martedì 13 maggio 2014

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Paesaggi e scenari

























Come funziona il sistema sanitario?



Il Servizio Sanitario Nazionale (in acronimo SSN), nell'ordinamento giuridico italiano, identifica il complesso delle funzioni, delle attività e dei servizi assistenziali svolti dai servizi sanitari regionali, dagli enti e istituzioni di rilievo nazionale e dallo Stato, volte a garantire l'assistenza sanitaria ovvero la tutela o salvaguardia della salute dei cittadini, come diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della collettività, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.

Struttura

Il Servizio sanitario nazionale non è dunque un'unica amministrazione, ma un insieme di enti ed organi che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute dei cittadini. Lo compongono infatti:
  • il Ministero della Salute, che coordina il piano sanitario nazionale, ferme le competenze costituzionalmente garantite delle Regioni;
ed una serie di enti e organi a livello nazionale, quali:

Servizi sanitari regionali

Finanziamento

Il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale trova le proprie fonti in:
  • entrate proprie convenzionali e ricavi delle aziende sanitarie;
  • compartecipazione da parte delle regioni a statuto speciale;
  • IRAP, Imposta Regionale Attività Produttive;
  • IRPEF, Imposte di Reddito sulle Persone Fisiche.
Il 97,95% delle risorse stanziate viene dedicato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero, i servizi e le prestazioni standard che il Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare ad ogni cittadino, in maniera gratuita o compartecipata attraverso le risorse acquisite con il sistema fiscale.
I LEA sono ridistribuiti a loro volta destinando il:
  • 5% alla prevenzione verso la collettività ed il singolo;
  • 45% all'assistenza ospedaliera;
  • 50% ai distretti presenti sul territorio.
Tra le Regioni e le Province autonome, i LEA vengono ripartiti per quota capitaria differenziata pesata, ovvero secondo alcuni criteri che prendono in considerazione l'età, il sesso, il livello di assistenza riguardanti i cittadini residenti, i tassi di mortalità, gli indicatori territoriali epidemiologici.
Ciascuna Ulss viene finanziata dalla regione di appartenenza con il Fondo Sanitario Regionale attraverso la quota capitaria. Per livelli assistenziali superiori a quelli previsti dal Piano Sanitario Nazionale, ogni Regione deve impiegare proprie risorse con le quali si dovranno andare a coprire anche eventuali disavanzi sanitari di gestione delle aziende.
I sistemi di finanziamento si differenziano tra Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere, infatti:
  • nelle ASL
    • finanziamento a funzione, per costi di attività particolari
    • quota capitaria;
  • nelle AO
    • finanziamento a prestazione, per prestazioni ospedaliere e specialistiche;
    • finanziamento a funzione;
    • entrate proprie.
La dotazione per il 2012 del Fondo Servizio Sanitario Nazionale è stata ridotta dalla Legge 135/12 da 108.78 miliardi a 107.96 miliardi, di cui 105.06 per il finanziamento dei LEA, da ripartire tra le 20 regioni italiane. La delibera del Cipe è stata pubblicata il 26 aprile 2013 sulla Gazzetta Ufficiale.
La compartecipazione dei cittadini italiani alla spesa sanitaria nazionale (ovvero i ticket da loro pagati) è pari ad un importo di 4.4 miliardi di euro (4 nel 2011), di cui 2 miliardi per l'acquisto di farmaci, 755 milioni per i ticket corrisposti per visite ed esami fatti nelle strutture private ma convenzionate con il SSN e 1.5 miliardi per ticket per prestazioni in ambulatori e ospedali pubblici, e per accessi al Pronto Soccorso e visite specialistiche.

