venerdì 2 marzo 2012

Gothian. Capitolo 20. Alienor incontra la madre di Marvin


Dopo alcuni giorni di permanenza a Linthael, il pirata Vyghar annunciò ad Alienor che dovevano partire per un villaggio nelle vicinanze. Non era di molte parole il pirata.
Le aveva però procurato degli abiti comodi per il viaggio in montagna. Era una tenuta da amazzone e da cacciatrice, che le stava alla perfezione.


Le fu dato un cavallo, e poco dopo partirono, lungo una valle stretta e inospitale che si addentrava nella catena montuosa dei Denti del Drago. Ben presto la mulattiera che seguivano si inerpicava verso l'alto, in direzionione del passo che li avrebbe condotti in un'altra valle, sperduta all'interno delle montagne.
«Posso sapere dove mi state conducendo?» chiese la principessa al pirata.
Non sopportava il fatto che Vyghar parlasse poco. Il silenzio e l'indifferenza che lui mostrava così spesso la irritavano.
«Certo, ma quando ti dirò il nome del luogo, ne saprai meno di prima!»
Ad Alienor dava fastidio anche il tono ironico della maggior parte delle sue risposte.
«Ditemi come si chiama!»
Lo sdegno principesco nella voce di Alienor faceva sempre sorridere il pirata.
«Tupìle, mia principessa. Si chiama Tupile... contenta ora?» e ridacchiò.
In effetti non aveva mai sentito nominare quel luogo, ed il nome non era affatto gradevole.
«E lì cosa farò?»
Il pirata la guardò con l'aria di chi la sa lunga.
«Farete compagnia ad una splendida nobildonna, che è nostra "ospite" da alcuni anni!»
Da come ne parlava, sembrava che avesse molto rispetto per quella donna. E forse qualcosa di più...
Alienor non sapeva se essere contenta o no di quella risposta.
«E voi ve ne andrete?»
Vyghar sospirò: «Andrò dallo Sciancato, per capire quello che intende fare di vo
Alienor rimase delusa: «Quindi alla fine avete deciso di vendermi!»
Il pirata scosse il capo:«Al contrario: lo Sciancato intende pagarmi affinché anche voi possiate rimanere "ospite" nel villaggio dei miei fedelissimi»
Il modo in cui pronunciava la parola "ospite" faceva sembrare un grande privilegio essere suoi prigionieri. Alienor era irritata anche da quello, ma la sua curiosità era più forte dell'orgoglio:
«Chi è la nobildonna che mi farà compagnia?»
 Alienor sapeva di aver formulato la domanda in modo tale da porre la misteriosa donna nella condizione di sua damigella, e quindi di inferiorità.
Vyghar scosse il capo, contrariato: «Fate troppe domande, Altezza! E comunque non aspettatevi di trovare in quella splendida signora una vostra damigella!»
La principessa avrebbe voluto prenderlo a schiaffi! Non capiva se il pirata la stesse provocando o se fosse per caso innamorato di quella sua così "splendida ospite".
Per un po' rimasero entrambi in silenzio, fino a quando, giunti in cima al passo, videro il paesaggio dell'altra valle che si presentava davanti a loro.
Il villaggio di Tupile si trovava al centro di quella vallata, così lontana da tutto il mondo civilizzato. Alienor respirò l'aria pura di quei luoghi, e si sentì stranamente libera, come non era mai stata.
Ma era pur sempre una prigioniera!
«Mi rinchiuderete in una cella?»
Vyghar appariva distratto:
«Non ce n'è bisogno. I miei uomini controllano tutto il paese e tutta la vallata. Nessun ostaggio è mai riuscito a fuggire da qui. Questo luogo non è segnato nemmeno nelle carte geografiche!»
La discesa era abbastanza agevole, nel sentiero che attraversava il bosco di abeti profumati, con un aroma di resina e di legno umido.
Alienor non sopportava però il silenzio ostinato di Vyghar.
«Chi vive in questo paese?»
«Le nostre donne, naturalmente! Credevate forse che noi pirati non avessimo compagne?»
La principessa mascherò col suo tono gelido un principio di gelosia:
«Saranno donne selvagge come voi! A parte naturalmente la nobile signora...»
Il pirata sorrise in modo compiaciuto:
«E' una persona di straordinaria bellezza e intelligenza!»
Una sempre maggiore gelosia si fece strada nella mente di Alienor:
«E voi siete sposato?»
Il pirata si limitò a ridere, come se la domanda fosse talmente assurda da non meritare risposta.
Questo suscitò una nuova reazione di silenzioso sdegno da parte della principessa.
Ormai il paese si avvicinava, e lì Alienor avrebbe trovato una risposta alle domande che Vyghar continuava a eludere col suo modo di fare sarcastico e irriverente.
Quando infine giunsero a Tupile, le donne e i bambini  vennero incontro ai pirati, ma di fronte ad Alienor rimasero piuttosto freddi.
«E' meglio che vi conduca subito da lei» disse Vyghar come se stesse parlando di una divinità in incognito.
«Se proprio insistete»
La voce era fredda, ma in realtà Alienor stava morendo dalla curiosità di conoscere la misteriosa nobildonna.
Seguì il pirata che, dopo aver sistemato i cavalli, le fece strada verso una abitazione dall'aspetto migliore delle altre. Era una vera e propria baita in pietra grezza e legno, abbastanza ampia.
Sulla soglia li attendeva una donna bellissima, dagli occhi chiari e dal viso signorile ed autorevole. I suoi capelli castano ramati erano lisci e lunghi. Era una Keltar, di un'età intorno ai 37 anni, e portava un diadema di perle con un pendente, che la qualificava come una sacerdotessa.
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«Milady, i miei omaggi» le disse Vyghar con voce incredibilmente gentile, e le baciò la mano.
Poi la guardò con occhi chiaramente innamorati, e avendo visto nel giardino una rosa d'autunno, di color viola, la recise e gliela porse. La donna lo ringraziò con serena dignità, inspirando il profumo del fiore.
Il pirata indicò con lo sguardo Alienor, poi fece un breve inchino, e si congedò con virile garbo, come se quella scena fosse stata predisposta nei minimi dettagli.
La donna osservava la principessa come se la conoscesse da sempre.
Alienor ne ammirava in silenzio la bellezza e l'eleganza e non sapeva cosa dire.
La dama sorrise:
«Parlami delle nevi del tuo regno, principessa...»
Dunque lei sapeva! Quella non era una richiesta, era una dichiarazione. Era un chiaro riferimento alla profezia della Fanciulla delle Nevi, e al Patto.
Solo una iniziata agli Arcani Supremi poteva conoscere tutto questo.
«Chi sei?» le chiese Alienor, meravigliata.
«Mi chiamo Lilieth Vorkidian e sono una sacerdotessa di Ulien, dea della Luna. Mio maestro fu il druido Halfgan della Contea di Keltar-Senia, che mi iniziò agli Arcani Supremi»
Alienor aveva già sentito quei nomi. Era stata Marigold ad accennarglieli, parlando di una vicenda accaduta nel Ducato di Amnisia.
«Vyghar mi ha detto che siete di nobile stirpe»
Lilieth annuì:
«Sono discendente dell'ultimo re dei Keltar, Vorkidex»


