giovedì 8 febbraio 2018

Storia del Regno di Prussia

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Regno di Prussia – Bandiera

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La nascita del regno

Sin dal 1618 l'Elettorato di Brandeburgo ed il Ducato di Prussia erano governati in unione personale dalla famiglia degli Hohenzollern ("Brandeburgo-Prussia"). Con la Pace di Vestfalia (1648), l'elettore Federico Guglielmo Hohenzollern viene riconosciuto dall'imperatore come principe di Prussia (Princeps ex Prussia). Nel corso della Prima Guerra del Nord, il Trattato di Labiau ed il Trattato di Wehlau garantirono agli Hohenzollern la sovranità sul ducato prussiano (1656). Nel 1660 è sciolto ogni vincolo feudale che la Prussia aveva con i re polacchi, acquistando successivamente le terre poste sulla riva sinistra dell'Oder ed il pedaggio fluviale a Kolberg. Nel 1691 acquista la signoria di Tauroggen, exclave in Lituania, grazie al matrimonio tra il margravio Ludovico e la principessa Ludovica Carolina Radzwill. In cambio dell'alleanza contro la Francia nella Guerra di successione spagnola, all'elettore Federico III fu riconosciuto il titolo di "Re di Prussia" col nome di Federico I nel 1701. Giuridicamente, all'interno del Sacro Romano Impero non potevano esistere altri regni all'infuori di quello di Boemia che apparteneva all'Imperatore. Ad ogni modo Federico accettò che la Prussia fosse sottoposta al rapporto feudale con l'imperatore del Sacro Romano Impero pur mantenendone la piena sovranità de facto. Il titolo di "Re inPrussia" (Rex in Prussia) venne adottato per definire i monarchi prussiani in quanto la Prussia continuava appunto ad essere parte dell'Impero. Il titolo non venne mutato in quello di "Re di Prussia" (Rex Prussiae) che nel 1772.

1701-1740: i primi anni del regno

Il nuovo Regno di Prussia era fortemente impoverito ed i suoi territori non si erano ancora ripresi dalle devastazioni della Guerra dei Trent'anni: dalle terre dell'ex Ducato di Prussia sino alle coste del Mar Baltico, attraverso le terre degli Hohenzollern e di quelle elettorali del Margraviato di Brandeburgo, oltre alle exclavi di ClevesMark e Ravensberg nella Renania, si estendevano i possedimenti prussiani. Nel 1708 circa un terzo della popolazione del Ducato di Prussia fu vittima della peste bubbonica.[1] La peste raggiunse Prenzlau nell'agosto del 1710, ma si spense prima che potesse raggiungere la capitale Berlino a circa 80 chilometri di distanza.
La sconfitta della Svezia ad opera di RussiaSassoniaPoloniaDanimarcaHannover e Prussia nella Grande Guerra del Nord (1700–1721) segnò la fine dell'impero svedese sulle rive del Mar Baltico. Nel corso dell'Assedio di Stralsund e durante il Trattato di Stoccolma tra Prussia e Svezia, i prussiani ottennero anche la Pomerania svedese e Stettino. Già nel 1529 gli Hohenzollern del Brandeburgo si erano assicurati il possedimento eventuale della Pomerania attraverso il Trattato di Grimnitz dopo una serie di conflitti e l'acquisizione della parte orientale dopo la Pace di Vestfalia.
Durante questo periodo si svilupparono apertamente gli Junker, ovvero l'aristocrazia terriera che avrebbe poi costituito il corpo dirigente dell'esercito prussiano, incoraggiati dal re Federico Guglielmo I che fece del suo Stato una grande potenza militare. Il regno fu inoltre il primo Stato dell'età moderna ad adottare il servizio militare obbligatorio, dall'inizio del XVIII secolo.[2]

