lunedì 16 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 27. La guerra dei cloni.



<<Dicono che l'originale Jessica Burke-Roche sia lei>> e indicò alcune foto contenute nei file del computer della segreteria <<questa giovane dai riccioli d'oro, nata il 16 febbraio 1990. Ha venticinque anni esatti, ma ne dimostra di meno, come tutti i membri della dinastia del Serpente Rosso>>
Waldemar era incredulo:
<<E gli Iniziati conoscevano già la tecnica di clonazione umana venticinque anni fa?>>
Jessica annuì:
<<Si racconta che quando la Jessica originale era ancora in embrione le abbiano prelevato il DNA mitocondriale in modo da replicare, in vitro, altri embrioni identici al suo, che sono stati poi innestati negli uteri di donne sposate che avevano aderito al Programma, tra cui la mia madre adottivi, Agatha Baumann>>
Waldemar aveva talmente tante domande che non riusciva a scegliere quale dovesse avere la precedenza:
<<Tu sai quanti cloni di Jessica Burke-Roche sono effettivamente in circolazione?>>
Lei sorrise:
<<Io sono il clone numero 3. Mi chiamano 3-J. Non si sono presi nemmeno la briga di cambiare il nome di battesimo dell'originale, tanto il cognome era diverso. Non so con l'esattezza quante siamo, né dove ci tengono nascoste, ma so che ce ne sono altre. Alcune hanno scelto di essere chiamate diversamente>>
Lui allora ebbe un'intuizione:
<<Virginia Dracu! Tu mi hai detto che era tua cugina, ma...>>
Jessica annuì:
<<Lei era 2-J, la Jessica numero 2. Ma siccome non voleva essere seconda a nessuno, si fece ribattezza col nome di Virginia>>



Waldemar sospirò:
<<Io la amavo. Quando ti ho vista è stato come se Virginia fosse tornata in vita>>
Jessica gli prese una mano:
<<Lo so. Loro facevano affidamento proprio su questo. Virginia non voleva sottostare ai loro piani. Per questo l'hanno uccisa, così come hanno ucciso i miei genitori adottivi, i Baumann, quando si opposero ai progetti che gli Iniziati avevano per me. Quell'incendio non fu scatenato dalla guerra civile. 



Era un'altra guerra, con un nome molto più fantascientifico: la guerra dei cloni. Io rimasi sfigurata, ma loro mi dissero che se fossi stata brava e avessi seguito i loro ordini sarei potuta tornare come prima. E infatti ormai sono guarita. Ma non avevano previsto una cosa, Roman, e cioè che io potessi provare dei sentimenti reali per te. So che dovrò fare molto per dimostrarti che sono sincera, ma giuro che farò di tutto per riconquistarmi la tua fiducia>>
Lui era profondamente turbato, sia dal ricordo di Virginia, che dalle rivelazioni di Jessica:
<<Ma tu sai dove vive la Jessica originale?>>
Lei annuì:
<< Vive a New York e fa la bella vita con i soldi di nonna Glynis>>
Lui inarcò le sopracciglia:
<<E i suoi genitori? I tuoi genitori naturali, intendo?>>
Jessica fu percorsa da un brivido:
<<Sono morti anche loro, in circostanze misteriose, molti anni fa. Un incidente stradale, si disse, ma io non credo sia stato un caso>>
Waldemar provò improvvisamente una gran pena per la ragazza che stava di fronte a lui:
<<E tu sei cresciuta qui ad Estgot>>
Lei annuì:
<<Come un animale in gabbia. E miei carcerieri sono stati prima Andrei Ulienko e poi Ivan Kaspar. Dipendo da loro in tutto e per tutto. Per loro sono solo come una coniglia da riproduzione, niente di più. Mi dispiace per come mi sono comportata, ma su una cosa sono stata sincera: tu mi piaci davvero. Io vorrei sul serio che diventassimo una famiglia>>
Waldemar incominciò a riflettere su quel punto, mentre osservava le foto eleganti dell'originale Jessica Burke-Roche.


