sabato 1 dicembre 2018

Mappa del Regno sotterraneo dei Nani di Moria e itinerario della Compagnia dell'Anello

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Nell'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, quelle di Khazad-dûm (Moria) erano le più grandi miniere mai costruite dai nani, nonché uno dei loro reami più potenti e splendenti. Esse erano infatti note anche con il nome di Khazad-dûm, il Reame di Nanosterro.
Situate nella parte centrale delle Montagne Nebbiose, furono fondate da Durin il senzamorte agli albori della Prima Era. Al tempo erano solamente delle caverne di Azanulbizar, la Valle dei Rivi Tenebrosi, il successivo arrivo di nani della stessa stirpe di Durin, prima, e dalle distrutte Belegost e Nogrod, successivamente, contribuì all'espansione geografica delle miniere, tanto da raggiungere le quaranta miglia da un lato all'altro della montagna, e all'ascesa del Regno, che diventò così il più ricco e il più influente dei regni dei nani.
La ricchezza di Khazad-dûm, a differenza di quelle degli altri regni nanici, non stava nei gioielli, né nel ferro (seppur questi materiali siano stati abbondanti nelle miniere, i nani potevano ottenerli con il commercio), ma nel mithril, o veroargento, prezioso metallo bramato da molti popoli della Terra di Mezzo. Moria era infatti l'unico luogo conosciuto dove era possibile reperirlo, ma così come fu fonte di ricchezza, il mithril fu anche causa di rovina per la stirpe di Durin. Scavando sempre più in profondità, infatti, i nani risvegliarono un Balrog di Morgoth, un essere orrendo fuggito da Thangorodrim un'era prima e rifugiatosi nelle viscere delle Montagne Nebbiose. Esso decimò i nani e causò la fuga degli stessi dalle miniere. Ai tempi de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli, le miniere erano ormai un luogo tenebroso, dalla terribile fama, dimora di un innumerevole numero di OrchiTroll e dello stesso Balrog.

Il nome

Il nome khuzdûl dell'antico regno nanico era Khazad-dûm, che significa letteralmente Casa dei nani. La parola è composta da Khazâd, che sta per "nani" e dûm, che sta per "casa". Gli elfi, inizialmente, usavano il termine sindarin Hadhodrond, traducibile come Sotterranei dei Nani, essendo Hadhod traducibile in "nani" e rond in "sotterranei" o case a voltaCasarrondo, termine usato dai Noldor, ha lo stesso significato. Nella lingua corrente, veniva utilizzato il termine Phurunargian (inglesizzato in the DwarrowdelfNanosterro nella traduzione italiana). Dopo la fuga dei nani a causa del Balrog, e la successiva colonizzazione da parte di orchi e troll, le miniere presero il nome di Moria, termine sindarin, ma usato in tutte le lingue dell'ovest della Terra di Mezzo, traducibile in "Pozzo nero", essendo la parola composta da mor "nero", e -ia "pozzo, abisso". Nonostante il nome Moriarichiami quello biblico di Moriah (il luogo dove Abramo avrebbe dovuto sacrificare il figlio Isacco), lo stesso Tolkien negò con fermezza ogni possibile analogia.

Storia

Età degli Alberi

La leggenda narra che Durin il Senzamorte, il più anziano dei padri dei nani, svegliatosi alle pendici del Monte Gundabad non molto tempo dopo che i primi Elfi si svegliassero, decise di incamminarsi da solo verso sud. Arrivato ad Azanulbizar, la Valle dei Rivi Tenebrosi, rimase stupito dalla bellezza della valle e delle circostanti caverne naturali, e giungendo infine sulle sponde del Mirolago (che chiamò Kheled-Zarâm), notò che quel grande lago ovale era dotato di capacità magiche: sebbene il sole brillasse alto nel cielo, nelle sue profondità oscure si scorgeva uno scintillare di stelle. Chinatosi, Durin vide quelle stelle riflettersi e brillare come una corona sulla sua testa, e lo prese come il segno che quel luogo sarebbe diventato la dimora del suo popolo. Alla fine della Terza Era era ancora presente un monolite istoriato in ricordo di quell'evento. Tornato alle pendici del Monte Gundabad, Durin condusse il suo popolo nella valle da lui scoperta, e si stabilì nelle grotte, che in poco tempo furono trasformate in grandi sale, corridoi infiniti e profondi labirinti che si estendevano in tutta la lunghezza e la larghezza delle viscere delle tre vette sovrastanti, Bundushathûr, Zirak-Zigil e Barazimbar "(...) ivi colpiva l'incudine il martello / ivi l'incisor scrivea operando lo scalpello / ivi il minator scavava e il murator costruiva con fatica (...)" (SdA, Libro II, Capitolo IV).

Prima Era

Per tutta la Prima Era, i nani fecero di Khazad-dûm un importante centro commerciale. Ferro, gemme, e oro venivano venduti a Belegost e Nogrod, nel nord, nelle valli tra il Celduin e Carnen, ad est, o nella vicina valle dell'Anduin. Essi finirono anche per colonizzare le Montagne Grigie, controllandone anche i passi che conducevano nel Beleriand, e i Colli Ferrosi. Seppur citato nella lunga serie di reami coinvolti nelle Battaglie del Beleriand, esso fu sempre neutrale, ottenendo una tregua dalle ostinate e terribili incursioni degli Orchi che Morgoth riteneva più utile usare su altri fronti.
Con l'arrivo di popoli Edain nell'Eregion, regione sulla quale si affacciavano i cancelli occidentali di Khazad-dûm, i Lungobarbi stabilirono forti relazioni con questi, beneficiandone: gli uomini gli fornivano cibo, e loro ricambiavano andando a lavorare nei loro villaggi come artigiani, e fornendo loro armi.
Per quanto riguarda i rapporti con gli Elfi Silvani della Grande Foresta Verde e di Lothlórien, non avendo sufficienti notizie, possiamo solo presupporre che vi fossero, anche se a volte non erano del tutto cordiali, come dimostrerebbe il fatto che, nella Seconda Era, gli Elfi Silvani di Oropher abbandonarono le loro abitazioni in prossimità di Amon Lanc per spostarsi più a sud.

Seconda Era

Nei primi secoli della Seconda Era i nani avevano assunto il pieno controllo delle Montagne Grigie, di Erebor e dei Colli Ferrosi, nonché di tutta la parte orientale delle Montagne Nebbiose, fino ai confini con la terra di Lórien e, grazie all'arrivo dei Nani da Belegost e Nogrod, fuggiti dagli Ered Luin a causa della distruzione del Beleriand, alla scoperta del Mithril e al consolidamento delle relazioni con gli Uomini del Nord (grazie ai quali riuscirono a fronteggiare le invasioni degli orchi dopo la caduta di Angband, garantendo sicurezza e prosperità ad entrambi i popoli), Khazad-dûm accrebbe in potenza e influenza.
I rapporti con gli elfi silvani e quelli di Lórien rimasero controversi, ma lo stabilimento dei Noldor, gli elfi fabbri, in Eregion, intorno al 750, portò importanti cambiamenti nel rapporto tra i nani di Khazad-dûm e gli Elfi. Furono avviati forti legami non solo a livello commerciale, ma anche livello di amicizia e reciproca ammirazione, con i Nani che aprirono una porta ad ovest per favorire il traffico tra le comunità. Il Mithril, ammirato ed apprezzato dai Noldor fu largamente utilizzato per la fabbricazione di splendidi gioielli, e da ambedue i popoli che contribuirono ad accrescere lo splendore della regione.

Terza Era

Con la Terza Era arrivò il declino di Khazad-dûm. Anche se per lungo tempo il regno dei nani fu un luogo sicuro, il numero dei suoi abitanti diminuì, sicché molti dei grandi palazzi, simboli dell'apogeo nella Seconda Era, rimasero vuoti e bui.
La crisi demografica non intaccò tuttavia la potenza commerciale, che rimase per secoli forte e florida. Ma quando Sauron si insediò a Dol Guldur, il Bosco Atro e molte zone circostanti caddero sotto la sua ombra. Gli orchi si insediarono e si moltiplicarono nelle caverne delle Montagne Nebbiose, tagliando le comunicazioni con gli altri regni dei nani, essendo le strade nelle Valli dell'Anduin e nel Bosco Atro diventate pericolose, abbandonate o sorvegliate da creature mostruose arrivate insieme con il dominio del Negromante.
Nonostante la crisi, sia sul fronte demografico che su quello commerciale, i nani continuarono ad estrarre ed a esportare mithril. Essendo i filoni superficiali del prezioso metallo quasi tutti esauriti, essi scavarono sempre più in profondità e con sempre più cupidigia sotto il Caradhras, risvegliando un Balrog di Morgoth, un essere orrendo fuggito da Thangorodrim un'era prima e rifugiatosi nelle viscere delle Montagne Nebbiose: esso decimò nani, nell'anno 1980 della Terza Era questa creatura uccise il re di Khazad-dûm Durin VI, e l'anno seguente suo figlio Náin I[1]. I Lungobarbi, che vivevano per intero a Moria furono costretti a lasciare la loro patria e vagare per varie zone della Terra di Mezzo. La maggior parte dei discendenti di Durin si rifugiò nel Ered Mithrim, mentre Thráin I, figlio di Náin I e nipote di Durin VI fondò il regno di Erebor. Svuotata dai nani e scomparsi anche gli elfi che vivevano al confine occidentale, Moria divenne dimora di un gran numero di orchi e di troll.
Molti secoli dopo Thrór, ormai vecchio e disperato, si diresse a Khazad-dûm. La sua mente ormai ottenebrata lo spinse a entrare in quella che era la "sua" dimora, solo per venire brutalmente assassinato da un orco di nome Azog. Nove anni dopo, suo figlio Thráin combatté gli Orchi ad Azanulbizar; la battaglia si trasformò in un massacro. Thráin fu storpiato, mentre il giovane Dáin Piediferro decapitò Azog. La vittoria arrise ai Nani, ma non fu una vittoria da festeggiare. I morti erano innumerevoli, non vi era tempo per erigere un simile numero di tombe in pietra. Così i superstiti spogliarono i loro morti, prima di bruciarli su immensi roghi; per alimentarli i Nani disboscarono l'intera valle di Azanulbizar. Thráin non entrò nell'avita dimora, dietro consiglio di Dáin.
«[...] "Al di là dell'ombra il Flagello di Durin è in agguato. Il mondo dovrà cambiare e qualche altro potere dovrà sopraggiungere prima che il popolo di Durin varchi di nuovo la soglia di Moria."»
Un tentativo importante per riconquistare Khazad-dûm venne fatto da Balin, un nano amico di Bilbo Baggins, che guidando un gruppo di consanguinei rientrò a Moria e si proclamò re. Il tentativo fallì e tutti i nani vennero uccisi come si deduce dal libro che viene trovato vicino alla tomba di Balin dalla Compagnia dell'Anello durante il suo attraversamento delle miniere.
La profezia di Dáin si avverò solo poco dopo il passaggio della Compagnia dell'Anello: quasi alla fine del loro viaggio nell'oscurità, infatti, la compagnia fu attaccata dagli orchi e dallo stesso Balrog, che precipitò insieme a Gandalf nell'abisso del ponte. Il duello continuò tuttavia nelle viscere delle montagne, per proseguire nella Scala Infinita e nella Torre di Durin, dove Gandalf sconfisse il suo nemico e gettò la sua carcassa contro il fianco di Zirakzigil. La battaglia prese il nome di "Battaglia del Picco".