Programmazione sanitaria

Il Servizio sanitario nazionale è caratterizzato da un sistema di "programmazione sanitaria" che si articola:
  • nel Piano sanitario nazionale;
  • nei piani sanitari regionali.
Il "Piano sanitario nazionale" ha durata triennale (anche se può essere modificato nel corso del triennio) ed è adottato dal Governo, su proposta del Ministero della Salute sentite le commissioni parlamentari competenti, nonché le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative, tenendo conto delle proposte trasmesse dalle regioni.
Esso indica:
  • le aree prioritarie di intervento, anche ai fini di una progressiva riduzione delle diseguaglianze sociali e territoriali nei confronti della salute;
  • i livelli essenziali di assistenza sanitaria da assicurare per il triennio di validità del Piano;
  • la quota capitaria di finanziamento assicurata alle regioni per ciascun anno di validità del Piano e la sua disaggregazione per livelli di assistenza;
  • gli indirizzi finalizzati a orientare il Servizio sanitario nazionale verso il miglioramento continuo della qualità dell'assistenza, anche attraverso la realizzazione di progetti di interesse sovra regionale;
  • i progetti-obiettivo, da realizzare anche mediante l'integrazione funzionale e operativa dei servizi sanitari e dei servizi socio-assistenziali degli enti locali;
  • le finalità generali e i settori principali della ricerca biomedica e sanitaria, prevedendo altresì il relativo programma di ricerca;
  • le esigenze relative alla formazione di base e gli indirizzi relativi alla formazione continua del personale, nonché al fabbisogno e alla valorizzazione delle risorse umane;
  • le linee guida e i relativi percorsi diagnostico-terapeutici allo scopo di favorire, all'interno di ciascuna struttura sanitaria, lo sviluppo di modalità sistematiche di revisione e valutazione della pratica clinica e assistenziale e di assicurare l'applicazione dei livelli essenziali di assistenza;
  • i criteri e gli indicatori per la verifica dei livelli di assistenza assicurati in rapporto a quelli previsti.
Il "piano sanitario regionale" rappresenta il piano strategico degli interventi per gli obiettivi di salute e il funzionamento dei servizi per soddisfare le esigenze specifiche della popolazione regionale anche in riferimento agli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Le regioni, entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore del Piano sanitario nazionale, adottano o adeguano i piani sanitari regionali.

Distretto sanitario

Il Distretto Sanitario, o "distretto socio sanitario" è la struttura territoriale deputata all'erogazione delle cure primarie attraverso i medici di libera scelta e la gestione a livello locale delle domande di prestazioni specialistiche e di diagnostica, nonché delle domande di prestazioni ospedaliere in regime ambulatoriale e di ricovero. Il sistema delle cure primarie a livello territoriale comprende i servizi e le prestazioni dell'assistenza primaria e specialistica, consultoriale, domiciliare e semiresidenziale. Il Distretto svolge quindi un ruolo chiave anche per allargare o restringere l'offerta di servizi e per integrare le esigenze dei diversi soggetti che concorrono alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e delle disabilità, ai servizi sociali e socio-sanitari.
I Distretti Socio-Sanitari assicurano: - medico di famiglia e pediatra - accesso a esami e prestazioni specialistiche in ambulatori, poliambulatori e ospedali - emergenza sanitaria: guardia medica e raccordo con 118 e pronto soccorso - prevenzione: vaccinazioni, informazione e screening - tutela della salute: ambiente, alimenti, lavoro, veterinaria - assistenza farmaceutica - assistenza riabilitativa e protesica - assistenza domiciliare - acceso all'assistenza ospedaliera - acceso all'assistenza residenziale e semi-residenziale - consultori per l'infanzia, la maternità e la famiglia - informazione e assistenza amministrativa per l'utilizzo dei vari servizi sanitari e socio sanitari

