domenica 16 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 140. Marigold sfida Alienor



Ancora una volta Alienor di Alfarian si trovava faccia a faccia con la sua principale nemica, l'imperatrice Marigold di Gothian.
<<L'acqua che brucia... mi era stato predetto che il nostro ultimo incontro sarebbe avvenuto vicino all'acqua che brucia, e così è>>
Nella baia di Lathena, infatti, l'olio nero fatto scaricare da Marigold si era infiammato e pareva dunque che le acque del mare bruciassero.
L'imperatrice sorrise compiaciuta:
<<Incontro o scontro? In ogni caso, entro oggi, tutte le nostre questioni in sospeso saranno risolte. Vieni qui a fianco a me, mia piccola Alienor. In ricordo dei vecchi tempi, quando ero la tua istitutrice>>
Non era un gesto di amicizia, ma soltanto un modo per far vedere agli uomini che la trattativa principale doveva riguardare l'eterno diverbio tra le due donne.



Si sedettero in due scranni a fianco della tenda pretoria, con le guardie imperiali di Elner XI.
E adesso viene il peggio...
Elner XI e Vyghar di Linthael si fronteggiavano guardandosi con reciproca antipatia.
L'imperatore parlò per primo:
<<E così voi sareste il famoso lord Vyghar, conte di Linthael e capo dei pirati dell'Alleanza di Tupile! Il Pirata gentiluomo!>>



<<Esattamente, caro cugino! Sì, avete sentito bene: io sono vostro cugino per parte di madre! Mia nonna era una Eclionner! E sono anche l'Ammiraglio della flotta che si è ammutinata. Per cui vi conviene trattarmi con rispetto!>>
Elner XI non si scompose: <<Sono una persona educata, per cui vi accetto, senza bisogno di ulteriori formalità, nella grande dinastia degli  Eclionner. Ora però ditemi le vostre condizioni per la pace!>>
Vyghar ricambiò il sorriso: <<Sire et cher cousin, la prima richiesta è di confermare il mio titolo di Ammiraglio della Flotta imperiale e di consegnare un pagamento in oro ai pirati che mi hanno sostenuto in questa impresa. La seconda richiesta è quella di concedere la piena indipendenza a tutte le popolazioni nere del sud del Continente. La terza è la nomina di Bial l'Eunuco a Primo Ministro. Infine, ma non meno importante, dovete consegnarci vostra moglie Marigold!>>
A quelle affermazioni, l'imperatore divenne cupo e minaccioso.



<<Caro cugino, diamoci pure del tu. Non ho difficoltà a confermarti Ammiraglio, né a pagare i tuoi pirati per il "disturbo", né a concedere ai Neri l'indipendenza dal mio impero e nemmeno a nominare il caro Eunuco Primo Ministro. Ma se vuoi mia moglie, cugino, allora vieni avanti, e combatti da uomo con me!>>
Improvvisamente Marigold scattò in piedi:
<<Un momento! L'antica profezia dice che io sarò sconfitta soltanto per intervento di Alienor di Alfarian! Credo che la cosa interessi anche ai miei nemici...>>
Il vicecomandante Lorran Plum intervenne subito:
<<Alienor non è né una guerriera, né una strega come voi, lady Marigold! La state solo confondendo!>>



L'imperatrice notò subito che il giovane Lorran era innamorato di Alienor. Era evidente dalla foga con cui prendeva le sue parti.
<<Moderate i toni, ser Lorran! Se tenete tanto alla principessa, perché non combattete voi, in nome di Alienor, contro mio marito?>>
Alienor intervenne:
<<No Lorran, non farlo! Lascia che sia Vyghar a battersi! Ha più esperienza di te!>>
Il giovane ne fu offeso:
<<Credete che io sia meno bravo di Vyghar? Io l'ho battuto mille volte con la spada! Dimostrerò a tutti che non c'è bisogno di un titolo nobiliare per diventare dei guerrieri imbattibili! Vyghar, tu mi sei testimone, sai quanto sono forte!>>
I due pirati si guardarono.
Vyghar annuì:
<<Ser Lorran dice la verità. Non ho conosciuto mai uomo più abile di lui nel battersi con la spada>>
Alienor sospirò:
Devo concedergli il diritto di battersi, non posso umiliarlo davanti a tutti. Ma porrò le mie condizioni!
Sollevò le mani:
<<E va bene! Lorran sarà il mio campione, ma alle mie condizioni! Per prima cosa il duello non sarà all'ultimo sangue: non voglio che nessuno muoia! Secondo, Marigold deve promettere che in caso di sconfitta, rinuncerà al trono e andrà in esilio a Gothian per sempre!>>
Ci fu un lungo periodo di silenzio.
Marigold si volse verso Elner e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Dall'espressione di Elner, Alienor capì che gli aveva confidato qualcosa di molto importante.
Alla fine l'imperatore annuì e disse:
<<Accetto le condizioniIn caso di mia sconfitta,  Marigold perderà ogni potere e sarà condotta in esilio a Gothian. Vi ho fatto molte concessioni, ma c'è una cosa sola su cui non transigo. Io resterò imperatore, anche in caso di sconfitta in duello. Giurate di riconoscermi, ora e fino alla mia morte, unico e legittimo Imperatore dei Lathear e di rispettare le leggi del mio impero?>>
Vyghar guardò Lilieth, la quale guardò Alienor, che annuì, forse troppo precipitosamente:
<<Questo è il Nuovo Patto e su questo giuriamo!>>
Posero le mani a turno in quelle dell'imperatore Elner.
Lilieth esitò: <<Secondo le leggi del vostro impero, voi non siete il legittimo sovrano. Il vero erede è mio figlio Marvin! Come potete chiederci di rispettare le leggi che voi stesso non rispettate, Elner?>>



