venerdì 16 settembre 2016

L'Awen: la condizione di "ispirazione" del veggente e del bardo nel druidismo celtico gallese.

Risultati immagini per druidismo simboli



Awen è una parola gallese per indicare l'"ispirazione" (poetica). È usata storicamente per indicare l'ispirazione divina dei bardi nella tradizione poetica gallese. Chiunque sia ispirato come poeta o indovino è definito awenydd.
Nell'uso corrente, l'awen è ascritto ai musicisti ed ai poeti, ma la parola presto ha cominciato ad essere usata come nome proprio di persona femminile.
La parola compare nella terza strofa di Hen Wlad fy Nhadau.
La prima attestazione della parola si ritrova nella Historia Brittonum di Nennio, un testo latino del 796 d.C. circa, basato in parte su scritti precedenti del monaco gallese Gildas.
Awen deriva dalla radice indoeuropea *wel-, col significato di "soffiare" ed è la stessa radice della parola gallese awel, che significa "brezza". C'è una parola parallela per 'awen' in irlandese: ai, con lo stesso significato di "ispirazione poetica" e che deriva dalla stessa antica radice.[1]

Neodruidismo[modifica | modifica wikitesto]

In alcune correnti del neodruidismo il termine è simboleggiato da un emblema che mostra tre linee dritte che divergono man mano che vanno verso il basso, disegnate all'interno di una o più circonferenze di vario spessore, spesso con un punto in cima ad ogni linea. Il simbolo fu inventato da Iolo Morganwg e fu adottato da alcuni druidisti.

Il simbolo neodruidico dell'Awen
L'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (OBOD) descrive le tre linee come raggi che emanano da tre punti di luce che rappresentano il triplo aspetto della divinità ed anche i punti in cui sorge il sole durante gli equinozi ed i solstizi - conosciuti come Triade del Sorgere del Sole. L'emblema usato dall'OBOD è circondato da tre circonferenze che rappresentano le tre sfere della creazione.[2]
Vari gruppi e singoli druidisti hanno una loro propria interpretazione dell'Awen. Le tre linee indicano la terra, il mare e l'aria; il corpo, la mente e lo spirito; l'amore, la saggezza e la verità. Si dice anche che l'Awen non indichi la semplice ispirazione, ma l'ispirazione della verità: senza l'Awen non si può esprimere la verità. I tre fondamenti dell'Awen sono la comprensione della verità, l'amore per la verità e l'affermazione della verità. I raggi indicano anche le lettere dalle quali tutte le altre si sono sviluppate: I, O ed U. Si dice: "Nessuno può pronunciare correttamente queste tre lettere senza l'Awen donatogli dalla Divinità."[3]


Oggi l'"Awen" indica l'ispirazione e rappresenta l'energia divina: viene infatti visto come un flusso di energia vitale, che racchiude in sé il significato del numero tre ( cfr. anche in alchimia il 3 rappresenta tutto ciò che è divino, che trascende l'uomo). L'Awen è espressione di energia divina, nel senso che la sua derivazione è legata a tutto ciò che si trova lontano dall'uomo, irraggiungibile, ma sfiorabile; esso giunge come ispirazione, ma non ha una forma precisa: è semplicemente un elemento che infonde energia e tranquillità, raggiungendo il punto più profondo dell'anima. La stessa parola racchiude significati particolari nei due suoni che la compongono: "AW" simboleggerebbe il flusso e il fluire ed "EN" l'essenza e lo spirito, l'Awen sarebbe quindi un'essenza fluida, uno spirito fluente.

Note

  1. ^ Jarman, A.O.H. Jarman (ed.), A guide to Welsh literature', Vol. 1, cap. 1, di Lewis. Anche Calvert-Watkins 'Indo-European metrics and archaic Irish verse', o P.K. Ford, 'The Celtic Poets: songs and tales from early Ireland and Wales', introduzione, p. xxvii.
  2. ^ Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi, Approaching The Forest: Gwers 2, Pg. 24, Oak Tree Press, 2001.
  3. ^ "L'Awen" su druidry.org

Bibliografia

  • Kenneth Jackson, Tradition in Early Irish Prophecy, Man, Vol. 34, (May, 1934), pp. 67–70.