La teoria dei 5 fattori della personalità

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La teoria dei Big Five di McCrae e Costa, tra la moltitudine di modelli incentrati su un approccio nomotetico allo studio della personalità, risulta uno dei più condivisi e testati, sia a livello teorico che empirico.
La teoria dei Big Five consta di cinque dimensioni, emerse in numerosi contesti linguistici e culturali quali ItaliaStati UnitiGermaniaOlandaGiapponeFilippineTaiwan, mentre altri studi evidenziano come questi non emergano in paesi come la Cina. Lo strumento di misurazione validato da Costa e McCrae è il NEO-PI, nel quale i Big Five sono chiamati: Estroversione, Gradevolezza, Coscienziosità, Nevroticismo, Apertura all'esperienza.
Nel contesto italiano sono stati sviluppati diversi strumenti per la misurazione dei Big Five: il più rilevante per diffusione è il "Big Five Questionnaire", che è stato tradotto successivamente in altre lingue e trova largo impiego nelle procedure di selezione del personale.
Questi tratti di personalità sono definiti nella versione italiana dello strumento di misura come:
  • Estroversione / Introversione
  • Socievolezza / Ostilità
  • Coscienziosità / Irresponsabilità
  • Stabilità emotiva / Instabilità emotiva
  • Apertura mentale / Chiusura mentale
Per gli autori della versione italiana , ognuna di queste cinque dimensioni è costituita di due sottodimensioni che vengono così definite:
Sottodimensioni dell'Estroversione:
  • Dinamismo
  • Dominanza
Sottodimensioni dell'Amicalità:
  • Cooperatività/Empatia
  • Cordialità/Atteggiamento amichevole
Sottodimensioni della Coscienziosità:
  • Scrupolosità
  • Perseveranza
Sottodimensioni della Stabilità Emotiva:
  • Controllo delle emozioni
  • Controllo degli impulsi
Sottodimensioni della Apertura Mentale:
  • Apertura alla cultura
  • Apertura all'esperienza

Albero genealogico della famiglia imperiale giapponese

Il dominio dell'Impero d'Austria e degli Asburgo-Lorena sull'Italia dopo il congresso di Vienna



Dopo il congresso di Vienna, grazie all'abilità del principe Metternich, la famiglia dell'imperatore d'Austria Francesco I d'Asburgo-Lorena si ritrovò a controllare, direttamente o indirettamente, anche la penisola italiana. Il regno Lombardo-Veneto venne direttamente annesso all'Impero austriaco e quindi il sovrano ne fu lo stesso Francesco I. Il Ducato di Parma fu assegnato a Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, figlia dell'imperatrore Francesco I e seconda moglie di Napoleone Bonaparte, esiliato a Sant'Elena. Il Ducato di Modena era retto dagli Asburgo-Este e il Granducato di Toscana era governato da un fratello dell'imperatore, il granduca Ferinando. Il Regno delle Due Sicilie aveva come sovrana Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta e zia dell'imperatore Francesco.

Albero genealogico dei Wittelsbach, la famiglia d'origine dell'impeatrice Sissi e del re Ludwig II di Baviera



La famiglia Wittelsbach è una famiglia reale europea e una dinastia tedesca della Baviera. Sono considerati la più antica dinastia germanica e una delle più antiche d'Europa.
I ruoli principali furono duchi, elettori e re di Baviera (1180–1918), conti palatini del Reno (1214–1803), margravi di Brandeburgo (1323–1373), conti d'OlandaHainaut e Zelanda(1345–1432), arcivescovo elettore di Colonia (1583–1761), duchi di Jülich e Berg (1614–1794/1806), re di Svezia (1441-1448 e 1654–1720) e un re di Grecia (1832–1862).
La famiglia annovera due imperatori del Sacro Romano Impero (1328/1742), un re dei Romani (1400), due anti-re di Boemia (1619/1742), un re d'Ungheria (1305) e un re di Danimarca e Norvegia (1440).
Ottone I di Wittelsbach (Kelheim1117 – Pfullendorf11 luglio 1183) fu Duca di Baviera dal 1180, il primo dei Wittelsbach a ricevere questo titolo.
Ottone era uno dei figli di Ottone IV di Wittelsbach e fratello di Corrado IArcivescovo di Magonza (vescovo dal 1161-1165 e dal 1183-1200) che ottenne anche l'Arcivescovato di Salisburgo col nome di Corrado III (1177-1183).
 Il figlio del duca Ottone, Ludovico I acquisì anche il Palatinato nel 1214.
Il castello di Wittelsbach fu distrutto nel 1209, dopo che il conte Otto di Wittelsbach, un nipote del duca Otto, ebbe assassinato il re Filippo di Svevia, e non fu mai ricostruito.
La famiglia Wittelsbach è stata la dinastia regnante nei territori tedeschi della Baviera (dal 1180 al 1918) e dell'elettorato Palatino (dal 1214 fino al 1805); nel 1815 quest'ultimo venne parzialmente ripristinato come Reno Palatino, incorporato alla Baviera, a sua volta elevata a regno da Napoleone nel 1806.
Alla morte del duca Ottone II nel 1253, i possessi dei Wittelsbach furono divisi fra i suoi due figli maschi: Enrico divenne duca della Bassa Baviera mentre Ludovico II duca dell'Alta Baviera e conte palatino del Reno. Quando il ramo di Enrico di estinse nel 1340 il ducato fu riunito sotto l'imperatore Ludovico IV, un figlio del duca Ludovico II.
La famiglia ebbe due sacri romani imperatoriLudovico IV (13141347) e Carlo VII (17421745), entrambi appartenenti al ramo bavarese della famiglia e un re di Germania conRoberto del Palatinato (14001410), un membro del ramo palatino.

