Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 12 febbraio 2015
Estgot. Capitolo 25. Kaspar, l'Iniziato di Esgot e Custode degli Arcani
Dopo il surreale colloquio con Sidonie, il governatore di Estgot, Roman Waldemar, cercò in tutti i modi di mettersi in contatto col dottor Luca Bosco, suo vecchio compagno di università, docente di filologia romanza e grande esperto di occultismo, che però risultava "al momento irraggiungibile". Il problema era che quel "momento" di irraggiungibilità si stava protraendo da due giorni.
L'unico altro interlocutore che avrebbe creduto alle sue parole era lord Francis Oakwood, Duca di Albany, il quale era, guarda caso, altrettanto "al momento irraggiungibile" da due giorni.
Alla fine Waldemar si rassegnò a tornare a esaminare i bilanci della provincia di Estgot e li trovò disastrosi.
Le aziende dei grandi colonizzatori del passato, i Van Garrett, i Phillips e i Lyndhurst, non pagavano un centesimo di tasse da anni, adducendo la gravità delle spese di ricostruzione avvenute dopo la fine della guerra civile.
Il dissesto finanziario di Estgot non fece che aumentare l'ansia di Waldemar e, come spesso gli accadeva, quell'ansia si somatizzò in una terribile emicrania,
Jessica se ne accorse:
<<Ti faccio un massaggio alle spalle, Roman, mio caro, vedrai che ti passa>>.
Lui la lasciò fare, e in effetti dopo un po' il dolore alla testa si affievolì fino a scomparire.
<<Hai un tocco magico, Jessica. Non c'era mai riuscito nessuno>>
In fondo non riusciva proprio a considerarla sua nemica.
La cosa assurda è che si comportavano come una coppia di vecchi sposi e non si conoscevano nemmeno da una settimana.
Lei era preoccupata:
<<Sta' attento con Ivan Kaspar. Sembra inoffensivo, ma è molto subdolo, oltre che potente. Non sottovalutarlo>>
Waldemar annuì:
<<Tutti parlano di lui con timore reverenziale. Come potrei sottovalutarlo?>>
Jessica rise:
<<E' fisicamente insignificante. Potresti guardarlo per dieci ore senza riuscire a memorizzare la sua faccia. Come si fa a difendersi da qualcuno di cui non si riesce neanche a ricordare il volto?>>
Detto questo, uscì dallo studio, lasciando di nuovo Waldemar ai suoi bilanci.
Il maggiordomo gli servì un pasto leggero, su un tavolino, come concordato.
Il cibo, da quelle parti, era pessimo.
Alle 15.00 in punto il campanello di Sleepy Providence suonò e l'ingegner Ivan Kaspar fece il suo ingresso nello studio di Waldemar.
La prima impressione confermò quanto Jessica aveva preannunciato su di lui.
Era giovane, esile, basso, con un naso aguzzo da topo. Vestiva in modo sobrio, grigio. Niente di particolare.
Di certo lui non è il prodotto di un programma di selezione genetica.
Ma si ricordò dell'avvertimento.
Non devo sottovalutarlo. A volte non è il più forte a sopravvivere, ma il più furbo. E forse questo tipetto con la faccia da topo è un milione di volte più furbo di me.
Fu Jessica a fare le presentazioni:
<<Ivan, ho l'onore di presentarti il governatore Roman Waldemar, un uomo di grandi qualità>>
Kaspar tese la mano, dicendo:
<<Lord Waldemar, ho sentito molto parlare di lei>>
<<E io di lei, ingegner Kaspar>>
La stretta di mano fu assolutamente normale: né troppo lenta, né troppo forte.
Jessica prese congedo e Kaspar si accomodò una poltrona di fronte alla scrivania di Waldemar.
In quell'enorme scranno, l'ingegnere pareva ancora più piccolo.
Waldemar non perse tempo:
<<La ringrazio per essersi reso disponibile così presto a questo incontro, ingegnere, anche se il motivo della mia sollecitazione non è legato a questioni urbanistiche, non so se mi spiego>>
Kaspar andò dritto al punto:
<<Lei vuole risolvere la questione degli Iniziati>>
Waldemar annuì:
<<Esattamente. Mi è stato detto che è lei il referente della Società, qui ad Estgot>>
Kaspar confermò:
<<Ne ho l'onore, Lord Waldemar. Mi dica tutto>>
Il tono era conciliante, il volto era totalmente privo di espressione, ma gli occhi erano vigili.