Quarta Era

Dopo la morte del Balrog ad opera di Gandalf il Grigio, secoli dopo l'inizio della Quarta Era, il re Durin VII (discendente da Thorin III Elminpietra) riportò il suo popolo a Khazad-dûm, ritrovando quanto rimaneva delle immense ricchezze di Khazad-dûm. Darà inizio alla rifondazione di Khazad-dûm e alla nuova ricerca dell'Ascia di Durin.

Geografia

Le miniere di Moria si estendevano per quaranta miglia in linea d'aria dai cancelli occidentali a quelli orientali, sotto tre delle più alte vette delle Montagne Nebbiose e dell'intera Terra di Mezzo: Celebdil il bianco, Fanuidhol il grigio e il Caradhras. Non è nota la sua estensione in altezza, anche se doveva sicuramente essere molto elevata. La parte più antica, situata nel versante orientale delle montagne, era caratterizzata da ampi saloni cavernosi con pilastri scolpiti nella pietra dura con le sembianze di maestosi alberi. La parte più recente era situata nel versante opposto ed aveva, probabilmente, saloni meno ampi. Le vie di comunicazione più importanti all'interno delle miniere si potevano distinguere dalle altre perché più larghe e non avevano aperture ai lati. Negli abissi più profondi, nonostante i nani non vi avessero mai lavorato, vi erano delle gallerie scavate da esseri che rodono la terra, che persino Sauron non conosce, essendo più vecchi di lui, come riferito da Gandalf.

Cancelli occidentali

Le Porte di Durin, o cancelli occidentali, erano l'ingresso occidentale al regno di Khazad-dûm. Furono costruiti nella Seconda Era, quando i rapporti tra i Nani e gli Elfi dell'Eregion erano maggiori di quanto non lo fossero mai stati.
Furono costruiti da Elfi e Nani. Fu Narvi, forse il più grande artigiano dei Nani, a progettare e costruire i cancelli; Celebrimbor, Signore dell'Eregion, li decorò con l'ithildin: fu inciso l'emblema di Durin, un martello e un'incudine coronata con sette stelle, gli alberi gli Alti Elfi e la stella della Casa di Fëanor.
I cancelli furono progettati in modo che, dall'interno, bastasse una semplice spinta per aprirli. Un nano, tuttavia, avrebbe avuto bisogno dell'ausilio di un compagno per aprirli. Per questo, i nani tennero sempre una guardia nei pressi di essi, che avrebbe aiutato un nano ad uscire, o avrebbe fermato qualsiasi intruso volesse fuggire. Dall'esterno, nessun nano, elfo o uomo avrebbe potuto aprire le porte, se non a conoscenza della parola magica.
Le porte rimasero aperte per parecchi anni, con delle sentinelle che sedevano ai lati, per velocizzare il commercio tra i Nani di Khazad-dûm e la gente di Celebrimbor. Ma furono chiuse dopo che l'Eregion fu distrutto dalla guerra tra Sauron e gli Elfi. Anche se le porte non sono più menzionate fino ai fatti antecedenti la Guerra dell'Anello, senza dubbio il Popolo di Durin avrà aperto e chiuso le porte numerose volte prima dell'arrivo del Balrog nel 1980 TE, quando Khazad-dûm era ancora, seppur scarsamente rispetto al passato, popolata.
Quando la Compagnia passò nei pressi dei cancelli, trovò che le arti di Sauron avevano profondamente trasformato il luogo: il Sirannon (un torrente che passava nei pressi delle porte) era stato arginato e riempiva l'intera vallata antistante, apparendo come un cupo e malsano stagno. Quest'ultimo era abitato dall'Osservatore nell'acqua, una creatura senza nome, strisciata fuori delle profondità delle montagne, che attacca la compagnia, prima che questa avesse varcato le soglie di Khazad-dûm.
Sulla porta d'ingresso di Khazad-dûm c'è scritto: « Ennyn Durin Aran Moria / Pedo mellon a minno » cioè « Le porte di Durin Signore di Moria / Di' amico ed entra ». Gandalf prova per lunghi istanti con varie parole e incantesimi; infine Gandalf intuisce che il significato della frase è « Di' "amico" ed entra » e non « Di', amico, ed entra », perciò la parola chiave è "mellon" che significa appunto "amico". Nell'adattamento cinematografico di Peter Jackson è Frodo ad avere quest'intuizione.

Camera di Mazarbul

La Camera di Mazarbul era, anticamente, la camera degli scritti del regno. Era situata in un corridoio della ventunesima sala dell'estremità Nord, in cui la luce del giorno penetrava da profondi pozzi. Durante il viaggio nell'oscurità, la Compagnia dell'Anello entrò nella camera, dove trovò la tomba di Balin, che li aveva deciso di stabilire la sua dimora durante l'ultimo tentativo di riconquistare la città-miniera. Oltre all'ingresso principale, che si affacciava nella ventunesima sala, vi era un'altra porta, più piccola, che dava su delle scale che conducevano ai saloni dell'antica Khazad-dûm. Nella camera si trovavano varie casse di legno, distrutte dagli orchi, e varie asce e scimitarre, segno di una disperata resistenza da parte dei nani. Gandalf rinvenne all'interno della sala il Libro di Mazarbul, un'epopea del popolo di Balin. Proprio durante la lettura di quest'ultimo, un gruppo di orchi proruppe nella ventunesima sala e diede battaglia alla compagnia, che riuscì infine a scappare. Una parte o la totalità della camera venne distrutta dalla tensione causata dai contro-incantesimi del Balrog e di Gandalf durante il tentativo di quest'ultimo di chiudere la porta con la magia.

Il Ponte di Khazad-dûm

Il ponte di Khazad-dûm era un esiguo ponte di pietra che attraversava una voragine per condurre ai cancelli orientali delle miniere. Il ponte era stato concepito con un'esigua larghezza per facilitarne la difesa: qualsiasi esercito nemico avesse preso le sale e i corridoi esterni, avrebbe potuto camminare solo in fila indiana per raggiungere l'interno delle miniere, il che avrebbe facilitato il compito dei difensori nani ed impedire al nemico di penetrare. Il ponte crollò durante il duello fra il Balrog e Gandalf, che precipitarono nell'abisso.

Cancelli Orientali

L'ingresso principale di Khazad-dûm era situato ad est delle Montagne Nebbiose, dove si affacciava su Azanulbizar. Questo ingresso era conosciuto come il Cancello di Dimrill. Le grandi porte erano precedute da un ampio salone, con enormi colonne ed alte finestre che consentivano la penetrazione della luce del giorno. Prima della loro distruzione, sui cancelli erano incise rune di diverse lingue con divieti ed ammonimenti per chiunque avesse intenzione di entrare nel regno nanico senza l'autorizzazione del re. Dopo la fuga dei nani, i grandi cancelli giacevano a terra, rotti e consunti dalle intemperie. Nel corso dei secoli, tanti avvenimenti, più o meno importanti, si svolsero nei pressi di queste porte: davanti a queste si svolse la guerra fra nani ed orchi per vendicare Thror, la cui testa decapitata e sfregiata fu gettata proprio da quella porta alcuni anni prima. Gandalf entrò a Moria attraverso il cancello di Dimrill per cercare Thráin II, scomparso nel 2845. Anche Aragorn passò attraverso questo cancello durante uno dei suoi viaggi nella terra di mezzoGollum varcò il cancello nell'agosto 3018 con lo scopo di raggiungere i cancelli occidentali per poi dirigersi verso la contea. Dopo il duello sul ponte di Khazad-dûm e la caduta nel baratro di Gandalf, Aragorn portò il resto della compagnia fuori dalle miniere attraverso questo cancello.

L'Interminabile Scala

L'Interminabile Scala partiva dall'abisso più basso delle miniere e terminava nella vetta di Celebdil. I nani dubitavano della sua esistenza, considerandola una leggenda, ma Gandalf confermò la sua esistenza a Gimli durante il racconto del suo duello con il Flagello di Durin, che, tra l'altro, causò la distruzione della parte superiore di esse. L'altezza della scala non è nota, ma Gandalf disse di essere salito per molte migliaia di passi in una spirale ininterrotta. La scala avrebbe dovuto avere proporzioni veramente colossali, infatti essa parte da abissi sconosciuti persino ai nani per condurre fino ad una delle più alte vette della Terra di Mezzo.

