Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 4 dicembre 2016
sabato 3 dicembre 2016
Albero genealogico di Voldemort
Famiglie Peverell, Slytherin (Serpeverde), Gaunt e Riddle
La famiglia Gaunt è una famiglia appartenente alla saga di Harry Potter scritta ed ideata da J. K. Rowling. Sono il ramo materno della famiglia del principale antagonista della saga, Lord Voldemort.
I Gaunt sono una delle famiglie purosangue più antiche nel mondo dei maghi, discendenti sia dai Peverell (tramite Cadmus, primo padrone della Bacchetta di Sambuco), sia dai Serpeverde, da cui ereditano il Medaglione.
I Gaunt sono economicamente decaduti e con una vena di squilibrio che nacque col proseguire delle generazioni, per loro usanza di sposarsi tra cugini. La mancanza di buon senso, unita a una smisurata tendenza allo sperpero, fecero sì che il denaro di famiglia fosse dilapidato prima della nascita di Marvolo, che si trovò infine nello squallore e nella miseria più totale.
Unici beni da lui posseduti erano il Medaglione di Serpeverde e l'Anello con la Pietra della Resurrezione, appartenuto a Cadmus Peverell.
I Gaunt sono una delle famiglie purosangue più antiche nel mondo dei maghi, discendenti sia dai Peverell (tramite Cadmus, primo padrone della Bacchetta di Sambuco), sia dai Serpeverde, da cui ereditano il Medaglione.
I Gaunt sono economicamente decaduti e con una vena di squilibrio che nacque col proseguire delle generazioni, per loro usanza di sposarsi tra cugini. La mancanza di buon senso, unita a una smisurata tendenza allo sperpero, fecero sì che il denaro di famiglia fosse dilapidato prima della nascita di Marvolo, che si trovò infine nello squallore e nella miseria più totale.
Unici beni da lui posseduti erano il Medaglione di Serpeverde e l'Anello con la Pietra della Resurrezione, appartenuto a Cadmus Peverell.
Orvoloson (Marvolo) Gaunt
Nonno di Lord Voldemort e padre di Orfin e di Merope Gaunt, venne rinchiuso ad Azkaban e fu, prima del nipote Tom Orvoloson Riddle, di Albus Silente e di Harry Potter, il possessore dell'anello che reca i simboli dei Doni della Morte e che quindi testimoniava la sua discendenza dalla famiglia purosangue Peverell (i fratelli Peverell sono considerati i primi possessori dei Doni); altro cimelio di famiglia, portato però da sua figlia Merope, è il medaglione con lo stemma di Salazar Serpeverde che rappresenta la purezza di sangue dei suoi antenati discendenti di Salazar Serpeverde. Infatti, lui, i suoi due figli e Tom Orvoloson Riddle (cioè Voldemort) sono gli ultimi discendenti di Serpeverde stesso. Come Salazar Serpeverde, Orvoloson Gaunt parla la lingua dei serpenti (il serpentese).
Appare nel sesto libro Harry Potter e il principe mezzosangue in un ricordo di una lezione privata di Silente nel pensatoio. Si mostra come un uomo coperto di stracci, basso, le spalle larghe e le braccia molto lunghe. I capelli ispidi. La descrizione lo fa sembrare ad una robusta scimmia. Si mostra subito come un uomo arrogante e parecchio orgoglioso della sua discendenza di Salazar Serpeverde. Tuttavia questo suo acido comportamento può essere dovuto allo squallore e alla miseria in cui è vissuto. Odgen: un mago del Ministero della magia si presentò a casa sua per la denuncia fatta contro suo figlio Orfin, che praticò la magia su un babbano, che si rivela essere Tom Riddle; il futuro padre di Voldemort. Scoprendo da suo figlio che sua figlia Merope era infatuata di lui l'aggredisce. Ogden tempestivamente la salva per poi smaterializzarsi al ministero ritornando con dei rinforzi. Orfin e Orvoloson diedero battaglia ma finirono presto sopraffatti. Orfini ebbe tre anni, Orvoloson sei mesi. Uscito infine dalla prigione tornò a casa credendo che sua figlia lo avrebbe aspettato. Invece trovo la casa abbandonata con un messaggio di addio di Merope che era scappata con Tom Riddle dopo avergli fatto bere una pozione d'amore. Di lui si sa infine che muore qualche anno dopo la nascita del nipote Tom.
Curiosità
Il nome originale di questo personaggio è stato cambiato in tutte le lingue per adattarlo all'anagramma che Voldemort mostra a Harry alla fine del secondo anno. Infatti dall'originale "Marvolo" sono state eliminate le lettere A e M del verbo essere, mentre sono state aggiunte le lettere SON che in italiano sostituisce AM e la O iniziale che completa la parola IO (che in inglese si scrive "I").
Merope Gaunt
Merope Gaunt in Riddle è un personaggio che compare in Harry Potter e il principe mezzosangue, sesto volume della saga.
Merope Gaunt non era molto bella: aveva infatti una mascella squadrata, i capelli sbiaditi e un occhio che puntava da una parte diversa rispetto all'altro. Mai però si scoprì se questo stato fosse dovuto alla trascuratezza di questa donna e alla poca fede che aveva in se stessa.
La paura per suo padre le impediva di usare appieno i propri poteri, quindi, sia suo padre sia suo fratello la consideravano una Maganò, e per questo la disprezzavano e maltrattavano di continuo.
Figlia di Orvoloson Gaunt e sorella di Orfin, penultima discendente di Salazar Serpeverde, è la madre di Lord Voldemort. Approfittando del fatto che suo padre, di cui aveva terrore, fosse rinchiuso ad Azkaban a causa di svariate aggressioni a membri del Ministero della Magia, e sentendosi libera, finalmente, per la prima volta, ebbe l'opportunità di scatenare la propria abilità magica. Somministrò dunque un filtro d'amore, almeno secondo le congetture di Albus Silente, al Babbano Tom Riddle di cui era sempre stata segretamente innamorata, per poi sposarlo, lasciando un messaggio di addio a suo padre, nel quale spiegava ciò che aveva fatto. Ben presto, Merope rimase incinta di lui. Dopo il matrimonio, però, Merope decise di smettere di dargli il filtro d'amore, probabilmente perché, profondamente innamorata com'era, non riusciva a sopportare l'idea di tenere sotto controllo il marito con mezzi magici. Forse credeva che egli finalmente avrebbe ricambiato il suo amore, dopo tutto il tempo passato insieme, o che comunque sarebbe rimasto per il bene del bambino. Tuttavia Tom, dopo aver ottenuto nuovamente il pieno controllo di sé, e dopo aver scoperto la verità, lasciò Merope, incurante del figlio che portava in grembo, e se ne tornò al proprio paese, Little Hangleton, affermando di essere stato truffato e ingannato (ovviamente senza specificare come, dal momento che tutti l'avrebbero preso per pazzo). Merope, rimasta da sola, senza marito, senza padre e senza fratello, ebbe ben presto bisogno di denaro per sopravvivere, dal momento che la famiglia dei Gaunt, pur essendo di antica nobiltà, era caduta in miseria. Così, allo scadere della gravidanza, si recò a Londra in cerca di aiuto, portando con sé l'unico bene di cui era in possesso, il medaglione di Salazar Serpeverde. Giunta a Londra, s'imbatté in Caractacus Burke, all'epoca un socio di Sinister, al quale fu disposta a vendere il medaglione a soli dieci galeoni, ignara del fatto che in realtà era stata truffata poiché valeva decisamente molto di più.
Dopo l'abbandono da parte di suo marito, smise di usare la magia, perché si vergognava di essere una strega, o forse perché il dolore causato dalla perdita l'aveva privata dei suoi poteri. Questo complicò la situazione per sopravvivere. Merope arrivò in un orfanotrofio babbano, dove partorì e morì, rifiutandosi di usare fino all'ultimo la magia. Poco prima di spirare, chiese che il figlio venisse chiamato Tom, come il padre, e Orvoloson, come il nonno.