1740-1760: Le guerre di Slesia

Nel 1740 re Federico II il Grande ascese al trono paterno. Col pretesto di un trattato del 1537 col quale l'Imperatore Ferdinando I avrebbe garantito che parte della Slesia sarebbe passata al Margraviato di Brandeburgoall'estinzione della dinastia dei Piast, Federico invase la Slesia dando inizio alla Guerra di successione austriaca. Dopo aver rapidamente occupato la Slesia, Federico si offrì di proteggere l'allora arciduchessa Maria Teresa d'Austria nella sua guerra di successione al trono imperiale purché la Slesia fosse rimasta sotto il controllo dei prussiani. L'offerta venne rifiutata e l'Austria dovette quindi affrontare la Prussia ed altri stati coalizzati con lei sulla base del Trattato di Berlino stipulato nel 1742.
Nel 1744 Federico invase nuovamente la Slesia questa volta col pretesto di reclamare per sé la provincia di Boemia, ma il suo progetto fallì per l'intervento della Gran Bretagna e della Francia che portarono a una serie di trattati e compromessi che culminarono nel 1748 nel Trattato di Aquisgrana che restaurava la pace lasciando alla Prussia gran parte della Slesia.
Umiliata dalla cessione della Slesia, l'Austria lavorò per assicurarsi un'alleanza con Francia e Russia per combattere la Prussia mentre Federico II dal canto suo guardò con interesse alla Gran Bretagna. Quando Federico II tempestivamente invase la Sassonia e la Boemia nel corso di alcuni mesi del 1756, egli diede inizio alla Guerra dei Sette anni.
I continui combattimenti erano utili a Federico per ribadire anche la potenza e l'imponenza del suo esercito nonché la sua temuta abilità militare. Scontrandosi con Austria, Russia, Francia e Svezia contemporaneamente e con la sola alleanza dell'Hannover (territorio continentale britannico), Federico riuscì ad evitare un'invasione dei suoi nemici in Prussia nel 1760, consentendo però ai russi di occupare per breve tempo Berlino e Königsberg. La situazione sembrava disperata sino alla morte della zarina Elisabetta di Russia e l'ascesa del nipote Pietro III, grande estimatore della Prussia che evitò di proseguire il conflitto.
Forte della sconfitta dell'armata austriaca nella Battaglia di Burkersdorf e delle vittorie inglesi sulle colonie americane francesi, la Prussia si confermò in breve tempo come il più importante stato dell'area germanica e come una grande potenza per la progressiva espansione, divenendo il più temibile antagonista dell'Austria. L'abilità di Federico II fece del suo territorio frazionato anziché una debolezza una forza, permettendo al suo potente esercito di essere presente in quasi tutte le province settentrionali dell'impero. Infatti gli stati prussiani erano composti oltre che dal regno di Prussia propriamente detto, anche dalle terre e dipendenze dell'Elettorato del Brandeburgo, costituito da:

1772, 1793, e 1795: Ripartizione della confederazione polacco-lituana

Con l'indebolimento progressivo nel XVIII secolo della forza della Confederazione polacco-lituana con cui la Prussia confinava, si fece maggiore il rischio dell'invasione della Russia in quelle terre al fine di espandere l'influenza dello zar in Europa. Il re di Prussia fu pertanto uno dei promotori della divisione della Polonia tra Russia, Prussia e Austria nel 1772 inseguendo il tema del bilanciamento delle forze. Il Regno di Prussia riuscì ad annettere parte della Prussia Reale, inclusa la regione della Warmia e le terre annesse andarono difatti a fondare la Provincia della Prussia Occidentale (assieme al Ducato di Prussia).
Alla morte di Federico II nel 1786, suo nipote Federico Guglielmo II continuò la ripartizione ottenendo gran parte della Polonia occidentale nel 1793. Le parti conquistate vennero identificate in tre nuove province: Nuova SlesiaPrussia meridionale e Nuova Prussia Orientale.

