sabato 3 dicembre 2016

Albero genealogico della dinastia di Erode

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La dinastia erodiana fu una dinastia ebraica di origine edomita, i cui membri governarono con alterne fortune la Palestina come sovrani clienti dell'Impero romano dal 37 a.C. al 92. Prende il nome dal suo rappresentante più famoso, Erode il Grande.

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Storia


Suddivisione del regno di Erode il Grande alla sua morte:
     Territorio di Erode Archelao, dal 6 Giudea
     Territorio di Erode Antipa
     Territorio di Erode Filippo II
     Territorio di Salomè I
     Provincia romana della Siria
     Città autonome della Decapoli

Origini: Antipa e Antipatro

Il sovrano giudeo Giovanni Ircano I (134–104 a.C.), appartenente alla dinastia degli Asmonei, espanse il Regno di Giuda fino a comprendere l'Idumea; gli abitanti di questa regione, gli Edomiti, furono obbligati a convertirsi, e divennero dunque ebrei.[1] Sotto il regno di Alessandro Ianneo (103–76 a.C.), un edomita di nome Antipa fu nominato strategos dell'Idumea, mantenendo questo ruolo anche durante il regno di Salomé Alessandra (76–67 a.C.).[2]
Il figlio di Antipa, il fondatore della dinastia erodiana Antipatro (I), divenne il principale consigliere e ministro di Giovanni Ircano II, e riuscì a mantenere delle ottime relazioni con i Romani, che nel 63 a.C. avevano conquistato la Palestina.[3] Giulio Cesare nominò Antipatro procuratore di Giudea nel 47 a.C.;[4] a sua volta Antipatro nominò i propri figli Fasaele ed Erode (il Grande), avuti dalla moglie Cipro, governatori rispettivamente di Gerusalemme e Galilea.[5] Nel 43 a.C. Antipatro fu assassinato; i suoi due figli, però, restarono in carica, e furono elevati al rango di tetrarchi da Marco Antonio (41 a.C.).[6]

Apogeo: Erode il Grande

Nel 40 a.C., il principe asmoneo Antigono II riuscì a riconquistare il regno dei suoi avi alla testa di truppe partiche, con le quali riuscì a sconfiggere ed espellere i Romani. Erode fuggì a Roma, dove fu riconosciuto sovrano della Giudea da Marco Antonio e Ottaviano.[7] Nel 37 a.C. Erode completò la riconquista del proprio regno, che governò per 34 anni, morendo nel 4 a.C.
Erode si sposò dieci volte, ebbe 15 figli e 16 nipoti, e i membri della sua famiglia si sposarono tra di loro, da una parte, e si combatterono per il trono, dall'altra. Lo stesso Erode mise a morte una moglie e tre figli, tanto che lo scrittore tardo imperiale Macrobio attribuisce una battuta ad Augusto, di cui Erode era sovrano vassallo, secondo la quale era preferibile essere un maiale (in greco ὑς, hus) di Erode piuttosto che suo figlio (ὑιος, huios).[8]
Ebbe infatti un primo figlio, Antipatro, che allontanò da corte quando prese in moglie una principessa asmoneaMariamne, la quale gli diede due figli maschi, Alessandro e Aristobulo, prima di essere messa a morte per tradimento a seguito del complotto dei famigliari di Erode stesso. Mentre Alessandro e Aristobulo erano a Roma per essere educati alla corte di Augusto, Erode sposò altre mogli, da cui ebbe Filippo (I), ArchelaoAntipaFilippo (II), Erode (II) e Fasaele (II). Tornati in Palestina e primi nella linea di successione, Alessandro e Aristobulo si misero in opposizione al padre, cui rinfacciavano la morte della madre; Erode richiamò Antipatro a corte e i tre entrarono in contrasto. Alessandro e Aristobulo entrarono in rotta e si riconciliarono col padre per due volte; la terza, invece, Erode li fece mettere a morte (7 a.C.). Antipatro, divenuto primo nella linea di successione, fu condannato per tradimento e giustiziato, appena cinque giorni prima del padre (4 a.C.); la terza moglie fu esiliata e il di lei figlio, Filippo (I), rimosso dalla linea di successione.

