendo presidente della confederazione, aveva il titolo di Imperatore tedesco
[6]. Il potere legislativo era esercitato dalla Dieta Imperiale (
Reichstag) e dal Consiglio Federale (
Bundesrat). La Dieta Imperiale era composta da 397 deputati, eletti a suffragio universale e diretto. Il secondo era composto di 58 plenipotenziari, nominati dai singoli sovrani in numero proporzionale all'importanza del proprio Stato federato; la Prussia, disponendo di diciassette voti in virtù della sua maggiore dimensione e popolazione, era arbitra in ogni questione. La Confederazione era retta dalla costituzione del 16 aprile del 1871 che poneva la
politica estera,
finanziaria,
economica,
doganale, le grandi scelte di
politica interna e l'
esercito nelle mani del
governo centrale.
Il governo era retto da un
Cancelliere e da
Segretari di Stato che non dipendevano dalla maggioranza parlamentare, bensì unicamente dal
Kaiser, che aveva il potere di nominarli e di sospenderli e poteva prorogare o sciogliere il
Parlamento.
Il Reichstag discuteva le
leggi, ma queste non diventavano esecutive se non erano approvate dal Bundesrat.
Partiti politici
Il partito del
Centro Cattolico (Zentrum), di carattere interclassista, stava fra questi partiti e i socialisti; alla sinistra si collocava il
Partito Socialdemocratico, mentre ai partiti della sinistra liberale aderivano elementi di varia estrazione borghese. Una particolare importanza ebbe il costante rafforzamento del socialismo tedesco, il nemico che Bismarck non fu capace di spezzare.
Modernizzazione conservatrice
Le politiche interne di Bismarck giocarono un grande ruolo nel forgiare la cultura politica autoritaria del Secondo Reich. Meno preoccupato dalla politica delle potenze continentali che seguirono l'unificazione del
1871, il Governo semi-parlamentare tedesco portò avanti una rivoluzione politica ed economica dall'alto, relativamente tranquilla, che spinse la Germania lungo la via per diventare la principale potenza industriale dell'epoca.
Economia
Nel periodo compreso fra il
1871 e gli inizi del
XX secolo la Germania rivelò un così possente dinamismo capitalistico tale da eclissare quello della
Gran Bretagna e della
Francia.
L'industria tedesca, dopo un periodo d'intenso sviluppo fra il 1871 ed il
1873, nel giro di pochi anni superò la crisi mondiale del 1873 iniziando una fase di espansione che andò intensificandosi sempre di più a partire dagli anni ottanta.
Anche l'
agricoltura tedesca non decadde in conseguenza dell'
industrializzazione, ma si modernizzò notevolmente. Lo sviluppo economico andò di pari passo con un forte incremento demografico.
I produttori tedeschi non si limitarono a sottrarre il mercato interno alle esportazioni britanniche, ma negli
anni '70 del
XIX secolo, iniziarono a far concorrenza alla Gran Bretagna sui mercati mondiali. L'industrializzazione progredì velocemente in Germania e negli
Stati Uniti, permettendo a questi due paesi di prevalere sui "vecchi" capitalismi francese e britannico. L'industria tessile e metallurgica tedesca, ad esempio, aveva sorpassato i concorrenti britannici per organizzazione ed efficienza tecnica già all'inizio della Guerra Franco-Prussiana, ed espulso i prodotti britannici dal mercato tedesco. Entro la fine del secolo, le industrie metallurgiche e dell'ingegneria tedesche avrebbero lavorato molto per il mercato di scambi della Gran Bretagna.
Le basi per le crescenti tensioni fra la Germania da un lato e Gran Bretagna e Francia, quest'ultima desiderosa di riparare alla sconfitta del
1870, dall'altro, erano poste chiaramente.