1801-1815: Le guerre napoleoniche

La Pace di Basilea (1795) pose fine alle guerre della prima coalizione antifrancese. All'interno dei concordati la Repubblica Francese e la Prussia stipularono un concordato col quale quest'ultima si sarebbe impegnata per mantenere la neutralità del Sacro Romano Imperoed avrebbe frenato l'influenza inglese sulla Germania attraverso i domini continentali di Hannover e Brema-Verden.
Nel corso delle guerre della seconda coalizione antifrancese (1799–1802) Napoleone Bonaparte chiese alla Prussia di occupare i domini britannici in Germania. Nel 1801, 24.000 soldati prussiani invasero di sorpresa l'Hannover che si arrese senza combattimenti. Nell'aprile del 1801 le truppe prussiane invasero anche la città di Stade, capitale del principato di Brema-Verden e vi rimasero sino all'ottobre di quello stesso anno. Il Regno Unito dapprima ignorò l'ostilità della Prussia ma quando anche Danimarca e Russia si allearono alla Francia, l'Inghilterra iniziò a catturare i vascelli prussiani presso le proprie coste. Dopo la Battaglia di Copenaghen la coalizione cadde e la Prussia venne costretta a ritirare le proprie truppe.
Su istigazione di Napoleone, nel 1806 la Prussia riprese possesso dei territori di Hannover e Brema-Verden. Il 6 agosto 1806 il Sacro Romano Impero venne sciolto come risultato delle vittorie napoleoniche sull'Austria. Il titolo di Kurfürst (Principe-elettore) del Brandeburgo divenne ormai senza senso e venne abbandonato.
Quando la Prussia decise di porsi contro l'Impero Francese, venne sconfitta nella Battaglia di Jena (14 ottobre 1806) e re Federico Guglielmo III venne costretto temporaneamente a cercare esilio a Memel. Dopo il Trattato di Tilsit del 1807, la Prussia perse più di metà del proprio territorio tra cui molte delle terre polacche (incluse nel Ducato di Varsavia). La Francia riprese l'Hannover e Brema-Verden, oltre al fatto che la Prussia venne invasa dalle truppe francesi che costrinsero lo Stato prussiano al loro mantenimento e obbligarono il re a siglare un'alleanza con la Francia.
Dopo la sconfitta di Napoleone in Russia, la Prussia abbandonò l'alleanza e prese parte alla sesta coalizione antifrancese. Le truppe prussiane, guidate dal maresciallo Gebhard Leberecht von Blücher contribuirono in maniera decisiva alla vittoria della Battaglia di Waterloo del 1815 che sconfisse definitivamente Napoleone.

1815: dopo Napoleone


Espansione della Prussia 1807-1871
La ricompensa per la Prussia dei danni subiti durante il periodo napoleonico gli pervenne dal Congresso di Vienna, dove la Prussia ottenne la restituzione di tutti i suoi territori e del 40% del Regno di Sassonia oltre ad alcune terre dell'area del Reno. Queste nuove acquisizioni portarono il regno ad essere organizzato in 10 province. Gran parte del regno divenne parte della Confederazione Germanica, una confederazione composta da 39 stati sovrani che si proponeva di rimpiazzare l'antico Sacro Romano Impero.
Federico Guglielmo III apportò alla Prussia molte riforme amministrative tra le quali l'istituzione di ministeri che per quasi un secolo ressero le sorti del regno.
Come conseguenza delle rivoluzioni del 1848, i principati di Hohenzollern-Sigmaringen e Hohenzollern-Hechingen (governati dalla linea cattolica degli Hohenzollern) vennero annessi al Regno di Prussia nel 1850e poi uniti a formare la Provincia di Hohenzollern.

