venerdì 9 gennaio 2015

La nuova ripartizione del regno di Westeros dopo la fine della guerra



Il Nord è sottomesso alla Casa Bolton, che ha tradito gli Stark e contribuito alla loro rovina.
La terra dei fiumi è sottomessa alla Casa Frey, che ha tradito sia gli Stark che i Tully, massacrandoli durante le Nozze Rosse.
L'Est è solo formalmente sotto Casa Arryn, ma il vero dominus è lord Petyr Baelish, alias Ditocorto, reggente in nome del malaticcio bambino Robert Arryn, dopo averne ucciso la madre, Lysa Tully ed essersi legato a Sansa Stark.
L'Ovest resta saldamente in mano a Casa Lannister, anche se la morte del capofamiglia ha creato una certa destabilizzazione.
Le terre del Re sono controllate dai Lannister agli ordini di Cersei, reggente in nome del figlio Tommen.
L'Altopiano è ancora sotto il controllo della ricca Casa Tyrell, che sembra lanciata verso il vertice con Margaery fidanzata a re Tommen e con Mace Tyrell che sta assediando Capo Tempesta per conquistare le terre di Stannis Baratheon, che ora si trova alla Barriera, con Jon Snow.
L'unica minaccia per i Martell proviene dalle scorrerie dei Greyjoy, arroccati nelle Isole di Ferro.
Il Sud del principato di Dorne è uscito indenne dalla guerra civile, a parte la dolorosa perdita di sir Oberyn Martell. La Casa Martell continua a dominare Dorne tramite l'anziano principe Doran.
Ma tutti gli occhi sono rivolti all'Oriente, alle prossime mosse di Daenerys Targaryen e dei suoi segreti alleati e congiunti, draghi compresi.
Fuggitivi verso est sono Varys, Tyrion Lannister e Arya Stark, tutti e tre desiderosi di rivincita e vendetta.

Il gatto quotidiano



















giovedì 8 gennaio 2015

Fantasy art


I due alberi di Valinor; le creature di Arda

Minas Morgul

Angband




Bilbo da bambino


La musica degli Ainur

Arien e Tilion


I Valar


Gli Horcrux di Voldemort



La guerra dei cinque re in Game of Thrones


La stella del vespro


Case sugli alberi














Fairy tales


"Non omnis arbusta iuvant humilesque myricae. Si canimus silvas, silvae sint consule dignae!" Virg.