Gildor Inglorion è un personaggio di
Arda, l'
universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese
J.R.R. Tolkien. Appare in due capitoli de
Il Signore degli Anelli. È un
ElfoNoldorin. Egli incontra
Frodo in viaggio nel
la Contea, ospitandolo nel proprio campo nella notte e mettendolo in guardia dai
Cavalieri Neri. Successivamente informa
Tom Bombadil e
Aragorn, già messo in avviso da
Gandalf, dei particolari del viaggio di Frodo. Gildor risiede a
Gran Burrone o nel
Lindon, presso i
Mithlond, e parte poi per
Aman lo stesso giorno di
Frodo,
Bilbo,
Elrond, Gandalf e
Galadriel, nel 3021 T.E.
Identità
La presentazione che Gildor fa di sé a Frodo e agli
Hobbit ha suscitato l'interesse di un vasto pubblico. Molti fans di Tolkien hanno suggerito, ma ciò non ha alcuna conferma, che Gildor possa essere il figlio di
Finrod Felagund e
Amarië (almeno in versioni abortite della storia), e che seguì il padre nell'esilio. Gildor si dichiara appartenente alla Casa di Finrod: come scrive
Christopher Tolkien in una nota nei
Racconti incompiuti, il primo nome di
Finarfin era Finrod (e tale appariva nel contesto del
Signore degli Anelli): solo successivamente, nella versione riveduta e corretta Finrod è il nome del figlio di Finarfin, fratello di Galadriel. Nella prima versione (e qua potrebbe esserci una svista di Tolkien, che spesso lavorava a memoria), sempre riferita nei
Racconti incompiuti, Finrod si chiama Inglor: tale versione potrebbe essere sottintesa nel capitolo III de
La Compagnia dell'Anello in cui Gildor dice di chiamarsi anche
Inglorion; questo nome è un patronimico (come
Thranduilion nel caso di
Legolas) e significa chiaramente "figlio di Inglor". In tal caso "
Gildor Inglorion della Casa di Finrod" andrebbe letto come
"Gildor figlio di Finrod della Casa di Finarfin". Tale versione sarebbe chiaramente poi cambiata nella mente di Tolkien: altrimenti non si spiegherebbe l'assenza di Gildor nel
Silmarillion e il perché il
Nargothrond passi a
Orodreth (fratello o nipote di Finrod) e non al figlio stesso di Felagund; e appare strano che tale figlio fosse giunto dopo il padre (o dopo la sua morte e il suo probabile ritorno da
Mandos, sempre che non sia nato dopo questo fatto) nella
Terra di Mezzo, visto che l'unico Elfo che tornò, dopo la
Prima Era, fu il rinato
Glorfindel (a meno che non sia stato inviato proprio come accompagnatore di quest'ultimo). Gildor sarebbe quindi un nobile elfo, figlio di un Inglor, ma non parente di Finarfin: "della Casa di Finrod" potrebbe significare "servitore", "consigliere" o "maestro d'armi" del Nargothrond, un ruolo come quello di
Gwindor presso Orodreth o di
Germin e
Arminas che si dichiarano a
Tuor come appartenenti alla Gente di
Angrod o
Voronwë che si presenta ai suoi compatrioti di
Gondolin come "della Casa di
Fingolfin".

« D'un tratto apparve un cavallo bianco che correva veloce, risplendente nelle ombre del crepuscolo. La sua bardatura scintillava e sfavillava come tempestata di gemme brillanti simili a stelle vive. La cappa del cavaliere sventolava dietro, ed il cappuccio gli ricadeva sulle spalle; i capelli dorati ondeggiavano al vento. A Frodo pareva che una luce bianca emanasse dalla figura e dalle vesti del cavaliere. [...] Il suo linguaggio e la voce limpida e squillante dissiparono gli ultimi dubbi: il cavaliere apparteneva alla Gente Elfica. Nessun altro nel vasto mondo aveva una voce così bella e soave all'udito. Ma nel suo richiamo sembrava vi fosse un non so che di timore o di fretta, ed essi videro che le parole che scambiava con Grampasso erano rapide ed urgenti. Questi fece loro cenno di avvicinarsi, e gli Hobbit lasciarono i cespugli e si precipitarono sulla Via. «Questi è Glorfindel, e vive nella casa di Elrond», disse Grampasso. » |
(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli.[1]) |
Biografia del personaggio
Elfo nobile d'animo e potente, ha un passato avvolto nell'ombra. Appartiene ai
Noldor o ai
Vanyar: potrebbe essere imparentato con
Ingwë o
Finwe, dato che
Gandalf lo definisce "Signore Elfico di una casata principesca".
