venerdì 5 giugno 2015

La Tavola Rotonda




 

Nel ciclo arturiano, la Tavola Rotonda era il tavolo del castello di Camelot a cui i Cavalieri e Re Artù sedevano per discutere questioni di cruciale importanza per il reame. In alcune versioni, anche il Mago Merlino aveva un posto. Alcune opere del ciclo arturiano attribuiscono la creazione della Tavola Rotonda allo stesso Merlino, ma non mancano altre versioni.


Scopo e creazione

Lo scopo della Tavola Rotonda era quello di evitare conflitti di prestigio. Infatti, non essendoci nessuno a capo-tavola, ogni cavaliere (re compreso) aveva il suo posto uguale a tutti gli altri e anche Re Artù si sentiva come ogni altro cavaliere. L'uso di simili soluzioni per evitare conflitti presso i gruppi Celtici antichi è documentato anche da altre fonti.
Dalla tradizione non emerge in modo chiaro e univoco quanti fossero i cavalieri che sedevano alla Tavola (in alcune versioni della leggenda erano dodici seggi più il seggio periglioso), né alcuna chiara indicazione su quanto fosse grande la tavola o di quale materiale fosse fatta (legno o pietra). Inoltre in alcune leggende viene narrato che fu il padre della Regina Ginevra a donare la tavola ad Artù tra i regali di nozze.

Seggio periglioso

Il Seggio periglioso (Siege perilous, letteralmente seggio pericoloso) è il tredicesimo seggio vacante alla Tavola Rotonda. Esso è stato riservato da Merlino a quell'unico nobile cavaliere che riuscirà nell'impresa di ritrovare il Santo Graal. Perciò chiunque osi sedersi su di esso, senza averne titolo, incorrerà in gravi sventure: dalla morte immediata, all'essere subito inghiottito dentro una voragine che si apre sotto di lui e altre leggende simili (da qui il titolo di pericolosità nel sedersi lì). Il nobile cavaliere che alla fine riuscirà a sedersi senza alcun danno sarà, a seconda delle varie versioni della leggenda, Ser Galahad o ser Parsifal.
Ad esempio ne La morte di Artù di Thomas Malory sarà Sir Galahad a sedervisi la domenica di Pentecoste del 454º anno dalla morte del Cristo.

cavalieri della Tavola Rotonda, erano i cavalieri di rango più elevato della corte di re Artù che sono menzionati dalle leggende arturiane. Il numero di questi cavalieri varia molto a seconda dei racconti, da 12 ad oltre 150. La Tavola rotonda di Winchester, databile agli anni settanta del XIII secolo, elenca i nomi di 25 cavalieri.
Sir Thomas Malory ne La morte di Artù descrive in questo modo il loro codice comportamentale:
  • Mai oltraggiare o compiere omicidio
  • Evitare l'inganno
  • Evitare la crudeltà e concedere pietà a chi la chiede
  • Soccorrere sempre le dame e le vedove
  • Non abusare mai di dame e vedove
  • Mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali.

I cavalieri

Malory aggiunge anche molte altre figure oscure nel racconto di Sir Urry:
Re Clariance del NorthumberlandSir Barrant le Apres, re Angwish d'Irlanda, re Nentres of Garlot, re Carados di ScoziaSir GalahaltChalance duca di Clarence, Earl UlbawesEarl LambaileEarl AristanceSir Florence e Sir LovellSir Blamor de GanisSir Bleoberis de GanisSir GahalantineSir GalihodinSir MenadukeSir VilliarsSir HebesSir DodinasSir Kay l'AlienatoSir Meliot de LogrisSir Petipace di WinchelseaSir Galleron di GalwaySir Melion della MontagnaSir CardokSir UwainSir Ozanna Cuore ArditoSir AscamoreSir Grummor GrummorsonSir CrosslemSir SeverauseSir DornarSir LucanoSir BrandilesSir ClegisSir SadokSir Dinas Siniscalco di CornovagliaSir FergusSir DriantSir LambegusSir Clarus di CleremontSir ClodrusSir HectimereSir Edward di CaernarvonSir DinasSir PriamusSir Helian il BiancoSir BrianSir GauterSir ReynoldSir GillimerSir Gumret il PiccoloSir Bellenger il BelloSir Hebes il RinomatoSir MorganorSir SentrailSir SuppinabilesSir Belliance l'OrgogliosoSir NeroveusSir PlenoriusSir DamasSir HarrySir HermindeSir Selises della Torre dolorosaSir Edward di OrkneySir IronsideSir ArrokSir DegrevantSir Degrave senza VillaniaSir Epinogris (figlio di re Clariance del Northumberland), Sir Lamiel di CardiffSir Plaine de ForsSir Melias dell'IsolaSir Borre cuore Ardito (figlio di Artù), Sir Mador della PortaSir ColgrevanceSir Hervis della Foresta selvaggiaSir MarrokSir PersantSir PertolepeSir Perimones (fratello di Persant e Pertolepe, detto il Cavaliere rosso), Sir Lavain e Sir Urry, un cavaliere ungherese che giunse a Camelot alla ricerca dell'aiuto di Artù e dei suoi cavalieri per curare le proprie ferite.

