mercoledì 9 aprile 2014

I partiti presenti nel Parlamento Europeo


GruppoIdeologiaPartiti europei
PPELiberalismo conservatore e Cristianesimo democraticoPartito Popolare Europeo
S&DSocialdemocraziaSocialismo democratico e Cristianesimo socialePartito Socialista Europeo
ALDELiberalismoAlleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa e Partito Democratico Europeo
V–ALEAmbientalismo e RegionalismoPartito Verde Europeo e Alleanza Libera Europea
ECRConservatorismo liberaleEuroscetticismo moderatoLiberismoAtlantismoAlleanza dei Conservatori e Riformisti Europei e Movimento Politico Cristiano d'Europa
GUE–NGLComunismoSocialismo democratico e Sinistra ecologistaPartito della Sinistra Europea e Alleanza della Sinistra Verde Nordica
ELDEuroscetticismoMovimento per un'Europa della Libertà e della Democrazia
NIIndipendentinessuno
L'articolo 14 del Trattato di Lisbona stabilisce che "Il Parlamento europeo è composto da rappresentanti dei cittadini dell'Unione. Essi non devono superare la quota di settecentocinquanta, più il Presidente. La rappresentanza dei cittadini deve essere regressivamente proporzionale, con una soglia minima di sei membri per ogni Stato membro. A nessuno stato membro dovranno essere assegnati più di novantasei seggi."

Le elezioni europee del 2014 si terranno in tutti i 28 stati membri dell'Unione europea tra il 22 e il 25 maggio, come deciso unanimemente dal Consiglio europeo. Saranno le ottave elezioni per il Parlamento europeo che si tengono dal1979 e le prime a cui partecipa la Croazia insieme agli altri stati membri.

Le coccole stressano i gatti.




Secondo uno studio della Lincoln University (Brasile) e dell’Università di Medicina Veterinaria Austriaca le coccole stressano i gatti. Le effusioni affettive e le continue carezze non sarebbero quindi gradite dai felini domestici.

Gli studiosi hanno infatti riscontrato un elevato livello di ormoni dello stress nei gatti che vengono accarezzati e coccolati continuamente. Probabilmente, come in tutte le cose, il troppo stroppia e soltanto il giusto equilibrio tra coccole e discrezione può rendere felice il proprio gatto.

Virginia D. Capitolo 9. Se una cosa è troppo bella per essere vera...


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Se una cosa è troppo bella per essere vera, allora, molto probabilmente, non è vera.
Questo era il pensiero che mi ossessionò tutto il pomeriggio, dopo che mi ero reso conto che la splendida Virginia aveva accettato con incredibile tranquillità il mio interesse nei suoi confronti.
Io ero abituato a un trattamento ben più freddo da parte delle ragazze che cercavo di corteggiare, ed ero ben consapevole dei miei limiti, per cui la disponibilità con cui Virginia aveva accettato il mio accerchiamento mi aveva spiazzato.
Il bacetto finale sulla guancia poi era stato la classica ciliegina sulla torta. Credo che avrebbe potuto trasformarmi in un principe azzurro seduta stante.
Mi convinsi del fatto che molto probabilmente mi vedeva solo come un potenziale amico, cosa che poteva rivelarsi pericolosa, nel senso che se un uomo si innamora di una donna che però lo considera solo un amico, l'uomo in questione finisce per sentirsi una specie di zerbino, anche considerando la rozzezza dell'eventuale fidanzato di lei.
Conoscevo fin troppo bene "la regola dell'amico" e gli effetti negativi che aveva su di me: se una donna che ti piace non ti vede come uomo e ti tratta come se tu, uomo, fossi una delle sue amiche, allora c'è il rischio che tu ti senta un eunuco, a prescindere dai livelli di autostima.
Percepivo il rischio di finire nella temutissima "friendzone", per usare un anglismo molto di moda in quel periodo, e questo mi preoccupava, anche se da un lato mi pareva già un privilegio il fatto di essere l'unico che lei aveva giudicato degno di una eventuale amicizia. Agli altri non aveva nemmeno rivolto la parola.