<<Mi trovo nel mezzo di uno scontro tra la Massoneria e la Società degli Iniziati, le quali si litigano la mia adesione, per una ragione che non mi pare convincente. La domanda è: cosa succederebbe se io mi rifiutassi di aderire ad entrambe le parti in causa?>>
L'Iniziato accennò un lievissimo sorriso:
<<Be', come si suol dire, noi possiamo anche portare l'acqua al cavallo, ma non possiamo costringerlo a bere>>
Waldemar capì subito che aveva a che fare con un osso duro:
<<Dalle mie parti si dice "portare l'acqua all'asino". Forse è così che appare agli occhi degli Iniziati la mia testardaggine>>
Kaspar sollevò leggermente un sopracciglio:
<<Visto che lei mi autorizza ad avvalermi di questa colorita similitudine, le dirò che il rischio maggiore che può correre, Lord Waldemar, è quello di fare la fine dell'asino di Buridano, che non sapendo decidere in quale vassoio bere, morì di sete. Metaforicamente parlando>>
Il governatore ne aveva abbastanza di giri di parole:
<<E fuor di metafora?>>
L'Iniziato tornò serio:
<<Fuor di metafora, Milord, lei rischia di trascorrere il resto dei suoi giorni prigioniero in questa tetra dimora, tagliato fuori dal mondo>>
Waldemar ci era già arrivato da solo:
<<Una prospettiva un po' noiosa. E se, per ipotesi, io decidessi di andarmene?>>
Kaspar apparve divertito:
<<Ha fatto bene a chiedermelo, perché sarebbe un'esperienza spiacevole e umiliante per lei e per tutti noi il fatto di vederla fermato e ritrasportato qui a viva forza dalle guardie che ricevono lo stipendio dal dottor Andrei Ulienko e rispondono solo a lui>>
Pronunciò quell'ultimo nome con una vena di disprezzo, tanto che Waldemar osò avanzare un'ipotesi:
<<Capisco. Sbaglio o il dottor Ulienko le è antipatico anche per ragioni personali?>>
Kaspar si illuminò:
<<Lei è veramente sagace, Lord Waldemar. Vede, io sono molto amico di miss Jessica Baumann, l'onorevole lady Burke-Roche, e pertanto non ho particolarmente gradito il modo in cui la mia amica è stata trattata dal dottor Ulienko, durante la loro relazione>>
Waldemar allora pose a bruciapelo una domanda che lo incuriosiva molto:
<<Per quale motivo Jessica ha continuato a rimanere sul libro paga del dottor Ulienko come governante di Sleepy Providence e mia segretaria?>>
L'Iniziato sorrise:
<<E' un piacere parlare con lei, perché arriva subito al dunque. La risposta è semplice: Sleepy Providence è di proprietà della famiglia di Jessica, che l'ha gratuitamente offerta all'uso del governo. Un'offerta che un taccagno come il ministro Kaiserring non poteva certo rifiutare>>
Waldemar annuì:
<<Me ne rendo conto. Ora, mi corregga se sbaglio: la Società degli Iniziati è divisa in varie sette, le più importanti delle quali sono il Serpente Rosso, dedito all'eugenetica; l'Aristocrazia Nera, ossessionata dalla preservazione del sangue nobile e La Fonte Sacra, esperta in vampirismo psicologico ed altre pratiche inquietanti. Qualcuno potrebbe persino pensare che si tratti di una strana commistione "dark gothic metal", di neonazismo e di satanismo>>
Kaspar corrugò leggermente le sopracciglia:
<<Dark gothic mi potrebbe stare anche bene, ma noi non abbiamo nulla a che vedere con la rozzezza dei metallari, dei neonazisti e dei satanisti. E' una questione estetica, ancor prima che etica.
Noi siamo molto più raffinati di quella feccia.
E un uomo elegante come lei ce ne deve dare atto, non è vero, Lord Waldemar>>
Il governatore virò sul sarcasmo:
<<Oh si! Ma certo! In fondo voi non volete mica sterminare nessuno, ma "soltanto" selezionare una sorta di classe dirigente eterna e inamovibile, per sempre giovane e dedita ai piaceri. Dovrei per questo considerarvi innocui?>>
L'Iniziato alzò un indice.
