giovedì 17 aprile 2014

Ostara, la Pasqua pagana. Origine della tradizione dell'uovo pasquale e del coniglio (riproduttore)




Ostara (chiamata anche EostreEastre oppure Eostar) è uno degli otto sabbat pagani; è la festa della primavera e si celebra il giorno dell'equinozio nelle religioni pagane moderne.
La festa è di origine germanica, infatti prende il nome da quello della dea Eostre, patrona della fertilità, che in Grecia era chiamata Estia, e nell'impero romano Vesta.
La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita
I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente all'incirca al nostro aprileEostre-monath, e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera, la fertilità e la lepre e il coniglio (per la velocità con cui prolificano).
Anche parecchi elementi della tradizione antica furono inglobati dalle festività attuali, tra questi si possono citare il coniglio pasquale, simbolo di fertilità e prosperità e l'uovo, simbolo dell'embrione primordiale da cui scaturisce l'esistenza (concetto di uovo cosmico già presente in antichi miti della creazione della zona mediterranea ed in molte altre culture extra europee) (vedi Uovo di Pasqua).
Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera. L'origine del termine Pasqua è spiegata nell'immagine che segue:

Il termine Pasqua proviene dall'aramaico "Pesah" che significa "rinascita".
 La nuova festa cristiana, ancora priva di un nome, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della vecchia festa. Ancora oggi, infatti, in inglese la Pasqua è chiamata Easter, e in tedesco Ostern

Il gatto quotidiano.





Virginia D. Capitolo 30. La dinastia del Serpente Rosso




<<Non saprei dire esattamente quando ha avuto inizio>> disse Virginia <<ma so che dura da secoli. E' stata la famiglia D. a progettare tutto, nell'ambito dei misteri della Fonte Sacra. Solo gli Iniziati alla Fonte hanno un potere decisionale all'interno della famiglia D. , a cui accedono per adozione solo alcuni discendenti della stirpe del Serpente Rosso>>
Quando sentii quelle parole, provai un senso di vertigine, perché pur ritenendole al di fuori di ogni logica, sapevo, intimamente, che erano vere. 
<<Quindi anche io faccio parte del Serpente Rosso>>
Virginia annuì:
<<Sì Luca, e ne fanno parte anche i tuoi genitori e i tuoi nonni, e se andrai a ritroso nelle generazioni, ti accorgerai che le stesse famiglie, si sono incrociate più volte tra loro. Sono sempre le stesse famiglie, all'interno di un'unica dinastia, il Serpente Rosso>>


<<Perché lo chiamano così?>>
<<Non è difficile: è una lunga linea di discendenza unita dal legame di sangue. Per questo alcuni la chiamano anche "I fiumi di porpora". Il concetto è lo stesso. Si vuole arrivare alla creazione dell'uomo perfetto>>
In quel momento appresi di essere il risultato di un esperimento scientifico. Un risultato che non soddisfaceva la famiglia D. , evidentemente:
<<Immagino che solo i migliori vengano adottati dalla famiglia D. >>
<<E' così. Quando ero bambina, mi dissero che mi avevano adottata perché ero riuscita bene. All'epoca non immaginavo che ci fosse dietro tutto questo. Poi ho incominciato a diventare insofferente alle loro regole e si sono accorti che non ero poi riuscita così bene come pensavano. Non ho idea di quali siano i parametri in base ai quali decidano chi adottare. So invece che il rito di Iniziazione alla Fonte Sacra è mortale per oltre la metà di chi lo prova>>


 

<<E tu ti sei illusa che ti lasciassero andare?>>
<<Io ci ho provato. Sapevo che, come tutti i discendenti della dinastia del Serpente Rosso mi sarei innamorata automaticamente del primo altro discendente della stessa stirpe e che la famiglia di lui mi avrebbe accolta. E così è stato. Noi siamo fatti per stare l'uno con l'altra. E' il nostro destino. Ci innamoriamo sempre di persone molto a noi. Questa è la caratteristica dei discendenti del Serpente Rosso. Non pensavo che gli Iniziati alla Fonte Sacra avrebbero provato a interferire>>


