La Bella Dama Senza Pietà, John William Waterhouse, 1893/94, olio su tela, 112 x 81 cm, Darmstadt (Germania), Hessisches Landesmuseum.
Questo quadro si rifà ad una poesia di John Keats che narra la storia di un cavaliere senza nome che si ritrova a vagare per lande desolate finchè non incontra una splendida dama dai lunghi capelli, il passo leggero e lo sguardo selvaggio.
I due camminano insieme sui prati, poi lui la fa salire sul suo cavallo e lei lo conduce in una grotta dove si mette a cantare in una lingua che il cavaliere non riesce a comprendere sospirando di profondo dolore, e infine i due si addormentano.
Il cavaliere sogna re, principi e guerrieri “pallidi di morte” che gli urlano un terribile avvertimento: tutti loro sono schiavi e preda della Dama, e anche il cavaliere diverrà uno di essi. E’ infatti condannato a vagare per i prati dove ha incontrato la Dama (ormai secchi e gelati), solo, pallido e sofferente, ombra dell’uomo che era.
Questa poesia è piena di erotismo e sensualità ed è questo che Waterhouse enfatizza, a differenza di altri pittori che si sono soffermati sui dettagli più concreti dei versi di Keats. Il qaudro è una delle creazioni più poetiche di Waterhouse, e raggiunge un grado di intensità unica nella sua opera.
Nel quadro sottostante è raffigurata Ofelia, uno dei personaggi più amati e rappresentati da Waterhouse, in un ciclo di dipinti che sono diventati l'emblema della pittura preraffellita.
Ophelia, John William Waterhouse, 1894, olio su tela di canapa, 124,4 x 73,6 cm, collezione privata .
I due camminano insieme sui prati, poi lui la fa salire sul suo cavallo e lei lo conduce in una grotta dove si mette a cantare in una lingua che il cavaliere non riesce a comprendere sospirando di profondo dolore, e infine i due si addormentano.
Il cavaliere sogna re, principi e guerrieri “pallidi di morte” che gli urlano un terribile avvertimento: tutti loro sono schiavi e preda della Dama, e anche il cavaliere diverrà uno di essi. E’ infatti condannato a vagare per i prati dove ha incontrato la Dama (ormai secchi e gelati), solo, pallido e sofferente, ombra dell’uomo che era.
Questa poesia è piena di erotismo e sensualità ed è questo che Waterhouse enfatizza, a differenza di altri pittori che si sono soffermati sui dettagli più concreti dei versi di Keats. Il qaudro è una delle creazioni più poetiche di Waterhouse, e raggiunge un grado di intensità unica nella sua opera.
Nel quadro sottostante è raffigurata Ofelia, uno dei personaggi più amati e rappresentati da Waterhouse, in un ciclo di dipinti che sono diventati l'emblema della pittura preraffellita.
Ophelia, John William Waterhouse, 1894, olio su tela di canapa, 124,4 x 73,6 cm, collezione privata .
Waterhouse le dedica 3 versioni (era stata progettata anche una 4 versione, "Ophelia al cimitero", ma non è mai stata realizzata). Questa è la più famosa, dove Ophelia è ritratta poco prima della morte, seduta su un ramo di un albero sospeso su uno stagno, mentre intreccia fiori tra i capelli. Come "La dama di Shalott" e altri dipinti di Waterhouse, il soggetto è una ragazza morente in prossimità di uno specchio d'acqua. La sua espressione appare solenne mentre scruta l'acqua scura e ci mostra mostra il suo profilo, distante per una donna che ha deciso di porre fine alla sua vita.
Sotto, La dama di Shalott, John William Waterhouse, 1894, olio su tela, 142 x 86 cm, Leeds (GB), City Art Gallery .
Nella seconda versione dedicata al tema, Waterhouse dà vita alla drammatica personalità della dama di Shalott.
La donna, costretta a vivere isolata dal mondo esterno nella torre sull’isola di Shalott, è vittima di una maledizione e non può guardare direttamente verso Camelot se non attraverso uno specchio, pena la sua morte.
Condannata ad osservare la vita dall’esterno, decide di porre fine alla sua triste esistenza e guardare dalla finestra Lancillotto che sta cavalcando, l’amato che non potrà mai corrisponderla. L’influenza del dipinto di Hunt sulla stessa scena è innegabile, specialmente negli schizzi preliminari: in particolare nell’uso iniziale di uno specchio rettangolare,Waterhouse sembra essere cosciente di volersi allontanare dalla composizione di Hunt per non duplicarlo, ma alla fine conviene che lo specchio rotondo è la soluzione migliore. I colori accesi, la concentrazione di dettagli e la leggibilità dello specchio di Hunt vengono però eliminati, per dar spazio all’oscurità che permette di cogliere l’esistenza fatale della dama.
La donna, costretta a vivere isolata dal mondo esterno nella torre sull’isola di Shalott, è vittima di una maledizione e non può guardare direttamente verso Camelot se non attraverso uno specchio, pena la sua morte.
Condannata ad osservare la vita dall’esterno, decide di porre fine alla sua triste esistenza e guardare dalla finestra Lancillotto che sta cavalcando, l’amato che non potrà mai corrisponderla. L’influenza del dipinto di Hunt sulla stessa scena è innegabile, specialmente negli schizzi preliminari: in particolare nell’uso iniziale di uno specchio rettangolare,Waterhouse sembra essere cosciente di volersi allontanare dalla composizione di Hunt per non duplicarlo, ma alla fine conviene che lo specchio rotondo è la soluzione migliore. I colori accesi, la concentrazione di dettagli e la leggibilità dello specchio di Hunt vengono però eliminati, per dar spazio all’oscurità che permette di cogliere l’esistenza fatale della dama.