Le paure e i dubbi però si dissolvevano all'idea di poter essere ogni giorno l'ospite d'onore della sua personale sfilata.
In fondo ero il suo primo amico di università ed è risaputo il fatto che, in un contesto universitario, gli studenti frequentanti finiscono per passare molto più tempo con i loro compagni di studi che con i loro partner.
Poteva succedere, e spesso succedeva realmente, che sui banchi di università nascessero storie d'amore destinate a soppiantare quelle sorte ai tempi del liceo.
Io avevo alle spalle una storia importante, con una ragazza mia coetanea, che avevo amato moltissimo, ma che alla fine aveva preferito un altro e probabilmente aveva avuto le sue buone ragioni. Non serbavo alcun rancore per la sua scelta, ma avevo sofferto moltissimo.
Non volevo soffrire di nuovo. In fondo, uno dei motivi che mi aveva spinto a scegliere una facoltà che nessuno del mio gruppo di amici e conoscenti aveva scelto era stato proprio il desiderio di ricominciare da zero.
Quei pensieri, comunque, non mi portavano da nessuna parte. 
Sapevo benissimo che alla fine la razionalità non può mettere a tacere i sentimenti.
Non avevo ancora ben chiaro ciò che provavo per Virginia, ma la probabilità che mi stessi innamorando di lei in maniera seria era alta.
Mi conoscevo abbastanza per dire che in me ciò che trasformava l'infatuazione per una donna, spesso dovuta principalmente al suo aspetto, in un vero e proprio innamoramento era la personalità di lei e fino a quel momento la personalità di Virginia D. mi aveva conquistato.


Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

I Valar



Valar (singolare Vala) sono personaggi di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien. Compaiono nel Silmarillion e sono le cosiddette Potenze del Mondo[1] che vivono in Aman  – nel Reame Beato di Valinor – la più occidentale tra le terre di Arda, e possono essere equiparati agli "dei", ciascuno abbinato ad un diverso elemento. I Valar sono quegli Ainur (entità create dal pensiero di Eru Ilúvatar) che hanno deciso di proseguire la loro esistenza all'interno di , da loro stessi ideato.

A differenza degli dei greci, i Valar sono sì esseri maestosi e potenti, ma sottoposti al Dio Supremo, Eru, che nella concezione tolkeniana doveva essere l'equivalente mitologico del Dio cristiano, saggio, lungimirante, misericordioso e onnipotente. I Valar, proprio per essere una sorta di creature angeliche al servizio del Bene, sono del tutto diverse dalle corrispondenti versioni greco-romane: così Tulkas, Dio della Guerra, è sì un guerriero valoroso e intrepido, ma affatto diverso per intemperanze e crudeltà dal Dio AresManwë, ovvero lo Zeus tolkeniano, è al pari del suo corrispettivo greco il sovrano degli Dei, ma diversamente da questo non si diverte a fornicare con belle fanciulle mortali. I Valar sono meri esecutori della volontà dell'Unico Dio e non sono dotati di libero arbitrio come gli umani. È altresì e solo da questo punto di vista che è possibile paragonarli agli dei greci: i Valar agiscono per necessità, la loro facoltà di scelta è limitata agli errori di calcolo che eventualmente possono commettere, non essendo onniscienti come Eru Ilùvatar. Come anche Zeus, d'altronde, che esegue solo il volere del fatum latino o týche greca. E solo in quest'ottica si può ravvisare la scelta di Morgoth di non mettersi più al servizio del Dio ma di perseguire scopi di conquista assoluta del potere con i mezzi del terrore, dello sfruttamento e del traviamento del più debole. L'aver erroneamente creduto di potersi impossessare della Fiamma Imperitura, lo strumento mitologico della Creazione, ha spinto Morgoth ad abbandonare Dio, senza comprendere che la sua azione era già stata prevista da Eru e faceva parte di un più grande Disegno Universale.




Elenco dei Valar[modifica | modifica sorgente]

Fra tutti i Valar, nove sono considerati supremi in potere e in considerazione. Melkor viene però generalmente tolto dal novero, facendo sì che ne rimangano otto, gli Aratar, i Supremi di Arda, in ordine: Manwë e Varda, Ulmo, Yavanna e Aulë, Mandos, Nienna e Oromë. Questi sono considerati superiori rispetto a qualunque altro Valar, Maiar e a tutte le altre specie inviate da Ilúvatar in Eä.
  • Manwë detto Súlimo, Re dei Valar, Supremo Sovrano di Arda, Signore dell'Aria;
  • Ulmo, Re del Mare, Signore delle Acque;
  • Aulë detto Mahal ovvero il Fabbro, Signore della Terra;
  • Oromë detto Aldaron, il Grande Cavaliere, Signore delle Foreste;
  • Námo detto Mandos, il Giudice, Signore della Morte e del Destino; fratello maggiore di Lòrien, risiede nelle Aule di Mandos
  • Irmo detto LórienSignore del Desiderio; fratello minore di Námo (o Mandos), e insieme sono indicati come Fëanturi ("I Signori degli Spiriti"). Di solito viene chiamato Lórien, dal luogo dove dimora, ed i suoi giardini che in Lórien sono situati, sono i più belli di tutta Arda. È il Signore delle Visioni e dei Sogni e il suo nome significa "Desiderante" o "Signore del Desiderio".
  • Tulkas detto Astaldo, il Valoroso, il Campione di Valinor, Signore della Guerra
  • Melkor detto Morgoth, Oscuro Signore, Fiamma di Udun, Creatore del Male, Signore del Fuoco