1848–1871: Le guerre germaniche e l'unificazione

Per cinquant'anni dopo il Congresso di Vienna vi furono conflitti tra la Confederazione Germanica e la volontà dei singoli stati di conservare la loro autonomia riformandosi. La creazione dell'Unione doganale tedesca (Zollverein) nel 1834 escluse l'Austria dai giochi di potere in Germania accrescendo l'influenza della Prussia sugli altri stati membri. Nel 1848 a Federico Guglielmo IV di Prussia venne offerta la corona imperiale della Germania Unita dal parlamento di Francoforte ma egli rifiutò l'offerta per la debolezza delle garanzie accordategli e perché questo avrebbe voluto dire rientrare palesemente in guerra con l'Austria.
Nel 1848 scontri guidati dalla Danimarca nei ducati di Schleswig e Holstein portarono alla Prima guerra dello Schleswig (1848–51) tra Danimarca e Confederazione Germanica ove la prima uscì sconfitta e venne costretta ad abbandonare entrambi i ducati.
Federico Guglielmo IV emanò la prima costituzione dello Stato nel 1850 di sua volontà, mostrando uno stile moderato ma allo stesso tempo conservatore, concendendo la formazione di due camere ma continuando a sostenere il "diritto divino" sulla reggenza delle terre prussiane.
Il fratello minore di Federico Guglielmo, Guglielmo I, venne chiamato a succedergli al trono nel 1861 dopo alcuni anni di reggenza per il fratello malato. Guglielmo si occupò subito di aumentare la forza dell'esercito, progetto osteggiato dal parlamento e mediato poi dal primo ministro Otto von Bismarck, il quale aveva compreso che era ormai inevitabile l'attuazione del processo di riunificazione della Germania e la guida sarebbe stata il Regno di Prussia.
Come ultimo colpo di coda, la Seconda guerra dello Schleswig (1864), portò a un'ulteriore sconfitta della Danimarca da parte della Prussia.

Risultati della guerra austro-prussiana (1866)

     Prussia
     Alleati prussiani: Italia e 14 stati tedeschi[3]
     Alleati austriaci: 11 stati tedeschi[4]
     Acquisizioni prussiane: HannoverSchleswig-HolsteinAssiaAssia-KasselNassau e Francoforte
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L'amministrazione dello Schleswig e dell'Holstein divennero l'obbiettivo della guerra austro-prussiana scoppiata nel 1866, durante la quale la Prussia si alleò col neonato Regno d'Italia e altri stati tedeschi contro l'Austria. La coalizione imperiale venne schiacciata e la Prussia riuscì ad annettersi alcuni stati tra i quali il Regno di Hannover, l'Assia-Kassel, il Ducato di Nassau e la città di Francoforte. Il Regno di Prussia inglobò anche i ducati di Schleswig e Holstein, ed anche il Sassonia-Lauenburg in unione personale con la Prussia. Guglielmo I era intenzionato anche a privare l'Austria di alcuni suoi territori ma Bismarck lo persuase a desistere progettando future alleanze.
Durante la guerra la Confederazione Germanica venne dissolta ed al suo posto venne creata la Confederazione Germanica del Nord comprendente 21 stati e guidata dalla Prussia nel 1867, costringendo all'alleanza con la Prussia la maggior parte degli stati tedeschi eccetto l'Austria.
L'atto finale fu rappresentato dalla guerra franco-prussiana del 1870 dove Napoleone III di Francia venne sconfitto ed il 18 gennaio 1871 (nel 170º anniversario dell'incoronazione del primo re di Prussia), venne proclamata la fondazione dell'Impero Tedesco sotto la guida del primo imperatore, Guglielmo I.