Voci correlate


giovedì 15 settembre 2016

Ogham: l'alfabeto celtico basato sul calendario arboreo

Risultati immagini per alfabeto ogamico

Risultati immagini per alfabeto ogamico





Risultati immagini per ogham

Storia dell'alfabeto
Media età del bronzo XIX secolo a.C.
Meroitico III secolo a.C.
Ogham IV secolo d.C.
Hangŭl 1443 d.C.
Sillabico canadese 1840 d.C.
Zhuyin 1913 d.C.

fol. 170r del Libro di Ballymote (1390), Auraicept na n-Éces con spiegazioni sull'alfabeto ogamico
L'Alfabeto ogamico o Ogham craobh o semplicemente Beth-Luis-Nion (antico irlandeseOgam, forse derivato dal greco antico ogme[1]) è un tipo di scrittura che fu in uso soprattutto per trascrivere antiche lingue celtiche. La sua caratteristica principale è quella di non avere lettere di forme differenti, bensì di ottenere le differenti lettere con un numero diverso di incisioni a destra, a sinistra o attraverso una linea che costituisce il fulcro dello scritto.
I testi più antichi che si conoscano risalgono al V-VI secolo d.C. e si trovano solitamente su pietre (spesso cippi funerari) poste verticalmente, con lo spigolo della pietra che funge da linea mediana della scrittura e le lettere che si susseguono in verticale.[2] Questi testi su pietra (circa 380[3], disseminati intorno al Mare d'Irlanda, soprattutto in IrlandaGalles e Isola di Man, con poche attestazioni anche in InghilterraScozia e Isole Shetland) non attestano però le fasi più antiche di questa scrittura, che per molto tempo dovette essere utilizzata su supporti di legno o corteccia, oggi deperiti. L'alfabeto ogamico venne anche utilizzato, sporadicamente, per annotazioni su manoscritti di epoca più tarda, fin verso il XVI secolo. Ad Ahenny, nella contea di Tipperary, si conosce un'iscrizione ogamica su una pietra tombale del 1802.
L'alfabeto ogamico comprende venti lettere diverse, (feda), distribuite in quattro serie o aicmí (plurale di aicme "famiglia"). Ogni aicme prendeva nome dalla sua prima lettera (Aicme BeitheAicme hÚathaAicme MuineAicme Ailme, "la famiglia della B", "la famiglia dell'H", "la famiglia della M", "la famiglia della A"). Nei manoscritti si trovano anche ulteriori lettere, chiamate forfeda.[4] I primi tre aicmi sono composti da consonanti, l'ultimo da vocali. Ogni lettera di questo alfabeto è associata ad un particolare albero il nome stesso Ogham craobh significa scrittura arborea.
Di seguito sono riportati i quattro aicmí, con la loro trascrizione secondo la tradizione dei manoscritti e i loro nomi in antico irlandese normalizzato, seguiti dai loro valori fonetici in irlandese arcaico e quello che si suppone fosse il loro nome in irlandese arcaico quando si conosca l'etimologia del nome.

L'alfabeto ogamico
  • tratti in giù (o verso destra)
    1. beith [b] (*betwias)
    2. luis [l]
    3. fearn [w] (*wernā)
    4. saille [s] (*salis)
    5. nuin [n]
  • tratti in su (o verso sinistra)
    1. úath [y]?
    2. duir [d] (*daris)
    3. tinne [t]
    4. coll [k] (*coslas)
    5. ceirt [kw] (*kwertā)
  • tratti che tagliano obliquamente la riga
    1. muin [m]
    2. gort [g] (*gortas)
    3. NG gétal [gw] (*gwēddlan)
    4. straif [sw] or [ts]?
    5. ruis [r]
  • tacche oppure tratti che tagliano perpendicolarmente la riga (vocali)
    1. ailm [a]
    2. onn [o] (*osen)
    3. úr [u]
    4. edad [e]
    5. idad [i]