Alienor ricordò.
Ma certo! Il Giuramento di Kevin Vorkidian, il figlio di Vorkidex!
La Contessa di Gothian aveva collegato questo Arcano alla vicenda del rapimento di una coppia di sposi appartenenti all'aristocrazia di Amnisia, nell'anno della Primavera di Sangue 
«Credevo che quella stirpe si fosse estinta col rapimento di...»
Lilieth Vorkidian annuì:
«Col mio rapimento. Te lo ha detto lei, vero?»
Alienor sgranò gli occhi. Quella sacerdotessa poteva dunque leggere il pensiero?
Oppure semplicemente ha sentito parlare della Dama Gialla.
«Marigold di Gothian?»
Lilieth annuì:
«La donna che ti ha tradito. E che ti ha tenuto in vita per un'unica ragione: che tu incontrassi me»
La principessa  fu travolta da una tempesta di dubbi:
«Come fai a saperlo? Che legame hai con  lei, e con Vyghar? Perché era così impoertante che io ti incontrassi?»
Lilieth sorrise con aria quasi materna: «Vyghar mi ha parlato del piano, prima del tuo rapimento. Lui mi ama, ma sa che sono sposata e quindi non posso ricambiarlo, e mi rispetta, anche se sono sua prigioniera da diciassette anni. Il mio rapimento è stato il suo primo atto di pirateria, commissionato da Sephir Eclionner, lo Sciancato»
Alienor corrugò le sopracciaglia:
«Maledetti siano gli Eclionner!» esclamò «Tutti, dal primo all'ultimo
Lilieth rimase impassibile: 
«Non sono gli Eclionner i veri cattivi. Possiamo ancora cambiarli, salvarli da se stessi, per salvare l'intero continente...»
La principessa non capiva: «Se non sono loro i cattivi, allora chi lo è?»
La donna rispose con una sola parola, che valeva più di un intero discorso: 
«Gothian»
Alienor sospirò: 
«Cosa vuole ancora Marigold da me?»
Lilieth assunse un'aria malinconica:
«Vuole che tu impedisca che mio figlio reclami il Trono del Sole»
La principessa si limitò a fissarla senza capire.
La donna le parlò con dolcezza: «Mio figlio Marvin, che vive ad Amnisia portando il mio cognome, è nato dal mio matrimonio con Masrek Eclionner, legittimo erede al trono imperiale dei Lathear, che ora vive in eremitaggio. So che mio marito Masrek non rivendicherebbe nulla, e nemmeno suo padre Sephir, lo Sciancato. Ma so che prima o poi Marvin dovrà sfidare Elner XI»
«Masrek Eclionner è morto da diciassette anni! E non si sposò mai!»
«Sei libera di non credermi Alienor, ma prima o poi questa verità verrà fuori. In molti già ne sono a conoscenza, è solo questione di tempo. Ormai il millennio si avvicina, e con esso la scadenza del Patto. A quel punto tutti getteranno la maschera e giocheranno a carte scoperte, a cominciare dalla tua Dama Gialla»
Alienor sentiva che Lilieth era sincera.
 Incominciò a capire tutte le trame di Marigold e si sentì sciocca per non aver mai sospettato nulla, ma continuava a non capire il suo ruolo in tutta quella vicenda:
«Io dovevo sposare Elner, e a quanto mi è dato capire, Marigold vuole Elner per sé. Ma non capisco il mio ruolo nei confronti di tuo figlio»
Lilieth si fece seria: «Marvin, anche se solo pochissimi lo sanno, è erede legittimo dell'Impero Lathear e del Regno dei Keltar, tu sei una principessa reale degli Alfar. Marigold vorrebbe che tu sposassi Marvin e lo convincessi a rinunciare alle sue pretese sull'Impero Lathear in cambio della corona degli Alfar e dei Keltar. Ma è una trappola! Perché un grande attacco arriverà da Nord, dalle Nevi perenni di Gothian! L'ho visto nelle mie premonizioni. Il Conte di Gothian sta radunando il suoi Albini per colpire alla schiena tuo padre e tua madre!»
La principessa era sconvolta:
«Ti ho fatto troppe domande, senza sapere di non essere pronta ad accettarne le risposte. Sappi che se quello che dici è vero, io non mi farò usare! Non sarò la marionetta dei Conti di Gothian!»
Lilieth sorrise: «Che Ulien ti benedica! Era la risposta che speravo di sentire! Nessuno ti costringerà a fare nulla, fintanto che io ti proteggerò»


N.d.A.

