domenica 16 febbraio 2014

Le 7 cose da non far mangiare a un gatto.

gatto cosa non mangiare

Chi possiede un animale domestico sa quanto sia importante l’alimentazione. La qualità del cibo è fondamentale per una buona crescita del pelosetto in questione. Molto spesso però, padroni disattenti tendono a equiparare l’alimentazione del proprio gatto con quella degli umani. Errore che potrebbe essere fatale per un felino! State molto vigili dunque e attenti ai cibi che possono far male al vostro micio.
Ecco le 7 cose da non far mai mangiare al vostro gatto:
1) LATTE – Dare frequentemente del latte al vostro micio può seriamente essere deleterio per la sua salute. Spesso il latte viene associato alla dieta del micio, ma questa è una mera leggenda metropolitana. Il latte infatti potrebbe provocare diarrea e va somministrato con estrema cautela!
2) CIOCCOLATO – Per gli umani, piccole dosi di cacao o cioccolato possono fare molto bene all’organismo. Per il gatto assolutamente no! Il cioccolato contiene la teobromina, un alcaloide che stimola il sistema nervoso centrale, che può essere addirittura fatale per il micio.
3) DOLCI – Sono assai dannosi per l’organismo del nostro amico felino e anche per l’uomo. I dolci, se assunti in quantità massicce, possono indurre all’obesità e nei casi più gravi anche al diabete.
4) PESCE CRUDO – Sebbene i mici ne vadano letteralmente matti, il pesce crudo va assolutamente evitato! Questo alimento infatti rallenta l’assorbimento della tiamina, una vitamina essenziale per il benessere del gatto.
5) FORMAGGI - Essendo derivati del latte, i formaggi sono dannosi per il nostro pelosetto e vanno introdotti con moderazione nella sua dieta. Dunque attenti ai formaggi!
6) TONNO IN SCATOLA – Avete terminato il cibo per il vostro micio e volete dargli del tonno in scatola? Sbagliato! Questo alimento potrebbe alterare la quantità di mercurio presente nel suo organismo. Dunque andateci piano…
7) INTEGRATORI VITAMINICI – Un errore che molti padroni commettono è dare degli integratori ai propri mici. le intossicazioni da vitamina D e A possono portare a squilibri nel metabolismo minerale del gatto.
Infine, se in casa vivono un cane e un gatto si potrebbe essere tentati di dare al micio lo stesso cibo che mangia il cane, ma anche questo sarebbe un errore: su base giornaliera, un’alimentazione basata su ingredienti pensati per un cane risulterebbe poco bilanciata per un gatto e le dosi sbagliate di proteinevitamine e altri nutrienti causerebbero una forma severa di malnutrizione.

Gli errori dell'inconscio: convinzioni e automatismi


Sono tanti gli errori che si fanno ogni giorno: il problema è che molti avvengono nel nostro subconscio, non ne siamo responsabili ma, soprattutto, non ne siamo nemmeno consapevoli. Nessuno è davvero pericoloso (non si rischia la vita, per capirsi), ma influenzano spesso le nostre scelte e il modo con cui le facciamo. E questo merita attenzione. Quali sono i principali? La classifica secondo Fastcompany.
 
1) Ci circondiamo di informazioni e dati che confermano ciò che pensiamo già
Non è solo il tipico caso di chi legge il giornale della sua area politica. Tutti tendiamo ad apprezzare chi la pensa come noi, e siamo molto più amichevoli nei suoi confronti. È molto simile al caso dell’illusione della frequenza. Cosa succede? Capita di comprare una macchina e poi, all’improvviso vedere ovunque lo stesso modello. Oppure una donna incinta che comincia a notare sempre di più altre donne incinte intorno a lei. È una esperienza passiva: è il cervello che cerca informazioni che sono collegate a noi, ma noi siamo convinti che ci sia stato un aumento di quei casi.
 
2) Crediamo all’illusione del “nuotatore”
La maggior parte delle idee e delle opinioni su allenamento e talento sono sbagliate. I nuotatori professionisti (da qui il nome) non hanno corpi perfetti perché si allenano molto. Piuttosto, è proprio grazie ai loro corpi che diventano dei bravi nuotatori. Il loro fisico non è il risultato del loro esercizio, ma il criterio della selezione che hanno superato.
È molto interessante, perché senza l’illusione del nuotatore, almeno metà delle campagne pubblicitarie non funzionerebbe. Se fossimo convinti di essere più o meno predisposti per eccellere in determinati campi, non ci lasceremmo convincere da chi vuole venderci la possibilità di migliorare le nostre abilità in aree dove siamo zoppicanti.
 