Marigold intervenne: <<Il Senato ha regolarizzato la successione di Elner. I senatori clericali, che sono la maggioranza, mi dovevano un favore. Ho fatto bruciare una cinquantina di eretici. Ora è tutto a posto>>
Alienor guardò Lilieth con una tacita implorazione a non insistere nel rivendicare un trono che Marvin non aveva mai desiderato.
Perdonami Lilieth, ma non abbiamo altra scelta... mi ci hai portato tu fino a qui, ed ora dobbiamo andare fino in fondo.
Si rivolse a Lorran con sguardo fermo:
<<E' il momento! Si proceda col duello!>>



N.d.A.
Nel capitolo di oggi, la principessa Alienor di Alfarian è rappresentata da Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targarien, ne "Il trono di spade" ("A game of thrones") dalla serie "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Allo stesso modo Marigold di Gothian è rappresentata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister nella stessa serie televisiva.
L'imperatore Elner XI Eclionner è rappresentato da Tom Hiddleston, nel ruolo di Loki in "Avengers".
Vyghar di Linthael e Lorran Plum sono rispetttivamente rappresentati da Johnny Depp e Orlando Bloom nella serie di film "Pirati dei Caraibi".
Lilieth Vorkidian è rappresentata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon, duchessa di Cornovaglia e regina di Britannia, in "Camelot".

sabato 15 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 139. Continua la battaglia di Lathena



Elner XI Eclionner, imperatore dei Lathear, era giunto appena in tempo
A a capo della sua Legione Dorata e di altre truppe raccolte durante il viaggio, era riuscito intervenire in difesa della sua capitale, Lathena, che era stata attaccata via mare dai Pirati e via terra da sud dai Neri che vivevano oltre il deserto.
In questo momento gli altri Eclionner stanno marciando verso Elenna sul Dhain, a nord, per cui ci sono solo io, qui a sud, a difendere Lathena.
E puntò il dito sulla mappa, dove la Città Eterna si trovava ai bordi di un grande golfo all'interno del Continente Centrale e dell'impero Lathear, contrassegnato in giallo.



Ma si attendeva aiuto anche dall'interno.
Marigold! Se è vero che sei la Custode del Fuoco Segreto e che reggi la fiamma di Atar, usa i tuoi poteri per sconfiggere i nostri nemici!
E proprio in quel momento, Marigold di Gothian, mantenne la sua promessa, realizzando, col petrolio scaricato in acqua e le fiamme scaturite dalle sue dita, quello che la veggente del monte Konar aveva previsto: l'acqua che brucia.



Le fiamme fecero arretrare le navi dei Pirati, che erano stati avvertiti da Alienor riguardo a quel rischio.
Per farvi fronte avevano trasportato su ciascuna nave catapulte piene di acqua e di materiale antincendio, oltre che attrezzature ignifughe per difendere le navi. 

File:Naval Battle of Navarino by Garneray.jpg

Dal versante marittimo si era giunti ad una situazione di stallo. L'assedio continuava, ma non progrediva.
Allo stesso modo sul versante terrestre gli scontri tra i Lathear e i Neri mostravano una sostanziale equivalenza.
I Neri hanno messo in campo la loro legione migliore: la falange Zulu di Ker.
La situazione non si sarebbe sbloccata prima della reciproca distruzione di tutte le truppe in campo.



Bisognava impedire che il tutto si trasformasse in una inutile carneficina.
Elner XI si volse al suo vicecomandante:
<<Fate sventolare la bandiera bianca! Voglio parlamentare con i capi nemici!>>
L'ufficiale si inchinò:
<<Subito, Maestà!>>
La bandiera venne affissa su una collina prospiciente il golfo di Lathena, in modo che la potessero vedere tutti, sia dentro che fuori la città, compresi i pirati in mare.



