domenica 15 maggio 2022

Vite quasi parallele. Capitolo 184. Una con tutte stelle nella vita



Dopo la partenza di Roberto, Aurora non aveva, almeno apparentemente, cambiato abitudini e impegni e nonostante Gabriele e Leonardo cercassero di monitorare i suoi movimenti con la speranza di riuscire, una buona volta, a coglierla in flagrante "adulterio", fino a quel momento (ossia al 29 giugno), non avevano avuto successo.
<<A questo punto ci sono soltanto due possibilità>> disse Leonardo <<o tutto è come sembra, o niente è come sembra>>
Era la famosa frase pronunciata dall'investigatore Poirot in "Assassinio sull'Orient Express".
<<Cosa vorresti dire?>> chiese il fratello maggiore, Gabriele.
Leonardo inarcò le sopracciglia bionde:
<<Che la soluzione è davanti ai nostri occhi, ma noi non la vediamo perché stiamo interpretando male i dati a nostra disposizione>>
Gabriele si accigliò:
<<Oppure non c'è nessun segreto: in fondo lui, come toy boy, pare che sia accondiscendente>>
Leonardo conosceva le voci, ma quel discorso era solo un dettaglio, nel quadro complessivo:
<<Se fosse solo per quello, potrebbe trovarne altri, e con molta facilità. Parliamoci chiaro: Aurora sta decollando verso il successo. 
Ha vent'anni, è bellissima, di ottima famiglia, ha un curriculum di tutto rispetto, gli uomini cadono ai suoi piedi, le fanno dei favori spontaneamente, i professori la adorano, comprese le donne, che dovrebbero essere gelose o invidiose, e invece la adorano. 
I salotti le hanno spalancato le porte e ormai i fotografi e gli stilisti se la contendono. 
Insomma, lei potrebbe avere chi vuole, persino un principe, e invece resta fedele a Robbie>>
Gabriele annuì:
<<E in questo si comporta da vera signora: "Una con tutte stelle nella vita">>







Il riferimento alla canzone di Loredana Bertè gli era venuto spontaneo, ma le circostanze erano particolari. Due mesi prima, la sorella maggiore di Loredana, la grande Mia Martini, era stata trovata senza vita, nella sua casa di Cardano al Campo, tra Milano e Varese.
Quella morte prematura, avvenuta proprio quando era tornata al successo, aveva sconvolto il mondo dello spettacolo. Molti colleghi si sentivano in colpa per il torto che le avevano fatto molti anni prima ed espiarono tale colpa non solo con i doverosi tributi che meritava, ma anche con un atteggiamento benevolo verso Loredana, che "non era una signora", al contrario di sua sorella, e forse proprio per questo aveva suscitato meno invidie e malevolenze.
Si evitò anche di parlare delle tracce di cocaina che potevano aver indebolito prima del tempo il grande cuore di Mia Martini. Purtroppo, gira e rigira, la cocaina o altre sostanze analoghe, finivano sempre per saltare fuori, quando un'icona della musica o dello spettacolo si spegneva prematuramente.
Anche le vere signore potevano sentire il bisogno della polvere bianca, per essere all'altezza delle aspettative del pubblico e della società.

Dopo un minuto di doveroso silenzio, Leonardo riprese il discorso:
<<Sì, Aurora appare una con tutte stelle nella vita, ma io credo che non lo sia.
Chi è sicuro di sé non ha bisogno di ostentazione, lei invece sta commettendo il grave errore di ostentare il proprio successo, e, peggio ancora, la propria felicità.
Lei dice che lo fa per contratto: fa parte del personaggio che deve interpretare per valorizzare ciò che indossa o che promuove, e questo posso anche capirlo, ma ad un occhio esperto, si nota che sta recitando, e lo sta facendo male, nonostante abbia avuto una formazione di prima classe.
Robbie dovrebbe farglielo notare>>
Gabriele sorrise:
<<E' troppo impegnato a demolire la propria immagine: non riesco proprio a capire perché lo faccia>>
Leonardo invece l'aveva capito da un pezzo:
<<Lo fa per ridurre le aspettative nei suoi confronti. Non vuole deludere nessuno. 