mercoledì 7 febbraio 2018

Storia del Brandeburgo-Prussia

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Il Brandeburgo-Prussia fu uno stato europeo esistito dal 1618 al 1701. Specificatamente il toponimo indica l'unione personale di due dei principali dominii degli Hohenzollern, ossia la Marca di Brandeburgo e il Ducato di Prussia. L'altra conseguenza di questa incorporazione fu l'unione dei principati del basso Reno come ClevesMarkRavensberg dopo il Trattato di Xanten del 1614.
Con la Pace di Vestfalia, che pose fine alla guerra dei trent'anni nel 1648, il Brandeburgo ottenne Minden ed Halberstaft, oltre alla successione in Pomerania (incorporata nel 1653) ed il Ducato di Magdeburgo (incorporato nel 1680). Col Trattato di Bromberg (1657), concluso durante la Seconda Guerra del Nord, gli elettori vennero liberati dal vassallaggio polacco per il ducato di Prussia ed ottennero le terre di LauenburgBütow e Draheim. Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye del 1679 espanse la Promerania brandeburghese verso il basso Oder.
La seconda metà del XVII secolo gettò le basi per la formazione della Prussia perché divenisse una grande potenza in Europa. L'emergente potenziale militare del Brandeburgo-Prussia, basato sull'introduzione di un esercito stabile nel 1653, venne simbolizzata dalle note vittorie a Varsavia (1656) e Fehrbellin (1675) e dalla Die große Schlittenfahrt (1678). Il Brandeburgo-Prussia fondò inoltre una marina militare stabile e una serie di colonie nella Costa d'Oro brandeburghese e ad ArguinFederico Guglielmo, conosciuto come "il Grande Elettore", aprì il Brandeburgo-Prussia ad un'immigrazione su vasta scala (Peuplierung) per rifugiati protestanti da tutta Europa ("Exulanten"), soprattutto ugonotti a seguito dell'Editto di Potsdam. Federico Guglielmo iniziò inoltre a centralizzare l'amministrazione del Brandeburgo-Prussia ed a ridurre l'influenza degli stati generali.
Nel 1701Federico III, elettore di Brandeburgo, riuscì ad elevare lo status del suo dominio in Regno di Prussia di cui divenne sovrano col nome di Federico I.
Questo venne reso possibile per il fatto che il Ducato di Prussia era escluso formalmente dal Sacro Romano Impero ma necessitò dell'approvazione imperiale che fu quasi obbligata data la necessità di alleanze forti in vista della Guerra di successione spagnola e della Grande guerra del Nord.

Dal 1701 in poi, i domini degli Hohenzollern presero il nome di Regno di Prussia, o semplicemente Prussia. Legalmente, l'unione personale tra Brandeburgo e Prussia continuò sino alla dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1806. Ad ogni modo, già a quell'epoca la signoria dell'imperatore sull'impero era divenuta una finzione legale. Dopo il 1791de facto, il Brandeburgo era divenuto parte del regno prussiano. Federico ed i suoi successori seguitarono a centralizzare e ad espandere lo stato, trasformando l'unione personale in una provincia subordinata a Berlino.



Infine un breve riepilogo nella seguente tabella:
Arms of Brandenburg.svg
Arms of East Prussia.svg

History of Brandenburg and Prussia
Northern March
pre–12th century
Old Prussians
pre–13th century
Margraviate of Brandenburg
1157–1618 (1806)
Teutonic Order
1224–1525
Duchy of Prussia
1525–1618
Royal (Polish) Prussia
1466–1772
Brandenburg-Prussia
1618–1701
Kingdom in Prussia
1701–1772
Kingdom of Prussia
1772–1918
Free State of Prussia
1918–1947
Klaipėda Region
(Lithuania)
1920–1939 / 1945–present
Brandenburg
(Germany)
1947–1952 / 1990–present
Recovered Territories
(Poland)
1918/1945–present
Kaliningrad Oblast
(Russia)
1945–present

