giovedì 14 novembre 2013

Albero genealogico della famiglia Skywalker di Guerre Stellari / Star Wars Skywalker Family Tree



Ecco l'albero genealogico della famiglia Skywalker, tenendo conto sia della trilogia originale che dei prequel e dei sequel.

La cravatta Plastron: origine ed utilizzo attuale.



Il Plastron è un tipo di cravatta che si riserva di solito alle occasioni particolarmente formali o importanti, in particolare i matrimoni o tornei di equitazione; si accoppia bene con il tight e con la maggior parte degli abiti da sposo.
Il plastron moderno si indossa eseguendo un particolare nodo non stretto, da fermarsi con una spilla, e serve per coprire lo sparato di una camicia maschile.
Ecco come si annoda la cravatta Plastron tradizionale.


Il nodo Plastron può essere di tipo tradizionale, annodabile, oppure anche premontato.


La cravatta Plastron conosce numerose varianti: esistono modelli dotati di volantpizzi, piegoline, e ricami, tanto che è un capo utilizzabile anche per abiti femminili.


Il Plastron nacque come "sciarpa da caccia"; un nastro in stoffa annodato intorno al collo che poteva servire in casi di emergenza per soccorrere cavalieri e cavalli: per fermare le emorragie, come per immobilizzare arti fratturati.
La parola plastron è francese, e deriva dal termine italiano piastrone, indicante il pezzo della corazza che riparava il petto dei cavalieri medievali. 
Il suo periodo di massimo splendore coincise con la seconda metà dell'Ottocento, cioè la tarda età vittoriana. In genere è il tipo di cravatta prediletto del dandy.



Liberalismo conservatore e Conservatorismo liberale.





Il liberalismo è un insieme di dottrine, definite in tempi e luoghi diversi durante l'età moderna e contemporanea, che pongono precisi limiti al potere e all'intervento dello stato, al fine di proteggere i diritti civili e politici dell'individuo, la proprietà privata e il libero mercato, e quindi promuovere l'autonomia creativa individiale e l'iniziativa imprenditoriale.
Storicamente il liberalismo nasce come ideale che si affianca all'azione della borghesia nel momento in cui essa combatte contro le monarchie assolute e i privilegi dell'aristocrazia a partire dalla fine del XVIII secolo. Le matrici filosofiche del liberalismo sono il giusnaturalismo, il contrattualismo e l'illuminismo nella sua accezione individualistica e razionalistica.
Il liberalismo ha contribuito a definire la concezione moderna di società, intesa come somma ed espressione delle varietà e singolarità umane, concernenti sia l'ambito spirituale come la sfera materiale.
Inoltre il liberalismo è probabilmente la dottrina che ha più influenzato la concezione moderna della democrazia: si parla infatti di "liberaldemocrazia" in modo generico per indicare una moderna democrazia che non sia basata esclusivamente sulla volontà della maggioranza ma - anche e soprattutto - sul rispetto delle minoranze.




Il liberalismo conservatore è una variante del liberalismo che incorpora alcuni valori propri del conservatorismo tradizionale e nazionale, di cui si è parlato in precedenza. In questo senso si può dire che  il liberalismo conservatore è la destra del movimento liberale incentrata principalmente sulla difesa della proprietà privata e del libero mercato. Le radici del liberalismo conservatore possono essere rintracciate nell'Ottocento: prima delle guerre mondiali, infatti, in buona parte dei Paesi europei, Italia inclusa, la classe politica dominante era formata da liberali conservatori.
Il liberalismo conservatore non va confuso con il conservatorismo liberale, essendo quest'ultimo una variante del conservatorismo che, pur nella salvaguardia di elementi della tradizione nazionale, abbraccia politiche liberali in economia (liberismo, neoliberismo) e, talvolta, in relazione alle questioni etico-sociali (radicalismo, libertarianismo).
Il conservatorismo liberale ha trovato in Margaret Thatcher e Ronald Reagan i principali esponenti politici a livello internazionale.
In Italia il liberalismo conservatore ed il conservatorismo liberale sono stati portati avanti dai partiti e dalle coalizioni guidate da Silvio Berlusconi. 

L'età edoardiana (1901-1910)

File:King Edward VII by Sir (Samuel) Luke Fildes.jpg

L'Età edoardiana è il periodo che coincide con il regno di Edoardo VII del Regno Unito, (1901 - 1910).
La morte della Regina Vittoria il 22 gennaio 1901 e la successione al trono del figlio primogenito, il principe di Galles Alberto Edoardo di Sassonia-Coburgo-Gotha (poi Windsor), segnò contemporaneamente l'inizio del nuovo secolo e la fine della lunghissima Età vittoriana (1837-1901), contraddistinta dall'austero puritanesimo, dalla rigida divisione delle classi e dall'aggressivo imperialismo.

