venerdì 7 ottobre 2022

Da qui all'Incoronazione. L'Operazione "Golden Orb" e la "Slim Monarchy". Le prossime riforme di re Carlo III che cambieranno il volto della Monarchia britannica

 


Ora che è terminato il periodo di lutto, re Carlo III e la sua famiglia hanno ripreso la loro attività istituzionale.
Il Re e la Regina Consorte, si sono ufficialmente trasferiti a Buckingham Palace. 
E' stata diffusa una nuova foto di Carlo III accanto alla celebre “red box”, la scatola rossa che viene consegnata al monarca ogni mattina, affinché prenda visione e firmi i documenti amministrativi del Governo britannico e di quelli riguardanti il Commonwealth.
Ci sono state anche alcune piccole, ma significative decisioni riguardanti sia il nuovo monogramma reale una C e una R sovrapposte (Carolus Rex) e una corona in stile Tudor che li sovrasta.
I lettori diranno che si tratta di un dettaglio trascurabile, e invece anche questo semplice atto è stato osservato e commentato al microscopio dall'informazione, sempre alla ricerca delle crepe nell'edificio della monarchia britannica. Alcuni titoli di articoli sono oggettivamente ridicoli, del tipo: "Ha copiato la firma di Cristiano Ronaldo" (di cui probabilmente Carlo III ignora persino l'esistenza") oppure "Carlo sceglie la corona di Enrico VIII. Camilla teme la sorte di Anna Bolena" ed altre simili amenità, a cui è meglio non concedere ulteriore spazio).




Nei giorni successivi è stata presentata la prima moneta da 5 sterline con l'effigie di re Carlo III.






La dicitura ai margini contiene abbreviazioni con il seguente significato complessivo:

Charles III Dei Gratia Rex Fidei Defensor

Carlo III è fautore di una monarchia più snella, a partire da un concetto più circoscritto di Famiglia Reale, come ha mostrato la prima fotografia ufficiale, dove, il Re è insieme alla Regina consorte, all’erede al trono William e alla moglie Kate, prontamente nominati Principi di Galles.




Oltre a loro e ai "principini" figli dei Galles, rimarranno membri "senior" pochissimi altri che ricoprono dignitosamente incarichi ufficiali, dalla principessa Anna al figlio Edoardo e moglie Sophie, per i quali potrebbe arrivare, come riconoscimento futuro per l'impegno dimostrato, il Ducato di Edimburgo.

Insomma, una monarchia non certo ‘borghese’ come quelle scandinave, ma meno soggetta alle temperie, agli scandali e al gossip che hanno scosso la famiglia allargata dei Windsor. La regina Camilla, detestata e vituperata dai sudditi ai tempi del divorzio di Carlo e poi della morte di Diana, sembra essere ormai risolta con una pacifica riabilitazione collettiva, non solo perché è evidente che la vera storia d’amore nella vita del nuovo re è sempre stata quella con l’attuale consorte, ma anche perché, saggiamente, la regina  Elisabetta, ha saputo riconoscere e premiare l'effetto rasserenante che la nuora ha sempre avuto riguardo alle insicurezze e agli sbalzi di umore dell'allora Principe di Galles. Per questo Elisabetta ha accompagnato l’ingresso della seconda moglie di Carlo nella vita familiare ed istituzionale, sanzionando pochi mesi fa il riconoscimento di Camilla conferendole la suprema onorificenza britannica, l'Ordine della Giarrettiera, e soprattutto inserendo nel comunicato ufficiale di Buckingham Palace per il Giubileo di Platino: “E’ mio sincero desiderio che diventi Regina consorte”.

Ma ci sono aspetti più concreti per i quali il regno di Carlo III rappresenta una svolta, infatti
ha preso il via, per i membri della monarchia britannica, la nuova politica di "spending review", a livello di sprechi e privilegi che dovranno essere necessariamente ridimensionati e in certi casi tagliati del tutto. L'obiettivo di questa inusuale manovra potrebbe giovare all’immagine della Famiglia Reale, ma anche alle casse di Buckingham Palace, che risentono della crisi degli ultimi due anni. 