<<Questa è solo la cornice, lo specchietto per le allodole che può attirare persone vanesie come la sua prozia Sidonie, ma il vero contenuto dell'Iniziazione non è affatto il piacere, quanto la conoscenza degli Arcani Supremi>>
Waldemar annuì:
<<So che lei è vincolato alla regola del Silenzio, riguardo ai Misteri, ma le chiedo almeno di darmi un'idea di cosa possono essere questi Arcani Supremi>>
Kaspar lo fissò:
<<In primo luogo lei deve sapere che c'è una quarta setta all'interno della Società degli Iniziati e si chiama "la Fiamma di Atar". Sono i seguaci della Luce e del Fuoco e si ispirano allo Zoroastrismo e al Manicheismo. Uno dei loro capi è il professor Gallo, il collega del suo amico italiano Luca Bosco, che ora è in viaggio negli Stati Uniti, alla ricerca di testi antichi in una biblioteca preziosissima>>
Il governatore accennò a un sorriso:
<<La famosa Collezione Burke-Roche, dove, si narra, è conservata una delle due copie ancora esistenti del Necronomicon, il Libro della Legge dei Morti>>
L'Iniziato sorrise, soddisfatto:
<<Molto bene! In quel testo è contenuta gran parte della Dottrina Segreta che sta alla base degli Arcani Supremi. Ora lei si trova davanti a tre strade: scegliere la Massoneria, contro di noi; scegliere noi, gli Iniziati, contro la Massoneria; o non scegliere nessuno dei due, e rimanere qui, prigioniero, a morire di noia>>
mercoledì 11 febbraio 2015
Estgot. Capitolo 24. Al telefono con Sidonie
Sidonie Waldemar, in gioventù, era stata una donna di rara bellezza, algida ed eterea, chiarissima, tipicamente nordica.
Era nata ad Hannover il 4 febbraio 1899, in una famiglia della media borghesia tedesca.
Aveva compiuto studi classici ed era divenuta insegnante elementare.
Aveva conosciuto, in occasione di un viaggio a Londra, lord Henry Oakwood, Duca di Albany, di cui era divenuta l'amante, facendo la fortuna di tutta la famiglia Waldemar.
Questo era quanto il suo pronipote Roman Waldemar sapeva di lei fino al giorno prima.
E credevo che fosse morta nel 1997! E invece quel funerale è stato tutto una messa in scena... una farsa! Ci ha preso in giro tutti...
Per averne conferma non rimaneva che parlare direttamente con Sidonie.
La telefonata arrivò verso le 10 del mattino, mentre Waldemar stava controllando alcuni bilanci, in vista dell'incontro, programmato per il pomeriggio, con Ivan Kaspar, preposto all'urbanistica di Estgot.
<<Postcard from Hell... C'è Sidonie>> lo avvertì Jessica col suo solito tono sarcastico.
Waldemar ebbe per un attimo il sospetto di trovarsi in un incubo dove i morti tornavano a vivere.
<<Questa cosa mi fa rabbrividire, comunque mettila in linea...>>
Dopo pochi secondi, una voce inconfondibile parlò:
<<Mio carissimo pronipote!>>
Lui deglutì, come se stesse parlando con un fantasma, ma cercò comunque di mantenere un tono ironico:
<<Sidonie... o c'è qualcuno che imita la tua voce molto bene oppure... be', oppure dimmi qualcosa che sappiamo solo noi due...>>
<<Ti ricordi la storia dei miei sette fidanzati di gomma?>>
Waldemar non poté fare a meno di ridere:
<<Eri già matta quando ero bambino, mi hai riempito la testa di storie assurde e quella credo fosse la più assurda di tutte. Ma adesso... come dovrei comportarmi con te? Prima ti fai credere morta e poi dopo vent'anni, all'improvviso ritorni e mi metti in mezzo a una trama di pazzi furiosi più di te... no dimmi, cosa dovrei fare?>>
Dopo qualche attimo di silenzio, la voce squillante rispose:
<<Oh, ti prego, Roman, non essere melodrammatico! Ci guadagneremo tutti, da questa storia. Un giorno mi ringrazierai! Per prima cosa devi sapere che in questi anni ho avuto l'onore di essere ospite nella residenza di lady Edith Van Garret, ad Hollow Beach, Long Island, nello stato di New York. Sono vissuta qui con la mia cara amica Glynis Burke-Roche, la nonna di Jessica, dal giorno della mia presunta morte>>
Waldemar non sapeva se ridere o tremare di paura. Alla fine scelse di continuare a mantenere il tono ironico, almeno finché era possibile:
<<E noi che credevamo di averti seppellita a Grey Gardens il 7 dicembre 1997>>
Dall'altra parte del telefono si sentì una sonora risata:
<<Be', tecnicamente e anagraficamente io risulto sepolta quel giorno, ma ad occupare la bara era un'anziana senzatetto, morta di polmonite. Del resto, la cassa era chiusa, per cui nessuno dei parenti poteva accorgersi dello scambio. Il riconoscimento del corpo era stato fatto da lord Francis Oakwood, il nuovo Duca di Albany, e questo fu ritenuto sufficiente>>
Waldemar sapeva che Albany era un uomo molto potente, in grado di influenzare molti uffici della pubblica amministrazione:
<<Hai 116 anni... vale la pena vivere fino a quell'età?>>
Lei rispose subito con entusiasmo:
<<Ma certo! Io sto benissimo! Sono in ottima forma fisica. Neanche un raffreddore! Le mie analisi sono perfette. Non sono mai stata nemmeno ricoverata in ospedale. Mai in 116 anni, ti rendi conto? E' chiaro che dovevo scomparire dalla circolazione, altrimenti la gente si sarebbe messa a fare troppe domande>>
E i parenti avrebbero finito per parlare troppo.