Mentre Vittoria rifuggiva la società, Edoardo VII fu l'ispiratore e il leader di un'élite alla moda che stabilì uno stile influenzato dall'arte e dalle mode dell'Europa continentale - forse a causa della passione del Re per i viaggi - e che si accompagnò ad una notevole allegria e apertura mentale nei confronti di tutto ciò che era stato messo ai margini dall'austerità vittoriana.

File:Edward VII at the Paris Opera 1903 (Petit Journal).jpg

L'età fu contrassegnata da importanti mutamenti in politica in quanto settori della società che erano stati largamente esclusi dall'esercizio del potere in passato, come gli operai comuni e le donne, divennero sempre più politicizzati.

Edoardo VII ebbe numerose amanti, ma questo non oscurò il prestigio di sua moglie, la regina Alessandra di Danimarca, che già come Principessa del Galles si era fatta amare dal popolo.



L'età edoardiana viene spesso estesa oltre la morte di Edoardo avvenuta nel 1910, per includere gli anni fino all'affondamento del Titanic nel 1912, fino all'inizio della Prima guerra mondiale nel 1914, o fino alla fine della stessa guerra, nel 1918.



Alla fine della guerra, il modo di vita edoardiano, descritto efficacemente nella serie tv Downton Abbey, come le sue intrinseche discrasie di benessere e potere, era divenuto socialmente insostenibile e sempre più anacronistico agli occhi della popolazione che aveva sofferto durante la guerra e che era stata esposta agli elementi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa che denunciavano l'ingiustizia del divario tra ricchi e poveri.


La moda maschile nella prima metà dell'Ottocento.



L'immagine sovrastante è tratta dal film "Grandi speranze", a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Charles Dickens. Per farsi un'idea della moda maschile dei gentlemen della prima metà dell'Ottocento, tra il periodo Regency (la reggenza del Principe di Galles, poi re Giorgio IV) e la prima età vittoriana, è consigliata la lettura dei romanzi di Jane Austeen e per l'appunto di Dickens, così come, per gli omologhi giovani francesi di belle speranze, i romanzi di Stendhal, in particolare "Il Rosso e il Nero" e quelli di Balzac, in particolare "Le illusioni perdute".





Ecco una serie di costumi ottocenteschi maschili.





Da "Gangs of New York" una immagine colorita della moda uomo nel 1860:

mercoledì 13 novembre 2013

Le regole della moda maschile formale secondo il bon ton.


Le regole classiche dell'eleganza maschile in circostanze formali sono state codificate nell'Ottocento, quando erano tassative. Ora, naturalmente, sono rispettate soltanto da chi si intende di moda, abbigliamento, tradizioni e galateo.
In base a queste convenzioni, l’uomo, deve indossare:
  • Ad una colazione o ad un brunch: completo elegante classico a tinta unita, camicia azzurra, rosa o beige, cravatta intonata e scarpe da passeggio.

Henry Cavill - 'Man of Steel' Premieres in Japan
  •  Ad un : completo classico, camicia chiara, cravatta a tinta unita e scarpe nere.
  • Ad un cocktail: completo scuro, camicia bianca, cravatta scura oppure decorata, ma non troppo appariscente e scarpe nere.
  • Ad un pranzo: abito scuro o smoking.
  • A teatro: abito scuro.
  • All’Opera: frac alla prima, in smoking per tutte le altre serate.
  • Ad un matrimonio: abito scuro. Se lo, però, sposo è in tight ed è un testimone o un parente stretto dovrà indossarlo anche lui. 
  • Ad un evento mondano quale il torneo di Ascot è di rigore il tight.
Un tempo erano in vigore alcune regole oggi cadute in disuso perché anacronistiche.
  • La  camicia bianca andava indossata preferibilmente dopo il tramonto. Durante il giorno era ammessa la camicia a righe, che poteva essere anche bianca, o a tinta unita chiara.
  • I calzini dovevano essere sempre in tinta con la cravatta o con l’abito che si indossava.
  • La scarpa andrebbe sempre con i lacci, mocassini e stivali si usano in occasioni rustiche e su vestiti spezzati.
  • Il frac ormai si usa solo in eventi estremamente formali, come la consegna dei Premi Nobel.
  • Per la cravatta è sempre stato preferibile il nodo Doppio Windsor, che è una garanzia di classe ed eleganza in ogni contesto e in ogni situazione.


Nella foto qui sopra, il principe Carl Philip di Svezia, che opta sempre per il nodo Full Windsor.