<<Diventare una famiglia, tu dici. Ma credi che ci consentirebbero davvero di crescere i nostri figli?>>
Jessica conosceva già la risposta:
<<Solo se tu diventerai uno di loro, un loro pari. Se supererai la prova di Iniziazione, nessuno oserà più toccarti>>
Lui aveva dei dubbi:
<<E se avessero inventato tecniche di clonazione ancora più avanzate? Per esempio: può essere che la tua clonazione sia avvenuta "in vitro", duplicando un embrione, ma può darsi che nel frattempo gli Iniziati, e in particolare la setta del Serpente Rosso, abbiano imparato a clonare partendo da qualsiasi tessuto cellulare. Potrebbero benissimo estrarre il mio DNA da un capello e dal lì procedere>>
Lei inarcò le sopracciglia:
<<Può anche essere, ma in questo caso il tuo clone dovrebbe metterci anni e anni prima di arrivare all'età fertile, mentre loro vogliono subito una prole nata dalla nostra unione>>
Waldemar aveva un dubbio:
<<Quello che non capisco è come mai, se hanno raggiunto delle tecniche così avanzate da arrivare alla clonazione in vitro, non si limitano a richiedere ai loro membri la fecondazione artificiale, invece che continuare a indurre rapporti sessuali e addirittura matrimoni programmati?>>
Jessica conosceva la risposta:
<<I matrimoni servono per cementare l'alleanza tra la setta del Serpente Rosso e l'Aristocrazia Nera, che ha un approccio molto più tradizionalista alla genetica, tanto che preferisce parlare di genealogia>>



<<Il Rosso e il Nero, dunque! Sono queste le due estremità che devono essere tenute insieme. Tua nonna Glynis comanda il Serpente Rosso e la mia prozia Sidonie comanda l'Aristocrazia Nera per conto dei Duchi di Albany e dei parenti di mia madre, i Richmond, gli Orsini e tutti gli altri nobili che per millenni si sono imparentati tra loro.
Stanno tutti aspettando il matrimonio che sancisca l'alleanza tra i Burke-Roche e i Waldemar. Ma quello che mi chiedo è cosa succederà una volta che tu avrai partorito? Non corriamo il rischio che la Jessica orginale reclami nostro figlio come suo? I Burke-Roche sono più potenti di noi...>>
Quella domanda doveva turbare da molto tempo i sonni di Jessica "3-J", quella non originale, il terzo clone che era davanti a lui,
<<Me lo chiedo anch'io, Roman. Loro dicono che noi cloni serviremo come controfigure, mentre l'originale se ne starà sempre protetta da qualche parte, a fare ciò che le pare.
Ma non so se sia vero. Non so più a chi credere. Non so più a cosa credere. 
Non so più se credere>>

Parodie fantasy



Fifty shades of (Gandalf the) Grey



Dal sado-maso al romanticismo (se così si può dire)





Un re peggiore di Joffrey?



Il San Valentino di Sauron col suo Tessssoro



Chi ama Game of Thrones appartiene ad una categoria a sé



"Siamo la coppia più bella del mondo, e ci dispiace per gli altri..."



La genialità di Robb Stark e il bon ton dei Lannister



Non chiamate voglio figlio Eddard e tantomeno Ned!



Le "Principesse"



Logica dei Serpeverde



Proposte indecenti



Il risveglio



Elrond ha fatto arrabbiare sua suocera




Incroci




Il regno più breve della storia dei Nani di Erebor: Thorin II, 2 ore e 24 minuti...

domenica 15 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 26. Svelati gli Arcani (e la verità su Jessica Burke-Roche)




<<Arcano, dal latino arcanus= nascosto, derivato di arca=scrigno, indica ciò che è tenuto segreto, che non può essere conosciuto, e che dunque è oggetto di mistero. Gli Arcani Supremi sono dunque i più grandi segreti e misteri dell'universo, la cui conoscenza è riservata soltanto ad una ristrettissima elite di Iniziati, di cui io, Ivan Kaspar, ho l'onore di far parte>>
Questa premessa etimologica e semantica non aggiungeva gran che a quanto Roman Waldemar già aveva potuto intuire riguardo alla natura esoterica delle conoscenze iniziatiche.
<<Voi Iniziati, dunque, ritenete di conoscere la Verità con la V maiuscola?>>
La domanda era stata formulata in modo volutamente provocatorio, ma l'Iniziato di Estgot non parve aversene a male:
<<Ne abbiamo una conoscenza incompleta e discontinua, ma ne possediamo un'intuizione pura che illumina le nostre vite>>
Waldemar era esasperato dalle perifrasi criptiche con cui gli Iniziati difendevano i loro segreti:
<<Mi può fare un esempio chiarificatore?>>
Kaspar annuì e incominciò a parlare con un tono quasi professorale:
<<Prendiamo il Tempo cronologico. Cos'è il Tempo? La dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Ma attenzione! Noi non percepiamo il tempo, percepiamo il cambiamento, che è ciò che ci permette di distinguere il momento attuale dal passato. 
Dunque l'unica cosa che conta è il cambiamento reale che abolisce lo stato di cose del presente>>