Moria nel viaggio della Compagnia dell'Anello

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: La Compagnia dell'Anello (romanzo).
Durante il viaggio verso sud, l'antica Khazad-dûm, ora Moria, diviene per la Compagnia dell'Anello l'unico percorso possibile per attraversare le montagne: la breccia di Rohan è troppo vicina a Isengard e le terre lungo il mare sono sorvegliate; infine, il passo del Caradhras, la via proposta da Aragorn, si presenta subito ostile e pericolosa: la Compagnia è aggredita da una terribile tempesta di neve, certamente provocata da qualche malvagia volontà, che riduce all'impotenza gli hobbit e costringe i viaggiatori a tornare indietro. Dopo l'ascesa, non senza difficoltà, dal Caradhras, Gandalf riunisce la compagnia in consiglio e suggerisce l'attraversamento delle miniere, nonostante l'iniziale riluttanza della maggior parte dei viandanti.
Dopo un'incursione da parte di un branco di lupi, respinta dalle arti magiche di Gandalf, la Compagnia giunge alle porte occidentali delle miniere: chiuse e dimenticate, esse sono situate in una profonda gola montagnosa invasa da un lago oscuro e limaccioso creato artificialmente con l'ostruzione delle acque del fiume Sirannon, il Rivo del Cancello. L'apertura delle porte si rivela però più complessa del previsto, essendo porte magiche, che rispondono solo a parole segrete ormai dimenticate. Dopo ore di tentativi, Gandalf riesce a decifrare l'enigma delle porte (la cui parola-chiave è nascosta nell'iscrizione «Di' "amico" ed entra»), ma nello stesso istante in cui le porte si spalancano, dalle profondità dell'oscuro lago emergono dei tentacoli, che si avvinghiano alla gamba di Frodo. Dopo che lo hobbit è sottratto al mortale pericolo e tutti si sono posti in salvo oltre l'ingresso delle miniere, l'Osservatore nell'Acqua avvinghia i battenti delle porte e li chiude rovinosamente alle spalle dei fuggiaschi, che non hanno altra scelta che proseguire.

Un viaggio nell'oscurità

Per decine di miglia, Gandalf guida alla luce del suo magico bastone i viaggiatori per l'immensa città sotterranea dei nani, composta da un labirinto oscuro e pericoloso di scale, corridoi, sale disabitate disseminate di crepacci e trappole appositamente create per la difesa dagli invasori. Per esorcizzare il desolante silenzio, Pipino fa cadere un sasso in un profondo pozzo oscuro, con grande disappunto di Gandalf: dalle profondità della terra giunge un inquietante martellio, come un segnale, che ben presto, però, si perde nell'eco, tranquillizzando i nove viandanti. Dopo aver superato il primo serio scacco, quello di scegliere la via giusta, la compagnia si incammina verso la ventunesima sala dell'estremità nord, giungendovi a notte fonda. In questi luoghi, secondo Gandalf, grazie a profondi pozzi, era possibile vedere la luce del giorno. Durante il suo turno di guardia, a Frodo pare di scorgere due occhi gialli e pallidamente illuminati che lo spiano da lontano.
A fianco del salone, la Compagnia trova la Camera di Mazarbul, un vano fiocamente illuminato da un pozzo aperto verso il cielo, al cui centro giace la tomba di Balin, signore di Khazad-dûm. È così che Gandalf e Gimli apprendono del fallimento dell'ultimo tentativo dei nani di reimpadronirsi del loro reame.

Il Ponte di Khazad-dûm

Nella Camera di Mazarbul i viaggiatori si attardano a leggere il diario degli ultimi giorni di vita della guarnigione di Balin, quando improvvisamente il battito di tamburi già udito in precedenza e momentaneamente assopitosi, rompe nuovamente il silenzio, facendosi rapidamente sempre più vicino. Dalla parte del salone centrale giunge un violento attacco di orchi, capeggiati da un gigantesco troll di caverna. La resistenza è accanita e serrata, e i nemici vengono sbaragliati facilmente, ma Frodo è colpito da un violento colpo di lancia, che lo lascia a terra come morto, rialzandosi poco dopo con grande sorpresa di tutti. La compagnia cerca di fuggire da una uscita secondaria, cercando di serrare la porta alle loro spalle, quando sopraggiunge un nuovo nemico, in grado di forzarla con la sola volontà. Con grande sforzo, Gandalf riesce a tenere bloccata la porta, ma la tensione è tale che la camera di Mazarbul crolla, lasciando Gandalf stesso debole e quasi cieco. Incomincia la fuga disperata verso l'uscita est di Moria. Ancora guidati da un esausto Gandalf, i viaggiatori sbucano nell'ultimo salone, nel cui centro percorso da un'immensa voragine si alzano delle fiamme, e da lì, poco dopo, emerge il Balrog. La Compagnia si avventa sul ponte portandosi all'estremità opposta, mentre Gandalf, cerca di opporre resistenza al nemico, riuscendo a frantumare con la magia il sottile ponte di pietra sotto i piedi del Balrog: questi precipita nell'oscurità, ma prima di scomparire avvinghia con la sua frusta le ginocchia di Gandalf, che cade così con esso nelle immense profondità della terra. Gandalf è caduto, ma i suoi compagni sono salvi e possono correre, benché accecati dalle lacrime, fuori dalle miniere.

Adattamenti

Film

Nel film d'animazione di Ralph Bakshi, le miniere di Khazad-dûm appaiono come un'interminabile labirinto fatto di archi, scale, e crepacci. Essendo una pellicola animata, i colori usati non danno l'idea dell'oscurità come nel libro o negli altri adattamenti. Nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson, il regista neozelandese si è sostanzialmente basato sulle illustrazioni di Alan Lee, con la differenza che, a parte il Ponte, l'architettura è interamente costituita da poligoni, e non contiene minimamente curve.

Videogiochi

Sulle miniere di Khazad-dûm è anche basato un vecchio gioco in stile rogue. Lo scopo del gioco è di raggiungere il fondo di un labirinto delle miniere e uccidere il Balrog. A questo gioco si sono ispirati anche altri videogiochi, come Angband e Diablo. Le miniere sono presenti anche sul gioco da tavolo de Il Signore degli Anelli, ideato da Reiner Knizia. La prima espansione al gioco MMORPG Lord of the rings Online è intitolato proprio Mines of Moria, contenente numerosi livelli ambientati in varie parti delle miniere, come l'Interminabile Scala, il Ponte di Kazad-dum e i vari cancelli.

Note

  1. ^ J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani, 2002, p. 1298. ISBN 88-452-9005-0.

sabato 24 novembre 2018

Bella, per ora (testo canzone)

L'immagine può contenere: testo

Canzone parodistica che vuole fare da controcanto ironico alla famosa "Brutta" di Alessandro Canino.

Bella (per ora)

Eri una bambina,
la più bella della scuola,
eri una regina,
e oggi hai diciott'anni
e ti contempli come in sogno
per la festa
del tuo compleanno.

Bella,
ti guardi e ti vedi bella,
ti perdi nella certezza
che nulla cambi più.

Ma che cosa credi?
Solo perché sei bella
tutti cadono ai tuoi piedi,
ma se il mondo fosse cieco
dove sono le altre doti?
Non ti si filerebbero
nemmeno degli idioti.

Ma a te non t'importa...

Bella,
ti guardi e ti vedi bella,
ti perdi nella certezza
che nulla cambi più.

Cascheranno i seni,
chi ti corre dietro adesso
son ragazzi scemi,
un giorno rideranno
di te e tu dovrai cambiare,
e t'illuderai che forse
si può fare.

Bella,
un giorno non sarai più
bella, e non avrai più
la certezza che il mondo
giri intorno a te.

Passa la bellezza,
arrivano le giovani
leggere come brezza,
e tu che ti prosciughi
per non diventare grassa,
rinunci a tutto e poi...
diventi pazza...

Ma ora sei bella...

Bella,
ti guardi e ti vedi bella,
ti perdi nella certezza
che nulla cambi più.

Ore di palestra,
che se ci pensi poi
ti viene da buttarti
giù, giù dalla finestra:
perché lo sai che in fondo,
in fondo è una tortura
che se ci pensi poi
già tremi di paura...

Ma ora sei bella
ti guardi e ti vedi bella,
ti perdi nella certezza
che nulla cambi più..

Un altro compleanno
molti anni dopo
e sei di nuovo chiusa in bagno,
ti guardi e non hai più voglia di uscire,
ti vedi e ti vien voglia di morire.

C'è allegria di là in salotto
e nessuno a domandarsi dove sei...
Tutti i tuoi amici
guarderanno le tue figlie
belle, belle come attrici
e tu come un canotto
un giorno ti farai gonfiare...
... non ti riconoscerai più.

Ma oggi sei bella,
ti guardi e ti vedi bella,
ti perdi nella certezza
che nulla cambi più.