Nelle foto sotto, l'attore Henry Cavill mostra un impeccabile nodo Double Windsor.

Henry Cavill - 'Man of Steel' Premieres in Australia

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L'eleganza maschile in età vittoriana. Il capello a cilindro.



L'immagine sovrastante mostra un gentleman della seconda metà dell'Ottocento, che indossa un tight con il panciotto a doppiopetto (che è tornato di moda proprio quest'anno), il colletto rigido, una cravatta Plastron, oggi usata quasi esclusivamente nelle cerimonie nuziali.



Oltre ai guanti, ai polsini con gemelli, all'orologio da panciotto e al bastone da passeggio, il gentiluomo vittoriano (appartenente all'aristocrazia o all'alta borghesia) si distingueva per il fatto che portava come cappello il cilindro, mentre la piccola borghesia portava la bombetta.
Qui sotto vediamo il marito di Zara Phillips, figlia della principessa reale Anna del Regno Unito.



I primi cilindri venivano fabbricati impiegando il feltro, specialmente con feltro ricavato dalla pelliccia di castoro. In seguito, è stata largamente utilizzata la seta. Una versione molto popolare del cilindro, specialmente negli Stati Uniti nel XIX secolo, è lo stovepipe hat, una variante più rialzata resa popolare da Abraham Lincoln durante la sua presidenza. Questo tipo di cilindro è completamente dritto, ovvero non c'è differenza nella circonferenza tra la parte centrale e le estremità.

Ecco una evoluzione del cappello a cilindro o a tuba durante l'Ottocento


Interessante notare anche l'evoluzione delle acconciature e delle cravatte.
Nella seconda metà del XIX secolo, il cilindro divenne gradualmente fuori moda, con il ceto medio che iniziò ad adottare le bombette e i cappelli di feltro morbido, come il modello fedora, più pratici per la vita cittadina e più semplici da produrre in massa. Un cilindro doveva invece essere fatto a mano da un cappellaio esperto, in un periodo in cui i lavori artigianali erano in declino. Il cilindro cominciò quindi ad essere associato al ceto altoe al dandysmo, diventando bersaglio di satira e critiche sociali. Con la fine della Prima guerra mondiale divenne una rarità nell'abbigliamento quotidiano. Il cilindro ha persistito per molti anni in alcune aree, come in politica e nella diplomazia internazionale; all'epoca della neo-nata Unione Sovietica ci fu un dibattito riguardo all'abbigliamento che avrebbero dovuto adottare i diplomatici, ovvero se utilizzare o meno il cilindro. Seguendo le convenzioni internazionali, venne deciso che l'avrebbero dovuto indossare. Alla fine della Seconda guerra mondiale anche i rappresentanti dell'Impero del Giappone alla cerimonia della resa ufficiale dell'impero indossarono dei cilindri alla maniera occidentale.
Continua comunque tuttora ad essere usato come parte dell'abbigliamento formale con abiti come il tight e il frac (mentre è sconsigliabile con lo smoking), anche se oggigiorno vengono soprattutto prodotte imitazioni a basso costo per eventi particolari, come i matrimoni dell'alta società britannica.




Infine esistono i cilindri detti stovepipe, ovvero dritta, con la tesa non piegata ai lati, dato che piegarla correttamente per un mercato di massa sarebbe troppo costoso. Sono popolari nella sottocultura gotica, e talvolta sono associati agli illusionisti.

Felpa con cappuccio: la sciatteria al potere.



Il ragazzo nella foto è un giovane imprenditore del web, non uno studentello alle prime armi, eppure del suo look si salvano solo gli occhiali.
La cosa preoccupante è soprattutto la felpa col cappuccio.
Nata come indumento sportivo e divenuta un capo di abbigliamento tipico della sottocultura hip-hop, è stata poi sdoganata anche negli ambienti giovanili in generale, con un effetto di ulteriore incremento della sciatteria del modo di vestire. Se persino chi avrebbe il ruolo e i mezzi per vestirsi bene non lo fa e sceglie questa immagine, possiamo dire che ormai la sciatteria è al potere.

martedì 12 novembre 2013

Esiste ancora l'abito da sera maschile?



E' una tradizione che si va perdendo, ed è un peccato, perché l'eleganza è sempre preferibile alla sciatteria. Certo nei secoli scorsi c'era una connotazione classista che oggi non c'è più. Il costo di un abito non di marca e non sartoriale è accessibile alla grande maggioranza delle persone.
Ma quello che ormai in pochi sanno è cosa si debba intendere, esattamente, per abito da sera maschile.
In America, dove mancano le tradizioni antiche, si usa un unico termine, per comprendere tutti i tipi di abiti da sera e questo termine è "tuxedo".
Nei prossimi giorni tornerò su questo tema.