[2]
Nella
Prima Era combatté contro un
Balrog nella difesa di
Gondolin, accompagnandolo nell'abisso e morendo con lui (gli elfi si possono reincarnare nello stesso corpo di prima, conservando i loro ricordi), e allora si può ben comprendere perché persino i malvagi
Nazgûl lo temessero.
Durante la
Terza Era ha avuto, in tempi ben più remoti rispetto alle vicende de Il Signore degli Anelli, una parte importante nelle
guerre contro il più potente schiavo dell'
Anello, il Re di
Angmar, ed è lui a profetizzare che questi non sarebbe morto per mano di un uomo.
[3]
Molti anni dopo è lui a salvare
Frodo, quando era inseguito dai Nazgûl, e a condurlo a
Gran Burrone prestandogli il suo cavallo, Asfaloth.
Il "problema" di Glorfindel
AdattamentiChristopher Tolkien dice in
The Return of the Shadow[4] che suo padre "pensò molto al caso di Glorfindel" e decise che "era un uso casuale" di un nome preso da
Il Silmarillion che avrebbe cambiato, se se ne fosse accorto prima. Infatti Tolkien aveva l'abitudine di cambiare spesso i nomi durante le varie stesure dei suoi racconti, e in alcuni casi rischiava di confondersi. Infatti nel caso di Glorfindel, delle note sul
Consiglio di Elrond dicevano "Glorfindel parla del suo antenato a
Gondolin": appare quindi evidente che a quello stadio i due Glorfindel erano, nelle sue intenzioni, due personaggi distinti. Questo si può spiegare con il fatto che Tolkien era spesso disorganizzato, perdeva i suoi appunti e doveva spesso lavorare a memoria. La modifica viene però scartata, e visto che il nome era ormai stato inserito nel racconto, Tolkien ideò una soluzione (come è documentato in
The Peoples of Middle-earth): Glorfindel fu inviato nella Terra di mezzo dai
Valar all'inizio della Seconda Era, come una sorta di predecessore degli
Istari, e, in una versione differente, insieme agli
Stregoni Blu. Ad un certo punto Tolkien pensò addirittura a Glorfindel come uno dei due Stregoni, ma rigettò l'idea in quanto gli
Eldar non erano stati concepiti come possibilità per gli Stregoni, i quali Tolkien aveva deciso potessero essere solo
Maiar. Probabilmente il problema di Glorfindel poteva essere risolto semplicemente cambiando il nome del Glorfindel di Gondolin, ma Tolkien era restio a farlo, così come sempre fu restio ad apportare cambiamenti alla Caduta.
Il personaggio è stato tagliato nella celebre trasposizione cinematografica del Signore degli Anelli di
Peter Jackson. Il suo posto, infatti, è stato preso da
Arwen che nella trasposizione ha un ruolo maggiore rispetto al romanzo. Anche nella
trasposizione cinematografica del 1978 il personaggio di Glorfindel non è presente e stavolta il suo posto viene preso da
Legolas.
Note
- ^ J.R.R. Tolkien, La compagnia dell'anello. Il Signore degli Anelli. Vol. 1. Bompiani (collana I grandi tascabili), 2004. pag. 291-292, cap. 12 (libro primo) - "Fuga al Guado". ISBN 88-452-3225-5
- ^ J.R.R. Tolkien, La compagnia dell'anello. Il Signore degli Anelli. Vol. 1. Bompiani (collana I grandi tascabili), 2004. pag. 305, cap. 1 (libro secondo) - "Molti incontri". ISBN 88-452-3225-5
- ^ a b J.R.R. Tolkien, Il ritorno del Re. Il Signore degli Anelli. Vol. 3. Bompiani (collana I grandi tascabili), 2004. pag. 383, Appendice A - "Annali dei Re e Governatori". ISBN 88-452-3227-1
- ^ Inedito in italiano, è il sesto volume dell'opera in dodici volumi The History of Middle-earth e fa parte, assieme ai volumi da 7 a 9, di una ulteriore suddivisione in quattro volumi compresi sotto il titolo di The History of The Lord of the Rings (La storia del Signore degli Anelli) e dedicati ad illustrare, capitolo per capitolo, la genesi letteraria de Il Signore degli Anelli.