Ramo bavarese

Il Castello di Trausnitz dei duchi bavaresi
Il ramo bavarese resse il Ducato di Baviera fino alla sua estinzione nel 1777. Per mezzo secolo, dal 1323 al 1373, il ramo minore della dinastia governò anche sul Brandeburgo, nel nord-est della Germania. Nel sud, mantennero il Tirolo tra il 1342 e il 1363. Tra il 1345 e il 1432 governarono anche l'Olanda, l'Hainaut e la Zelanda, nel nord-ovest dell'ex Impero germanico. Dal 1349 in poi la Baviera fu suddivisa tra i discendenti dell'imperatore Ludovico IV, che creò i rami Baviera-LandshutBaviera-StraubingBaviera-Ingolstadt e Baviera-Munich. Con la guerra di successione di Landshut la Baviera fu riunita nel 1505, contro la pretesa del ramo palatino, sotto il ramo bavarese Baviera-Munich.
Dal 1583 al 1761, il ramo bavarese della famiglia fornì principi elettori e arcivescovi di Colonia e molti altri vescovi (di Ratisbona, di Frisinga, di Liegi, di Münster, di Hildesheim, di Paderborn e di Osnabrück) e come gran maestro dell'Ordine Teutonico. Nel 1623 i duchi furono investiti della caricaelettorale.
Massimiliano II Emanuele, elettore di Baviera, servì anche come governatore dei Paesi Bassi spagnoli (16921706) e come duca di Lussemburgo(17121714). Suo figlio l'imperatore Carlo VII fu anche re di Boemia (17411743).
Con la morte del figlio di Carlo, Massimiliano III Giuseppe, elettore di Baviera, il ramo bavarese si estinse nel 1777.

Ramo palatino

Il ramo palatino resse il Palatinato fino al 1918 e successe anche in Baviera nel 1777. Con la bolla d'oro del 1356 i conti palatini furono investiti della dignità elettorale.
Dopo la morte del re Roberto di Germania nel 1410 cominciò la suddivisione delle terre del Palatinato sotto numerosi rami come NeumarktSimmernZweibrückenBirkenfeldNeuburg e Sulzbach.
Nel 1619, l'elettore palatino protestante Federico V era re di Boemia, ma fu sconfitto dal cattolico Massimiliano I appartenente al ramo bavarese. Di conseguenza, l'Alto Palatinato fu ceduto al ramo bavarese nel 1623. Quando la guerra dei trent'anni conclusasi con il trattato di Münster (chiamato anche pace di Vestfalia) nel 1648, un nuovo elettorato aggiuntivo fu creato per il conte palatino del Reno.
Uno dei rami cadetti del ramo palatino conservò anche il ducato di Jülich e Berg dal 1614 in poi. Principi del ramo palatino servirono come vescovi dell'impero (arcivescovi-elettori di Magonza e di Treviri).
Dopo l'estinzione del ramo bavarese, una disputa sulla successione e la breve guerra di successione bavarese, il ramo del Palatinato successe in Baviera nel 1777.
Con la morte dell'elettore Carlo Teodoro nel 1799 tutti i territori dei Wittelsbach in Baviera e nel Palatinato furono riuniti sotto Massimiliano I Giuseppe di Baviera un membro del ramo Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld. Al momento c'erano due rami superstiti della famiglia Wittelsbach: Zweibrücken, con a capo il duca Massimiliano Giuseppe e Birkenfeld, a capo del quale era il conte palatino Guglielmo. Massimiliano Giuseppe ereditò il titolo di Carlo Teodoro, di elettore di Baviera, mentre Guglielmo fu compensato con il titolo di duca in Baviera. La forma di duca in Baviera fu scelta perché nel 1506 era stata costituita una primogenitura nel casato di Wittelsbach con la conseguenza che vi fosse un solo di duca di Baviera nel tempo. Il 1º gennaio 1806 Massimiliano Giuseppe assunse il titolo di re.
La dichiarazione di Anif (in tedesco: Anifer Erklärung), rilasciata dal re bavarese Ludovico III il 12 novembre 1918 al castello di Anif in Austria, pose fine a 738 anni di governo della casa di Wittelsbach in Baviera.