Il principe Carlo è il più anziano erede al trono della storia!



Carlo, Principe di Galles, ha compiuto 65 anni ed entra quindi ufficialmente nella terza età. E' un anziano, insomma, ed è diventato anche nonno. Da 61 anni è l'erede al trono britannico. Ma entrambi i suoi genitori sono vivi e in buona salute, quanto tempo ancora dovrà aspettare il povero Charles, Prince of Wales per indossare la corona e sedersi sul trono?



Più fortunato di lui fu Giorgio I, che fu erede designato per 2 mesi soltanto, in quanto la regina Anna, sua cugina di secondo grado, morì poco dopo l'erede di lunga data, Sofia del Palatinato, sua cugina e madre di Giorgio I di Hannover.

lunedì 11 novembre 2013

Colore "blu Capri": pantaloni donna wide-leg vita alta.


Outfit semplice, ma nel contempo elegante e provocante.

Chi ci guadagna e chi ci perde in Eurolandia?

rating-eurolandia

Non è una sorpresa che a passarsela meglio di tutti sia la Germania, ma quello che sconvolge è il fatto che i titoli di stato italiani siano abbiano un rating, cioè una valutazione, inferiore alla Slovenia e alla Slovacchia.
Non so se mi spiego, siamo messi peggio di loro.
La politica monetaria e fiscale imposta dalla Germania ci sta facendo precipitare ai livelli che avevano i paesi dell'est dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
Io non vorrei finire a fare il badante di qualche nonna tedesca...

La Tradizione e il Conservatorismo tradizionalista / reazionario.



La Tradizione è uno dei valori principali della Destra politica.
Il conservatorismo che dà una importanza prioritaria a tale valore è detto Conservatorismo tradizionalista e a volte anche Conservatorismo reazionario o Reazione, termine che sta ad indicare l'idea politica di chi vuole ripristinare elementi del passato che erano stati cancellati in precedenza da riforme o rivoluzioni.
Quindi si può avere la difesa della Tradizione o la sua Restaurazione, come avvenne nel 1815 con il Congresso di Vienna, dopo la caduta di Napoleone.



In quel caso si trattava di restaurare l'Ancien Regime, cioè l'assolutismo monarchico e la supremazia aristocratica e dell'alto clero, oltre che di riportare sul trono le legittime dinastie (legittimismo), entro confini il più possibile simili a quelli che c'erano prima della Rivoluzione Francese, ed in modo di garantire un equilibrio europeo tra le varie potenze. Quel tipo di impostazione fu talmente efficace che durò per un secolo.



Ma attualmente cosa si può intendere per Tradizione?
Ci sono varie accezioni con cui si può interpretare questo termine ed ognuna fa riferimento ad un autore particolare.
Per De Maistre, per esempio, la Tradizione era  da intendersi, in particolare, come la restaurazione dell'ordine che la Chiesa Cattolica aveva stabilito come naturale per il mondo prima delle rivoluzioni settecentesche. I seguaci di De Maistre hanno quindi identificato la Tradizione con i valori tradizionali della Chiesa Cattolica.
Per questo il periodo considerato più vicino alla tradizione, per i conservatori tradizionalisti ottocenteschi era certamente il Medioevo, cioè il periodo in cui la Chiesa aveva raggiunto il massimo potere.



Il riferimento alla tradizione cattolica o più in generale cristiana è un aspetto che caratterizza buona parte degli attuali partiti conservatori tradizionalisti.
Ma esistono altre accezioni, basate non solo su altre religioni, o su tradizioni folkloristiche o laiche, ma  anche su altre concezioni del mondo.
Uno dei principali filosofi che si è occupato di questo tema è Julius Evola.
Per Evola la Tradizione era un concetto assoluto, cioè qualcosa che esisteva a priori rispetto a qualsiasi epoca di riferimento.
Il periodo in cui la storia umana conosciuta si era avvicinata di più alla Tradizione era, per Evola, l'Antichità, in particolare in due contesti: quello dell'India delle Caste e quello della civiltà dell'Impero Romano prima della conversione di Costantino.
In quest'ottica c'erano alcune questioni che Evola riteneva fondamentali.
La natura semi-divina del monarca, la suddivisione in caste della società, l'esistenza della schiavitù e soprattutto una religione di tipo politeista.
Il pensiero di Evola è molto complesso e approfondito e merita una trattazione a sé. In questo contesto era però importante riportare gli elementi essenziali del suo pensiero così come espressi nel testo "Rivolta contro il mondo moderno", scritto durante gli anni Trenta del XX secolo.