La "Tavola Rotonda" come spettacolo

Per tutto il Medioevo fu diffusa un tipo particolare di festa chiamata "Tavola Rotonda", una sorta di festa in maschera a tema arturiano. Una delle fonti più antiche riguardo a questa usanza menziona una "Tavola Rotonda" tenuta a Cipro nel 1223 per festeggiare la nomina a cavaliere del figlio di un crociato. Le Tavole Rotonde di questo tipo rimasero intrattenimenti aristocratici piuttosto diffusi in Europa dal XIII al XV secolo. In Aragona, per esempio, la più antica di cui è dato sapere si tenne a Valencia nel 1269, e la più recente a Calatayud nel 1291. Secondo Roger S. Loomis, "Papi e prelati tuonavano contro queste frivolezze costose, pericolose, e talvolta licenziose, e negavano la sepoltura cristiana a coloro che vi prendevano parte".
Questa tradizione arrivò relativamente tardi in InghilterraEdoardo I tenne una di queste feste nel 1284 per celebrare la conquista del Galles e molte altre successivamente. Proprio da questa moda deriva il grande tavolo circolare conservato nella Great Hall del Castello di Winchester.

Voci correlate

Fairy tales. Elvish realm




























Earwen di Alqualonde

Elwe Thingol

Turgon di Gondolin

Earendil and Elwing


Celeborn di Lothlorien





Arwen di Rivendell







Celebrian di Rivendell





I bei tempi andati: Calenmir, Thranduil e Legolas





Oropher e il figlio Thranduil





Elfi silvani





Finwe

Fingolfin e il figlio Fingon

Elrond di Rivendell


Finrod e Luthien



Fingolfin e Finarfin



Melian



Luthien accoglie Beren presso la reggia di Menegroth nel Doriath





Thingol, re dei Sindar, e la moglie Melian la Maia






giovedì 4 giugno 2015

Estgot. Capitolo 85. I preliminari del Primo Patto.



<<Non ho idea di come si concluda un patto con un immortale, Edwina, ma ritengo essenziale la presenza di Atar>> dichiarò Waldemar.

<<Non ti fidi di me?>>

<<Non mi fido di nessuno. Quando la posta in gioco è così alta, occorre la massima prudenza.
 Al contrario, la sicurezza di sé, l'azione evidente, le dimostrazioni di coraggio e persino gli atteggiamenti eroici sono tutti campanelli d'allarme destinati a insospettire il nemico.
Se non comprendiamo questo e proseguiamo senza tenerne conto, noi diamo il benvenuto alla catastrofe>>

Edwina lo osservò con occhi nuovi:
<<Ora capisco cosa intendeva Atar quando mi ha avvertito di non sottovalutart>>



<<Quando si è soli contro il mondo intero, l'essere sottovalutati può diventare l'unica speranza di vittoria. Si induce il nemico ad abbassare la guardia e in quel momento, quando il nemico è distratto e senza protezione, si colpisce>>

<<Forse le tue doti non sono limitate alla premonizione e alla telepatia. In fondo, il Programma Genetico doveva produrre un modello nuovo. Noi tutti ci aspettavamo un supereroe, e invece sei comparso tu, che non sei in alcun modo classificabile.
Ma qual è il nemico che non dobbiamo svegliare?>>

<<Lo sai meglio di me, Edwina. Ne abbiamo parlato fino adesso. Se sottovalutiamo la minaccia di Gothar e dei suoi alleati, ne pagheremo tutti le conseguenze, te compresa>>

<<Hai visto dei rischi?>> chiese Edwina improvvisamente agitata <<Intendo dire, dei rischi per me e per i miei piani?>>

Waldemar non poteva mentire di fronte ad una domanda così esplicita, ma non era affatto entusiasta di dover parlare del futuro:
<<Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe.
Non domandarmi che fine hanno deciso gli dei per me e per te: saperlo è proibito, e foriero di sventura>>

Lei seppe però patrocinare molto bene la sua causa:
<<Nel momento decisivo, la sorte ci dà tre segnali: un ricordo improvviso, un riconoscimento immediato e un consiglio non richiesto.  Il nostro universo non ci permette di ignorare questi segnali. Ho rivisto uno schema presente molte volte nella storia: gli esclusi vogliono rovinare la festa. Ho indovinato? Chi rischia di più, in questo scenario?>>

<<Gothar seminerà zizzania tra i regni, i popoli e le case reali. Ci potrebbero essere delle guerre, ed Arexatan, pur vittorioso, potrebbe subirne le conseguenze>>

Lei ponderò quelle parole nella sua mente e nel suo cuore, valutandone le implicazioni. Le soppesò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagio di morte e sepoltura.
<<Non permetterò che accada! Farò tutto il possibile per evitarlo!>>

<<Non ne dubito. Ma in genere sono gli stessi atti che compiamo per evitare un danno a creare i presupposti perché esso si verifichi. In ogni caso, è essenziale che queste informazioni restino riservate>>

Edwina annuì e si mise l'indice sulle labbra, come promessa di silenzio e discrezione.