3) Temiamo di perdere cose che abbiamo già perso
Tutti ci imbattiamo nei “costi affondati”, o “sunk cost”, cioè il quantitativo di soldi, tempo e fatica che sono già stati spesi e che non possono essere recuperati. Il problema sta nel fatto che siamo predisposti, dal punto di vista psicologico, a dare più peso alle perdite che ai guadagni. Lo dimostra anche un esperimento organizzato da alcuni scienziati. Dopo aver acquistato un biglietto per una vacanza sulla neve che costava 100 euro, ne hanno trovato un altro per 50, in un altro posto ma nello stesso weekend. Ai partecipanti all'esperimento veniva chiesto quale dei due biglietti avrebbero tenuto e quale avrebbero ceduto. Tutti, senza eccezione, hanno scelto di tenere il biglietto da 100 dollari. Perché, in questo modo, il senso della perdita sarebbe stato minore. Ma senza essere sicuri che fosse davvero la scelta migliore.
Voi cosa fareste? Pensate: siete al cinema e capite che il film è terribile. Restate fino alla fine, perché avete pagato tutto il biglietto, o lasciate la sala appena potete, per fare qualcos'altro di meglio in quelle ore?
 
4) Ci basiamo su criteri irrazionali per fare previsioni
Qui si parla della “fallacia dello scommettitore”. La abbiamo vissuta tutti: dai “numeri ritardatari” del lotto ai piccoli round a testa o croce. Si pensa che gli eventi passati possano determinare alcuni risultati futuri. Il caso delle monetine è chiaro: se per 5 volte di fila esce testa, siamo portati a credere che la volta dopo uscirà croce. E invece è falso. Le possibilità sono sempre 50/50, e non cambiano nemmeno se dovesse uscire testa 100 volte di fila. Questo vale per tutte quelle situazioni in cui, pensando alla fortuna, o a specifici avvenimenti, le cose possano cambiare ed essere prevedibili in modo del tutto irrazionale.


