sabato 30 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 125. Verso il Regno Millenario

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Luca ripensava alle parole che Jenna aveva pronunciato pochi minuti prima, in maniera sibillina:
"... è giunta l'Età dei Profeti, quella in cui i Misteri dovranno essere svelati, affinché possa aver inizio il Regno Millenario..."
Guardò fuori dalla finestra, istintivamente, nella direzione del borgo di Querciagrossa, vicino al luogo chiamato l'Orma del Diavolo.
Quando ci lasciammo, quella sera di sei anni fa, sul confine, lei non conosceva ancora il suo ruolo.
Luca non poteva esserne sicuro, ma il suo intuito gli diceva qualcosa di più riguardo a Jenna.
Era probabile che soltanto dopo essersi unita alla Fraternitas Draconis, la ragazza avesse acquisito un rango molto elevato tra gli Iniziati.
Lei ha appreso qualcosa, negli anni in cui è stata sotto la protezione della famiglia Dracu. 
Qualcosa che nemmeno il Consiglio Superiore degli Iniziati conosce nei particolari.
Forse i Consiglieri conoscevano il vero, ma non tutta la verità.
L'ombra di un oggetto è vera, ma non è la verità.
Solo i Mistici l'hanno potuta vedere "faccia a faccia", e Jenna ci è riuscita.
Cosa ha visto realmente? Perché è così reticente a parlarmi di ciò che le è accaduto?
Lei sembrò leggergli nel pensiero.
<<Ti racconterei nei dettagli tutto quello che mi è accaduto...>> disse Jenna con voce turbata <<... ma so già che se te lo dicessi, non mi guarderesti più allo stesso modo, con gli stessi occhi con cui mi guardi adesso>>
Luca scosse il capo:
<<Guardare non so, ma non potrei amarti di meno! Neanche se lo volessi.
Alcuni si illudono di poter cambiare i propri sentimenti tramite la volontà. 
Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo alla strada.
Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti, ma non è servito a niente. E' vano negare un sentimento.
Non si comanda al senso di mancanza che ci coglie al solo pensiero di perdere la persona amata. In questo senso l'amore è un dolore protratto, perché si oscilla tra la paura di perdere la persona amata, e la perdita stessa.
Parlando per similitudini e metafore, nel cuore non risiede solo l'amore, ma anche il dolore.
Per anni mi sono opposto a questa condanna, ma poi ho capito una cosa.
E' il dolore che ci dà la certezza di esistere, più di qualsiasi altra cosa.
Forse è l'unica verità che conosco.
E' quando soffriamo che ci rendiamo conto, senza ombra di dubbio, di essere reali. 
Le emozioni e i sentimenti piacevoli possono sembrarci falsi, perché è tutto troppo perfetto, come nei bei sogni. 
Ma sono gli incubi quelli che ci fanno aprire gli occhi e riprendere il contatto con la realtà.
Non temere dunque di raccontarmi la tua storia, per quanto terribile possa essere. 
Potrei persino amarti di più>>
Jenna, che aveva studiato la poesia latina, fu colta da una riminiscenza:
<<Amare magis, sed bene velle minus>>
Luca ne fu compiaciuto:
<<Ora ho la conferma che sei veramente tu! Solo tu potevi declamare Catullo in metrica classica durante un simile discorso. Ed è vero che amare e voler bene sono due cose diverse.
Ma dovresti anche sapere che non posso volerti meno bene, perché il mio sentimento va ben oltre l'attrazione o il desiderio. 
Se un fiore ti attrae e lo cogli, non gli vuoi bene e non lo ami, perché recidendolo lo uccidima se lo ami davvero, lo lasci dov'è e te ne prendi cura, innaffiandolo tutti i giorni>>
Jenna era commossa.
Lo guardò fisso negli occhi, dandogli il tempo di farsi avanti, ma essendo lui così restio a lasciarsi andare, allora prese lei  l'iniziativa e lo strinse a sé.
Si scambiarono un bacio lieve e romantico, perché era il momento della tenerezza, non quello della passione. 
Non ancora. Non lì.
Lei era bellissima, ma Luca sapeva che di troppa bellezza si può anche morire.
La bellezza può essere una trappola e troppe volte, in passato, ci era caduto.
E allora i versi del poeta potevano tornare di nuovo utili, ma senza bisogno del latino e della metrica.
Misero Catullo, smettila di vaneggiare, e quello che hai perduto consideralo perduto per sempre.
L'impulsività degli anni verdi era passata da tempo, così come la giovinezza.
Ma non era necessariamente un male.
Aveva appreso che la via lunga è anche la più breve, e che la pazienza non soltanto è la capacità di aspettare, ma piuttosto quella di saper utilizzare bene il tempo nell'attesa.
Jenna, con la testa appoggiata sulla spalla di lui, riuscì ancora una volta a leggergli nel pensiero.
<<Sei diventato più saggio>>
Luca sorrise:
<<Ti aspettavi un maggiore trasporto, da parte mia?>>
Lei sorrise a sua volta:
<<Assolutamente no! Anzi, la compostezza è segno di maturità. 
Non siamo più i due ragazzini impetuosi di sei anni fa. Ora siamo entrambi più saggi.
E la saggezza non è altro che sofferenza guarita.
Per questo non devi essere prigioniero del passato: ciò che è accaduto è stata una lezione, non una condanna.
Il peso della vita cresce con l'età, eppure ci vuole moltissimo tempo per diventare giovani.
E il nostro scopo non è vincere: è rimanere in gioco il più a lungo possibile, in condizioni tollerabili>>
Luca era impressionato:
<<Parli già come un'Illuminata>>
Lei scrollò le spalle:
<<Non esageriamo>>
Lui insistette:
<<Dico davvero. Le tue doti sono eccezionali>>
Jenna gli accarezzò i capelli:
<<Anche le tue sono eccezionali, ed è tempo che siano valorizzate.
Hai incontrato sempre persone che cercavano di sminuire i tuoi successi. 
Non essere tu il primo a farlo>>
Luca era perplesso:
<<Io sono sempre fuggito. Mi sono nascosto nelle narrazioni, grandi o piccole che fossero.
Storie, trame, visioni del mondo, fatti veri o presunti tali, ma soprattutto fantasie.
Sono uno che legge per legittima difesa. Uno che si rifugia nei libri. Ci entra dentro. 
Non esistono forse giorni della nostra vita che abbiamo vissuti tanto pienamente in compagnia d’un libro prediletto? Ancor oggi, se mi capita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardo come se fossero i soli calendari da me conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni e le foreste e tutti quegli altri luoghi di fantasia nei quali ho trascorso le mie ore migliori, pur non essendo essi mai esistiti.
E ora tutto mi sembra così magico, così romantico, da farmi dubitare che stia accadendo veramente.
E' forse questo uno degli attributi del tuo misterioso Regno Millenario?>>
Jenna sollevò l'indice della mano destra e lo puntò verso di lui:
<<Affronta l'Iniziazione e lo saprai>>
Luca si chiese se anche quella curiosità non fosse solo un'esca:
<<Se manca poco, potrei semplicemente attendere>>
Jenna scosse lievemente i capo, mantenendo un'espressione indulgente, ma decisa:
<<In questo caso ti troveresti dalla parte sbagliata, perché vedi, l'Iniziazione non ti dice soltanto ciò che sei, ma anche ciò che potresti essere, chi potresti diventare, se ti unissi a noi.
L'Ordine degli Arcani Supremi non è una società iniziatica qualunque. 
Noi siamo quelli che stanno dietro qualsiasi società iniziatica. Noi controlliamo tutte le altre società.
I Massoni o i Sacerdoti, se confrontati a noi, sono come dei bambini che giocano a fare gli adulti, senza comprendere il significato di quello che stanno facendo.
Quand'eri bambino, parlavi da bambino, pensavi da bambino, ragionavi da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che eri da bambino l'hai messo da parte, conservandolo con cura nello scrigno della memoria. Il bambino sarà sempre pronto a sorriderti, quando avrai bisogno di conforto, ma è tempo che tu vada avanti.
Il Dormiente deve essere risvegliato!>>