<<Dammi un consiglio, Roman! Almeno una parola!>>

<<Non lasciarti sedurre dalle lusinghe del potere. Vedi, ho sempre ritenuto che il maggior problema di tutte le strutture di potere sia il fatto che esse attirino persone che desiderano il potere fine a se stesso. Ebbene, non è il mio caso. I poteri che mi sono stati concessi saranno utilizzati soltanto per finalità difensive. Non ho ambizioni personali>>

Edwina annuì:
<<Ti sono grata per avermi parlato con franchezza. Ed è con lo stesso spirito che ora ti descriverò ciò che sta per accadere riguardo all'accordo che si dovrà concludere.
Ogni mito di fondazione si basa su un patto tra un mortale e un immortale, a prescindere da qualsiasi valutazione etica. Non esiste la differenza tra il Patto con Dio e il Patto col Diavolo: è come guardarsi allo specchio; ciò che vediamo non è la nostra immagine, ma il suo contrario, eppure siamo sempre noi. Chi può guardarsi allo specchio senza diventare nel contempo l'opposto di sé? Uno specchio non riflette un malvagio: lo crea. ed è questa la ragione per cui tale specchio sopporta al massimo un rapido sguardo, ma non un esame accurato e che gli specchi della famiglia Dracu non riflettono niente>>

Waldemar sospirò:
<<Conosco i rischi di tutto questo, ma non ho altra scelta>>

Edwina lo fissò:
<<C'è sempre un'altra scelta, e tu lo sai. In fondo sei sempre rimasto un ribelle>>

Waldemar la fissò a sua volta  :
<<Sarebbe stato facile, e consono al mio carattere irrequieto nonostante l'età, condurre la ribellione fino in fondo, disobbedire agli Immortali. Ma poi?
Se i Varchi verranno chiusi, dove andremo quando saremo in troppi?>>

Edwina parve meravigliata:
<<Ci sarebbe la selezione naturale. I più capaci ad adattarsi al cambiamento sopravvivono e si riproducono. E si passa al gradino successivo dell'evoluzione. Credevo che ti fosse chiaro che il motivo della crisi che state attraversando è che la vostra evoluzione biologica è ferma da troppo tempo.
Ma non è una cosa che si può dire in giro>>

Lui si oppose:
<<L'umanità ha fatto moltissima strada, senza alcun bisogno di evoluzione genetica>>

Lei insistette:
<<Un asino può fare tutta la strada che vuole, ma resterà sempre un asino! Atar invece vuole solo cavalli di razza>>

Waldemar rise:
<<Ah ah, chissà che delusione deve essere stata, per lui, vedere che il suo bramato "cavallo di razza" era soltanto un vecchio ronzino!>>

Edwina, disorientata, tagliò corto:
<<Destriero o ronzino, servirai comunque allo scopo per cui sei nato.
Tu sei il primo esemplare di una nuova specie, con capacità cognitive e intelletive superiori. 
I tuoi discendenti daranno vita a dinastie millenarie, sulla Nuova Terra.
Avresti forse il coraggio di rifiutarti di essere il patriarca di queste dinastie?>>

<<Dinastie fantoccio, se tu manovrerai i troni per migliaia di anni>>

<<Non "se", ma "quando"!>>

<<Non esserne così sicura, Edwina. Se Gothar dovesse avere successo, saremo costretti a cambiare la natura del nostro Patto>>

Lei fece un gesto di impazienza:
<<Per il momento è sufficiente che il Patto sia siglato. 
E poiché si tratta di un accordo tra un mortale e un Immortale, deve essere siglato col sangue. Nel caso del divino Atar, Signore del Fuoco, si dovrà far cadere qualche goccia del proprio sangue nel focolare, dopo aver pronunciato un solenne giuramento>>

Waldemar individuò subito un problema:
<<Fuoco e sangue! Peccato che qui siamo in una Visione indotta dall'Acqua della Vita e che quindi nella realtà io stia dormendo. Vale anche il sangue versato nel fuoco in un sogno?>>

Edwina gli rivolse il suo consueto sguardo vagamente diabolico:
<<Ora ti muoverai come un sonnambulo, grazie alla mia guida
E' stato tutto già messo in preventivo. Alzati e va' verso il camino. Lì troverai un coltello appuntito: pungiti il dito indice della mano sinistra, poiché il Patto che stiamo per siglare rientra nella magia, e dunque percorre la Via della Mano Sinistra, che è quella di tutti gli Iniziati agli Arcani Supremi>>