Gli oggetti hi-tech che scompaiono e i nuovi che li sostituiscono

I sette gadget hi-tech destinati a estinguersi

Nella corsa a velocità massima della tecnologia, tanti oggetti si perdono per strada, scavalcati da novità che li rendono obsoleti. Già è capitato a lettori di musicassette o videoregistratori, soppiantati da alternative moderne che li hanno cancellati dalla geografia del nostro quotidiano. Succederà inevitabilmente, nei prossimi anni, ad altri gadget. Alcuni già sulla strada del tramonto, altri che sembrano in salute e indispensabili, ma che presto o tardi finiranno vittime di un carnefice la cui sagoma già si vede all'orizzonte.     
La vittima – Il fax
Il carnefice – La posta elettronica e il fax virtuale
Per quanto la carta mantenga sempre intatto quel suo fascino di tangibilità, di materialità, il fax è un dispositivo che ormai appartiene a un’altra era. Sembra il retaggio di un’epoca impregnata di ritardi e burocrazia. Non che le cose oggi vadano chissà quanto meglio, ma illudiamoci che sia così e prepariamo a lasciarci la sua lentezza alle spalle. Basta un allegato in una mail per pensionarlo oppure un numero virtuale. Il fax che uccide se stesso, o almeno la versione digitale che rimpiazza quella analogica. Un copione in fondo già visto.
La vittima – Il telefono fisso
Il carnefice – Lo smartphone
Sotto lo strapotere dei servizi di messaggistica gratuita e istantanea, il traffico voce fatica e arranca sulla rete mobile, figuriamoci quanto soffra e latiti sulla rete fissa. Ognuno di noi ha uno, due, persino tre cellulari, ma sente sempre meno il bisogno di un duplicato attaccato a un filo o cordless. Gli operatori stessi se ne sono accorti da tempo e puntano soprattutto sulle connessioni al web per fare cassa. Tutto il resto è mobile.
La vittima – L’iPod e gli altri lettori 
Il carnefice – Lo smartphone, di nuovo
Dopo anni di onorata e intonata carriera, anche lo storico, iconico iPod ha dato segni di cedimento, di perdita di terreno. Gli smartphone sono lettori di file audio perfetti, le cuffie già disponibili di serie non sono più quelle mezze schifezze da discount di un tempo, inoltre accelerometri e sensori vari inglobati dai chip dei cellulari rilevano le nostre performance fisiche e le calorie consumate. Perché mai dovremmo utilizzare un dispositivo a sé per sentire la musica?
La vittima – Le chiavette Usb
Il carnefice – I servizi cloud
Ora si sentono indispensabili ostentando tagli sempre più generosi, giga su giga, ma finiremo per fare a meno anche di loro. Perché sono troppe, dispersive, frustranti: rischiamo di non trovare quel file che cerchiamo proprio nel momento in cui ci serve di più. Meglio un bel servizio cloud, magari gratuito, con tutti i documenti organizzati e a portata di motore di ricerca. Certo, per foto e video è difficile. Ma quando la rete mobile offrirà velocità degne , addio chiavette.  
La vittima – I lettori di dvd
Il carnefice – I servizi in streaming
Il ragionamento non fa una piega: perché dovrei tenere in casa decine, centinaia di titoli nella loro custodia di plastica – occupando spazio e non facendo esattamente un favore all’ambiente – se premendo un paio di pulsanti posso accedere a un catalogo di migliaia di titoli, per giunta spendendo pochi euro al mese? Velleità decorative a parte, comunque compensabili con qualsiasi oggetto di designer, i lettori di dvd (e a ruota di Blu-ray, rete permettendo), sono come i treni: hanno la strada segnata. Verso l’oblio.
La vittima – I proiettori delle pellicole
Il carnefice – I proiettori digitali
Niente più pizze, niente più fascino dell’immagine vagamente sporca ai bordi. Per la pellicola di celluloide è l’ora di fare l’inchino e congedarsi. Con i proiettori digitali, migliore qualità a parte (che per i nostalgici e i puristi può rimanere opinabile), la logistica del cinema si ottimizza ed è possibile adattare l’offerta dei titoli alle domande del mercato. Logiche da multisala, vero. Ma resteranno di sicuro schermi di nicchia per gli appassionati che non volteranno le spalle al vecchio sistema, almeno per i titoli della storia della settima arte.
La vittima – Le console dei videogiochi
Il carnefice – Smartphone, tablet e il cloud
Magari può sembrare un’eresia visto che sono appena arrivate sul mercato le console nuove di zecca, la Xbox One e la PS4. Ma è la maggioranza degli analisti a sostenere che una volta esaurito il loro ciclo di vita, in un arco tra i sei e gli otto anni, non verranno più prodotte. Non solo a causa della concorrenza agguerrita di smartphone e tablet, ma perché in futuro per giocare in salotto basteranno una connessione a internet e un joystick. La potenza di calcolo sarà tutta nella nuvola . Saranno felici i fan degli arredi minimali e chi non sopporta un bosco di fili dietro la tv. Meno, e vale per tanti oggetti in questa rassegna, chi all'intangibile del virtuale preferisce il conforto anche visivo della fisicità.  

da Panorama

Totoministri

Gli edifici più alti del mondo nel presente e nel passato.



 L'immagine qui sotto mette a confronti i 77 edifici più alti del “vecchio mondo” (Europa, Asia e Africa), a quel tempo. Stranamente, il 78esimo edificio nel documento è del “nuovo mondo”, ed è  il monumento di Washington. E’ alto 169 metri e fu completato l’anno in cui fu ultimato il diagramma. Il più alto edificio del vecchio mondo è il numero 34, la Cattedrale di Colonia, alta 155 metri.

Albero genealogico di Thor, Odino e Loki, le divinità germaniche e scandinave

Il fascino del "look da studentessa"


Colletti, fiocchi, gonnelline, calze bianche o scure: la donna adulta che ogni tanto opta per un look da preppy girl, da studentessa del college americano, per intenderci, ha un suo fascino tutto particolare.


Unisce la sensualità della donna adulta con la freschezza della teen-ager, in un mix irresistibile.
Il look può essere volutamente autoironico, senza perdere di fascino.


Oppure può essere sofisticato e raffinato...


O una via di mezzo...


Da uomo posso garantire che questo look fa sempre colpo! ;-)


sabato 15 febbraio 2014

Vanessa Redgrave, Joely Richardson e Daisy Bevan: nonna, figlia e nipote.