Ideologia
Dopo aver ottenuto l'unificazione formale nel
1871, Bismarck dedicò molta della sua attenzione alla causa dell'unità nazionale e la conseguì attraverso l'ideologia del Prussianesimo. Il conservatorismo cattolico, concettualizzato dalla svolta del
Vaticano di
Papa Pio IX e del suo
dogma dell'
Infallibilità papale e il radicalismo della classe operaia, rappresentato dall'emergente
Partito Socialdemocratico, furono sotto molti versi la reazione alle insicurezze di molti segmenti della società tedesca, che stava vivendo un rapido cambiamento da un'economia basata sull'agricoltura a un moderno capitalismo industriale. Mentre la pura e semplice repressione non riuscì a contenere socialisti e cattolici, l'approccio "del bastone e della carota" di Bismarck ammorbidì significativamente le opposizioni di entrambi i gruppi.
Si possono riassumere gli obiettivi di Bismarck sotto tre parole chiave:
Kulturkampf, riforma sociale e unità nazionale.
Kulturkampf: a seguito dell'incorporazione degli stati cattolici del sud, il
cattolicesimo, rappresentato dal partito cattolico di centro, sembrava la minaccia principale al nazionalismo militar-aristocratico prussiano. I cattolici del sud, provenienti da una più forte base agraria e suddivisi sotto le gerarchie di contadini, artigiani, clero e aristocrazia principesca dei piccoli stati, più spesso delle loro controparti protestanti del nord, ebbero dei problemi iniziali a competere con l'efficienza industriale e l'apertura ai commerci con l'estero degli
Zollverein.
La distribuzione delle confessioni religiose nell'Impero tedesco:
i cattolici (tonalità di blu) e i riformati (tonalità rosa)
Dopo il
1878 la lotta contro il
socialismo avrebbe unito Bismarck con il partito cattolico di centro, portando una fine al
Kulturkampf, che aveva lasciato nei cattolici un'irrequietezza maggiore di quanta non ne fosse esistita prima, e rafforzò il cattolicesimo in Germania piuttosto che indebolirlo.
Riforma sociale: la creazione, da parte di Bismarck, di uno
stato sociale particolarmente avanzato diede alla classe operaia un motivo per adottare il nazionalismo tedesco. Il sistema di previdenza sociale (sanità nel 1883, assicurazione sugli infortuni nel 1884, pensione di invalidità e di anzianità nel 1889) instaurato a quell'epoca era il più avanzato del mondo e, in parte, esiste ancora nella Germania odierna.
Unificazione: gli sforzi di Bismarck iniziarono anche a livellare le enormi differenze tra gli stati tedeschi, che avevano avuto per secoli uno sviluppo indipendente, specialmente grazie alla
legislazione.
Unificazione del diritto
Le leggi e i sistemi giudiziari dei vari stati erano molto diversi e posero enormi complicazioni, specialmente per il commercio interno. A parte un codice commerciale comune, già introdotto dalla Confederazione nel
1861 (venne adattato per l'Impero e, con grandi modifiche, è ancora in vigore), c'erano poche similitudini tra le leggi.
Nel
1871, venne introdotto un Codice Penale comune (
Reichsstrafgesetzbuch); nel
1877, vennero stabilite delle procedure processuali comuni tramite il
Gerichtsverfassungsgesetz, il
Zivilprozessordnung e il
Strafprozessordnung(sistema giudiziario, procedure civili e procedure penali). Nel
1873 la costituzione venne emendata per permettere all'Impero di sostituire i numerosi e ampiamente diversi Codici Civili degli stati (Ad esempio, parti della Germania precedentemente occupate dalla Francia Napoleonica avevano adottato il
Codice Civile francese, mentre in Prussia l'
Allgemeines Preußisches Landrecht del
1794 era ancora in vigore). Nel
1881, s'istituì una prima commissione per produrre un Codice Civile comune a tutto l'Impero. Seguì un intenso lavoro, che avrebbe prodotto il
Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), probabilmente uno dei più impressionanti lavori legali del mondo. Il BGB entrò in vigore il 1º gennaio
1900. Queste codificazioni, anche se con molti
emendamenti, sono in vigore ancora oggi.