Le attività belliche si fermarono.
<<Seguitemi con la bandiera in un punto della costa, dove sia possibile raggiungerci. Dobbiamo a tutti i costi trovare un Nuovo Patto che ponga fine a questa guerra assurda>>
La lucidità e le buone intenzioni di Elner XI vennero apprezzate sia dai suoi legionari che dai nemici, i quali mandarono a parlamentare i loro capi.
Si vide così che da una navi dei pirati sbarcava l'ammiraglio Vyghar di Linthael, seguito dal  vice Lorran Plum dalla principessa Alienor di Alfarian e da lady Lilieth Vorkidian.
Elner li accolse con gentilezza, e allo stesso modo salutò con rispetto il re degli Zulu di Ker e Jandola.
Dalla Porta del Mare di Lathena, in tutta la sua splendente e fiammeggiante bellezza, uscì Marigold di Gothian.



Appena vide ElnerXI, il suo sorriso fu lievemente adombrato dalla minacciosità dei suoi occhi.
<<Caro marito, vi ringrazio per essermi venuto in soccorso in queste così spiacevoli circostanze>>
L'imperatore baciò la mano alla moglie, senza alcuna ombra di affetto.
<<Siamo qui per evitare un massacro. Se riusciremo a stabilire un Nuovo Patto, giurando in nome dei nostri Dei, allora ognuno di noi avrà la sua parte e la pace potrà tornare nell'impero e nel Continente Centrale>>
Tutti si guardarono tra loro: Vyghar, Lorran, Alienor, Lilieth e  Shaka VIII, re degli Zulu di Ker e Jandola.
Non sarà una trattativa facile. Potrebbero essere necessari alcuni duelli per risolvere tutte le questioni in sospeso.

P.S. Da oggi il blog si concentrerà sul romanzo, poiché si avvicina alla fine (anche se poi ci sarà un sequel). Per cui da adesso in avanti ogni giorno ci sarà un post sul romanzo, fino alla fine del romanzo stesso. Poi deciderò il da farsi tenendo in considerazione anche i sempre maggiori impegni del lavoro e del tirocinio.

N.d.A. 
Marigold di Gothian è rappresentata da Lena Headey, nel ruolo di Cersei Lannister ne "Il trono di spade" ("A game of thrones") dalla serie "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" (A Song of glace and fire) di George Martin.

venerdì 14 dicembre 2012

La mitologia germanica: il Beowulf e i Nibelunghi



La prima espansione dei Germani in età antica precristiana è indicata in questa mappa:

File:Germanic tribes (750BC-1AD).png

La mitologia germanica in senso stretto comprende quella tedesca e quella anglosassone, mentre in senso lato comprende anche quella nordica norrena, a cui è molto simile, ma rispetto alla quale presenta alcune differenze:
1)  nei nomi delle divinità,
2)  nella visione cosmologica,
3) nelle fonti letterarie da cui è desunta, che sono sostanzialmente due poemi: il Beowulf per gli anglosassoni (questo poema fu studiato e interpretato in maniera interessante anche da Tolkien) sia il  Canto dei Nibelunghi (da cui Wagner trasse famosissima serie di opere liriche "L'anello del Nibelungo", e da cui Tolkien trasse l'idea dell'anello come elemento centrale del suo più famoso romanzo).


1) I nomi delle divinità. Conosciamo gli dei germanici, gli Asi e i Vanir, grazie soprattutto alle fonti scandinave. Asi e Vanir ricordano gli Asura e i Deva indoiranici, mentre le Norne ricordano le Parche/Moire greco-romane che presiedono il destino umano.Gli dei principali sono Wotan (Re degli Dei, corrispondente del norreno Odino), Thor (il fabbro, dio della guerra), Freyr e Freya (le divinità della fertilità e dell'abbondanza). Baldur o Baldr è il figlio prediletto di Wotan, che viene ucciso da Loki, il dio della discordia e della distruzione.



2) La cosmologia.  C'è un corrispondente all'Yggdrasil svedese, si tratta dell'Irminsul, una gigantesca quercia situata nella Bassa Sassonia tedesca, che fu fatta distruggere da Carlo Magno quando sconfisse i Sassoni e li cristianizzò con la forza. dopo averne massacrati la maggioranza.
Ecco il simbolo dell'Irminsul, che continuò a vivere nella Sassonia tedesca come ricordo delle proprie tradizioni, in segno di opposizione alla violenza dei franchi carolingi.