Il nome Merope compare anche nella mitologia greca, infatti:
« Merope: Pleiade sposa di Sisifo, da cui ebbe Glauco e Ornizione. Dopo la sua morte fu posta come le sorelle nella costellazione delle Pleiadi ma, poiché aveva sposato un mortale, rimase la stella meno brillante. » |
Le vicende delle due sembrano piuttosto simili.
Orfin Gaunt
Orfin Gaunt (Morfin Gaunt) è figlio di Orvoloson e fratello di Merope (la madre di Voldemort). Appare per la prima volta nel sesto libro, in un ricordo che Silente mostra ad Harry durante il loro primo incontro serale. Egli ci viene presentato come un giovane sudicio e dall'aspetto decisamente poco rassicurante. Nel villaggio vicino alla catapecchia in cui vive col padre e la sorella tutti lo considerano un pazzo. Si scopre subito che, come il padre, egli è un Rettilofono, che disprezza i Babbani e la sorella, che considera una Maganò. Sarà proprio lui a rivelare al padre che Merope si è infatuata del babbano Tom che diventerà il padre di Voldemort.
Viene rinchiuso ad Azkaban per tre anni, con l'accusa di aver aggredito Tom Riddle Sr.. Una volta uscito di prigione, torna a casa e vi trova il giovane nipote, Tom Riddle (Voldemort), che inizialmente scambia per il babbano di cui Merope si era innamorata. Una volta assicuratosi che egli è, però, un mago (dal momento che capisce il Serpentese) gli racconta la storia di Merope e di Tom Riddle Sr. , rivelando a Voldemort che era la madre a essere una strega, e non il padre, come egli aveva sempre creduto. Voldemort si recherà dunque a casa di suo padre, dove assassinerà, con la bacchetta di Orfin, Tom Riddle Sr. e i propri nonni paterni, utilizzando quell'omicidio per creare un Horcrux, ovvero l'anello di Orvoloson. Successivamente modifica la memoria di Orfin, facendogli credere di essere stato lui a compiere gli omicidi e facendolo confessare. Per questo motivo, Orfin viene rinchiuso di nuovo ad Azkaban, dove muore. Tuttavia, poco prima di spirare, Silente riesce a estrarre il ricordo del suo incontro con Voldemort, e proverà addirittura a farlo scagionare, ma senza successo: Orfin muore prima che la giuria giunga al verdetto.
Albero genealogico della famiglia Peverell
I legami tra le famiglie Peverell, Serpeverde, Gaunt e Riddle
Nella serie di romanzi di Harry Potter i tre fratelli Peverell (Antioch, Cadmus e Ignotus) erano tre maghi molto dotati e potenti che grazie alle loro arti magiche riuscirono a creare tre oggetti magici dal valore inestimabile: il primo fratello, il più bellicoso, creò una bacchetta di sambuco capace di vincere qualsiasi duello; il secondo fratello, il più arrogante, creò una pietra capace di riportare in vita i morti, che però si manifestano solo come ombre di quello che erano e dunque infelici sulla vita terrena; il terzo fratello,invece, creò un mantello su cui nessun incantesimo funziona e che rende colui che lo indossa completamente invisibile, e il cui potere dura per sempre, al contrario di quello dei mantelli dell'invisibilità ordinari. Ai tre fratelli si ispirò poi uno scrittore mago, Beda il Bardo, che scrisse la fiaba che li riguarda. Nella fiaba però i tre oggetti vengono donati ai fratelli dalla Morte in persona, e definiti come i Doni della Morte.
La storia
Nella fiaba di Beda i tre fratelli ricevono tre Doni dalla Morte per essere riusciti ad attraversare un fiume, essendo loro abili nelle arti magiche, nelle cui acque la gente spesso moriva. L'offerta altro non è che un tranello per attirare ugualmente i fratelli, incredibilmente scampati, alla Morte. I primi due cadono nel tranello chiedendo degli oggetti pericolosi, invidiabili e rarissimi che provocano la loro morte prematura; il terzo invece, che pur essendo il più piccolo è il più saggio, chiede solamente un modo per andarsene senza essere seguito. Egli raggiungerà solo in seguito la Morte, da pari a pari, quando avrà raggiunto una veneranda età, regalando il mantello a suo figlio.
La storia, considerata dai più solo una fiaba, si rivelerà nella saga di Harry Potter avere dei fondamenti nella realtà.
I tre Doni
Lo stesso argomento in dettaglio: Doni della Morte. |
I Doni che i tre fratelli ricevettero furono tre:
- La Bacchetta di Sambuco, posseduta da Antioch Peverell. Fu costruita con legno di Sambuco e al suo interno si trova un pelo di Thestral. Durante la storia magica passò nelle mani di molti maghi famosi: Egbert l'Egregio, Emeric il Maligno, Godelot, Hereward, Loxias, Barnabas Deverill, Gellert Grindelwald, Albus Silente, Draco Malfoy, e, infine, Harry Potter.
- La Pietra della resurrezione, posseduta da Cadmus Peverell. È capace di riportare i morti in uno stato di semi-vita. La pietra, all'estinzione della linea maschile dei Peverell, verrà ereditata dai Gaunt, gli antenati di parte materna di Voldemort. Marvolo Gaunt, nonno materno di Voldemort, porta la pietra incastonata nel suo anello, inconsapevole del suo vero valore.
- L'anello, ereditato da Morfin Gaunt, zio materno di Voldemort, gli venne sottratto da quest'ultimo, che la ne farà uno dei sette Horcrux.
- Il Mantello dell'invisibilità, posseduto da Ignotus Peverell. Il mantello rende totalmente invisibile chi lo indossa e, contrariamente agli altri mantelli dell'invisibilità, è immune a vari incantesimi (tra cui l'Incantesimo di Appello) e all'usura del tempo. I mantelli falsi si riconoscono da una prova: se dopo un certo tempo diventano opachi o sparisce l'incantesimo, non sono l'originale. Estintasi la linea maschile dei discendenti di Ignotus Peverell, il mantello fu ereditato dai Potter. La famiglia di Harry se lo tramanda di padre in figlio. James lo affida a Silente prima di morire e in questo modo Silente si trova, seppur in periodi diversi, ad aver trovato tutti e tre i doni della morte.
- Harry lo riceve durante il suo primo anno a Hogwarts da Silente, che glielo restituisce tenendo fede alla promessa fatta a James Potter.
Harry è il primo mago a possedere tutti i tre Doni della Morte nello stesso tempo (Albus Silente era riuscito ad ottenerli tutti e tre, ma in periodi diversi).
Tuttavia, alla fine del settimo libro Harry Potter lascia la Pietra della Resurrezione nella Foresta Proibita e la Bacchetta di Sambuco viene lasciata da Harry nella tomba di Silente, nella speranza di rimanere imbattuto ed essere l'ultimo padrone, mentre decide di conservare il mantello di suo padre.
Tutte le materie di studio ad Hogwarts e i rispettivi professori
Materie obbligatorie
Queste sono le materie che si studiano sin dal primo anno e sono obbligatorie fino al quinto. Se poi si viene promossi al relativo G.U.F.O. si possono continuare a studiare (a scelta) anche nel sesto e nel settimo anno.
Trasfigurazione (Transfiguration)
Insegnante: professoressa Minerva McGranitt.
La materia insegna la trasformazione magica di un elemento in un altro. Si possono trasfigurare sia oggetti inanimati che animati (animali o persone) o anche soltanto parti di essi. In questo caso le combinazioni diventano molte: si può trasfigurare un animale (o parte di esso) in un oggetto, un oggetto (o parte di esso) in un animale oppure una persona (o parte di essa) in animale o oggetto. La Trasfigurazione insegna anche l'evocazione, ossia il far comparire oggetti o animali dal nulla, e l'evanescenza, ossia il far scomparire oggetti nel nulla. Albus Silente ha insegnato questa materia prima di diventare preside della scuola. Questa materia è considerata una tra le più difficili a Hogwarts.
Incantesimi (Charms)
Insegnante: professor Filius Vitious.
