venerdì 13 gennaio 2017

Gli Anunnaki, gli dei della mitologia mesopotamica

Immagine correlata

Immagine correlata

Risultati immagini per sem cam jafet

Immagine correlata

Immagine correlata

Risultati immagini per sem cam jafet

Immagine correlata

Risultati immagini per sem cam jafet

Immagine correlata


Immagine correlata

Il termine sumerico Anunna(ki), reso in accadico con Anunnakkū, o, occasionalmente con Anukkū o Enunnakkū, indica, nelle religioni della Mesopotamia, l'insieme o parte degli dèi.[1][N 1]

Il nome e i miti

Il loro nome è riportato in vari modi: "da-nuna", "da-nun-na-ke4-ne", o "da-nun-na", col significato di "quelli di sangue principesco", oppure "prole regale",[1] o ancora di "progenie di principi".[2]
L'assiriologo italiano Pietro Mander sostiene[3] che gli dèi Anunna siano un nome collettivo di divinità dal significato, forse, di "discendenza principesca", e forse:
« dal periodo kassita, allorché è posto in opposizione all'altro collettivo, Igigi [...] il nome passa a designare le divinità infere, mentre nel periodo sumerico designava l'insieme degli dèi, anche celesti. Tuttavia, anche nel Quando in alto, databile alla fine del II millennio, si parla di Annunaku celesti (in numero di 300) insieme a quelli ctoni (che sono il doppio: 600). »
Così gli assiriologi Jean Bottéro e Samuel Noah Kramer:[4]
« Gli Anunna, definizione sumerica ("Progenie del Principe"), resi in accadico con AnunnukuAnunnaki, sembrano aver inizialmente composto il gruppo dei grandi dèi, che esercitavano all'interno della comunità divina i principali ruoli di comando, mentre gli Igigu-Igigi, termine più recente, di origine probabilmente semitica ma di significato fondamentalmente sconosciuto, designavano l'insieme degli dèi "lavoratori" di ordine inferiore [...]. Più tardi la differenza si è sfumata e ciascuno dei due vocaboli ha potuto confondersi con l'altro o riferirsi, a seconda dei casi, sia all'insieme degli dèi, sia a questa o a quell'altra delle loro categorie. Anunnaku, per esempio, si è facilmente esteso alle divinità che abitano gli inferi come si vede in 18:32, mentre nella versione sumerica [...] il corrispondente Anunna indica il gruppo di divinità infernali più importanti, che raccolti in assemblea prendono decisioni fondamentali. »
Giovanni Pettinato ne raccoglie diverse indicazioni:[5]
« Anunna(ki/u) I. "Progenie principesca". Designazione degli dèi del cielo e della terra. In generale il nome indica o un gruppo consistente di divinità, sia celesti sia infere, o le sette divinità maggiori che decidono i destini, sia dei vivi che dei morti. Nel mito della discesa agli Inferi di Ištar, il termine è usato nel doppio senso, grandi dèi celesti e grandi dèi degli Inferi. Nel mito di Nergal ed Ereškigal, così come in quello della discesa agli Inferi di Ištar, gli Annunaki appartengono al regno degli Inferi.
Anunna (ki/u) II. Dèi inferi. La totalità degli dèi che risiedono negli Inferi alla corte di Ereškigal, oppure i grandi dèi degli Inferi che decidono i destini dopo la morte.
Anunna(ki/u) III. "Anunna del Duku": ricevono i doni da Gilgameš al suo arrivo agli Inferi. »
Secondo il mitologo statunitense David Adams Leemings il loro nome deriverebbe da quello del dio Cielo An[6] e consisterebbero in dèi sumeri delle origini, indicando delle divinità ctonie della fertilità, associate al mondo sotterraneo, del quale sono i giudici.[6]
Secondo Mauro Biglino, specialista nelle traduzioni dall'ebraico antico, il nome ebraico del sumero Anunnaki è Anaqin o Anaqiti.[7]
Secondo Zecharia Sitchin, traduttore di testi antichi sumerici, Anunnaki, significa "Coloro che dal cielo sono scesi sulla terra".[8] Dividendo in sillabe il nome accadico, An-nu-na-ki, se ne ricaviamo il significato di "i cinquanta che andarono dal Cielo alla Terra". Gli Anunnaki erano dei comuni, preposti a quelle che potremmo chiamare "mansioni generiche"[9].

Gli Anunna nella letteratura religiosa sumerica

La prima apparizione di questo nome collettivo delle divinità mesopotamiche appare nella letteratura religiosa sumerica risalente al periodo di Ur III (XX secolo a.C.).[10]
(SUX)
« 1.⌈u4? an? en⌉-né an mu-ká[r?] ki mu-gi6 kur-šè igi m[u-lá?/bar]
2. bùru a nu-bal ninda nu-gar ki-dagal xx ⌈á⌉ nu-aka
3.[i] šib-maḫ d en-⌈líl⌉-lá nu-ùḡál [š]u ⌈luḫ⌉-ku-ge ⌈šu⌉ su-nu-ù-ma-du7
4. x xan-na ⌈ke4-šu⌉ nu-ù ⌈du7⌉ [dik] u5? ⌈nu-di⌉
5. [an-k]i teš-bi-a mu-dab5
 »
(IT)
« 1. An, il signore, illuminava il cielo, mentre la Terra (Ki) era al buio e nel Kur[11] lo sguardo non penetrava;
2. dall'abisso non si attingeva acqua,[12] nulla si produceva, nella vasta terra non venivano scavati solchi;
3. L'eccelso purificatore di Enlil non esisteva ancora, i riti di purificazione non venivano eseguiti;[13]
4. [la iero]dula del cielo non era ancora ornata,[14] non si proclamavano le (sue) [lodi (?)];
5. [Cielo e Ter]ra non erano legati l'uno all'altra (formulando) un tutt'uno,
6. non si erano ancora sposati;
7. la Luna non splendeva ancora, l'oscurità si estendeva [(dappertutto)];
8. An manifestava il suo splendore nell'abitazione (celeste),
9. il luogo dove egli abitava, non presenta tracce di vegetazione,
10. i poteri (me) di Enlil non erano stati distribuiti nei paesi
11. la santa signora dell'E-anna[15] non riceveva ancora le of[ferte];
12. i grandi Dei, gli Anunna,[N 2] non circolavano sulla terra (?)
13. gli dèi del cielo, gli dèi della terra non esistevano ancora. »
(Gli dèi del cielo, gli dei della terra non esistevano ancora (NBC 11108); datazione: Ur III, da Nippur. Traduzione dal cuneiforme sumerico: Römer; traduzione in lingua italiana di Giovanni Pettinato in Mitologia sumerica; il titolo è di Giovanni Pettinato e corrisponde al 13° rigo, in sumerico: 1.[(x)]dingir-an-na ding[ir-k]i-a nu-ù-ma-⌈su8-su8⌉-ge-éš.)

