Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
sabato 14 febbraio 2015
Mappa geopolitica sulle guerre in corso e sul controllo delle fonti di energia
Carta di Laura Canali, da "Limes"
George Frederic Watts
George Frederic Watts, a volte noto con il nome di George Frederick Watts (Londra, 23 febbraio 1817 – Compton, 1º luglio 1904), è stato un pittore e scultore inglese dell'epoca Vittoriana, spesso associato al movimento artistico del Simbolismo.
Watts divenne famoso nel suo tempo per le sue opere allegoriche, come Hope e Love and Life. Questi dipinti avrebbero dovuto far parte di un ciclo epico simbolico chiamato House of Life, nel quale sarebbero state rappresentate le aspirazioni e le emozioni della vita umana in un linguaggio pittorico simbolico.
Nato a Marylebone, Londra, da famiglia umile, suo padre era un povero pianista. Mostrò il suo talento da giovanissimo, all'età di 10 anni imparò l'arte scultorea da William Behnes e a soli 18 anni iniziò a frequentare la Royal Academy. Si fece conoscere al grosso pubblico con un'opera dal titolo Caractacus con la quale partecipò ad una selezione per gli affreschi delle nuove sedi del Parlamento inglese a Westminster nel 1843. Watts vinse il primo premio della competizione il cui scopo era anche promuovere opere a soggetto patriottico. Nonostante ciò Watts non diede il suo contributo alla decorazione di Westminster ma si ispirò all'edificio per concepire una costruzione monumentale nella quale fossero rappresentate con affreschi i progressi sociali e spirituali dell'umanità.
A seguito di una visita in Italia alla metà degli anni '40 del XIX secolo, Watts fu fortemente influenzato dalla Cappella Sistina di Michelangelo e dalla Cappella degli Scrovegni di Giotto, ma, tornato in patria, non riuscì a trovare un edificio nel quale mettere a frutto le sue nuove ispirazioni. In conseguenza di ciò gran parte delle sue creazioni artistiche dell'epoca vennero realizzate in forma di pitture ad olio, alcune delle quali furono studi ed abbozzi per la serie della House of Life.
Dal 1860 le opere di Watts risentirono dell'influenza del pittore Dante Gabriel Rossetti, enfatizzando i piaceri sensuali e facendo uso di colori molto vividi. Fra le opere di questo periodo si trova il ritratto della sua prima moglie, l'attrice shakespeariana Ellen Terry, di cui sì innamorò all'età di 30 anni, quando lei ne aveva appena compiuti 17. Appena dieci mesi dopo la celebrazione del matrimonio, 20 febbraio 1864, i due si separarono quando Ellen allacciò una relazione con un altro uomo, il divorzio venne sancito soltanto nel 1877. Nel 1866 Watts convolò a nuove nozze con la ritrattista di origini scozzesi Mary Fraser Tytler.
Dal 1870 l'influenza di Rossetti e dell'Estetismo subirono un certo declino nella pittura di Watts, che iniziò a combinare la tradizione classica con una pittura deliberatamente tormentata e sofferta, con lo scopo di suggerire le energie dinamiche dell'esistenza umana e della sua evoluzione, così come gli sforzi e le qualità transitorie dell'animo umano. Queste nuove realizzazioni furono una sorta di rivisitazione del progetto House of Life e mostrano l'influenza teorica di Max Müller, il padre della religione comparativa. Watts cercò dietro questa spinta di tracciare l'evoluzione delle mitologie dei popoli del mondo in una grande sintesi di idealità spirituale e scienza, soprattutto l'evoluzione darwiniana.
Nel 1881 lasciò Londra e organizzò il suo studio di pittura nella residenza di Little Holland House a Kenington. Le sue pitture epiche vennero esposte a Whitechapel dal suo amico Samuel Barnett, un sacerdote molto attivo nel campo delle riforme sociali. Dopo aver rifiutato il titolo di baronetto offertogli dalla Regina Vittoria, Watts si trasferì nuovamente nella residenza di Limnerslease vicino Compton, nel Surrey nel 1891. Qui, insieme a sua moglie Mary, si dedicò alla costruzione della Watts Gallery, un museo dedicato alle sue opere - l'unico nel suo genere in Gran Bretagna come edificio dedicato alle opere di un solo artista - che venne aperta nell'aprile del 1904, poco prima della sua morte.