Si occupa di insegnare agli studenti gli incantesimi di tutti i tipi, che non riguardino ovviamente Trasfigurazione o Difesa contro le Arti Oscure. Ad esempio vengono insegnati vari incantesimi come Wingardium Leviosa, l'incantesimo di levitazione (uno dei più elementari e il primo che viene insegnato, dopo mesi di esercitazione ad "agitare e colpire", il movimento da fare con la bacchetta) che fa volare oggetti, Alohomora, l'incantesimo di apertura di porte o serrature meccaniche, oppure Accio, conosciuto anche come l'incantesimo di appello, che consente di richiamare un oggetto a sé, e tantissimi altri.
Pozioni (Potions)
Insegnante: per i primi cinque anni Severus Piton, a partire del sesto anno Horace Lumacorno.
La materia ha lo scopo di insegnare agli studenti come preparare e mescere le pozioni, dalle più semplici alle più complicate e potenti. L'effetto di una pozione è dovuto alla presenza di ingredienti magici, alcuni dei quali vanno recuperati in particolari condizioni, anche da precise dosi e tempi di cottura.
Si tratta della materia più odiata da Harry, ma non per la sua difficoltà bensì per l'odio reciproco tra lui e l'insegnante che ha nei primi cinque anni, Severus Piton, il quale non riesce proprio a mettere da parte i litigi avuti da giovane con il padre di Harry, James Potter.
Tuttavia l'insegnante di Pozioni non sarà sempre Piton, perché Albus Silente affiderà a Horace Lumacorno la cattedra nel sesto libro della saga (Lumacorno aveva insegnato Pozioni per molto tempo già anni prima) e Piton passerà ad insegnare Difesa contro le Arti Oscure, soddisfacendo il suo grande desiderio (era da quando aveva iniziato a insegnare che ogni anno faceva domanda per farlo).
Volo (Flying)
Insegnante: Madama Bumb (insegnata solo durante primo anno).
Questa materia insegna i rudimenti del volare su un manico di scopa, uno dei mezzi preferiti dai maghi. È articolata in poche lezioni, che vengono effettuate solo per gli studenti del primo anno, i quali non possono usare un manico di scopa proprio (Harry diventerà un'eccezione a questa regola) e devono usare quelli della scuola, decisamente malconci.
Storia della magia (History of magic)
Insegnante: professor Curthbert Rüf.
È una materia che studia gli avvenimenti storici del mondo della Magia, al pari della storia Babbana. Generalmente, per quanto descritto nei libri, si parla di assemblee di stregoni, rivolte di folletti, guerre di giganti e poco altro. Il professor Rüf, l'unico insegnante fantasma della scuola, è un insegnante estremamente noioso e ha la caratteristica di non ricordarsi mai i nomi degli allievi. Nei loro primi cinque anni Ron e Harry riescono sempre a strappare la sufficienza copiando gli appunti di Hermione.
Erbologia (Herbology)
Insegnante: professoressa Pomona Sprite.
In questa materia si studiano le piante magiche, le loro caratteristiche e i modi per occuparsene e ricavarne prodotti utili. È durante questo corso che i protagonisti imparano a curare la Mandragola, pianta antropomorfa utile per curare la pietrificazione di Hermione, Mrs Purr (la gatta del custode Gazza), Colin Canon, Justin Finch-Fletchery e il fantasma Nick-quasi-senza-testa, avvenute nel secondo libro.
Materia preferita di Neville Paciock, il quale, grazie ad un trattato sull'argomento datogli dal (finto) professor Malocchio Moody (nel quarto film), fornisce ad Harry l'Algabranchia che sarà fondamentale al ragazzo per il superamento della seconda prova del Torneo Tremaghi (mentre nel libro a fornire l'Algabranchia, con l'aiuto di Moody, è l'elfo domestico Dobby). Nel settimo libro scopriamo che da adulto Neville Paciock diventerà professore di questa materia ad Hogwarts, essendone appassionato (era l'unica materia in cui eccelleva particolarmente).
Difesa contro le Arti Oscure (Defence Against the Dark Arts)
Insegnante: il professore di questa materia, a causa di una maledizione imposta alla cattedra da Lord Voldemort quando Silente rifiutò di assumerlo, è cambiato ogni anno. Nel periodo in cui è ambientata la saga sono, dal primo al settimo anno: Quirinus Raptor, Gilderoy Allock, Remus Lupin, Alastor Moody (che è in realtà il Mangiamorte Barty Crouch Jr. camuffato), Dolores Umbridge, Severus Piton e Amycus Carrow (che in realtà insegna Arti Oscure, non Difesa da esse, poiché Hogwarts, sotto il dominio di Voldemort, viene completamente trasformata, così come la materia).
La materia avrebbe lo scopo di preparare gli alunni ad affrontare Creature e Arti Oscure. Gli alunni imparano a Disarmare, Schiantare, bloccare malefici, evocare controincantesimi e controfatture. Nel programma è previsto lo studio delle Creature Oscure (Mollicci, Berretti Rossi, Marciotti, Kappa, Lupi Mannari...) e l'apprendimento di incantesimi specifici per affrontarle. A livello avanzato si studiano le Maledizioni (tra le quali non mancano naturalmente quelle Senza Perdono) e gli Incantesimi non-verbali (che prevedono che la formula venga solo pensata, senza pronunciarla, il che può mettere in difficoltà l'avversario, che non può capire quale magia si abbia intenzione di fare).
I professori di Harry Potter sono stati:
- Quirinus Raptor (Quirinus Quirrell in originale e nella nuova traduzione): ha insegnato durante il primo anno; egli lavorava tuttavia per conto di Lord Voldemort, che voleva usarlo per ottenere la Pietra Filosofale (il viso di Voldemort gli spuntava dalla nuca, per questo Raptor era costretto ad indossare un turbante attorno al quale aleggiava uno strano odore). È morto quando il suo signore ha lasciato il suo corpo. Nonostante si presenti come un professore non molto brillante, balbettante e debole, in realtà tutto ciò è una copertura. In seguito si scoprirà che è anche un mago di discreto livello (anche se Piton lo ritiene mediocre[1]), in quanto è riuscito a superare tutti i tranelli posti a difesa della pietra filosofale.
- Gilderoy Allock (Gilderoy Lockhart in originale e nella nuova traduzione): ha insegnato durante il secondo anno, assunto non tanto per le sue "eroiche" imprese quanto per l'assenza di altri candidati. Nonostante millantasse le sue eroiche gesta con modi decisamente pomposi e altisonanti (le sue lezioni erano fatte solo di questo), si è rivelato essere solo un buffone completamente incapace ed un impostore, poiché cancellava la memoria a maghi eroi per scrivere le loro imprese nei suoi libri prendendosene i meriti. Viene ricoverato presso l'Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche in seguito ad un incidente avvenuto mentre si avvicinava al Basilisco nella Camera dei Segreti, quando ha perso la memoria a causa della bacchetta di Ron, che essendo rotta, rivolse l'incantesimo di memoria di Allock stesso contro di lui.
- Remus Lupin: ha insegnato durante il terzo anno; sembra essere il primo docente veramente preparato nella materia avuto da Harry. Si dimette per evitare pressanti richieste dei genitori quando viene resa pubblica la sua condizione di Lupo Mannaro. Durante la sua permanenza a Hogwarts in qualità di studente fu grande amico di James Potter, padre di Harry, Sirius Black e Peter Minus. Quest'ultimo poi causò la morte di James e Lily Potter, rivelando a Lord Voldemort dove si trovavano. Il professor Lupin istruisce molto bene gli studenti su come combattere le creature oscure.
- Alastor Moody: ha insegnato durante il quarto anno; in realtà non l'ha mai tenuto lui il corso, perché il vero Moody è stato rinchiuso nel suo stesso baule mentre Barty Crouch Jr. lo impersonava, grazie alla continua assunzione della Pozione Polisucco. Il vero Moody fa parte dell'Ordine della Fenice. Il falso Moody, imitando alla perfezione quello vero, si dimostra comunque un insegnante capace, seppur molto eccentrico e rude (come il vero Moody); il suo insegnamento mira soprattutto a preparare gli studenti sulle Maledizioni (in particolare quelle Senza Perdono).