Risultati immagini per ogham

Risultati immagini per ogham

Il calendario arboreo

Lo scrittore e poeta Robert Graves, con la sua opera La Dea bianca, fece del calendario di Edward Davies il nucleo intorno al quale costruì "l'antico calendario arboreo", riallineando le consonanti secondo l'ordine del Beth-Luis-Nion; tale calendario è formato da tredici mesi lunari (consonanti) e cinque giorni intercalari (vocali).[5] Il calendario è così composto:
CalendarioLettera ogamicaAlbero
24 dicembre - 20 gennaioBethBeithe / betulla
21 gennaio - 17 febbraioLuisLuis / sorbo selvatico
18 febbraio - 17 marzoNionNin / frassino
18 marzo - 14 aprileFearnFern / ontano
15 aprile - 12 maggioSailleSail / salice
13 maggio - 9 giugnoUathÚath / biancospino
10 giugno - 7 luglioDuirDair / quercia
8 luglio - 4 agostoTinneTinne / agrifoglio
5 agosto - 1º settembreCollColl / nocciolo
2 settembre - 29 settembreMuinMuin / vite
30 settembre - 27 ottobreGortGort / edera
28 ottobre - 24 novembreNgétalGétal / giunco
25 novembre - 23 dicembreRuisRuis / sambuco
Le vocali del Beth-Luis-Nion costituiscono una sequenza stagionale complementare e rappresentano delle stazioni nel corso dell'anno, ecco quindi i giorni intercalari
PeriodoLettera ogamicaAlbero
25 dicembreAilmAilm / abete bianco
Equinozio di PrimaveraOnnOnn / ginestrone
Mezza EstateÚrÚr / erica
Equinozio d'AutunnoEadhadhEdad / pioppo bianco
Solstizio d'InvernoIdhoIdad / tasso
L'idea di ricostruire il calendario arboreo risale ad Edward Davies, un antiquario del XIX secolo, che trasse spunto a sua volta dall'Ogygia di Ruairí Ó Flaitheartaigh. Questa Ogygia era una sorta di storia d'Irlanda scritta nel XVI secolo, nel quale si riportavano alcune informazioni relative alla scrittura ogamica, perlopiù desunte dal Libro di Ballymote, e si stabiliva una relazione tra le varie lettere di quella scrittura e una serie di alberi e arbusti da cui quelle lettere avrebbero tratto i nomi. L'Ogygia di Ó Flaitheartaigh non faceva alcuna menzione ad eventuali calendari: fu Edward Davies a scoprire che quei nomi di alberi, presi secondo la successione alfabetica, implicassero l'esistenza di un antico calendario celtico basato sulla loro successiva fioritura. In seguito Robert Graves fece del calendario arboreo di Davies il nucleo attorno al quale costruì, con La Dea bianca, le sue riflessioni sul significato del mito e la natura della poesia. Il libro di Graves offrì una gran quantità di profonde intuizioni alla moderna rinascita celtica e rese popolarissima l'idea di tale calendario arboreo. La suggestione esercitata da tali arcane «conoscenze» ha indotto molte persone - tra cui anche studiosi di una certa levatura - ad una grande quantità di asserzioni azzardate riguardo al calendario arboreo, ancora oggi popolarissimo presso celtofili, romanzieri, neodruidi, wiccani e newagers, e tuttora seriamente trattato in un gran numero di pubblicazioni. Più prosaicamente, l'alfabeto ogamico fu principalmente un metodo di scrittura dei Celti insulari, le cui lettere erano forse legate ai nomi degli alberi, ma non aveva alcun riferimento a calendari o simili.[6]

Risultati immagini per ogham

Note

  1. ^ Barry Fell, Ogam Scales from The Book of Ballymote, The Epigraphic Society Occasional Papers, volume 22, pag. 87
  2. ^ ogamico, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.
  3. ^ Damian McManus, A Guide to Ogam, Maynooth, 1991. ISBN 1-870684-17-6
  4. ^ Ogam writing system: Forfeda
  5. ^ Il calendario arboreo: storia di una presunta scienza druidica, in bifrost.it
  6. ^ Mary Jones, The Celtic Tree Calendar

Bibliografia

mercoledì 14 settembre 2016

Mitologia, religione e filosofia dei Celti.