Ma lo fa anche per far abbassare la guardia agli avversari. E' il metodo del tenente Colombo, se ci pensi bene. Io me ne sono accorto subito, vedevo quanto lo divertiva disorientare gli altri ridendo di se stesso. Una volta mi ha detto che aveva imparato questa cosa dal nonno contadino, che avrebbe potuto darsi arie da gran signore, e invece trovava più divertente ricevere i pezzi grossi nella stalla, mungendo le mucche, facendo il finto tonto ed esibendosi in numeri comici.
Loro abbassavano la guardia e a quel punto lui chiamava l'amministratore con i contratti. 
E gli altri erano così allegri che avrebbero firmato anche la propria condanna a morte>>
Gabriele annuì:
<<Davvero inquietante. Se quel che dici è vero, Robbie e Aurora fanno una specie di gioco delle parti. Non so chi dei due sia più pericoloso>>
Leonardo rise:
<<Aurora non è pericolosa: è spericolata, il che è tutta un'altra cosa. Farà un passo falso, prima o poi, e a quel punto io le toglierò la maschera>>
Gabriele non sembrava molto convinto:
<<Le tue supposizioni non hanno prove e come è noto, ciò che può essere affermato senza prova, può anche essere negato senza prova. E' un discorso che vale in tutti i campi, anche perché le prove, al giorno d'oggi, sono facili da manipolare.
Se tu vuoi indagare, indaga pure, ma io non voglio essere coinvolto oltre. E' ora che mi metta a lavorare alla tesi, se no per ottobre non ce la faccio. E poi sei tu l'amico intimo di Robbie, per cui è giusto che ci pensi tu>>
E Leo non se lo fece ripetere due volte:
<<Riuscirò a scoprire chi è veramente Aurora Visconti>>
Il fratello apparve un po' preoccupato:
<<Leo, mi raccomando, sii prudente. Aurora è ormai un personaggio pubblico ed è temuta persino da Serena Monterovere, l'onorevole signora Hagauer.
Sei più vulnerabile tu rispetto ad Aurora>>
Leonardo fece spallucce:
<<Io non ho niente da nascondere, e dunque niente da temere>>
Gabriele ne aveva abbastanza:
<<Fai come vuoi, ma io mi prendo una pausa: vado in centro, vieni con me?>>
Leo non ne aveva voglia.
Rimase nella stanza del fratello, per riflettere sulla conversazione appena avuta, ma a un certo punto sentì bussare alla sua porta e con grande sorpresa, quando aprì, c'era proprio lei, Aurora Visconti.
Lupus in fabula.

Leo non riuscì a mascherare la propria sorpresa:
<<Ah, sei tu! Gabriele non c'è, ma se vuoi fare due chiacchiere forse potrei andare bene anch'io>>
Lo sguardo di lei indugiò nella stanza, ricordando che i due fratelli avevano alloggi diversi:
<<Vai più che bene: da tempo volevo parlarti in privato>>
Leo, di fronte a quella strana iniziativa, si sentì a disagio:
<<Prego, siediti, vuoi qualcosa da bere? Un tè freddo? Un succo di frutta?>>
Aurora si sedette, ma rifiutò l'offerta:
<<Sono a posto così>>
La voce era impostata su una fredda cortesia, la più invalicabile tra le barriere:
Leo ne rimase quasi impaurito:
<<Di che cosa volevi parlarmi?>>
Lei lo fissò con severità:
<<Lo sai benissimo>>
Leonardo era sconcertato:
<<Io non so proprio niente, è questo il problema>>
Aurora non ne era convinta, ma cercò un approccio diverso:
<<Io invece so tutto sul tuo conto, compreso il motivo per cui mi stai spiando. 
Ma stai perdendo il tuo tempo, il che non costituisce una novità, dal momento che hai sempre perso il tuo tempo, così come hai perso tutto il resto>>
Leonardo non l'aveva mai vista così alterata:
<<E' chiaro che non sei lucida, la cocaina ti ha fuso il cervello. 