Il Leone e il Leopardo in Araldica


Il leone, con la sua reputazione di forza, di coraggio, di nobiltà, così conforme all'ideale medievale, veniva spesso utilizzato in araldica, soprattutto dai (Plantageneti). I primi a utilizzarlo come figura ornamentale sulle armi furono i Franchi (Merovingi e Carolingi), che poi adottarono il giglio[1].
Nella Bibbia, in chiave simbolica, il leone rappresenta forza e valore: Tre esseri hanno un portamento maestoso, anzi quattro sono eleganti nel camminare: il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno; il gallo pettoruto, il caprone e un re alla testa del suo popolo (Pr 30,29-30). Ma il leone fu anche simbolo dei re della stirpe di Davide (compreso il Messia cf. Ap. 5,5), fu stemma della tribù di Giuda (Gen. 49,9), fu scolpito sul trono di Salomone, e nel tardo giudaismo era uno dei soggetti predominanti nelle decorazioni sinagogali. Anche in oriente ed estremo oriente i leoni erano molto presenti e spesso posti all'entrata di luoghi sacri. In Giappone, il leone divenuto il cane-leone è detto il cane-Buddha. A volte furono rappresentati anche figure di "uomini-leone".
Si parla di leone e di leopardo, ma in realtà si tratta sempre dello stesso animale araldico ma hanno le seguenti differenze sostanziali:
  • leone:
    • testa di profilo;
    • più barbuto;
    • coda tradizionalmente rivolta all'interno;
    • posizione di default o preferenziale: rampante, ossia ritto sulla zampa posteriore sinistra, con la zampa posteriore destra alzata, e le zampe anteriori protese come verso una preda — che è d'altronde il significato di rampante (dal latino rapiens, participio presente di rapio : ghermire [una preda]);
  • leopardo:
    • testa di fronte;
    • meno barbuto;
    • coda tradizionalmente rivolta all'esterno;
    • posizione di default o preferenziale: passante, ossia appoggiato su tre zampe, con la zampa anteriore destra sollevata.
Il leopardo è stato usato prima del leone, il tentativo della Chiesa di modificare il leopardo in leone, simbolo più cristiano, è comprovato, prima del 996, dalla lapide tumulare di Roberto I di Normandia, nella quale è inciso il disegno di un leone passante circondato da una didascalia circolare che mette in relazione questo simbolo con la BibbiaEcce vicit leo de Tribu Juda, radix David.[2] L'iscrizione si riferisce alla tribù di Giuda, alla quale apparteneva Gesù, discendenti di Re Davide.

Nell'illustrazione si blasonano: 
il leone rosso: leone di rosso (inutile aggiungere rampante, perché il leone lo è per definizione); 
il leone verde: leone passante di verde o leone illeopardito di verde
il leone azzurro: leopardo rampante d'azzurro o leopardo illeonito d'azzurro
il leone giallo: leopardo d'oro (inutile aggiungere passante, perché il leopardo lo è per definizione)


Varianti

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Il successo del leone è la causa della sua eccessiva diffusione e quindi banalizzazione, spiegata bene dal detto araldico: "chi non ha un blasone, porta un leone".
Avendo perso la sua capacità di individuazione, il leone si è visto attribuire tutta una serie di caratteristiche che potessero sostituirla. Ci si trova di fronte ad un affollatissimo parco di leoni che differiscono solo per dettagli minimi come il colore degli artigli, o la posizione delle zampe (se la zampa posteriore destra è appoggiata, allora è saltante e non più rampante). Si è ben lontani dalla regola secondo cui le figure devono essere chiaramente identificabili da lontano, ma è anche vero che la loro funzione si allontana sempre più dai polveroni delle mischie.
Ecco alcune delle numerose varianti del leone (le stesse le troveremo anche per il leopardo, naturalmente):
  • fig. 1: d'azzurro a un leone d'argento con la coda doppia. La coda è talvolta biforcuta, annodata..
  • fig. 2: d'argento a un leone di verde, coronato di nero, armato e lampassato d'azzurro e immaschito di rosso ; cioè: leone verde, corona nera, artigli e lingua azzurri, sesso rosso. (Il sesso di un colore diverso dal rosso è un marchio d'infamia: violenza, adulterio...);
  • fig. 3: di verde alla testa strappata di leone d'oro ;
  • fig. 4: d'argento al leone nascente di verde ;
  • fig. 5: d'oro a due leoni affrontati d'azzurro ;
  • fig. 6: d'argento a tre leoncini di verde : quando sono più di due, il leone diventa leoncino senza cambiare aspetto...
  • fig. 7: di rosso al leone codardo d'oro: la coda tra le zampe (codardo), non è simbolo di gloria…
  • fig. 8: d'oro al leone rivoltato e diffamato di rosso: gli animali blasonici guardano normalmente a destra; cioè affrontano con lo sguardo il loro avversario. Volto a sinistra (rivoltato), è forse in fuga? Non è certo una posizione che indichi valore. In più questo leone è senza coda (diffamato).
I blasoni che portano dei leoni condannati da marchi d'infamia sono rari, semplicemente perché i loro possessori poco inclini a sfoggiare delle immagini poco gloriose dovute ai difetti personali o ereditati, si impegnarono a crearsi un nuovo blasone (detto "di sostituzione") — il che non riguarda solo il leone, naturalmente.
Il leone è classificato come figura araldica naturale (anche quando ha due code) ma lo si ritrova molto frequentemente come componente di qualche figura araldica chimerica, in particolare nella chimera o nel grifone (in cui si "ibrida" con l'aquila, la sua più temibile concorrente araldica).

Posizione araldica ordinaria

Leone

Il leone è rappresentato con la testa in profilo (ciò che lo distingue dal leopardo), ritto sulla zampa posteriore sinistra, con la destra alzata, e le zampe anteriori protese come verso una preda (cioè rampante), con la coda ripiegata verso la schiena, la bocca aperta, la lingua ben visibile, così come gli attributi sessuali.

Leopardo

Il leopardo si distingue dal leone per avere la testa in maestà, cioè di fronte, mentre la posizione è passante, appoggiato su tre zampe, con la destra anteriore sollevata. Gli altri elementi (coda, bocca, lingua, attributi sessuali) sono gli stessi del leone.

Attributi araldici

  • Accovacciato, se appiattato nel covo
  • Addossato, se contrappone la schiena ad altro leone
  • Affrontato, quando ad un altro leone contrappone la fronte
  • Alato, se fornito di ali
  • Allumato, con gli occhi di smalto diverso
  • Armato, con le unghie di smalto diverso
  • Castrato, se privo degli organi sessuali
  • Codato, con la coda di smalto diverso
  • Coronato, quando sormontato da una corona (che però non è calzata)
  • Diademato, se cinto dal nimbo di gloria, come il leone di Venezia
  • Diffamato, quando privo di coda
  • Fermo, se riposa sulle quattro zampe
  • Fissante, con lo sguardo intenzionalmente rivolto verso un elemento dello scudo
  • Illeonito, se il leopardo è rampante
  • Illeopardito, se il leone è passante
  • Infamato, se privato di organi sessuali in segno di infamia e disonore
  • Lampassato, con la lingua di smalto diverso
  • Marinato, quando finisce con coda di pesce
  • Rampante
  • Rivoltato, quando rivolto verso sinistra
  • Seduto, quando riposa sul treno posteriore

Note

  1. ^ Enciclopedia Encarta Archiviato il 3 gennaio 2005 in Internet Archive.
  2. ^ Robert Viel,F. Cadet de Gassicourt,Du Roure de Paulin, Le origini simboliche del blasone pagina 59, Edizioni Arkeios, 1998. URL consultato il 16 marzo 2010.

Voci correlate

Altare politeista neopagano

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venerdì 23 novembre 2018

Albero genealogico dei Borboni di Francia

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 Borbone di Francia sono il ramo della casata dei Borbone che salì al trono di Francia nel 1589 con Enrico III, re di Navarra, divenuto poi Enrico IV di Francia.
L'estinzione della dinastia dei Valois, compresi i rami derivati degli Orléans e Angoulême, con il loro ultimo esponente Enrico III, pose il problema della successione al trono francese. Risalendo lungo l'albero genealogico dei Valois, si giunge fino a Luigi IX, il Santo (1214 – 1270), il cui figlio cadetto, Roberto, conte di Clermont (1256 – 1317), aveva dato origine a una dinastia collaterale: quella dei Borbone. Roberto aveva infatti sposato Beatrice di Borgogna-Borbone, figlia di Giovanni di Borbone, il quale, non avendo avuto figli maschi, aveva lasciato il patrimonio e il nome della casata alla figlia. Roberto fu quindi definitivamente riconosciuto signore di Borbone nel 1283.
Col trascorrere degli anni e della generazione da Roberto di Clermont si originarono vari rami collaterali dei Borbone, mentre il ramo primogenito si estingueva nella discendenza maschile con Pietro II di Borbone nel 1503. Alla sua morte erano ancora fiorenti i Borbone-La Marche, i Borbone-Montpensier e i Borbone-Vendôme: apparteneva a questi Carlo IV di Borbone-Vendôme che ereditò titoli e possedimenti alla morte del cugino Carlo III di Borbone, ultimo dei Borbone-Montpensier. Dei figli di Carlo IV il primo, Antonio di Borbone-Vendôme diventerà re di Navarra e l'ultimogenito Luigi I di Borbone-Condé darà avvio al ramo dei Borbone-Condé e al proprio collaterale Borbone-Conti.