Risultati immagini per oiw celtico

Risultati immagini per oiw celtico

Risultati immagini per oiw celtico

La mitologia celtica è l'insieme dei miti, delle saghe e delle credenze religiose diffuse tra la civiltà dei CeltiTra i principali dei del politeismo celtico si devono ricordare Lúg a cui è associata la festa di Lughnasad (1° agosto, festa del primo raccolto). Lugh riceve l'epiteto di samildanach ("che possiede tutte le arti") e che è a metà strada tra Apollo e Mercurio romano, Taranis dio del tuono, rappresentante il Dis-PaterIl dio Ogmios che si dice essere stato l'inventore dell'alfabeto irlandese: l'ogham

Risultati immagini per oiw celtico

Un legame c'è tra Apollo e Belenus o Belenos la divinità solare e luminosa, che propizia la fertilità, a cui è associata la festa di Beltane (1° maggio)
Belenos è figlio di Dagda che è signore degli Inferi e dell'aspetto notturno e crepuscolare delle forze della natura. Secondo altre tradizioni i morti invece si recano dal dio irlandese Donn "lo Scuro", una divinità minore che abita nel Tech Duinn presso le coste irland
Esistono divinità silvestri come il dio Cernunnos ("cornuto"), che ha le corna di cervo ed è il dio delle foreste.
Tra le divinità femminili vanno ricordate Brigit che spesso viene associata a MinervaEpona dea dei cavalli e della fertilità da associare alla romana Demetra e Sirona dea delle acque dolci e della bianca luce lunare.  
La Grande Madre è Dana o Ana o Ceridwen.
Morrigan  è la dea della guerra.
Il dio della medicina è invece Dian Cecht, che prepara una mirabile protesi d'argento per Nuadu Airgetlam a cui in combattimento era stata mozzata una mano.
Ecco le immagini delle divinità principali: 
1) Lugh
Risultati immagini per lugh

2) Belenos
Risultati immagini per belenos
3) Taranis
Risultati immagini per taranis dio

4) Cernunnos
Risultati immagini per cernunnos

Molto importante è il culto della natura e in particolare degli alberi.
Ad ogni mese dell'anno è associato un albero e da questo deriva l'oroscopo celtico.


Risultati immagini per alberi ruota celtica

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Risultati immagini per ruota del tempo celtica

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Il più importante tra gli alberi venerati dai Celti è la quercia (dru), dal cui nome deriva quello dei massimi sacerdoti celtici, i Druidi, che tramandano, di generazione in generazione, la conoscenza delle tradizioni e delle leggi, oltre che quella delle piante e delle erbe di guarigione.
Sacro e beneaugurale è anche il vischio, che cresce come pianta autonoma sulle querce, ed essendo senza radici è considerata di natura celeste.
Il druido, vestito di bianco saliva su un albero e tagliava il vischio con un falcetto d'oro nel sesto giorno della luna nuova. Seguiva il sacrificio di due tori bianchi tra canti religiosi. È ipotesi ormai assodata quella del legame tra il culto druidico e i megaliti, in particolare i menhir. I druidi avevano conoscenze astronomiche testimoniate dal misterioso sito di Stonehenge, interpretato come un antichissimo calendario celeste in grado di prevedere cicli stagionali ed eclissi in base all'incidenza dei raggi solari tra i monoliti, .

Il culto delle Matronae

Le celtiche Matronae sono l'incarnazione della maternità. Nelle figurazioni non compaiono mai sole, ma sempre in gruppo e formano quasi sempre una triade: la Vergine, la Madre e la Vecchia. Esse rappresentano un complesso insieme di forze positive ornate di spighe e frutti a simbolo di una perenne fruttuosità. Non appartengono al pantheon ufficiale, ma rappresentano precise realtà locali o sociali, il loro culto è legato ad un'idea di fiducia gratuita. Prima di esistere nella religione celtica, appartenevano già ai culti indoeuropei, come le Moire greche, le Parche romane e le Norne germaniche.

