giovedì 8 novembre 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 134. L'Iniziazione agli Arcani Supremi

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<<La ragione per cui accetto di intraprendere questo percorso è la mia insaziabile curiosità. Che poi è anche una delle mie principali ragioni di vita. Fino ad ora tutta la mia conoscenza si è fermata ai limiti del mistero. Viviamo in un piccolo angolo di luce circondati dall’oscurità di ciò che non conosciamo. Un piccolo giro al di fuori della percezione abituata a vedere solo un certo percorso, una piccola occhiata verso quell’oscurità>>
Così disse Riccardo Monterovere alla giovane lady Joanna Burke-Roche, Iniziata di Rango Segreto, presso il Bosco di Querciagrossa, nella località detta "L'Orma del Diavolo".
Joanna sorrise:
<<Potrai dare più che una piccola occhiata, ma non so se ciò che vedrai ti piacerà.
In ogni caso, hai già superato le prove del dolore, anche se purtroppo alcune di loro torneranno, nel corso della tua vita, e il dolore non passerà mai del tutto. Ogni Iniziato lo sa: è la prima conoscenza senza la quale non si è in grado di sopportare tutto il resto>>
Lui ne era fin troppo consapevole:
<<Immagino però che la parte più difficile debba ancora venire, per quanto non riesco ad immaginare niente di peggio del dolore>>
Lei divenne improvvisamente serissima:
<<Peggio del dolore c'è la paura che possa esistere un dolore più grande di quello già passato. Un dolore insopportabile. Ma in realtà la paura è parte integrante, e a volte persino preponderante, di quello stesso dolore che teme>>
E anche quella era una lezione importante.
<<Lessing avrebbe detto: "L'attesa del dolore, non è essa stessa il dolore?">>
Joanna annuì:
<<Sì, e oltre tutto si tratta di un dolore che potrebbe non verificarsi mai. Per cui si finisce per soffrire invano. E' la famosa storia di chi si fascia la testa prima di cadere. L'eccesso di prudenza può diventare una forma di delirio>>
Era un delirio che aveva già affondato i suoi artigli nella mente del giovane Monterovere:
<<Quale difesa abbiamo contro una simile paura?>>
Lei continuò a fissarlo con severità:
<<Vivere nel presente, concentrarsi sul qui e ora. E' una questione di disciplina mentale.
Imparare questo è parte della prova. Per questo ogni prova è personale. Altri peccano per eccesso di spavalderia, per incoscienza. Non si accontentano mai: hanno quasi tutto, ma ciò che desiderano di più è proprio quel "quasi".
Tu invece per eccesso di prudenza. L'hai trasformata in un perenne stato di "timore e tremore". Ora è tempo di scacciare questa angoscia.
E' il momento dire basta alla disperazione>>
Riccardo fu pervaso da un brivido:
<<Dunque tu conosci il mio stato d'animo. Nel giro di un anno ho perso tutte le mie certezze.
E mi sono ritrovato solo, in un mondo ostile, in una terra senza speranza>>
Lo sguardo di lei mostrò la comprensione, rara, di chi ha percorso lo stesso sentiero.
<<Ora io sono con te, in un'angolo di natura benevolmente predisposto nei tuoi confronti, in una terra che attende il tuo aiuto.
Entrambi abbiamo alle spalle molto dolore, ma davanti a noi esiste una speranza.
Non ha senso dunque rimuginare ulteriormente sul passato.
Non possiamo cambiare l'inizio della nostra storia, ma possiamo ricominciare a scriverla da dove siamo ora, e provare a cambiarne il finale.