Genealogie

Origini (1256-1589)

 Luigi IX di Francia
 = Margherita di Provenza (1221-1295)
 │
 ├── Filippo III di Francia (1245-1285)
 │   │
 │   └── Casa Reale di Francia
 │
 └── Roberto, conte di Clermont (1256-1317)
     = Beatrice di Borgogna-Borbone (1257-1310)
     │
     ├── Luigi (1278-1342), duca di Borbone
     │   = Maria di Hainaut 
     │   │
     │   ├── Pietro I (1311-1356), duca di Borbone
     │   │   = Isabella di Valois (1313-1383)
     │   │   │
     │   │   └── Duchi di Borbone 
     │   │
     │   ├──  Jeanne (1312-1402)
     │   │   = Guigues VII de Forez (1299-1357)
     │   │
     │   ├──  Margherita (1313-1362)
     │   │   = Jean II de Sully (+1343)
     │   │   = Hutin de Vermeilles
     │   │
     │   ├── Maria (1315-1387)
     │   │   = Guy di Lusignano (1315-1343)
     │   │   = Roberto di Taranto (+1364)
     │   │
     │   ├── Filippo (1316-1233)
     │   │
     │   ├──  Jacques (1318)
     │   │
     │   ├── Giacomo (1319-1362), conte di La Marche
     │   │    = Giovanna di Chatillon
     │   │   │
     │   │   ├── Isabella (1340-1371)
     │   │   │   = Luigi II di Brienne († 1364)
     │   │   │   = Bouchard VII di Vendôme († 1371)
     │   │   │
     │   │   ├── Pietro (1342-1362), conte di La Marche
     │   │   │
     │   │   ├── Giovanni (1344-1393), conte di La Marche e Vendôme
     │   │   │   = Caterina di Vendôme
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Giacomo II (1370-1438), conte di La Marche
     │   │   │   │   = Béatrice d'Evreux (1392-1414)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── Isabella (1408-1445)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├──  Maria (1410-1445)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   └── Eleonora (1412-1464)
     │   │   │   │       = Bernardo d'Armagnac († 1462)
     │   │   │   │
     │   │   │   │    = Giovanna II di Napoli (1373-1435)
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Luigi (1376 – 1446), conte di Vendôme
     │   │   │   │   = Giovanna di Monfort-Laval
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── Giovanni  (1428–1477), conte di Vendôme
     │   │   │   │   │   =  Isabelle de Beauvau
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Francesco, conte di Vendôme
     │   │   │   │   │   │   = Maria di Lussemburgo
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   ├── Carlo I (1489-1537), Duca di Vendôme e di Borbone
     │   │   │   │   │   │   │   = Francesca d'Alençon (1490-1550)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Luigi (1514-1516), conte di Marle
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Maria (1515-1538)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Margherita (1516-1589)
     │   │   │   │   │   │   │   │   = Francesco I di Clèves
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Antonio (1518-1562), duca di Borbone e Vendôme, re di Navarra
     │   │   │   │   │   │   │   │   = Giovanna III di Navarra (1528-1572)
     │   │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   │   └── Borbone-Francia
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Francesco (1519-1565), conte d'Enghien
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Maddalena (1521-1561)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Luigi (1522-1525)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Carlo (1523-1590)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Caterina (1525-1594)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Renata (1527-1583)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Giovanni (1528-1557), conte di Soissons
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   ├── Eleonora (1532-1611)
     │   │   │   │   │   │   │   │ 
     │   │   │   │   │   │   │   └── Luigi (1535-1569), principe di Condé
     │   │   │   │   │   │   │       =  Eleonora di Roye (1535-1564)
     │   │   │   │   │   │   │       │ 
     │   │   │   │   │   │   │       └── Borbone-Condé
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   ├── Giacomo (1490-1491)
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   ├── Francesco (1491-1545), conte di Saint Pol
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   ├── Luigi (1493-1557)
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   ├── Antonia (1493-1583)
     │   │   │   │   │   │   │   = Claudio I di Guisa (1496-1550)
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   └── Luisa (1495-1575)
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Luigi, principe di La Roche-sur-Yon
     │   │   │   │   │   │   = Luisa di Borbone-Montpensier (1482-1561)
     │   │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   │   └── Borbone-Vendôme-Montpensier
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├──  Giovanna
     │   │   │   │   │   │   = Louis de Joyeuse
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Caterina
     │   │   │   │   │   │   = Gilbert de Chabannes
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Giovanna
     │   │   │   │   │   │   = Giovanni II di Borbone
     │   │   │   │   │   │   = Giovanni III d'Auvergne
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Carlotta, 
     │   │   │   │   │   │   = Engilbert de Clèves, conte di Nevers
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   ├── Renata
     │   │   │   │   │   │
     │   │   │   │   │   └── Isabella
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   └── Caterina
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Jean, signore di Carency
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Anne
     │   │   │   │   = Giovanni II di Berry, conte di Montpensier
     │   │   │   │   = Ludovico VII di Baviera
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Maria
     │   │   │   │
     │   │   │   └── Carlotta, 
     │   │   │       = Giano I, re di Cipro
     │   │   │
     │   │   └── Jacques (1346-1417), signore di Préaux.
     │   │
     │   └── Béatrice (1320-1383)
     │        = Giovanni I di Boemia (+1346)
     │       = Oddone II di Grancey (+1389)
     │
     ├── Bianca (1281-1304)
     │
     ├── Jean (1283-1316), signore di Charolais
     │
     ├── Maria (1285-1372)
     │
     ├── Pietro (1287-1330)
     │
     └── Margherita (1289-1309)

Borbone-Condé

Carlo IV di Borbone-Vendôme ((1489–1537)  
= Francesca di Alençon
│
├── Antonio di Borbone-Vendôme (1518-1562)
│   = Giovanna III di Navarra (1528-1572)
│   │ 
│   └── Enrico IV (1553-1610)
│       = Maria de' Medici
│       │ 
│       └── Borbone-Francia  
│      
└── Luigi I (1530-1569)
    = Eleonora di Roye (1535-1564)
    │ 
    ├── Enrico I (1552–1588), principe di Condé
    │   = Maria di Clèves (1551–1574)
    │   = Carlotta de la Trémoille
    │   │ 
    │   ├── Eleonora di Borbone-Condè (1587-1619)
    │   │   = Filippo Guglielmo d'Orange (1554-1618)
    │   │ 
    │   └── Enrico II (1588-1646), principe di Condé
    │       = Carlotta Margherita di Montmorency (1594-1650) 
    │       │
    │       ├── Anna Genoveffa di Borbone-Condé (1619-1679), duchessa di Longueville
    │       │   = Enrico II di Orléans-Longueville (1595-1663)
    │       │
    │       ├── Luigi II (1621–1686), principe di Condé
    │       │   = Claire Clémence de Maillé Bréz
    │       │   │
    │       │   ├── Enrico III (1643-1709), principe di Condé
    │       │   │   = Anna Enrichetta del Palatinato (1648–1723)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Enrico (1667-1670)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Luigi III (1668-1710), principe di Condé 
    │       │   │   │   = Luisa Francesca di Borbone-Francia (1673-1743)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Maria Anna (1690–1760)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Luigi Enrico (1692,1740), principe de Condé
    │       │   │   │   │   = Maria Anna di Borbone-Conti (1689–1720)
    │       │   │   │   │   = Carolina d'Assia-Rotenburg (1714–1741)
    │       │   │   │   │   │
    │       │   │   │   │   └── Luigi Giuseppe (1736–1818)
    │       │   │   │   │       = Carlotta di Rohan-Soubise (1737-1760)
    │       │   │   │   │       │
    │       │   │   │   │       ├── Luigi Enrico Giuseppe (1756–1830), principe di Condé
    │       │   │   │   │       │   = Batilde di Borbone-Orléans (1750-1822)
    │       │   │   │   │       │   │
    │       │   │   │   │       │   └── Luigi Enrico duca d'Enghien (1772 – 1804) 
    │       │   │   │   │       │
    │       │   │   │   │       ├── Maria (1756–1759)
    │       │   │   │   │       │
    │       │   │   │   │       └── Luisa Adelaide (1757–1824)
    │       │   │   │   │       
    │       │   │   │   │       = Maria Caterina Brignole-Sale (1737–1813)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Luisa Elisabetta (1693-1775)
    │       │   │   │   │   = Luigi Armando II di Borbone-Conti (1695-1727)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Luisa Anna (1695-1758)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Maria Anna (1697–1741)
    │       │   │   │   │   = Louis de Melun, duca di Joyeuse    
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Carlo, conte di Charolais (1700–1760)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Enrichetta (1703–1772)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   ├── Elisabetta Alessandrina (1705–1765)
    │       │   │   │   │
    │       │   │   │   └── Luigi (1709-1771), conte di Clermont-en-Argonne
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Enrico conte de Clermont (1672–1675)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Luigi Enrico, conte della Marca (1673–1675)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Maria Teresa (1666–1732)
    │       │   │   │   = Francesco Luigi di Borbone-Conti (1664-1709)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Anna di Borbone-Condé (1670–1675)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Anna Maria Vittoria (1675–1700)
    │       │   │   │
    │       │   │   ├── Anna Luisa (1676–1753)
    │       │   │   │   = Luigi Augusto, duca del Maine (1670-1736)
    │       │   │   │
    │       │   │   └── Maria Anna (1678–1718)
    │       │   │       = Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme (1654-1712)
    │       │   │
    │       │   └── Luigi (1652–1653)
    │       │
    │       └── Armando di Borbone-Conti (1629–1666), principe di Conti
    │           = Anna Maria Martinozzi-Mancini (1639 – 1672)
    │           │
    │           └── Borbone-Conti
    │ 
    ├── Carlo, conte di Valéry (1557-1558) 
    │ 
    ├── Francesco (1558–1614), principe di Conti, 
    │ 
    ├── Luigi, conte di Anisy (1562-1563) 
    │ 
    └── Carlo II di Borbone (1562–1594)
          
    = Eleonora di Orléans-Rothelin (1549-1601)
    │ 
    ├── Margherita (1556-?)
    │ 
    ├── Maddalena (1563-1563) 
    │ 
    ├── Caterina (1564-?)
    │ 
    ├── Carlo di Borbone-Soissons, conte di Soissons (15661612)
    │   =  Anna di Montafia (1577–1644)  
    │   │ 
    │   ├── Luisa di Borbone-Condé
    │   │ 
    │   ├── Luigi Borbone-Condé (1604–1641)
    │   │ 
    │   └── Maria di Borbone-Soissons (1606-1692)
    │       = Tommaso Francesco di Savoia 
    │ 
    ├── Luigi, (1567-1568)
    │ 
    └── Beniamino (1569-1573)

