mercoledì 1 giugno 2022

Vite quasi parallele. Capitolo 185. L'Impero del Sole e delle Cinque Tigri







Ci vollero due giorni prima che Aurora si riprendesse dal disastroso colloquio con Leonardo, il quale, pur non avendo scoperto la verità, c'era andato molto vicino.
In quei due giorni, la giovane Visconti aveva avuto modo di schiarirsi le idee ed elaborare un nuovo piano, che in parte aveva concordato con le amiche giapponesi conosciute presso l'agenzia di moda per cui lavorava.
A differenza di quel che Leonardo aveva immaginato, non era Kiko Choisoraki la sua vera "amica del cuore", ma la coinquilina di lei, e cioè Ayami Mizuhara, anche lei nipponica, bellissima e grande appassionata dello stesso vizio di Kiko, l'omorashi così diffuso nell'Impero del Sol Levante e praticato da sempre anche da Aurora, che lo aveva imposto "obtorto collo" al recalcitrante fidanzato Roberto.
Ma mentre i rapporti con Kiko non andavano oltre la semplice amicizia, quelli con Ayami erano molto più profondi, in tutti i sensi, e avevano suscitato in lei emozioni e sensazioni di cui, prima di diventare modella, non aveva mai immaginato la possibilità e l'esistenza stessa.
E tuttavia non sarebbe stato corretto trarre conclusioni affrettate, come aveva fatto Leonardo, che oltre tutto aveva concentrato l'attenzione, come era nelle intenzioni di Aurora, sull'amica meno importante, perdendosi dietro a una falsa pista, essendo Kiko convintamente eterosessuale.
Era stata però quest'ultima a presentare Ayami ad Aurora, intuendo che avevano molte cose in comune. 
Ayami era molto riservata e prudente, e per questo, pur avendo ricevuto in dono una bellezza raffinata e radiosa, aveva sempre cercato di evitare, al di fuori del lavoro, di attirare troppo l'attenzione.
C'era in lei anche un equilibrio interiore che si manifestava in un'armonia naturale del comportamento e in una "divina indifferenza" rispetto al contesto.
Ma quando posava nei servizi fotografici, l'intensità dei suoi occhi neri e del suo sguardo enigmatico si imponevano immediatamente e guardarla era come osservare paesaggi paradisiaci popolati da fate e ninfe.










Aurora era rimasta colpita da quella ragazza tanto diversa da lei, ma complementare, come lo Yin è complementare allo Yang.
Ma chi era, tra loro, a rappresentare, rispettivamente, l'uno e l'altro dei principi costitutivi del Tao?
Ayami non era certo una monaca zen, ma conosceva molto bene le filosofie orientali, di cui invece Aurora era completamente digiuna.
Ma prima di rendersi conto di tutto questo, la giovane Visconti era rimasta perplessa, da quella versione modernizzata e occidentalizzata di una geisha che sembrava venuta fuori da un manga o da un anime.
All'inizio le era parso che l'unica cosa che avessero in comune fosse l'iniziale in A, oltre che, naturalmente, la professione di modella.
In quegli anni c'era stato il primo affacciarsi sulle passerelle delle indossatrici asiatiche, specie dell'Estremo Oriente, e quindi del Giappone, l'Impero del Sol Levante e delle Cinque Tigri che un tempo erano state sotto il suo controllo o la sua influenza: Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Singapore e Thailandia.








Già dopo quel primo incontro, Aurora era rimasta conquistata da Ayami, nella quale vedeva ben più dei piaceri promessi da Kiko.
Gli incontri successivi avvennero sempre nell'alloggio milanese delle due modelle, ma Kiko spesso usciva dalla porta di servizio, camuffata, in modo da lasciare campo libero alle altre due, senza che nessuno, da fuori, si accorgesse che era uscita.
Sapevano infatti che la rete di conoscenze di Gabriele e Leonardo da Monza le teneva d'occhio, come anche quella di Serena Monterovere.
Dopo l'accusa esplicita di Leonardo, Aurora, sconvolta, aveva subito telefonato ad Ayami:
<<I fratelli da Monza sanno tutto. Leonardo di sicuro, anche se attenderà di avere prove certe prima di riferire tutto a Robbie>>
Ayami si limitò a rispondere con uno dei suoi mantra preferiti:
<<Nulla accade, nulla accade...>>
Aurora lo riconobbe subito, ormai lo conosceva bene: era il mantra scaramantico Bu-Ji del Sacro Libro di Kreos, uno dei testi più segreti della variante tao-buddista all'origine dello Scintoismo-Zen, che a sua volta apparteneva alla Fratellanza della Luce, una della quattro confraternite dell'Ordine degli Iniziati.
L'esistenza dell'Ordine, delle sue confraternite e dei suoi testi sacri nell'Estremo Oriente era uno dei segreti principali che Ayami e Aurora condividevano.
Un segreto che neppure gli altri Iniziati potevano riconoscere, perché da quando era all'opposizione interna, la Fratellanza della Luce aveva incominciato a comunicare in un codice conosciuto solo dai suoi adepti e dai loro discepoli.













