domenica 12 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 37. Alienor e Lilieth parlano di Marvin.



Alienor di Alfarian si sentiva confusa.
Aveva sperato che l'incontro con Lilieth Vorkidian avrebbe sancito una sorta di passaggio delle consegne, e invece si era ricreata la stessa situazione di dipendenza che c'era stata trent'anni prima, quando Alienor era solo un'adolescente e Lilieth era una donna di trentacinque anni.
Il carisma di Lilieth era cresciuto con l'età. Se trent'anni prima era stata una donna prematuramente saggia, col passare degli anni era diventata una vera Imperatrice Madre, di fronte alla quale Alienor provava soggezione.
Lilieth Vorkidian con l'età aveva acquisito un aspetto ancora più regale.



Ma come fai, Lilieth, ad acquistare forza invecchiando? Qual è il tuo segreto?
Era un'iniziata agli Arcani Supremi, ma come sacerdotessa si era sempre dichiarata servitrice di Ulien, la custode della luna, e di Belenos, il custode della luce, padre della dinastia Pendragon, da cui discendevano i Vorkidian, ma tutto questo è noto da sempre.
C'è dell'altro... sicuramente nei lunghi anni trascorsi tra le paludi di Keltar Senia deve avere evocato qualche entità superiore. Ma chi?
Alienor si era riproposta di scoprirlo quella sera, durante una cena privata con Lilieth.
Erano sedute l'una di fronte all'altra e sapevano che quella non era solo una rimpatriata tra vecchie conoscenze.
Qui c'è in ballo il Gioco del Trono, come sempre! 
Alienor sapeva che non era possibile protrarre oltre l'attesa.
<<Naturalmente sappiamo entrambe il vero motivo per cui ci troviamo qui>>
Lilieth sorrise:
<<Siamo state brave ad attendere una settimana, prima di arrivare al dunque>>
In effetti non era stato facile.
La regina degli Alfar annuì:
<<Lilieth, dimmi che sei tornata dolce e paziente come trent'anni fa>>
L'imperatrice madre ripensò a com'era allora, e per un attimo provò qualcosa di simile ad una vaga nostalgia.



<<Ho dovuto sopportare Igraine, ho dovuto lasciare mia figlia nelle grinfie di Ellis, e questo per ordine di mio figlio! E poi Vyghar mi ha lasciata. E' stato come rivivere l'incubo di quando fu Masrek ad abbandonarmi. Una persona può sopportare un tradimento, forse anche due o persino tre... ma io! Dopo tutto quello che avevo fatto per mettere Marvin sul trono, mi sono ritrovata a dover scegliere tra Gothian e la casa di mia madre a Keltar Senia. Ho preferito la seconda: in fondo mosche e zanzare sono meno fastidiose dei vampiri>>
Alienor si illuse per un attimo che Lilieth avesse rinunciato a sostenere Marvin, ma preferì prima sondare il terreno:
<<Come sei riuscita a far passare il tempo?>>
Lilieth strinse le spalle:
<<Tutto rallenta, mia cara. Per fare le stesse cose ci metti il doppio del tempo. Ti ritrovi a fissare il vuoto, mentre il pensiero si perde in un labirinto di ricordi e di fantasie. Arrivi a sera e ti rendi conto che non hai concluso niente, ma poi ti dici che non importa, che nulla importa più. Ho perso il tempo così come ho perso tutto il resto>>
Quella però era solo una parte della verità, ed Alienor sapeva che è proprio dietro alle mezze verità che si celano le menzogne più grandi:
<<Trent'anni nella terra dei druidi... si possono apprendere molte cose, anche solo per passare il tempo, non trovi?>>
Lilieth annuì:
<<Avevo ripreso i miei obblighi sacerdotali nei confronti di Ulien. Recitavo le preghiere alla luce della luna. Ogni preghiera si riferisce ad un colore diverso. Una notte la luna era blu>>



<<Cantavo il salmo della luna blu:

Blue Moon
You saw me standing alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own
Blue Moon
You know just what I was there for
You heard me saying a prayer for
Someone I really could care for

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked to the Moon it turned to gold

Blue Moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will ever hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked the Moon had turned to gold

Blue moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

Blue moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

Era l'ora del lupo, quando Ulien mi si manifestò ed io mi sentii come in un sogno>>



<<La dea non era più la casta diva che inargenta i sacri e antichi colli. Mi invitò a percorrere l'ascesi mistica verso una maggiore consapevolezza degli Arcani Supremi e quello che vidi non lasciava più spazio alla dolcezza. Un demone mi ha parlato della ferocia dei miei antenati>>
Alienor cercò di leggere tra le righe di quelle frasi enigmatiche.
<<Molti mi hanno parlato delle atrocità ancestrali che appaiono durante la visione. Quello che non capisco è perché questo renda tutti così cinici. Se hai visto il Male, sai come evitarlo... perché invece diventate tutti così pessimisti?>>
Lilieth la fissò con un'occhiata di rimprovero:
<<Non recitare il ruolo della ragazzina innocente! Non lo sei più da troppo tempo e quanto a cinismo e pessimismo, credo che tu ne sappia quasi quanto me. Certo tu sei più abile a nasconderlo dietro la tua eterea ed elfica bellezza, ma quella consapevolezza è dentro di te, che ti rode come una tarma. Un'anima bella non si immischia nel Gioco del Trono quando su quel trono siede il garante di un'utopia!>>
La regina degli Alfar osservò l'altra donna con severità:
<<Io dovevo sposare Marvin, questi erano i patti! Tu invece hai fatto in modo che le cose andassero diversamente!>>



Lilieth scosse il capo:
<<Avrei voluto! Ma nel frattempo Marvin aveva sposato Igraine! Cosa potevo fare? Mio figlio non mi ha mai ascoltato. Non vedi che non mi ascolta nemmeno adesso?>>



Alienor le rivolse un'occhiata interrogativa:
<<Faykan mi ha spedito una lettera da Lathena. Dice che Atar sta prendendo il sopravvento nelle gerarchie degli spiriti e che nel Sancta Sanctorum, al posto della statua di Eclion, il fuoco segreto arde per autocombustione in eterno>>



Lilieth annuì:
<<Helena mi ha informata. Atar ha illuminato anche la mia coscienza, e forse lo avevi già intuito. Ma anche qui stiamo su due fronti diversi. Mia figlia appoggia Anakin, suo fidanzato. Tuo figlio Faykan ha l'appoggio di Ellis, ma si troverà ad affrontare Valyria, che come sorella di Anakin sente dei doveri nei suoi confronti. La Dinastia è nel disordine e presto ci sarà un nuovo conflitto. Ora le mie domande sono molto semplici. Da che parte stai? Con chi ti allei? Ricordati che non puoi chiamarti fuori, non dopo che hai mandato tua cugina Alice a fianco di mio figlio!>>
Alienor si rese conto che il suo gioco le era sfuggito di mano.
Se avessi immaginato questo effetto domino non avrei mai mandato Alice a Gothian! Ora sono di nuovo nel Gioco del Trono, quello dove non ci sono terre di nessuno: o si vince, o si muore.
Se sapessi almeno i segreti di cui Lilieth è a conoscenza!