Gli Anunnaki nella letteratura religiosa in lingua accadica

La relazione fra gli dèi Anunnaki e gli dèi Igigi non è chiara: talvolta i due nomi sono intercambiabili, ma, nel mito semitico del diluvio di Atra-ḫasis, gli Igigi costituiscono la sesta generazione di divinità, che devono lavorare per gli Anunnaki; dopo la loro ribellione sono sostituiti dall'umanità, che è creata in quella occasione.[16]
Gli Anunnaki sono anche menzionati nell'Epopea di Gilgameš, versione classica, quindi in lingua accadica, quando Utanapištim racconta la storia del Diluvio. Secondo questa tradizione, gli Anunnaki avevano incendiato la terra prima dell'arrivo della tempesta.[N 3]
Gli Anunnaki compaiono nel poema babilonese Enûma Eliš.[17] Dopo la creazione dell'umanità, il dio Marduk divise gli Anunnaki (i "grandi dèi") in due gruppi di trecento divinità ciascuno e assegnò al primo gruppo il cielo e al secondo la terra.[18] Per gratitudine, gli Anunnaki costruirono un nuova dimora per gli dèi Marduk, Enlil ed Ea: il tempio di Esagila, che eguagliava l'Apsu.


Albero genealogico degli Annunaki

Immagine correlata

Note

Note al testo
  1. ^ «Gli dèi Anuna. Un nome collettivo di divinità è Anuna (forse "discendenza principesca"), in accadico Anunnaku. Forse dal periodo kassita, allorché è posto in opposizione all'altro collettivo, Igigi (cfr. pp. 104-5); il nome passa a designare le divinità infere, mentre nel periodo sumerico designava l'insieme degli dèi, anche celesti. Tuttavia, anche nel Quando in alto, databile alla fine del II millennio, si parla di Anunnaku celesti (in numero di 300) insieme a quelli ctoni (che sono il doppio: 600)», cfr. Mander, p. 90.
  2. ^ Annuna (ki) riportato come: da-nunada-nuna-ke4-ned'a-nun-na, con il significato di "sangue principesco", "stirpe reale", sono il nome collettivo degli dèi principali e appare qui tra le prime volte. In genere sono indicati nel numero di cinquanta, ma nell'Enûma Eliš sono sei, in altre tradizioni sette.
  3. ^
    (AKK)
    « d-a-nun-na-ki il-šu-ú di-pa-ra-a-ti
    ina nam-ri-ir-ri-šu-nu ú-ḫa-am-ma-ṭu ma-a-tum »
    (IT)
    « Gli Annunaki levano le fiaccole,
    col loro splendore bruciano il paese »
    (Epopea di Gilgameš, versione classica babilonese (in accadico: [šá naq-ba i-mu-ru i]; Colui che vide le profondità, Tavola XI, 103-104; trascrizione dal cuneiforme accadico di Andrew George, Oxford vol.1, p.708; traduzione in italiano di Giuseppe Furlani, in Miti babilonesi e assiri, Torino, UTET, p. 230.)
Fonti
  1. ^ a b Leick, p. 7.
  2. ^ Black, Green, p. 34.
  3. ^ Mander, p. 90.
  4. ^ Bottéro, Kramer, p. 58.
  5. ^ Pettinato, pp. 527-528.
  6. ^ a b Leemings, p. 21.
  7. ^ Mauro Biglino. Gli dei che giunsero dallo spazio. Uno Editori. 2009. ISBN-10: 8890369779; ISBN-13: 978-8890369773. pag.17
  8. ^ Zecharia Sitchin. La genesi. Jackson. 1990. ISBN-10: 8825607652; ISBN-13: 978-8825607659. pag. 24.
  9. ^ Zecharia Sitchin. Cronache terrestri: Il pianeta degli Dei. Piemme. 1976. pag. 415.
  10. ^ Leick, p. 8.
  11. ^ Van Dijk e Römer rendono con Inferi; Chiodi e Pettinato come "montagna mitica".
  12. ^ Questo abisso è la dimora di Enki.
  13. ^ Ancora un riferimento a Enki che soprintendeva questi riti.
  14. ^ Si riferisce a Inanna quindi alla stella Venere.
  15. ^ Si riferisce a Inanna, anch'essa divinita poliade di Uruk.
  16. ^ Leick, p. 85.
  17. ^ Enûma Eliš, Tavola I, 156.
  18. ^ Enûma Eliš, Tavola VI, 39-69.

Bibliografia

  • Jean Bottéro, Samuel Noah Kramer, Uomini e dèi della Mesopotamia, Torino, Einaudi, 1992, ISBN 978-88-06-12737-4.
  • (EN) Jeremy Black e Anthony Green, Gods, Demons and Symbols of Ancient Mesopotamia: An Illustrated Dictionary, Austin, University of Texas Press, 1992, ISBN 978-0-292-70794-8.
  • (EN) Gwendolyn Leick, A Dictionary of Ancient Near Eastern Mythology, New York, Routledge, 1998, ISBN 978-0-415-00762-7.
  • Giovanni Pettinato, Mitologia assiro-babilonese, Torino, UTET, 2005, ISBN 978-88-02-07088-9.
  • Pietro Mander, La religione dell'antica Mesopotamia, Roma, Carocci, 2009, ISBN 978-88-430-5109-0.
  • (EN) David Leemings, The Oxford Companion to World Mythology, Oxford, Oxford University Press, 2009, ISBN 978-0-19-538708-7.