Il nome "Tupile" è ispirato all'Alleanza di Tupile menzionata nel romanzo "Messia di Dune" di Frank Herbert.
Alienor di Alfarian è rappresentata come una principessa Targaryen ne "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin.
Lilieth Vorkidian è rappresentata come Lyanna Stark ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".

giovedì 1 marzo 2012

La principessa Margaret, contessa di Snowdon

La principessa Margaret Windsor (Glamis21 agosto 1930 – Londra9 febbraio 2002), era la figlia minore di re Giorgio VI del Regno Unito e di Elizabeth Bowes-Lyon, e quindi sorella minore dell'attuale regina Elisabetta II.



Fin da bambina Margaret mostrò un temperamento opposto a quello della sorella Elisabetta.
Margaret era infatti molto sensibile, ironica, fantasiosa, creativa, amante della bellezza e dell'arte, ma anche ribelle e insofferente alla rigidità dell'etichetta di Buckingham Palace.



A vent'anni si innamorò di un ufficiale dell'aviazione, il colonnello Peter Townsend, eroe della RAF durante la seconda guerra mondiale, divenuto in seguito scudiero di re Giorgio VI. 
Townsend però era divorziato, e pertanto, secondo la legge britannica, occorreva il consenso del Parlamento, della Chiesa e della Corona per consentire il matrimonio tra lui e Margaret. 

Elisabetta, preoccupata di uno scandalo analogo a quello che portò suo zio Edoardo VIII all'abdicazione per sposare Wallis Simpson, fece tutto quello che era in suo potere per impedire che la sorella sposasse l'uomo che amava.

A causa delle forti pressioni della regina, Margaret, di indole emotiva e fragile, rinunciò a sposare l'unico uomo che era in grado di renderla felice. 
Da allora ebbe inizio la sua fama di "principessa triste".



Ci volle molto tempo prima che Margaret riuscisse a superare la crisi. 
Ritrovò l'amore nella persona di Antony Armstrong-Jones, celebre fotografo delle star.
Qui sotto possiamo vedere la famosissima foto scattata a Margaret da Antony Armstrong-Jones, e pubblicata sul Times, con grande scandalo, nel 1957.

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Questa volta, per quanto la relazione di Margaret con Antony non fosse ben vista dalla Famiglia Reale, non esistevano, almeno apparentemente, motivi per opporsi a un fidanzamento ufficiale.
 La coppia si sposò nel 1960 ed Antony Armstrong-Jones fu creato Conte di Snowdon dalla Regina, e Lord ereditario del Regno Unito. 
Margaret aggiunse dunque ai suoi titoli anche quello di Contessa di Snowdon.



I conti di Snowdon divennero il centro della cosiddetta "swinging London" , tanto che proprio allora circolava un detto divenuto molto famoso: "Andare a Londra negli anni '60 senza essere stati ammessi a un party degli Snowdon era come essere entrati in Paradiso senza aver visto Dio"
Dal matrimonio di Margaret col Conte di Snowdon nacquero due figli.


Ai party degli Snowdon parteciparono tutti i personaggi famosi del mondo dell'arte, della musica, della moda e dello spettacolo. Una vita in apparenza brillante, ma che non riuscì a salvare il matrimonio della coppia, minato da tradimenti reciproci.
Lord Snowdon non era fedela a sua moglie e pare che, probabilmente, fosse pure bisessuale.
Questo avrebbe favorito, per reazione la relazione tra Margaret e l'amico cantante Mick Jagger. 
E questa fu solo la prima di una lunga serie di storie di Margaret con uomini più giovani e veri e propri gigolò.



Per Elisabetta II anche solo la presenza di fotografie che ritraevano sua sorella col leader dei Rolling Stones era motivo di scandalo e ancor oggi la sovrana ha posto il veto su qualunque documentario che attestasse la passione rock della principessa anticonformista che col suo prestigio influì in maniera decisiva nello sviluppo di quel clima culturale rivoluzionario che negli anni '60 e '70 rese Londra il centro della sperimentazione musicale e artistica.
Purtroppo i veti di Elisabetta hanno sempre impedito che a Margaret fosse riconosciuto il ruolo di mecenate delle avanguardie che cambiarono il volto della società non solo inglese. Forse in futuro qualcuno potrà renderle giustizia anche su questo aspetto.
Margaret Windsor occupa un ruolo rilevante anche nella storia della fotografia.
Tra i migliori scatti della prima parte della carriera fotografica di suo marito Lord Snowdon ci sono proprio le foto che ritraggono Margaret in singolari espressioni e sfondi che alternano colore e bianco e nero.





Le foto testimoniano come Margaret fosse sempre all'avanguardia anche nel campo della moda, cambiando continuamente acconciature e sperimentando capi di vestiario decisamente originali.
La fotografia più famosa in assoluto di Antony Armstrong-Jones fu quella che ritraeva Margaret in vasca da bagno con in testa una preziosissima tiara del tesoro della corona.
Queste foto fece scandalo e suscitò le ire della regina.

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Margaret divorziò da Lord Snowdon nel 1978, e da allora si ritirò a vita privata, risiedendo il più possibile lontano dalla Gran Bretagna. Trascorreva molto tempo in Italia, specie in Toscana e in Sardegna.


Negli anni '80 prese l'abitudine di "svernare" ai Caraibi, rifuggendo la vita di corte.