Borbone-Conti

Carlo IV di Borbone-Vendôme (1489–1537)  
= Francesca di Alençon
│
├── Antonio di Borbone-Vendôme (1518-1562)
│   = Giovanna III di Navarra (1528-1572)
│   │ 
│   └── Enrico IV (1553-1610)
│       = Maria de' Medici
│       │ 
│       └── Borbone-Francia  
│      
└── Luigi I (1530-1569)
    = Eleonora di Roye (1535-1564)
    │ 
    ├── Enrico I (1552–1588), principe di Condé
    │   = Maria di Clèves (1551–1574)
    │   = Carlotta de la Trémoille
    │   │ 
    │   ├── Eleonora di Borbone-Condè (1587-1619)
    │   │   = Filippo Guglielmo d'Orange (1554-1618)
    │   │ 
    │   └── Enrico II (1588-1646), principe di Condé
    │       = Carlotta Margherita di Montmorency (1594-1650) 
    │       │
    │       ├── Anna Genoveffa di Borbone-Condé (1619-1679), duchessa di Longueville
    │       │   = Enrico II di Orléans-Longueville (1595-1663)
    │       │
    │       ├── Luigi II (1621–1686), principe di Condé
    │       │   = Claire Clémence de Maillé Bréz
    │       │   │
    │       │   └── Borbone-Condé
    │       │
    │       └── Armando di Borbone-Conti (1629–1666), principe di Conti
    │           = Anna Maria Martinozzi-Mancini (1639 – 1672)
    │           │
    │           ├── Luigi Armando I, (1661–1685), principe di Conti
    │           │   = Maria Anna di Borbone-Francia (1666–1739)
    │           │
    │           └── Francesco Luigi (1664–1709), principe di Conti
    │               = Maria Teresa di Borbone-Condé (1666-1732)
    │               │
    │               ├── ? (1693)
    │               │
    │               ├── figlio (1694 – 1698), principe di La Roche-sur-Yon 
    │               │
    │               ├── Maria Anna (1689-1720)
    │               │   = Luigi-Enrico di Borbone-Condé (1692-1740) 
    │               │
    │               ├── Luigi Armando II (1695-1727), principe di Conti  
    │               │   = Luisa Elisabetta di Borbone-Condé (1693 – 1775)
    │               │   │
    │               │   ├── Luigi Francesco (1717–1776), principe di Conti
    │               │   │   = Luisa Diana di Borbone-Orléans (1716 – 1736)
    │               │   │   │
    │               │   │   └── Luigi Francesco (1734 – 1814), principe di Conti
    │               │   │       = Maria Fortunata d'Este (1731–1803)
    │               │   │ 
    │               │   └── Luisa Enrichetta (1726–1759)
    │               │       = Luigi Filippo I di Borbone-Orléans (1725 – 1785).
    │               │
    │               ├──  Luisa Adelaide (1696-1750)
    │               │
    │               ├── figlia (1697 – 1699)
    │               │
    │               └── Luigi Francesco (1703-1704), conte d'Alais.
    │ 
    ├── Carlo, conte di Valéry (1557-1558) 
    │ 
    ├── Francesco (1558–1614), principe di Conti, 
    │ 
    ├── Luigi, conte di Anisy (1562-1563) 
    │ 
    └── Carlo II di Borbone (1562–1594)
          
    = Eleonora di Orléans-Rothelin (1549-1601)
    │ 
    ├── Margherita (1556-?)
    │ 
    ├── Maddalena (1563-1563) 
    │ 
    ├── Caterina (1564-?)
    │ 
    ├── Carlo di Borbone-Soissons, conte di Soissons (15661612)
    │   =  Anna di Montafia (1577–1644)  
    │   │ 
    │   ├── Luisa di Borbone-Condé
    │   │ 
    │   ├── Luigi Borbone-Condé (1604–1641)
    │   │ 
    │   └── Maria di Borbone-Soissons (1606-1692)
    │       = Tommaso Francesco di Savoia 
    │ 
    ├── Luigi, (1567-1568)
    │ 
    └── Beniamino (1569-1573)

Re di Francia (1589-1715)

Antonio di Borbone-Vendôme (1518-1562)
= Giovanna III di Navarra (1528-1572)
│ 
└── Enrico IV (1553-1610)
    = Margherita di Valois
    = Maria de' Medici
    │
    ├── Luigi XIII (1601-1643)
    │      = Anna d'Austria (1601-1666)
    │      │
    │      ├── Luigi XIV (1638-1715)
    │      │   = Maria Teresa di Spagna (1638-1683)
    │      │   │
    │      │   ├──  Luigi (1661-1711), Delfino di Francia
    │      │   │    = Maria Anna di Baviera (1660-1690)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├── Luigi (1682-1712), Delfino di Francia
    │      │   │   │   = Maria Adelaide di Savoia (1685 – 1712)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├── Filippo V di Spagna (1683–1746), già Duca d'Angiò
    │      │   │   │   = Maria Luisa di Savoia (1688-1714)
    │      │   │   │   = Elisabetta Farnese (1692-1766)
    │      │   │   │   │
    │      │   │   │   ├── Borbone di Spagna
    │      │   │   │   │
    │      │   │   │   ├── Borbone di Napoli
    │      │   │   │   │
    │      │   │   │   └── Borbone di Parma
    │      │   │   │
    │      │   │   └──  Carlo, Duca d'Alençon (1686-1714)
    │      │   │       = Maria Luisa Elisabetta di Borbone-Orléans (1695-1719)
    │      │   │
    │      │   ├── Anna Elisabetta (1662) 
    │      │   │
    │      │   ├── Maria Anna (1664)
    │      │   │
    │      │   ├── Maria Teresa (1667-1672)
    │      │   │
    │      │   ├── Filippo (1668–1671)
    │      │   │
    │      │   └── Luigi Francesco (1672)
    │      │   
    │      │   = Louise de La Vallière (1644-1710)
    │      │   │
    │      │   ├── Carlo (1663)
    │      │   │
    │      │   ├── Filippo (1665–1666)
    │      │   │
    │      │   ├── Luigi (1665–1666)
    │      │   │
    │      │   ├── figlia
    │      │   │
    │      │   ├── Maria Anna (1666–1739)
    │      │   │   = Luigi-Armando I di Borbone-Conti (1661–1685)
    │      │   │
    │      │   └── Luigi (1667–1683), conte di Vermandois
    │      │   
    │      │   = Françoise-Athénaïs di Montespan (1640-1707)
    │      │   │
    │      │   ├── figlio (1669)
    │      │   │
    │      │   ├── figlia (1669–1672)
    │      │   │
    │      │   ├── Luigi Augusto (1670–1736), duca del Maine
    │      │   │   = Anna Luisa Benedetta di Borbone-Condé (1676-1753)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├── figlia (1694)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├──  Luigi Costantino, principe de Dombes (1695-1698)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├── figlia (1697-1699)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├── Luigi Augusto, principe de Dombes (1700-1755)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├──  Luigi Carlo conte d'Eu (1701-1775)
    │      │   │   │
    │      │   │   ├──  Carlo duca d'Aumale (1704-1708)
    │      │   │   │
    │      │   │   └──  Luisa Françesca (1707-1743)
    │      │   │
    │      │   ├── Luigi Cesare (1672–1683), conte di Vexin
    │      │   │
    │      │   ├── Luisa Francesca (1673–1743)
    │      │   │
    │      │   ├── Luisa Maria Anna (1674–1681)
    │      │   │
    │      │   ├── Francesca Maria (1677–1749)
    │      │   │   = Filippo II di Borbone-Orléans (1674-1723)
    │      │   │
    │      │   └── Luigi Alessandro (1678–1737), conte di Tolosa 
    │      │       = Maria di Noailles
    │      │       │
    │      │       └── Borbone-Penthièvre
    │      │
    │      └── Filippo (1640-1701), duca d'Orléans
    │          = Enrichetta Anna Stuart (1644-1670)
    │          = Elisabetta Carlotta del Palatinato (1652-1722)
    │          │
    │          └── Borbone-Orléans
    │
    ├──  Elisabetta (1602-1644)
    │   = Filippo IV di Spagna (1605-1665)
    │
    ├──  Maria Cristina (1606-1663)
    │   = Vittorio Amedeo I di Savoia (1587-1637)
    │
    ├── Nicola Enrico, Duca d'Orléans (1607-1611)
    │
    ├──  Gastone d'Orleans (1608-1660)
    │   = Maria di Borbone-Montpensier, duchessa di Montpensier (1605-1627)
    │   │
    │   └── Anna Maria Luisa d'Orléans (1627-1693)
    │
    │   = Margherita di Lorena (1615-1672)
    │   │
    │   ├── Margherita Luisa (1645-1721)
    │   │   = Cosimo III de' Medici (1642-1723)
    │   │
    │   ├── Elisabetta (1646–1696)
    │   │   = Luigi Giuseppe di Guisa (1650-1671)
    │   │
    │   ├── Francesca Maddalena (1648–1664)
    │   │   = Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675)
    │   │
    │   ├── Giovanni Gastone (1650-1652)
    │   │
    │   └── Maria Anna (1652–1695)
    │
    └── Enrichetta Maria (1609-1669)
         = Carlo I d'Inghilterra (1600-1649)
               
    = Gabrielle d'Estrées (1571-1599) 
    │
    └── Vendôme

Vendôme (1594-1727)

Enrico IV (1553-1610)
= Maria de' Medici
│ 
└── Borbone di Francia  
      
= Gabrielle d'Estrées (1571-1599):
│ 
├── Cesare, duca di Vendôme (1594–1665)
│   = Francesca di Lorena (1592–1669)
│    │  
│    ├──  Luigi (1612–1669), duca di Vendôme
│    │    = Laura Vittoria Mancini (1636–1657)
│    │    │  
│    │    ├── Luigi Giuseppe (1654-1712),  Duca di Vendôme
│    │    │   =  Anna Maria di Borbone-Condé (1678 – 1718)
│    │    │  
│    │    ├── Filippo di Borbone-Vendôme (1655-1727)
│    │    │  
│    │    └── Giulio Cesare (1657-1660) 
│    │  
│    ├──  Francesco di Borbone-Vendôme (1616–1669), duca di Beaufort
│    │  
│    └──  Elisabetta di Borbone-Vendôme (1614–1664)
│        = Carlo Amedeo di Savoia-Nemours (1624-1652)
│ 
├── Caterina Enrichetta (1596–1663), mademoiselle de Vendôme
│ 
└── Alessandro (1598–1629), cavaliere di Vendôme

