Il termine europoide[1] o caucasoide[2] indica una classificazione antropologica dell'Homo sapiens[3], definibile a partire dalla forma del cranio ed altre caratteristiche craniometriche ed antropometriche: tale termine infatti identifica non solo gli Europei ma anche quasi tutti gli Africani settentrionali. Con le recenti migrazioni che hanno seguito le scoperte geografiche il gruppo si è diffuso anche nelle Americhe e in Oceania.
Nonostante la sua validità come "razza" venga messa in dubbio da molti antropologi culturali e sociali, questo termine rimane in uso nelle branche biologiche e scientifiche dell'antropologia[4], particolarmente tra gli antropologi fisici e forensi[5][6][7][8], oltre che tra molti genetisti[9], a causa della possibilità di riconoscere un individuo caucasoide tramite analisi genetiche e misurazioni antropometriche del suo scheletro.
Il suffisso -oide è usato per riferirsi a classificazioni antropologiche come mongoloide o negroide, mentre è preferibile usare Caucasico per riferirsi alle popolazioni che abitano ilCaucaso, come i georgiani, gli armeni e gli azeri. I due termini sono però molto spesso usati erroneamente per indicare l'etnia europoide.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Si distingue per la pigmentazione cutanea limitata, l'occhio orizzontale, i capelli cimotrichi (ondulati a sezione ovale) e il naso leptorrino (lungo e sottile)[10]. Le orbite sono subrettangolari; la fossa nasale alta e stretta, a forma di goccia allungata. La spina dorsale è ben marcata.
La pelosità corporea appare più abbondante rispetto a quella degli altri gruppi fisici (eccetto quella degli australoidi) e si riscontra accentuata tendenza a canizie (imbianchimento dei capelli) e alopecia androgenetica. La pigmentazione e la statura media presentano notevoli differenze tra i vari tipi fisici. I capelli e gli occhi chiari sono più frequenti nell'Europa del nord rispetto al resto del continente, mentre risultano rari nelle aree extraeuropee.
Nella Preistoria europea, i primi Europoidi propriamente detti appaiono intorno al 35000 a.C., identificandosi secondo alcune teorie con Combe-Capelle (proto-mediterranei) eCro-Magnon.
Le tipologie europoidi nell'Antropologia fisica
Nell'antropologia fisica classica si distinguono questi tipi fisici principali all'interno del gruppo caucasoide:
- mediterraneo: costituisce una componente cospicua dei popoli della Penisola Iberica, delle isole mediterranee, della Francia del sud, dell'Italia meridionale e della Grecia.
- illirico (detto anche dinarico): dominante nei Balcani occidentali.
- alpino: dominante nell'Europa centrale e nell'Italia settentrionale
- nordico: dominante nella Scandinavia occidentale, sulle coste del Mare del Nord, del Mar Baltico occidentale, presente accanto ad altri tipi fisici in tutta Europa.
- balto-slavo: dominante nell'Europa orientale e sulle coste del Mar Baltico orientale.
- nordafricano: dal Marocco all'Egitto, esclusa la penisola del Sinai.
Note
- ^ caucasoide, su Dizionari.Repubblica.it. URL consultato il 2 settembre 2014.
- ^ Europoide: Definizione e significato di Europoide Dizionario italiano Corriere.it, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ Alberto Piazza, L'evoluzione umana, treccani.it.
- ^ Diana Smay and George Armelagos, Galileo Wept: A Critical Assessment of the Use of Race in Forensic Anthropology (PDF), Emory University.
- ^ Stephen Ousley, Richard Jantz e Donna Freid, Understanding race and human variation: why forensic anthropologists are good at identifying race, in American Journal of Physical Anthropology, vol. 139, nº 1, May 2009, pp. 68-76, DOI:10.1002/ajpa.21006. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ N. J. Sauer, Forensic anthropology and the concept of race: if races don't exist, why are forensic anthropologists so good at identifying them?, in Social Science & Medicine (1982), vol. 34, nº 2, Jan 1992, pp. 107-111. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ (EN) Robert B. Pickering e David Bachman, The Use of Forensic Anthropology, CRC Press, 22 gennaio 2009, ISBN 978-1-4200-6878-8. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ Labanof - Laboratorio di Antropologia ed Odontologia Forense, La razza, Università degli Studi di Milano.
- ^ (EN) Lynn B. Jorde e Stephen P. Wooding, Genetic variation, classification and 'race', in Nature Genetics, vol. 36, 26 ottobre 2004, pp. S28-S33, DOI:10.1038/ng1435. URL consultato il 7 luglio 2015.
- ^ Raffaello Parenti, pp. 54, Leptoprosopia.
Bibliografia
- Raffaello Parenti. Introduzione all'Antropologia fisica. Libreria Scientifica Giordano Pellegrini. Pisa. 1974.
- Raffaello Parenti. Lezioni di Antropologia fisica. Seconda ed. Libreria scientifica Giordano Pellegrini. Pisa. 1973.
Voci correlate
Razza alpina
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La presunta razza alpina è una delle tre cosiddette "sub-razze" nelle quali venivano suddivisi i caucasici in generale, e gli Europei in particolare, tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo[1][2][3], secondo le regole dell'antropologia fisica. Erano classificati come facenti parte della razza alpina larga parte degli abitanti dell'Europa centrale e centro-meridionale.
Le caratteristiche fisiche degli alpini sono: brachicefalia, viso e fronte larga, statura media (tarchiata) e pigmentazione intermedia[4][5].
Storia degli studi
L'antropologo americano William Z. Ripley nel suo celebre libro del 1899 "The Races of Europe" fu il primo a sostenere che la razza alpina si originò in Asia e che successivamente migrò nel continente europeo, importando la rivoluzione neolitica[6]. Sempre secondo Ripley attraverso la loro migrazione in Europa gli alpini causarono la separazione dei "tipi razziali" considerati indigeni ossia i nordici e imediterranei[6]. Questo modello venne ripreso in seguito da Madison Grant, altro antropologo americano, nel suo libro "The Passing of the Great race" (1916).
Nel 1939 il famoso antropologo ed archeologo Carleton S. Coon, nella sua riedizione di "The Races of Europe" di Ripley, teorizzò invece che gli alpini discendessero dall'uomo paleolitico europeo e che fossero pertanto indigeni dell'Europa[6].
A partire dal secondo dopoguerra il termine "razza alpina" venne progressivamente abbandonato anche se alcuni studiosi come losvedese Bertil Lundman, continuarono a utilizzarlo fino agli anni settanta. Ovviamente oggi non si parla di razza ma di fenotipiparticolarmente frequenti in gruppi di popolazioni anche geneticamente distanti.
Note
- ^ Anne Maxwell Picture Imperfect: Photography and Eugenics, 1870–1940 Brighton, Publication Date: April 1, 2010, ISBN 1845194152
- ^ Race and Racism: An Introduction (see also) by Carolyn Fluehr-Lobban, Pages 127-133, Publication Date: December 8, 2005, ISBN 0759107955
- ^ The Races of Europe by Carleton S. Coon
- ^ Ripley (1899), The Races of Europe, p. 121; Synonyms column shortened
- ^ Popular Science aprile 1897, p.772
- ^ a b c Carleton S. Coon, The Races of Europe, Chapter VIII, section 6