Waldemar era ancora più confuso di prima:
<<E quale verità si può trarre da questo modo di vedere le cose?>>
Kaspar sorrise:
<<Che non possediamo niente di più dell'attimo presente, per dedicare tutto il nostro essere alla sacra presenza umana che condividiamo e onoriamo>>
Il governatore si stupì:
<<Considerate "sacra" la presenza umana e poi usate gli uomini come un mezzo?>>
L'Iniziato gli rivolse uno sguardo di condiscendenza:
<<Un mezzo per arrivare ad un'umanità superiore! La presenza umana è sacra solo in potenza, in quanto Punto Omega dell'evoluzione. Capisce di cosa sto parlando?>>
Waldemar non ci capiva gran che, ma azzardò un'ipotesi:
<<E' forse la teologia evoluzionistica di Teilhard de Chardin?>>



Kaspar approvò con evidente soddisfazione:
<<Precisamente! Il Punto Omega è il concetto base che ispira il nostro Programma Genetico: l'evoluzione massima dell'Uomo che diventa Dio>>
Waldemar era disgustato:
<<Questo è puro delirio>>
Kaspar scosse il capo:
<<Noi crediamo nel Secondo Avvento, ed io ho l'onore di svolgere il ruolo del Battista che disse: Io vi battezzo in acqua per il ravvedimento, ma Colui che viene dopo di me è più forte di me: egli vi battezzerà in Spirito Santo e Fuoco>>
Waldemar si sentì avvampare da un calore interno.
<<Vorrebbe farmi credere che gli Arcani Supremi si ispirano al Vangelo? Non trovo alcuna affinità tra il vostro programma di eugenetica e gli insegnamenti di Cristo>>
L'Iniziato lo fissò con solennità:
<<Il Vangelo è stato frainteso. La Vita Eterna che ci viene promessa è qualcosa che noi Iniziati stiamo per realizzare in questo universo. Così vanno intese le parole dell'Evangelista: "Chi crede in me, anche se morto, vivrà. Chi vive e crede in me, non morirà in eterno">>
Waldemar ne aveva abbastanza:
<<Lei è pazzo>>
L'Iniziato non si scompose:
<<Io posso donarle la Vita Eterna, lord Waldemar, ma posso anche scagliare contro di lei il Potere delle Tempeste. Non le conviene usare questo tono con me>>
Waldemar scattò in piedi ed esclamò ad alta voce:
<<E a lei non conviene minacciarmi! Sono troppo prezioso da vivo, per gli Iniziati!>>
Questo alterco suscitò l'apprensione di Jessica, che entrò nella stanza con aria allarmata:
<<Che sta succedendo?>>
Kaspar si alzò a sua volta e, nel dirigersi verso l'uscita, le fece un cenno:
<<Jessica, spiega a lord Waldemar i motivi per cui qualsiasi suo tentativo di fuga o di denuncia sarebbe destinato a fallire>>
Lei si rivolse a Waldemar con sguardo implorante.