Sidonie aveva un fratello, il nonno di Roman, che si chiamava Sigmund ed era vissuto fino a 104 anni.
Waldemar si chiese se per caso anche suo nonno fosse ancora vivo:
<<Perché tuo fratello è morto prima di te, pur avendo gli stessi geni ed essendo più giovane?>>
Sidonie rispose con un tono annoiato, come se la domanda fosse banale:
<<Lui non era un Iniziato. Solo noi Iniziati abbiamo accesso alle migliori tecniche di ringiovanimento cellulare. Si tratta di iniezioni di un particolare tipo di cellule staminali. Pensa, potrei persino tornare bella com'ero da giovane!>>
Waldemar ebbe un'intuizione:
<<Allora è questo il premio che vi aspettate! Se il programma genetico va avanti, le cellule staminali dei nuovi nati potranno essere usate da voi per ringiovanire, non è così?>>
La risata di Sidonie non si fece attendere:
<<Vedo che le tue capacità intuitive sono sempre eccellenti. Noi Waldemar siamo di intelligenza superiore, modestamente, ed io ho molte speranze nel fatto che tu possa contribuire in modo determinante all'avanzamento del programma. Se tutto andrà secondo i piani, potremmo arrivare a scoprire l'Elisir dell'eterna giovinezza nel giro di pochi anni. Vivremo in eterno, ringiovaniremo, saremo come delle divinità>>
Waldemar rabbrividì:
<<Sì, certo, come no! Tu la fai molto facile, ma per ora l'unica prova che mi offri è di essere arrivata a 116 anni in una condizione che ti permette di parlare al telefono. Il resto è un'illusione, anzi è una vera e propria follia!
E comunque ha un costo morale non indifferente: manipolare la vita di tante persone inconsapevoli per ottenere un profitto riservato ad una ristretta elite>>
Sidonie ridacchiò:
<<E non è forse questo il principio su cui si basa l'ordine politico ed economico della società umana?>>
Lui non poté fare a meno di essere d'accordo:
<<E' un ordine ingiusto>>
Lei seppe porre l'obiezione più valida:
<<Ogni volta che si è intervenuti per cambiarlo, si è creato qualcosa di ancora più ingiusto.
Se c'è una legge costante, nella storia, è quella delle elite: una minoranza organizzata che domina su una maggioranza disorganizzata>>
Waldemar non voleva darle corda sull'aspetto sociologico e pose una questione più essenziale:
<<Diventare immortali, ammesso che sia possibile, e non sapere cosa ci sarà dall'altra parte... è contro natura!>>
Sidonie lo travolse con la sua risata che aveva qualcosa di diabolico:
<<Noi Iniziati sappiamo già cosa c'è dall'altra parte. Gli Arcani Supremi sono la risposta alle domande prime e ultime. La risposta a tutto! E' il tuo destino, Roman: è ciò per cui sei nato!>>
Lui provò un'ondata di irritazione:
<<Sarò io a decidere la ragione della mia vita>>
La voce di lei divenne dura:
<<Non metterti a fare il bambino, Roman. Sai benissimo che ti sto offrendo un'opportunità dal valore incalcolabile. Non è una mera sopravvivenza: è una eterna vita felice!