Risultati immagini per vanessa redgrave and family

Raramente il talento, la classe, lo charme si trasmettono di madre in figlia, specie nel mondo dello spettacolo, ma la dinastia dei Redgrave-Richardson-Bevan costituisce una rara eccezione a questa regola.



Daisy Bevan (nata nel 1992) è figlia di Joely Richardson (nata nel 1965) a sua volta figlia della grandissima Vanessa Redgrave (nata nel 1937). A sua volta la Redgrave era figlia di due attori teatrali britannici.



Vanessa Redgrave ha avuto dal primo marito, l'attore Tony Richardson, anche un'altra figlia, Natasha (1963-2009).



La madre di Vanessa, l'attrice Rachel Kempson (1910-2003) era molto legata alla figlia, alle nipoti e alla pronipote.



 Natasha era
 sposata con l'attore Liam Neeson.



File:Natasha Richardson in 1999.jpg









































Natasha è morta tragicamente a soli 45 anni a causa di un incidente sciistico, che le provocò una emorragia cerebrale.
La morte di Natasha ha segnato profondamente la vita di Vanessa Redgrave e quella di Joely Richardson e di Daisy Bevan.

Nelle foto qui sotto vediamo la famiglia Redgrave ai funerali di Natasha Richardson.








La Redgrave è sposata con l'attore italiano Franco Nero, dal quale ha avuto un figlio, Carlo, nato nel 1969.
La relazione tra la Redgrave e Franco Nero dura ormai da cinquant'anni.

Vanessa e Joely hanno recitato insieme nel film "Anonymous", interpretando il ruolo della regina Elisabetta I Tudor, da anziana e da giovane.



Sia Vanessa che Joely hanno spesso interpretato il ruolo di regine.
Vanessa interpretò la zarina Sofia nello sceneggiato "Pietro il Grande", mentre Joely ha interpretato il ruolo di Maria Antonietta ne "L'intrigo della collana" ...



...e di Catherine Parr, sesta moglie di Enrico VIII  ne "I Tudor".




Mappa degli alfabeti d'Europa

Parlare in pubblico: i segreti per farlo con successo

Gli esperti concordano: parlare in pubblico con successo è una qualità che può far decollare o sprofondare una carriera. Molto spesso, i realtà, le migliori presentazioni sono quelle in cui non sembra di assistere a una presentazione. Quali sono i trucchi del mestiere? Business Insider ne ha raccolti alcuni, perché la premessa è che pochi nascono bravi oratori, ma quasi tutti hanno la possibilità di diventarlo.
Il primo suggerimento: sottolineate chi siete. Anche se nella maggior parte delle conferenze, sarete stati presentati, aggiungere informazioni personali è un modo per accendere l’attenzione. Bastano solo una o due frasi per spiegare in che modo la vostra esperienza è importante e per quali ragioni siete la persona giusta per raccontarlo.Secondo: fatevi trovare. Un sacco di proiezioni terminano con una slide che riporta il nome dell'esperto, il sito internet, l’indirizzo email o l’account di Twitter. Di solito, però, l’immagine resta in visione per un tempo troppo breve. Meglio, proiettarla all’inizio, mentre vi presentate. Terzo: condividete una storia. La gente, infatti, ama le storie. Quando volete spiegare qualcosa, provate a tradurlo con un aneddoto o anche con una barzelletta. Se la storia vi riguarda, è perfetto. Se la storia è anche divertente, tanto meglio. Ricordatevi che è possibile informare e intrattenere allo stesso tempo. Senza contare che se le persone si divertono, sono portate ad ascoltare più volentieri.
Quarto: ricordate che gli oratori più efficaci e di maggior successo sono quelli che sanno conquistare il cuore dei propri interlocutori. Organizzare una buona presentazione richiede del tempo, ma diventa uno spreco di energie se rimane una distanza fra chi parla e chi ascolta. A questo proposito, il quinto suggerimento riguarda strategie per entrare in contatto con chi vi ascolta. Un modo per farlo è guardare il pubblico il più a lungo possibile, prima di iniziare a parlare. Anche cercare di stabilire il maggior numero di contatti visivi aiuta. Se la platea è numerosa, fermate lentamente lo sguardo su alcune file sorridete, questo darà a molti dei presenti la sensazione di un gesto diretto specificamente a sé. 
Sesto: usate slide e presentazioni in PowerPoint solo per sottolineare i concetti chiave del vostro intervento. Ma soprattutto, evitate nel modo più assoluto di leggere le slide ad alta voce: chi vi ascolta è perfettamente in grado di leggere da solo.
Settimo: rispettate i tempi. State prendendo in prestito il tempo di chi vi ascolta, quindi se vi sono stati assegnati trenta minuti, non sforate. Un intervento più breve, ma puntuale lascia spazio alle domande e le domande non mancheranno, soprattutto se la presentazione è stata interessante. Ottavo: sentitevi liberi di ripetere e sottolineare quello che ritenete importante. In media, la gente ascolta il 30% di quello che dice un oratore, perché impegnata nel cercare di inserire i concetti nella cornice del proprio pensiero e della propria esperienza. Cercate, dunque, di organizzare le informazioni in modo facilmente comprensibile e utile. Infine, date a chi vi ascolta qualcosa da portare a casa. L’informazione, infatti, va bene, ma aggiungete indicazioni tangibili su come mettere in pratica almeno un’idea!