File:Curchod, Suzanne.jpg

<<Lilieth, siamo entrambe prigioniere del suo sogno, il Sentiero Dorato. Io speravo solo che Alice de Bors potesse carpire qualche informazione, ma non immaginavo che Marvin se ne sarebbe innamorato! Se tu hai intravisto qualcosa, ti prego accennami almeno qualche indizio sulla Profezia. Forse è necessario affinché io possa essere di qualche aiuto...>>
Lilieth rimase per lungo tempo perplessa.
<<Marvin sopravvivrà a tutti noi e a tutta la nuova generazione e anche a tutte le generazioni che verranno, per lunghissimo tempo. Ho visto in lui la disponibilità a concedere un'ampia autonomia ai regni che fanno parte del suo Impero, compreso il regno degli Alfar. Se tu non gli sarai ostile e se Alice saprà guadagnarsi la fiducia della Dinastia, potremo unirci contro il vero pericolo che ci minaccia, Daenerys di Gothian, la Divoratrice di Cuori. In questo momento dovrebbe aver raggiunto suo fratello Viserys presso l'Ultima Thule. Ancora una volta il pericolo viene da nord>>


Cast

Cate Blanchett - Alienor di Alfarian

Alice Krige - Lilieth Vorkidian

Claire Forlani - Lilieth Vorkidian da giovane

Gwineth Paltrow -Alienor di Alfarian, seconda immagine

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian

Suzanne Curchod, Madame Necker - Lilieth Vorkidian, terza immagine

mercoledì 8 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 36. Anakin affronta Ulume.




Anakin Ataris Eclionner  sapeva che il Sommo Sacerdote di Lathena, padre Rudo Ulume, voleva arrivare alla conclusione di un Nuovo Patto tra i Grandi Anziani, Signori dell'Universo, e gli uomini, prima che gli effetti dello spostamento verso il lato luminoso del demone Atar potesse causare un'alterazione irrimediabile degli equilibri.
<<Gli dei ti hanno parlato, Ulume?>> chiese Anakin senza nascondere la sua avversione verso il sacerdote esorcista che da decenni aveva condizionato la religione e la politica imperiale.
<<Gli dei parlano principalmente ai profeti, e dunque al nostro imperatore Marvin. C'è grande fermento tra gli dei!>>
Anakin sorrise beffardo:
<<Gli dei se ne fregano di noi!>>
Per Ulume quella frase equivaleva ad una bestemmia, e se l'avesse detta chiunque altro, l'avrebbe abbattuto con un colpo di spada.
Ma davanti a lui c'era il discendente di Eclion e di Atar, i due Sommi Signori che si stavano disputando il controllo delle gerarchie demoniache e di quelle angeliche.
<<Gli Dei piangono per noi! E tu cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, d'un pianto di stelle lo inondi, quest'atomo opaco del male!>>







Anakin non era mai stato un tipo paziente, specie quando ci si perdeva in discorsi teologici.
<<Lasciamo stare le citazioni e veniamo al punto: perché mi hai convocato?>>
Ulume sospirò.
E' impulsivo e polemico, proprio come suo padre.
Ma era anche il figlio di Marigold e qualcosa doveva pur aver preso da quella fredda calcolatrice.
<<Ti ho convocato per proporti un patto, in nome di tutte le forze che in questo momento hanno riaperto il Gioco del Trono>>
Anakin si mostrò subito diffidente:
<<Timeo Danaos, et dona ferentis>>



<<Vedo che anche tu te le cavi bene con le citazioni, giovane Anakin, ma esse non ti faranno evitare la fine di Laocoonte. Devi scendere a patti, se vuoi aggiudicarti la tua parte nel Sentiero Dorato>>
Anakin non amava il verbo "dovere", specie quando era applicato a lui stesso:
<<Io devo ancora capire in nome di quale divinità tu stai parlando, perché se sei il Sommo Sacerdote dei Lathear, il tuo Signore non può che essere Eclion, e dunque tu dovresti onorare la Dinastia Eclionner nella sua totalità>>
Ulume scosse il capo:
<<Il mio ruolo è placare l'ira di Eclion causata dal tradimento di Atar, che è tuo antenato, in quanto padre di Marigold. Tu sei un Ataris, prima di tutto e al di sopra di tutto. Io servo chi ha sangue Eclionner da parte di entrambi i genitori>>
Anakin si infuriò.
<<Da parte di entrambi i genitori? Ma chi si è inventato questa idiozia? Se fosse vero, nemmeno l'Imperatore sarebbe un Eclionner, visto che sua madre è una Vorkidian... ed è una bestemmia il solo pensare che Marvin non sia il più puro rappresentante della Dinastia imperiale! Io sono un Eclionner perché mio padre era un Eclionner! Le regole sono queste da migliaia di anni!>>
Ulume rimase impassibile:
<<Io vedo in te soltanto il fuoco di Atar, quello che viene da tua madre, Marigold Ataris!>>
La calma severa del vecchio fece infuriare ancora di più il giovane:
<<Non m'interessa quello che vedi! Io sono Anakin Eclionner, figlio di Sephir Eclionner e cugino di Marvin Eclionner, il nostro Imperatore-Profeta! Lui in persona mi ha designato nuovo Reggente di Lathena e questa è l'unica cosa che conta!>>
Ulume annuì:
<<Dunque non ti interessa sapere ciò che Eclion ti sta offrendo tramite me?>>
Anakin era esasperato:
<<Io prendo ordini solo dall'Imperatore! E credimi, lui non sarà affatto contento del tuo doppio gioco!>>
Il Sommo Sacerdote non batté ciglio:
<<Ho già provveduto ad informare personalmente l'Imperatore riguardo alle mie preoccupazioni per il tradimento di Atar. Gli ho consigliato di stipulare un Nuovo Patto e gli ho scritto che ne avrei parlato con te. Sevo fedelmente Marvin da più di trent'anni. Ho combattuto al suo fianco contro gli intrighi di tua madre! Io ero presente quando Marvin ha strangolato Marigold! Tu dov'eri? Tu cosa sei, se non un cumulo di rabbia e di insolenza!>>
Di fronte a quell'offesa, Anakin sguainò la propria spada che si stagliava netta sulla luna di amaranto.