In ogni caso non c'è molto da sapere su di me, non sono mondano come mio fratello, né loquace e affabulatore come Robbie, con i suoi infiniti aneddoti>>
Lei rise:
<<Ho visto come pendi dalle sue labbra, ma non farti illusioni. Lui è un narcisista a cui piace specchiarsi negli occhi degli altri. E tu sei un bello specchio, lo ammetto, ma niente di più, almeno per lui. A me non interessano le tue inclinazioni, voglio solo che tu e tuo fratello non vi intromettiate. Forse Gabri ha capito, ma tu continui a interferire e la mia pazienza si sta esaurendo. Ti do un consiglio utile: non riporre speranze su Roberto, non ti darà mai ciò che tu vorresti. Pensa a farti una vita con persone che vogliono ciò che vuoi tu: esistono, basta guardarsi attorno, tu invece ti limiti a sopravvivere>>
Leonardo non gradì affatto quel discorso:
<<Non accetto prediche da te. Io accetto prediche soltanto da chi ha sofferto molto ed è sopravvissuto, loro sì che hanno qualcosa da dire. Tu invece... che cosa ne sai tu della sopravvivenza? 
Hai avuto una fortuna sfacciata, ti è piovuto tutto dal cielo, e nonostante questo sniffi cocaina e cerchi di barare al gioco, ma un giorno riuscirò a smascherarti>>
Lei capì di non poterlo intimorire, e cercò di moderare i toni:
<<Ti sbagli sul mio conto: ho sofferto anch'io, e so quanto è duro sopravvivere in certi momenti. La cocaina mi serve per tirare avanti e impedire che il mio castello di aspirazioni non mi crolli addosso.
Ma ho promesso a Robbie che smetterò, anche se sarà doloroso: le crisi di astinenza non sono certo una passeggiata. 
Tu mi giudichi, ma non sai niente della mia storia, della mia città, della mia famiglia e soprattutto dei rapporti che intercorrono tra me la famiglia di Robs.
Devi credermi quando ti dico che è meglio per te se stai alla larga da loro: non amano gli intrusi, sono endogamici, un gruppo di famiglie che si incrociano tra loro fino a provocare delle mostruosità.
Tu non hai la minima idea di che cosa sia il clan Ricci-Orsini-Lanni-Monterovere-Hagauer>>
Leonardo sapeva solo le mezze verità raccontate da Roberto, ma ignorava tutto il resto, e dietro a quella facciata poteva celarsi qualsiasi cosa:
<<Ne parli come se fossero un clan mafioso! Insomma, cosa sono: una setta segreta, un'entità neonazista, oppure sono trafficanti d'organi, stupratori pedofili o dediti ai sacrifici umani che si nutrono di sangue di vergini o di neonati?>>
Aurora scosse il capo:
<<Niente di tutto questo! Non commettono reati, non ne hanno bisogno: hanno aspirazioni e poteri più grandi e ciò li rende più pericolosi. Alcuni sono quasi inoffensivi, come Serena Hagauer, ma altri sono molto più potenti di quel che sembrano. Sanno dissimulare molto bene: sono maestri di understatement, alcuni sembrano piccoli e fragili, ma non sottovalutarli mai, perché una cosa è certa: chi si mette contro di loro fa sempre, e dico sempre, una brutta fine>>
E detto questo fissò l'interlocutore con aria grave, mettendo le mani tra i capelli, come se fosse consapevole che quella "brutta fine", probabilmente, era già stata decisa anche per lei.






Leonardo sospettava che ci fosse qualcosa di inquietante nella famiglia di Robbie, ma riteneva che, almeno per il momento, fosse meglio non farlo capire a nessuno:
<<Stai delirando: forse è la combinazione del caldo con la coca. 