martedì 6 febbraio 2018

Templari e Teutonici come premessa rispettiva di Massoneria e Nazionalsocialismo

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Sul presunto legame tra i Templari e la Massoneria, secondo cui i primi sarebbero sopravvissuti in incognito infiltrandosi dietro le nascenti corporazioni dei Liberi Muratori, i "Free Masons", o Frammassoni) si è detto e scritto di tutto, specie nell'ambito della letteratura esoterica e delle tesi complottiste. Per chi volesse approfondire questo aspetto, inserisco subito un estratto enciclopedico esauriente riguardo agli autori che per primi hanno trattato argomenti relativi ai "Miti di fondazione della Massoneria", in riferimento sia al Tempio di Salomone, sia ai Cavalieri Tempari.
"Le storie di Anderson del 1723 e 1738, l'elaborazione romanzata di Ramsay, assieme all'allegoria interna del rituale massonico, centrato sul Tempio di Salomone ed il relativo architetto, Hiram Abif, hanno fornito ampio materiale per le successive congetture.
Il più antico rituale conosciuto pone la prima loggia massonica nel portico del tempio di re Salomone.[10] Secondo Anderson, si è anche potuto far risalire la massoneria ad EuclidePitagoraMosè, gli esseni e i culdei.[11] Preston iniziò la sua storia con i druidi,[8] mentre la descrizione fatta da Anderson dei massoni come noachidi, estrapolata da Albert Mackey, inserisce la "variabile Noè" nell'equazione.[12]
A seguito dell'introduzione dei massoni crociati da parte di Ramsay, i cavalieri templari assunsero un ruolo nel mito, a partire dal rito di stretta osservanza di Karl Gotthelf von Hund, che inoltre si collegava alla casata Stuart in esilio.[13] L'assassinio di Hiram Abif fu proposto come allegoria della morte di Carlo I d'InghilterraOliver Cromwell emerge come il fondatore della massoneria in un'anonima opera anti-massonica del 1745, comunemente attribuito all'Abbé Larudan.[14] Mackey afferma che "le proposizioni di Larudan si distinguono per la loro assoluta indipendenza da ogni autorità storica e per le sfacciate presunzioni offerte al lettore in luogo dei fatti."[15] Gli scritti anti-massonici di Christoph Friedrich Nicolai coinvolgevano Francesco Bacone e i rosacrociani,[16] mentre il collegamento di Christopher Wren con il mestiere fu omesso nel primo libro di costituzioni di Anderson, ma apparve nel secondo, dopo la morte di Wren.[17]
Più recentemente diversi autori hanno collegato i templari nella cronologia massonica attraverso le figure intagliate della cappella di Rosslyn in Scozia, dove si dice che i templari avrebbero cercato rifugio dopo lo scioglimento dell'ordine.[23] In The Hiram Key, Robert Lomas e Christopher Knight tracciano una cronologia che parte dall'antico Egitto, e passa per Gesù, i templari e Rosslyn prima di arrivare alla massoneria moderna.[24]"
Va aggiunto che nell'Ottocento, con l'elaborazione del falso documento dei Protocolli di Sion, si volle indicare un successivo innesto all'interno della Massoneria, e cioè quello dell'ebraismo, sia nella versione liberale e globalista (il "complotto giudaico-massonico" delle "democrazie plutocratiche"), sia nella versione giacobina, marxista, leninistra, trotzkista e internazionalista. 
Si tratta di un clamoroso falso, con drammatiche conseguenze, ma di certo l'operato di famiglie come quella dei Rothschild e di individui come George Soros, contribuiscono a rendere queste leggende metropolitane pericolosamente plausibili.
Et de hoc, satis.
Il grande nemico della Massoneria fu il Nazionalsocialismo tedesco, che nasceva dall'unione di vari elementi tra cui: il modello fascista italiano, il pangermanesimo, l'esoterismo ariosofico razzista e il militarismo prussiano.
Di queste componenti, almeno tre presentano profondi legami con quello che fu l'Ordine Teutonico fino alla secolarizzazione dei suoi possedimenti nel 1525 da parte del Gran Maestro Alberto di Hohenzollern, quando aderì al luteranesimo e divenne il primo duca ereditario di Prussia.
Il legame ereditario tra lo Stato Teutonico e il militarismo della Prussia è immediato, dal momento che il primo divenne la spina dorsale del secondo, tramite la dinastia Hohenzollern, che unendo il Brandeburgo con la Prussia pose le basi dell'unificazione tedesca culminata con la proclamazione, nel 1871, del Secondo Reich (secondo impero tedesco, il Primo Reich era stato il millenario Sacro Romano Impero Germanico, da Ottone I di Sassonia a Francesco II d'Asburgo).
Un importante simbolo di questo legame è la Croce di Ferro, massima decorazione militare utilizzata dal Regno di Prussia prima e dall'Impero tedesco poi.
L'insegna della Croce di Ferro è una croce patente nera in ferro brunito racchiusa in una cornice di metallo argentato. Venne disegnata dall'architetto neoclassico Karl Friedrich Schinkel sul modello delle croci distintive dell'Ordine Teutonico nel XIV secolo, da cui derivava anche l'emblema di Federico il Grande.