<<Pagherai per queste offese. E ti accorgerai che il rosso che tu vedi non è fuoco, ma sangue... sangue e ancora sangue, oltre la morte!>>
In quel momento Ulume riconobbe la tempra di Sephir Eclionner:
<<Nessuno rimpiange i tempi della Primavera di Sangue scatenata da tuo padre, né i Fiumi di Porpora, né gli incendi e i roghi voluti da Marigold>>
Anakin non ricordava niente di sua madre, ma ne sentiva comunque la mancanza.
A fargli da madre era stata Ellis Eclionner, che nell'educare i giovani della nuova generazione era stata imparziale, come se fossero tutti realmente suoi figli.
Ora però la tregua è stata infranta, e ci ritroviamo di nuovo su fronti opposti.
E certamente Ulume ed Ellis facevano fronte comune, probabilmente spalleggiati dall'Eunuco.
<<Non desidero rappresaglie generiche. A rotolare saranno solo le teste dei traditori come te, Ulume!>>
Il vecchio non si mostrò per nulla preoccupato:
<<Senza la diplomazia, la forza bruta è destinata al fallimento. La violenza è l'ultimo rifugio degli stupidi>>
Il giovane scosse il capo:
<<Il confine tra la diplomazia e la viltà è molto labile, così come quello tra la discrezione e l'ipocrisia. Non fare troppo affidamento sulle tue menzogne, Ulume... il tempo dei sotterfugi è finito: presto ci sarà la guerra, e saremo tutti chiamati a scegliere apertamente da che parte stare!>>
Ulume scosse il capo disgustato:
<<Solo chi non ha mai combattuto può desiderare la guerra. Il vero soldato è l'unico che conosce il valore della pace e della diplomazia. Hai ancora molto da imparare. Un giorno mi chiamerai Maestro, e imparerai a ringraziarmi per questo!>>



Cast

Hayden Christensen - Anakin Ataris Eclionner

Samuel Jackson - padre Rudo Ulume

Sfondo - pianeta di Mustafar

martedì 7 maggio 2013

La corona imperiale del Sacro Romano Impero, la corona dell'Impero d'Austria, la corona del regno d'Ungheria e quella del regno dei Longobardi (corona ferrea)



Fu usata per incoronare gli imperatori tedeschi del Sacro Romano Impero Germanico da Ottone I fino a Francesco II, per oltre mille anni.
Si trova al museo delle arti di Vienna.

Non va confusa con la corona imperiale d'Austria (tedescoÖsterreichische Kaiserkrone oppure Krone des Kaisertums Österreich) che era originariamente la corona di Rodolfo II del Sacro Romano Impero, e successivamente divenne la corona di stato della dinastia Asburgo d'Austria e dell'Impero austro-ungarico. La corona di Rodolfo II venne realizzata nel 1602 a Praga da Jan Vermeyen, uno dei più famosi gioiellieri dell'epoca fatto venire appositamente da Anversa. La corona è suddivisa in tre parti: il circolo (Kronreif), la mitra (Mitra) e l'arco (Kronbügel). La corona è attualmente esposta nell'Hofburg di Vienna, in Austria.


File:Imperial Crown of Austria.jpg

L'imperatore d'Austria era anche, per diritto ereditario della famiglia Asburgo, re apostolico di Ungheria. La corona ungherese è la seguente:



La corona è legata all’incoronazione di Stefano, primo re cristiano dell’Ungheria, avvenuta la notte do Natale del 1000 e che segna l’inizio dello stato ungherse. L’imperatore venne successivamente canonizzato.
La sua corona divennne da subito segno di regalità, tanto da essere usata per incoronare tutti i successivi sovrani a partire dal XIII secolo e da divenire lo stemma ufficiale dello stato. Attualmente, si trova nel Parlamento del governo ungherese, dopo essere stata trasferita in diverse sedi e rubata durante la seconda guerra mondiale.

L'imperatore del Sacro Romano Impero era anche re d'Italia con riferimento al regno italico dei Longobardi, la cui corona è nota come Corona Ferrea, in quanto circonda un cerchio di metallo che secondo leggende smentite dalle analisi storiche, sarebbe stato derivato da un chiodo della croce di Cristo, trovata da Sant'Elena imperatrice, la madre di Costantino.



L'ultimo sovrano a cingere la corona ferrea fu Napoleone Bonaparte, imperatore dei Francesi e re d'Italia.

lunedì 6 maggio 2013

I gioielli della Corona britannica

File:Imperial State Crown2.JPG

La Corona imperiale di Stato, che vediamo qui sopra, fu realizzata nel 1937 da Giorgio VI del Regno Unito sulle forme simili della precedente corona fatta realizzare nel 1838 dalla regina Vittoria. L'attuale corona è realizzata in oro e include quattro croci patenti e gigli, con due archi incrociati nella parte superiore. La corona include diverse pietre preziose: 2.868 diamanti, 273 perle, 17 zaffiri, 11 smeraldi e 5 rubini. Tra le pietre preziose presenti su questo serto si trova anche il Rubino del Principe Nero e il Diamante Cullinan. Due delle tre perle che si trovano sul fronte della corona erano già state indossate dalla regina Elisabetta I d'Inghilterra. Essa è attualmente utilizzata alla conclusione della cerimonia d'incoronazione quando il monarca lascia incoronato l'Abbazia di Westminster e durante l'annuale discorso d'apertura del parlamento inglese.
Qui sotto vediamo invece la Corona Imperiale d'India.