Voci correlate

Elohim significa "gli Dei", ma nella Bibbia è tradotto con "Dio"


Risultati immagini per elohim

Immagine correlata


Risultati immagini per elohim

Ĕlōhīm (in ebraicoאֱלוֹהִים ,אלהים?ascolta[?·info]) è il nome in ebraico biblico della divinità[1] e il titolo del dio di Israele nell'Antico Testamento[2]. Il termine è oggetto di controversie sulla sua interpretazione e anche sulla sua consistenza grammaticale: è da molti autori considerato un termine plurale[1].
Il significato base del nome è "dio", "divinità", e se riferito a YHWH è inteso come il Dio unico di Israele[3]. L'uso alternativo di questo nome e del nome Yahweh nel Pentateuco ha consentito alla c.d. "teoria delle quattro fonti" di isolare due relati dei quali è dedotta la combinazione nella composizione dei cinque libri, e che appunto sono detti "fonte elohista" e "fonte yahwista"[2].
Con il significato di "dio, divinità", il nome è attribuito anche ad altre divinità individuali[4], ad esempio AstarteMilcom e Chemosh, dèi nazionali rispettivamente dei Sidoni, degli Ammoniti e dei Moabiti[5].

Il nome plurale

L'interpretazione per cui il nome sarebbe plurale lo collega per alcuni studiosi al nome singolare El, che presso i pastori proto-semiti indicava l'Ente Supremo che è nei cieli e si rendeva con desinenza nelle forme Elum o Ilum[6]. Altre teorie vogliono invece il termine come forma plurale di elohah (אלוה), oppure di alah (timore)[1].
L'idea di pluralità del nome di Dio ha prodotto interrogativi circa una eventuale ipotesi di senso politeista, ma quando è usato con significato di Dio il nome è preceduto da articolo e guarnito di verbi e aggettivi singolari[1]; in ogni caso agli Ebrei fu vietato l'uso di questo nome, ad evitare rischi di contaminazioni con il politeismo degli Dei romani[1].
Quando usato con verbi e aggettivi al plurale elohim è usualmente plurale, "dèi" o "potenze".[7][8] Generalmente si pensa che elohim sia una forma derivata da eloah, a sua volta una forma espansa del sostantivo semitico il (in ebraico: אֵלʾēl [4]). Con verbi al plurale la parola è anche usata come vero plurale nel significato di "dèi"[4], per esempio quelli egizi in Esodo 12:2.[5] Fanno eccezione alcuni passi della Genesi, dell'Esodo, di Samuele e dei Salmi in cui elohim viene generalmente tradotto con Dio nonostante sia seguito da un verbo coniugato al plurale[9][10][11][12]. Il supposto significato "giudice" per l'ebraico biblico è ormai abbandonato negli studi accademici.[13] I nomi correlati elohah (in ebraico: אלוה) e el (in ebraico: אֵל) sono usati sia come nomi propri che come generici, nel qual caso sono intercambiabili con elohim. In altri passi elohim viene tradizionalmente tradotto con angeli (Salmi8:6; 97:7; 138:1 e, con riferimento allo spettro di Samuele, in Samuele 28:13), nonostante tale significato non sia filologicamente fondato[13]. In Esodo elohim viene anche attribuito come titolo vicariale a Mosè (4:16; 7:1)[13]
Lo studioso statunitense Mark S. Smith afferma che la nozione di divinità subì cambiamenti radicali lungo tutto il periodo della prima identità israelita: re-interpretazione degli dèi del primo periodo storicamente registrato come il primo "dio nazionale" della monolatria, come emerso nel VII e VI secolo a.E.V. nel Regno di Giuda e durante la cattività babilonese, e in seguito in termini di monoteismo con l'apparire dell'Ebraismo rabbinico nel II secolo d.C.[14]Una versione differente è stata data dallo storico Morton Smith. Nonostante la fine in -im comune a molti nomi plurali maschili ebraici, la parola quando riferita al Nome di Dio è grammaticalmente singolare e regge il verbo al singolare nella Bibbia ebraica (Tanakh).[15]
Il termine è affine alla forma ´-l-h-m trovata nell'ugaritico, dove viene utilizzata per indicare i re morti e divinizzati.[16] L'uso del termine elohim nel tardo testo ebraico implica una visione che sia almeno monolatrista al momento della scrittura e tale uso (al singolare), come titolo proprio della divinità suprema, non è generalmente considerato sinonimo del termine elohim, "dèi" (plurale, sostantivo semplice). La grammatica ebraica consente questa forma nominalmente plurale a significare "Egli è la potenza (singolare) sopra le potenze (plurale)", o grossomodo "Dio degli dèi". Il rinomato studioso rabbinico Maimonide scrisse che i vari altri usi sono comunemente intesi come omonimi.[17] La forma plurale terminante in -im può essere intesa anche come astrazione, vedi la parola ebraica chayyim ("vita") o betulim ("verginità"). Se inteso in questo modo, elohim significa "divinità" o "deità".[18]

Etimologia

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: El (divinità)Halakhah e Allah.
Gli studiosi non sono concordi sull'etimologia di questo termine. Il Dictionary of Deities and Demons in the Bible (Dizionario delle divinità e demoni nella Bibbia)[19] definisce "elohim" quale plurale di elohah, forma estesa del nome comune semitico "'il" (ʾēl).[20] Contiene l'aggiunta di una heh come terza radicale (triconsonantica) della radice biconsonantica. I dibattiti sull'etimologia di elohim si basano essenzialmente su questa espansione.[21] Una possibile parola imparentata, al di fuori dell'ebraico, si trova nell'ugaritico ʾlhm, nell'aramaico biblico ʼĔlāhā e successivamente nel siriaco Alaha "Dio", in arabo ʾilāh "dio, deità" (o Allah come "Il Dio [unico]").
"El" (la base della radice estesa ʾlh) deriva usualmente da una radice che significa "essere forte" e/o "stare davanti".[20]
Il nome viene definito un plurale di astrazione ovvero di intensità, una definizione più corretta è quella del Burnett: plurale astratto concretizzato.[22] Questo particolare plurale con senso singolare si riscontra anche per altri termini.[23] Nella letteratura extrabiblica abbiamo casi paralleli dell'uso al plurale dell'accadico ilanu con significato singolare. Tale uso viene confermato dalle lettere di Tell-el-Amarnah, dove il faraone è designato come ilani-ia (lett. «miei dei»).[24]
Numerosi i passi, nell'Antico Testamento, in cui è presente la forma plurale (anche come pronome):
« Dio disse: facciamo l'uomo, con la nostra immagine, a nostra somiglianza […] Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi »
(Genesi 1,26; 3,22)