- Dolores Umbridge: ha insegnato durante il quinto anno; a causa dell'assenza di candidati viene assunta (in quell'anno è stato emesso un decreto che conferisce al Ministero la facoltà di assegnare una cattedra nel caso in cui il Preside non riesca a trovare un insegnante), nonostante sia un'emissaria del Ministro della Magia Cornelius Caramell e costui le abbia imposto di non insegnare assolutamente nulla di pratica, ma solo teoria (le sue lezioni consistono solo nel far leggere agli alunni un noiosissimo libro); viene catturata dai centauri per averli insultati e per aver catturato con l'incantesimo Incarceramus un loro compagno.
- Severus Piton (Severus Snape): ha sempre aspirato ad avere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, e la ottiene durante il sesto anno di Harry a Hogwarts, ma anch'egli perderà il posto dopo la sua fuga con i Mangiamorte dopo aver ucciso Albus Silente. Come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure è molto competente, seppure insista sui lati più raccapriccianti della materia e si dimostri, come sempre, poco imparziale nei confronti dei propri studenti.
- Amycus Carrow, Mangiamorte, prende il posto di professore sotto gli ordini di Voldemort stesso. Amycus, uomo rozzo e prepotente, infatti, inizia ad insegnare Arti Oscure invece di magie difensive contro esse. Lui e sua sorella Alecto, che ricopre, sempre nel settimo anno, il posto di insegnante di Babbanologia, si occupano anche delle punizioni a Hogwarts, utilizzando anche la maledizione Cruciatus. Si presume sia stato arrestato con il resto dei Mangiamorte ancora in circolazione.
Astronomia (Astronomy)
Insegnante: professoressa Aurora Sinistra.
Materie facoltative
Gli studenti, una volta raggiunto il terzo anno, possono decidere di studiare altre materie a scelta (oltre, naturalmente, a quelle obbligatorie). Anche per quanto riguarda queste materie, con la promozione ai G.U.F.O. è possibile continuare a studiarle al sesto e al settimo anno.
Babbanologia (Muggle studies)
Insegnante: professoressa Charity Burbage, seguita da Alecto Carrow dopo la sua morte a causa di Voldemort.
La materia consiste nello studiare vita, abitudini sociali e tecnologie dei Babbani (automobili, spine, pile, macchinari ecc.). Con sorpresa dei suoi compagni, Hermione inizialmente sceglie questa materia, nonostante i suoi genitori siano babbani, perché l'idea di studiare il mondo "normale" attraverso gli occhi del "mondo magico" la affascina e la incuriosisce moltissimo. Alla fine dell'anno, però, gravata da troppe materie, decide di abbandonarla. Nel settimo anno a Hogwarts, quando l'Oscuro Signore prende il potere a Hogwarts, la materia diventa obbligatoria, cambia insegnante in quanto la Burbage è stata uccisa da Voldemort, anche se la versione ufficiale è che si era dimessa, e subentra Alecto Carrow, nota Mangiamorte, che insegnerà agli studenti quanto i Babbani siano orribili e da ripudiare.
Rune Antiche (Ancient Runes)
Insegnante: Bathsheda Babbling (secondo una nota di J. K. Rowling scritta sul suo sito).
La materia insegna a leggere, tradurre e comprendere questo antico linguaggio, fatto di simboli grafici. A Hogwarts si studiano anche delle rune numeriche in cui i numeri dallo zero al nove sono abbinati ad animali, o da parti di essi, ma anche oggetti magici. Ecco alcuni esempi:
- lo zero è rappresentato dal mantello dell'invisibilità o dal Camuflone (animale dalla cui pelliccia si ricavano i mantelli dell'invisibilità).
- l'uno è rappresentato dal corno dell'unicorno
- il due è rappresentato dalle corna dell'Erupment
- il cinque è rappresentato dal Quintaped.
Cura delle Creature Magiche (Care of Magical Creatures)
Insegnante:il Professor Kettleburn (nei primi due libri); il guardiacaccia Rubeus Hagrid (dal terzo libro, ogni tanto sostituito da Whilemina Caporal).
La materia si occupa dello studio e della cura delle creature del mondo magico, tra cui unicorni, Ippogrifi, Thestral, ecc.
La cattedra di Cura delle Creature Magiche passa, quando Harry giunge al terzo anno ad Hogwarts, a Rubeus Hagrid, già guardiacaccia del parco della scuola. In quell'anno, infatti, il professor Kettleburn, precedente insegnante, va in pensione. Questa cattedra è assegnata ad Hagrid (insieme al suo ruolo di guardiacaccia) dal preside Albus Silente, ma è subito osteggiata da molti, soprattutto da Draco Malfoy, che fa di tutto per sabotare le lezioni di Hagrid e, alla fine, riesce nel suo intento, fingendo di essere stato aggredito quasi a morte da uno degli Ippogrifi usati da Hagrid in una lezione (anche se lui lo aveva offeso, cosa da non fare assolutamente con gli Ippogrifi). Silente conferma tuttavia la fiducia ad Hagrid negli anni successivi, con soddisfazione di Harry e dei suoi amici. Nel quinto anno, la professoressa Dolores Umbridge, nominata dal ministero Inquisitrice Suprema di Hogwarts, cerca di licenziare Hagrid considerata la scadente qualità delle sue lezioni. Hagrid viene temporaneamente sostituito dalla professoressa Caporal (che lo aveva sostituito anche in alcune occasioni al quarto anno), che si rivela essere un'insegnante molto più competente di lui. Tuttavia, la rimozione della Umbridge al termine dell'anno porta Hagrid a riassumere almeno temporaneamente il suo ruolo.
- Bibliografia
- "Scamandro Newt", Gli animali fantastici: dove trovarli, Salani 2002.
Divinazione (Divination)
Insegnanti: professoressa Sibilla Cooman che a partire dal quinto anno sarà affiancata nell'insegnamento del centauro Fiorenzo.
Materia che insegna a prevedere il futuro attraverso diverse tecniche divinatorie come la lettura della mano, delle foglie del tè o delle carte, l'osservazione delle stelle o l'interpretazione dei sogni. Viene praticata anche l'osservazione delle sfere di cristallo.
Anche se considerata un'impostora, soprattutto da Hermione Granger, la professoressa Cooman viene rispettata da alcuni alunni, come Lavanda Brown e Calì Patil, compagne Grifondoro di Harry e appassionate di Divinazione. In realtà la vera Divinazione (cioè la capacità di fare delle profezie) può essere praticata solo da chi possiede la "Vista", o "Occhio Interiore", di cui la Cooman (secondo Minerva McGranitt) è quasi totalmente priva, anche a parere di Silente. Silente inoltre ha una bassa opinione della Divinazione (e delle profezie) in generale, anche se ammette che questo possa dipendere dal fatto che non ha mai studiato la materia. Di fatto, l'unica ragione per cui Silente abbia sempre fatto restare la Cooman ad Hogwarts è che la strega, in momenti di vero pericolo, formula vere profezie, e ne sono un esempio le due che ha formulato su Harry e Voldemort quando Harry era appena nato e quella sul ritorno del servo (Peter Minus) dal suo padrone (Voldemort) predetta ad Harry nel terzo libro.
A partire dal quinto anno di Harry Sibilla Cooman viene prima sostituita e poi, l'anno seguente, affiancata nell'insegnamento dal centauro Fiorenzo, che insegna la Divinazione come la praticano i centauri, ovvero bruciando foglie di salvia e malva e cercando di intravedere nei fumi delle figure che lascino trasparire qualcosa sul futuro.
Aritmanzia (Arithmancy)
Insegnante: professoressa Septima Vector.
Questa materia parte da un'associazione tra le lettere dell'alfabeto latino e i numeri per prevedere il futuro. È una delle materie preferite da Hermione, che nel quinto libro la descrive come "la materia più difficile che esista" ma né Harry né Ron seguono le lezioni di questa materia, poiché impegnati nel corso di divinazione (pertanto nella saga viene citata solo marginalmente).
Alchimia (Alchemy)
Come rivelato in un contenuto inedito scritto dalla Rowling su Pottermore (Libro 1, Capitolo 10, Momento 2) l'Alchimia è una materia facoltativa studiata dagli studenti del sesto e settimo anno solo se le domande sono sufficienti. Sembra che Albus Silente abbia studiato questa materia. Nei primi appunti la Rowling rivela che la materia era inizialmente obbligatoria.