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Devi imparare a controllare i tuoi pensieri, perché essi diventeranno parole; a controllare le tue parole, perché esse diverranno azioni; a controllare le tue azioni perché essere diventeranno abitudini; a controllare le tue abitudini, perché esse diventeranno parte del tuo carattere; a controllare il carattere, perché esso diventerà il tuo destino.
Io ti posso insegnare tutto questo: in cambio ti chiedo di fidarti di me, come guida della tua Iniziazione.
Non possiamo indugiare oltre.
Il rito deve avere inizio qui, adesso>>
Lui si guardò intorno:
<<Senza testimoni?>>
Lei gli indicò una panca, intagliata nel legno.
Si sedettero.
<<Non è necessaria la loro presenza fisica. I Veggenti comunicheranno con te, e a presiedere al rito ci sarà qualcuno di ancora più importante.
Certo è necessario renderti più ricettivo ai loro messaggi. Per questa ragione condividerai con me una bevanda la cui composizione chimica è ignorata dalle industrie farmaceutiche e dai centri di ricerca.
E' uno dei segreti di longevità dei membri dell'Elite, a meno che qualche fazione avversa non interferisca>>
Riccardo scattò in piedi:
<<Lo sapevo! Alla fine, dietro a tutte queste chiacchiere, c'è una sostanza stupefacente, un allucinogeno, una droga! E' questo che siete, in fin dei conti? Soltanto una banda di drogati esaltati?>>
Joanna scosse il capo, facendogli cenno di tornare a sedersi:
<<Non è una sostanza tossica e non crea dipendenza. Amplifica le capacità della nostra mente, ma non si tratta di allucinazioni, anzi: è una visione più esatta>>
<<Chi mi assicura che tu non voglia avvelenarmi?>>
Lei aveva previsto ogni obiezione:
<<La berrò prima io, e in quantità maggiori, visto che sono preparata ai suoi effetti. Ma se tu non hai fiducia in me, allora puoi tornartene alla tua esistenza solitaria e letargica, limitandoti a sopravvivere a te stesso, con l'unico scopo di essere l'esecutore testamentario della tua stirpe.
Come ti ho già detto, hai davanti a te due strade: o innalzarti al di sopra di tutti i tuoi padri a partire da Ferdinando Monterovere, o scendere nell'oscurità, con quel che resta della tua stirpe>>

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<<Sono venuto qui alla ricerca delle mie radici, con la convinzione che "le radici profonde non gelano". Confido in questo e scelgo l'Antica Via, quella degli Iniziati>>
Joanna annuì:
<<Non te ne pentirai>>
Prese dalla borsa una boccetta di vetro chiusa da un contagocce e un piccolo cucchiaino d'argento.
Lasciò cadere una ventina di gocce nel cucchiaio e poi ne assunse oralmente il contenuto.
Infine, si rivolse al suo interlocutore con con voce solenne e postura ieratica, come una sacerdotessa:
<<Prima che anche tu assuma l'Acqua della Vita, come noi chiamiamo il nostro elisir, devo pronunciare alcune parole di rito, perché le parole rappresentano una delle forme più alte di magia cerimoniale.
Io Joanna Burke-Roche, conosciuta anche col nome di Virginia Dracu, Inziata di Rango Segreto agli Arcani Supremi, sono qui per delega del Consiglio degli Iniziati, alla sacra presenza di Riccardo Monterovere, che il nostro Ordine ha riconosciuto degno di accedere ai Sacri Misteri>>
Con la propria mano sinistra, prese la mano sinistra dell'iniziando, come era tradizione della cosiddetta Via della Mano Sinistra.
Poi riprese a parlare, rivolgendosi direttamente al suo interlocutore:
<<Così come io sono adesso, allo stesso modo un giorno sarai tu.
Prego alla tua presenza che sia così.
Liberamente hai scelto di sottoporti al sacro rito dell'Iniziazione, detta anche Seconda Nascita, poiché una persona ne entra e un'altra ne esce.
Ti richiederemo impegno, poiché le discipline più impegnative sono anche le più gratificanti.
La via della disciplina conduce alla vera libertà, per cui ti dico: se cerchi solo la libertà, diverrai schiavo dei tuoi desideri, dunque cerca la disciplina e lì troverai la tua libertà.
Ti chiederemo di aprire la coscienza a nuove forme di apprendimento, affinché tu possa elevarti ad un livello superiore e scegliere, se vorrai, di diventare ciò che noi chiamiamo "Cavaliere della Luce".

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Ti chiediamo, ora, la massima concentrazione.
Passato e futuro non esistono se non nel nostro pensiero: non possediamo nulla di più di questo momento presente, per dedicare noi stessi alla sacra presenza umana, che condividiamo e preghiamo>>
Chinò il capo, e come se stesse recitando una litania, sussurrò:
<<Noi non percepiamo il tempo, percepiamo il cambiamento: l'unica cosa che conta è il cambiamento reale che abolisce lo stato di cose del presente.
I presupposti da cui muoviamo non sono arbitrari.
Arcano, dal latino arcanus= nascosto, derivato di arca=scrigno, indica ciò che è tenuto segreto, che non può essere conosciuto, e che dunque è oggetto di mistero. Gli Arcani Supremi sono dunque i più grandi segreti e misteri dell'universo, la cui conoscenza è riservata soltanto ad una ristrettissima elite
Ora è tempo di risvegliare questa conoscenza che è latente in te nella memoria filogenetica dei tuoi antenati>>
Versò sette gocce dell'Elisir nel cucchiaino e le versò in bocca all'iniziando.
Sette, il numero magico per eccellenza.
Riccardo percepì un aroma di pesca, molto delicato, e si sentì immediatamente calmo e profondamente rilassato e concentrato.
Joanna riprese a parlare:
<<In questo momento la tua memoria filogenetica incomincia a risvegliarsi.
Chiudi gli occhi e guarda dentro di te... sì, guarda dentro di te...
Gli Altri Ricordi giungeranno come in un sogno e in maniera confusa, apparentemente senza alcun ordine e alcuna logica. 
Non tutto ciò che percepirai ti piacerà, ma ti invito a rispettare comunque i tuoi antenati, poiché tu sei il frutto dei loro infiniti amori.