Sua moglie Mary disegnò la vicina cappella funeraria mentre molti dei suoi dipinti finirono alla Tate Gallery a seguito delle donazioni dell'artista ai Tate nel 1897 e nel 1900. Nel 1867 era stato eletto membro della Royal Academy e nel 1902 fu insignito dell'Order of Merit.
Nei suoi ultimi dipinti l'ispirazione di Watts subì una fase mistica, evidente nell'opera The Sower of the Systems, in cui Watts sembra anticipare l'arte astratta. Il dipinto infatti raffigura l'immagine di Dio appena distinguibile, sullo sfondo luminoso e ben deifnito di stelle e nebulose. In altre opere dello stesso periodo esistono molte somiglianze con il periodo blu di Pablo Picasso.
Watts fu anche un notevole ritrattista, egli ritrasse gran parte dei personaggi più importanti dell'epoca Vittoriana, con lo scopo di creare una raccolta dal titolo House of Fame. Gran parte di questi ritratti si trovano ora nella National Portrait Gallery, e vennero donati intorno al 1895. Nei suoi ritratti Watts cercò sempre di miscelare la disciplinata compostezza con la forza dell'azione, i suoi ritratti sono noti anche per l'accentuazione delle espressioni di tensione e sforzo dei volti, tra i quali troviamo Charles Dilke, Thomas Carlyle e William Morris.
Durante il suo ultimo periodo creativo, Watts tornò alla scultura, il suo capolavoro Physical Energy, l'enorme statua bronzea di un uomo nudo a dorso di cavallo che si ripara gli occhi dal sole mentre guarda davanti a sé, voleva essere inizialmente dedicata a Maometto, Attila, Tamerlano e Gengis Khan tutti personaggi simbolo della rude forza di volontà. Essa venne infine posta al Rhodes Memorial a Città del Capo in onore delle allora celebrate visioni imperialistiche di Cecil Rhodes. Il saggio di Watts Our Race as Pioneers manifesta la sua convinzione della missione dell'Imperialismo britannico visto come una forza portatrice di progresso nel mondo. Una copia dell'opera venne posta nei Kensington Gardens di Londra sulla riva nordoccidetale della Serpentina.
Subito dopo la sua morte vennero dedicate diverse biografie a Watts, con l'avvento del Modernismo, però, la sua fama andò declinando. È noto uno schizzo ironico di Virginia Woolf che nel suo Freshwater ne fa un ritratto comico. Soltanto in epoche molto più recenti la sua figura è stata nuovamente valorizzata da autori come Veronica Franklin Gould che nel centenario della morte di Watts ha scritto G.F. Watts, The Last Great Victorian.
Onorificenze
Membro dell'Ordine al Merito del Regno Unito | |
— 26 giugno 1902 |
Fantasy art
Sopra, la città di Gondolin, capitale del regno dei Noldor della Terra di Mezzo
Eldarion, figlio di Aragorn ed Arwen
Le nozze di Anduril di Rohan ed Eldarion di Gondor
Asshai delle Ombre
Il tesoro di Thror
Telperion e Laurelin, gli alberi di Valinor
venerdì 13 febbraio 2015
giovedì 12 febbraio 2015
Estgot. Capitolo 25. Kaspar, l'Iniziato di Esgot e Custode degli Arcani
Dopo il surreale colloquio con Sidonie, il governatore di Estgot, Roman Waldemar, cercò in tutti i modi di mettersi in contatto col dottor Luca Bosco, suo vecchio compagno di università, docente di filologia romanza e grande esperto di occultismo, che però risultava "al momento irraggiungibile". Il problema era che quel "momento" di irraggiungibilità si stava protraendo da due giorni.
L'unico altro interlocutore che avrebbe creduto alle sue parole era lord Francis Oakwood, Duca di Albany, il quale era, guarda caso, altrettanto "al momento irraggiungibile" da due giorni.
Alla fine Waldemar si rassegnò a tornare a esaminare i bilanci della provincia di Estgot e li trovò disastrosi.
Le aziende dei grandi colonizzatori del passato, i Van Garrett, i Phillips e i Lyndhurst, non pagavano un centesimo di tasse da anni, adducendo la gravità delle spese di ricostruzione avvenute dopo la fine della guerra civile.
Il dissesto finanziario di Estgot non fece che aumentare l'ansia di Waldemar e, come spesso gli accadeva, quell'ansia si somatizzò in una terribile emicrania,
Jessica se ne accorse:
<<Ti faccio un massaggio alle spalle, Roman, mio caro, vedrai che ti passa>>.