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La Croce di Ferro appariva anche nelle bandiere di guerra del Regno di Prussia e del Secondo Reich (Impero tedesco guglielmino)

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Riguardo al pangermanesimo nazionalista, il richiamo all'Ordine Teutonico si manifestò nel "Drang nach Osten", ossia nella tendenza ad espandersi verso est, come fecero i cavalieri teutonici quando conquistarono la Prussia, la Curlandia e la Livonia.
Meno nota, ma non meno importante, è la componente esoterica, che influì non solo sulla scelta della svastica come simbolo del nazionalsocialismo tedesco, ma anche (e soprattutto), sull'impostazione che Heinrich Himmler volle dare alle SS, la spina dorsale del Terzo Reich.
La questione è molto complessa, ma in questa sede ci si limiterà ad accennare al fatto che Heinrich Himmler volle impostare le SS sul modello dell'Ordine Teutonico Medievale, creando per loro una sede centrale nel castello di Wewelsburg, in Sassonia, che sarebbe dovuto diventare "la nuova Marienburg", con riferimento al quartier generale dei teutonici in Prussia.

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Nel 1934, dietro suggerimento di Karl Maria WiligutHeinrich Himmler firmò un contratto di affitto del castello per 100 anni per la cifra simbolica di 100 marchi con il circondario di Paderborn, inizialmente intendendo ristrutturare il castello per farne una "Reichsführerschule SS", una scuola per i dirigenti nazisti (i cosiddetti SS "Führerkorps"). Le attività che vi venivano svolte erano le seguenti:
  • studio della preistoria
  • studio della storia medievale e del folklore popolare
  • costruzione della "Biblioteca delle Schutzstaffeln di Wewelsburg"
  • rafforzamento dell'ideologia nazionalsocialista nel villaggio di Wewelsburg[3]
Heinrich Himmler rimase da subito colpito dalla forma a freccia del castello, che contrariamente ad altre costruzioni, seguiva l'asse Nord-Sud invece del più consueto Est-Ovest. Tale vettore risulta per Himmler il centro del castello e quindi della Germania nazista.[4]

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A partire dal 1936 volle rafforzare il ruolo di Wewelsburg come centro rappresentativo e ideologico delle SS. Nel 1938Siegfried Taubert fu incaricato di ristrutturare il castello. Pare che anche l'Ahnenerbe sia stata coinvolta nella fase di progettazione della ristrutturazione. In principio la RAD "Reichsarbeitsdienst" apportò le modifiche al castello. 
Secondo i piani di Heinrich Himmler, il castello doveva essere il "centro del nuovo mondo" ("Zentrum der neuen Welt") dopo la "vittoria finale". Per questo motivo, era stata progettata la realizzazione di un muro circolare del diametro di un chilometro attorno al castello.[7]

Membri principali delle Scuola delle SS Wewelsburg[8]

  • Heinrich Himmler
  • Manfred von Knobelsdorff (Comandante)
  • Siegfried Taubert (Comandante)
  • Karl Elstermann von Elster, Stabsführer (rimpiazzato poi da Paul Hübner)
  • Walter Muller, Hauptsturmführer
  • Josef "Pepi" Schneid, Hauptsturmführer
  • Walter Franzius, architetto
  • Karl Lasch
  • dr. Hans-Peter de Courdes
  • dr. Berhard Frank, SS-Comandante dell'Obersalzburg
  • dr. Heinrich Hagel, medico e Obersturmbannführer
  • Wilhelm Jordan
  • Elfriede Wippermann

La torre nord e il Sole Nero


Cortile interno

Cripta del castello

















Nella torre nord del castello sono presenti due stanze create dalla SS con precisi intenti simbolici; la torre stessa è stata chiamata "Centro del Mondo" dagli architetti che la hanno riprogettata. La prima stanza, la "Obergruppenführersaal" (letteralmente: Obergruppenführer - Camera dei generali)[9] è un salone di rappresentanza. Il pavimento in marmo è decorato con un ornamento ed un mosaico circolare di colore verde scuro chiamato "Sole Nero" (Schwarze Sonne)[10]; questo è una ripresa del cerchio del sole, simbolo usato dal misticismo nazista e alcune correnti dell'Etenismo. 