Ricompariva a Londra solo per le cerimonie ufficiali, sfoggiando le sue meravigliosa tiare, ma rimanendo sempre un passo indietro rispetto alla sorella maggiore.

  

Accanita fumatrice, nonché consumatrice di alcolici e sostanze psicotrope, la Principessa andò incontro, ancora in giovane età, ad una lunga serie di problemi di salute, al contrario della Regina che, come tutti sanno, gode tuttora di una salute di ferro.


E tuttavia, invecchiando, la somiglianza fisica con la sorella regina divenne più evidente e ci fu persino un riavvicinamento in termini di affetto familiare.
 Superata la mezza età, la principessa Margaret riprese i rapporti sia con la sorella che con l'anziana madre, con cui ritrovò l'intesa cordiale e persino l'affetto che le avevano unite negli anni  dell'infanzia e in quelli della guerra
Margaret era stata la preferita del padre, Giorgio VI, che era solito dire: "Elisabetta è il mio orgoglio, ma Margaret è la mia gioia".
Ma va comunque detto che anche la regina madre cercò sempre, a modo suo, di venire incontro alla figlia minore.
Fu così che nella mezza età la principessa Margaret recuperò la dimensione degli affetti, mostrando il suo lato di madre e successivamente anche di nonna gentile e premurosa.
La sua presenza nelle foto di famiglia si fece più frequente, così come la sua partecipazione agli eventi pubblici.
Qui sotto vediamo a sinistra Elisabetta II, al centro la Regina Madre e a destra la principessa Margaret in una foto degli anni Ottanta.


Molto si è discusso e ipotizzato su quali fossero i rapporti tra la principessa Margaret e la principessa Diana, entrambe segnate da una vita tormentata e prematuramente conclusa.
Non sappiamo nulla al riguardo ma ci piace ipotizzare che, nonostante la differenza generazionale, tra le due ci fosse un reciproco rispetto e una umana comprensione.

Princesses Margaret and Diana


Qui sotto possiamo vedere quella che si può considerare l'ultima foto felice della famiglia reale Windsor, prima degli eventi che portarono alla morte di Diana, Margaret ed Elizabeth Bowes-Lyon: 
vediamo la prinpessa Margaret a sinistra, Elisabetta II, il principe Carlo, la Regina Madre, il principe Andrea, la principessa Diana e un piccolissimo principe Harry. Correva l'anno 1991.



Nell'immagine seguente possiamo vedere la regina Elisabetta e sua sorella, la principessa Margaret, ai funerali di lady Diana Spencer, Principessa di Galles,  nel settembre 1997.

Queen Elizabeth II and her sister, Princess Margaret, at Princess Diana's funeral on September 6, 1997.:

Alla fine degli anni '90 però la cattiva sorte colpì duramente la principessa Margaret. 
Un incidente domestico, che le provocò serie ustioni ai piedi, fu seguito da due ictus cerebrali, che le causarono una grave emiparesi con problemi di deambulazione, costringendola alla sedia a rotelle. 
Tra le conseguenze degli ictus vi furono anche problemi alla vista, al metabolismo e infine anche ricorrenti crisi depressive. 
Nonostante questi gravi disagi, continuò a presenziare nelle cerimonie ufficiali accanto alla amata madre.
La sua ultima apparizione pubblica avvenne proprio in occasione del 101° compleanno della regina madre, nel 2001. La foto qui sotto è l'ultima, commovente, che le ritrasse insieme, la madre centenaria e Margaret settaduenne profondamente segnata dalla malattia.


La principessa Margaret morì a causa di un terzo ictus nel febbraio 2002, esattamente cinquant'anni dopo la morte di suo padre. 

E la Regina Madre, profondamente afflitta dal dolore per la perdita della figlia più affettuosa e fragile, si spense poco dopo aver partecipato al suo funerale. 

Le ceneri di Margaret sono sepolte nella cappella di Windsor, nella stessa tomba del suo amato padre, re Giorgio VI.

mercoledì 29 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 19. Masrek Eclionner ritorna in scena: l'Eremita


Dall’alto della collina si poteva vedere molto lontano, verso sud, fino al grande fiume Amnis.
A settentrione, invece, si stagliavano le altissime montagne chiamate i Denti del Drago, che separavano il Regno nordico degli Alfar dalla grande Pianura Amnisiana, abitata dai Keltar.


Ma l’uomo che in quel luogo e in quel momento fissava l’orizzonte non era né un Alfar, né un Keltar. Veniva dall’Impero Lathear ed era un reduce della battaglia di Elenna sul Dhain, combattuta una generazione prima, nell'anno della Primavera di Sangue.
Ora lo conoscevano come l'Eremita, perché viveva in solitudine in una capanna sulle colline, allevando animali e coltivando orti e campi, che vendeva al mercato del paese più vicino, Plèdemon, un piccolo abitato collinare molto a ovest nella Valle dell’Amnis.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che quest’ultimo un tempo era stato bello, ricco e potente. Si presentava infatti molto male: aveva lunghi capelli scarmigliati, una ancor più lunghissima barba incolta, e si vestiva con una tonaca scura. Questo lo faceva sembrare molto più vecchio della sua età, ma a lui non importava nulla.