Lui la lasciò fare, e in effetti dopo un po' il dolore alla testa si affievolì fino a scomparire.
<<Hai un tocco magico, Jessica. Non c'era mai riuscito nessuno>>
In fondo non riusciva proprio a considerarla sua nemica.
La cosa assurda è che si comportavano come una coppia di vecchi sposi e non si conoscevano nemmeno da una settimana.
Lei era preoccupata:
<<Sta' attento con Ivan Kaspar. Sembra inoffensivo, ma è molto subdolo, oltre che potente. Non sottovalutarlo>>
Waldemar annuì:
<<Tutti parlano di lui con timore reverenziale. Come potrei sottovalutarlo?>>
Jessica rise:
<<E' fisicamente insignificante. Potresti guardarlo per dieci ore senza riuscire a memorizzare la sua faccia. Come si fa a difendersi da qualcuno di cui non si riesce neanche a ricordare il volto?>>
Detto questo, uscì dallo studio, lasciando di nuovo Waldemar ai suoi bilanci.
Il maggiordomo gli servì un pasto leggero, su un tavolino, come concordato.
Il cibo, da quelle parti, era pessimo.
Alle 15.00 in punto il campanello di Sleepy Providence suonò e l'ingegner Ivan Kaspar fece il suo ingresso nello studio di Waldemar.
La prima impressione confermò quanto Jessica aveva preannunciato su di lui.
Era giovane, esile, basso, con un naso aguzzo da topo. Vestiva in modo sobrio, grigio. Niente di particolare.
Di certo lui non è il prodotto di un programma di selezione genetica.
Ma si ricordò dell'avvertimento.
Non devo sottovalutarlo. A volte non è il più forte a sopravvivere, ma il più furbo. E forse questo tipetto con la faccia da topo è un milione di volte più furbo di me.
Fu Jessica a fare le presentazioni:
<<Ivan, ho l'onore di presentarti il governatore Roman Waldemar, un uomo di grandi qualità>>
Kaspar tese la mano, dicendo:
<<Lord Waldemar, ho sentito molto parlare di lei>>
<<E io di lei, ingegner Kaspar>>
La stretta di mano fu assolutamente normale: né troppo lenta, né troppo forte.
Jessica prese congedo e Kaspar si accomodò una poltrona di fronte alla scrivania di Waldemar.
In quell'enorme scranno, l'ingegnere pareva ancora più piccolo.
Waldemar non perse tempo:
<<La ringrazio per essersi reso disponibile così presto a questo incontro, ingegnere, anche se il motivo della mia sollecitazione non è legato a questioni urbanistiche, non so se mi spiego>>
Kaspar andò dritto al punto:
<<Lei vuole risolvere la questione degli Iniziati>>
Waldemar annuì:
<<Esattamente. Mi è stato detto che è lei il referente della Società, qui ad Estgot>>
Kaspar confermò:
<<Ne ho l'onore, Lord Waldemar. Mi dica tutto>>
Il tono era conciliante, il volto era totalmente privo di espressione, ma gli occhi erano vigili.
<<Mi trovo nel mezzo di uno scontro tra la Massoneria e la Società degli Iniziati, le quali si litigano la mia adesione, per una ragione che non mi pare convincente. La domanda è: cosa succederebbe se io mi rifiutassi di aderire ad entrambe le parti in causa?>>
L'Iniziato accennò un lievissimo sorriso:
<<Be', come si suol dire, noi possiamo anche portare l'acqua al cavallo, ma non possiamo costringerlo a bere>>
Waldemar capì subito che aveva a che fare con un osso duro:
<<Dalle mie parti si dice "portare l'acqua all'asino". Forse è così che appare agli occhi degli Iniziati la mia testardaggine>>
Kaspar sollevò leggermente un sopracciglio:
<<Visto che lei mi autorizza ad avvalermi di questa colorita similitudine, le dirò che il rischio maggiore che può correre, Lord Waldemar, è quello di fare la fine dell'asino di Buridano, che non sapendo decidere in quale vassoio bere, morì di sete. Metaforicamente parlando>>
Il governatore ne aveva abbastanza di giri di parole:
<<E fuor di metafora?>>
L'Iniziato tornò serio:
<<Fuor di metafora, Milord, lei rischia di trascorrere il resto dei suoi giorni prigioniero in questa tetra dimora, tagliato fuori dal mondo>>
Waldemar ci era già arrivato da solo:
<<Una prospettiva un po' noiosa. E se, per ipotesi, io decidessi di andarmene?>>