Dopo la morte gli eroi possono accedere al Walhalla, il paradiso dei guerrieri,



Il Walhalla è dunque molto importante nella cosmologia germanica.

Altrettanto importante è il concetto di Ragnarok, la battaglia che si combatterà alla fine dei tempi tra le forze del Bene e quelle del Male  e che porterà alla distruzione dell'universo e ad un suo nuovo inizio. Rispetto all'Apocalisse cristiana, dove avviene il giudizio universale ed regno millenario di Cristo ("Terre nuove e cieli nuovi"), nel Ragnarok tutto finisce affinché tutto ricominci dalle origini, da una nuova creazione.



3) Le fonti letterarie.

Il Nibelungenlied, ovvero Canto (Canzone) dei Nibelunghi (tradotto in italiano anche col titolo I Nibelunghi) è un poema epico scritto in alto tedesco medio nella prima metà del XIII secolo. Narra le vicende dell'eroeSigfrido alla corte dei Burgundi e la vendetta di sua moglie Crimilde, che porta ad una conclusione catastrofica e alla morte di tutti i protagonisti.
Il poema andò perduto nel XVI secolo ed è giunto a noi in diversi manoscritti che presentano un insieme di differenze e varianti. Si compone di circa 8.000 versi, raggruppati in quartine e articolati in 39 canti detti "avventure". I manoscritti furono recuperati nel XVIII secolo e divennero molto noti nell'Ottocento romantico ispirando, fra gli altri, Richard Wagner, che su di essi basò la sua celebre tetralogia L'anello del Nibelungo.


L'anello del Nibelungo (in tedesco Der Ring des Nibelungen ascolta[?·info], altrimenti detto Tetralogia) è un ciclo di quattro drammi musicali di Richard Wagner, che costituiscono uncontinuum narrativo che si svolge nell'arco di un prologo e tre "giornate":
Inoltre il tema dell'anello ha ispirato, come è noto, il romanzo di Tolkien, "Il Signore degli Anelli".


Il Nibelungenlied è basato su temi eroici germanici precristiani (la Niebelungensaga), che includevano la narrazione, tramandata oralmente, di eventi storici realmente accaduti fra il V e VI secolo. La letteratura mitologica norrena ha un parallelo di questi temi nella Saga dei Völsungar e nella Atlakviða.
L'autore del poema è un anonimo dell'area del Danubio, fra Passavia e Vienna, e ha composto l'opera fra il 1180 e il 1210, forse alla corte del vescovo di PassaviaWolfger von Erla (in carica dal 1191 al 1204). Secondo molti studiosi l'autore era probabilmente una persona istruita della corte del vescovo e scriveva per i chierici e per i nobili di corte. È stato suggerito che l'autore possa essere Konrad von FußesbrunnenBligger von Steinach o Walther von der Vogelweide, ma si tratta esclusivamente di ipotesi.



Il Beowulfè un poema epico, incompleto ed anonimo, scritto in una variante sassone occidentale dell'anglosassone (o inglese antico). La datazione è tuttora incerta, tuttavia gli indizi più significativi finora raccolti dagli studiosi tenderebbero a collocarla attorno alla metà dell'VIII secolo. Con i suoi 3182 versi, è il più lungo poema anglosassone. Il poema si apre con la costruzione di un'immensa dimora per ordine del re danese Hrothgar a Heorot, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel, un "vagabondo delle marche", un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver studiato la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio.




In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati (i Goti che abitavano, probabilmente, la Svezia meridionale). Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" (dotato di una statura e di una forza sovraumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi). Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude, e in un terribile combattimento riesce a strappare un braccio all'Orco e causarne la morte.
I festeggiamenti al Cervo sono appena iniziati quando, la notte successiva, il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita in una dimora subacquea nascosta nei paludosi e nebbiosi acquitrini di una "marca" remota e inquietante.



 Beowulf offrirà ancora il suo sostegno al re e si recherà, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'Orchessa, riuscendone ancora vittorioso. Tuttavia, è da evidenziare una escalation drammatica nel fatto che, per affrontare l'Orchessa, Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, non rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida esplicitamente alla cotta e alla sua spada (che peraltro si rivelerà insufficiente), ed alla fine riesce ad avere la meglio solo in virtù di una spada eccezionale e prodigiosa, trovata in una circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente perito nello scontro.
In una subitanea accelerazione della narrazione, Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna pacificamente per 50 anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un drago(quest'ultimo noto con vari nomi quali il serpente di fuoco, il verme di fuoco o semplicemente il verme). La figura del drago di Beowulf rappresenta un esempio canonico a cui si è certamente ispirata molta letteratura successiva, anche contemporanea (si pensi ai draghi di Tolkien): il drago di Beowulf è una serpe alata e volante; sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro (come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua).

giovedì 13 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 138. Inizia l'assedio di Lathena



Il dieci maggio dell'anno 1000 dalla fondazione dell'Impero Lathear, la capitale imperiale, Lathena, fu attaccata via mare dalla flotta dei pirati e via terra dall'esercito dei Neri del Wekth di Jandola e Ker.
A guidare la flotta pirata era lord Vyghar, conte di Linthael e ammiraglio della fratellanza corsara.