Tra i membri reali, chi ha accolto positivamente la novità è la sorella di re Carlo, la principessa Anna, che lo ha dimostrato nel suo recente viaggio a New York, con un volo economico ed ecologico, in quanto la Princess Royal non ha viaggiato con un aereo privato, bensì con un volo di linea, portandosi dietro - da sola - il bagaglio a mano. Ma Anna non è la sola a corte a fare dei compromessi. 

Anche la regina consorte Camilla ha deciso di rompere la tradizione rinunciando alle dame di compagnia e mantenendo soltanto una ristretta squadra di assistenti che, in caso di bisogno, le possono dar sostegno. 
Inoltre, a condividere con Carlo la convinzione che i tagli alle spese fossero necessari, erano stati, da tempo, il principe William e sua moglie Kate, la nuova Principessa di Galles, che, tra le altre cose, già mesi fa avevano cominciato a cercare una dimora più piccola e meno sfarzosa di Kensington Palace, la loro residenza ufficiale londinese.
Si tratta dell'Adelaide Cottage, nei pressi del castello di Windsor.

Re Carlo ha dovuto compiere una scelta dolorosa, ossia licenziare parte del personale della sua precedente residenza, Clarence House. Alcuni membri dello staff che hanno contribuito al miglioramento dell'immagine di Carlo sono stati comunque premiati con il dislocamento presso altri importanti uffici e pochi "happy few" sono stati prescelti per integrare lo staff di Buckingham Palace.

Il Re per ora si trova a Balmoral (la residenza preferita della sua defunta madre, che secondo alcuni potrebbe diventare, un giorno, un museo pubblico in onore di Elisabetta II, che lì ha trascorso gli ultimi giorni della sua lunga vita.






Ma i maggiori risparmi si vedranno a partire dalla operazione “Golden Orb” ossia “Globo d’Oro” (simbolo del potere regale) che porterà all’Incoronazione del nuovo sovrano. Per ora trapelano solo dettagli, alcuni da confermare. Si era ipotizzato che la cerimonia potesse tenersi il prossimo 2 giugno, una data dal profondo valore storico, poiché segnerà i 70 anni dall’incoronazione, nel 1953, della regina Elisabetta. Successivamente è stato reso noto che la cerimonia avrà luogo il 6 maggio 2023 presso l'Abbazia di Westminster.




L’evento sarà più breve, non sarà una cerimonia in grande, avrà costi più contenuti e terrà conto delle diverse comunità e confessioni religiose presenti nel regno. Del resto Carlo è il sovrano più anziano a essere incoronato, quindi sarebbe meglio evitare di perdere tempo. Inoltre non possiamo sottovalutare le difficoltà dei nostri tempi, che avrebbero spinto il nuovo re a optare per una cerimonia più essenziale, senza rinunciare, però, alla solennità e al rispetto della tradizione, caratteristiche d’obbligo in simili circostanze.
Il trono su cui prenderà posto il re dovrà poggiare sulla celebre “Pietra del Destino” (conosciuta anche come "Pietra di Scone") in arenaria rossa, dal peso di 152 chilogrammi. La pietra, arrivata in Scozia nel 700 d.C circa., è custodita dal 1996 nel Castello di Edimburgo ed è un emblema leggendario, usato durante le incoronazioni dei monarchi scozzesi a Scone. Proprio secondo la leggenda su quella pietra Giacobbe avrebbe avuto la visione della Scala, collegamento tra il Cielo e la Terra, su cui salivano e scendevano gli angeli.