Kaspar apparve divertito:
<<Ha fatto bene a chiedermelo, perché sarebbe un'esperienza spiacevole e umiliante per lei e per tutti noi il fatto di vederla fermato e ritrasportato qui a viva forza dalle guardie che ricevono lo stipendio dal dottor Andrei Ulienko e rispondono solo a lui>>
Pronunciò quell'ultimo nome con una vena di disprezzo, tanto che Waldemar osò avanzare un'ipotesi:
<<Capisco. Sbaglio o il dottor Ulienko le è antipatico anche per ragioni personali?>>
Kaspar si illuminò:
<<Lei è veramente sagace, Lord Waldemar. Vede, io sono molto amico di miss Jessica Baumann, l'onorevole lady Burke-Roche, e pertanto non ho particolarmente gradito il modo in cui la mia amica è stata trattata dal dottor Ulienko, durante la loro relazione>>
Waldemar allora pose a bruciapelo una domanda che lo incuriosiva molto:
<<Per quale motivo Jessica ha continuato a rimanere sul libro paga del dottor Ulienko come governante di Sleepy Providence e mia segretaria?>>
L'Iniziato sorrise:
<<E' un piacere parlare con lei, perché arriva subito al dunque. La risposta è semplice: Sleepy Providence è di proprietà della famiglia di Jessica, che l'ha gratuitamente offerta all'uso del governo. Un'offerta che un taccagno come il ministro Kaiserring non poteva certo rifiutare>>
Waldemar annuì:
<<Me ne rendo conto. Ora, mi corregga se sbaglio: la Società degli Iniziati è divisa in varie sette, le più importanti delle quali sono il Serpente Rosso, dedito all'eugenetica; l'Aristocrazia Nera, ossessionata dalla preservazione del sangue nobile e La Fonte Sacra, esperta in vampirismo psicologico ed altre pratiche inquietanti. Qualcuno potrebbe persino pensare che si tratti di una strana commistione "dark gothic metal", di neonazismo e di satanismo>>
Kaspar corrugò leggermente le sopracciglia:
<<Dark gothic mi potrebbe stare anche bene, ma noi non abbiamo nulla a che vedere con la rozzezza dei metallari, dei neonazisti e dei satanisti. E' una questione estetica, ancor prima che etica.
Noi siamo molto più raffinati di quella feccia.
E un uomo elegante come lei ce ne deve dare atto, non è vero, Lord Waldemar>>
Il governatore virò sul sarcasmo:
<<Oh si! Ma certo! In fondo voi non volete mica sterminare nessuno, ma "soltanto" selezionare una sorta di classe dirigente eterna e inamovibile, per sempre giovane e dedita ai piaceri. Dovrei per questo considerarvi innocui?>>
L'Iniziato alzò un indice.
<<Questa è solo la cornice, lo specchietto per le allodole che può attirare persone vanesie come la sua prozia Sidonie, ma il vero contenuto dell'Iniziazione non è affatto il piacere, quanto la conoscenza degli Arcani Supremi>>
Waldemar annuì:
<<So che lei è vincolato alla regola del Silenzio, riguardo ai Misteri, ma le chiedo almeno di darmi un'idea di cosa possono essere questi Arcani Supremi>>
Kaspar lo fissò:
<<In primo luogo lei deve sapere che c'è una quarta setta all'interno della Società degli Iniziati e si chiama "la Fiamma di Atar". Sono i seguaci della Luce e del Fuoco e si ispirano allo Zoroastrismo e al Manicheismo. Uno dei loro capi è il professor Gallo, il collega del suo amico italiano Luca Bosco, che ora è in viaggio negli Stati Uniti, alla ricerca di testi antichi in una biblioteca preziosissima>>
Il governatore accennò a un sorriso:
<<La famosa Collezione Burke-Roche, dove, si narra, è conservata una delle due copie ancora esistenti del Necronomicon, il Libro della Legge dei Morti>>
L'Iniziato sorrise, soddisfatto:
<<Molto bene! In quel testo è contenuta gran parte della Dottrina Segreta che sta alla base degli Arcani Supremi. Ora lei si trova davanti a tre strade: scegliere la Massoneria, contro di noi; scegliere noi, gli Iniziati, contro la Massoneria; o non scegliere nessuno dei due, e rimanere qui, prigioniero, a morire di noia>>
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