Gli Elfi sono descritti come le più belle creature della Terra di Mezzo, amanti dell’arte (in particolare le canzoni, che amano cantare con le loro splendide voci). Molti Elfi sono anche più forti degli Uomini e hanno sensi più sviluppati. I Noldor specialmente, tra gli Elfi, possedevano abilità e conoscenze che agli Uomini apparivano magiche. Le loro memorie e i loro ricordi sono vividi come la loro vita.

Gli Elfi di Tolkien furono una rappresentazione di cosa gli umani sarebbero potuti diventare, non avendo commesso il peccato originale. Mentre questo faceva loro molto morali e giusti (nessun Elfo servì mai Morgoth o Sauron, i Nemici, potevano essere comunque ingannati. Per esempio, Maeglin tradì Gondolin per avere salva la vita e per amore di Idril, sua cugina), li rendeva anche meno abili degli Uomini mortali di adattarsi ad un mondo al contrario caduto e in continua mutazione.
È da notare che gli Elfi di Tolkien si discostano di molto dagli elfi dell’antica mitologia, come del resto dalla maggior parte degli elfi della fantasy moderna; i suoi Elfi erano molto umani.
Oltre ad essere uguali o più alti in statura degli Uomini, la speciale affinità con la natura è in gran parte un incidente, risultante dal fatto che il personaggio elfico più importante ne Il Signore degli Anelli, Legolas, è un elfo dei boschi e un arciere. Il viaggio a Lórien fa percepire che molti Elfi vivevano negli alberi e portavano archi, mentre apprendiamo dagli altri racconti di Tolkien che i suoi Elfi abitavano semplicemente in caverne (Nargothrond) o fortezze rocciose (Gondolin), e i Noldor erano più conosciuti per le loro terribili spade.
Oltretutto non ci sono riferimenti espliciti alle “orecchie a punta” ne Il Signore degli Anelli o ne Il Silmarillion. Noi sappiamo quello che i Quendi fecero, infatti, avevano orecchie a punta soltanto a causa di un passaggio nell’Etimologia, dove Tolkien afferma che “le orecchie degli Elfi erano più allungate e a forma di foglia di quelle degli Uomini”. Ad ogni modo, considerazioni pratiche, che includono molte occasioni dove gli Uomini sono confusi per Elfi, suggeriscono che la punta deve essere sottile, abbastanza differente dalle larghe orecchie di Elfquest e dalle lunghissime e strette orecchie degli elfi di alcuni anime.
I racconti della Prima Era sono legati principalmente agli Elfi, che abitano in vari regni sparsi per il Beleriand, e gli Uomini appaiono soltanto nelle storie più tarde. Gli Elfi sono qui nella loro gioventù, e sono abbastanza potenti da sfidare realmente Melkor. Dopo la fine della Prima Era, gli Elfi della Terra di Mezzo sono ancora abbastanza forti da tenere a bada Sauron, e creare gli Anelli di Potere che hanno il potere di rallentare il tempo. Comunque, durante Terza Era (il periodo de Il Signore degli Anelli), l’importanza degli Elfi negli affari del mondo sta diminuendo, e solo pochi di loro sono rimasti, nei rifugi di Gran Burrone, Lothlórien e Bosco Atro. Molti di loro potevano essere visti dirigersi all’Ovest, partendo dai Porti Grigi, per lasciare la Terra di Mezzo per sempre, e quelli che rimanevano sapevano che il loro destino era di “svanire e andare all’Ovest”. Quindi pochi di loro rimasero nella Terra di Mezzo dopo la fine della Terza Era, e quelli che vi rimasero erano destinati a “scomparire”