In verità, ormai, c’erano ben poche cose che gli importassero.
 I ricordi del passato si erano sbiaditi col tempo, e le ragioni che gli avevano imposto di interrompere i rapporti con le sue due famiglie ed i suoi cari, tanti anni prima, erano talmente remote, che era come se quei rapporti non esistessero più.
Era come l’ombra di qualcuno sopravvissuto a se stesso. Non sapeva bene cosa lo mantenesse in vita, o meglio che cosa gli desse una ragione per continuare a vivere. Forse era la bellezza dei monti, oppure erano le lunghe passeggiate nei boschi, o ancora il legame con la terra, con le piante, gli animali, la ricorrenza delle stagioni. E l’aria fresca e profumata di quei luoghi.
Quella mattina di ottobre stava dissodando la terra dell’orto per togliere di mezzo le erbacce e preparare una nuova semina. A fianco a lui, sempre presente, c’era il suo cane lupo albino, di nome Arf.
Era tutto ciò che gli rimaneva in termini di affetto.
Gli uomini mi hanno sempre scacciato. O sono io che ho fatto di tutto per essere cacciato?
Non c'era nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felicei nella miseria.
 Eppure ogni tanto capitava che un ricordo, un piccolo frammento di vita, gli balenasse nella mente, come per elencargli tutto quello che aveva perduto: il trono di Lathena, sua sorella e il figlio che lei aspettava e poi ad Amnisia sua moglie e suo figlio.
Sono stato rovinato prima da mia sorella, e poi da mio padre, lo Sciancato! Ma il vero traditore è il Duca, è Gallrian de Bors! Sta servendo un padrone malefico, il peggiore su questa terra!
Certo aveva reso facile il gioco dei suoi nemici, e non aveva saputo crearsi amici veri.
Avrebbe dovuto solo spiegarsi meglio con gli altri, far capire meglio le sue motivazioni e le sue verità.
Non ho mai saputo comunicare con nessuno… tranne che con Ellis... e le conseguenze sono state irreparabili.
No, non voleva più pensarci. Gli faceva troppo male. Ormai tutto era stato deciso e consumato, non c’era più niente da fare, se non attendere la morte in solitudine.
Ecco dove mi ha portato la sete di libertà e di giustizia. La gente si riempie la bocca di queste parole, ma poi non sa nemmeno riconoscerle quando le passano sotto il naso.
Ipocriti, erano tutti ipocriti.
Tutti tranne Lilieth!



Improvvisamente sentì un rumore e si guardò intorno.
Un ragazzo su un pony, con in mano un plico, gli fece segno di avvicinarsi.
L'Eremita non riceveva mai visite di gente che non conoscesse già e sul momento ebbe paura che ci fosse una trappola o un’imboscata.
Anche perché, se sapessero chi sono, mi catturerebbero senza pensarci
due volte e mi consegnerebbero a mia sorella, l'Imperatrice Vedova!
Eppure c'è stato un tempo in cui ti ho amata, Ellis!
Il suo errore più grande! Irrimediabile...
Si avvicinò con cautela, tenendo una mano sul coltello che portava in tasca.
Il ragazzo pareva innocuo: «Ho un messaggio per voi, Eremita!»
«E chi te l’ha dato?»
«Un cavaliere che è venuto in paese poco fa e mi ha chiesto di portavi questo… tutto qui»
L'Eremita annuì e prese il plico.
«Io non ho nulla da darti per questo servizio!»
Il ragazzo rise: «Oh, il cavaliere mi ha già pagato molto bene!»
e detto questo se ne andò. 
Il Romito vide il sigillo della Piovra che teneva unito il rotolo di pergamena, ed ebbe un brivido.
Maledetto Sciancato! Cosa vuoi ancora da me?
Strappò il sigillo, srotolò la pergamena e lesse.
Il messaggio era in codice, quello usato dai membri dell’organizzazione segreta, la Piovra di Sephir Eclionner, suo padre, che un tempo era stato il Principe della Corona, e che quasi tutti credevano morto ad Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.


Per il Romito fu difficile trovare la forza per aprire il messaggio e leggerlo, ma ancora più difficile fu trovare gradito il contenuto del messaggio.
Non era accettabile quello che lo Sciancato gli ordinava!
No, padre! Questa volta non mi presterò più al tuo gioco! Io e te abbiamo avuto la nostra occasione e l'abbiamo perduta! 
Ma sapeva che, se non si fosse prestato spontaneamente allo Sciancato, sarebbero venuti i suoi sgherri a a prelevarlo.
Fosse per me,  potrei anche buttarmi dal burrone e farla finita, ma se io rinuncio, lui andrà a cercare Marvin... non posso mettere in pericolo mio figlio!
La missione che questa volta gli era richiesta era molto più delicata di quelle che aveva compiuto in passato.
Il burattinaio Sephir fa il doppio gioco e il burattino, cioè io, deve recitare di nuovo la sua parte.
Avrebbe dovuto affidare a qualcuno la sua casa e i suoi campi, ma quello era il problema minore. Non gli interessava guadagnare.
Però il mio cane Arf verrà con me.
«Si parte, mio unico amico!» disse rivolto al cane «Si parte verso luoghi pericolosi e inospitali. Ma io avrò cura di te, e tu di me. Forse questo sarà l'ultimo mio viaggio, l'ultima inutile missione di Masrek Eclionner, che fu il più potente degli uomini, il più felice dei mariti e dei padri, ed ora è solo l'Eremita!»
Poi sospirò e scosse il capo.
Dei aiutatemi a salvare Lilieth e Marvin! Aiutatemi, perché sento che il sole si raffredda...


martedì 28 febbraio 2012

Elizabeth Bowes-Lyon: la Regina Madre inglese

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Nel pluripremiato film "Il discorso del re", la bravissima attrice Helena Bonham-Carter recita nel ruolo di Elizabeth Bowes-Lyon (Londra4 agosto 1900 – Windsor30 marzo 2002) moglie di re Giorgio VI, che fu regina del Regno Unito dal 1936 al 1952, ultima regina d'Irlanda e imperatrice d'India. Era la madre dell'attuale sovrana Elisabetta II e di sua sorella Margaret.