Vyghar era sicuro che la città non avrebbe potuto resistere a lungo.
Proveremo a prenderla per fame e per sete.
Il suo unico dispiacere erano le perplessità di Lilieth riguardo al metodo di quell'assedio.





La flotta era ben equipaggiata ed i canali della città, permettevano di circondarla facilmente.



C'erano però due problemi che impensierivano Vyghar.
I poteri di Marigold sul fuoco e l'arrivo imminente della Legione del Sole di Elner Eclionner.
Questi due elementi avrebbero potuto creare dei grossi problemi.
Il peggio deve ancora venire...

mercoledì 12 dicembre 2012

La mitologia scandinava o norrena.



Con mitologia nordicamitologia norrena o mitologia scandinava ci si riferisce alle credenze religiose pre-cristiane e alle leggende di popoli scandinavi (Danesi, Svedesi, Norvegesi), inclusi quelli che colonizzarono l'Islanda e le Isole Fær Øer, dove le fonti scritte della mitologia norrena furono assemblate. È da ritenersi pressoché separata da quella germanica (che include anche la strettamente correlata mitologia anglo-sassone), che è più tarda e con cui vi sono solo alcuni punti in comune in quanto le divinità della mitologia germanica sono trasposizioni di quelle norrene.
La mitologia norrena non è frutto di una "religione rivelata", in quanto priva di una fondazione storica individuale. Per la maggior parte dell'età vichinga venne trasmessa oralmente e le nostre conoscenze al suo riguardo sono principalmente basate su testi medievali (in particolare le due versioni dell'Edda), compilati successivamente all'introduzione del cristianesimo.
Nel folklore scandinavo, queste credenze sono durate a lungo anche successivamente al medioevo, in alcune aree rurali si sono conservate fino ai nostri giorni, venendo di recente rivivificate o reinventate, come l'Ásatrú o Odinismo. La mitologia norrena si è conservata anche come fonte d'ispirazione letterariaproduzioni teatralecinematografica e videoludica.



Secondo la mitologia norrena la terra si chiama Miðgarðr (lett. "recinto centrale"). Circondata dalle acque, alla sua sommità si trova Asgarðr, la dimora degli dei, raggiungibile unicamente tramite Bifröst, il ponte dell'arcobaleno.Giganti vivono all'esterno del mondo, al Nord, in un luogo chiamato Jötunheimr ("Paese dei giganti"). La dea Hel governa il sotterraneo regno omonimo, luogo predestinato ai defunti. Nel Sud vi è l'infuocato e misterioso reame di Muspell, il Múspellsheimr dimora dei giganti del fuoco. Ulteriori regioni dell'immaginario norreno sono Álfheimr dimora degli "elfi chiari" (ljósálfar), Svartálfaheimr dimora degli elfi oscuri (ma questa divisione tra elfi è fatta unicamente dal poema di Snorri), Niðavellir le miniere dei Nani.



Come si è detto le fonti principali della mitologia norrena sono le due versioni dell'Edda:

1) L'Edda in prosa (conosciuta anche come Edda di Snorri o Edda recente), è un manuale di poetica norrena che contiene anche molte storie di mitologia norrena. Il suo intento era di fare capire ai lettori e ai poeti norreni le sottigliezze dei versi allitterativi (versi che ripetono spesso gli stessi suoni), e di afferrare il significato celato di molte kenningar di uso frequente nella poesia norrena. Fu scritta dal dotto storico islandese Snorri Sturluson attorno al 1220. Sopravvive in sette manoscritti principali, scritti all'incirca fra il XIV e il XVII secolo.
L'Edda in prosa è composta da un prologo e tre parti:
  1. Fyrirsögn ok Formáli (intestazione e prologo)
  2. Gylfaginning (l'inganno di Gylfi) (20.000 parole circa), nel quale Snorri presenta i miti e le divinità più importanti, attraverso episodi tratti dalla cosmogonia e dalla mitologia.
  3. Skáldskaparmál (dialogo sull'arte poetica) (50.000 parole circa), nel quale Snorri si occupa delle metafore (kenningar), molto in voga presso gli scaldi.
  4. Háttatal (trattato di metrica) (20.000 parole circa), nel quale l'autore esamina i ritmi e i tipi di strofa