<<Ti credo, Virginia. Ti credo, perché ti amo. E ti amo perché sei tu. Non c'è altro da aggiungere sul fatto che noi eravamo destinati. Avrebbero comunque continuato a fare esperimenti su di noi, anche se non ci fossimo mai incontrati. Immagino che li facciano su tutti coloro che non vengono adottati dalla famiglia D. , cioè la stragrande maggioranza. E forse per fare questi esperimenti utilizzano quelli della famiglia che non hanno voluto essere iniziati ai misteri della Fonte Sacra. Dobbiamo scoprire come riescono a manipolarci così bene anche a distanza>>
Lei appariva fiduciosa in me, ma anche rattristata:
<<Non sarà facile>>
Io le presi le mani.
<<Niente è facile. Se una cosa è troppo facile, allora c'è qualcosa che non va>>

mercoledì 16 aprile 2014

Virginia D. Capitolo 29. La Fonte Sacra.




<<Hai qualche idea su cosa intenda, la famiglia D., quando si riferisce all Fonte Sacra?>>
Virgina annuì:
<<Ho delle ipotesi. In base a quel poco che sono riuscita a sentire, la Fonte Sacra dovrebbe essere una specie di fonte di energia. La cosa che non capisco è che questa energia donerebbe, non so come, una specie di immortalità a chi la riceve, ed eterna giovinezza, oltre a potenziare tutte le capacità umane degli individui geneticamente selezionati secondo il progetto del Serpente Rosso, di cui ti parlerò dopo. Prima è meglio capire cosa possa essere la Fonte Sacra. Il resto credo che si potrà dedurre come corollario>>
Il mio petto era oppresso da un senso di angoscia insostenibile, ma cercai di farmi forza, perché sentivo che finalmente avevo trovato la pista giusta:
<<Virginia, non hai notato quello che è successo negli ultimi mesi: io ho perso tutte le mie energie e mi sto come spegnendo, mentre... non lo dico come accusa, ma come constatazione, le tue energie si sono moltiplicate, come le tue capacità di riuscire a fare migliaia di cose contemporaneamente>>
Lei appariva profondamente dispiaciuta:
<<Sì, me ne sono accorta. Ho sperato fino all'ultimo che il tuo malessere fosse solo un caso, ma ora che abbiamo escluso tutto il resto, allora credo che ci sia un'unica conclusione possibile. Immagino che anche tu abbia tratto la stessa conclusione>>





<<Sì. La Fonte Sacra è di natura umana. Hanno trovato un modo, non so con quali mezzi, è pazzesco anche solo a pensarci, per trasferire energia chimica ed elettrica dagli organi di un corpo umano vivente a quelli dei corrispondenti organi del corpo di colui, o colei, che beneficerà di questo scambio, anche involontariamente. E' quello che è successo a te: le mie energie si sono trasferite a te. In certi momenti tu stessa percepivi questo fatto, sentivi che stavamo diventando una cosa sola, un'unica persona. Guardati, sprizzi energia e felicità da tutti i pori, anche in un momento come questo!>>



<<Non posso negarlo. A volte le parole mi uscivano dalla bocca senza essere mai passate per il cervello. Oppure mi ritrovavo a fare gesti che non volevo fare. Come se qualcuno mi stesse manovrando da lontano. Ho cercato di essere più attenta, ultimamente, ma non riesco a controllare i miei pensieri, e ancor meno le mie parole. Sono stata una sciocca a pensare di potermela cavare così facilmente... non dovevo coinvolgerti in questa storia... è che, non ne ho potuto fare a meno, è stato più forte di me. Ti ho messo in pericolo, ma intendo difenderti a costo della mia stessa vita, perché ti amo davvero...>>
Sentii che aveva parlato sinceramente, e che il sentimento che provava era autentico.
Questo mi fece subito stare meglio, come se parte dell'energia mi stesse tornando indietro.
La abbracciai, e stetti ancora meglio.
Lei invece appariva leggermente più stanca, cercava di sorridere, ma non ci riusciva.