<<Roman, la provincia di Estgot è controllata per metà dalla Massoneria e per metà dagli Iniziati. Non esiste via d'uscita senza il loro permesso. Si sono accordati nel sostenere il Programma Genetico. Siamo entrambi in loro ostaggio>>
Lui si bloccò improvvisamente:
<<Ma la tua famiglia è proprietaria di questo maniero ed è ai vertici del Serpente Rosso!>>
Jessica abbassò gli occhi e parve improvvisamente molto fragile:
<<Sì, ma io nella famiglia Burke-Roche non conto niente>>
Waldemar fece segno di no con l'indice:
<<Ti sbagli! Tu possiedi, nelle tue cellule, il DNA tanto caro al loro programma genetico. Puoi ribellarti alla loro tirannia!>>
Lei era quasi in lacrime:
<<Credi che non ci abbia provato? Guarda le conseguenze!>> e si indicò le cicatrici sul volto e sul collo <<La verità, Roman, è che io sono "sostituibile">>
Waldemar rimase di sasso:
<<Cosa intendi dire? Hai forse una gemella segreta?>>
Jessica rispose con un filo di voce:
<<Gemella non è la parola giusta, anche se ci va molto vicino. Loro sono esperti di ingegneria genetica e hanno scoperto le tecniche della clonazione umana. 
Io non sono l'unica Jessica Burke-Roche, e nemmeno quella originale. 
Io sono solo un clone>>




Significato delle rune

Eleganza maschile















sabato 14 febbraio 2015

Mappa del tasso di mortalità per malattie non infettive nel mondo

Mappa della dipendenza energetica da forniture estere dei paesi dell'Unione Europea

Mappa geopolitica sulle guerre in corso e sul controllo delle fonti di energia



Carta di Laura Canali, da "Limes"

George Frederic Watts



George Frederic Watts, a volte noto con il nome di George Frederick Watts (Londra23 febbraio 1817 – Compton1º luglio 1904), è stato un pittore e scultore inglese dell'epoca Vittoriana, spesso associato al movimento artistico del Simbolismo.
Watts divenne famoso nel suo tempo per le sue opere allegoriche, come Hope e Love and Life. Questi dipinti avrebbero dovuto far parte di un ciclo epico simbolico chiamato House of Life, nel quale sarebbero state rappresentate le aspirazioni e le emozioni della vita umana in un linguaggio pittorico simbolico.



Nato a MaryleboneLondra, da famiglia umile, suo padre era un povero pianista. Mostrò il suo talento da giovanissimo, all'età di 10 anni imparò l'arte scultorea da William Behnes e a soli 18 anni iniziò a frequentare la Royal Academy. Si fece conoscere al grosso pubblico con un'opera dal titolo Caractacus con la quale partecipò ad una selezione per gli affreschi delle nuove sedi del Parlamento inglese a Westminster nel 1843. Watts vinse il primo premio della competizione il cui scopo era anche promuovere opere a soggetto patriottico. Nonostante ciò Watts non diede il suo contributo alla decorazione di Westminster ma si ispirò all'edificio per concepire una costruzione monumentale nella quale fossero rappresentate con affreschi i progressi sociali e spirituali dell'umanità.
A seguito di una visita in Italia alla metà degli anni '40 del XIX secolo, Watts fu fortemente influenzato dalla Cappella Sistina di Michelangelo e dalla Cappella degli Scrovegni di Giotto, ma, tornato in patria, non riuscì a trovare un edificio nel quale mettere a frutto le sue nuove ispirazioni. In conseguenza di ciò gran parte delle sue creazioni artistiche dell'epoca vennero realizzate in forma di pitture ad olio, alcune delle quali furono studi ed abbozzi per la serie della House of Life.
Dal 1860 le opere di Watts risentirono dell'influenza del pittore Dante Gabriel Rossetti, enfatizzando i piaceri sensuali e facendo uso di colori molto vividi. Fra le opere di questo periodo si trova il ritratto della sua prima moglie, l'attrice shakespeariana Ellen Terry, di cui sì innamorò all'età di 30 anni, quando lei ne aveva appena compiuti 17. Appena dieci mesi dopo la celebrazione del matrimonio, 20 febbraio 1864, i due si separarono quando Ellen allacciò una relazione con un altro uomo, il divorzio venne sancito soltanto nel 1877. Nel 1866 Watts convolò a nuove nozze con la ritrattista di origini scozzesi Mary Fraser Tytler.
Dal 1870 l'influenza di Rossetti e dell'Estetismo subirono un certo declino nella pittura di Watts, che iniziò a combinare la tradizione classica con una pittura deliberatamente tormentata e sofferta, con lo scopo di suggerire le energie dinamiche dell'esistenza umana e della sua evoluzione, così come gli sforzi e le qualità transitorie dell'animo umano. Queste nuove realizzazioni furono una sorta di rivisitazione del progetto House of Life e mostrano l'influenza teorica di Max Müller, il padre della religione comparativa. Watts cercò dietro questa spinta di tracciare l'evoluzione delle mitologie dei popoli del mondo in una grande sintesi di idealità spirituale e scienza, soprattutto l'evoluzione darwiniana.
Nel 1881 lasciò Londra e organizzò il suo studio di pittura nella residenza di Little Holland House a Kenington. Le sue pitture epiche vennero esposte a Whitechapel dal suo amico Samuel Barnett, un sacerdote molto attivo nel campo delle riforme sociali. Dopo aver rifiutato il titolo di baronetto offertogli dalla Regina Vittoria, Watts si trasferì nuovamente nella residenza di Limnerslease vicino Compton, nel Surrey nel 1891. Qui, insieme a sua moglie Mary, si dedicò alla costruzione della Watts Gallery, un museo dedicato alle sue opere - l'unico nel suo genere in Gran Bretagna come edificio dedicato alle opere di un solo artista - che venne aperta nell'aprile del 1904, poco prima della sua morte.
Sua moglie Mary disegnò la vicina cappella funeraria mentre molti dei suoi dipinti finirono alla Tate Gallery a seguito delle donazioni dell'artista ai Tate nel 1897 e nel 1900. Nel 1867 era stato eletto membro della Royal Academy e nel 1902 fu insignito dell'Order of Merit.
Nei suoi ultimi dipinti l'ispirazione di Watts subì una fase mistica, evidente nell'opera The Sower of the Systems, in cui Watts sembra anticipare l'arte astratta. Il dipinto infatti raffigura l'immagine di Dio appena distinguibile, sullo sfondo luminoso e ben deifnito di stelle e nebulose. In altre opere dello stesso periodo esistono molte somiglianze con il periodo blu di Pablo Picasso.