2) L'Edda poetica (anche nota come Edda in poesia o Edda maggiore) è una raccolta di poemi in norreno, tratti dal manoscritto medioevale islandese Codex Regius. Insieme alla Edda in prosa di Snorri Sturluson, l'Edda poetica rappresenta la più importante fonte di informazioni a nostra disposizione sulla mitologia norrena e sulle leggende degli eroi germanici. I ventinove canti che compongono l'Edda poetica, di differente antichità e provenienza, possono essere divisi più o meno in due categorie: i primi dieci canti sono di argomento sapienziale-mitologico e riguardano le imprese degli dèi; i seguenti diciannove sono di argomento eroico, incentrati - tranne il primo, il Carme di Völundr - sulle gesta degli eroi dei Völsunghi, tra cui spiccano Helgi e Sigurðr. Presenti solamente in manoscritti recenti rispetto al Codex Regius, non anteriori al XVII secolo, sono, invece, altri due carmi eddici: Grógaldr (Incantesimo di Gróa) e il Fjölsvinnsmál (Il lamento di Fjölsvidhr), editi normalmente assieme col nome di Svipdagsmál (Il lamento di Svipdagr). Lo Svipdagsmál è un poema epico simbolico che presenta varie similitudini con un canto canonico dell'Edda poetica: Skírnismál(Il discorso di Skírnir).



In principio c'erano il mondo del ghiaccio Niflheimr e il mondo del fuoco Muspellsheimr e tra di essi Ginnungagap, un "vuoto sbadigliante", nel quale non viveva niente
Qui fuoco e ghiaccio si incontrarono, dando forma al gigante primordiale, Ymir e alla vacca cosmica, Auðhumla il cui latte nutrì Ymir. La mucca leccò il ghiaccio, dando forma al primo dio Buri, che fu il padre di Borr, padre a sua volta del primo Æsir, Óðinn, e dei suoi fratelli, Víli e . Da Ymir discese invece la razza dei Giganti. Quindi i figli di Bor, Óðinn, Víli e Vé, uccisero Ymir e con il suo corpo formarono il mondo.
Gli dei regolavano il passaggio dei giorni e delle notti, così come delle stagioni. I primi esseri umani furono Askr ed Embla (frassino e olmo), formati dal legno e portati in vita ancora da Óðinn, Víli e Vé[1]Sól è la dea del Sole, una figlia di Mundilfœri, data in sposa a Glenr. Ogni giorno cavalca nel cielo sul suo carro trainato da due cavalli chiamati Alsviðr e Árvakr. Sol è perennemente inseguita da Sköll, un lupo che vuole divorarla (probabile spiegazione delle eclissi), e che prima o poi la raggiungerà. Fratello di Sol è Máni, la Luna, anch'egli inseguito da un lupo, Hati. Uno scudo, chiamato Svalinn, si interpone tra la Terra e il Sole, per impedire che questi bruci il suolo con la sua eccessiva violenza.
La veggente descrive quindi il grande albero Yggdrasill e le tre norne che tessono le trame del fato ai suoi piedi. Quindi descrive la guerra primordiale tra Æsir e Vanir e l'omicidio di Baldr. A questo punto rivolge la sua attenzione al futuro.

Al termine del tempo le forze del caos prenderanno il sopravvento, spezzando le loro catene. Guidate da Loki, daranno il via al Ragnarök, la battaglia finale tra la luce e la tenebra.
Le due forze contrapposte si annienteranno a vicenda, distruggendo con loro l'intera creazione. Dalle sue ceneri, tuttavia, un nuovo mondo risorgerà, una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir (salvatisi dal Ragnarök nascondendosi nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill a seconda delle varie credenze), ripopolerà Miðgarðr, ricominciando così un ciclo di ascesa e decadenza.

martedì 11 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 137. Il Conte Fenrik e gli Elfi Oscuri




Dal palazzo reale di Elenna sul Dhain, dove aveva posto la sua residenza, il Conte di Gothian meditava sulla trasformazione in atto degli Alfar in Vampiri.
L'ordine 666 ha prodotto risultati sorprendenti.
Alcuni Alfar sottoposti alla procedura non si erano limitati a trasformarsi in vampiri.
Sono diventati qualcosa d'altro. Qualcosa con pelle scura, bluastra o violacea. I capelli bianchi o neri. Le orecchie appuntite, come i loro progenitori.
C'era una sola spiegazione possibile per quella metamorfosi.
E' il sangue elfico che ha prodotto quell'effetto. A contatto col sangue dei vampiri ha prodotto un ibrido...sono diventati elfi della notte... Elfi Oscuri...