Note
Albero genealogico della famiglia Borromeo
In Particolare possiamo notare il ramo dei Conti Borromeo Arese Taverna.
Carlo Borromeo Arese Taverna ha avuto quattro figlie e un figlio. La figlia Lavinia è sposata con John Elkann (rampollo della famiglia Agnelli) mentre la figlia Beatrice, avuta dall'unione con Paola Marzotto, figlia di Umberto e Marta Marzotto, è sposata con Pierre Casiraghi Grimaldi, figlio di Carolina di Monaco, sorella del Principe Albero di Monaco, della dinastia Grimaldi, e del defunto Stefano Casiraghi, appartenente alla nota famiglia imprenditoriale lombarda.
Nella foto qui sotto:
Carlo Borromeo, Lapo Elkann, Lavinia Borromeo, John Elkann, Isabella Borromeo, il Conte Borromeo Arese Taverna e Matilde Borromeo
Beatrice Borromeo, Pierre Casiraghi, John Elkann e Lavinia Borromeo
I Borromeo sono un'importante famiglia della nobiltà milanese, ancora oggi fiorente e numerosa, che per secoli ebbe forte influenza sulla città e sulle zone del lago Maggiore (il cosiddetto "Stato Borromeo"); tra i membri più noti della casata si possono ricordare san Carlo Borromeo e il cardinale Federico Borromeo, immortalato dal Manzoni ne I Promessi Sposi.
Le sorelle Borromeo
Origini e storia
Le notizie relative alla famiglia risalgono alla fine del XIII secolo. Originari dei dintorni di Roma, si trasferirono a San Miniato al Tedesco (nell'attuale provincia di Pisa), dove presero il nome di 'Buon Romei', come erano chiamati tutti coloro che provenivano dalla Città, nonostante non fossero pellegrini. La fortuna economica arride subito alla famiglia e, grazie a un'accorta politica matrimoniale (Filippo Buonromei sposò infatti Talda, sorella di Beatrice di Tenda, moglie di Facino Cane e, in seguito, di Filippo Maria Visconti) si conquistarono l'appoggio della potente famiglia viscontea. A causa delle lotte tra Firenze e i presidi ghibellini in Toscana, intorno agli anni '60-'70 del Trecento, i Borromeo si trasferirono a Milano e a Padova, per gestire l'attività economica prevalente, quella di banchieri. A Padova si celebrano le nozze tra Margherita Borromeo e Giacomo Vitaliani, ricco esponente della famiglia Vitaliani che vantava, benché senza prove storicamente accettabili, la discendenza da Santa Giustina di Padova, la santa martirizzata sotto Diocleziano nel 303. Alla morte di Giacomo, che aveva sperperato il patrimonio di famiglia, il figlio Vitaliano Vitaliani sarà adottato dallo zio materno, Giovanni Borromeo, privo di figli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Vitaliano divenne così il capostipite della famosa famiglia milanese, con il nome di Vitaliano I.[8]
Lo "Stato Borromeo" [9]
L'insieme delle terre appartenute al re dei Longobardi Desiderio, indi all'imperatore Federico Barbarossa,[3][10] situate intorno al lago Maggiore, costituirono, tra il XIV e XV secolo, lo "Stato Borromeo", vasto più di mille chilometri quadrati, con Arona ed Angera sedi del conte e marchese. Era ripartito in dieci podesterie: Mergozzo, Omegna, Vogogna, Val Vigezzo, Cannobio, Intra, Laveno, Lesa, Angera e Arona. Il podestà di Arona era il delegato comitale anche per le funzioni giurisdizionali, dato che le proprietà borromaiche non dipendevano dalla giustizia ordinaria di Novara e di Milano. Il territorio, che era stato affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali,[11][12] era scarsamente popolato, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona. Collocato al limite nord-occidentale del ducato di Milano e confinante con la Svizzera, conquistò un determinante ruolo strategico per il gran numero di siti fortificati, la disponibilità di un esercito locale, il sostegno dell'aristocrazia del posto. Il vasto feudo ebbe una lunga vita e solo l'occupazione napoleonica nel 1797 riuscì a smantellarlo. I Borromeo, però, conservarono il patrimonio immobiliare.[13]
La fortuna dei Borromeo
Vitaliano continuò i commerci dello zio aprendo due nuove filiali della banca a Burgos e a Barcellona e nel 1416 acquistò la cittadinanza milanese venendo creato nel 1418 tesoriere del ducato di Milano.
Vitaliano I Borromeo inoltre nel 1432, fortificò il suo palazzo fuori città (l'attuale castello di Peschiera Borromeo) e tra il 1439 e il 1440, gli furono concessi dal duca di Milano, Filippo Maria Visconti vari feudi, tra cui quello di Arona sul lago Maggiore, sul quale, nel 1445, gli venne concesso il titolo di conte. Si guadagnò poi anche il favore di Francesco Sforza, che gli donò altri feudi tra cui quello di Angera nel 1449.
Da Vitaliano I discesero altri grandi personaggi della famiglia.
Giovanni I "Il Giusto" (1439-1495), fu vincitore a Crevoladossola di Svizzeri e Vallesani nella battaglia presso il ponte di Crevola il 28 aprile 1487.
Si ricordano poi i tre figli di Giovanni I: Lancillotto Borromeo (m. 1513), senatore di Luigi XII di Francia, e Ludovico I (m. 1527), che nel castello della Vitaliana, da lui realizzato, resistette all'assalto degli Sforza, e Giberto I, anche lui altro dignitario del re francese.
Dei figli di Ludovico, Camillo I Borromeo (m. 1549), fu governatore di Como e poi di Pavia.
Dei figli di Camillo I Borromeo, Giovanni Battista I Borromeo fu signore di Cannobio e sposò Giulia Sanseverino.
Figli di Federico I furono: Giberto II Borromeo (m. 1558), governatore del Lago Maggiore, e Giulio Cesare I (1517-1572).
Di Giberto II furono figli san Carlo Borromeo e Federico II Borromeo (m. 1562).
Dei figli di Giulio Cesare I, vi furono Renato I Borromeo (m. 1608), e il cardinale Federigo Borromeo (Federigo III), uomo di chiesa di manzoniana memoria che resse le sorti di Milano e ne improntò la vita politica e culturale, ribadendo l'opera del cugino Carlo.
Tra i figli di Renato I ed Ersilia Farnese vi furono Giulio Cesare II Borromeo (m. 1638), valido uomo di guerra, e Carlo III Borromeo (1586-1652), che fu il primo ideatore dei lavori di trasformazione dell'Isola Bella sul Lago Maggiore.
Tra i figli di Giulio Cesare II, da ricordare il cardinale Federico IV Borromeo (1617-1673).
Gli eredi di Carlo III furono il cardinale Giberto Borromeo (Giberto III Borromeo, 1615-1672), Renato II Borromeo (m. 1685), marito di Giulia Arese (da cui il duplice cognome Borromeo-Arese), e Vitaliano VI Borromeo (m. 1690), quest'ultimo artefice delle maggiori trasformazioni dell'Isola Bella.
Tra i figli di Renato II e Giulia Arese vi furono Carlo IV Borromeo (o Borromeo-Arese) (m. 1734), che divenne viceré di Napoli, e sposò due parenti di pontefici; poi Giberto IV Borromeo (1671-1740), cardinale e vescovo-conte di Novara.
Tra i figli di Carlo IV vi furono Giovanni Benedetto Borromeo (m. 1744), marito di Clelia Grillo, Federico VI (m. 1779).
Tra i figli di Giovanni Benedetto si ricordano Renato III (m. 1788), Francesco IV (m. 1775) ed il cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793.
Tra i figli di Renato III vi furono Giberto V (m. 1837), ultimo feudatario con la moglie Contessa Cusani, dopo l'occupazione francese.
Tra i figli di Giberto V, vi furono il cardinale Renato V, Vitaliano VIII (m. 1874), letterato e uomo di cultura, e noto anche per le sue attività patriottiche. A quest'ultimo Borromeo si devono altre innovazioni nel palazzo dell'Isola Bella.