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Originariamente al centro dell'ornamento vi era un disco in oro; il termine "Sole Nero" per il mosaico di Wewelsburg divenne popolare dopo la Seconda Guerra Mondiale quando il disco d'oro venne rimosso. Recentemente, è stato adottato come simbolo dalla Guardia Nazionale Italiana (da non confondere con quella creata dopo l'unità d'Italia), movimento neo nazista italiano.[11] La seconda stanza, nel seminterrato è una stanza per la preghiera per le SS defunte; questa stanza è tuttavia rimasta incompiuta.[12].
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Nelle intenzioni di Himmler, il castello era il luogo dove far rinascere i Cavalieri Teutonici, i cui capi dovevano essere impersonati da 12 ufficiali delle SS riuniti in una tavola rotonda. Questi dodici cavalieri sarebbero stati il seguito di Himmler durante riti sconosciuti praticati all'interno del castello. Benché ci siano i presupposti per ritenere che questi incontri avvenissero regolarmente, l'unica riunione documentata è del giugno 1941.

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Il castello era la base spirituale di ogni membro delle SS: alla morte di uno degli ufficiali, le sue ceneri sarebbero dovute essere sepolte nel castello; similmente, qualunque destinatario di uno dei Totenkopfrings di Himmler doveva restituire il suo anello al castello nel momento della sua morte.[13]
Quando si capì che la sconfitta era inevitabile, Himmler ordinò a Heinz Macher con 15 dei suoi uomini di distruggere il castello di Wewelsburg, solo due giorni prima che la 3ª Divisione di fanteria americana occupasse la zona. I rapporti militari variano dalla distruzione quasi completa al danneggiamento grave solo della torre nord.[14]

Dopo la Guerra

I danni della guerra furono presto riparati dopo che il territorio fu bonificato dagli esplosivi. Attualmente il castello ospita un ostello della gioventù ed un museo. Nel 2006 e nel 2007 ha ospitato l'annuale Internacia Seminario, un incontro della gioventù Esperantista.

Curiosità

In tempi recenti, il castello di Wewelsburg ha fornito l'ispirazione per il videogioco Return to Castle Wolfenstein, anche se non esiste alcuna somiglianza fra i due castelli.
I seguenti romanzi sono in parte ambientati nel castello di Wewelsburg:
  • (IT) James Rollins, L'Ordine del Sole Nero, Casa Editrice Nord, 2007.
  • (SV) Jan Wallentin, Strindbergs stjärna, Albert Bonniers Förlag, 2010.[15]
  • Paolo Di Reda e Flavia Ermetes, La formula segreta delle SSNewton Compton, 2013.

Note

  1. ^ (ENWewelsburg 1933–1945. Cult- and terror place of the SS (PDF), su lwl.org, p. 214.
  2. ^ Russell, Schneider 2007, p. 10.
  3. ^ Russell, Schneider 2007, p. 35.
  4. ^ (EN) Julian Strube: Die Erfindung es esoterischen Nationalsozialismus im Zeichen der Schwarzen Sonne. In: Zeitschrift für Religionswissenschaft, 20(2), 2012: pp. 223–268.
  5. ^ (ENIVM.org
  6. ^ (EN) Wolfgang Sofsky, The Order of Terror: The Concentration Camp, trans. William Templer (Princeton, NJ: Princeton University Press, 1997), p. 122.
  7. ^ Reitlinger 1969, p. 54.
  8. ^ Reitlinger 1969, p. 38.
  9. ^ vedi foto
  10. ^ vedi foto
  11. ^ Tombetti 2005, p. 88.
  12. ^ Russell, Schneider 2007, p. 60.
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  15. ^ Di Reda, Ermetes 2013, p. 20.

Bibliografia

  • Gerald Reitlinger, Storia delle SS, Milano, Longanesi, 1969.
  • Stuart Russell e Jost W. Schneider, La fortezza di Heinrich Himmler, Roma, Thule Italia, 2007 [1989]ISBN 978-88-902781-0-5.
  • Pierluigi Tombetti, I grandi misteri del nazismo. La lotta con l'ombra, Milano, SugarCo, 2005.
  • Pierpaolo Tavino, Niederhagen - Il Segreto Perduto, Italia, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2015.