Una delle poche sicurezze che abbiamo in merito all’operazione “Golden Orb”, ovvero il fatto che l’incoronazione di Carlo si svolgerà nel 2023, lo dobbiamo a un curioso fatto di cronaca, riguardante Edward Fitzalan-Howard, Duca di Norfolk, il quale, fermato per non aver rispettato un semaforo rossi, si è giustificato sostenendo di essere molto impegnato con i preparativi per la cerimonia "che si terrà l'anni prossimo". Infatti, poiché il suo ducato è il più antico del Regno, il Duca di Norfolk è per tradizione il Primo Pari tra i Lords e ricopre il ruolo di Earl Marshal, (Gran Maresciallo della Corona) e pertanto ha l’incarico di presiedere ai preparativi per le esequie dei sovrani e a quelli per le incoronazioni dei successori.

La prima riforma istituzionale della Corona promossa da re Carlo III riguarda la funzione di Viceré (o "reggente in assenza"), che viene temporaneamente affidata ai parenti più stretti del sovrano qualora quest'ultimo si trovasse all'estero o fosse transitoriamente impossibilitato a svolgere il suo ruolo.
Di questi tempi turbolenti la Gran Bretagna sembra cambiare primo ministro alla velocità della luce (Liz Truss è durata solo 44 giorni) e cosa succederebbe se Rishi Sunak, il premier appena insediato, dovesse dimettersi in assenza di Carlo? Potrebbe riceve l’incarico nientemeno che dal duca di York, allontanato dalla vita pubblica dopo lo scandalo legato alla prostituzione minorile, o dal duca di Sussex che non risiede nemmeno più nel Regno Unito. Perché? A causa dei Regency Acts del 1937 e del 1953. Leggi troppo vecchie che non rispecchiano l’attuale assetto della famiglia reale. Riguardano l’organo definito Consiglio di Stato che comprende, oltre al coniuge del sovrano, i primi quattro eredi in linea di successione al trono che abbiano un’età maggiore di 25 anni. Questi sono: William, Principe di Galles; Harry, Duca di Sussex,; Andrea Duca di York e la principessa Beatrice. Un paradosso. Perché due di loro sono fuori dai giochi e Beatrice non è neppure considerata una working royal e infatti non percepisce alcun stipendio. Questi quattro più Camilla potrebbero svolgere i doveri costituzionali del re se lui non fosse in grado, per qualsivoglia ragione.
La questione è arrivata anche a Westminster. Alla Camera Alta il visconte di Stansgate ha chiesto se non fosse opportuno intervenire sul Consiglio di Stato visto che Carlo III si imbarcherà presto in una serie di viaggi intorno al mondo. Un altro Lord ha risposto ambiguamente, lasciando intendere però che il sovrano sia ben consapevole del problema e che verrà affrontato molto presto. È la prima volta che la questione Harry & Andrea viene affrontata in Parlamento.
Secondo fonti del Daily Mail la modifica del Regency Act era stata discussa da Carlo con la regina Elisabetta che era d’accordo nel modificarla. Ma invece di escludere persone specifiche dal Consiglio di Stato il re sarà in grado, con le nuove norme, di nominare altri consiglieri, a prescindere dalla loro posizione in linea di successione. In questo modo (forse) nessuno si offenderà e Carlo avrà eliminato le sue due spine nel fianco, il figlio Harry e il fratello Andrea.
I nuovi membri del Consiglio di Stato saranno Anna, Principessa Reale ed Edoardo, Conte di Wessex, sui quali il Re ripone la sua massima fiducia.
Il Governo ha già fatto sapere che sosterrà la riforma presso la Camera dei Comuni.