Tra i figli di Vitaliano VIII vi furono il cardinale Edoardo Borromeo, Giberto VI Borromeo (m. 1844), Guido Borromeo (1818-1890), senatore del Regno d'Italia, Emilio Borromeo.
Giberto VII (1859-1941), la cui consorte era Rosanna Leonardi, ricevette la nomina di primo principe di Angera dal re Vittorio Emanuele III con Regio Decreto motu proprio del 21-12-1916 e Regie Patenti (1-03-1917).
Nei tempi odierni la famiglia era rappresentata da Giberto Borromeo Arese, deceduto il 16 febbraio 2015. A succedergli è il primogenito Vitaliano Borromeo Arese.[14][15].
Conti di Arona, conti e marchesi di Angera (1445-1797)[16]
N° | Titolo | Nome | Dal | Al | Consorte e note |
1 | Conte | Vitaliano I Borromeo | 26 maggio 1445 | 1449 | Ambrosina Fagnani; primo conte di Arona |
2 | Conte | Filippo I | 1449 | 1464 | Franceschina Visconti; fu anche conte di Peschiera |
3 | Conte | Vitaliano II | 1464 | 1493 | Bianca di Saluzzo |
4 | Conte | Giovanni I | 1493 | 1494 | Maria Cleofe Pio di Carpi; fu pure conte di Angera |
5 | Conte | Giberto I | 1494 | 1508 | Maddalena, figlia di Fritz di Brandeburgo |
6 | Conte | Federico I | 1508 | 1529 | Veronica Visconti |
7 | Conte | Giberto II | 1529 | 1558 | Margherita Medici-Marignano, Taddea dal Verme, Aurelia Vistarini |
8 | Conte | Federico II | 1558 | 1562 | Virginia Montefeltro della Rovere |
9 | Conte | Giulio Cesare I | 1562 | 1572 | Margherita Trivulzio |
10 | Conte | Renato I | 1572 | 1608 | Ersilia Farnese |
11 | Conte | Giovanni II | 1608 | 1613 | non sposato |
12 | Marchese | Federico il cardinale | 1623 | 1631 | marchese di Angera, ex Filippo IV di Spagna |
13 | Conte Marchese | Giulio Cesare II | 1613 1631 | 1638 1638 | Giovanna Cesi |
14 | Conte Marchese | Carlo | 1638 | 1652 | Isabella d'Adda |
15 | Conte Marchese | Renato II | 1652 | 1685 | Giulia Arese |
16 | Conte Marchese | Vitaliano III | 1685 | 1690 | fratello del precedente |
17 | Conte Marchese | Carlo Borromeo Arese | 1690 | 1734 | Giovanna Odescalchi, Camilla Barberini; figlio di Renato II assunse per primo il cognome di Borromeo Arese |
18 | Conte Marchese | Giovanni Benedetto | 1734 | 1744 | Clelia del Grillo |
19 | Conte Marchese | Renato III | 1744 | 1778 | Marianna Odescalchi |
20 | Conte Marchese | Giberto (V) | 1778 | 1797 | Maria Elisabetta Cusani; da non confondere con altri omonimi della famiglia, titolati non feudatari; fu l'ultimo conte e marchese sovrano, morì nel 1837 |
Conti titolari di Arona, principi e marchesi titolari di Angera (1797-oggi)
N° | Titolo | Nome | Dal | Al | Consorte e note |
20 | Conte Marchese | Giberto (V) | 1797 | 1837 | Maria Elisabetta Cusani |
21 | Conte Marchese | Vitaliano (VIII) | 1837 | 1874 | Maria d'Adda |
22 | Conte Marchese | Giberto (VI) | 1874 | 1885 | Livia Litta Arese Visconti, in seconde nozze si risposò con Laura Durazzo Grimaldi |
23 | Conte Marchese | Guido Borromeo | 1885 | 1891 | - fratello del precedente |
24 | Conte Marchese | Emanuele Borromeo | 1891 | 1906 | - fratello del precedente |
25 | Conte Marchese | Emilio Borromeo | 1906 | 1909 | Elisabetta Borromeo Arese fratello del precedente |
26 | Conte Marchese Principe | Giberto (VII) Borromeo | 1909 | 1941 | Rosanna Leonardi. Venne creato principe di Angera da Vittorio Emanuele III con R.D. motu proprio del 21 dicembre 1916 e RR. PP. del 1º marzo 1917. |
27 | Conte Marchese Principe | Vitaliano (IX) Borromeo | 1941 | 1982 | Ida Taverna |
28 | Conte Marchese Principe | Giberto (VIII) Borromeo | 1982 | 2015 | Bona Enrica Orlando |
29 | Conte Marchese Principe | Vitaliano (X) Borromeo | 2015 | oggi | Marina Munafò |
Ville e palazzi dei Borromeo
- Palazzo Borromeo all'Isola Bella
- Palazzo Borromeo d'Adda in via Manzoni a Milano
- Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno (MB)
- Villa Visconti Borromeo Arese Litta a Lainate, del ramo dei Visconti-Borromeo
- Villa San Carlo Borromeo a Senago
- Palazzo Gabrielli-Borromeo, a Roma palazzo ristrutturato dal cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793)
- Villa Borromeo a San Casciano in Val di Pesa (Via Borromeo 110)
- Castello Borromeo a Origgio (VA)
- Castello Borromeo di Corneliano Bertario
- Castello Borromeo detto Rocca di Angera (VA)
- Castello Borromeo di Peschiera Borromeo (MI)
- Castello Borromeo di Camairago (LO)
- Castello di Cassano d'Adda
- Villa d'Adda-Borromeo di Cassano d'Adda
- Villa Borromeo d'Adda di Arcore
- Almo Collegio Borromeo di Pavia
- Villa Silver (Lesa, Lago Maggiore)
Altri monumenti relativi alla famiglia
- Il Sacro Monte e il San Carlone ad Arona
- I Castelli di Cannero a Cannobio
Qui sono riprodotte le linee maschili dell'albero genealogico della famiglia Borromeo.
