Siria, ma quali ribelli moderati? Dopo il ritrovamento di fosse comuni a Aleppo est, emerge la verità: la guerra contro Assad la fanno solo Al Qaeda e Isis
Un fantasma si aggira per la Siria del regime di Assad devastata dalla guerra: i ribelli moderati. Dopo che l'esercito siriano con l'aiuto dei russi ha occupato la parte orientale di Aleppo, qualcosa nella narrazione dei media occidentali si è inceppato. Il ritrovamento difosse comuni con decine di cadaveri di uomini, donne e bambini orribilmente torturati e mutilatiimbarazza chi si è ostinato a raccontare l'assedio in termini di eroica resistenza dei ribelli (moderati, of course) contro il “feroce bombardamento” russo-siriano. Ma non erano le bombe del regime a intrappolare la popolazione civile? E i ribelli non erano, appunto, moderati? E non è proprio per questa moderazione che sono stati armati e finanziati non solo dall'Arabia Saudita, ma anche direttamente dalla Cia, cioè dagli Stati Uniti d'America?
Siria, i ribelli cosiddetti moderati che fanno la guerra a Assad sono di Al Qaeda o dell'Isis
«Molti dei "ribelli" che noi in Occidente abbiamo finora sostenuto sono tra i più crudeli e spietati combattenti presenti in tutto il Medio Oriente» scrive Robert Fisk, uno degli inviati in Siria più autorevoli, sull'Independent – che non nasconde, giustamente, i tanti crimini del regime di Assad: torture, esecuzioni, uccisione di civili, distruzione di quartieri in mano ai ribelli e così via (link). Difficile dargli torto. Basta guardare per esempio a Harakat Nour al-Din al-Zenki, che era una delle fazioni ribelli più importanti ad Aleppo, gruppo indipendente parte del Consiglio del Comando Rivoluzionario Siriano. Oltre a essere stato supportato dall'Arabia Saudita come alleato del fronte Autenticità e Sviluppo, ha ricevuto sostegno finanziario dagli Stati Uniti attraverso un programma della CIA volto a finanziare i gruppi di ribelli moderati. Ha ricevuto anche dei missili anticarro BGM-71 TOW di produzione statunitense.
In Siria i cosiddetti ribelli moderati finanziati e armati dalla Cia hanno decapitato un bambino
Peccato che nel luglio dell'anno scorso si sia diffuso in Rete l'abominevole video di un gruppo di miliziani proprio di Harakat Nour al-Din al-Zenki, finanziati e armati dunque dagli Stati Uniti, che decapitano un bambino palestinese di circa 10 anniaccusato di essere una spia di Liwaa Al Quds, una brigata palestinese che sostiene Assad. Ma non erano moderati? E gli altri gruppi che hanno combattuto nella parte orientale di Aleppo contro il regime di Assad, non erano moderati? Come no: dominati da Al Qaeda, in tempi più recenti chiamata “Jabhat al-Nusra” e attualmente “Jabhat Fateh al-Sham”, così come in altre zone della Siria a combattere il regime è l'Isis... Al Qaeda, dunque. Stiamo parlando dei responsabili dell'attacco alle torri del World Trade Center dell'11 settembre 2011: do you remember? Sembrava che tra i media occidentali, impegnati a pubblicare senza verifiche di sorta i dati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, fondato da un oppositore di Assad e mantenuto dal governo inglese, non se ne accorgesse nessuno.
Ma improvvisamente, dopo la fine della battaglia di Aleppo, in molti sembrano essersi accorti che le cose sono diverse da come sono state raccontate. Per esempio l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che nel giro di pochi giorni ha prima lanciato l'allarme per la possibile uccisione da parte dell'esercito siriano di centinaia di persone in fuga dalla città; poi ha affermato: «nelle scorse due settimane il Fronte “Fatah al-Sham” e il Battaglione “'Abu Amara” sono stati accusati di aver rapito e ucciso un numero imprecisato di civili a cui era stato chiesto dai gruppi armati di lasciare i rispettivi quartieri, proprio per risparmiare la vita dei civili...». E se perfino il Corriere della Sera, con Paolo Mieli, si accorge improvvisamente della «presenza sul campo di battaglia di gruppi armati islamisti al momento persino più forti e feroci di quelli riconducibili a Daesh», vuol proprio dire che qualcosa è cambiato. «Cosa si dovrebbe fare quando i qaedisti, per di più con armi fornite sia pur involontariamente dai nostri alleati, resistono ad oltranza tenendo in ostaggio una popolazione?» si chiede Mieli, seppellendo schiere di titoli del Corrierone sullo spietato assedio della città e sulla popolazione intrappolata dai bombardamenti, che oggi si scopre essere invece stata tenuta in ostaggio dai ribelli... ex moderati.Quanto all'involontarietà della fornitura di armi agli jihadisti, di involontario pare esserci più che altro la comicità...
E torniamo al fantasma, i ribelli moderati. Lo stesso Robert Fisk dell'Independent nel 2015 già giurava di aver sentito con le sue orecchie l'ex numero 2 in Iraq di David Petraeus affermare che i ribelli moderati in Siria non esistevano più da un pezzo. Ma che fine ha fatto l'Esercito Libero Siriano? Semplice, è presto andato in mille pezzi. I suoi componenti sono entrati in gran numero nel fronte al-Nusra e nell'Isis. In molti hanno venduto le armi ricevute dagli americani a peso d'oro, per poi magari ritirarsi a vita privata. Il Washington Institute for Middle East Policy, in uno studio dedicato all'ipotesi di cacciare al Nusra dalla Siria del Nord per mezzo del sedicente Esercito Libero Siriano, ha concluso trattarsi di mission impossibile. La guerra nelle regioni settentrionali infatti non è altro che una competizione tra le diverse fazioni salafite, alcune delle quali come al Nusra hanno giurato fedeltà ad Al Qaeda, altre come Ahrar ash-Sham non l'hanno fatto, mentre l’Els non ha alcun peso reale, con buona pace dei media. Il che dimostra una volta di più che gli Stati Uniti conoscono da tempo la verità: i ribelli moderati siriani, semplicemente, non esistono.
Di Victor de Crunari