Religione cananea

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Canaan e Religione cananea.
La parola el (singolare) è un termine standard per "dio" in altre lingue semitiche correlate, tra cui la lingua ugaritica.
Nel ciclo ugaritico di Baal si legge dei "settanta figli di Asherah". Ciascun "figlio di dio" si riteneva fosse la divinità originatrice di un popolo particolare (Keilschrift Texte aus Ugarit 2 1.4.VI.46). Un collegamento a questo mito si ritrova in Genesi, in cui si descrivono i "figli di Dio" che giacciono con le "figlie degli uomini" (Genesi 6:1-4).[25]

Elohista

Diagramma dell'Ipotesi documentale o "teoria delle quattro fonti".
'J': tradizione Jahvista
'E': tradizione Elohista
'D': tradizione Deuteronomista
'P': tradizione Codice Sacerdotale
'R': "Redattore" che ha compilato le fonti
* include la maggior parte del Levitico
† include la maggior parte del Deuteronomio
‡ "Deuteronomic History (Storia deuteronomica)": GiosuèGiudiciSamuele 1&2Re 1&2
Elohim ricorre frequentemente in tutti i testi tramandati della Torah. In alcuni casi (per esempio, Esodo 3:4: "...Elohim lo chiamò di mezzo al roveto e disse..."), ha funzione di nome singolare nella grammatica ebraica e generalmente si considera che denoti il Dio unico di Israele. In altri casi, elohim funziona come plurale comune della parola elohah e si riferisce alla nozione politeistica di divinità multiple (per esempio Esodo 20:3: "Non avrai altri dèi di fronte a me.").[26]
La scelta della parola o parole per indicare Dio varia nella Bibbia ebraica (Tanakh). Secondo l'ipotesi documentale queste variazioni sono la prova di diversi testi di partenza: elohim è usato come nome di Dio nella fonte Elohista (E) e nella fonte Sacerdotale (P), mentre Yahweh è usato nella fonte Jahvista (J). La critica delle forme asserisce che la differenza dei nomi risulta potrebbe essere il risultato di origini geografiche; le fonti P ed E potrebbero provenire dal nord e J dal sud.[27] Ci potrebbe inoltre essere un punto teologico, affermato dalle fonti Elohista e Sacerdotale, che Dio non ha rivelato il suo nome, Yahweh, a nessuno prima del tempo di Mosè, sebbene alcuni studiosi affermino che la fonte Jahvista fosse a conoscenza dei libri profetici sin dai secoli VII e VIII a.E.V..[28][27]
Mentre la fonte Jahvista presenta un Dio antropomorfo che poteva camminare nel Giardino dell'Eden in cerca di Adamo ed Eva, la fonte Elohista rende Elohim più distante e coinvolge frequentemente gli angeli. Ad esempio, è la versione Elohista del racconto della Scala di Giacobbe che presenta una scala di angeli con Elohim in alto, mentre nel racconto Jahvista è solo un sogno in cui Yahweh è semplicemente al di sopra del luogo, senza scala o angeli. Allo stesso modo, il racconto elohista descrive Giacobbe veramente in lotta con Dio.Genesi32:28}[29]
L'ipotesi documentale classica sviluppata nel XIX secolo presupponeva che le porzioni elohiste della Torah fossero state composte nel IX secolo a.E.V. (cioè durante il primo periodo del Regno di Giuda). Questo è ben lungi dall'essere universalmente accettato oggi, in quanto vi è prova di una successiva "redazione elohista" (giudaismo postesilico) durante il V secolo a.E.V., il che rende difficile determinare se un dato brano è "elohista" in origine, o solo a seguito di una tarda redazione.[30][31]

Risultati immagini per elohim anunnaki

Bibbia ebraica

La parola elohim ricorre più di 2.500 volte nella Bibbia ebraica, con significati che vanno da "dio" in senso generale (come in Esodo 12:12, dove descrive "gli dèi d'Egitto"), ad un dio specifico (per esempio in 1 Re 11:33, dove descrive Camos "dio dei Moabiti", o ai frequenti riferimenti a Yahweh quale "elohim" di Israele), a demoni, serafini e altri esseri soprannaturali, agli spiriti dei morti fatti evocare da Re Saul in 1 Samuele 28:13 e persino a re e profeti (per es. Esodo 4:16).[20] La frase bene elohim, usualmente tradotta "figli degli dèi", ha un parallelo esatto nei testi ugaritici e fenici per riferirsi al concilio degli dèi.[20]
Elohim occupa il settimo rango su dieci, nella famosa gerarchia angelica ebraica del rinomato rabbino e filosofo medievale Maimonide. Maimonide afferma: "Devo premettere che ogni ebreo [ora] sa che il termine elohim è un omonimo e denota Dio, gli angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni..."[17]
Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Nomi di Dio nella Bibbia.

Grammatica – singolare o plurale

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Lingua ebraica.
In ebraico il suffisso -im indica principalmente un plurale maschile. Tuttavia con elohim la costruzione è grammaticalmente al singolare, (cioè regge un verbo o aggettivo singolari) quando si riferisce al Dio ebraico, ma grammaticalmente al plurale (cioè reggendo un verbo o aggettivo plurali) quando usato per divinità pagane (Salmi 96:5Salmi 97:7).[32] Il fenomeno è definito "plurale astratto concretizzato".[33] Similmente, il Corano usa Alīha come plurale di Īlah per le divinità pagane e occasionalmente usa Allahuma (O Dio! - plurale) per il dio unico (come rif. ad Allah). L'equivalente esatto di elohim sarebbe Īlahīn (إلاهين), sebbene poco usato nel parlato arabo. Da notare che anche gli esseri umani possono avere nomi che finiscono al plurale, come Efraim, figlio di Giuseppe.