Ma la strada che attende Carlo III sarà in salita. In molti si chiedono se il nuovo Re riuscirà a mantenere vivo il Commonwealth,  e cioè a mantenere legami, anche leggeri, tra il Regno Unito e le ex colonie che un tempo costituirono l'Impero Britannico, dissoltosi durante i regni di Giorgio VI ed Elisabetta II, la quale ha gestito con saggezza la delicata fase di transizione, nonostante gli attriti, le tensioni e i comprensibili risentimenti degli stati che hanno ottenuto l'indipendenza o assunto la forma repubblicana. Tuttora, su 56 nazioni aderenti al Commonwealth, 15 riconoscono il monarca inglese come proprio Capo dello Stato. Carlo III dovrà far fronte alle tendenze centrifughe che ultimamente si sono manifestate nei Territori d'Oltremare, ossia alcune isole o penisole del mar dei Caraibi

Ma la maggiore preoccupazione per il nuovo sovrano riguarderà, come già è accaduto per sua madre, le spinte centrifughe in agguato anche all’interno dello stesso Regno Unito, che, in seguito alla legge sulla Devolution fortemente voluta da Tony Blair, ha consentito alle nazioni di Scozia, Galles e Irlanda del Nord il diritto di secessione tramite referendum. Sarebbe la disgregazione finale del Regno Unito, che si ridurrebbe alla sola Inghilterra. Carlo III sale al trono nel pieno delle scosse di assestamento del dopo Brexit, che hanno rimesso in discussione l’equilibrio tra le quattro nazioni. La Scozia non voleva staccarsi dall’Unione europea. Gli scozzesi hanno giudicato l’esito del referendum del 2016 come una autolesionistica scelta della maggioranza inglese. I suoi governanti, membri dello Scottish National Party, chiedono di nuovo un referendum sull’indipendenza. L’Ulster poi sta sperimentando le conseguenze negative dell’uscita dall’UE, che ha lasciato le sei contee britanniche del Nord Irlanda come un ibrido, mezzo dentro e mezzo fuori. Sono in molti ormai a Belfast a pensare e ad auspicare che alla fine si faccia anche qui un altro referendum, questa volta per l'unificazione con la Repubblica d’Irlanda, quella di Dublino.  

Insomma, scenari da far tremare i polsi, mentre re Carlo ha già una età in cui anche i più accaniti stakanovisti cedono alla pensione. Ma l’adrenalina di essere finalmente arrivato al traguardo lo sostiene brillantemente, come si è visto in queste prime giornate. Il suo regno non potrà essere lungo per ragioni anagrafiche e William appare come un giudizioso erede, che può contare sulla popolarità della moglie Kate, la quale finora non ha sbagliato un colpo, grazie alla solidità dell’impegno nello svolgere bene la sua parte, senza strafare e senza sbavature. Ora è Kate la Principessa del Galles, e inevitabile sarà il confronto tra lei e l'ancora amata Diana, il cui mito l'ha resa una delle icone più celebrate nel recente immaginario collettivo.

La storia corre veloce, le nuove generazioni già si preparano. Long live the King, Dio salvi re Carlo III. Lunga vita al Re!















Re Carlo III del Regno Unito appartiene ufficialmente alla Casa Reale di Windsor, che in precedenza si chiamava Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha, il cui cognome era Wettin. Era la stirpe del principe Alberto, consorte della regina Vittoria, ultima sovrana britannica della Casa di Hannover o di Brunsvik-Luneburg, il cui cognome era Welfen. Ma il padre di re Carlo III era il principe Filippo Mountbatten, un cognome inglesizzato da Battenberg, e infatti la madre di Filippo era Alice di Battenberg. Ma il padre di Filippo era il principe Andrea di Grecia e Danimarca e apparteneva alla Casa Reale di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg, il cui cognome era Oldenburg.
Di conseguenza, re Carlo III, in linea maschile patrilineare è uno Schleswig-Holstein del ramo Sonderburg-Glucksburg che ha regnato su tutta la Scandinavia e ne porta ancora i segni nel suo stemma.





Aggiorniamo la situazione riguardante lo status dei singoli membri della Famiglia Reale.

Il Principe di Galles, William e la Principessa di Galles, Kate, ricevono in appannaggio come residenza di campagna la Royal Lodge presso il comprensorio reale di Windsor.

Il Duca di York, precedente inquilino della Royal Lodge, risiederà nel palazzetto di Frogmore, sempre all'interno del comprensorio reale di Windsor, ma di dimensioni più modeste e minori spese di manutenzione. La residenza sarà condivisa con la Duchessa di York, Sarah e con la figlia Eugenia, il marito di lei e i loro figli.