File:ImperialCrownOfIndia2.jpg


La Corona imperiale d'India fu creata quando Giorgio V del Regno Unito si recò in visita a Delhi come imperatore d'India. Per prevenire possibili furti, la legge inglese proibiva la rimozione dei gioielli della corona inglese dalla madrepatria. Per questa ragione fu realizzata una nuova corona da utilizzare e custodire esclusivamente in India anche se essa non venne poi di fatto mai utilizzata e fu aggiunta al patrimonio di regalìe inglesi.
Le regine consorti, mogli dei re inglesi, tradizionalmente indossavano la Corona di Maria di Modena, moglie di Giacomo II d'Inghilterra. Dall'inizio del XX secolo questa piccola corona si trovava in un pessimo stato di conservazione e come tale fu realizzata la Corona della regina Alessandra, di fattura più moderna proprio per la regina Alessandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII del Regno Unito. Un'altra corona, molto più simile a quella della regina Maria di Modena, fu creata dalla regina Mary, consorte di Giorgio V del Regno Unito che fu incoronato nel 1911. La nuova corona della regina consorte fu infine realizzata per Elizabeth Bowes-Lyon, madre dell'attuale sovrana. Quest'ultima corona fu anche utilizzata nel 2002 durante i funerali della regina madre quando essa fu posta sulla sua bara.


La Corona di sant'Edoardo fu realizzata nel 1661. Realizzata in oro, il suo disegno rappresenta quattro croci patenti e gigli, con due archi incrociati superiormente. Sormontante il tutto si trova un globo con una croce patente. La corona include 444 pietre preziose. Essa è attualmente utilizzata durante le cerimonie d'incoronazione dei monarchi inglesi, anche se questi diverse volte si lamentarono del suo eccessivo peso e della scomodità nell'indossarla.
File:Ströhl-Regentenkronen-Fig. 10.png

Due sono gli scettri che ufficialmente fanno parte dei gioielli della corona inglesi:
Lo Scettro di sant'Edoardo, realizzato nel 1661 e sormontato da una croce che nel 1910 che fu ridisegnato per accogliere il Diamante Cullinan, di oltre 530 carati di peso. Durante le incoronazioni è tenuto con la mano destra dal monarca.
Lo Scettro con la colomba realizzato anch'esso nel 1661 e sormontato da una colomba simboleggiante lo Spirito Santo e portato nella mano sinistra dai monarchi durante l'incoronazione.

File:EnglishCoronationRegalia2.jpg

Il Globo del Sovrano, una tipologia di globo crucigero costruito nel 1661 per simboleggiare il ruolo del re come difensore della fede. Durante le incoronazioni è tenuto nella mano sinistra dal monarca.
Il Piccolo Globo venne realizzato nel 1669 per Maria II d'Inghilterra durante la sua incoronazione assieme a Guglielmo III d'Inghilterra.
Cinque sono le spade di stato presenti nei gioielli della corona inglesi.
La Spada ingioiellata d'offerta creata sotto Giorgio IV del Regno Unito con i simboli del Regno Unito e che attualmente risulta l'unica spada presentata al monarca durante la cerimonia d'incoronazione, mentre le altre stanno davanti al sovrano.
La Spada di Stato, la più grande spada della collezione, presentata dal Lord Gran Ciambellano all'incoronazione e usata durante le sedute d'apertura annuali del parlamento.
Le altre tre spade utilizzate sono la Spada della Giustizia Spirituale la Spada della Giustizia Temporale e la Spada della clemenza.
Tra gli altri oggetti presenti nella collezione si ricorda l'anello realizzato per l'incoronazione di Guglielmo IV del Regno Unito nel 1831. Precedentemente ciascun monarca riceveva un nuovo anello a simboleggiare il proprio "matrimonio" con la nazione anche se dal 1831 fu sempre utilizzato questo anello.
Quando il sovrano viene unto dall'Arcivescovo di Canterbury con olio consacrato, l'operazione avviene per mezzo di un'ampolla con un cucchiaio. L'ampolla è costituita da un vascello d'oro a forma d'aquila e il cucchiaio è di argento dorato con perle. Il cucchiaio fu acquistato da Clement Kynnersley per sedici scellini quando Cromwell ordinò la distruzione delle regalìe inglesi; il cucchiaio risale probabilmente al XIII secolo ed è uno degli oggetti più antichi della collezione.

Una Coldstream Guards fuori dalla Jewel House nel complesso della Torre di Londra.
I gioielli della corona venivano tenuti tradizionalmente nella Torre di Londra dal 1303 dopo che essi erano stati rubati dall'Abbazia di Westminster. Dopo l'incoronazione di Carlo II essi vennero definitivamente collocati al sicuro nella Torre di Londra dietro apposita gabbia di protezione e potevano essere visitati dal pubblico dietro pagamento di una tassa al guardiano della torre. Ad ogni modo questa tradizione ebbe termine quando il colonnello Thomas Blood tentò di rubare i gioielli della corona dopo aver imbavagliato e picchiato il custode. Successivamente i gioielli vennero rinchiusi in una parte della torre, la cosiddetta Jewel House, dove delle guardie armate sono ancora oggi disposte a difesa.




domenica 5 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 35. Fidanzamento di Marvin e Alice.



La sera del quattro maggio, nella sala dei banchetti del castello di Gothian, l'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian chiese pubblicamente la mano di lady Alice de Bors, principessa di Alfarian, la quale accettò la proposta di matrimonio con grande gioia.
L'anello di fidanzamento era lo stesso che il nonno di Marvin, il principe Sephir Eclionner aveva donato alla sua futura moglie, la principessa Wensy Fujwara, che a sua volta lo aveva affidato a suo figlio Masrek, prima che partisse per la guerra, nell'anno della Primavera di Sangue. Molto tempo dopo Masrek che l'aveva a sua volta lasciato al figlio Marvin. Era un meraviglioso zaffiro circondato di diamanti su un anello di oro rosso.



Il nome dell'anello era Nenya, ed era uno dei tre anelli del potere, insieme a Narya, l'anello del fuoco che era passato in eredità ad Anakin Ataris Eclionner, e a Vilya, l'anello dell'aria, che era passato ad Alienor di Alfarian. Ma tra tutti Nenya era il più bello.
L'anello dell'acqua. Ma qualcuno lo chiama anche l'anello delle lacrime. 
Le lacrime della principessa Wensy. La principessa triste.