Dettaglio dell'opera scultoreaPhysical Energy presso il Rhodes Memorial di Città del Capo.
Watts fu anche un notevole ritrattista, egli ritrasse gran parte dei personaggi più importanti dell'epoca Vittoriana, con lo scopo di creare una raccolta dal titolo House of Fame. Gran parte di questi ritratti si trovano ora nella National Portrait Gallery, e vennero donati intorno al 1895. Nei suoi ritratti Watts cercò sempre di miscelare la disciplinata compostezza con la forza dell'azione, i suoi ritratti sono noti anche per l'accentuazione delle espressioni di tensione e sforzo dei volti, tra i quali troviamo Charles DilkeThomas Carlyle e William Morris.
Durante il suo ultimo periodo creativo, Watts tornò alla scultura, il suo capolavoro Physical Energy, l'enorme statua bronzea di un uomo nudo a dorso di cavallo che si ripara gli occhi dal sole mentre guarda davanti a sé, voleva essere inizialmente dedicata a MaomettoAttilaTamerlano e Gengis Khan tutti personaggi simbolo della rude forza di volontà. Essa venne infine posta al Rhodes Memorial a Città del Capo in onore delle allora celebrate visioni imperialistiche di Cecil Rhodes. Il saggio di Watts Our Race as Pioneers manifesta la sua convinzione della missione dell'Imperialismo britannico visto come una forza portatrice di progresso nel mondo. Una copia dell'opera venne posta nei Kensington Gardens di Londra sulla riva nordoccidetale della Serpentina.
Subito dopo la sua morte vennero dedicate diverse biografie a Watts, con l'avvento del Modernismo, però, la sua fama andò declinando. È noto uno schizzo ironico di Virginia Woolf che nel suo Freshwater ne fa un ritratto comico. Soltanto in epoche molto più recenti la sua figura è stata nuovamente valorizzata da autori come Veronica Franklin Gould che nel centenario della morte di Watts ha scritto G.F. Watts, The Last Great Victorian.

Onorificenze

Membro dell'Ordine al Merito del Regno Unito - nastrino per uniforme ordinariaMembro dell'Ordine al Merito del Regno Unito
— 26 giugno 1902

Fantasy art



Sopra, la città di Gondolin, capitale del regno dei Noldor della Terra di Mezzo










Eldarion, figlio di Aragorn ed Arwen



Le nozze di Anduril di Rohan ed Eldarion di Gondor





Asshai delle Ombre




Il tesoro di Thror

Telperion e Laurelin, gli alberi di Valinor