Militarismo
Bandiera di Guerra dell'Impero Tedesco in uso dal 1903 al 1918
Uno dei sotto-prodotti della modernizzazione conservatrice fu il militarismo. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare sia gli industriali –, il militarismo si rivelò necessario per proseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture socio-politiche. Ognuna delle
élite della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i gruppi industriali volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più possibilità d'impiego, gli ufficiali volevano promozioni e la nobiltà terriera voleva titoli. In un quadro sociale caratterizzato dalla crescita del
sindacalismo, del
socialismo e di altri movimenti di protesta durante l'era della società di massa, i gruppi dirigenti del secondo impero furono in grado di utilizzare l'imperialismo nazionalista per cooptare il supporto della classe operaia.
Cavalcando i sentimenti dell'età Romantica di fine del
XIX secolo, l'imperialismo inculcò nelle masse l'ammirazione per le virtù neo-aristocratiche e aiutò a instillare degli ampi sentimenti nazionalistici. Quindi, la Prussia – erede dello "Stato guarnigione" costruito da figure come
Federico Guglielmo I e
Federico il Grande nel
XVIII secolo – riuscì a creare una macchina da guerra potente, non solo in grado di sfidare i rivali continentali come
Austria e
Francia, ma anche di rendere conosciuta la sua presidenza nell'arena della politica internazionale. E la Prussia, ovviamente, contrariamente alle potenze occidentali aveva avuto in passato poco potere al di fuori dell'Europa, essendo completamente priva di una storia coloniale.
Gli imperialisti tedeschi ad esempio, sostenevano che la posizione di potenza mondiale dava ai britannici dei vantaggi ingiusti sui mercati internazionali, limitando così la crescita economica tedesca e minacciando la sua sicurezza. Molti statisti e industriali europei volevano accelerare l'occupazione dell'
Africa, garantendosi le colonie prima ancora che divenissero strettamente necessarie. Il loro ragionamento era che i mercati potevano ben presto divenire sovrabbondanti e la sopravvivenza economica di una nazione dipendeva dall'essere in grado di scaricare il
surplus di produzione da altre parti. In risposta, gli imperialisti britannici come
Joseph Chamberlain conclusero che l'imperialismo formale era necessario al Regno Unito a causa del relativo declino della sua quota di esportazioni mondiali e della crescita della competizione economica da parte di tedeschi, americani e francesi.
100 marchi del 1910 (fronte)
100 marchi del 1910 (retro)
Le tendenze economiche giocarono certamente un ruolo principale, spiegando perché gli statisti, da
Jules Ferry a
Francesco Crispi cercavano nuovi ruoli per le potenze emergenti da essi guidate, specialmente durante la Grande Depressione del
1873, ma gli spostamenti nell'equilibrio di potere europeo sono ciò che in ultima analisi facilitò l'espansionismo oltremare. Con l'ordine reazionario continentale, stabilito dal
Congresso di Vienna, in frantumi, il fascino dell'imperialismo era un'opzione non solo per le tradizionali potenze di
Francia e
Regno Unito. I nuovi stati nazionali di
Germania e
Italia non erano più coinvolti in preoccupazioni continentali e dispute interne come prima della Guerra Franco-Prussiana.
Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato all'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole), "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco". Le potenze centrali assolutiste, guidate da una recentemente unificata e dinamicamente industrializzata Germania, con la sua marina in espansione, che raddoppiò le sue dimensioni tra la Guerra Franco-Prussiana e la Grande Guerra, furono minacce strategiche ai mercati e alla sicurezza delle più consolidate potenze alleate e della
Russia. Gli sforzi coloniali tedeschi a partire dal
1884 portarono solo a un piccolo impero d'oltremare, comparato a quelli di Francia e Regno Unito. Le successive iniziative di politica estera (soprattutto la grossa battaglia di flotte, sotto le leggi navali del
1898 e
1900) spinsero il Regno Unito all'allineamento diplomatico (l'
Entente) con l'alleanza Franco-Russa, ancora appena avviata, al tempo della caduta di Bismarck.