Se vuoi che ti creda, devi dirmi qualcosa di più, darmi qualche indizio...>>
Aurora apparve improvvisamente stanca e preoccupata:
<<Se anche te lo dessi, tu non ci crederesti. Però c'è qualcosa che posso dirti: anche la mia famiglia è coinvolta. I miei genitori fecero l'errore di chiedere favori ad un membro del clan, uno molto potente, ma meno appariscente: un vero Monterovere. 
E quel famoso Monterovere accettò, perché all'epoca gli ero utile, voleva che facessi da stampella a Roberto, in un momento molto delicato.
Io però lo venni a sapere soltanto dopo, capisci? Ciò che ho fatto era sincero, e sono sincera anche adesso. 
Ma ora il clan al completo ritiene che io sia d'intralcio, anzi che sia dannosa, e mi vogliono tagliare fuori. Io però non ho intenzione di farmi da parte>>
Leonardo decise di concentrarsi su quelle ultime parole:
<<Per quale ragione? Non hai più bisogno del clan, stai avendo successo e se quel che mi hai detto fosse vero, ti stanno dando l'occasione di uscire dalla famiglia senza nessuna ritorsione.
Dovresti approfittarne, fintanto che puoi>>
Gli occhi di lei, inaspettatamente, si velarono di lacrime, che poi le rigarono il bel viso:
<<Tu mi chiedi perché non me ne vado? Eppure dovresti capirlo, dal momento che gli stai dietro da un anno!>>
Leonardo si sentì in imbarazzo, lei in fondo gli aveva detto molto e le sue lacrime erano sincere, come forse anche le sue parole:
<<Io sono solo un ammiratore, sotto certi aspetti un discepolo, se vogliamo>>
Lei scosse il capo, con un'espressione che rendeva perfettamente il concetto del "ridere nel pianto":
<<Sì, certo. Dicono tutti così, all'inizio. E poi a un certo punto si ritrovano invischiati nella sua vita come in una ragnatela. E la cosa più assurda è che non ne vogliono uscire: è lui che cerca di "liberarli", ma anche quando ci riesce, loro non sono più gli stessi di prima>>
Leonardo incominciava a capire:
<<Ma a me Robbie non sembra così terribile come lo dipingi tu. Ne parli come se fosse una persona malvagia>>
Aurora sospirò:
<<Non ho detto che è malvagio. Non è sua intenzione fare del male, anzi, lui è sempre mosso da buone intenzioni, ma la bontà dei propositi non è sufficiente per rendere innocua una persona.
Il pericolo non viene dalle sue azioni, ma dalle sue parole: lui agisce all'interno delle regole, ma quando parla non sai mai se stia scherzando o dica sul serio. Forse non lo sa nemmeno lui, ma in quel mare di assurdità può celarsi una parola fin troppo vera, che ti marchia in maniera indelebile, come una lettera scarlatta.
Leo, io ti sto avvertendo, nel tuo interesse: non ti avvicinare troppo a lui, perché lui è come una droga e amarlo è come essere tossicodipendenti, e lui è peggio della cocaina>>
Leonardo era confuso:
<<Ne parli così male, e dici di amarlo?>>
Aurora parve esausta:
<<Odi et amo. C'è bisogno di aggiungere altro?>>
Leo fu preso di contropiede:
<<Quando si arriva a questo stadio, è meglio che la relazione finisca>>
Aurora rise:
<<Ha parlato il grande esperto! Senti, Leo, l'unica cosa che dovrebbe finire è la tua illusione di poter ottenere da lui qualcosa di più di un'amicizia. Non negarlo, è fin troppo evidente, ed è possibile persino che lui si sia affezionato a te, ma solo come se tu fossi un caro animale domestico, un fedele cagnolino ammaestrato>>
Leonardo era furioso:
<<Le tue allusioni sono infondate. E comunque tra noi due pensavo che la cagna fossi tu>>
Lei, invece di infuriarsi, gli rise in faccia:
<<Ah, vedo che a furia di tampinarlo hai assimilato il suo discutibile senso dell'umorismo. Questo è proprio il tipo di battute con cui Robs mette in riga chi si allarga troppo. 