"Dèi" al plurale con verbi al plurale

Il nome elohim è usato con un verbo plurale in 1 Samuele 28:13. La Strega di Endor dice a Saul di aver visto "dèi" (elohim) salire (olim עֹלִים, verbo plurale) dalla terra.[34]

Dio d'Israele, con verbo singolare

Nella Bibbia ebraica elohim, quando significa Dio d'Israele, è di solito grammaticalmente al singolare. In Genesi 1:26 abbiamo un connubio di entrambe le forme(singolare prima e plurale poi): "E Dio disse: 'Facciamo (plurale) l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza'." L'orientalista Wilhelm Gesenius (1786–1842) e altri grammatici ebraisti tradizionalmente lo descrivono come pluralis excellentiae (plurale d'eccellenza), che è simile al pluralis majestatis (plurale maiestatico, o il "Noi reale").[35]
Gesenius commenta che Elohim singolare deve essere distinto da elohim (dèi) al plurale e asserisce che:
« la supposizione che Elohim sia da considerarsi semplicemente un residuo di precedenti vedute politeiste (cioè come originariamente solo un plurale numerico) è perlomeno altamente improbabile e, inoltre, non spiegherebbe i plurali analoghi (sotto). Alla stessa classe (e probabilmente formata sull'analogia di elohim) appartengono i plurali kadoshim, che significano "il Santissimo" (solo di Yahweh, Osea 12:1Proverbi 9:10,30:3 - cfr. El hiym kadoshim in Giosuè24:19 e il singolare aramaico "l'Altissimo", Daniele 7:18,22,25) e probabilmente teraphim (solitamente preso nel senso di penati) l'immagine di un dio, usato soprattutto per ottenere oracoli. Certamente in 1 Samuele 19:13,16 si intende solo un'immagine; in molti altri passi si può intendere una singola immagine; unicamente in Zaccaria 10:2 può considerarsi naturale prenderlo per un plurale numerico. »
(Wilhelm Gesenius, Hebrew Grammar[35])
Esistono alcune eccezioni alla regola che elohim venga accordato al singolare quando ci si riferisce al Dio d'Israele, tra cui Genesi 20:13; 35:72 Samuele 7:23 e Salmi 58:11 e in particolare l'epiteto del "Dio vivente" (Deuteronomio 5:26 ecc.), che è costruito con l'aggettivo al plurale, elohim hayiym in ebraicoאלהים חיים?, ma regge comunque verbi al singolare. Nelle traduzioni della Septuaginta (LXX) e del Nuovo Testamento elohim viene dato al singolare con il greco ὁ θεὸς anche in questi casi e le traduzioni moderne seguono l'esempio nel dare "Dio" al singolare. Il Pentateuco samaritano ha omesso alcune di queste eccezioni.[36]

Abramo e "gli dèi mi hanno fatto errare"

In Genesi 20:13 Abramo, davanti al re filisteo politeista Abimelech, dice che "gli dèi (elohim) mi hanno fatto (verbo plurale) errare lungi dalla casa di mio padre".[37][38][39] La Septuaginta (LXXgreca e la maggior parte delle versioni italiane lo traducono "Dio mi ha fatto/fece", forse per evitare l'insinuazione di Abramo che si rimetta alle credenze politeiste di Abimelech.[40]

Angeli e giudici

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Potestà (angeli).
Nel cristianesimo, dopo che papa Gregorio II ebbe ridotto a nove gli ordini gerarchici che gli ebrei enumeravano a dieci,[41] gli Elohim saranno conosciuti anche come il coro angelico delle Potestà.[42] In alcuni passi della Septuaginta (LXX), del resto, l'ebraico elohim col verbo plurale, o in contesto plurale implicito, veniva reso con angeloi ("angeli") o pros to kriterion tou Theou ("davanti al giudizio di Dio").[43] Questi passi vennero poi messi prima in latino nel Vulgata, poi in italiano con "angeli" e "giudici" rispettivamente. Da qui il risultato che per esempio fa mettere a James Strong (nella sua Concordanza)[44] "angeli" e "giudici" quali possibili significati di elohim con verbo al plurale; lo stesso vale per molte altre opere di riferimento dei secoli XVII-XX. Sia il Dizionario Ebraico di Gesenius che quello di Brown-Driver-Briggs[45] elencano sia angeli che giudici come possibili significati alternativi di elohim con verbi e aggettivi plurali. Tuttavia il semitista Cyrus Gordon poté dimostrare che il significato "giudice" è inesistente in ebraico biblico.[13]
L'affidabilità della traduzione dei Settanta in questa materia è stata contestata da Gesenius e dal teologo tedesco Ernst Wilhelm Hengstenberg (1802–1869). Nel caso di Gesenius, egli elenca il significato senza esserne d'accordo.[46] Hengstenberg affermava che il testo del Tanakh non usa mai elohim per riferirsi ad "angeli", ma che i traduttori della Septuaginta rifiutano i riferimenti a "dèi" nei versetti e li modificano in "angeli."[47]
Il Nuovo Testamento greco (NT) cita Salmi8:4-6 [2] in Ebrei Ebrei 2:6b-8a, dove il NT greco presenta "ἀγγέλους" (angelous) in v. 7,[48] citando Salmi 8:5 (8:6 nei LXX), che presenta "ἀγγέλους" anche in una versione del Septuaginta greco.[49] Nella versione italiana, elohim<ref name="Strong1"/> è tradotto con "angeli" solo nel Salmo 8:5-6[50]
La versione (EN) di Re Giacomo (KJV) e saltuariamente le versioni italiane traducono elohim con "giudici" in Esodo 21:6 (in (IT) come alternativa a "Dio" in nota) e due volte in Esodo 22:9 (in (IT) nelle note in alcune edizioni).[51]

Letture ambigue

A volte, quando elohim appare come referente o complemento oggetto (cioè, non come soggettivo) di una frase e senza alcun accompagnamento di verbo o aggettivo per indicare pluralità, può essere grammaticalmente non chiaro se si intenda dèi plurale o Dio al singolare. Un esempio è il Salmo 8:5 dove "Eppure l'hai fatto poco meno d[egl]i elohim" è ambiguo sul fatto se si intenda "inferiore rispetto agli dèi" o "inferiore a Dio". La Septuaginta lo legge come "dèi" e poi "corregge" la traduzione in "angeli",[52] lettura che è ripresa dal Nuovo Testamento in Ebrei 2:9: "Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti."[53]

Altri plurali-singolari nell'ebraico biblico

La lingua ebraica ha diversi nomi che terminano in -im (plurale maschile) e -oth (plurale femminile) che tuttavia reggono verbi, aggettivi e pronomi al singolare. Per esempio Ba'alim "proprietario/possessore": "Egli è signore (singolare) anche su qualunque di quelle cose che egli possiede, che sono signorili (plurale)."