Alice sapeva che un giorno l'anello sarebbe appartenuto alla figlia che portava in grembo.
Marvin l'ha già vista adulta, nella Profezia. Senza quella visione, non avrebbe mai ripudiato sua moglie.



 Ma se un giorno Igraine tornasse da lui, e lui le dicesse:"Tu sei il mio rimpianto e non riesco a dormire"? 
Alice non conosceva interamente la Profezia. Alcune parti dovevano rimanere del tutto segrete, per impedire che gli eventi peggiorassero.
Cosa ha visto veramente nel nostro futuro? Nel nostro matrimonio? Oh, Marvin, almeno illudimi che sia per sempre!
Ma dove c'era la politica, il romanticismo svaniva.
Nel contratto di fidanzamento era prevista una data molto ravvicinata per le nozze, ma nel contempo c'era una clausola secondo cui Alice avrebbe ricevuto il titolo di Principessa Consorte, ma non sarebbe stata incoronata imperatrice.
Ufficialmente per rispetto ad Igraine, ma in realtà perché le consorti incoronate hanno la tendenza ad interferire nelle questioni di governo. Ed io ho già interferito fin troppo.
Bastava uno sguardo alla sala dei banchetti per capire quanto il suo fidanzamento fosse malvisto.
Non c'è nessun membro della Dinastia, nemmeno minore, neppure di un ramo cadetto.
Pochi erano gli Albini, pochi i Keltar, quasi nessun Lathear, ma in compenso c'erano molti Alfar.
Mio padre è divenuto ancora più potente, ma questa sera suscita più timore che simpatia agli altri commensali.



Lord Ywain de Bors, Duca di Amnisia e Governatore di Elenna sul Dhain era divenuto a tutti gli effetti un membro della Dinastia.
Forse diventerà Primo Ministro, visto che Mordred è stato rimosso anche da quell'incarico.
L'ascesa di Lord Ywain aveva generato invidie e perplessità, aggravate dalla presenza dell'anziana madre, lady Olenna de Bors, detta "la regina di spine", vedova del vecchio duca, il traditore Gallrian.



Le ombre riguardo all'amicizia di lady Olenna con Marigold di Gothian non erano mai state del tutto dissipate.
Tutti danno la colpa a me. Pensano che io abbia abbattuto la dinastia Eclionner  con la sola arma della seduzione. Non capiscono che io sono solo un tassello nel mosaico del Sentiero Dorato e della Profezia.
Il druido Gwydion era forse il solo che conosceva l'ultima Visione dell'Imperatore-Profeta.



Era rimasto uno dei pochissimi amici d'infanzia ad essere rimasto a fianco di Marvin.
I suoi amici invecchiano, molti sono già morti... ah, povero amore mio... quanto dev'essere triste la solitudine dei profeti, che sono compresi soltanto dagli dei, mentre gli uomini li trattano come cartomanti di second'ordine...
Marvin appariva sereno, ma Alice sapeva leggere nel profondo del suo animo e quello che vedeva era una malinconia insidiosa.
Il taedium vitae... glielo leggo negli occhi...



Molti dicevano, senza essere smentiti, che prima di intraprendere il Sentiero Dorato, l'Imperatore-Profeta avesse tentato il suicidio assumendo pozioni derivate dall'oppio.
Alice non se ne meravigliava.
In fondo la morte si sconta vivendo... lo insegnano anche ai bambini... ah, se solo riuscissi a trovare una breccia nella sua solitudine!
Era sempre stato solo. Fin da quando i suoi genitori l'avevano lasciato a Keltar Senia.
Non aveva ricordi di loro insieme, anche se se li era creati.



Pareva quasi che lui sperasse con tutto il cuore che accadesse qualcosa di diverso rispetto alla Profezia.
Darebbe tutto il suo impero per una novità, per qualcosa che lo sorprendesse, che deviasse da quel sentiero così tremendamente noioso.
Aveva sentito dire che da tempo Marvin aveva smesso di affacciarsi alle finestre del castello, specie quelle della torre centrale.
L'abisso è diventato una tentazione, come lo fu per la madre di suo padre, la povera principessa Wensy.
Istintivamente Alice ebbe paura del suo anello. Non aveva certo portato fortuna alla povera Wensy. Gliel'avevano dovuto staccare dal dito, quando avevano trovato il suo corpo senza vita, ai piedi della torre maledetta.
Avrebbero dovuto seppellirlo con lei. Il passato dovrebbe rimanere chiuso per sempre nella storia, e invece noi permettiamo a queste sopravvivenze di condizionarci ancora.
Marvin notò che Alice era turbata e le si avvicinò con gentilezza.
<<Ti prometto che il giorno del nostro matrimonio sarà meraviglioso, molto più felice di questa sera in cui le assenze ci turbano>>
Alice sorrise:
<<A me basta che ci sia tu. Il resto non ha importanza>>
Lui annuì, ma rimase silenzioso, come se non credesse a quelle parole, non tanto per mancanza di fiducia in lei, quanto piuttosto perché gli sembrava di essere indegno del suo amore.



Dopo averla osservata, prese il suo viso tra le mani e sfiorò le sue labbra con quelle della promessa sposa.
Era il primo bacio che si scambiavano in pubblico.
Alice sapeva che non era solo romanticismo. Era anche un messaggio.
Che tutti vedano quanto ci amiamo! Che sappiano che non stiamo recitando!
Sull'amore di Marvin nessuno aveva dubbi, ma sulla sincerità di Alice nessuno avrebbe scommesso.
Ma per fingere un amore, bisogna almeno conoscere che cosa sia questo sentimento.
Come si può definire l'amore? Forse partendo dall'assenza: si ama qualcuno quando si è consapevoli che si soffrirebbe moltissimo se questa persona non facesse più parte della nostra vita.
Sì, era una definizione dell'amore che teneva insieme tutto, anche l'affetto familiare.
L'amore si capisce dall'assenza. 



Cast

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian

Tamzin Merchant - Alice de Bors

Elizabeth von Wittelsbach - Wensy Fujiwara

Aerys I Targaryen - druido Gwydion

Mace Tyrell - Ywain de Bors

Olenna Tyrell - Olenna de Bors

Paul Atreides - Masrek Eclionner

Chani Kynes - Lilieth Vorkidian

James McAvoy - Marvin Eclionner Vorkidian da bambino

sabato 4 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 34. Lilieth comunica ad Igraine l'annullamento del matrimonio con Marvin.