Le Regine dei Valar (Valier)[modifica | modifica sorgente]

  • Varda detta Elentári, Signora delle Stelle; sposa di Manwe Sùlimo
  • Yavanna detta Kementári, Palúrien, Dispensatrice di Frutti, Regina della Terra; sposa di Aulë
  • NiennaSignora della Tristezza; è stato il suo pianto ad ispirare negli altri Dei misericordia verso i mortali
  • Estë la Guaritrice, Signora della Pace. Il suo nome significa riposo. Suo sposo è Irmo, e vive con lui nei giardini di Lórien in Valinor. Durante il giorno non cammina, ma riposa nell'isola del lago Lórellin. Dalle fontane di Irmo ed Estë chiunque abiti in Valinor può rinfrescarsi;
  • Vairë la Tessitrice, Signora della Storia; sposa di Mandos, tesse continuamente delle tele che raffigurano tutta la storia del mondo;
  • Vána la Sempregiovane, Signora della Primavera; sorella di Yavanna e sposa di Oromë. Al suo passaggio i fiori si aprono e gli uccelli cantano allegramente.
  • Nessa la Danzatrice, Signora della Femminilità; è nota per la sua velocità e la sua agilità, per la sua capacità di comunicare con i cervi che la seguono tra la natura e per il suo amore per la danza nelle terre sempreverdi di Valinor; sposa di Tulkas. È anche nota per la sua bellezza pura e per l'amore che suscita il suo sguardo.

Albero genealogico dei Valar[modifica | modifica sorgente]

In azzurro sono indicati i Valar, in rosa le Valier; il tratteggio indica che Eru ha concepito i due Ainur come marito e moglie.
Eru Ilúvatar
Manwë Súlimo
Ulmo
Aulë Mahal
Oromë Aldaron
Tulkas Astaldo
Námo Mandos
Irmo Lórien
Varda Elentári
Yavanna Kementári
Vána
Nessa
Vairë
Nienna
Estë

Virginia D. Capitolo 8. Questione di stile.



Il giorno successivo la vidi scendere dal solito autobus con lo stesso piglio regale con cui sarebbe potuta scendere da una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi.
Indossava un vestito bianco e nero, decorato con motivi floreali, molto aderente, ma elegantissimo, perché riusciva a mantenere un perfetto equilibrio tra elaboratezza e sobrietà. Nel busto, il vestito era bianco e le decorazioni nere, mentre nella gonna valeva il viceversa, ma nei pressi delle ginocchia tornava a prevalere il bianco, con un gioco di sfumature estremamente raffinato.



Questo effetto era ottenuto con la sovrapposizione di due tessuti ricamati.
Anche la pettinatura era speciale: i capelli erano tutti pettinati da una parte, in modo tale da ricadere solo sulla spalla sinistra, fino al seno, con soffici ondulazioni.
Le scarpe avevano un tacco leggermente più alto. Le unghie erano state smaltate di blu.
Il make-up si era concentrato sulle labbra, con la scelta di un rossetto scarlatto.
Mi attardai un po' troppo ad osservare e lei se ne accorse, ma fortunatamente la sua reazione fu positiva.
Mi sorrise e per una frazione di secondo si mise in posa, come se fosse davanti a un fotografo.
Io le andai incontro e cercai subito di mascherare l'imbarazzo dietro una sfilza di parole:
<<Sei elegantissima. Oggi hai superato te stessa>>
Lei mi guardò con un'espressione divertita:
<<E questo è solo l'inizio! Comunque vedo che anche tu ci tieni, allo stile>>
<<Faccio quello che posso>>
<<Ah, ma è così che si fa! La gente si immagina chissà quali sforzi o quali spese>>
<<Sì, e poi magari guardano con sospetto, come se la cura dell'immagine fosse una colpa grave>>
Virginia sorrise:
<<Pensano che sia segno di superficialità. Mi è capitato, ma è sempre stato a mio vantaggio, perché mi sottovalutavano ed io riuscivo ad avere la meglio dimostrando che non ero affatto superficiale>>
Entrammo in aula ed io mi accorsi che, camminando insieme, suscitavamo una certa attenzione, come se pensassero: "Dio li fa e poi li accoppia".
Mentre ci sedevamo nel solito posto, non potei fare a meno di chiederle:
<<Ma come fai a rimanere così in ordine durante il viaggio, considerando che il treno e l'autobus sono pieni e caldi... per me sarebbero peggio una sauna>>
Lei ci pensò qualche secondo, come se il problema fosse stato risolto da così tanto tempo che occorreva un esercizio di memoria per rispondere.