La Scala di Giacobbe e gli "dèi furono rivelati" (plurale)

Nei versetti seguenti elohim è stato tradotto con Dio al singolare (per es., anche in inglese su KJV), sebbene fosse accompagnato da verbi al plurale ed altri termini grammaticali plurali:
« ... Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo "El-Betel", perché là Dio gli si era rivelato (verbo plurale), quando sfuggiva al fratello. »   (Genesi 35:7 [3])
Qui il verbo ebraico "rivelato" è plurale, quindi: "gli-dèi furono rivelati". Una nota della Bibbia NET (EN) ammonisce che la Versione Autorizzata traduce erroneamente: "Dio gli apparve".[10] Questa è una di quelle volte in cui la Bibbia usa verbi plurali col nome elohim.[11][12]

Il Concilio Divino di Elohim

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Concilio divino.
Salmi 82:1 Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi.
Salmi 82:6 Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo".
Salmi 82:7 Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti.
Marti Steussy nel suo Chalice Introduction to the Old Testamen annota: “Il primo versetto di Salmi 82: 'Dio si alza nel concilio divino'. Qui elohim ha un verbo al singolare e chiaramente si riferisce a Dio. Ma nel versetto 6 del Salmo, Dio dice agli altri membri del concilio, ‘Voi (plurale) siete elohim.' Qui elohim deve necessariamente significare dèi.”[54]
Lo studioso biblico statunitense Mark Smith, riferendosi allo stesso salmo, nel suo God in Translation afferma: “Questo salmo presenta una scena di dèi che si riuniscono in un concilio divino... Elohim sta nel concilio di El. Tra gli elohim Egli pronuncia il Suo giudizio:...”[55]
In Hulsean Lectures, H. M. Stephenson esamina l'argomentazione di Gesù in Giovanni 10:34-36 sul Salmo 82. (In risposta all'accusa di blasfemia Gesù rispose:) "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?" – "Allora qual è la forza di questa citazione 'Io ho detto: voi siete dèi'? È dal salmo di Asaf che inizia 'Elohim si alza nell'assemblea divina. Giudica in mezzo agli elohim.'"[56]


Figli di DioRisultati immagini per elohim

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Figli di Dio.
La parola ebraica corrispondente a figlio è ben; il plurale è benim (con la forma di status constructus "benei"). Il termine ebraico benei elohim ("figli di Dio" o "figli degli dèi") in Genesi 6:2[57] si confronta con l'uso di "figli degli dèi" (ugaritico b'n il) figli di El nella mitologia ugaritica.[58] Lo storico olandese Karel van der Toorn asserisce che gli dèi possono essere citati collettivamente come bene elimbene elyon, o bene elohim.[20]
Nella tradizione ebraica, il versetto della Torah che fu il grido di battaglia dei Maccabei (in ebraicoמקבים?Machabiמקבים), "Mi chamocha ba'elim YHWH" ("Chi è come te fra gli dèi, HaShem!"[59]),[60] è un acronimo di "Machabi" e anche un acronimo di "Matityahu Kohen ben Yochanan".[61] Il versetto correlato della Torah, La canzone del Mare di Mosè e dei Figli di Israele, fa riferimento a elim, ma più con una nozione mondana di forze naturali, di potenza, di guerra e poteri sovrani.

Movimenti religiosi

Secondo il movimento raeliano, gli Elohim sarebbero degli extraterrestri che avrebbero dato origine alla vita sulla Terra. Secondo questi credenti, gli Elohim ritorneranno sulla Terra quando verrà loro costruita un'ambasciata (entro il 2035).[62]
Per la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, Elohim è Dio Padre: Elohim non è Gesù Cristo o il Signore, ma letteralmente il padre del Messia.[63]