Borbone-Penthièvre (1678-1821)

Luigi XIV (1638-1715)
  = Maria Teresa di Spagna (1638-1683)
  │
  └──  Borbone di Francia
   
  = Françoise-Athénaïs di Montespan (1640-1707)
  │
  ├── figlio (1669)
  │
  ├── figlia (1669–1672)
  │
  ├── Luigi Augusto (1670–1736), duca del Maine
  │   = Anna Luisa Benedetta di Borbone-Condé (1676-1753)
  │   │
  │   ├── figlia (1694)
  │   │
  │   ├──  Luigi Costantino, principe de Dombes (1695-1698)
  │   │
  │   ├── figlia (1697-1699)
  │   │
  │   ├── Luigi Augusto, principe de Dombes (1700-1755)
  │   │
  │   ├──  Luigi Carlo conte d'Eu (1701-1775)
  │   │
  │   ├──  Carlo duca d'Aumale (1704-1708)
  │   │
  │   └──  Luisa Françesca (1707-1743)
  │
  ├── Luigi Cesare (1672–1683), conte di Vexin
  │
  ├── Luisa Francesca (1673–1743)
  │
  ├── Luisa Maria Anna (1674–1681)
  │
  ├── Francesca Maria (1677–1749)
  │   = Filippo II di Borbone-Orléans (1674-1723)
  │
  └── Luigi Alessandro (1678–1737), conte di Tolosa 
      = Maria di Noailles (1688-1766)
      │
      └── Luigi Giovanni, duca di Penthièvre (1725-1793)
          = Maria Teresa d'Este (1726-1754)
          │
          ├──  Luigi Maria di Borbone (1746)
          │
          ├──  Luigi Alessandro (1747-1768), principe di Lamballe
          │   = Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano (1749-1792)
          │
          ├──  Giovanni Maria (1748-1768), duca di Chateauvillain
          │
          ├──  Vincenzo Maria Luigi (1750-1752), conte di Guingamp
          │
          ├── Maria Luisa (1751-1753)
          │
          └──  Luisa Maria Adelaide (1753-1821)
              = Luigi Filippo II di Borbone-Orléans (1747-1793)

Re di Francia (1715-1830)

Luigi (1682-1712), Delfino di Francia
= Maria Adelaide di Savoia (1685–1712)
│ 
├── Luigi, duca di Bretagna (1704-1705)
│ 
├── Luigi, duca di Bretagna (1707-1712)
│ 
└── Luigi XV di Francia (1710-1774) 
    = Maria Leszczyńska (1703-1768)
   │ 
   ├── Luisa-Elisabetta (1727-1759)
   │   = Filippo I di Parma (1720-1765)
   │ 
   ├── Enrichetta Anna (1727-1752)
   │ 
   ├──  Maria Luisa ([1728-1733)
   │ 
   ├──  Luigi (1729-1765)
   │   = Maria Teresa Raffaella di Borbone-Spagna (1726–1746) 
   │   │ 
   │   └── Maria Teresa (1746–1748)
   │   
   │   = Maria Giuseppina di Sassonia (1731-1767)
   │   │ 
   │   ├── Maria-Zeffira (1750–1755)
   │   │ 
   │   ├── Luigi, duca di Borgogna (1751–1761)
   │   │ 
   │   ├── Saverio, duca di Aquitania (1753–1754)
   │   │ 
   │   ├── Luigi XVI di Francia (1754–1793)
   │   │   = Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena (1755-1793)
   │   │   │ 
   │   │   ├── Maria Teresa (1778-1851)
   │   │   │   = Luigi Antonio (1775-1844), duca di Angoulême  
   │   │   │ 
   │   │   ├── Luigi Giuseppe (1781-1789), Delfino di Francia
   │   │   │ 
   │   │   ├── Luigi XVII di Francia (1785-1795)
   │   │   │ 
   │   │   └── Sofia Elena (1786-1787)
   │   │ 
   │   ├── Luigi XVIII di Francia (1755–1824)
   │   │   = Maria Giuseppina di Savoia (1753-1810)
   │   │ 
   │   ├── Carlo X di Francia (1757–1836)
   │   │   = Maria Teresa di Savoia (1756-1805)
   │   │   │
   │   │   ├── Luigi XIX (1775–1844)
   │   │   │   = Maria Teresa (1778-1851)
   │   │   │
   │   │   ├── Sofia (1776–1783)
   │   │   │
   │   │   ├── Carlo di Borbone-Francia (1778-1820) (1778–1820)
   │   │   │   =  Carolina di Borbone-Due Sicilie (1798-1870)
   │   │   │   │
   │   │   │   ├── Luisa Maria di Borbone-Francia (1819-1864)
   │   │   │   │   = Carlo III di Parma (1823-1854)
   │   │   │   │
   │   │   │   └── Enrico V (1820-1883)
   │   │   │       = Maria Teresa d'Asburgo-Este (1817-1886)
   │   │   │   
   │   │   └── Maria Teresa (1783)
   │   │ 
   │   ├── Maria Clotilde (1759–1802)
   │   │   = Carlo Emanuele IV di Savoia (1751-1819)
   │   │ 
   │   └── Elisabetta (1764–1794)
   │ 
   ├── Filippo (1730-1733)
   │ 
   ├── Adelaide (1732-1800)
   │ 
   ├──  Vittoria (1733-1799)
   │ 
   ├──  Sofia (1734-1782)
   │ 
   ├──  Teresa (1736-1744)
   │ 
   └──  Luisa (1737-1787)

Orléans (1640-1848)

 Luigi XIII (1601-1643)
 = Anna d'Austria (1601-1666)
 │
 ├── Luigi XIV (1638-1715)
 │   = Maria Teresa di Spagna (1638-1683)
 │   │
 │   └── Borbone-Francia
 │
 └── Filippo (1640-1701), duca d'Orléans
     = Enrichetta Anna Stuart (1644-1670)
     │
     ├── Maria Luisa (1662-1689)
     │   = Carlo II di Spagna (1661-1700)
     │
     ├── Filippo Carlo, duca di Valois, (1664-1666)
     │
     ├── ? (1665)
     │
     └── Anna Maria d'Orléans (1669-1728)
         = Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732), Re di Sardegna
               
     = Elisabetta Carlotta del Palatinato (1652-1722)
     │
     ├── Alessandro Luigi (1673 – 1676), duca di Valois
     │
     ├── Filippo II d'Orléans (1674 – 1723)
     │   = Francesca Maria di Borbone-Francia (1677-1749)
     │   │
     │   ├── Mademoiselle de Valois (1693–1694)
     │   │
     │   ├── Maria Luisa Elisabetta (1695–1719) 
     │   │   = Carlo di Borbone-Francia
     │   │
     │   ├── Luisa Adelaide (1698–1743)
     │   │
     │   ├── Carlotta Aglae (1700–1761)
     │   │   = Francesco III d'Este (1698-1780)
     │   │
     │   ├── Luigi, Duca di Orléans (1703–1752)
     │   │   = Augusta Maria Giovanna di Baden-Baden  (1704–1726)
     │   │   │
     │   │   ├── Luigi Filippo I (1725-1785)
     │   │   │   = Luisa Enrichetta di Borbone-Conti (1726-1759)
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Luigi Filippo II di Borbone-Orléans (1747-1793)
     │   │   │   │   = Luisa Maria Adelaide di Borbone-Penthièvre ((1753–1821)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── Luigi Filippo I (1773-1850), Duca d'Orléans, Re dei francesi (1830-1848)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── Antonio Filippo (1775-1807), Duca di Montpensier
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── Adelaide (1777-1847)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   ├── bambina (1777-1782)
     │   │   │   │   │
     │   │   │   │   └── Luigi Carlo Alfonso, (1779-1808) Conte di Beaujolais
     │   │   │   │
     │   │   │   └── Batilde  (1750-1822)
     │   │   │       = Luigi-Enrico-Giuseppe di Borbone-Condé (1756 –1830), Principe di Condé 
     │   │   │
     │   │   └── Luisa Maria (1726-1728)
     │   │
     │   ├── Luisa Elisabetta (1709–1742)
     │   │   = Luigi I di Spagna (1707-1724)
     │   │
     │   ├── Filippa Elisabetta di Borbone-Orléans (1714–1734)
     │   │
     │   └── Luisa Diana (1716–1736)
     │       = Luigi Francesco di Borbone-Conti (1717-1776)
     │ 
     └── Elisabetta Carlotta (1676–1744)
         = Leopoldo di Lorena (1679-1629)

Orléans (1848-...)