Lilieth Vorkidian era già turbata di suo, dopo aver rievocato insieme ad Alienor le avventure di trent'anni prima, quando ricevette da Gothian una pergamena con il sigillo imperiale di suo figlio Marvin.
"Madre, lascio a voi il compito di consegnare, con le dovute cautele, il presente documento con cui, in facoltà del potere conferitomi dagli dei e dagli uomini, annullo il mio matrimonio con Igraine Canmore di Logres. Per compensarla di questo ripudio, la nomino Arciduchessa delle Highlands e le conferisco il diritto di usare il cognome Pendragon, al posto di quello Eclionner e di quello Vorkidian. Tali cognomi rimarranno comunque appannaggio di nostro figlio Arthur, che intendo nominare al più presto Re dei Keltar. In tal modo Igraine potrà ottenere anche il titolo di Regina Madre dei Keltar, mentre voi manterrete il titolo di Imperatrice Madre del Continente Centrale. So che, come sempre, vi chiedo molto, ma in questo momento è essenziale che voi ed io rimaniamo uniti come una persona sola. Con devozione e affetto, vostro figlio Marvin, Imperatore-Profeta di Gothian"
Lilieth se l'aspettava, ma rimase comunque infastidita, per il fatto che suo figlio le delegasse un compito così sgradevole, per quanto necessario.
Si recò immediatamente nelle stanze assegnate ad Igraine Canmore.



La trovò piuttosto pallida, magra e depressa, per quanto stesse cercando di mascherare col trucco e i gioielli le sue preoccupazioni.
Quando vide entrare Lilieth con in mano la pergamena, Igraine intuì che non erano buone notizie:
<<Lady Lilieth, vi prego, sedetevi a fianco a me. Se si tratta di brutte notizie, vi prego di essere dolce nel comunicarmele, perché il mio cuore, già sofferente, potrebbe spezzarsi>>
Lilieth prese per mano la nuora.
<<Mia cara Igraine, tu sai che mio figlio è sempre stato per me un motivo di grande preoccupazione, persino ora che sono anziana. Ma sappiamo entrambe che lui ha dedicato la sua esistenza ad un nobile scopo a cui il destino lo aveva assegnato fin da quando venne siglato l'Antico Patto. Ora, per la salvezza del Sentiero Dorato, è necessario un Nuovo Patto, che si sta delineando in base alla Profezia>>
Igraine annuì:
<<Il ritorno della Profezia è un bene in generale, anche se temo che per me significherà solo dolore>>
Lilieth le strinse la mano:
<<Non c'è solo dolore. Tuo figlio Arthur, che io amo più dello stesso Marvin, sarà incoronato Re dei Keltar, e tu sarai la sua Regina Madre, e avrai il titolo di Arciduchessa delle Highlands>>
Igraine capì qual era la contropartita di tutti quegli onori:
<<E' la mia "buonuscita", la mia liquidazione. Come la chiamano i giuristi? Trattamento di fine rapporto?>>
L'anziana suocera sospirò:
<<La Profezia ha mostrato tutta una serie di condizioni. A noi Vorkidian, tutto sommato, è andata meglio che ad altri. Ellis è in esilio, e così Mordred. Valyria è stata mandata a Lathena. Tu dopotutto vivevi a Caemlyn già da molto tempo. C'è stata solo una formalizzazione di una realtà già esistente. Marvin deve sposare Alice per regolarizzare la nascita della figlia che hanno concepito e che lui ha visto nella Profezia. Ma Alice non sarà incoronata. Il suo titolo sarà quello di  Principessa della Corona. E' stato un atto di rispetto nei tuoi confronti>>



Erano le alchimie dei divorzi nelle famiglie reali.
<<Tanto tempo fa, la seconda moglie del principe Charles di Galles, Camilla, rifiutò il titolo di Principessa del Galles, che le sarebbe spettato di diritto, per non offendere la memoria della prima moglie del principe, la compianta lady Diana Spencer. Così come la storia ricorderà per sempre Diana come Principessa del Galles, allo stesso modo ricorderà te, Igraine, come imperatrice consorte.>>
Igraine non aveva voglia di pensare ai titoli nobiliari:
<<Quello che più mi dispiace è che Marvin non abbia capito che io l'amavo davvero>>
Lilieth detestava prendere le difese del figlio, ma non poteva farne a meno:
<<Lui l'ha capito e non ne ha mai dubitato. Il vostro matrimonio è stato sacrificato sull'altare della ragion di stato. Anche Napoleone fu costretto a divorziare da Giuseppina perché l'Impero aveva bisogno di un erede>>
Era un esempio debole, e infatti Igraine lo smontò subito:
<<Un erede debole e malaticcio, che non regnò mai. Chi si ricorda più di Napoleone II di Francia, il duca di Reichstadt?>>

File:Le duc de Reichstadt.jpg

Gli esempi storici di Lilieth erano finiti, e anche la sua pazienza:
<<Il mio primo marito, Masrek Eclionner, mi ha lasciata dopo un solo anno di matrimonio per tornare a commettere incesto con sua sorella. Eppure io ho dovuto sopportare Ellis per altri trent'anni! Il mio secondo marito, Vyghar di Linthael, mi ha lasciata quando io non ho impedito che nostra figlia Helena fosse educata a Gothian da Marvin. Ho passato anni di prigionia tra i pirati di Tupile e anni di esilio a Keltar Senia in mezzo al fango e alle zanzare. Ora tu guardami in faccia. Ti sembra giusto, di fronte ad una persona nella mie condizioni, lamentarti per le condizioni infinitamente migliori che Marvin ti ha offerto?>>
Igraine, essendo madre, sapeva che nessuna donna poteva amare un uomo più di colei che l'aveva messo al mondo ed allevato.
<<Anch'io ho un esempio storico. Dicono che Aurelia, la madre di Cesare, abbia offerto se stessa agli dei purché aiutassero suo figlio a vincere la battaglia di Alesia, contro Vercingetorige di Gallia. Aurelia smise di mangiare e si lasciò morire di consunzione, e a chi le chiedeva perché facesse questo, lei sempre rispondeva: "Ad maiorem gloriam". Per la maggior gloria di suo figlio>>
Lilieth rimase scossa da quel confronto:
<<Se fosse utile per Marvin, io lo farei>>
Igraine annuì:
<<Allora sappiate, lady Lilieth, che anche io lo farei. Amo Marvin non meno di voi e se lui ritiene che gli sia più utile che io mi faccia da parte, io lo farò, accettando tutte le sue condizioni. E lo farò per lui, ad maiorem gloriam!>>


Cast

Alice Krige - Lady Lilieth Vorkidian, Imperatrice Madre

Jessica Chastain - Lady Igraine Canmore Pendragon di Logres, Regina Madre dei Keltar

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian, Imperatore-Profeta di Gothian

Tamzin Merchant - Lady Alice de Bors d'Alfarian

Napoleone II, Duca di Reichstadt - se stesso


venerdì 3 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 33. Ellis ed Irulan.



