Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 10 dicembre 2014
La Quarta Era. Capitolo 28. Silmarien incontra Radagast a Isengard
La principessa Silmarien e la sua Compagnia erano giunti ad Isengard ai primi di dicembre.
Quella che era stata, molto tempo prima, la fortezza di Saruman, comprendente la torre di Orthanc e uno spazio circolare intorno ad essa, riparato da antiche mura, era divenuta da tempo una delle proprietà della Corona di Gondor assegnate alla regina madre Arwen.
Dopo che gli Ent e le acque dell'Isen avevano spazzato via tutta la sozzura degli Uruk-Hai di Saruman, un potente esorcismo presieduto da Gandalf, prima che partisse per l'Ovest, e da Radagast il Bruno, aveva purificato quel luogo da ogni maleficio.
E proprio Radagast si era presentato alcuni giorni dopo che la Compagnia di Silmarien aveva deciso di trascorrere le festività del Solstizio d'Inverno ad Isengard.
La sua famosa slitta trainata dai conigli giganti di Rhosgobel era spuntata all'improvviso dai confini della foresta di Fangorn.
Silmarien ne era stata felice: aveva sempre provato una speciale simpatia per Radagast, per la sua buffa spontaneità, per il fatto che non si dava delle arie come gli altri stregoni, pur avendone i poteri, e per il suo grande amore per la natura e per la vita, anche nelle sue forme più umili e in apparenza trascurabili.
<<Radagast! Ci hai fatto una splendida sorpresa!>>
Il vecchio mago, imbarazzato, borbottò qualche parola di circostanza e poi, come ritrovando improvvisamente il filo di un discorso interrotto, disse:
<<Mia principessa, per prima cosa ti esprimo il mio conforto per la mancanza di tuo padre. Era un grand'uomo e un grande amico... e io non sono andato nemmeno al suo funerale, ma non è solo per il fatto che, francamente, sono impresentabile in certi ambienti... no, è anche perché non volevo incontrare Alatar e Pallando... nutrivo già dei sospetti nei loro confronti e non volevo che lo intuissero... ma ogni cosa a suo tempo, ne parleremo dopo... dimmi, tu come stai, come stai vivendo questo periodo... come dire... strano... insomma, la tua partenza da Minas Tirith ha fatto un certo scalpore, considerando che sei sempre stata così... così... ecco...>>
Non riuscì ad andare oltre, ma Silmarien aveva capito:
<<Sto bene, sento di aver preso la decisione giusta. Sono contenta di essere vicina a mia madre, in questo momento, e di visitare con lei tutti i luoghi che le sono stati più cari nella sua lunga vita. E poi sono circondata da amici e persone fedeli. Questo viaggio non è un atto contro mio fratello, anzi... io vorrei trovare un modo per aiutarlo a ritrovare se stesso>>
Radagast annuì:
<<Il tuo animo è generoso, come quello dei tuoi genitori. Sono certo che riuscirai nella tua impresa e sono qui per offrirti il mio aiuto. Vedi, un grande pericolo si cela dietro le trame di Alatar e Pallando. Un potere molto antico, di cui parlerò alla presenza di tutti gli altri, in un vero e proprio Consiglio, come fu quello di Elrond nei tempi eroici, alla fine della Terza Era>>
Silmarien sorrise:
<<Oh, Radagast, il tuo aiuto e la tua magia saranno di grande conforto e utilità a tutti noi, così come la gioia che deriva dalla tua compagnia>>
Radagast sorrise a sua volta:
<<Un tempo la magia bianca era molto diffusa, qui nella Terra di Mezzo. C'erano i tre anelli dei re degli Elfi, e i loro portatori, Galadriel, Elrond e Gandalf, che l'aveva ottenuto da Cirdan dei Porti Grigi, erano capaci di grandi magie. Un tempo anche l'Evenstar che tua madre porta al collo e la Verdefoglia di Legolas avevano molto potere, ma l'hanno perduto dopo la distruzione dell'Unico Anello, che li aveva in qualche modo contaminati. Persino l'Anello di Barahir, portato da tuo padre e da tuo fratello, era stato in qualche modo guastato da una maledizione. Grazie al cielo Eldarion ha avuto la saggezza di riporlo sul sarcofago di Elendil, dove è stato purificato. Ormai non rimane più nulla. Io stesso uso la magia con grande parsimonia, perché vedi, essa ha un prezzo molto caro: ogni volta che la si usa, consuma energia vitale persino in noi Istari, che siamo Maiar di rango segreto, immortali, eppure come vedi la vecchiaia ci ha colti, perché abbiamo abusato del nostro potere. Non intendo farlo oltre. Il ricorso alla magia avverrà solo come risorsa estrema>>
Silmarien annuì:
<<Abbiamo tante risorse che il Nemico, chiunque esso sia, sottovaluta, come tutti i malvagi. La mia vera magia, Radagast, è cercare di essere felice. Credo che questo impegno sia un modo per indirizzare la fortuna verso di noi. Non sto sottovalutando il Nemico, ma soltanto incoraggiando chi mi è amico. Sai, chi non mi conosce crede che la mia gioia di vivere dipenda dal fatto che non ho mai sofferto o che non sono mai "caduta", come si suol dire, ma non è così. Ho sofferto anch'io e anch'io sono caduta, ma c'è una cosa che mio padre mi diceva sempre: "Non aver paura di cadere. Ogni volo incomincia sempre con una caduta". Se non troviamo il coraggio di buttarci, inteso nel senso di aprirci al mondo esterno, non impareremo mai a volare>>
martedì 9 dicembre 2014
Parodie fantasy
Ripropongo a grande richiesta le principali cause di morte a Westeros in Game of Thrones.
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