Un'eterna primavera!>>
Waldemar rimaneva profondamente scettico:
<<Mi vorresti far credere che in tutti questi anni non c'è stato mai un cedimento, mai un momento di crisi, di malinconia, quella che viene ogni volta che la nostra vita si riempie di vuoto?>>
Sidonie rispose senza esitazione:
<<Mai! Quando parlo di salute, parlo anche di benessere dello spirito. Ricominciare a vivere, ogni anno, dopo un altro inverno, ringiovanendo e tornando a sbocciare, è qualcosa di inebriante>>
Le frecce all'arco di Waldemar stavano per finire:
<<E l'amore? Non hai provato freddo quando è venuto a mancare l'uomo della tua vita, lord Henry, il precedente duca di Albany?>>
Lei rimase in silenzio per qualche istante, poi rispose con voce trasognata:
<<Il grande amore, il vero amore, viene solo una volta nella vita. Chi lo ha conosciuto e vissuto per lungo, lunghissimo tempo, sa di aver dato un senso alla propria esistenza. Ma quando il vero amore termina, perché prima o poi sopraggiunge un senso condiviso di sazietà, allora viene il momento in cui è giusto lasciarsi reciprocamente e dedicarsi alle altre meraviglie che la vita offre>>
Waldemar non era del tutto d'accordo:
<<No, questo è solo edonismo, non è amore. L'amore è un'altra cosa>>
Sidonie rise di nuovo:
<<Per te è sempre un'altra cosa! Ma che ne sai?
Sei troppo giovane per capire di cosa sto parlando. Verrà il giorno in cui ti renderai conto di cosa intendevo dire, e quel giorno ti ricorderai di me, e mi sarai grato per ciò che ti ho offerto>>
Lui replicò in tono gelido:
<<Non credo proprio. Tu e gli altri Iniziati vi state illudendo se pensate che l'immortalità e la felicità si possano creare con la sola genetica.
Credete di aver eliminato il Male dalla vita? Avete forse eliminato il dolore?>>
Lei tacque per un po', e quando rispose la sua voce era divenuta serissima:
<<Questa è una domanda a cui solo un Iniziato agli Arcani Supremi può rispondere.
Io sono Iniziata, ma i sommi Misteri non possono essere divulgati per telefono a chi non ha ancora superato la prova di Iniziazione.
Ma ormai tu sei pronto. Sarà Ivan Kaspar a valutare quando sottoporti alla prova>>
Waldemar ne aveva abbastanza :
<<Deciderò io se e quanto!
Ti sei servita della buona fede di mio padre e di mia madre per i tuoi scopi, ma non riuscirai a servirti della mia>>
Sidonie minimizzò:
<<I tuoi genitori hanno avuto la loro ricompensa: sono felici. Anche tu avrai la tua: non ti chiedo niente gratis.Tu e Jessica avrete la vostra ricompensa>>
Lui si infuriò:
<<Osi anche dare per scontato che io e Jessica diventeremo una coppia?>>
Lei rispose con voce sprezzante
<<L'hai portata a letto senza precauzioni. Ora dovrai assumertene le responsabilità, caro nipote. E non sarà un grande sacrificio: lei ti darà tutto ciò che si può desiderare dalla vita>>
Waldemar sentì come una fitta di rimorso che gli trafiggeva il petto:
<<Tu e Jessica mi avete preso nel momento in cui ero più vulnerabile.
Non mi sottrarrò alle responsabilità, ma non permetterò a nessuno di decidere ciò che devo o non devo desiderare per la mia vita>>
Detto ciò, interruppe la comunicazione senza salutare e capì che il tempo delle parole era finito.
Oggi affronterò Ivan Kaspar e sistemerò questa faccenda una volta per tutte!
P.S.
Nelle immagini, l'attrice Sarah Gadon rappresenta Sidonie Waldemar da giovane,
martedì 10 febbraio 2015
Esgot. Capitolo 23. Il Malleus maleficarum e la Fonte Sacra
<<Si è fatto tardi, Jessica. Avrei infinite altre cose da chiederti, ma sono distrutto e ho già fin troppe cose su cui riflettere. Mi ritiro nei miei appartamenti. Ma prima ho due richieste: devi fissarmi un appuntamento telefonico con Sidonie Waldemar, per domattina, e uno qui, nel mio ufficio, con Ivan Kaspar, l'Iniziato di Estgot, per domani pomeriggio.
Ho molte domande da fare a entrambi, ammesso che esistano davvero.>>
Lei annuì:
<<Telefono subito a mia nonna Glynis, sarà lei a rintracciare Sidonie. Quanto a Ivan, lo chiamerò subito dopo. Domani parlerai con entrambi e tutti i tuoi dubbi residui si chiariranno. Ti auguro una buona notte>>
Lo baciò sulle labbra.