Ellis Eclionner era di pessimo umore la sera che, dopo una settimana di reciproca indifferenza, sua cugina Irulan, la Reggente di Lathena, venne finalmente a farle visita.
<<Irulan, non immaginavo che avresti ceduto. Ormai avevo messo in conto di dover essere io a fare il primo passo>>
La Reggente aveva uno sguardo divertito:
<<Ho saputo che sei caduta in disgrazia un'altra volta presso il nostro beneamato Imperatore-Profeta. Non mi sarei voluta perdere la tua faccia per nulla al mondo!>>



<<La tua faccia, invece, mia cara cugina, esprime una gioia del tutto immotivata. La Dinastia si sta disgregando, e tu non pensi ad altro che alle tue meschine vendette personali!>>
Irulan sorrise:
<<Vedo che non hai perso il vizio di identificarti con l'intera Dinastia. Posso assicurarti che gli Eclionner potranno sopravvivere anche senza di te e persino senza il tuo figlio bastardo>>
Ellis non volle accettare la provocazione:
<<Dimmi chiaramente che cosa vuoi!>>
La Reggente mostrò di apprezzare lo spirito pratico di sua cugina:
<<Cosa voglio? Fammi pensare... c'era un nome con cui nostro nonno Fuscivarian chiamava le alleanze politiche innaturali... le... ah... ora mi sfugge...>>
Ellis non voleva perdere tempo in quella specie di teatro dell'assurdo:
<<Le larghe intese. Le chiamava così. Quando due fazioni che si odiano decidono di allearsi per evitare di essere spazzate via. E dicono di farlo nell'interesse del paese, o del popolo o di qualsiasi altro utile idiota>>
Per un attimo un'espressione ammirata si disegnò sul volto di Irulan:
<<La tua capacità di sintesi mi ha sempre meravigliata. Voglio che mi sia rinnovata la Reggenza. In cambio avrai tutto il mio appoggio, e naturalmente quello della mia fazione>>
La richiesta era prevedibile:
<<Poco prima che tu arrivassi, io e Bial stavamo ricordando i vecchi tempi>>
Irulan sollevò gli occhi al cielo:
<<Povero Bial>>



<<Mi ha detto che ha perso i capelli ed è ingrassato a causa del troppo lavoro. Quando ero Reggente io, Bial aveva molto meno da fare. Ma con te... be', insomma... almeno uno dei due doveva lavorare, ed era preferibile che fosse quello che si intendeva di politica>>
Quando Ellis pronunciava la parola "politica", tutti provavano l'ebbrezza del "Gioco del Trono", ed Irulan non faceva eccezione:
<<C'è qualche possibilità di vincere questa partita?>>
Ellis scrollò le spalle:
<<Pochissime probabilità. Ma se non ci proviamo, abbiamo già perso. Io non ho nessuna intenzione di restare in vita ad assistere alla fine di tutto ciò che amo>>
Irulan si sentì raggelare:
<<Quando assumi quel tono melodrammatico, io temo sempre il peggio>>
Per quanto fossero sempre state rivali, erano comunque cresciute insieme, e si conoscevano reciprocamente meglio di chiunque altro.
<<In fondo io ho commesso un errore>> ammise Ellis.
Ad Irulan venne da ridere:
<<Un errore! Tu! Ma chi l'avrebbe mai detto?>>
Ellis ignorò ancora la provocazione:
<<Avevo creduto, sbagliando, che fosse comunque preferibile avere qualcosa e perderlo, piuttosto che non averlo avuto mai. Un grande amore, un figlio... e poi ancora un altro amore, e un altro figlio...>>



<<Da quel che ho capito Mordred è ancora più impulsivo e pericoloso di Elner>>
Era vero, ma quello che Ellis stava cercando di comunicare a sua cugina era qualcos'altro.
<<E' comunque mio figlio. Tu non puoi capire!>>
Irulan si mostrò offesa:
<<Avresti voluto in cambio la mia solitudine? Il mio sentirmi sempre incompleta fin dall'adolescenza?>>



Finalmente il tono della conversazione aveva perso quell'andatura da commedia brillante che non si addiceva affatto alla gravità del momento.
<<A volte si sta soli per sentirsi meno soli. E' sempre meglio che provare il senso di estraneità quando ci si rende conto che non potremo mai capire realmente la persona che amiamo, e ancor meno i nostri figli. Non sono nostri, appartengono al futuro, oppure alla morte, anche perché il futuro e la morte prima o poi coincidono>>
Irulan capiva, ma non voleva ammettere che la sua sofferenza fosse minore:
<<Ma almeno nel presente, nel momento della passione o in quello del gioco, c'è qualcosa che dà un senso alla vita!>>
Era il tipico discorso di chi non aveva mai avuto né amanti, né figli.
<<E' un'illusione che svanisce presto. Poi subentra la stanchezza, la noia, noia noia, maledetta noia... a volte persino la tristezza. Post coitum omne animal triste, dicevano gli antichi. E lo diceva anche un moderno, morto da poco>>