Note

Jewish Encyclopedia, New York, Funk and Wagnalls, 1901–1906.
  1. ^ a b c d e Utet, GDE, voce "Elohim".
  2. ^ a b Treccani, Enciclopedia online, voce "Elohim"
  3. ^ Si veda: Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, Vol 1, 1973, pp. 286-305; L. Koehler / W. Baumgartner, Hebräisches und aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Vol 1, 1967, pp. 51-52; Terrance R. Wardlaw, Conceptualising Words for God within the Pentautech. A Cognitive-Semantic Investigation in Literary Context, JSOTS 495, Bloomsbury: New York/Londra, 2008.
  4. ^ a b c K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (curatori), Dictionary of deities and demons in the Bible (2ª ediz. riveduta, Brill, 1999) ISBN 90-04-11119-0, p. 274, 352-3
  5. ^ a b L. Boadt, C. Carvalho, Pastoral Essays in Honor of Lawrence Boadt, CSP: Reading the Old Testament, Paulist Press, 2013.
  6. ^ Utet, GDE, voce ""El".
  7. ^ Glinert, Modern Hebrew: An Essential Grammar, Routledge, p. 14 sez. 13 "(b) Accordo di verbi - i verbi si accordano col loro soggetto e non solo nel genere e numero ma anche nella persona. Verbi al tempo presente distinguono il maschile dal femminile ed il singolare dal plurale."
  8. ^ Wilhelm Gesenius, Gesenius` Hebrew Grammar, curato da E. Kautzsch, trad. (EN) di A.E. Cowley, Dover Publications (ed. bilingue), 2006. ISBN 978-0-486-44344-7
  9. ^ I. Drazin, S. Wagner, Onkelos on the Torah: Be-reshit, p.120.
  10. ^ a b "God appeared unto him" - NET Bible con CD-ROM, cur. W. Hall Harris, 3ª, 2003: "35:14 - Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato. 30 Versò olio 20tn Heb "si rivelarono." Il verbo iVl] (niglu), tradotto "si rivelarono" è plurale, sebbene uno si aspetti il singolare."
  11. ^ a b Haggai and Malachi, p. 36, Herbert Wolf, 1976: "Se sia il nome che il verbo sono plurali, la costruzione può riferirsi ad una persona, proprio come la dichiarazione “Dio si rivelò” in Genesi 35:7 ha nome e verbo al plurale. Tuttavia, poiché la parola Dio, “Elohim”, è di forma plurale, il verbo... ecc."
  12. ^ a b J. Harold Ellens, Wayne G. Rollins, Psychology and the Bible: From Genesis to apocalyptic vision, 2004, p. 243: "Spesso la forma plurale Elohim, quando usata in riferimento alla divinità biblica, regge un verbo o aggettivo plurali (Genesi 20:13,35:7Esodo 32:4,87:23Salmi58:12)."
  13. ^ a b c d Cyrus H. Gordon, “Elohim in its Reputed Meaning of Rulers, Judges,” Journal of Biblical Literature, 54 (1935). Il significato "giudice" non è presente in L. Koehler/W. Baumgartner, Hebräisches und aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Vol 1, 1967, pp. 51-52.
  14. ^ Mark S. Smith, God in translation: deities in cross-cultural discourse in the biblical world, vol. 57 di "Forschungen zum Alten Testament", Mohr Siebeck, 2008, ISBN 978-3-16-149543-4, p. 19.; anche M.S. Smith, "The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel", Biblical Resource Series, 2002.
  15. ^ Cfr. anche Morton SmithStudies in the Cult of Yahweh, Vol. 1, "Historical Method, Ancient Israel, Ancient Judaism", 1996.
  16. ^ G. del Olmo Lete & J. Sanmarín, A Dictionary of the Ugaritic Language in the Alphabetical Tradiction, Vol 1, Brill: Leiden, 2003, p. 55 s.v. ilh: "DN. the 'Divine One', referring to the deified dead (kings). [...] Forms: sg ilh; du./pl. ilhm (or sg. + encl. -m)"
  17. ^ a b Mosè Maimonide, (ENGuida dei Perplessi (1904); vedi anche Guida maimonidea, s.v.
  18. ^ Alcuni studiosi considerano elohim come un plurale oppure un aumentativo di El, da cui si sarebbe formato più tardi il singolare Eloah. Sebbene Elohim abbia una forma plurale, nella Bibbia moderna ha significato di singolare e così viene costruito con un verbo al singolare (constructio ad sensum) quando si riferisce al Dio degli Ebrei. Cfr. Enciclopedia della Bibbia, cit.
  19. ^ Il Dictionary of Deities and Demons in the Bible (DDD) è un'opera accademica di riferimento curata dagli storici Karel van der Toorn, Bob Becking e Pieter Willem van der Horst, e che contiene articoli/saggi specialistici sugli dei, angeli e demoni citati nei libri della Bibbia ebraicaSeptuaginta e Apocrifi, come anche quelli della Bibbia cristiana e della letteratura patristica. la prima edizione (Brill) è uscita nel 1995 e fu scelta da Choice, rivista della American Library Association (Associazione delle Biblioteche Americane) come miglior lavoro di consultazione del 1996. La seconda edizione ampiamente riveduta (Eerdmans, 960pp) è uscita nel 1999. Una versione elettronica è stata presentata nel 2001. Tra i consulenti contributori si annoverano Hans Dieter Betz, André Caquot (1923–2004), Jonas C. Greenfield (1926–1995), Erik Hornung Professore di egittologia all'Università di Basilea, Michael E. Stone dell'Università Ebraica di Gerusalemme e Manfred Weipert dell'Università di Heidelberg.
  20. ^ a b c d e K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (curatori), Dictionary of deities and demons in the Bible (2ª ediz. riveduta, Brill, 1999) ISBN 90-04-11119-0, p. 274, 352-3
  21. ^ Le varie proposte sull'etimologia sono raccolte in Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, Vol 1 (1973) p. 295.
  22. ^ Sul termine Elohim si veda fondamentalmente Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series,Atlanta 2001. A pag. 15 l'autore definisce questo tipo di plurali " 'concretized' abstract plural". Per la definizione grammaticale si veda inoltre Paul Joüon / T. Muraoka A grammar of Biblical Hebrew, Sub. Bib. 27 2008, 469 s.
  23. ^ Per altri termini formalmente plurali usati in senso singolare per indicare una divinità in altre lingue semitiche si veda: Sh. Izre'el, Amurru Akkadian. A Linguistic Study, Vol. I, HSS 40, 29 s. (cananeo); W. Röllig, El als Gottesbezeichnung im Phönizischen, in: R. von Kienle u.a. (Hg.), Festschrift Johannes Friedrich, 1959, S. 403-416 (fenicio) http://archiv.ub.uni-heidelberg.de/propylaeumdok/volltexte/2011/1178/pdf/Roellig_El_als_Gottesbezeichnung_1959.pdf;