Figli di Erode

Alla morte di Erode il Grande, avvenuta nel 4 a.C., il suo regno fu suddiviso da Augusto seguendo in linea di massima le volontà del defunto sovrano. Ad Archelao furono affidate GiudeaIdumea e SamariaAntipa ottenne Galilea e Perea; a Filippo (II) andarono BataneaTraconitideAuranitide e GaulantideSalomè, sorella di Erode, ottenne alcune città (IamniaAzotoFaselide e Ascalona) e le relative rendite.

Membri della dinastia erodiana

Matrimoni di Erode

Nr.Namen./m.PadreMadreMatrimonioMoglien./matr./m.Note
1Erode il Grande73 a.C. / 4 a.C.AntipatroCiproADoridematr. 47Allontanata da corte e poi richiamata
BMariamne (I)[9]54? / 37 / 29Asmonea, nipote di Giovanni Ircano II
C(Nipote)matr. 30?
D(Cugina)matr. 29?
EMariamne (II)matr. 23Figlia di Simone Boeto, matrimonio terminato col divorzio
FMaltacematr. 27 m. 4Samaritana
GCleopatra di Gerusalemmematr. 25
HPalladematr. 21
IFedramatr. 19
LElpidematr. 17

Figli di Erode

Nr.Nomen. /m. PadreMadreMatrimonioConsorten./matr. /m. Note
2Antipatro[9]n. 45?
m. 4
Erode[1]Doride [1A]A(figlia di Antigono asmoneo)matr. 14?
BMariamne [21]matr. 5?nipote
3Alessandro[9]n. 36?
m. 7
Erode[1]Mariamne[1B]AGlafiramatr. 17figlia di Archelao di Cappadocia
4Aristobulo[9]n. 35?
m. 7
Erode[1]Mariamne[1B]ABerenicen. 36
matr. 17
figlia di Salome, sorella di Erode [1]
5(figlio)n. 33?
m. Roma
Erode[1]Mariamne[1B]
6Salampsion. 33?Erode[1]Mariamne[1B]AFasaelen. 44
matr. 7
cugino (figlio di Fasaele, fratello di Erode [1])
7Cipron. 32?Erode[1]Mariamne[1B]AAntipatron. 34?
matr. 7
cugino (figlio della sorella di Erode [1])
8Erode
(anche noto come Erode Boeto ed Erode Filippo I)
n. 22?Erode[1]Mariamne[1E]AErodiade [20]nipote
9Archelaon. 23?Erode[1]Maltace [1F]AMariamne [21]
BGlafira [3A]moglie divorziata di Alessandro [3]
10Antipan. 21?Erode[1]Maltace [1F]A(figlia di Areta IV)
BErodiade [20]moglie divorziata [8A] di Erode Filippo I [8]
11Olimpiaden. 19?Erode[1]Maltace [1F]AGiuseppen. 45?cugino (figlio di Giuseppe, fratello di Erode [1])
12Erode Filippo IIn. 20?
m. 34 d.C.
Erode[1]Cleopatra[1G]ASalome [41]nipote
13Eroden. 18
m. ca. 4
Erode[1]Cleopatra[1G] ?
14Fasaelen. 19?
m. ca. 4
Erode[1]Pallade [1H] ?
15Rossanan. 18?Erode[1]Fedra [1I]A(figlio di Ferora)n. 30?
matr. 4
cugino (Ferora era il fratello di Erode [1]); fidanzamento voluto da Augusto
16Salomen. 17?Erode[1]Elpide [1J]A(figlio di Ferora)n. 30?
matr. 4
cugino (Ferora era il fratello di Erode [1]); fidanzamento voluto da Augusto