<<E' una questione di esperienza. In questo noi donne siamo molto più brave. Impariamo a vestirci molto prima di voi, e a commisurare le scelte al clima, ai mezzi di trasporto, alle finanze, alle nostre condizioni fisiche. Tutto questo per i maschi è molto più difficile>>
L'argomentazione mi aveva convinto a tal punto che mi sentii in dovere di improvvisare una difesa d'ufficio del genere maschile:
<<Va detto che una donna ha una scelta più ampia>>
Virginia annuì:
<<Sì, infatti ringrazio il cielo per essere donna!>>
<<E non hai paura dell'invidia delle altre donne o degli apprezzamenti pesanti di certi uomini?>>
Era una domanda rischiosa, soprattutto perché era essa stessa un implicito "apprezzamento pesante".
Lei invece rispose con la massima nonchalance:
<<Anche a questo ci si fa l'abitudine. In fondo è meglio essere invidiati piuttosto che compatiti. E riguardo agli apprezzamenti troppo pesanti, li posso tenere a bada con le arti marziali>>
Non riuscii a capire se scherzava o diceva sul serio, e non ebbi la possibilità di domandarlo, perché ormai la lezione era incominciata e tutta l'attenzione di Virginia era rivolta all'Eneide.
Quel giorno era caldo, come spesso succede nelle prime settimane di ottobre, quando ancora il vero autunno non è comparso.
Avevo molta sete e bevvi in un'intera bottiglietta d'acqua minerale, e notai che lei fece la stessa cosa.
Mi venne in mente, alla fine della lezione, di offrirle un caffè alla macchinetta, cosa che lei accettò di buon grado.
<<Ho visto che domani iniziano anche le lezioni di storia greca e storia romana, tu quale hai scelto?>>
Lei parve molto divertita:
<<Noi "classicisti" le dobbiamo fare tutte e due. Voi "modernisti" invece potete scegliere. Tu cos'hai scelto?>>
<<Storia romana. La conosco meglio, e poi anche l'orario è preferibile. Sarà comunque un tour de force, quando avremo lezione fino a sera. Io per fortuna abito qui a due passi, per cui se sono stanco posso ristorarmi un po'>>
Lei annuì con un certo trasporto:
<<Hai una bella fortuna! La casa qui dietro, nessuno coinquilino tra i piedi, nessun genitore che controlla... sei comodo e libero>>
Io sorrisi:
<<Non mi lamento! Tra l'altro ho anche una pizzeria al taglio di fianco a casa, veramente ottima>>
Lei mi diede un'occhiata lunga, dal basso verso l'alto, come se stesse valutando se acquistare o meno un vestito appeso.
<<Bene, allora ho come il presentimento che domani mi offrirai anche la pizzetta>>
<<Ah ah, una giusta intuizione!>>
Lei mi guardò di nuovo con aria maliziosa:
<<Valuterò se accettare questa proposta indecente. Per adesso ci salutiamo>> e poi, con mia somma sorpresa, mi si avvicinò e mi diede un rapidissimo bacetto sulla guancia.
Credo che in quel momento le mie coronarie abbiano superato un difficilissimo stress-test.




Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

martedì 8 aprile 2014

Il gatto quotidiano. La questione delle 7 vite...







Sul fatto che i gatti abbiano più di una “vita” ormai non ci sono più dubbi. Eminenti gattofili si sono pronunciati in merito e la sentenza è stata unanime: “I gatti hanno sette vite!”. “No, scusate ma non erano nove?”, “Io ricordavo sette” “No, Nove!” “mmm… Ti sbagli, solo SETTE!”. In realtà, sul punto in questione, la sentenza non è poi stata così unanime.Dopo numerose ricerche siamo giunti alla soluzione che dipana questa ingarbugliata matassa. I gatti hanno 7 vite in Italia (e in molti altri paesi), mentre ne hanno 9 nei paesi anglosassoni.
Cosa hanno di diverso un gatto che vive in Italia e uno che vive in Inghilterra? Assolutamente nulla! Allora perché in Italia si dice che i gatti hanno solo sette vite? Sono più sfortunati dei nostri a-mici di lingua inglese? Nient’affatto! Probabilmente i modi di dire dipendono dalle diverse speranze di vita degli umani italiani rispetto a quelli inglesi. Si sa, gli umani tendono ad utilizzare loro stessi come metri di paragone. Quindi tra le sette vite italiane e le nove anglosassoni, in base a questa teoria, non ci dovrebbero essere differenze. I gatti vivono in media gli stessi anni sia in Italia che in Inghilterra. Un'ipotesi della confusione tra il 7 e il 9 sta nel fatto che esiste l'espressione "gatto a nove code", che purtroppo non indica un simpatico felino, ma un orribile strumento di tortura. In quel caso, sette vite possono bastare e anzi, per usare la battuta finale di un film piuttosto controverso che è in proiezione proprio adesso nei cinema, per la regia di Lars von Trier, "In fondo aspettiamo tutti il permesso di morire".