Il dopo-Bismarck
L'Impero fiorì sotto la guida di Bismarck, fino alla morte del primo Kaiser (marzo
1888). Nel cosiddetto
Dreikaiserjahr (Anno dei Tre Imperatori),
Federico III, suo figlio e successore, regnò solo per 99 giorni, lasciando la corona al giovane e impetuoso
Guglielmo II, che costrinse Bismarck a lasciare l'incarico nel marzo 1890.
L'opposizione interna del Partito Socialdemocratico (SPD), crebbe fino a renderlo il maggiore partito socialista al mondo, prendendo un terzo dei voti nelle elezioni del gennaio
1912 per il
Reichstag (il parlamento imperiale). Il governo cionondimeno rimase nelle mani di una coalizione conservatrice appoggiata dai liberali di destra e dal clero cattolico, e pesantemente dipendente dal favore del Kaiser.
Il traballante equilibrio europeo si ruppe quando l'
Austria-Ungheria, alleata della Germania fin dal 1879, dichiarò guerra alla
Serbia (luglio 1914), dopo l'assassinio, avvenuto a
Sarajevo, dell'erede al trono austriaco. La Germania sostenne gli obiettivi del suo leale alleato in Serbia, e firmò un "assegno in bianco" perché li perseguisse con ogni mezzo ritenuto necessario. La Serbia era appoggiata dalla Russia, che era a sua volta alleata con la Francia. A seguito della decisione russa per la mobilitazione generale (ovvero, contro Austria-Ungheria e Germania), la Germania dichiarò guerra a Russia e Francia, in quello che fu definito un attacco preventivo.
Questo fu l'inizio della
prima guerra mondiale. Nonostante i successi iniziali, la Germania e i suoi alleati soffrirono la sconfitta militare davanti a un nemico rafforzato nel
1917 dagli
Stati Uniti. Il Kaiser
Guglielmo II venne spinto in esilio (novembre 1918) da una rivoluzione guidata da elementi dell'SPD e da
gruppi comunisti, che in seguito organizzarono il loro piano per ottenere il potere (gennaio 1919).
Analisi
Il grande stemma di Sua Maestà Imperiale e Reale il
Kaiser tedesco (1871-1918)
Il governo di Bismarck - basato sulla cooptazione e coercizione reazionaria e sulla perpetuazione delle "virtù
Junker" di militarismo, gerarchia e autocrazia – può essere meglio compreso considerando che la Germania era stata unificata da poco e, sotto certi aspetti, tenuta insieme da legami ancora assai tenui, che il
potente vicino francese aveva per secoli perseguito la politica di mantenere gli stati tedeschi deboli e divisi e che il paese era stato più volte un campo di battaglia delle maggiori potenze europee, con le conseguenti devastazioni. Le prime memorie dei politici appartenenti alla generazione di Bismarck risalivano alle guerre napoleoniche e alle umiliazioni nazionali inflitte alla
Prussia. Non solo l'interesse "di classe", ma pure la necessità di non mostrare debolezza all'estero rese indesiderabile per questi uomini l'adozione di maniere di governo più liberali.
Come risultato, in Germania, come in Giappone e in Italia, i successivi tentativi di estendere la democrazia avrebbero portato alla creazione di democrazie instabili (la
Repubblica di Weimar, il
Giappone degli
anni venti e l'
Italia tra la fine della Grande Guerra e la nomina di
Benito Mussolini a capo del Governo nel
1922). Ognuna di queste democrazie costituzionali non riuscì a far fronte ai gravi problemi quotidiani e alla riluttanza o incapacità di avviare delle riforme strutturali fondamentali.