Nemmeno Aurora sapeva, e non avrebbe mai potuto anche solo sospettarlo, poiché di testi con titoli stravaganti come il Sacro Libro di Kreos se ne trovavano anche nelle normali librerie, nei reparti meno nobili, occupati dai manuali di strane e discutibili pseudoscienze, fino a quelli che parlavano degli extraterrestri.
<<Per ora non è accaduto niente, ma al primo passo falso mi rovineranno>>
Ayami, nel suo inglese così orientaleggiante, rispose con la solita calma:
<<Non farai alcun passo falso, se seguirai i miei consigli>> e le elencò tutte le cose da fare e soprattutto quelle da non fare.
<<Sono ottimi consigli, ma io mi sento ancora agitata>>
L'amica non le diede rassicurazioni generiche, perché non sarebbero servite a niente:
<<Sei agitata perché sei intelligente e vedi tutti i rischi. Ma io sono abituata a non lasciar niente al caso: insieme saremo invincibili>>
Aurora si sentì meglio:
<<Ma voi giapponesi siete tutti così padroni di voi stessi?>>
Ayami rise nel suo modo così melodioso e argentino;
<<No, affatto! E non siamo nemmeno tanto diversi da voi europei. E questo valeva anche prima dell'era Meiji, dell'occidentalizzazione forzata e della sconfitta di Saigo Takamori, a Shiroyama
Il fatto è che tutte le tradizioni, in origine, avevano punti in comune. Molti adesso chiamano tutto questo "superstizione", ma c'erano insegnamenti importanti, che persino i più dotti hanno dimenticato. Nemmeno i più saggi sono in grado di conoscere tutte le conseguenze.
Te lo dico perché ti ho sentito augurare il male a Leonardo e questo è sbagliato, non solo moralmente, ma anche pragmaticamente. Il male desiderato finisce sempre per tornare indietro, in maniera subdola, come un ladro nella notte. I demoni esigono un prezzo, per cui bisogna stare attenti a ciò che si desidera, persino nei pensieri. Concentrati su ciò che vuoi nel bene, e allora saranno altri spiriti ad ascoltare, quelli che non chiedono ricompense>>
Quelli della Fratellanza della Luce, avrebbe voluto dire, ma non poteva esporsi oltre.
Si trattava comunque di una premura eccessiva, perché Aurora a malapena la ascoltava, pensando che quello era il genere di discorsi che avrebbero suscitato l'interesse di Roberto, ma lei era ben contenta di essere un'occidentale evoluta.
Sorrise, al ricordo delle volte in cui lei e il fidanzato avevano bisticciato sull'argomento.
"Quando ti metti a fare la femminista emancipata, io vado di sotto", diceva lui, il che significava che sarebbe andato a studiare o a leggere in biblioteca, dimenticando tutto il resto del mondo, per ore e ore.
E questo accadeva sempre più di frequente, cosa che le ricordò il motivo del suo turbamento.






<<A Parigi avremo un po' di tregua, ma dopo cosa devo fare? Non posso riuscire a disintossicarmi durante un viaggio a due, e non so cosa inventarmi per tenere a bada tutti i suoi sospetti e i suoi malumori. Non voglio perderlo, tu mi capisci...>>
Ayami la interruppe:
<<Ma certo! Ne abbiamo già parlato e ho trovato una soluzione. Un mio ammiratore ha una villa a Portofino e uno yacht che percorrerà la Costa Azzurra facendo scalo nei porti più importanti fino a Marsiglia. Ci sarò anch'io e potrai contare sul mio aiuto per qualsiasi cosa>>
Ad Aurora parve un'idea allettante, ma troppo bella per essere vera:
<<Ma sei sicura che questo tuo ammiratore accetterebbe due estranei sulla sua barca?>>
E Ayami rispose:
<<Camminerebbe anche sui carboni ardenti, se glielo chiedessi io>>
Aurora sorrise:
<<Non ne dubito! Credo che lo farei io stessa>>
La voce di Ayami divenne seria:
<<Non ti chiederò mai nulla che possa danneggiarti. Non lo faccio con nessuno>>
E qui Aurora non la capiva:
<<E perché? Potresti dominare il mondo, con le tue capacità persuasive>>
L'amica giapponese rimase seria:
<<Dominare il mondo? Solo un folle può desiderare una cosa simile. E purtroppo ce ne sono molti. Individui che non sanno cogliere il sottile confine che separa la tenacia dall'ostinazione. Si credono indispensabili e questo può avere conseguenze disastrose.
Guardati sempre dagli ostinati e da coloro che si credono indispensabili>>
Aurora conosceva molte persone di quel genere, ma in quel momento le rimaneva un unico dubbio:
<<Mi sento in colpa per ciò che tengo nascosto a Robbie>>
Ayami sentenziò:
<<Troppa sincerità fa male a qualunque rapporto. Pensa a goderti il successo e poi la vacanza. Sarà un'estate memorabile>>
Se non fossero state al telefono, Aurora l'avrebbe abbracciata:
<<Tu vedi il sole in tutte le cose! Forse è anche per questo che il Giappone è chiamato l'Impero del Sole>>
La giapponese sapeva che le ragioni erano ben altre, ma preferì correggere la prima delle due frasi:
<<Non proprio in tutte. E comunque evito di fissare il mio pensiero, poiché né il sole né la morte possono essere guardati fissamente>>
L'avrebbe potuto dire un maestro zen dell'era Togukawa o dell'era Fujiwara, e invece l'aveva detto il duca de La Rochefoucauld poiché la saggezza dell'Antica Via era diffusa ovunque, nell'età arcaica.