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Alimenti utili per contrastare il colesterolo

Gli Arcani Supremi. Capitolo 87. Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear



<<Marigold di Gothian, questo nome non mi è nuovo>> disse lady Edith con un tono quasi distratto.
Robert intervenne:
<<Marigold è il nome di un fiore giallo che ho visto nel vostro giardino... Gothian invece... >>
Si fermò. Gothian era un argomento tabù.
India Stoker si limitò ad accennare quanto era stato concordato:
<<Il castello di Gothian è qualcosa che va oltre alla normale condizione umana. Ciò che accadrà in quel luogo, è meglio che resti segreto>>



Non c'è frase che susciti maggiore curiosità di quella che impone il segreto su qualcosa.
Lady Edith era completamente avvinta da quella curiosità:
<<Gothian... è un nome evocativo, ricorda i castelli neogotici, come il mio, e i romanzi gotici... la letteratura del terrore... fantasmi... vampiri... il tuo bisnonno, Bram Stoker, ne sapeva qualcosa>>
India sorrise:
<<La famiglia Stoker ha mantenuto viva quella tradizione. Vorrei potervi dire di più, lady Edith, ma sono vincolata al voto del silentium. Non avrete altre informazioni, vi ho detto anche troppo!>>
La nobildonna scrollò le spalle:
<<Verrò a saperlo comunque, non illuderti. La nostra storia non finisce qui. Hollow Beach è ancora piena di misteri irrisolti. Gli Iniziati non saranno tutti d'accordo con il tuo operato. Ci sono ancora molte domande a cui nemmeno tu sapresti dare risposta. Perché credi che l'ultimo Varco abbia resistito proprio qui, ad Hollow Beach, tra tutti i posti del mondo?>>



<<Non lo so, magari un giorno ci scriverò sopra un romanzo intitolato "Mistero ad Hollow Beach" e magari avrò anche successo, visto che sono la pronipote di Bram Stoker>>
India sapeva che l'ironia non avrebbe fermato quella strega di lady Edith.
La baronessa infatti assunse un'espressione grave:
<<Stai commettendo lo stesso errore di Vivien. Credi che le cose si possano risolvere facilmente, ma non è così. Una forza oscura si è impossessata di questo luogo e sono certa che si tratti di uno dei Grandi Anziani che non ha accettato il Patto. Il Varco non è chiuso... attende solo il suo momento, il momento dell'invasione. Il Male è già penetrato in questi luoghi, sta mietendo vittime da decenni. E' una forza che non scende a compromessi... nessun Patto la vincolerà mai... >>
India cercò di deviare il discorso:
<<Se ti riferisci a Marigold di Gothian...>>
<<Non è solo lei! Gothian è soltanto una parte di quel Male! Ma c'è qualcosa di ancora più terribile, di ancora più ripugnante e tu lo sai, tu l'hai visto India... ma quello che non hai visto è che quella forza ha già iniziato la sua opera. Tu sai anche come si chiama, lo sa anche Robert, non è un segreto... molto era già stato scritto, al riguardo, nel Necronomicon. Vivien è fuggita quando se n'è accorta. Fuggirete anche voi? Lascerete soltanto me a presidiare il fortino di Hollow Beach?>>

Come sarà il Regno Unito nel 2100? Mappa delle zone allagate.



Stando alle previsioni catastrofiche sul costante innalzamento del livello del mare, ecco cosa resterebbe delle isole britanniche tra un secolo... in pratica un arcipelago di isolette dove l'unica città non sommersa sarebbe Birmingham... di Londra forse sarebbe visibile solo la cima del Big Ben, almeno stando a questa mappa!