Rimanemmo abbracciati a lungo. 
Sentivo scorrere le energie di Virginia da lei a me, e vedevo che lei stessa ne era consapevole.
<<Cosa ci sta succedendo?>>
Lei tremava:
<<Non lo so. So solo che loro ci stanno manovrando da lontano. Siamo cavie di un esperimento. E nel progetto della Fonte Sacra, tutti le "cavie" devono avere un requisito essenziale: fare parte del progetto di selezione eugenetica, il Serpente Rosso. E' tempo di parlare anche di questo>>





Starring

Emmy Rossum - Virginia D.

L'espressione "La fonte sacra" è ispirata al titolo di un romanzo di Henry James.

Virginia D. Capitolo 28. I mille volti di Virginia D.



<<Virginia, dobbiamo parlare>> le dissi, dopo essere uscito dalla visita del medico.
<<Uhm... tempesta in arrivo!>>
<<Sì. E' così. Non esistono cause esogene alla mia depressione, è uno squilibrio chimico spontaneo, qualcosa di molto raro. Qualcosa che la scienza non è in grado di spiegare. Qualcosa, dico io, che potrebbe sembrare una magia. Nera, per la precisione>>
Virginia ispirò forte e poi deglutì:
<<Stai pensando a qualcosa legato alla setta della famiglia D. ?>>
<<Esatto. Pensavo proprio a questo. Ora siamo a un bivio: o tu mi dici tutto e cerchiamo di risolvere questo problema, oppure io sarò costretto a prendere farmaci che non vorrei prendere>>
Virginia sospirò:
<<Va bene. Ti dico tutto, ma non so se sarà sufficiente per farti stare meglio>>
<<Tu incomincia, poi vedremo. Parlami di te, parlami dei mille volti di te che non conosco>>



<<La famiglia D. non è la mia famiglia biologica. Sono stata adottata da loro poco dopo la mia nascita. Non so chi siano i miei genitori naturali, non m'interessa, visto che mi hanno abbandonata. Purtroppo nemmeno la famiglia D. si è rivelata migliore. All'inizio sembrava tutto normale, poi, poco per volta, ho capito che c'erano delle stranezze. Anche i miei parenti erano stati adottati. E' una famiglia di persone che si sposano, ma non generano figli: li adottano sempre. Ogni coppia di ogni generazione non fa figli, li adotta>>
Ero talmente sconcertato che mi limitai a fissarla.
Sentivo una morsa opprimente allo stomaco:
<<Questa è una follia. Perché si comportano in questo modo? E chi gli permette di portare avanti questa idea morbosa?>>
<<Sono sterili. Non so come mai, questo è un segreto che riguarda gli Iniziati. Il rito di iniziazione li rende sterili. Possono avere tutti i rapporti sessuali che vogliono, ma non possono generare una nuova vita. Non mi hanno mai spiegato il motivo. E' anche per questo che me ne sono andata. Ma loro sono potenti, hanno amici influenti ovunque, per questo riescono sempre a trovare figli adottivi. Ma non fanno loro del male, li lasciano scegliere. Vedi, io sono qui ora, e sono felice con te>>



<<Tu sei felice, ma temo che loro se la stiano prendendo con me. Non so come, ma se è vero che sono tanto potenti, allora non trovo altra spiegazione, Virginia, sono stati loro, la famiglia D. e a questo punto, se è vero che mi ami come io credo, mi devi aiutare. Prima di tutto devi parlarmi dell'origine del cognome di quella famiglia. Tutto quello che sai>>
Lei annuì:
<<Ti dirò tutto. Ma tu devi promettermi che non mi lascerai! Promettimelo, Luca!>>



<<Ma certo, Virginia, lo sai bene che ti amo troppo per poter pensare a una vita senza di te! Io non ti lascerò mai! Ma se tu vuoi che io non mi ammali, devi aiutarmi>>
Lei sorrise:
<<Anche io ti amo troppo per poter vivere senza di te. Lo dico in maniera letterale, Luca: io senza di te non potrei sopravvivere. La tua vita è la mia vita>>