Tradizioni gallesi

Due famose collezioni del XIV secolo, il "Libro bianco di Rhydderch" e il "Libro rosso di Hergest" contengono alcune tradizioni gallesi come quella della raccolta detta "Mabinogi". Altri racconti gallesi contengono tradizioni che gli studiosi definiscono come sciamaniche, il cui protagonista è Cei che si trasformerà nel lugubre Key del ciclo arturiano. Infine il modello gallese di Merlino è il poeta mago Taliesin che si vanta di possedere tutte le arti magiche dell'Europa e dell'Asia. Ma anche altri personaggi come MathGwydion, figlio di Don (la dea Dana), Llwyd (possibile originale per Lancillotto), Gwenhivar (Ginevra) ecc. sono capaci di imprese favolose. Dal nome della dea Artio, protettrice degli orsi, deriva il nome Arhur, meglio noto come re Artù.

Tradizioni irlandesi

Queste tradizioni ci raccontano la storia mitica dell'isola dopo il diluvio. I primi immigrati subiscono continuamente gli attacchi dei Fomori, esseri crudeli arrivati da oltremare. Una nuova ondata di immigrati porta le leggi e la società civile. Sono seguiti dai Túatha Dé Danann, le tribù della dea Dana, iniziati al sapere magico. Essi sono guidati dal Dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh contro la razza dei Fomoriani che vinta verrà per sempre bandita dall'Irlanda. Dopo la battaglia arriveranno i primi celti provenienti dalla Spagna. Le relazioni fra i celti e i Tuatha restano tese, come dimostrano le diverse battaglie che combattono gli uni contro gli altri. Finalmente i Tuatha si ritirano nell'Annwn e cedono lo spazio visibile ai Celti.

Il ciclo eroico

Questo ciclo è detto di Ulster e ha come protagonista l'eroe Cù Chulainn, che risiede alla corte del re Conchobar, a Ulster. La regina Medhbh di Connacht invia un'armata per impadronirsi del toro bruno di Cuailnge e la gente di Ulster, per effetto di un sortilegio, non è capace di opporle resistenza. Ma Cù Chulainn lotterà da solo contro l'armata degli avversari e un combattimento feroce tra il toro bruno di Cuailnge e il toro di Connacht metterà fine all'epopea. La carriera del semi-dio Cù Chulainn sarà breve, perché i suoi avversari lo uccideranno attraverso i loro poteri magici. Tra gli eroi mitici non si può scordare anche Fionn mac Cumhail, capo dei Feniani, una confraternita di guerrieri iniziati. Fionn possiede poteri magici che utilizza per eliminare le forze sovrannaturali che minacciano il suo paese.
Da questi cicli eroici trarrà ispirazione il James Macpherson per la composizione del suo poema, I Canti di Ossian, figlio di Fingal.


I Sidhe e il mondo di Faerie

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sidhe (ʃiːə, approssimativamente scii) è la parola gaelica che indica il popolo fatato o Piccolo Popolo. Significa "Popolo delle Colline".Daoine Sidhe (si pronuncia diine scii) è il nome assunto dai Tuatha De Danann (discendenti della Dea Danu) quando i Milesi (invasori dell'Irlanda) li respinsero sottoterra. 
Quando i Tuatha De Danann, antichi sovrani dell'Irlanda arcaica, si allontanarono dall'isola, non si sa bene dove si diressero: c'è chi afferma che la loro migrazione li portò dalle coste fino all'entroterra, in un posto chiamato Færie, con una conseguente integrazione culturale, e chi sostiene invece che tornarono nell'isola da cui arrivarono.
Ma le leggende li mostrano anche come un popolo fatato e semidivino dell'Annwyn (l'aldilà celtico) i cui membri, immortali e potenti maghi, partecipavano a eterni banchetti in luoghi fuori dallo spazio e dal tempo, collocati spesso all'interno degli antichi tumuli o in prossimità di dolmen o dei laghi, oppure danzavano sotto la luna, oppure ancora rapivano bambini.
La magia di questi luoghi sacri ne rievocano infatti lo spirito. Si narra che le fate (fairy, fairies) gli elfi siano tutto ciò che resta dei Tuatha de Danaan, guardiani dei laghi irlandesi e scozzesi.

Risultati immagini per Midsummer Dream - Robert Edward Hughes

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Le feste celtiche

Il calendario celtico si basava su un computo complesso, regolato sia dal ciclo solare che da quello lunare. Il ciclo solare scandiva l'anno in due fasi, segnate dalla festa di Samhain (pronuncia: Sa'win) e di Beltane; queste due fasi principali erano ulteriormente divise in due parti uguali, segnate dalle festività minori di Lughnasadh (pronuncia: Lùnnasad) ed Imbolc (pronuncia: Ìmmolc). Nella festa di Samhain, il trentuno ottobre, ha inizio la parte oscura dell'anno. In tale occasione le porte degli inferi si aprivano e gli spiriti dei morti tornavano a vagare nel mondo terreno. Il 1º maggio incominciava invece la parte luminosa dell'anno, con la festa di Beltane che significava "fuoco di Bel" dedicata probabilmente a Belenus. Il primo agosto era la volta della festa di Lughnasadh in cui si festeggiava la mietitura e il nuovo raccolto, celebrando la fertilità della terra, dedicato al dio Lúg. Il 1º febbraio si celebrava invece la festa di Imbolc (letteralmente"latte di pecora") che era una festa di purificazione e rinascita, in cui si celebrava la Dea Madre e si festeggiava la nascita degli agnelli. Durante la celebrazione il latte veniva versato copiosamente sulla terra a simboleggiare la fertilità. Accanto a queste che erano le date più importanti del calendario solare, c'erano delle date variabili legate al calendario lunare.

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Risultati immagini per alberi ruota celtica

Risultati immagini per oiw celtico

Filosofia e concezione del mondo


Al centro di tutto c'è Oiw, l'Assoluto.
Poi ci sono sfere concentriche.
Gwynvyd rappresenta il mondo della Coscienza Spirituale.
Poi si passa, per vari strati, rappresentanti gli elementi, al mondo fisico e alla coscienza umana.
Il cerchio più esterno è Annwn o Annwyn,  l'oltretomba celtico, un mondo parallelo felice che può essere interpretato sia come mondo invisibile abitato dal "Buon Popolo" o "Piccolo Popolo", come spesso è chiamato (follettifateelfignomi, ecc.), o più semplicemente come l'immagine evocativa del mondo spirituale.Tale mondo, tuttavia, è considerato da alcuni solo una tappa dell'aldilà, in cui lo spirito dei defunti perde progressivamente coscienza (salvo tornare nella notte di Samhain), fino a che, avendo obliato tutta la propria vita precedente, è pronto a tornare all'Assoluto per rimanervi oppure ricominciare il ciclo della Coscienza.

Bibliografia

  • Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini, La saga irlandese di Cu Chulainn, Mondadori, Milano 1982.
  • Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini, Saghe e racconti dell'antica Irlanda, Mondadori, Milano 1993.
  • Giordano BertiIl sogno di Oengus, Lo Scarabeo, Torino, 1991 (illustrazioni di Milo Manara).
  • Giordano BertiMiti dei Celti d'Irlanda, Lo Scarabeo, Torino, 1994 (illustrazioni di Giacinto Gaudenzi).
  • Melita Cataldi, Antiche storie e fiabe irlandesi, Torino 1985.
  • Giovanni Giusti, Antiche liriche irlandesi, Salerno Editrice, Roma 1991.
  • Augusta GregoryDei e guerrieri d'Irlanda, Studio Tesi, Milano 1991.
  • Françoise Le Roux e Christian-J. Guyonvarc'h, I Druidi, ECIG, Genova, 1990; nuova ediz. 2000.
  • Elena Percivaldi, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, Giunti, Firenze-Milano, 2005
  • Thomas W. Rolleston, I miti celti, Longanesi, Milano 1994.

Voci correlate