Lui all'inizio fu riluttante, ma l'attrazione verso di lei era sempre molto forte.
Avrebbe voluto abbracciarla e stringerla, e non solo perché sentiva un immenso bisogno di un'anima che lo sorreggesse e lo tranquillizzasse, in quel momento di sconforto e di dubbio, ma perché lei, nonostante tutto, continuava a piacergli.
Si impose tuttavia di resistere alle tentazioni.
Le accarezzò soltanto con dolcezza i capelli e mentre i loro visi si toccavano, sentì una lacrima sulla sua guancia e non seppe se era di Jessica e o se era la propria.
Fece un cenno di saluto e poi si allontanò, immerso in cupi pensieri.
Quando arrivò nella sua camera da letto, guardò istintivamente la libreria e vi trovò un libro dall'aspetto molto antico, che la sera prima non aveva notato.
Era nientemeno che un'edizione originale del Malleus maleficarum, il Martello delle streghe, pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Sprenger e Kramer, allo scopo di reprimere il paganesimo, l'eresia e ogni forma di superstizione popolare, compresi satanismo, vampirismo e stregoneria.
C'era un segnalibro.
Waldemar sentì il cuore battere forte, perché temeva che anche quel segnalibro non fosse lì per caso.
Vide che c'era scritto, con la calligrafia di lady Margaret Burke-Roche, una frase allarmante:
"Io vi condanno alla morte vivente e all'eterna fame"
E sotto: cit. Principe Vlad Tsepesh III di Valacchia e Transilvania, conte Dracula.
Fu percorso da un brivido. Quella frase era un chiaro riferimento al vampirismo psicologico in cui consisteva la prova di Iniziazione di cui gli aveva parlato Virginia Dracu.
Sotto vi era una scritta latina.
Si trattava di un esorcismo contro la Dinastia del Serpente Rosso:
Abiuro te, serpens antique, per judicem vivorum et mortuorum, per factórem tuum, per factórem mundi, per eum, qui habet potestátem mitténdi te in gehénnam, ut ab hoc fámulo Dei N., qui (ab hac fámula Dei N., quæ) ad Ecclésiæ sinum recúrrit, cum metu, et exército furóris tui festínus discédas. Adjúro te íterum, non mea infirmitáte, sed virtúte Spíritus Sancti, ut éxeas ab hoc fámulo Dei N., quem (ab hac fámula Dei N., quam) omnípotens Deus ad imáginem suam fecit. Cede ígitur, cede non mihi, sed minístro Domini nostri Jesui Christi.
Waldemar fu colpito dalla formula iniziale:
"Abiuro te, serpens antique"... è come se fosse una maledizione contro la Dinastia del Serpente Rosso.
Anni prima, il suo compagno di studi Luca Bosco gli aveva parlato di un'associazione segreta che era collegata al vampirismo psicologico e i cui membri erano selezionati tra gli appartenenti alla dinastia del Serpente Rosso.
Come si chiamava quella setta?
Nel mentre che la risposta incominciava ad affiorare tra i suoi pensieri, il suo sguardo cadde su un altro libro, appositamente messo in evidenza.
La Fonte Sacra, di Henry James.
Ma certo! Quel romanzo trattava proprio il tema del vampirismo psicologico.
Il vampirismo psicologico consiste nel sottrarre agli altri energie vitali, a proprio vantaggio.
Quella era l'abilità di Virginia Dracu e di tutti quegli Iniziati che entravano a far parte della setta della Fonte Sacra, la più pericolosa delle sezioni interne alla Società degli Iniziati.
Chi è che mi ha lasciato questo messaggio? Potrebbe non essere Jessica. Chi c'è, oltre a lei, in questo maledetto maniero di Sleepy Providence, che mi sta inviando segnali di pericolo? Forse la stessa persona che il primo giorno mi fece trovare la casa in disordine?
Cercò di riflettere.
E se ci fosse qualcuno di ben più pericoloso di Jessica in questa residenza o in questa città? Chi è il vero ragno tessitore? Quali segreti nasconde?
Non sarebbe mai riuscito, da solo, a rispondere a tutte quelle domande.
Era tempo di prendere una decisione importante.
Domani cercherò di mettermi in contatto col mio vecchio amico Luca Bosco. E' un grande studioso di occultismo ed è l'unico che può darmi informazioni utili riguardo alla Fonte Sacra e ai suoi adepti.
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