<<Parlami di loro. Raccontami tutto. Cos'è veramente la famiglia D.? Da dove ha origine quel cognome?>>
<<E' un cognome rumeno. Finisce in "u", come molti cognomi, da quelle parti>>
Sospirai:
<<Lo avevo intuito. L'alternativa era che fosse sardo, ma le altre parole di quel cognome, chissà perché, mi hanno subito fatto pensare alla Romania>>
Lei cercò di sorridere:
<<E' quel che pensano tutti. Ma non è quello il loro segreto. Non hanno mai commesso atti di violenza contro nessuno, né uomini, né animali. Il loro potere deriva da qualcos'altro. Lo chiamano: "La Fonte Sacra". Solo gli iniziati sanno di cosa si tratti. Ma il prezzo dell'iniziazione è la sterilità, per questo io me ne sono andata. Mi avevano fatto giurare di mantenere il silenzio, ma se il prezzo del mio silenzio è la tua sofferenza, allora ti racconterò tutto che so>>



<<C'è una cosa che vorrei chiederti, prima di tutto. Un giorno mi hai detto che tu sei l'altra parte di me. Che noi siamo anime gemelle in tutto. Che siamo una cosa sola. Certo, è la metafora dell'innamoramento perfetto. Ma pareva che volessi dire qualcosa di più. Qualcosa che forse riguarda il fatto inspiegabile di come tu sei quasi identica a com'erano mia madre e mia nonna da giovani. Cosa significa tutto questo?>>



<<Significa che il potere della famiglia D. arriva dappertutto. La scelta di chi adottare non è mai casuale. Decidono loro in base ad un programma che si potrebbe definire come una specie di esperimento di eugenetica naturale. Non so come ci riescano, ma favoriscono in tutti i modi l'incontro tra persone geneticamente simili. Lo fanno da molto tempo, da secoli, forse millenni. Loro sanno molte cose. Conoscono esattamente le implicazioni psicologiche dell'incontro tra persone geneticamente simili di sesso opposto. Il più delle volte queste persone si innamorano e hanno figli. Alcuni di questi figli vengono adottati dalla famiglia D. , altri invece restano con le loro famiglie, senza sapere nulla. E forse sarebbe meglio che non sapessero mai nulla di tutto questo. Noi siamo geneticamente simili, ma non siamo parenti. Però sicuramente anche la tua famiglia rientra nel loro progetto di selezione genetica. Loro lo chiamano: il Serpente Rosso>>


Virginia D. Capitolo 27. All'ombra della fanciulla in fiore.


Col passare del tempo, incominciò a verificarsi, tra me e Virginia, una specie di trasferimento di energie vitali. Lei fioriva ogni giorno di più, mentre io, al contrario, avevo incominciato, anche se solo lievemente ed in maniera non chiaramente definibile, ad appassire.




Il primo banco di prova furono gli esami, lei ebbe tutti 30 e lode, io ebbi voti buoni, a volte anche ottimi, ma meno brillanti. 
Questa comunque era la cosa tutto sommato meno importante.
La mia energia diminuiva, mi sentivo stanco, pigro, svogliato, e non riuscivo a capire perché. 
Mi feci visitare dal mio medico di base che non riscontrò alcun problema fisico evidente e mi consigliò di fare dei controlli da degli specialisti per sicurezza.
Nemmeno gli specialisti riscontrarono problemi fisici, dicevano che sicuramente questa mia stanchezza era dovuta allo stress, ma io non avevo ragioni di stressato.
Avevo sempre meno voglia di fare esercizio fisico e spesso mi succedeva di appisolarmi  mentre cercavo di studiare.
Al contrario di me, Virginia era piena di energie, riusciva a fare mille cose ogni giorno. Era sempre dinamica ed in forma smagliate. La sua bellezza cresceva sempre di più.



Io mi sentivo come un'ombra, la sua ombra.
Lei era sempre gentile con me, ma il suo atteggiamento nei mie confronti sembrava a volte più quello di una madre verso il figlio.
Il mio stesso desiderio sessuale era lievemente diminuito, mentre quello di Virginia era sempre più spiccato e voleva che io la appagassi anche più volte al giorno, una corsa piacevole, certo, ma ogni volta, dopo aver fatto l'amore con lei, il mio quadro clinico peggiorava e nessuno sapeva darmi una diagnosi. Era un mistero.
Insomma, non mi mancava niente, i miei amici mi invidiavano, eppure una specie di malinconia incominciò a insinuarsi nella mia mente.
Virginia faceva tutto il possibile per aiutarmi, voleva che la accompagnassi dappertutto, nella speranza che, distraendomi e rilassandomi, il mio malessere passasse.