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Inizialmente le immagini che si formarono nella mente di Riccardo erano come fotogrammi di film molto diversi tra loro, tanto che lui credette che si trattasse di mere allucinazioni.
Il flusso di quei fotogrammi era talmente veloce che non riusciva a imprimerlo nella memoria.
Questi non sono ricordi.
Una voce gli rispose, da dentro.
"E invece sì"
Era sua nonna Diana, ma non come negli ultimi giorni della sua vita, bensì com'era da ragazza, estremamente simile a lady Joanna Burke-Roche.
"Questa è la nostra unica forma di immortalità"
Riccardo si convinse di essere in un sogno.
"Tu sei solo nella mia mente e nel mio cuore, non puoi essere reale"
"Difficile rispondere. Nei primi tempi, sai... nei primi tempi..."
Ma il discorso rimase in sospeso.
L'immagine svanì, travolta da una valanga di Altri Ricordi, di antenati mai visti, vissuti in un passato estremamente remoto, tanto da non risultare in alcun modo riconoscibile.
Scorse un giovane cavaliere, ne ghermì i ricordi, gli interminabili esercizi per apprendere l'uso delle armi: la spada, la lancia, l'arco e le frecce.
Quelle abilità si trasmisero a lui, insieme ai ricordi dell'antenato.
E poi duelli, battaglie, guerre, massacri.
Una voce sconosciuta parlò: «Questo è ciò che i tuoi antenati hanno fatto. Consideravano prodezza il sangue, e gloria il non aver pietà. Ricordalo sempre, perché tra loro non ci sono innocenti!»

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Fiumi di sangue, nuvole di sangue.
"Dov'è il senso di tutto questo? Dov'è il Graal che avrei dovuto trovare in questi Altri Ricordi? Non bastavano i miei, a tormentarmi? Qualcuno mi risponda!"
I ricordi si dissolsero e al loro posto comparve uno sfondo luminoso, simile a quello descritto da chi ha vissuto esperienze di pre-morte.
Ma non era la fine.
La stessa voce, proveniente dal punto di irradiazione della luminosità, continuò a parlare.
"Non so che cosa ti aspettassi di vedere, ma qui non ci sono verità preconfezionate.
Però se sei arrivato fin qui, è giusto che tu abbia qualche risposta.
Io sono conosciuto con molti nomi, ma quello che mi fu attribuito dalle genti che vivevano nel luogo in cui ti trovi è Belenos.

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Ed ecco alcune delle mie risposte.
Io sono una delle Entità Sovrumane che voi chiamate "I dominatori dell'Universo".
Ma non ne sono i Creatori.
Non c'è Creatore, ci sono solo due princìpi opposti, i fondamenti: Energia ed Entropia.
Entrambi questi fondamenti hanno espresso, nel processo evolutivo, due entità immanenti, Belenos per l'Energia ed Eclion per l'Entropia. Da tempo immemorabile essi lottano tra loro per evitare che l'altro prevalga, e in questo modo mantengono in equilibrio l'universo.
Ma non sono soli.
Esistono altre entità simili, dette "Signori degli Elementi" e tra essi ve ne sono tre il cui potere è pari al mio: sono Atar, Signore del Fuoco,  Gothar, Signore del Ghiaccio ed Eclion, Signore delle Tenebre.
Il dolore è nato per avvertirci che la nostra vita è in pericolo, ma Eclion il Malvagio ha trasformato questo avvertimento in uno strumento di tortura. Spetta a voi saper distinguere l'avvertimento dalla tortura. Nel primo caso vi è una cura, una speranza e forse anche una redenzione, ma nel secondo vi è solo malvagità. 
Ora io ti libero da questa malvagità, sottraggo la tua anima all'influenza del Maligno, e ti consacro al mio servizio>>