E alla fine Harry si tagliò la barba e William perse tutti i capelli

William ed Harry, volontari per un giorno

Ecco i due figli del Principe di Galles e della compianta principessa Diana Spencer mentre aiutano la popolazione colpita dalla recente alluvione del Somerset, creando argini con sacchi di sabbia.
Alla fine Harry ha ceduto alle pressioni della nonna Elisabetta II e si è dovuto tagliare la barba... mentre la pelata di William è sempre più preoccupante...

Abc degli ideogrammi cinesi e giapponesi


L’alfabeto italiano ha ventuno lettere (più altre cinque “straniere”), tutte con una forma chiara e definita. Certo, varia dalla grafia più o meno buona delle persone, ma le cose restano nella sostanza le stesse. Sono 21+5, e basta.
Se invece diamo un’occhiata al cinese, ci troviamo di fronte a qualcosa di molto diverso: ci sono circa 20mila caratteri (e parliamo solo del cinese moderno). Conoscerne duemila significa avere un possesso di base della lingua; con quattromila si diventa persone istruite. Si parla, insomma, di cifre altissime per chi è abituato a quasi trenta caratteri di una lingua.

La differenza sostanziale tra le due cose è nota: i caratteri italiani indicano ciascuno un suono, e coprono quasi tutti i fonemi della lingua, che non sono molti. I caratteri cinesi invece sono ideogrammi, indicano cioè un concetto, e per questo sono tantissimi. Come si può fare per memorizzarli in modo semplice e veloce? Non si può, naturalmente. Ma Shao Lan Hsueh, imprenditrice e programmatrice londinese ha provato a dare una mano a chi ci prova, inventando un nuovo modo di insegnare i caratteri cinesi: è il progetto Chineasy.
L’idea è di utilizzare dei poster comprensibili e dalla grafica minimalista come strumento per l’insegnamento, ognuno di loro ritrae un ideogramma cinese raffigurando anche il suo significato. Non è chiaro? Guardate qui sotto il video e la tabella sopra.

Inoltre un sito (con relativa app) vi può aiutare. Si chiama Skritter e vi permetterà di fare esercizio manuale (ricalcando i segni grafici) e mnemonico. Agli autori l’idea venne - raccontano - attorno alle 3 di notte in un dormitorio di Pechino. Nick Winter, uno dei fondatori, era alla sua prima visita in Cina, si sentiva poco bene, aveva un forte arretrato di sonno e stava rimuginando su quanto poco, in realtà, conoscesse il cinese. Uno dei suoi compagni di stanza giocava ininterrottamente ai videogiochi e fu così che gli si accese la lampadina. Di ritorno negli Stati Uniti coinvolse alcuni amici (tra cui il suo compagno di stanza) per questo progetto: scrivere un programma per fa imparare gli ideogrammi in modo divertente. Il programma è gratis per una settimana, poi costa 14,99 euro al mese (con sconti per periodi di uso lungo e per lescuole). Iniziate pure lo studio, cliccando qui: skritter.com.
cinese, giapponese



venerdì 14 febbraio 2014

La mappa mondiale della libertà economica



Qual è il livello di libertà economica dei vari Paesi del mondo? A calcolarlo è la Heritage Foundation, prendendo in considerazione dieci fattori, tra qualitativi e quantitativi, raggruppati in quattro principali pilastri: 1) lo Stato di diritto (diritto di proprietà, libertà dalla corruzione), 2) il Ruolo e i limiti del governo (libertà da eccessivo peso fiscale, spesa pubblica, 3) l’efficienza delle regolamentazioni (libertà d’impresa, libertà dei lavoratori, libertà valutaria), 4) l’Apertura dei mercati (libertà di commercio, libertà di investimento, libertà nell’attività finanziaria). L’Italia? Solo all’86° posto (qui l’approfondimento in pdf). I più liberi economicamente? Hong Kong, Singapore, Australia, Svizzera, Nuova Zelanda e Canada (qui sotto l’elenco completo dei Paesi). 

libertà economica

Libertà di stampa nel mondo

Mappa delle religioni europee



In giallo i cattolici, in rosso gli anglicani, in arancione i protestanti, in viola gli ortodossi, in rosa gli armeni, in verde i mussulmani sunniti, in verde scuro i mussulmani sciiti.