Nipoti di Erode

Nr.Nomen. /m. PadreMadreMatrimonioConiugen. /matr. /m. Note
17Erode di Calciden. 15
m. 48 d.C.
Aristobulo [4]Berenice [4A]AMariamne [28]n. 1?cugina
BBerenice [35]nipote
C(figlia di Antipatro [32])nipote
18Erode Agrippa In. 13?
m. 44 d.C.
Aristobulo [4]Berenice [4A]ACipro [26]cugina
19Aristobulon. 10?Aristobulo [4]Berenice [4A]AIotapafiglia di Sampsiceramo II, re di Emesa
20Erodiaden. 8?Aristobulo [4]Berenice [4A]AErode Filippo I [8]n. 22?zio, divorziato
BAntipa [10]n. 21?zio
21Mariamnen. 16?Aristobulo [4]Berenice [4A]AAntipatro [2]zio (possibile fidanzamento)
22Antipatron. 15?Fasaele [6A]Salampsio [6] ?
23Eroden. 13?Fasaele [6A]Salampsio [6] ?
24Alessandron. 11?Fasaele [6A]Salampsio [6] ?
25Alessandran. 9?Fasaele [6A]Salampsio [6]ATimio di Cipronessun figlio
26Cipron. 7?Fasaele [6A]Salampsio [6]AErode Agrippa I [18]n. 13
m. 44 d.C.
Cugino
27Cipron. 12?Antipatro [7A]Cipro [7]AAlesse Selciafiglio del marito di Salome, sorella di Erode [1]
28Mariamnen. 1?Giuseppe [11A]Olimpiade [11]AErode di Calcide [17]nipote di Erode [1], bisnonno materno
29Alessandron. 12?Alessandro [3]Glafira [3A]A ?nobildonna
30Tigranen. 11?
m. 36 AD
Alessandro [3]Glafira [3A]nessun figlio
31Figlion. 13?Antipatro [2]figlia di Antigono [2A]Afiglia di Feroran. 13?Ferora era un fratello di Erode [1]
32(figlia)n. 12?Antipatro [2] ?AErode di Calcide [17]n. 15?
m. 48
Cugino

Note

  1. ^ Giuseppe FlavioAntichità giudaiche, xiv.10. George W. E. Nickelsburg, Jewish Literature Between The Bible And The Mishnah, Minneapolis, Fortress Press, 2005, p. 93.
  2. ^ Kasher, p. 149.
  3. ^ Kasher, pp. 108–121.
  4. ^ Kasher, p. 121.
  5. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, xiv.9.2; Guerra giudaica, i.10.4.
  6. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, xiv.13.1; Guerra giudaica, i.12.5.
  7. ^ Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, i.14.4.
  8. ^ Macrobio, Saturnalia, 2.4.11.
  9. ^ a b c d Giustiziato per ordine di Erode.

Bibliografia

  • Aryeh Kasher, Jews and Hellenistic cities in Eretz-Israel: relations of the Jews in Eretz-Israel with the Hellenistic cities during the Second Temple period (332 BCE-70CE), Mohr Siebeck, 1990, ISBN 9783161452413.

Albero genealogico della dinastia dei Maccabei o Asmonei e il loro legame con la dinastia di Erode



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venerdì 2 dicembre 2016

Il Regno dei Maccabei o Asmonei

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Maccabei (significato del nome: martellatori) (מכבים o מקביםMakabim (HE) ) furono una famiglia ebraica che guidò la ribellione contro il seleucide Antioco IV Epìfane (175 a.C.-164 a.C.), nel II secolo a.C. Diedero vita alla dinastia che in seguito regnò sulla Giudea con il nome di Asmonei (da Asmon, il nome di un antenato).
La dinastia degli Asmonei, in greco 'Ασσαμωναῖοι[1] (forse dall'ebraico ḥašmannīm[2], oppure dall'eponimo Asmon, il nome del bisnonno di Mattatia, padre dei Maccabei), fondata da Simone Maccabeo, segnò l'inizio del regno di Giudea, a partire dal 140 a.C., e mantenne il potere civile e religioso fino alla conquista romana, dopo la quale nel 37 a.C. fu posto a governo della regione Erode il Grande.

Poiché i re dovevano idealmente discendere dalla casa di David, i Maccabei, che erano una famiglia di sacerdoti, non avevano un effettivo diritto al potere regale. Il loro regno venne messo in pericolo dall'opposizione dei Farisei, e il Talmud li ricorda appena. La loro ascesa è descritta nei libri Primo e Secondo libro dei Maccabei della Bibbia. Sovrani del Regno di Giudea fino alla metà del I secolo a.C., restaurarono le istituzioni politiche e religiose dell'antico Israele.