E invece no, non passava, anzi, con l'arrivare della primavera, la mia apatia e la mia malinconia crebbero a tal punto che il mio medico ipotizzò che potesse trattarsi di una forma di depressione minore, niente di grave, probabilmente uno scompenso chimico dovuto al cambio di stagione, che se ne sarebbe andato via da sé.
Più la primavera avanzava e più io sprofondavo, e pareva che le energie che mi abbandonavano si stessero trasferendo a Virginia, la cui salute e la cui bellezza aumentavano di giorno in giorno e fiorivano letteralmente, anche nei suoi vestiti.







Non sapevo cosa fare, riuscivo a malapena ad andare alle lezioni e a studiare. Quando poi passarono anche le vacanze pasquali, la mia stanchezza, la mia svogliatezza e la mia malinconia si trasformarono in una vera e propria depressione. A quel punto mi fu ordinata una visita psichiatrica.
Virginia era sinceramente preoccupata per me e mi accudiva come la più amorevole e splendida delle infermiere, dicendomi che lei mi avrebbe amato sempre, che sarebbe stata sempre con me, in qualsiasi caso. Insistette su questo punto, ricordandomi che nessuno, in alcun modo, avrebbe mai potuto separarci.



Starring

Emmi Rossum - Virginia D.

P.s. Il titolo del capitolo allude volutamente al secondo volume della "Recherche" di Proust, "All'ombra delle fanciulle in fiore".

martedì 15 aprile 2014

Noah (film): un'occasione sprecata.



Gli elementi per fare un buon film c'erano tutti, ma il modo in cui sono stati utilizzati non è solo deludente, ma a tratti diventa ridicolo. 
Il regista David Aronofsky ha tentato, non riuscendoci, di copiare il lavoro di Peter Jackson e fare un film che fosse a metà strada tra la Bibbia e Il signore degli anelli. Tolkien, che era cattolico, se ne era ben guardato dal mescolare il fantasy con la storia sacra, non tanto per motivi religiosi, quanto perché sono due generi troppo diversi. Non si possono mettere Hobbit o Ent nella Bibbia, e questo non per motivi religiosi, ma proprio perché sarebbe ridicolo.
Dal primo fotogramma si capisce subito che si sta cercando di copiare, senza riuscirci, lo ribadisco, il lavoro geniale di Peter Jackson sul romanzo di J.R.R. Tolkien.
Il tracollo poi c'è nel momento in cui i misteriosi Vigilanti, di cui la Bibbia fa solo un cenno, sono presentati come una caricatura degli Ent e dei giganti di pietra de La storia infinita.
Segue un primo tempo lento, in cui si spera ancora che il film riesca a decollare.
Nel momento in cui arriva finalmente il diluvio, c'è un miglioramento della qualità che potrebbe persino salvare le sorti dell'intero film, che tocca, nel momento in cui Noè (Russel Crowe) racconta la storia della Creazione, riportando le esatte parole bibliche, e le immagini mostrano l'evoluzione dell'universo, della galassia, del sistema solare, della Terra e della vita sulla Terra, cercando di conciliare la visione religiosa con quella scientifica.