Regno al di fuori del Sacro Romano Impero

Con il duca Ottone III che venne eletto antiré d'Ungheria, con il nome di Bela (13051308) la dinastia Wittelsbach per la prima volta salì al potere al di fuori del Sacro Romano Impero.

Ramo palatino

Cristoforo III del ramo del Palatinato fu re di DanimarcaSvezia e Norvegia (1440/14421448) ma non lasciò discendenti. Il casato di Palatinato-Zweibrücken fornì alla monarchia di Svezia di nuovo fra il 1654-1720 Carlo XCarlo XICarlo XII e Ulrika Eleonora.
La principessa Wittelsbach Sofia di Hannover (16301714) fu la madre di Giorgio I di Gran Bretagna; ella morì come erede presuntiva di Gran Bretagna un paio di settimane prima del caso di successione. La linea di successione giacobita è attualmente all'interno della casa di Wittelsbach: Francesco di Baviera, è riconosciuto dai giacobiti come Francesco II, principe ereditario di Baviera.
Il principe Wittelsbach Ottone di Baviera venne eletto re della Grecia alla sua indipendenza nel 1832 e fu costretto ad abdicare nel 1862.

Ramo bavarese

Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera, principe delle Asturie fu scelto da Inghilterra e Olanda come favorito alla successione come sovrano di Spagna e il giovane Carlo II di Spagna lo scelse come suo erede, ma a causa della sua morte improvvisa nel 1699 i Wittelsbach non ottennero il trono spagnolo.

Albero genealogico


Carlo Teodoro sposò in seconde nozze l'Infanta Maria José di Portogallo da cui ebbe altri figli

Secondo Ramo palatino

Il ramo palatino resse il Palatinato fino al 1918 e successe anche in Baviera nel 1777. Con la bolla d'oro del 1356 i conti palatini furono investiti della dignità elettorale.
Dopo la morte del re Roberto di Germania nel 1410 cominciò la suddivisione delle terre del Palatinato sotto numerosi rami come NeumarktSimmernZweibrückenBirkenfeldNeuburg e Sulzbach.
Nel 1619, l'elettore palatino protestante Federico V era re di Boemia, ma fu sconfitto dal cattolico Massimiliano I appartenente al ramo bavarese. Di conseguenza, l'Alto Palatinato fu ceduto al ramo bavarese nel 1623. Quando la guerra dei trent'anni conclusasi con il trattato di Münster (chiamato anche pace di Vestfalia) nel 1648, un nuovo elettorato aggiuntivo fu creato per il conte palatino del Reno.
Uno dei rami cadetti del ramo palatino conservò anche il ducato di Jülich e Berg dal 1614 in poi. Principi del ramo palatino servirono come vescovi dell'impero (arcivescovi-elettori di Magonza e di Treviri).
Dopo l'estinzione del ramo bavarese, una disputa sulla successione e la breve guerra di successione bavarese, il ramo del Palatinato successe in Baviera nel 1777.
Con la morte dell'elettore Carlo Teodoro nel 1799 tutti i territori dei Wittelsbach in Baviera e nel Palatinato furono riuniti sotto Massimiliano I Giuseppe di Baviera un membro del ramo Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld. Al momento c'erano due rami superstiti della famiglia Wittelsbach: Zweibrücken, con a capo il duca Massimiliano Giuseppe e Birkenfeld, a capo del quale era il conte palatino Guglielmo. Massimiliano Giuseppe ereditò il titolo di Carlo Teodoro, di elettore di Baviera, mentre Guglielmo fu compensato con il titolo di duca in Baviera. La forma di duca in Baviera fu scelta perché nel 1506 era stata costituita una primogenitura nel casato di Wittelsbach con la conseguenza che vi fosse un solo di duca di Baviera nel tempo. Il 1º gennaio 1806 Massimiliano Giuseppe assunse il titolo di re.