  24. ^ Si veda fondamentalmente: Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series, Atlanta 2001; A.F. Rainey, Canaanite in the Amarna Tablets. Vol I, Brill: Leiden,147 s.; Enciclopedia della Bibbia - Ed. LDC - vol. 2, coll. 1289 - 1290
  25. ^ John Day, Yahweh and the gods and goddesses of Canaan, Sheffield Academic Press, 2001, p. 23.
  26. ^ John J. McDermott, "Reading the Pentateuch: a historical introduction", Pauline Press, 2002, p. 21. ISBN 978-0-8091-4082-4
  27. ^ a b H. H. Schmid, Der Sogenannte Jahwist, Zurigo: TVZ, 1976.
  28. ^ Alter, 2004, pp. 17,141
  29. ^ Richard Elliott Friedman, The Bible With Sources Revealed, HarperCollins, 2003, p. 65 & passimISBN 978-0-06-073065-9
  30. ^ Umberto Cassuto, The Documentary Hypothesis and the Composition of the Pentateuch: Eight Lectures, tradotto in (EN) dall'ebraico da Israel Abrahams, Magnes Press, Gerusalemme, 1961.
  31. ^ Alter, 2004, pp. XII, 40 et seq.
  32. ^ Si vedano le versioni in (HE) del Codice di LeningradoSalmi 96:5 e Salmi 97:7.
  33. ^ Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series,Atlanta 2001, pag. 15.
  34. ^ Brian B. Schmidt, Israel's beneficent dead: ancestor cult and necromancy in ancient Israelite Religion and Tradition, Forschungen zum Alten Testament 11 (Tübingen: J. C. B. Mohr [Paul Siebeck], 1994), p. 217: "Nonostante il fatto che il nome MT plurale 'elohim del v. 13 sia seguito dal participio plurale 'olim, una ricerca dell'antecedente al suffisso pronominale singolare su mah-to'ro nel v. 14 che forma ha? ha condotto gli interpreti a considerare 'elohim... 'olim come designazione di Samuele morto, "un dio che sale". Lo stesso termine 'elohim ... Egli [Saul], quindi, richiede urgentemente di verificare l'identità di Samuele, mah-to'"ro, "che forma ha/che aspetto ha?" ... 'elohim ricorre con un verbo finito plurale e denota dèi multipli in questo caso: 'elohim '"seryel'ku I fydnenu, "gli dèi davanti a noi." Di conseguenza le due presenze di 'elohim in 1 Samuele 28:13,15— nel primo complementato dal plurale ...28:13 manifesta una complessa storia testuale, allora 'elohim del v. 13 potrebbe rappresentare non un morto deificato, ma quegli dèi noti per essere evocati — alcuni dall'aldilà — ad assistere nel richiamare il fantasma. 373 ...
  35. ^ a b Wilhelm Gesenius, Hebrew Grammar124g, senza articolo 125f, con articolo 126e, col singolare 145h, col plurale 132h,145i.
  36. ^ Richard N. Soulen, R. Kendall Soulen, Handbook of biblical criticism, Westminster John Knox Press, 2001, ISBN 978-0-664-22314-4, p. 166.
  37. ^ Elia Benamozegh, Maxwell Luria, Israel and Humanity, Paulist Press International, 1995, p. 104, ISBN 978-0-8091-3541-7.
  38. ^ Victor P. Hamilton, Exodus: An Exegetical Commentary, Baker Academic, 2012, ISBN 978-0-8010-3183-0.
  39. ^ Per es. Genesi 20:13 in ebraicoהתעו אתי אלהים מבית אבי? (dove התעו è da תעה "errare, vagare, barcollare", il plurale causativo hif`il "mi hanno causato di vagare")
  40. ^ Septuaginta: «ἐξήγαγέν με ὁ θεὸς ἐκ τοῦ οἴκου τοῦ πατρός»; "quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di mio padre." (Genesi 20:13) Si possono confrontare anche le altre versioni italiane presso Biblegateway.com.
  41. ^ Le gerarchia angeliche.
  42. ^ Fioravante Brescia, Riflessioni su Chiesa e Cristianesimo, GDS, 2012, p. 10.
  43. ^ Brenton SeptuagintEsodo 21:6 «προσάξει αὐτὸν ὁ κύριος αὐτοῦ πρὸς τὸ κριτήριον τοῦ θεοῦ»
  44. ^ James Strong, Dizionario Strongs.v. "'elohiym", nr. 430.
  45. ^ Hebrew and English Lexicon (Brown-Driver-Briggs) su Wikisource.
  46. ^ The Biblical Repositor, p. 360 cur. Edward Robinson, 1838: "Gesenius nega che elohim possa mai significare angeli; nel suo rifiuto fa riferimento specialmente a Salmi 8:5 e97:7; ma osserva che il termine viene tradotto così nelle versioni antiche."
  47. ^ Samuel Davidsohn, An Introduction to the New Testament, 3, 1848, p. 282: "Hengstenberg, per esempio, afferma che l‘usus loquendi è decisivo contro un riferimento diretto ad angeli, perché Elohim non significa mai angeli. Egli pensa che il traduttore di Septuaginta non potesse capire la rappresentazione..."
  48. ^ Hebrews 2:7 with Greekblueletterbible.orgURL consultato il 4 agosto 2013.
  49. ^ Psalm 8:5 with Greek (8:6 in the LXX)blueletterbible.orgURL consultato il 4 agosto 2013.
  50. ^ Dandolo in alternanza con "Dio". Cfr. anche (ENElohim as angels in the KJV only in Psalm 8:5 (8:6 in LXX)blueletterbible.orgURL consultato il 4 agosto 2013.
  51. ^ Cfr. anche (ENElohim as "judges" in the KJVblueletterbible.orgURL consultato il 4 agosto 2013.
  52. ^ Cfr. per esempio la versione (ITNuova Riveduta 2006.
  53. ^ Si veda un confronto parallelo tra Ebrei 2:5-9 e Salmi 8:3-6, anche a fronte [1]
  54. ^ Marti Steussy, Chalice Introduction to the Old Testament.
  55. ^ Mark Smith, "God in Translation:..."
  56. ^ Si confronti in parallelo Salmo 82:6-7 e Giovanni 10:34–36. Cfr. anche H.M. Stephenson, Hulsean Lectures, lezione 1, (1890), p. 14.
  57. ^ Per esempio Genesi 6:2 "... figli d[egl]i Elohim (e-aleim) videro che le figlie degli uomini (e-adam, gli adam) erano belle e ne presero per mogli..."
  58. ^ Marvin H. Pope, El in the Ugaritic texts, supplementi a Vetus Testamentum Vol. II Leiden, Brill, 1955, pp. x—l-116, p. 49.
  59. ^ Nosson (cur.); redattori consulenti: Yaakov Blinder, Avie Gold, Meir Zlotowitz ; progettato da Sheah Brander Scherman, Tanakh = Tanakh: Torah, Neviʼim, Ketuvim : the Torah, Prophets, Writings: the twenty-four books of the Bible, newly translated and annotated, 1ª ed. di studio, Stone, Brooklyn, N.Y., Mesorah Publications, 1998, pp. 171–172, ISBN 1-57819-109-2.
  60. ^ Esodo 15:11
  61. ^ "What does 'Maccabee' mean?" - Ask the Rabbi (EN)
  62. ^ La Repubblica, 29 dicembre 2002
  63. ^ "God the Father, Elohim", su lds.org URL consultato 3 marzo 2016

Bibliografia

Voci correlate