Nonostante gli avanzamenti in campo scientifico e industriale avvenuti sotto il Secondo Reich, la Germania mantenne quindi un aspetto dispotico, a causa delle sue inclinazioni militariste, avendo ottenuto l'unificazione "
col sangue e col ferro". I valori del repressivo "Stato guarnigione" prussiano, che vedono le proprie radici nel sistema repressivo dell'agricoltura prussiana risalente ai tempi della sconfitta dei
Cavalieri teutonici, sarebbero stati portati a un nuovo estremo dal
Terzo Reich.
Il prussianesimo fece presa perché la prosperità soddisfaceva la base del ceto medio liberale. La sollecitudine dello Stato di assicurare il benessere materiale a tutti conquistò un ampio supporto, anche da parte della classe operaia. L'educazione tedesca emerse forte nei campi vocazionali, così come nella
propaganda. Da parte dell'aristocrazia terriera arrivarono i concetti dell'inerente superiorità della classe governante e la sensibilità alle questioni dello status, tratti prominenti che si protrassero ben dentro al
XX secolo. Nutrite da nuove fonti, queste concezioni sarebbero state in seguito volgarizzate e rese attraenti all'intera popolazione tedesca con le dottrine della superiorità razziale. Nonostante la notevole resistenza aristocratica, la burocrazia imperiale introdusse l'ideale della completa obbedienza alle istituzioni sopra le classi e l'individuo.
Alla base di queste correnti ci fu un secolo di evoluzione economica, politica e culturale, che iniziò con un'agricoltura dominata per secoli dai metodi repressivi piuttosto che dal mercato. I contadini tedeschi erano non solo sotto lo sguardo repressivo dei proprietari terrieri, ma ancorati a villaggi e strutture di lavoro che favorivano la solidarietà, diminuendo il loro potenziale rivoluzionario. Quindi, nel reame della
propaganda, i
Junkerstabilirono la, generalmente riuscita,
lega agraria del
1894, stendendo il fondamento della dottrina nazista. La lega cercò il supporto dei contadini nelle aree non-Junker o nelle piccole fattorie, inculcando l'adorazione del Führer, l'idea dello Stato corporativo, il militarismo e l'
antisemitismo. Avrebbe anche fatto la distinzione tra il
capitale "predatorio" e quello "produttivo" usata poi dai nazisti, che era uno strumento usato per appellarsi ai sentimenti anti-capitalisti che aleggiavano tra i contadini.
D'altro canto l'Impero garantì la
libertà di stampa, la
proprietà privata e riuscì a costruire un avanzato sistema di
sicurezza sociale basato sulle assicurazioni obbligatorie, il cui nucleo è sopravvissuto agli sconvolgimenti di due guerre mondiali e al nazismo e ancora sopravvive. L'Impero aveva un moderno sistema elettorale per il parlamento federale, il
Reichstag, in cui ogni maschio adulto aveva diritto di voto. Questo consentì ai socialisti e ai cattolici centristi di giocare un ruolo importante nella politica nazionale, sebbene entrambi i gruppi politici fossero ufficialmente visti, più o meno, come "nemici dell'Impero".
La questione del
Sonderweg ossia se la natura della società e della politica dell'Impero abbia reso inevitabile il
Nazismo è tuttora dibattuta. Alcuni storici, come
Fritz Fischer,
Hans-Ulrich Wehler e
Wolfgang Mommsen hanno sostenuto che, durante il Secondo Reich, un'
élite aristocratica, reazionaria e "pre-moderna" penetrò in profondità nella società tedesca e, quindi, la
Repubblica di Weimar era condannata al fallimento fin dall'inizio. Per altri studiosi, come
Gerhard Ritter, solo la Prima Guerra Mondiale e il periodo ad essa successivo aprirono le porte al Nazismo.