Non era di per sé malvagia l'idea di utilizzare un conflitto all'interno della famiglia,  per giustificare la non altrimenti esplicabile vicenda che vede, nella Bibbia, un Noè vecchio, ubriaco e nudo, cacciare e maledire il figlio Cam per la sola colpa di averlo visto in quelle condizioni.
Il problema è che questa idea è stata realizzata male, non per colpa degli attori, i quali fanno la loro parte fin troppo bene, ma per la confusione mentale del regista, che trasforma Noè in un misto tra il folle padre assassino di Shining e una specie di Bud Spencer imbufalito.
E' un peccato perché, proprio nei momenti dove ci sarebbe stato bisogno di sobrietà, il regista rovina tutto cercando di strafare, col risultato di far sorridere, per non dire ridere sul serio, in punti che potevano essere invece epici, tragici o commoventi. 
Si finisce involontariamente nella parodia, con errori macroscopici, come per esempio il fatto di non valorizzare adeguatamente le potenzialità del cast.
Il grande Anthony Hopkins, che nel film è un improbabile Matusalemme, nonno di Noè, sarebbe potuto riuscire a dare un senso a quel personaggio, se il regista lo avesse lasciato lavorare, invece di costringerlo a fare la parte di un vecchio rimbambito, a metà strada tra una parodia del mago Merlino e un inevitabile riferimento a Yoda di Guerre Stellari (che ha 900 anni come Matusalemme). Ci mancava solo che si mettesse a parlare del lato oscuro della forza e avrebbe superato in comicità Balle Spaziali di Mel Brooks.



Un altro esempio è aver costretto il giovane attore che interpreta il personaggio di Cam in una specie di paresi facciale (che ricorda involontariamente l'esordio di Christian Slater ne "Il nome della rosa", ma sempre con esito parodistico) e in un comportamento banalizzato.
L'idea giusta della ribellione di Cam contro il padre per non aver salvato la ragazza che lui amava, viene ridicolizzata facendo poi comportare il personaggio come, mi si passi il termine, un comune "morto di figa".
Per restare in tema, la debordante passionalità di Emma Watson poteva funzionare se la sceneggiatura fosse stata scritta meglio, con dialoghi meno scontati e scelte che evitassero i luoghi comuni da soap opera.
Il massimo del ridicolo viene toccato nella scena dove Emma Watson fa una specie di test di gravidanza che somiglia in modo imbarazzante a quelli di una Brooke Logan Forrester di Beautiful.
Peccato, perché la trama nel finale era buona. Il concetto che si voleva esprimere era valido: Dio lascia a Noè la scelta se far sopravvivere o meno la sua discendenza, anticipando e migliorando l'episodio, biblicamente successivo, del sacrificio di Isacco. La scelta di lasciar sopravvivere i bambini avviene perché in loro la malvagità umana è ancora arginabile.
C'era quasi la possibilità di arrivare sfiorare lo spirito con cui Dostoievskij fa dire a Ivan Karamazov che tutto l'universo non vale la sofferenza di un bambino.
E invece veniva in mente Shining e Jack Nicholson con l'accetta, in preda alla pazzia, che cerca di fare a pezzi la moglie e il figlio.
Sarebbe bastato poco per evitare questi svarioni.
Persino io sarei riuscito a scrivere meglio la sceneggiatura.
Qualcuno dica al buon Aronovfsky che la prossima volta, prima di passare alla realizzazione, passi da me: gliela correggo anche gratis la sceneggiatura. 
Non sarebbe necessaria molta fatica.




Virginia D. Capitolo 26. Cose preziose.



Dopo alcune settimane di convivenza, incominciai ad avere più chiaro qual era il sistema di valori di Virginia, il suo indice delle priorità.
Come ho già detto, aveva interrotto i rapporti con la famiglia D. , in cui era cresciuta. Non diceva mai "la mia famiglia", ma sempre "la famiglia in cui sono cresciuta", come se l'avessero adottata, anche se lei escludeva questa ipotesi.
La famiglia D. l'aveva tenuta sotto stretta osservazione fino a che lei non era diventata maggiorenne. Da quel momento aveva incominciato a godere di una semi-libertà, ma non avendo denaro, e dovendo fare una vita da pendolare per frequentare l'università, era rimasta sotto la cappa oppressiva dei D. fino a quando non era venuta a vivere da me.