Di nobile nascita e di forte carattere, Elizabeth, detta Lizzie, entrò a far parte della famiglia reale britannica accettando la proposta di matrimonio del secondogenito del re Giorgio V, e cioè il principe Albert George, duca di York e futuro re col nome di Giorgio VI.

Forse molte lettrici sono troppo giovani per ricordare la Regina Madre inglese, genitrice dell'attuale sovrana, per cui le vorrei dedicare questo post, seguendo le sue evoluzioni nell'arco di una lunghissima vita, quasi 102 anni.
Ecco il ritratto di Elizabeth Bowes-Lyon quando divenne Duchessa di York, nel 1923



Elizabeth ebbe due figlie: la futura Elisabetta II (nata nel 1926) e la principessa Margaret, Contessa di Snowdon (Glamis21 agosto 1930 – Londra9 febbraio 2002) che morì di ictus poche settimane prima della madre e a cui dedicherò il prossimo post di argomento storico.

Ecco una bella foto che ritrae il principe Bertie, la figlia Elisabetta II (ebbene sì, anche lei, molto tempo fa, è stata una bambina!!!), la moglie Lizzie e la secondogenita Margaret (già dalla foto si vede che Maggie era la più simpatica delle due sorelle, quella che avrebbe creato non poco imbarazzo all'austera sorella maggiore!)



In seguito all'abdicazione del cognato Edoardo VIII, che rinunciò al trono per sposare Wallis Simpson (di cui vi ho già parlato) Elizabeth divenne regina consorte del Regno Unito.
Ammettiamolo: non aveva un aspetto particolarmente regale, però era una donna materna e simpatica, e la sua semplicità la rese gradita al popolo



Fu anche l'ultima Imperatrice delle Indie e l'ultima regina d'Irlanda. 
Ecco un ritratto del periodo in cui regnò a fianco del marito Giorgio VI , tra il 1936 e il 1952



Durante il suo regno la Gran Bretagna dovette affrontare i bombardamenti dell'aviazione nazista, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Al contrario di tutte le altre case regnanti, i Windsor non abbandonarono il loro regno, e pare che dietro a questa coraggiosa decisione ci sia stata l'insistenza della regina consorte.
Fu determinante, per tenere alto il morale degli Inglesi e per legittimare il ruolo della monarchia, la decisione della Royal Family di farsi fotografare mentre girava in bicicletta per i viali di Londra.
Ho cercato di ritrovare questa famosa foto, ma non ci sono riuscito, però vi giuro che esiste!!!



Il 4 febbraio 1952, poco più di 60 anni fa, il re Giorgio VI morì prematuramente di tumore ai polmoni (era un accanito fumatore, come sua figlia Margaret).
Da quel momento Elizabeth Bowes-Lyon divenne la Regina Madre, The Queen Mother ruolo che ricoprì per 50 anni, dal 1952, quando sua figlia Elisabetta II salì al trono, al 2002, anno in cui la Queen Mother morì a 101 anni

 

File:H.M. The Queen Mother Allan Warren.jpg

Eccola con la Principessa del Galles, lady Diana Spencer e il principe William



Nota per i suo cappelli "anni '20", a cui rimase fedelissima fino alla morte, la Regina Madre divenne la persona più popolare della Royal Family, anche per la sua naturale simpatia, che la rendeva molto simile ad una nonna, cosa che invece non è riuscita a sua figlia, la regina, mai spontanea come lo era invece sua madre.
Una cosa poco nota era la simpatia della regina madre per i gay. Una volta, quando sua figlia Elisabetta le sconsigliò di assumere personale omosessuale presso la sua dimora di Kensington Palace, l'anziana Lizzie rispose che se avesse dovuto evitare di assumere omosessuali avrebbe finito per doversi servire da sola.
Nell'immagine qui sotto vediamo la regina madre il giorno del suo 101° compleanno vicino ai cannoni che avevano il compito di sparare centouno volte a salve: una per ogni anno di vita di Elizabeth Bowes-Lyon.



Elizabeth Bowes-Lyon sopravvisse per breve tempo alla secondogenita Margaret, e volle a tutti i costi presenziare al suo funerale, nella fredda cappella di San Giorgio a Windsor. Il dolore e il freddo, oltre all'età avanzata, le provocarono una complicazione respiratoria che la condusse nel giro di un mese alla morte, a 101 anni e mezzo.
Una vita non si giudica né dalla lunghezza, né dalla conclusione, ma in questo caso è legittimo chiedersi se non sarebbe stato meglio per lei vivere anche solo un anno di meno e non dover assistere alla morte della figlia minore. 
Qualunque sia la risposta, bisogna darle atto di una qualità fondamentale: fu una donna coraggiosa, fino all'ultimo.




lunedì 27 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 18. Marvin Vorkidian e la "missione Alienor"


Ai primi di ottobre, Marvin Vorkidian fu convocato dal Duca di Amnisia per una udienza privata.


Già da due settimane il giovane aveva preso servizio presso la Cancelleria, che era il centro dell’attività diplomatica del Ducato di Amnisia. Lì stava finalmente mettendo in pratica tutto ciò che gli era stato insegnato nella scuola di retorica. Si trovava bene in quel lavoro, e aveva già fatto amicizia con alcuni colleghi, così come aveva già individuato quelli che gli erano ostili, e anche coloro che mantenevano una cauta neutralità. Questi ultimi appartenevano tutti alla fazione di Padre Sulmen, su cui circolavano molte voci, secondo le quali il sacerdote sarebbe stato una spia dell'eunuco Bial, e l’avrebbe conosciuto in gioventù. Alcuni ritenevano che fosse stata la stessa Imperatrice Vedova a imporlo come suo uomo di fiducia alla corte di Amnisia. 
Il giorno in cui Marvin fu convocato dal Duca, incontrò proprio Sulmen che usciva dallo studio di Gallrian, visibilmente contrariato. Quando vide Marvin gli lanciò un’occhiata nel contempo severa ed apprensiva e gli impartì una rapida benedizione. 
Dopodiché un portiere venne ad annunciare che era atteso dal Duca.
L’ufficio di Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia era uno stanzone enorme, dai soffitti altissimi e affrescati.