Il Duca di Sussex riceverà un equo indennizzo per la cessione della residenza di Frogmore e qualora dovesse ritornare a risiedere con la famiglia nel Regno Unito avrà una residenza confacente ai doveri che accetterà di seguire. Entrambi i suoi figli, pur non avendo i genitori il titolo di Altezza Reale, sono comunque riconosciuti a tutti gli effetti come Principi del Regno Unito, inseriti nella linea di successione e con la possibilità di svolgere, se lo vorranno, attività pubblica remunerata.

Il principe Edoardo, già Conte di Wessex, è nominato Duca di Edimburgo secondo la parola data da Sua Maestà il Re al defunto padre Filippo e allo stesso Edoardo, di modo che il Ducato sia assegnato alla linea di discendenza dei Mountbatten-Windsor.




















P.S.
Carlo è un nome regale che si ricollega a una lunga tradizione risalente a Carlo Magno, la cui incoronazione imperiale avvenne il 25 dicembre 800 d.C. da parte di papa Leone III che dopo averlo benedetto e riconsacrato re dei Franchi, dei Longobardi, dei Teutoni e degli Italici, gli pose un diadema sul capo proclamandolo Imperatore dei Romani con la seguente formula beneaugurale, in latino e in caso dativo:

"Carolo Augusto a Deo coronato piissimo et pacifico Imperatori Romanorum vita et victoria!" )

La cerimonia probabilmente non fu sontuosa come appare nei quadri di età romantica o nelle raffigurazioni tradizionali, ma nell'immaginario collettivo è rimasta "il prototipo" delle incoronazioni nella civiltà Occidentale.











La centralità dell'incoronazione nella vita degli stati monarchici occidentali si affermò solo in età medievale, come diretta continuazione delle tradizioni romano-bizantine. 
Trait-d'union fra Oriente e Occidente fu la celebre Corona Ferrea, un diadema dalle origini leggendarie carico di significati religiosi e di simbolismi. Secondo la tradizione la lamina di ferro che la circonda al suo interno fu ricavata da un chiodo della Vera Croce di Cristo. La forte sacralità di questo diadema ne fece un segno potente di regalità, tale che il suo utilizzo nelle solenni incoronazioni dei re d'Italia si protrasse anche dopo la fondazione dell'Impero Carolingio che fu la base di partenza per il successivo Sacro Romano Impero, formalmente fondato da Ottone I il Grande. 

Già a partire dai Carolingi si affermò la tradizione della triplice incoronazione: per accedere alla dignità imperiale. Era infatti necessario, per il futuro imperatore, ricevere prima la corona di Germania, poi quella d'Italia – la Corona ferrea - e infine, a Roma, quella imperiale dalle mani del papa. 
L'incoronazione a re d'Italia, Rex Langobardorum et Italicorum, generalmente aveva luogo a Pavia (dove si trovava il palazzo Reale) nella basilica di San Michele Maggiore o, più raramente, come narra Galvano Fiamma, a Milano, a fianco della basilica di Sant'Ambrogio: qui il sovrano riceveva la Corona ferrea dopo aver abbracciato una colonna di marmo. Diversamente l'imperatore Corrado III di Svevia fu invece incoronato a Monza nel 1128.
Ma la diffusione in Occidente di riti d'incoronazione propri della monarchia bizantina non è legata soltanto alla Corona ferrea. 

Celebre fu il battesimo del re dei Franchi Clodoveo I, avvenuta nel 497 a Reims. Secondo la tradizione lo Spirito Santo o un angelo sotto forma di una colomba recò al vescovo san Remigio la santa Ampolla contenente l'olio crismale, con il quale il re fu battezzato. Da allora i re di Francia da Ludovico il Pio fino a Carlo X, furono incoronati a Reims e unti con l'olio della santa Ampolla.