Fenrik non sapeva se era veramente possibile fidarsi di loro.
Alcuni hanno evocato la protezione di Morrigan, la dea della guerra, della passione e della notte.
Era sempre stata una potente avversaria dei vampiri.



La maggior parte di quegli Elfi Oscuri aveva comunque dichiarato il proprio appoggio alle forze di Gothian.
Sono validi guerrieri. Ridurranno i miei nemici in poltiglia. Sterminerò la dinastia Eclionner una volta per tutte!



Alcuni Elfi Oscuri avevano più somiglianza con i Vampiri, ed erano quindi considerati l'aristocrazia del regno.
Ho donato loro terre e castelli. E l'eternità...



Alcuni avevano dimostrato una predisposizione per la magia nera.
Ho insegnato loro i segreti del Necronomicon, della Clavicula Salomonis, e del Grimorio Supremo. 
La stregoneria li aveva resi ancora più letali.





Alcuni però erano caduti vittima di una strana forma di malinconia.



Gli stessi figli minori della regina Alyx di Alfarian, e cioè Ingrid e Axell, non accettavano l'autorità del Conte e speravano in un ritorno della loro sorella maggiore Alienor.



Per il momento il Conte evitava di affrontare la questione, anche se li teneva sotto costante controllo da parte della sua guardia personale.
Troverò un sistema per assoggettarli completamente! Dovranno vivere nel terrore di me! Che mi odino pure, purché mi temano!
Sarebbe arrivato il giorno della resa dei conti anche con la resistenza degli Alfar e dei loro principi, ma prima c'era qualcosa di più importante.
Ucciderò tutti gli Eclionner con le mie stesse mani. Marvin rimpiangerà di essere nato, il giorno in cui lo condannerò a una morte lenta e dolorosa, come era solito fare il mio antenato materno, il conte Vlad Tepes l'Impalatore, che costruì il castello di Gothian, destinandolo al dominio del mondo.



lunedì 10 dicembre 2012

Ortografia, questa sconosciuta: accenti e apostrofi


Tranquillizzo le mie lettrici abituali dicendo che questo post è rivolto genericamente ad un pubblico occasionale, che magari capiterà qui per caso. Chi è mia amica anche su Facebook saprà della mia fissazione per l'ortografia: del resto è il mio mestiere, insegnare ai pargoli a esprimersi in modo corretto. Può succedere che si commettano errori di battitura e di distrazione: succede spesso anche a me. Però, mi capita spesso, su Facebook, di trovare errori di ortografia che regolarmente si ripresentano.  Io non voglio apparire pedante, però credo che potrebbe essere utile una rinfrescata alla memoria con 5 brevissime e semplicissime regolette:

1) L'accento non è la regola, ma l'eccezione.  Meno lo usate, meglio è.

2) Esempi di casi in cui non ci vuole l'accento:  - Io do qualcosa a qualcuno. 
                                                                             - Io so qualcosa.
                                                                            - Egli sa qualcosa.
                                                                            - Egli va da qualche parte
                                                                            - Ella sta bene.
                                                                            - Io sto bene.
                                                                            - Quella cosa fa male.
                                                                            - Sono qua (o qui)


3) Esempi in cui ci vuole l'accento: - Egli dà qualcosa a qualcuno.
                                                          - Io vivo là (o lì)
                                                          - Ti dico di sì.
                                                          - Tre volte al dì.


4) L'apostrofo nei verbi non va confuso con l'accento

5) Si usa l'apostrofo nei casi di imperativo dove avviene un troncamento: - Va' via, per favore!        
                                                                                                                         - Sta' fermo, ti prego!
                                                                                                                         - Fa' le cose per bene!

                                                                                                                         - Di' qualcosa!


Sono piccoli accorgimenti che vanno tenuti presente. Perdonatemi se ogni tanto salta fuori l'insegnante delle medie che è in me!

;-)




domenica 9 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 136. Alienor e Lilieth discutono sulla guerra.






























Ormai era stato tutto deciso riguardo all'imminente attacco navale e terrestre a Lathena, capitale dell'impero Lathear, ma Lilieth Vorkidian, regina madre dei Keltar, nutriva forti riserve su quel progetto e non ne fece mistero con Alienor di Alfarian, erede al trono del regno degli Alfar.
<<Quando ho iniziato questa missione per riportare i legittimi eredi sul trono imperiale, non intendevo certo farlo scagliando una flotta di pirati su Lathena>>
Alienor nvece era favorevole all'operazione:
<<Non ti fidi di Vyghar e di Lorran?>>
Lilieth scosse il capo:
<<Di loro sì, è di tutti gli altri che non mi fido!>>
La principessa degli Alfar non poteva darle torto:
<<Eppure dobbiamo combattere Marigold con le armi che abbiamo. Non vedo altro modo>>
La lady dei Keltar sospirò:
<<Elner potrebbe assalirci da terra, con la sua Legione Dorata. Sarebbe un massacro...>>
Alienor non poteva negare nemmeno questo:
<<I Neri delle province equatoriali verranno in nostro aiuto. Alla fine riusciremo a trovare un accordo per la successione, un compromesso che escluda Marigold dal potere>>
C'era molta convinzione nelle sue parole.
Alienor voleva portare a compimento la sua missione per detronizzare la sua antica dama di compagnia.