L'unificazione della Germania da parte di Bismarck ebbe anche un impatto significativo sull'Asia orientale. L'unificazione tedesca era considerata un modello per la riuscita modernizzazione del
Giappone e per la meno riuscita modernizzazione della
Cina agli inizi del
XX secolo. Il codice civile tedesco divenne la base del sistema legale giapponese e della
Repubblica Cinese e dopo il ritiro di quest'ultima a
Taiwan rimane ancora la base del sistema legale lì vigente.
Stati dell'Impero
L'Impero germanico: in blu il
Regno di Prussia suddiviso nelle relative province
Colonialismo tedesco: in giallo il
Venezuela (
Klein-Venedig), dove si era svolto un tentativo di colonizzazione nel
XVI secolo; in rosso alcuni stabilimenti coloniali tentati da vari Stati tedeschi (soprattutto il
Brandeburgo) nel
XVII secolo; in azzurro le colonie dell'Impero germanico alla vigilia della prima guerra mondiale
- Regni (Königreiche)
- Granducati (Großherzogtümer)
- Ducati (Herzogtümer)
- Principati (Fürstentümer)
- Città Libere (Freie Hansestädte)
- Altri:
- Territorio imperiale dell'Alsazia-Lorena (Reichsland Elsaß-Lothringen)
- Colonie (Kolonialbesitzungen)
- Camerun tedesco (Kolonie von Kamerun) 790.000 km²
- Togoland 90.276 km²
- Africa Tedesca del Sud-Ovest (Südwest Afrika)
- Africa Orientale Tedesca (Deutsch Ostafrika) 994.141 km²
- Witu (Deutsch Wituland) 25.000 dal 1885 al 1890
- Nuova Guinea tedesca (Deutsch Neu Guinea) 251.420 km² con Terra del Kaiser Guglielmo, isole Salomone, arcipelago di Bismarck, Bougainville, Nauru, Marianne, Caroline, Samoa occidentali
- Levante tedesco: Tsingtao, Kiao-Ciao, concessioni di Tientsin, Hangkow, Yeh, Kaomi, Chow tsun
- Concessione della ferrovia Berlino-Baghdad
- Terre antartiche: Terra Guglielmo II e Luitpoldo, Nuova Svevia (600.000 km²); rivendicazione formale
Cancellieri dell'Impero (Reichskanzler)
Note
- ^ in tedesco: Deutsches Kaiserreich)
- ^ Come "Primo Reich" si intende il Sacro Romano Impero (962 d.C. - 1806), come Terzo Reich la Germania Nazista (1933-1945).
- ^ Nell'evento noto come Anschluss,
- ^ Prima informalmente, poi dal 1943 ufficialmente
- ^ Prima dell'unificazione della Germania nel corso del XIX secolo c'erano due correnti di pensiero, quella dei "grandi-tedeschi" e quella dei "piccoli-tedeschi", che discutevano se la Germania unificata dovesse o no comprendere l'Austria. Nel 1871 diventò realtà l'ipotesi dei "piccoli-tedeschi", mentre con l'annessione dell'Austria nel 1938 e di altri territori germanofoni prima e nel corso della guerra si realizzò un'entità statale della Grande Germania, da cui il nome ufficiale.
- ^ Art. 11 della costituzione recita: La Presidenza della Confederazione appartiene al Re di Prussia, che porta il titolo di Imperatore tedesco (Deutscher Kaiser) ed oltre a potere dichiarare guerra, fare la pace e nominare i rappresentanti all'estero, esercitava il potere esecutivo coadiuvato da un Cancelliere del Reich. [...]
- ^ Cfr. la foto
Bibliografia
Fonti primarie
- Massimo L. Salvadori, Storia dell'età contemporanea. Torino, Loescher, 1990. ISBN 88-201-2434-3.
- Pasquale Villani, L'età contemporanea. Bologna, Il Mulino, 1998. ISBN 88-15-06338-2.
Approfondimento
- Alberto Caracciolo, Alle origini della storia contemporanea, 1700-1870. - Bologna, Il mulino, 1989. ISBN 88-15-02097-7.
Voci correlate