Su di me, ormai, non fa più effetto, ma quando la sua ironia tagliente si abbatterà su di te, allora capirai che cosa si prova.
Ero venuta qui in amicizia, per farti capire che non sono io quella cattiva, ma tu sei accecato dai sentimenti e dalle illusioni, e ne pagherai il prezzo>>
Lui decise di contrattaccare:
<<Fammi capire, Aurora: mi stai dando un consiglio, o mi stai minacciando?
 No, perché, se si passa alle minacce, allora posso diventare pericoloso anch'io, per esempio a volte mi chiedo se tu non abbia una relazione con mio fratello, ma ora mi sorge un dubbio ancora più sconvolgente>>




Aurora non parve minimamente impressionata:
<<Tuo fratello? E' carino, ma, con tutto il rispetto, non è una cima. Potrà affascinare le ragazzine la cui massima preoccupazione è darsi lo smalto sulle unghie, ma non certo me.
Mi interessa però il tuo "dubbio sconvolgente". Esponimelo: sconvolgimi! E' un pezzo che nessuno ci riesce più>>
Leonardo non chiedeva di meglio:
<<Tu sei bisessuale. Ammettilo!>>
Aurora scoppiò in una risata fragorosa:
<<Ah, questa è proprio buona! Sei ancora più stupido di quanto pensassi! Segui pure questa falsa pista, se ne sei convinto. E buon divertimento!>> e incominciò ad alzarsi.
Leo, però, aveva in mano qualcosa:
<<So per certo che passi molto tempo con la ragazza giapponese. Stai preparando un triangolo, oppure hai trovato una persona che condivide sul serio le tue perversioni?>>
Aurora tornò a sedersi:
<<Questi toni da bacchettone non ti si addicono. Kiko mi sta aiutando a capire molte cose su me stessa, per questo siamo diventate amiche e Roberto lo sa benissimo. Se volessi un triangolo, lui sarebbe il primo ad accettare: è da un po' che ha messo gli occhi sulla "ragazza giapponese"  e anche su altre ragazze. Me l'ha confessato lui stesso. 
E' lui che vorrebbe andare con altre donne, non io
Io cerco solo di capire me stessa, e dovresti farlo anche tu Leo, invece di spiarmi in cerca di qualcosa che non esiste>>
Leonardo valutò quelle parole, soppesandole attentamente:
<<Capire te stessa... una nobile intenzione! Potresti scoprire qualcosa di sorprendente, come per esempio il fatto che il vero motivo per cui tu stai ancora con Robbie non ha nulla a che vedere né con l'amore, né con il sesso. L'hai ammesso tu stessa: un membro della sua famiglia ha finanziato i tuoi genitori, permettendo a te un tenore di vita al di sopra delle tue disponibilità.
Ecco il tassello che mi mancava per completare il puzzle.
Tu e la tua famiglia avete ancora bisogno di soldi e di raccomandazioni, ma se la tua carriera di indossatrice dovesse decollare, chissà, forse non ne avrete più bisogno>>




Aurora scattò in piedi:
<<Sei meschino e viscido, oltre che stupido! Quando mi sono innamorata di lui, io non sapevo niente di quei finanziamenti, e non credere che mi abbia fatto piacere che il consenso dei miei sia stato ottenuto in questo modo. 
Roberto me l'ha confessato molti mesi dopo, ed era lui che si vergognava, non io!
Tu credi di sapere tutto di lui, ma non sai proprio niente.
Lui ti racconta solo delle mezze verità, come fa con tutti, tenendo ben nascoste le altre mezze, quelle che ben pochi conoscono e che io ho scoperto soltanto col tempo.
Tu credi di aver capito tutto, ma non hai capito proprio niente, emerito idiota!>>
Leonardo non si offese, ma non poteva neanche lasciar correre:
<<Prima di elargire giudizi, esamina la tua coscienza e rifletti su queste parole di Saba: 
"D'amore non esistono peccati, esistono soltanto peccati contro l'amore. E quelli no, non li perdoneranno>>