 Alle pareti si alternavano finestre enormi e quadri e sculture di valore inestimabile, frutto della tradizione mecenatizia della famiglia De Bors, la più ricca del Ducato.
Il Duca Gallrian era un amante della bellezza in tutte le sue forme, e anche un uomo che sapeva godersi la vita. Dava molte feste e banchetti sontuosi, in cui il vino scorreva a fiumi. Inoltre di lui si sapeva che manteneva molte amanti, dalle quali aveva avuto una grande quantità di figli bastardi, destinati per lo più a divenire cavalieri, oppure preti o diplomatici.
Da dove derivasse tanta ricchezza, nessuno sapeva dirlo.
Marvin avanzò fino alla grande scrivania dietro la quale troneggiava il Duca, sontuosamente vestito con abiti di seta dorata e pietre preziose.


Dopo i convenevoli di rito, Lord Gallrian si fece serio e disse, senza giri di parole:
  «Come saprai, la principessa Alienor di Alfarian è stata rapita dai pirati. La novità è che suo padre, re Kerelik, ha fatto recapitare per vie traverse un messaggio alla cancelleria di Amnisia, ed è di questo che voglio parlarti. Ma prima vorrei sapere che idea ti sei fatto di tutta questa faccenda»
E qui fissò Marvin negli occhi.
«Ellis Eclionner? » suggerì il ragazzo.
Il Duca annuì: «Lei, certo, e naturalmente le sue eminenze grigie: l’eunuco Bial, il senatore Fuscivarian, e soprattutto Padre Izùmir Mollander, il Priore della Grande Canonica»
Marvin sospirò: «Abbiamo le prove?»
Lord Gallrian lo scrutò con aria complice: «Abbiamo molti indizi. Ne ho parlato poco fa con Padre Sulmen, che è seguace di Mollander e che Ellis mi ha imposto come suo "garante" tanti anni fa. E' la mia spina nel fianco, ma devo sopportarlo!»
«Capisco…» disse Marvin, chiedendosi dove Gallrian volesse andare a parare.
Il Duca assunse un tono affabile:
«Kerelik mi ha chiesto di rinnovare l'alleanza tra gli Alfar e i Keltar per collaborare al ritrovamento di Alienor e punire i suoi rapitori. E' convinto che i pirati l'abbiano portata nel territorio montano della nostra Federazione, probabilmente in un villaggio nella catena montuosa dei Denti del Drago. Io sono d'accordo con lui e per questo ho scritto al nostro Arciduca di Floriana un messaggio riservato, nel quale gli annuncio che manderò da lui un contingente militare guidato da mio figlio Yvain, accompagnato da una missione diplomatica. Vorrei che tu ne facessi parte, ora che sei entrato nel grande gioco!»
«Quale gioco?» chiese istintivamente Marvin
«Oh, beh… l’unico gioco che conta» rispose compiaciuto Lord Gallrian «il gioco del Trono!»
Il ragazzo ebbe la risposta pronta:
«I miei genitori entrarono in quel gioco, Vostra Grazia, ma non ne derivò nulla di buono»
Il Duca ostentò una grande commozione:
 «Ah che grave perdita! Non riuscirò mai a perdonarmi per aver permesso che partissero da soli, senza scorta, senza protezione! Ma non commetterò lo stesso errore con te! Sarai al sicuro: hai la mia parola d'onore!»
Marvin era convinto che il Duca stesse recitando, e facesse il doppio gioco. E se avesse mandato apposta i suoi genitori in quella missione, d'accordo con chi li aveva rapiti?
«E' un onore, Vostra Grazia, ma anche un incarico molto delicato per un novellino come me»
Il Duca lo fissò con una strana luce negli occhi: «Forse l'erede di Vorkidex ha paura di fallire?»
Il giovane si sentì punto sul vivo.
Non sono solo erede di Vorkidex, ma anche figlio di Masrek Eclionner! Lui lo sa.. glielo leggo negli occhi!
Si chiese cosa avrebbe fatto suo padre Masrek, il Principe della Corona, in quelle circostanze.