Storia

Dopo essere stati sconfitti dai romani, i Seleucidi furono costretti al pagamento di un'esorbitante indennità di guerra e per rastrellare il denaro occorrente non esitarono a saccheggiare i templi. Antioco IV, in cambio di privilegi concessi all'élite ebraica ellenizzata, riuscì ad impadronirsi del tesoro del Tempio di Gerusalemme, che fece sconsacrare e adibire al culto pagano di Zeus Olimpo. Il sacerdote Mattatia uccise l'apostata ebreo preposto al nuovo culto e si rifugiò sui monti insieme ai suoi cinque figli e a numerosi seguaci, dando l'avvio alla rivolta.
Alla morte di Mattatia (166 a.C.), suo figlio Giuda guidò i ribelli alla vittoria contro l'esercito seleucide, occupò Gerusalemme e riconsacrò il Tempio al culto del Signore (164 a.C.); in memoria di questi eventi fu istituita la festa di Hanukkah. Le grandi capacità di condottiero implacabile contro i nemici valsero a Giuda il soprannome di Maccabeo (martello, martellatore) che poi passò all'intera famiglia. Giuda Maccabeo morì in battaglia nel 161 a.C. e gli succedette il fratello Gionata che, servendosi di alleanze con i nemici di Demetrio I, tenne a bada il monarca seleucide prima di essere assassinato. L'ultimo dei figli di Mattatia, Simone, sconfisse una spedizione di Antioco VII ma morì nei disordini successivi (135 a.C.).

In seguito alla vittoriosa ribellione contro il seleucide Antioco IV Epìfane, Simone Maccabeo ottenne il titolo ereditario che diede inizio alla dinastia.
Alla sua morte Giovanni Ircano, figlio di Simone, ampliò notevolmente il regno di Giudea portandolo alla sua massima potenza, fino a comprendere l'Idumea, i cui abitanti, gli Edomiti, furono obbligati a convertirsi, e divennero dunque ebrei.[3] Gli succedettero i figli: brevemente Aristobulo I, quindi Alessandro Ianneo, che parteggiò per i Sadducei nelle loro lotte contro i Farisei. Sotto il regno di Alessandro Ianneo, un edomita di nome Antipa fu nominato strategos dell'Idumea, mantenendo questo ruolo anche durante il regno di Salomé Alessandra (76–67 a.C.). Alessandra Salomè, che era stata moglie di entrambi, salì al trono nel 78 a.C. e favorì invece i Farisei.
Il figlio Giovanni Ircano II divenne re e sommo sacerdote, ma fu contrastato dal fratello Aristobulo II; ne scaturì una guerra civile che offrì a Roma il pretesto per intervenire. Gerusalemme fu conquistata quindi da Pompeo nel 63 a.C., dopo la quale si aprirono decenni di transizione violenta del potere alla dinastia erodiana, prima con Antipatro, figlio di Antipa, che divenne il principale consigliere e ministro di Giovanni Ircano II, stringendo forti legami con la Repubblica romana, poi con suo figlio ErodeGiulio Cesare nominò Antipatro, suo cliente, procuratore di Giudea nel 47 a.C. A sua volta Antipatro nominò i propri figli Fasaele ed Erode, avuti dalla moglie Cipro, governatori di Gerusalemme e Galilea.[4] Nel 43 a.C. Antipatro fu assassinato; i suoi due figli, rimasti in carica, furono elevati al rango di tetrarchi da Marco Antonio (41 a.C.).[5]

Culto

Il culto dei fratelli Maccabei è molto antico[1] e sono considerati santi dalla Chiesa cattolica e dalle chiese ortodosse che li ricordano il giorno 1º agosto (che cade il 14 agosto per coloro che seguono il calendario giuliano).
Dal Martirologio Romano: "Commemorazione della passione dei santi sette fratelli martiri, che ad Antiochia in Siria, sotto il regno di Antioco Epifane, per aver osservato con invitta fede la legge del Signore furono messi crudelmente a morte insieme alla loro madre, la quale patì per ognuno dei suoi figli, ma, come si racconta nel secondo Libro dei Maccabei, in tutti conseguì la vittoria della vita eterna. Insieme si celebra la memoria di sant'Eleázaro, uno degli scribi più stimati, uomo già di età avanzata, che nella stessa persecuzione si rifiutò di cibarsi, per sopravvivere, di carne proibita, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, e precedette per questo di buon grado gli altri al supplizio, lasciando un mirabile esempio di virtù".

Note

  1. ^ Luigi F. Pizzolato - Chiara Somenzi, I sette fratelli maccabei nella chiesa antica d'occidente, Milano 2005 (Studia patristica Mediolanensia, 25).

Note

  1. ^ Il nome è riferito da Giuseppe Flavio, di cui cfr. Antichità giudaiche, XII, 6, 1
  2. ^ Salmi, LXVIII, 32
  3. ^ Giuseppe FlavioAntichità giudaiche, XIV, 10
  4. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XIV, 9, 2; Guerra giudaica, I, 10, 4.
  5. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XIV, 13, 1; Guerra giudaica, I, 12, 5.