Luigi Filippo I (1773-1850), Duca d'Orléans, Re dei francesi (1830-1848)
= Maria Amalia di Borbone-Napoli (1782-1866)
 │
 ├── Ferdinando Filippo (1810-1842), duca di Chartres, duca d'Orléans
 │   = Elena di Meclemburgo-Schwerin (1814-1858)
 │   │
 │   ├── Luigi Filippo ALberto (1838-1894), Conte di Parigi 
 │   │   = Maria Isabella d'Orléans (1848-1919) infanta di Spagna
 │   │   │
 │   │   ├── Amelia (1865-1951) 
 │   │   │   = Carlo I del Portogallo  (1863-1908)
 │   │   │
 │   │   ├── Luigi Filippo Roberto (1869-1926), conte di Parigi
 │   │   │   = Maria Dorotea d'Austria (1867-1932)
 │   │   │
 │   │   ├── Elena (1871-1951)
 │   │   │   = Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), duca d'Aosta
 │   │   │
 │   │   ├── Carlo Filippo (1875)
 │   │   │
 │   │   ├── Isabella (1878-1961) 
 │   │   │   = Giovanni di Guisa (1874-1940)
 │   │   │
 │   │   ├── Giacomo Maria Clemente (1880-1881)
 │   │   │
 │   │   ├── Luisa (1882-1958)
 │   │   │   = Carlo Tancredi di Borbone-Due Sicilie (1870-1949), infante di Spagna 
 │   │   │
 │   │   └── Ferdinando (1884-1924), duca di Montpensier
 │   │       = Marie-Isabelle Gonzalez de Olaneta e Ibarreta (1897-1958), marchesa di Valdeterrazzo
 │   │
 │   └── Roberto (1840-1910), Duca di Chartres
 │       = Francesca Maria d'Orléans (1844-1925)
 │       │
 │       ├── Maria (1865-1909)
 │       │   = Valdemaro di Danimarca (1858-1939)
 │       │
 │       ├── Roberto (1866-1885) 
 │       │
 │       ├── Enrico (1867-1901) 
 │       │
 │       ├── Margherita (1869-1940)
 │       │   = Armand de Mac-Mahon duca di Magenta (+1927)
 │       │
 │       └── Giovanni (1874-1940), Duca di Guisa
 │           = Isabella d'Orléans (1878-1961)
 │           │
 │           ├── Isabella d'Orléans (1900-1983)
 │           │   = Bruno d'Harcourt (1899-1930)
 │           │   = Pierre Murat (1900-1948)
 │           │
 │           ├── Francesca d'Orléans (1902-1953) 
 │           │   = Cristoforo di Grecia (1889-1940)
 │           │
 │           ├── Anna (1906-1986) 
 │           │   = Amedeo di Savoia-Aosta, duca d'Aosta 
 │           │
 │           └──  Enrico, conte di Parigi
 │               = Isabella d'Orléans-Braganza (1911-2003)
 │               │
 │               ├── Isabella d'Orléans (1932-viv.) 
 │               │   = Friedrich-Karl di Schönborn-Buchheim (1938)
 │               │
 │               ├── Enrico (1933-viv.), conte di Parigi
 │               │   = Maria Teresa di Württemberg (1934-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Maria Isabella (1959-viv.)
 │               │   │   = Guntar del Liechtenstein (1949-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Francesco (1961-viv.), Conte di Clermont
 │               │   │ 
 │               │   ├── Bianca (1962-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Jean (1965-viv.),  Duca di Vendôme
 │               │   │   = Philomena de Tornos y Steinhart (1977-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   └── Eudes (1968-viv.), duca di Angouleme
 │               │       = Marie-Liesse de Rohan-Chabot
 │               │       │ 
 │               │       ├── Teresa (2001-viv.)
 │               │       │ 
 │               │       └── Pierre (2003-viv.)
 │               │
 │               ├── Elena d'Orléans (1934-viv.)
 │               │   = Évrard di Limburgo-Stirum (1927-2001)
 │               │
 │               ├── Francesco d'Orléans (1935-1960), duca d'Orléans
 │               │
 │               ├── Anna d'Orléans (1938-viv.)
 │               │   = Carlo Maria di Borbone-Due Sicilie (1938-viv.), Duca di Calabria
 │               │
 │               ├── Diana d'Orléans (1940-viv.)
 │               │   = Carlo Maria di Württemberg (1936-viv.), duca di Württemberg
 │               │
 │               ├── Michele (1941-viv.), conte d'Évreux
 │               │   = Beatrice de Pasquier de Franclieu (1941-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Clotilde (1968-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Adelaide (1971-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Carlo Filippo (1973-viv.), duca d'Angiò
 │               │   │ 
 │               │   └── Francesco Carlo (1982-viv.)
 │               │
 │               ├── Giacomo d'Orléans (1941), duca d'Orléans
 │               │   = Gersende di Sabran-Pontevès (1942-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Diana (1970-viv.)
 │               │   │ 
 │               │   ├── Carlo Luigi (1971-viv.), duca di Chartres
 │               │   │   = Ileana Manos
 │               │   │   │ 
 │               │   │   ├── Filippo (1998-viv.) 
 │               │   │   │ 
 │               │   │   ├── Luisa (1999-viv.) 
 │               │   │   │ 
 │               │   │   ├── Elena (2001-viv.) 
 │               │   │   │ 
 │               │   │   ├── Costantino (2003-viv.) 
 │               │   │   │ 
 │               │   │   └── Isabella (2005-viv.) 
 │               │   │ 
 │               │   └── Folco (1982-viv.), conte d'Eu
 │               │
 │               ├── Claudia d'Orléans (1943-viv.)
 │               │   = Amedeo di Savoia (1943-viv.), duca d'Aosta
 │               │
 │               ├── Chantal d'Orléans (1946-viv.)
 │               │   = Francois-Xavier de Sambucy de Sorgue
 │               │
 │               └── Thibaut (1948-1983), conte di la Marche
 │                   = Marion Gordon-Orr (1942-viv.)
 │                   │
 │                   ├── Roberto (1976-viv.), conte di La Marche
 │                   │
 │                   └── Luigi Filippo (1979-1980)
 │
 ├── Luisa (1812-1850)
 │   = Leopoldo I del Belgio (1790-1865) 
 │
 ├── Maria (1813-1839)
 │   = Alessandro di Württemberg (1804-1881)
 │
 ├── Luigi (1814-1896), duca di Nemours
 │   = Vittoria di Sassonia-Coburgo-Kohary
 │   │
 │   ├── Gastone d'Orléans (1842-1922), conte d'Eu
 │   │   = Isabella di Braganza (1846-1921)
 │   │   │
 │   │   └── Orléans-Braganza
 │   │
 │   ├── Ferdinando d'Orléans (1844-1922), duca d'Alençon
 │   │   = Sofia Carlotta di Baviera (1847-1897)
 │   │   │
 │   │   ├── Luisa Vittoria (1869–1952)
 │   │   │   = Alfonso di Baviera (1862–1933)
 │   │   │
 │   │   └── Emanuele (1872–1931), duca di Vendôme
 │   │       = Enrichetta del Belgio (1870-1948)
 │   │       │
 │   │       ├── Maria Luisa (1897-1973)
 │   │       │   =  Filippo di Borbone-Due Sicilie (1885-1949)
 │   │       │
 │   │       ├── Sofia (1898-1928)
 │   │       │
 │   │       ├── Genoveffa (1901-1983)
 │   │       │   =  Antonio di Chaponay-Morance (1893-1993)
 │   │       │
 │   │       └── Carlo Filippo (1905-1970), duca di Nemours, di Vendôme e d'Alençon
 │   │           = Margherita Watson (1899-1993)
 │   │
 │   ├── Margherita Adelaide (1846-1893)
 │   │   = Władysław Czartoryski (1828-1894)
 │   │
 │   └── Bianca d'Orléans (1857-1932)
 │
 ├── Francesca (1816-1818)
 │
 ├── Clementina (1817-1907)
 │   = Augusto di Sassonia-Coburgo-Kohary
 │
 ├── Francesco (1818-1900), principe di Joinville
 │   = Francesca di Braganza (1824-1898)
 │   │
 │   ├── Francesco Maria (1844-1925) 
 │   │   = Roberto d'Orléans (1840-1910), duca di Chartres.
 │   │
 │   └── Pietro (1845-1919), duca di Penthièvre.
 │
 ├── Carlo (1820-1828), duca di Penthièvre
 │
 ├── Enrico (1822-1897), duca d'Aumale
 │   = Maria Carolina di Borbone-Due Sicilie (1822-1869)
 │   │
 │   ├── Luigi (1845-1866), principe di Condé
 │   │
 │   ├── Enrico (1847-1847), duca di Guisa
 │   │
 │   ├── Francesco (1852-1852), duca di Guisa
 │   │
 │   └── Francesco (1854-1872), duca di Guisa
 │
 └── Antonio (1824-1890), duca di Montpensier
     = Luisa Ferdinanda di Borbone-Spagna (1832-1897)
     │
     ├── Maria Isabella d'Orléans (1848-1919)
     │   = Luigi Filippo Alberto d'Orléans (1838-1894)
     │
     ├── Maria Amelia (1851-1870)
     │
     ├── Maria Cristina (1852-1879)
     │
     ├── Maria de la Regla d'Orléans (1856-1861)
     │
     ├── ? (1857)
     │
     ├── Fernando d'Orléans (1859-1873)
     │
     ├── Mercedes d'Orléans (1860-1878)
     │   = Alfonso XII di Spagna (1857-1885)
     │
     ├── Felipe d'Orléans (1862-1864)
     │
     ├── Antonio (1866-1930), duca di Galliera
     │   = Eulalia (1864-1958)
     │   │
     │   ├── Alfonso (1886 - 1975), duca di Galliera
     │   │   = Beatrice di Sassonia-Coburgo-Gotha (1884-1966)
     │   │   │
     │   │   ├── Alvaro (1910-1997), duca di Galliera
     │   │   │   = Carla Parodi-Delfino (1909-2000)
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Gerarda (1939-viv.)
     │   │   │   │   =  Harry Saint (1941-viv.)
     │   │   │   │
     │   │   │   ├── Alfonso (1941–1975)
     │   │   │   │   = Emilia Ferrara-Pignatelli 
     │   │   │   │  │ 
     │   │   │   │  └── Alfonso (1968-viv.), duca di Galliera
     │   │   │   │      = Véronique Goeders (1970-viv.)
     │   │   │   │      │    
     │   │   │   │      └── Alfonso(1994-viv.)   
     │   │   │   │  
     │   │   │   ├── Beatrice (1943-viv.)
     │   │   │   │   = Tomasso dei Conti Farini (1938-viv.)
     │   │   │   │
     │   │   │   └── Alvaro-Jaime (1947-viv.)
     │   │   │       = Giovanna San Martino d'Agliè (1945-viv.)
     │   │   │
     │   │   ├── Alfonso (1912-1936)
     │   │   │
     │   │   └── Ataulfo d'Orléans (1913-1974)
     │   │
     │   └── Luigi Ferdinando (1888 - 1945)
     │        = Marie Say de Broglie (1857-1943)
     │
     └──  Luigi (1867-1874)

Voci correlate