Non ricordava quasi nulla di lui, se non che era alto, e bello, e di aspetto nobile.
Ma non ricordo la sua voce...
Come se gli avesse letto nel pensiero, il Duca disse:
«Tuo padre, prima di partire, si raccomandò con me: “Se io fallirò, allora tu dovrai, un giorno, parlare a mio figlio di ciò in cui crediamo”. Ebbene il momento è arrivato. Tu conosci l'Antico Patto, ma non sai che ci sono delle parti di esso che non sono state divulgate. Riguardano il ruolo che i Keltar giocheranno nel futuro ordine mondiale. La pace tra gli Alfar e i Lathear avrà bisogno della mediazione dei Keltar, senza i quali tutto sarebbe perduto. L’ultima speranza che abbiamo per salvare il Continente dalla guerra e dalla tirannia di Ellis è trovare la principessa Alienor e portarla a Lathéna!»
Era facile a dirsi, a parole.
Perché non la guida lui, la spedizione?!
Vedendo lo sguardo serio di Marvin, il Duca aggiunse:
«Ti sto dando l’opportunità di continuare l’operato politico dei tuoi genitori. Sono certo che la Compagnia riuscirà a trovare Alienor, e certamente alla fanciulla farà piacere che nel gruppo dei suoi liberatori ci sia un giovane quasi suo coetaneo. So che tu parli bene l’Alfari e che lei parla benissimo il Latheari, quindi avreste modo di intendervi»
«Ma Alienor è stata costretta a queste nozze contro la sua volontà. Se noi la liberiamo per poi portarla a Lathéna, ci maledirà tutti e dirà che preferisce rimanere tra i pirati!»
Lo sguardo di Lord Gallrian si fece intenso e penetrante:
«Ma noi non la costringeremo a sposare Elner...»
Marvin si limitò a fissare il Duca. C'era un tono allusivo in quelle ultime parole.
Lui sa... non ci sono dubbi... sa tutto!
Rimase in silenzio per un po’, consapevole che quel silenzio diceva più di mille parole, poi alla fine parlò: «Accetto l'incarico!»
Lord Gallrian sorrise e gli tese la mano.
Dopo avergliela stretta, Marvin disse:
 «Vorrei sapere solo una cosa, Vostra Grazia, se è possibile»
«Prego»
«Ho visto uscire Padre Sulmen e mi è parso molto preoccupato. Qual è il suo parere su questa spedizione?»
Il Duca si rabbuiò per un istante, poi tornò sorridente: «Ah, niente di particolare. Abbiamo concordato i nomi dei suoi uomini che entreranno nella Compagnia. Per il resto, non si è sbilanciato. Non sarebbe da lui...»
C’era qualcosa di strano nella voce di Lord Gallrian, come se stesse mentendo, ma forse era solo un’impressione. Eppure Marvin ebbe come il presentimento che ci fossero molte cose che non erano state dette, e molte bugie che avevano preso il loro posto.
Mentre si congedava dal duca, pensò che sua nonna, in fondo, aveva ragione a volerlo tenere lontano dalla politica.
Il gioco del Trono non fa per me… ha ragione Lady Ariellyn…ma è tempo che mi assuma la responsabilità di fronte alla corona che fu dei miei antenati!


N.d.A.

Marvin Vorkidian è Jon Snow.
Gallrian de Bors è magistro Illyrio Mopatis in "A game of thrones" ne "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", "A Son of Ice and Fire" di George Martin.


domenica 26 febbraio 2012

Wallis Simpson, la Duchessa di Windsor


Wallis Warfield Simpson (Baltimora19 giugno 1896 – Parigi24 aprile 1986), Duchessa di Windsor, fu la moglie di re Edoardo VIII del Regno Unito, divenuto duca di Windsor dopo la sua abdicazione al trono.


La storia è nota, re Edoardo VIII, da poco salito al trono nel 1936, dovette affrontare una forte opposizione della famiglia reale, della Chiesa Anglicana, del governo di Stanley Baldwin e dell'opinione pubblica, di fronte alla sua intenzione di sposare Wallis Simpson, non gradita in quanto americana, non nobile e soprattutto divorziata

Per poter sposare la donna che amava, Edoardo VIII rinunciò al trono.
Dopo l'abdicazione, il nuovo re Giorgio VI, fratello minore, nominò il fratello maggiore Duca di Windsor, titolo legato castello di Windsor, residenza della famiglia reale britannica.

Il Duca di Windsor è noto per aver inventato il più elegante nodo alla cravatta che esista, il Windsor Knot, che io scelgo sempre.
Per chi non lo sapesse fare, ecco il modo, con una foto del Duca di Windsor in giovane età.


Ma parliamo di lei, di Wallis... o meglio, lasciamo parlare le immagini.
Forse Wallis non era bellissima, ma era brillante ed elegante, e anticipava le mode.



Da sola osò sfidare l'Impero Britannico. Quale altra donna avrebbe potuto dire: "Mio marito ha rinunciato ad un impero, per sposare me"?



Chi la odiava la accusò di essere una spia nazista, o comunque una simpatizzante di Hitler. Accusa che non è mai stata provata e che probabilmente fu sparsa in giro dal governo britannico per screditarla ulteriormente.



Durante la guerra, Edoardo fu nominato Governatore delle Bahamas, più che altro per allontanarlo da Londra. La scelta si rivelò felice, in quanto le Bahamas divennero il centro della vita mondana dell'epoca, grazie alla capacità di attrazione di Wallis. Comunque la si pensi al riguardo, non si può negare un dato di natura estetica: i Duchi di Windsor furono una delle coppie più "glamour" del Novecento.



Dimostravano che l'amore rendeva più felici del potere.



L'eleganza di Wallis era sempre inappuntabile.



A chi pronosticava una crisi matrimoniale o un divorzio, i Duchi di Windsor dimostrarono nei fatti la solidità del loro rapporto di coppia, che rimase inalterato nel tempo fino alla loro morte.
Cosa c'è di più bello di una coppia di vecchi sposi, che dopo quarant'anni si amano ancora come il primo giorno?



Wallis fu vicina ad Edoardo fino all'ultimo. Il Duca morì nel 1972.



Il dolore di Wallis alla morte del marito fu profondo e sincero, come dimostra questa foto, in cui la regina Elisabetta, ai funerali dello zio, appare visibilmente colpita dal dolore di quella "zia Wallis" così odiata, così vilipesa per tanti anni, eppure, in fondo, molto più sensibile di lei.



Non so se Elisabetta abbia avuto un matrimonio felice. La regina è una donna che non lascia trapelare emozioni. Sarebbe comunque diventata sovrana, alla morte dello zio, perché Wallis non ebbe figli. 
La Duchessa di Windsor morì a 90 anni, a Parigi, nel 1986.

E voi da che parte state? Tra Elisabetta II e Wallis, chi era più "regale"?