<<Non verranno certo gratis>> obiettò Lilieth  <<C'è lo zampino dell'Eunuco dietro a tutto questo. Nessuno è abile quanto lui nel gioco del Trono, e alla fine sarà proprio lui a decidere chi ha vinto e chi ha perso>>
La principessa rifletté su questo punto:
<<Dobbiamo cogliere tutti di sorpresa! Se riusciamo ad aprire una breccia nelle mura prima degli altri, potremo negoziare da una posizione di forza. Io credo che sia possibile, se usiamo l' "acqua che brucia", come mi suggerì l'oracolo del monte Konar>>
Lilieth le rivolse uno sguardo interrogativo:
<<L' "acqua che brucia" è l'effetto che si verifica quando dell'olio nero galleggiante si incendia. Ma non vedo come potremmo utilizzarla...>>
<<Ascoltami Lilieth... l'unico punto accessibile delle mura è quello sopra il fiume, prima del porto. Nel momento in cui la marea sospinge la corrente all'interno della città, noi dovremo colare l'olio nero nell'acqua, e poi dargli fuoco. Si creerà un incendio proprio nel punto più fragile delle mura. A quel punto concentreremo i lanci delle catapulte sempre in quella zona. Se si apre la breccia, Lathena cadrà molto prima che ogni altro esercito possa raggiungerla>>
La donna non parve convinta:
<<Il fuoco è l'elemento in cui Marigold è più forte. Non dimentichiamo che è la custode del fuoco segreto, e regge la fiamma di Atar, suo padre, il demone del fuoco. Anche se la città bruciasse, Marigold non potrebbe in alcun modo essere danneggiata>>
Alienor ebbe la risposta pronta:
<<Ma rimarrebbe l'imperatrice di cosa? Di rocce annerite e carne bruciata? Che resti pure imperatrice della Gehenna, che resti la Signora delle ceneri...>>



<<Sarebbe una strage per gli abitanti di Lathena. Non dobbiamo macchiarci di un simile delitto!>>
Questa era l'unica argomentazione di Lilieth a cui Alienor non era in grado di rispondere.
Come potrò mai sconfiggere Marigold senza danneggiare anche i suoi sudditi? 
Era il dilemma di tutte le guerre.
<<Anche le guerre più giuste, Lilieth, hanno avuto vittime civili. Non possiamo illuderci di prendere Lathena senza spargimenti di sangue innocente. E' una tragica realtà, le guerre sono fatte così>>
Gli occhi di Lilieth sembrarono guardare a qualcosa di lontano: <<Alienor, tu parli così della guerra perché non l'hai mai vista né conosciuta. Non eri ancora nata quando ci fu la guerra tra i Lathear e gli Alfar, nell'anno della Primavera di Sangue. Io avevo diciotto anni, ricordo tutto molto bene. Vidi la ritirata delle truppe di Sephir Eclionner, che facevano razzie in tutte le città dei Keltar. Il nome degli Eclionner era maledetto e anche per questo volli che mio figlio portasse il mio cognome e non quello di suo padre. Non voglio ora che il cognome dei Vorkidian si macchi per una strage di innocenti>>
Nemmeno Alienor voleva una cosa simile.
Mi hanno detto che devo distruggere Marigold, ma con quali mezzi?
Sospirò:
<<Cosa suggerisci di fare, allora?>>
Lilieth chiuse gli occhi e scosse il capo:
<<Non lo so. Ero convinta che Marigold sarebbe stata detronizzata dopo che le prove dell'illegittimità di Elner fossero state rese note. E invece non è successo. E' andato tutto storto, Alienor... io posso dirti solo quello che non dobbiamo fare. Non dobbiamo provocare la morte di innocenti. Se lo facessimo, diventeremmo come la parte  peggiore di coloro a cui ci opponiamo>>

N.d.A.

Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani, nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Alienor di Alfarian è interpretata da Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor".
Marigold di Gothian è interpretata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister in "Il trono di spade" da "Le  Cronache del Ghiaccio e del Fuoco".