File:Ludwig II portrait by Gabriel Schachinger.jpg

Ludovico II, qualche volta tradotto in italiano anche come Luigi II di Baviera (Monaco di Baviera25 agosto 1845 – Lago di Starnberg13 giugno 1886), fu re di Baviera dal 1864 al1886, anno in cui fu dichiarato pazzo e deposto. È a volte indicato come Swan King in inglese e der Märchenkönig (il re delle favole) in tedesco. Altri titoli erano conte palatino del Reno, duca di Baviera, Franconia e Svevia.
È a volte indicato anche come il "pazzo re Ludwig", anche se l'esattezza di tale etichetta è stata contestata: fu deposto per motivi di malattia mentale, senza visita medica, e morì il giorno dopo in circostanze misteriose: le domande sulla diagnosi medica restano controverse. Uno dei suoi detti più citato è «Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri».
Fu noto come un eccentrico la cui eredità si intreccia con la storia dell'arte e dell'architettura; infatti egli commissionò la costruzione di numerosi stravaganti castelli fiabeschi (il più famoso è il Neuschwanstein) e fu un devoto mecenate del compositore Richard Wagner

File:Hohenschwangau - Schloss Neuschwanstein1.jpg

Fu generalmente ben voluto e ancora oggi è venerato da molti in Baviera. La sua propensione nel costruire castelli è una grandiosa eredità per la Baviera e contribuisce ad incrementarne il fatturato turistico di massa. Dopo la sua deposizione per infermità mentale gli succedette il fratello Ottone.
La dichiarazione di Anif (in tedesco: Anifer Erklärung), rilasciata dal re bavarese Ludovico III il 12 novembre 1918 al castello di Anif in Austria, pose fine a 738 anni di governo della casa di Wittelsbach in Baviera.

Dimore

Nel 1813 il Duca Guglielmo in Baviera acquistò un ex monastero dopo la sua secolarizzazione, la francone Abbazia di Banz. Suo nipote il Duca Massimiliano Giuseppe in Baviera acquistò il Castello di Possenhofen sul Lago di Starnberg che divenne la sua principale residenza e dove i suoi figli, in particolare la futura Imperatrice Elisabetta d' Austria, Regina d'Ungheria ("Sissi"), furono allevati. Nel 1838 egli acquistò il Castello di Unterwittelsbach (oggi ospita un museo di "Sissi") nei pressi del sito di Burg Wittelsbach, la sede ancestrale del Casato di Wittelsbach. Sua moglie, la Principessa Ludovica di Baviera, figlia del Re Massimiliano I Giuseppe di Baviera, eredità l'alto bavarese Abbazia di Tegernsee, acquistata nel 1817 da Re Massimiliano I Giuseppe, insieme alla vicina Kreuth.
Luitpold Emanuel in Bavaria (1890-1973), l'ultima prole del ramo minore in Baviera, vendette Possenhofen e Schloss Biederstein a Monaco al fine di finanziare il suo tardo romantico castello di Ringberg. Suo cugino il Duca Luigi Guglielmo in Baviera, anche egli senza figli, nel 1965 adottò il nipote di sua sorella Maria Gabriella, il Principe Max Emanuel di Baviera del ramo maggiore, che ereditò le proprietà a Banz, Tegernsee e Kreuth da suo zio e, dal lato di suo padre, il Castello di Wildenwart nei pressi du Frasdorf, che nel 1862 erano stati acquistati da Francesco V, Duca di Modena che le lasciò a sua nipote, la regina bavarese Maria Teresa.

    Note[modifica | modifica sorgente]