Giovanni[17] *? †? | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Valerio *? †? | Sigifredo *? †post 1084 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Antonio[18] *? †? | Palamede[19] *? †? | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Valerio[20] *? †? | Nicolò[21] *? †1123/24? | Vitaliano[19] *? †post 1175 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gaboardo *? †? | Gherardo[19] *? †post 1142 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano[22] *? †post 1190 | Pietro[19] *? †post 1161 | Matteo *? †post 1180 | altri 7 figli | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano[23] *? †? | Giacobino *? †? | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Matteo[24] *? †? | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bartolomeo[25] *? †? | Giovanni *? †1239 | Giulio[26] *? †post 1239 | Giovanni[19] *? †post 1256 | Giacobino *? †post 1275 | Vitaliano *? †post 1253 | Pietro †post 1258 | Gaboardo †post 1270 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gherardo[27] *1239 †1280 | Palamede *? †? | Vitaliano[28] *? †post 1275 | Gherardo *? †post 1278 | Gherardo *? †post 1280 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pietro[19] *? †post 1312 | Giacobino[29] *? †? | Nicolò †post 1297 | Francesco *? †? | Giovanni[30] *? †? | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Geronimo[19] *? †post 1360 | Ruggero *? †? | Francesco[31] *? †post 1398 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giacomo[32] *? †1409 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano I *1390 †1449 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giacomo *? †1453 | Filippo *1419 †1469 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano *1451 †1493 | Giovanni *? †1495 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Francesco[33] *1462 †? | Giberto *1463 †1527 | Ludovico *1468 †1527 | Filippo *? †1508 | Lancillotto *1473 †1513 | Galeazzo *1476 †1511 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Federico *1492 †1529 | Carlo *? †1537 | Luigi *ante 1502 †1518 | Camillo *? †1599 | Vitaliano *? †? | Guido *1502 †? | Giulio Cesare *? †1523 | Giovanni *? †1536 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto *1511 †1558 | Francesco[34] *? †1582 | Giulio Cesare *1517 †1572 | Gian Battista *? †1577 | Luigi *? †? | Luigi *? †? | Filippo Dionogi *1519 †post 1562 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Federico[35] *1535 †1562 | Carlo *1538 †1584 | Renato I *1555 †1608 | Federico *1564 †1631 | Vitaliano *? †? | Prospero *? †ante 1591 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanni *? †1613 | Carlo III *1586 †1652 | Giulio Cesare *1590 †1638 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto III *1615 †1672 | Vitaliano VI *1620 †1690 | Renato II *1636 †1704 | Giovanni *? †1660 | Federico *1617 †1673 | 4 Monaci teatini[36] | Antonio Renato *1632 †1686 | Paolo Emilio *1633 †1690 | Giustino *1638 †ante1640 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlo *1657 †1734 | Giberto[37] *1671 †1740 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanni Benedetto *1684 †1777 | Federico *1703 †1779 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Antonio *? †1715 | Renato III *1710 †1778 | Francesco *1713 †1775 | Giuseppe *1714 †1715 | Vitaliano *1720 †1793 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto V[38] *1751 †1837 | Giovanni *1743 †1820 | Antonio *1747 †1789 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano VIII *1791 †1874 | Renato *1798 †1875 | Federico *1805 †1882 | Cesare *1807 †1832 | Carlo *1787 †1866 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto *1815 †1885 | Guido *1818 †1890 | Emanuele *1821 †1906 | Edoardo *1822 †1891 | Emilio *1829 †1909 | Antonio *1826 †1842 | Carlo *1828 †1889 | Enrico *1829 †1890 | Vitaliano *1834 †1886 | Federico *? †1896 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto *1859 †1941 | Guido *1862 †1942 | Febo[39] *1871 †1945 | Giancarlo *1880 †1965 | Giorgio *1889 †1949 | Carlo *1861 †1889 | Gerolamo *1866 †1937 | Costanzo[40] *1868 †1917 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano[41] *1892 †1982 | Renato[42] *1900 †1970 | Carlo *1902 †1965 | Carlo *1907 †1979 | Emanuele *1914 †1938 | Pietro *1907 †1970 | Giovanni *1911 †2002 | Adalberto *1921 | P. Vitaliano *1906 †1993 | Giulio *1917 †1961 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giberto *1932 †2015 | Carlo *1935 †2015 | Febo *1936 | Federico[43] *1939 | due figli[44] | Agostino[45] *1944 | Alessandro *1948 | Benedetto *1950 | Federico[46] *1953 | Vitaliano *1964 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vitaliano *1979 | Federico *1987 | Car. Federico *1976 | Federico *1987 | Guido Carlo *1969 | Prando *1972 | Francesco *1997 | Giacomo *1978 | Giovanni *1988 | Vitaliano *1979 | Ludovico *1983 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cardinali Borromeo
- Carlo Borromeo (San Carlo), 1538 - 1584
- Federico Borromeo, 1564 - 1631
- Giberto III Borromeo, 1615 - 1672
- Federico Borromeo, 1617 - 1673
- Giberto Borromeo, 1671 - 1740
- Vitaliano Borromeo, 1720 - 1793
- Edoardo Borromeo, 1822 - 1881
Simboli araldici dei Borromeo
Lo stemma dei Borromeo è assai complesso, per la riunione in esso di molti simboli.
Il più noto è il motto Humilitas, che stava a sottolineare la pietà e la religiosità della famiglia di san Carlo e di Federigo Borromeo, clan molto legato alla Controriforma e spesso imparentato con vari pontefici. Questa scritta, in caratteri gotici rigidamente verticali, sottintende l'umiltà dinanzi a Dio e alle virtù.
Altro simbolo ricorrente è il dromedario prostrato, sul cui dorso si erge un cimiero piumato. Questo fu uno dei primi emblemi di famiglia, introdotto da Vitaliano I in ricordo ed in omaggio dello zio materno Giovanni Borromeo: rappresenta infatti la pazienza e la devozione.
Il Liocorno era legato alla forza politica della famiglia: esso era il segno del grande valore di Vitaliano I, quale gli era stato riconosciuto da Filippo Maria Visconti: infatti esso spesso si rivolge verso il Biscione visconteo.
Il morso rappresenta una forza data dalla fermezza, in grado di bloccare la violenza brutale: esso venne introdotto in memoria della forza militare mostrata da Giovanni I Borromeo che, nel 1487, fermò Svizzeri e i Vallesani al ponte di Crevola presso Domodossola (battaglia di Crevola).
Il cedro rappresenta, infine, la bellezza e la particolarità della flora che cresce rigogliosa nei possedimenti dei Borromeo.
Il simbolo formato da tre cerchi, interconnessi in maniera tale che, spezzando uno dei tre, anche gli altri due si separano, è utilizzato dai fisici nucleari nel contesto dei nuclei esotici per indicare quei sistemi legati, come l'elio-6 o il litio-11, formati da tre sottosistemi i quali, presi a due a due, non formerebbero un legame stabile. Questo tipo di nuclei vengono detti Borromeani.[47]
Note
- ^ Inquartato, fiancheggiato in arco di cerchio, col capo e la campagna: nel 1º di rosso alla corona antica d'oro, posta in sbarra; nel 2º d'argento a due trecce d'oro, poste in sbarra, annodate di rosso in decusse; nel 3º d'azzurro a tre anelli intrecciati d'oro gemmati di rosso male ordinati; nel 4º di rosso al freno d'argento posto in banda.
Il fiancheggiato di rosso: sul fianco destro seminato di fiammelle d'oro al liocorno d'argento, accollato di una corona antica d'oro annodata con una sciarpa d'argento svolazzante, spaventato da un medaglione ovale d'argento, raggiante d'oro, orizzontale a destra, caricato da un biscione d'azzurro ingollante un putto di carnagione; il fianco sinistro caricato di un dromedario giacente in un canestro sostenente sulla gobba una corona antica il tutto d'oro, sormontata da sette penne di struzzo alternate d'azzurro e d'argento.
Il tutto sinistrato e spaccato: superiormente d'oro all'aquila di nero coronata d'oro, inferiormente d'argento al volo abbassato di nero.
Il capo e la campagna d'argento, caricato il primo del motto humylitas in carattere gotico minuscolo di nero, sormontato da una corona fioronata d'oro; e la seconda da un cedro d'oro, gambuto e fogliato di verde, posto in fascia.
Sul tutto partito: nel 1º bandato d'azzurro innestato d'argento e di verde; nel 2º fasciato di rosso e di verde, alla cotissa in banda d'argento attraversante.
Vedi: Centro Studi Araldici, Stemmario Italiano: Borromeo, su stemmario.it. - ^ (1561-1566). Donazione del territorio da parte del duca di Savoia a Federico Borromeo; più tardi san Carlo cedette il feudo al parente Federico Ferrero.
- ^ a b Canetta, p. 36
- ^ http://centrocasalis.it/scheda/romagnano-sesi
- ^ contea di Arona, ex Filippo Maria Visconti
- ^ I feudi furono occupati dalle truppe napoleoniche
- ^ Ferri Edgarda, La dinastia dei Borromeo Potere e generosit , su corriere.it. (archiviato dall'url originale il ).
- ^ Galli-Monferrini, pp. 18-19
- ^ Annoni, pp. 27-101
- ^ Grassi-Manni, p. 58
- ^ Le Isole Borromee, p. 152
- ^ Pisoni, p. 35
- ^ Canetta, pp. 35-37
- ^ L’addio al principe Giberto con le camelie delle sue isole, su LaStampa.it, 19 febbraio 2015.
- ^ Muore Giberto Borromeo Arese, proprietario della Rocca di Angera, su VareseNews.
- ^ Canetta, p. 10 (scheda indipendente inserita)
- ^ Detto "il Prodigo", ricco nobiluomo della famiglia dei Vitaliani, visse a Padova
- ^ Signore di Gambara
- ^ a b c d e f g Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo
- ^ Vendette il feudo di Gambara alla Repubblica di Venezia e divenne Patrizio Veneto. Probabilmente fu l'antenato del ramo veneziano dei Vitaliani, estinto nel XIII secolo
- ^ Oppure Gaboardo
- ^ Parentela incerta
- ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Console di Genova (1218)
- ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Provveditore di Padova (1236)
- ^ Fuggito a Napoli dopo il 1239. Da lui ha inizio il ramo di Napoli. Estinto.