Irulan riconobbe la citazione. A Lathena il califfo era molto amato:
<<La sua era un'ottica maschilista, proprio come quella di Marvin!>>
Ellis scosse il capo:
<<Ti sbagli. Il suo messaggio riguardava tutti. Era un modo poetico per dire che alla solitudine non c'è rimedio. Il senso della vita lo si coglie da soli, nel momento in cui si è abbandonati, o ci si sente abbandonati, il che è uguale. Allora capisci che è tutto finto, vano... e senti che è reale solo la mancanza. E' in quel momento che si coglie il significato del tutto. Senza l'angoscia dello spirito, che è un'esperienza senza parole, non esiste alcun significato>>
Irulan conosceva il pessimismo radicale di Ellis, ma lo imputava ad eventi contingenti.
<<Dici questo perché le persone che hai amato ti hanno delusa>>
Ellis non sperava che Irulan potesse capire: era vissuta per troppo tempo sotto una campana di vetro:
<<La delusione è parte di ogni rapporto: ci aiuta a capire le ragioni degli altri. No, il Male è un'altra cosa. Il Male è quando capisci che qualcosa, o qualcuno, deve essere sacrificato per il Bene degli altri. Vorresti fare di tutto per salvarlo, ma sai che non è possibile. E' come se l'evento fosse già accaduto. Come leggere un libro sapendo già il finale. Marvin convive con questa maledizione, e per questo motivo merita la nostra pietà>>
Pietà? Irulan si sentiva confusa:
<<Lui non avrà pietà di noi, perché noi dovremmo averla di lui?>>
Ellis non ebbe dubbi nel rispondere:
<<Perché lui è quello che si è sacrificato per il bene di tutti, ed è quello che soffre più ogni altro>>



Cast

Anouk Aimée - Ellis Eclionner

Susan Sarandon - Irulan Eclionner

Varys, Maestro dei Sussurri - Bial l'Eunuco

Personaggio di Legend of Cryptids - Mordred Eclionner

Virginia Madsen - principessa Irulan da giovane

Franco Califano - se stesso

giovedì 2 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 32, Mordred affronta Marvin.



Mordred entrò nella Sala del Trono di suo padre senza farsi annunciare e senza rivolgergli alcun segno di rispetto.
<<Valyria mi ha detto tutto! Dunque mi vuoi gettare tra le braccia della vampira che non ti ha voluto! La Divoratrice di Cuori! E' così che tieni alla salute di tuo figlio?>>
Marvin, osservando la tracotanza di quel figlio che pareva già più vecchio di lui, si mise a ridere.
Questo offese doppiamente Mordred:
<<Le mie proteste fanno ridere il Mio Signore e Padrone?>>
Marvin annuì:
<<Confesso che mi hai divertito, ma questo non deve incoraggiarti a continuare su questo tono. Ultimamente non riesco a separare la comicità dalla tristezza>>
Mordred scosse il capo:
<<Non ho mai capito perché mi hai generato. Mi hai persino dato un nome che evoca il parricidio. Hai volutamente incoraggiato i miei istinti peggiori. Tutto questo ti diverte o ti rende triste?>>
Marvin si fece serio:
<<Gli Arcani Supremi pretendono sempre un prezzo, per ogni cosa. Se Ahura Mazda, tramite il Sentiero Dorato, fosse riuscito a salvare l'umanità dall'estinzione, allora Ahriman avrebbe voluto un contrappeso. Tu eri una parte di questo contrappeso>>



Mordred annuì:
<<Tu hai visto il futuro. Dimmi, allora... io ti ucciderò?>>
L'Imperatore-Profeta sollevò le spalle:
<<Non te lo posso dire. Provaci anche adesso se vuoi, ma non è questa la mia ora>>
Mordred valutò l'opzione, ma si rese conto che suo padre era imbattibile in duello.
Riuscì ad abbattere persino il Conte di Gothian, prima ancora della metaforfosi!



Da quel giorno, il castello di Gothian era stato suo.



Mordred era nato e cresciuto a Gothian, ma ora si rendeva conto che lì non era più persona gradita.
Daenerys ha detto che devo andare via con lei, e raggiungere il covo degli Albini indomiti, l'Ultima Thule.



Daenerys aveva garantito che lì sarebbero stati accolti da suo fratello Viserys.



Da anni Viserys stava preparando una guerra dei vampiri Albini contro l'Imperatore-Profeta, per riprendersi Gothian e il regno dell'Artico.
Per Mordred il pensiero di finire in quei luoghi gelati era terrificante.
<<Manderesti quindi tuo figlio tra le nevi e i vampiri?>>
L'Imperatore-Profeta non era certo felice di quella prospettiva, ma la profezia era inesorabile:
<<E' il tuo destino. Se facessi qualcosa per cambiarlo, toccherebbe a tutti noi una sorte ben peggiore>>
Mordred non aveva mai creduto a quel discorso:
<<Mia madre si schiererà contro di te. Le hai già sottratto un figlio. Non permetterà che tu lo faccia di nuovo!>>
Anche questo era stato messo in conto.
<<Le spie di Ellis ti hanno messo in guardia. Bene, allora affidati alla loro protezione>>
Quei discorsi apparivano privi di senso:
<<Sembra che tu stia organizzando una rivolta contro te stesso. Il tuo Sentiero Dorato richiede addirittura la ricerca del sacrificio?>>
Marvin sospirò:
<<Non c'è niente da ricercare: io so cosa succederà, e so che ogni mio intervento peggiorerebbe solo la situazione, per questo non posso rivelarti niente. Ti farei solo del male>>
Mordred assunse un'espressione sdegnata:
<<Mi stai già facendo del male!>>
L'Imperatore afferrò il figlio per un braccio:
<<Qualunque altra decisione sarebbe stata molto più dannosa sia per te che per tutti gli altri. Ci sono degli snodi, nella storia, dei punti in cui è consentito al Profeta di scegliere, in base a ciò che ha visto. Ebbene, io da una parte ho visto la distruzione dell'umanità intera, mentre dall'altra c'era il Sentiero Dorato. Tutto il resto è stata una conseguenza di quella decisione. Preferivi che avessi optato per l'altra alternativa?>>
Il principe lo fissò con occhi carichi di rancore:
<<Un vero genitore preferirebbe la fine dell'umanità piuttosto che la sofferenza di suo figlio!>>
Marvin aveva già vissuto quella scena infinite volte, nelle sue visioni, eppure quella frase lo fece soffrire molto di più di quanto avesse previsto.
<<L'unico modo di preservare completamente un figlio dalla sofferenza è non farlo nascere. Questa è l'unica colpa di cui mi sento responsabile. Una colpa che mi accomuna con tutti gli altri padri dell'universo>>




Cast

Personaggio di Legends of the Cryptids - Mordred Eclionner

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Alucard di Castlevania - Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian

Viserys Targaryen - Viserys do Gothian

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian