Il generale Igor Ivanovic Leonenko, Comandante di Corpo d'Armata della Guardia di Ferro, veterano della guerra civile in Ucraina, Iniziato agli Arcani Supremi e membro dell'Aristocrazia Nera,
si presentò a rapporto nell'ufficio del Governatore di Estoth, lord Roman Waldemar, Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati.
Leonenko, un uomo biondo e robusto, indossava l'alta uniforme scura della Guardia di Ferro con il simbolo del Sole Nero.
Waldemar conosceva bene il significato di quel simbolo, e soprattutto chi lo aveva usato in precedenza.
Un simbolo su cui gravano enormi responsabilità.
Wewelsburg... un nome che pochi ricordano, ma che non si può cancellare. Non si può far finta di niente, eppure è proprio quello che stiamo facendo tutti.
Sotto quell'insegna, la Guardia di Ferro aveva combattuto nell'ambito del Battaglione Azov, durante la guerra civile d'Ucraina, che aveva visto lo scontro tra l'Unione Occidentale e la Federazione Orientale, nella zona del Donbass.
Nessuno dei Capi di stato o di governo dell'Unione Occidentale aveva speso una mezza parola per giustificare l'utilizzo di un battaglione composto da uomini che riconoscevano come proprio il simbolo dell'Ahnenerbe SS.
Forse perché nello stemma il Sole Nero è diventato bianco, e si è mascherato nel giallo e nell'azzurro dei colori dell'Ucraina nazionalista.
Tutti sapevano che il battaglione Azov e la Guardia di Ferro fossero reparti militari di estrema destra, che si avvalevano di simboli e rituali riconducibili all'esoterismo a sfondo neonazista, ma nessuno aveva rifiutato il loro aiuto: non Obama, non Cameron, non Angela Merkel.
Può nascere qualcosa di buono per mezzo di uno strumento che evoca qualcosa di atroce?
Waldemar ci aveva pensato a lungo e la risposta era sempre stata:
Sì, uno strumento è solo uno strumento: ciò che conta è l'intenzione di chi lo usa. Un bisturi può salvare una vita e la può uccidere. La responsabilità è di chi lo usa. E in ogni caso, va usato con cautela.
Waldemar, pur essendo estraneo ad ogni tipo di ideologia politica, si era trovato nella necessità di ricorrere
agli uomini di Leonenko, in quanto religiosamente devoti all'Aristocrazia Nera e in particolare alla famiglia dei Conti di Richmond, a cui apparteneva sua madre, lady Helena, diciottesima Contessa di Richmond.
Per questo
Igor Leonenko considerava Roman Waldemar come il suo referente assoluto.
Si era persino inchinato, con un misto di disciplina militare e timore reverenziale:
<<
Figlio dei Cento Re>> aveva mormorato con la devozione incrollabile del credente
<<
Waldemar sarà sufficiente>>
<<
Sono onorato, Lord Waldemar, che abbiate scelto la mia Guardia di Ferro per la vostra impresa, in particolare per il fatto che non vi siate lasciato influenzare da un pregiudizio politico contro le idee dei miei uomini>>
Waldemar evitò di entrare nel merito di quelle idee:
<<Ripongo la mia fiducia nel valore militare dei vostri uomini, nella vostra abilità e anche nella vostra lealtà verso la famiglia di mia madre, i Conti di Richmond.
Immagino che abbiate intuito le ragioni implicite di questa motivazione>>
<<Naturalmente, milord. Io e i miei uomini siamo pronti a tutto, per difendere l'erede della casata dei Richmond, il figlio di lady Helena.
Se aveste scelto la Falange di Atar, l'influenza di lady Margaret sarebbe stata eccessiva.
E noi ricordiamo bene quale fu il ruolo di costei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fu lei che sostenne l'ascesa al potere di Churchill, contro le deliberazioni dell'Ordine degli Iniziati e del Parlamento, che avrebbero preferito il vostro bisnonno, il sedicesimo Conte di Richmond>>
Nel 1940, Lord Alfred Lytton De Vries, sedicesimo Conte di Richmond, sosteneva che non bisognava fare la guerra ai nazisti. Visto che si era chiamati a scegliere il male minore, Richmond sosteneva che il Terzo Reich era meno peggio dell'Unione Sovietica.
Meglio Hitler di Stalin, diceva.
Anche Edoardo VIII, sia prima che dopo l'abdicazione, la pensava in quel modo, e aveva insegnato a farlo a sua cognata e
alle sue nipoti, compresa la futura Elisabetta II.
Sarebbe stato eticamente corretto, da parte di tutti costoro, evitare la guerra? Chiudere gli occhi, lasciare la Polonia e gli Ebrei al loro tragico destino, ma preservare tutto il resto del mondo?
Per quanto tempo, il resto del mondo sarebbe stato "preservabile" da una dottrina che predicava l'annientamento di chi era considerato nemico del nazismo?
<<Lady Margaret disobbedì alle decisioni dell'Ordine, e tradì persino sua madre Wallis, la Duchessa di Windsor>> si limitò a commentare Waldemar.
Leonenko annuì gravemente:
<<La Duchessa Wallis aveva mantenuto i contatti col ministro tedesco Von Ribbentrop, per gestire un armistizio e il ritorno di Edoardo VIII sul Trono.
L'Ordine aveva deciso, con il voto favorevole dell'Aristocrazia Nera, del Serpente Rosso e della Fonte Sacra, di sostenere anche la candidatura a Premier Britannico del Conte di Richmond, vostro bisnonno, che stava conducendo trattative di pace tramite un carteggio con Rudolf Hess. Queste trattative prevedevano la spartizione del mondo tra l'Impero Britannico, il Terzo Reich e l'Impero Giapponese.
Ma a questo Grande Disegno, lady Margaret antepose le proprie ambizioni personali>>
Lady Margaret, si sentiva estromessa dai vertici del potere e voleva riconquistare la sua centralità tramite un suo alleato e parente: Winston Churchill.
Per questo aveva promesso a Churchill l'appoggio della Fiamma di Atar e lo aveva aiutato ad ottenere una maggioranza in Parlamento per diventare Premier.
Inoltre, quando Rufolf Hess era volato di persona in Gran Bretagna per parlare col Conte di Richmond, le spie di lady Margaret lo fecero arrestare e rinchiudere nella Torre di Londra.
Ma questa guerra fratricida tra inglesi e tedeschi ha segnato la fine della centralità dell'Europa
Stalin era un nemico peggiore e gli Inglesi avrebbero dovuto capirlo.
Una ricostruzione
ad usum Delphini, ma non era quello il momento di rifiutare le mezze verità, per questo la risposta di Waldemar fu netta:
<<Lady Margaret, oltre settant'anni fa, ha tradito la fiducia dell'Ordine e della sua famiglia.
E purtroppo, in base alla mia esperienza, devo dire che, dopo tanti anni, ha affinato l'arte del doppio gioco>>
Accettato questo punto come premessa per la collaborazione,
Leonenko, come era prevedibile, aveva trovato il coraggio di porre la domanda che più lo angustiava:
<<E riguardo al Consigliere Albedo?>>
Waldemar si era preparato una risposta breve, ma esauriente:
<<La sua presenza mi serve per avere l'appoggio del Serpente Rosso, e quindi di Belenos. Abbiamo già Eclion dalla nostra. Per quanto riguarda Atar, so come ottenere la sua collaborazione. Tratterò direttamente con sua figlia Edwina e le farò un'offerta che non si può rifiutare>>
<<Avete avuto qualche... come dire... premonizione, riguardo all'esito dell'impresa?>>
<<Sì, più di una. Nella prima operazione, prenderemo il controllo della zona intorno ad Alfarian, che diventerà il nostro centro operativo sulla Nuova Terra.
Il regno degli Alfar sarà, sotto molti aspetti, la realizzazione di quello stato nordico, iperboreo, germanico, che molti dei vostri referenti politici avevano preconizzato>>
Leonenko ne fu compiaciuto:
<<Nel rapporto c'è scritto che la Nuova Terra è più simile alla nostra di quella che è stata scoperta di recente e che è stata classificata col nome di Kepler 452b: "La terra parallela", la chiamano gli astronomi della Nasa.
Ma, nel dettaglio, il clima come sarà? I biomi? E le razze indigene? Come faremo a comunicare con loro?>>
<<La Nuova Terra è molto simile alla nostra dal punto di vista climatico, tanto che le coordinate geografiche permetteranno una immediata definizione delle condizioni atmosferiche. I biomi sono leggermente diversi, più rigogliosi e con specie che non conosciamo. Nella zona di Alfarian ci sarà comunque qualcosa di molto equivalente alla nostra foresta di conifere, con una fauna piuttosto simile. I mostri si trovano tutti sulle montagne che portano a Gothian.
Per quanto riguarda le razze indigene, vicino ad Alfarian troveremo i Drow, simili ad elfi neri, con i quali è possibile stabilire un accordo, dal momento che sono devoti ad Atar e ad Eclion. Oltre le montagne, nella terra di Gothian, ci saranno invece i Goblin e gli Ogres, al servizio della Contessa Herbertha Dracu von Steinberg.
Tra i miei poteri telepatici rientra anche la comprensione immediata delle lingue straniere. Gestirò quindi personalmente le trattative>>
<<
Voi avete detto, milord, che i Drow sono chiamati anche Elfi Oscuri. Questo loro aspetto "elfico" potrebbe avere qualcosa a che fare con l'intenzione di Atar di creare, col popolo degli Alfar e il Programma Genetico, una sorta di Razza Elfica?>>
<<Sì>> ammise Waldemar
<<queste sono le intenzioni di Atar. Egli ritiene che sia geneticamente possibile e le mie premonizioni mostrano che le probabilità di successo sono alte. Nutro comunque delle perplessità più che fondate sui criteri di selezione: è assurdo creare un popolo selezionandone i fondatori in base alla bellezza "elfica", così come è illusorio il criterio di selezione di Eclion nei confronti dei Lathear, secondo cui gli individui più forti riusciranno a mantenere saldo un Impero continentale>>
Leonenko, pur essendo attratto, come ogni neonazista, da quelle
"utopie eugenetiche", dovette comunque ammettere che se si mettevano
in secondo piano le capacità intellettive, il popolo non poteva certo evolvere
e prosperare:
<<Voi dunque vi opporrete a questo tipo di selezione?>>
<<Io ho richiesto ed ottenuto di poter selezionare, secondo
criteri più equi e normali, il popolo dei Keltar, quello di cui la mia
primogenita Igraine sarà la prima regina. In questo, e per questo, Belenos mi appoggia e quindi anche il
Consigliere Albedo>>
<<Albedo è un personaggio ambiguo, milord. Più pericoloso persino di Edwina, che adesso ha le mani legate.
Ma Albedo è un opportunista, uno che sta sempre dalla parte dei vincitori>>
Waldemar si era fatto un'opi nione ben precisa al riguardo:
<<Non credo che lo faccia per opportunismo, ma per conformismo: il che è molto diverso.
Ammira chi vince, ma non gli chiede nulla in cambio.
Certo, è segno di mediocrità stare sempre dalla parte di coloro che vincono o detengono il potere, ma non ritengo che i conformisti siano tutti opportunisti. Molti lo fanno in buona fede, per convinzione.
Io la chiamo "l'idolatria del fatto compiuto": rientra un po' nel discorso del seguire le mode anche quando sono oggettivamente brutte, solo perché sono maggioritarie.
Oppure nei paradossi della tifoseria sportiva, per la quale si gioisce per la vittoria di qualcuno senza che al tifoso ne venga in tasca nulla.
L'importanza di un paese o di una città non deriva dai primati sportivi, eppure quella è l'unica occasione in cui la gente tira fuori la bandiera.
Io sono estraneo a tutto questo: "I più vicini al mio cuore sono un re senza regno e un povero che non sa mendicare".
Del resto, è un gravissimo errore identificare la grandezza con il successo o la vittoria.
Molti grandi uomini hanno perso la loro guerra e sono morti in disgrazia, ma questo
non li ha resi meno grandi>>
Un pensiero lo assalì, un ricordo di alcuni versi di ineguagliabile pathos.
Tu proverai sì come sa di sal lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
Leonenko annuì, con convinzione (in fondo pensava ai suoi idoli, e alla loro fine):
<<Sagge parole, lord Waldemar. Io so che siete destinato alla grandezza e farò di voi l'alfiere della nostra riscossa>>
Waldemar sorrise:
<<Vi prego di non idealizzarmi, generale. I miei piani sono validi, i miei poteri sono importanti, ma non offro garanzie assolute.
Il Programma Genetico cercava di ottenere, in me, un individuo perfetto, ma io non lo sono, anzi, io non sopporto la perfezione e ancor meno i perfezionisti.
L'entropia di Eclion fa parte di me: è la mia parte dionisiaca, il mio lato oscuro. Far parte dell'Aristocrazia Nera significa anche questo. La mia luce non è quella di un sole, ma quella di un cielo stellato in una notte senza luna>>
Leonenko, che amava i simboli, non poté fare a meno di commentare:
<<Forse non un sole dorato, Milord, ma comunque un sole... un Sole Nero!>>