emmy rossum flores

Si era portata dietro alcune valigie piene di vestiti, di scarpe, di borse e altri accessori che aveva comprato con il denaro che aveva guadagnato in alcuni lavori estivi, dopo l'esame di maturità.
Non conosceva nessun altro tranne me, nella città dei mille portici. Dipendeva da me e dalla mia famiglia in tutto.
Era riuscita a conquistare la fiducia dei miei genitori, il che era molto strano, perché i miei erano, all'epoca, persone molto apprensive, e non avrebbero mai immaginato una convivenza tra me e una compagna di università che avevo conosciuto da poco più di un mese.
Quando li incontrò la prima volta, nella mia città natale, io all'inizio ero molto timoroso e invece lei fu perfetta.
Si rivolse a loro con una dolcezza e un affetto così spontanei che pareva quasi che vedesse nei miei una sorta di famiglia adottiva. Sembrava che li conoscesse da sempre. Suscitò subito in loro altrettanta cordialità e affetto, cosa che mi fece contento, ma che molto meravigliato.
E così, la mia famiglia, era divenuta, la seconda "cosa preziosa" nel suo indice, dopo di me.
La terza priorità era certamente quella che io chiamerei una sorta di religione della bellezza.

emmy rossum tory burch

Questa forma di estetismo era nata attraverso la sua venerazione per la civiltà classica greco-romana ed il concetto tipicamente classico di "bontà della bellezza".
Non era una passione superficiale o frivola.
Virginia amava l'arte, la letteratura e il cinema. Leggeva molto.
Ma la sua esigenza di completezza non la confinava nella torre d'avorio autoreferenziale degli intellettuali puri.
Era consapevole di avere avuto il privilegio di essere nata con un corpo molto bello, ma era altrettanto consapevole che la bellezza si poteva mantenere e valorizzare solo al prezzo di notevoli sacrifici.
Per questo seguiva una dieta molto spartana, camminava molto e a passo spedito, e a casa faceva esercizi ginnici e mi insegnava le mosse delle arti marziali.


emmy rossum temperley

Aveva una notevolissima abilità nel make-up e nella manicure e pedicure. Inoltre era molto abile anche nel curare i suoi lunghi e splendidi capelli, senza bisogno di dover ricorrere troppo spesso al parrucchiere. E riguardo al vestiario e agli accessori era capace di trovare ottime cose a prezzo stracciato. Era un genio dello shopping. 
Quando uscivamo insieme la sera, lei era assolutamente perfetta e irresistibile.
Gli uomini la guardavano ma lei non li guardava nemmeno ed io ero rassicurato anche dal fatto che lei, conoscendo le tecniche di autodifesa, sapeva badare a se stessa, se qualcuno si fosse mostrato molesto.
Eravamo una bella coppia, ma a volte qualcuno si azzardava a chiedere se fossimo fratello e sorella, perché ci assomigliavamo. Era una cosa che mi turbava ogni giorno di più.
Lei invece la prendeva sul ridere.

emmy rossum dior

emmy rossum maquillaje

In genere uscivamo il venerdì sera e il sabato sera, prima per un aperitivo, poi a cena, poi al cinema e infine tornavamo a casa molto eccitati e desiderosi l'uno dell'altra, anche se la magia perfetta della nostra prima volta non riuscì mai ad essere superata ed era destinata a rimanere un vertice assoluto e irripetibile.

emmy rossum largo


emmy rossum andrew gn

In tutti gli altri giorni, invece, dedicavamo le nostre energie al dovere.
Le lezioni, lo studio, i lavori domestici, le commissioni quotidiane. 
Devo dire che lei aveva una capacità organizzativa e amministrativa straordinaria.
Aveva preso le redini della situazione e vista l'efficienza e l'efficacia con cui sapeva gestire il tutto, io finii per delegarle ogni potere decisionale.
Lo stesso errore che aveva commesso mio padre e che lo aveva sostanzialmente esautorato di ogni effettiva autorità nell'amministrazione di tutta la vita familiare.
Persino i miei genitori avevano incominciato a chiederle consigli. Era incredibile. Due mesi prima non la conoscevamo nemmeno, e in così poco tempo era divenuta l'astro nascente, il nuovo sole della mia famiglia, la cui luce oscurava quella di tutti gli altri, a partire da me.
Non era una cosa normale, ma apparentemente sembrava una fortuna.
Erano tutti così affascinati e conquistati da lei che nessuno osava dire che non era affatto prudente affidare tanta autorità ad una persona del cui passato non si conosceva quasi nulla.




Starring

Emmy Rossum - Virginia D.

P.s. Il titolo del capitolo è una citazione dello splendido romanzo "Cose preziose" di Stephen King

Il gatto quotidiano.

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