- ^ Fuggito in Polonia
- ^ Signore di Bosco, Bojone e Sant'Angelo. Consigliere Maggiore di Padova
- ^ Giudice Collegiato di Padova
- ^ Il suo ramo visse a Padova. Estinto nel 1819
- ^ Giudice e podestà di Bassano (1302)
- ^ Presumibile che la sua discendenza diede vita al ramo dei Vitaliani di Bologna. Estinto nel XV secolo
- ^ Oppure Giacobino. Creato cavaliere dal signore di Ferrara (1352), ambasciatore di Padova presso Venezia (1360). Sposa Margherita Borromeo di San Miniato, figlia di Filippo Borromeo di San Miniato
- ^ Un altro fratello morto infante, Giovanni Giacomo, nato nel 1461
- ^ Un figlio: Giovanni (*? †1602)
- ^ Un altro fratello: Vitaliano (*1537 †1542)
- ^ Andrea (†1693), Carlo Maria (†1650), Federico (†post 1674/78), Massimo (*1630 †1705)
- ^ Altri due fratelli, morti in fasce: Renato (†1673), Giulio Federico (†1675)
- ^ Un altro fratello morto infante: Carlo (*1748 †1749)
- ^ Un altro fratello morto infante: Febo (*1862 †1863). Acquisisce il cognome "Borromeo d'Adda" il 17 aprile 1913
- ^ Un altro fratello morto infante: Giulio (*1874 †1880)
- ^ Altri due fratelli: Federico (*1902 †1973), Vittorio Emanuele (*1905 †1978)
- ^ Un altro fratello morto infante: Giovanni Benedetto (*1896 †1896)
- ^ Un altro fratello: Giovanni Andrea (*1941 †1978)
- ^ Gian Carlo (*1958), Marcello (*1959)
- ^ Altri 3 fratelli: Francesco (*1938), Filippo (*1940), Gian Alfonso (*1946)
- ^ Un altro fratello: Gianfranco (*1954)
- ^ Pisoni, pp. 20-23
Bibliografia
- AA. VV., La Milano dei Borromei, pp. 8–12, Selecta, Pavia 2002.
- AA. VV., Le Isole Borromee e la Rocca di Angera, pp. 152–157, Silvana, Milano 2011.
- Ada Annoni, Lo Stato Borromeo, in L'Alto Milanese all'epoca di Carlo e Federico Borromeo. Società e territorio, pp. 27–101, La Tecnografica, Varese 1988.
- Giuseppe Benaglio, La verità smascherata. Dignità e venture di 398 famiglie nobili lombarde, piemontesi, ticinesi e d'altre terre e città d'Italia nei ranghi del patriziato milanese tra XIV e XVIII secolo secondo il manoscritto del 1716-19, Germignaga, Magazzeno Storico Verbanese, 2009, pp. 61–62.
- Pietro Canetta, La famiglia Borromeo, Tamburini, Milano 1937.
- Giorgio Chittolini, Giovanni Borromeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 13, Treccani, Roma 1971.
- Anna Elena Galli-Sergio Monferrini, I Borromeo d'Angera, Scalpendi, Milano 2012.
- Vittorio Grassi-Carlo Manni, Il Vergante, Alberti, Verbania 1990.
- Pier Giacomo Pisoni, Liber tabuli Vitaliani Bonromei (1426-1430), Alberti, Verbania 1995.
Voci correlate
La contessa Marta Marzotto con la nipote Beatrice Borromeo, figlia di sua figlia Paola
Il matrimonio di Pierre Casiraghi Grimaldi e Beatrice Borromeo Arese Taverna
Beatrice Borromeo Arese Taverna (San Candido, 18 agosto 1985) è un'ex modella, giornalista e conduttrice televisiva italiana.
Biografia
Beatrice Borromeo è figlia di Carlo Ferdinando Borromeo e di Paola Marzotto[2]. È dunque nipote di Marta Marzotto e di Umberto Marzotto, sorella minore di Carlo Ludovico (designer e marito della stilista Marta Ferri) e sorellastra di Isabella (moglie di Ugo Maria Brachetti Peretti, proprietario della API), di Lavinia (moglie del Presidente della FIAT John Elkann fratello di Lapo Elkann, celebre nelle cronache mondane), e di Matilde (moglie del principe Antonius von Fürstenberg); è nipote di Matteo Marzotto, ex presidente della casa di moda Valentino. Dall'estate del 2015 è sposata con Pierre Casiraghi, figlio ultimogenito della principessa Carolina Di Monaco. Attualmente è in attesa del primo figlio la cui nascita è prevista per il 2017.
Studi e formazione
Dopo il diploma in maturità classica al liceo Berchet di Milano, nel 2010 consegue la laurea triennale in Giurisprudenza all'Università Bocconi, con una tesi sulle ipotesi per ridurre i tempi dei processi in Italia (relatore: Prof. Lorenzo Cuocolo); prosegue la sua formazione conseguendo un Master in giornalismo e politica internazionale alla Columbia University di New York nel 2011[3].
La carriera di modella
Comincia a sfilare quasi per gioco nel 2000: dato che la fermavano per proporle di sfilare agenzie sconosciute, sua madre, preoccupata, chiamò un amico di cui si fidava e con cui aveva lavorato, Piero Piazzi dell'agenzia "Paolo Tomei", che la prese sotto contratto. A quindici anni sfila per la prima volta per Chanel, a Piazza di Spagna. Nella sua carriera da indossatrice è rappresentata dall'agenzia Women management e ha sfilato per molte case di moda, tra cui Valentino, Chanel, Trussardi, Alberta Ferretti e Ermanno Scervino. Diventa inoltre testimonial di alcuni marchi, tra cui Blumarine, di cui rappresenta il volto della maison per molte stagioni.
Giornalismo e partecipazioni televisive
Dopo un primo rifiuto a Fabio Fazio per partecipare a Che tempo che fa, diventa nota al grande pubblico per la sua partecipazione al programma Annozero di Michele Santoro, dove ha condotto la rubrica Generazione Zero dal 2006 al 2008, e per le cronache mondane legate alla sua famiglia e al marito Pierre Casiraghi, appartenente alla casata monegasca. Terminato il rapporto con AnnoZero nel 2009, la Borromeo collabora brevemente con l'emittente radiofonica Radio 105 Network per la trasmissione 105 Friends, intervenendo in studio una volta a settimana. Nello stesso anno intervista Roberto Saviano per la rivista inglese Above co-diretta da Charlotte Casiraghi, sorella di Pierre Casiraghi. Poco dopo intervista Marcello Dell'Utri che, in quell'occasione, ammette di essersi candidato "per non finire in galera"[4].
Collabora col settimanale Newsweek e con il Daily Beast con cui ha anche prodotto il documentario Mamma Mafia sulle donne della 'Ndrangheta calabrese nel 2013. Fa parte della redazione de Il Fatto Quotidiano dalla nascita del giornale, nel 2009, dove si occupa principalmente di economia[5]. Tra i vari contributi, cura per questo quotidiano Sex and teens, un'inchiesta a puntate dedicata al sesso fra adolescenti. Ha scritto con Vauro Senesi e Marco Travaglio il libro Italia AnnoZero e sta curando l'edizione di Delitto Senza Castigo - La vera storia di Vittorio Emanuele.
Nel marzo 2015 Sky TG 24 trasmette il documentario in due parti da lei curato nel 2013 per Newsweek e Daily Beast, che approfondisce il ruolo delle donne nella 'Ndrangheta, intitolato Lady 'Ndrangheta[6].
Note
- ^ a b c d e f g h Scheda di Beatrice Borromeo, su Fashionmodeldirectory
- ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 1 pag. 783-785
- ^ Arrivederci, ilfattoquotidiano.it, 5 giugno 2011. URL consultato il 2 agosto 2015.
- ^ Marcello Dell’Utri: Io senatore, per non finire in galera, ilfattoquotidiano.it, 10 febbraio 2014. URL consultato il 2 agosto 2015.
- ^ Beatrice Borromeo, ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 2 agosto 2015.
- ^ "Lady 'Ndrangheta", viaggio tra le madrine calabresi, tg24.sky.it, 6 marzo 2015. URL consultato il 2 agosto 2015.
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