Mappe geopolitiche dell'Europa centro-orientale e sfere di influenza tedesca, russa e turca

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Da "Limes". Mappe realizzata da Laura Canali.

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Mappa geopolitica di tutte le guerre in medio oriente (da Limes)

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venerdì 29 giugno 2018

L'offensiva diplomatico/militare nella valle di Daraa (Siria)

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L’equilibrio del sud della Siria sta per essere deciso dall’ultima grande offensiva dell’esercito di Damasco.L'esercito siriano sta tagliando in tre sacche separate le zone occupate dagli islamisti nella provincia di Daraa (compresa la zona meridionale della città).

Nelle ultime settimane, dopo una fase di interventi mirati dell'aeronautica, l'esercito siriano ha avviato la campagna di terra, conquistando anche la strategica cittadina di Busra Harir, strappando ai "ribelli" l'intera regione di Lajat. Inutile la resistenza islamista di fronte ad un massiccio attacco governativo guidato dalla forza tigre e supportato da jet siriani e russi.

I siriani vanno rapidamente riducendo il saliente islamiste a nord-est di Daara. In questo modo hanno accorciato il fronte di diversi km e creato nuove vie di rifornimento.
I quadrati verdi indicano le città che stanno trattando una riappacificazione con il governo siriano.

Map Update: 7 Settlements In Southern Syria Accept Reconciliation Agreement With Damascus

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La battaglia per Daara e Nasib si sta combattendo anche  sul tavolo della diplomazia. La Giordania sarebbe anche favorevole a cessare il suo supporto alle milizie islamiste, ma Israele e gli USA si oppongono. Il pretesto per non cessare il sostegno a tali milizie sarebbe la presenza di truppe iraniane. Ma è solo un pretesto, come tanti altri. La Giordania vorrebbe la normalizzazione dei rapporti con Damasco, anche per ragioni commerciali. Ma a Tel Aviv e Washington sono contrari.

Le milizie sciite libanesi e irachene, e i consiglieri militari, si ritireranno dalle zone nelle province di Daraa e Quneitra a ridosso delle Alture del Golan, nel Sud della Siria. Il governo siriano avrebbe accettato la mediazione russa con Israele. Si dovrebbe formare una zona cuscinetto “senza presenza iraniana”, probabilmente profonda 60 chilometri, come chiesto l’anno scorso dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Netanyahu è tornato alla carica nel lungo colloquio il 9 maggio scorso a Mosca, in occasione delle celebrazioni della vittoria russa contro la Germania nazista. Il presidente Vladimir Putin aveva dichiarata qualche giorno dopo che le “forze militari straniere” avrebbero dovuto ritirarsi dalla Siria una volta sconfitte le formazioni terroristiche. L’Iran aveva protestato e ribattuto che i suoi consiglieri militari sono in Siria su richiesta del governo di Bashar al-Assad.

Il pressing russo su Damasco ha porta ora a questo compromesso. Le forze iraniane e milizie sciite alleate saranno ritirate dai territori più vicini a Israele. Assad ha ottenuto in cambio il via libera da Mosca per un’offensiva nella provincia di Daraa, con sole forze militari regolari siriane, per riconquistare i territori ancora in mano ai ribelli e riaprire il valico di frontiera che porta ad Amman, in modo da ripristinare il collegamento autostradale fra la capitale siriana e quella giordana.

La riconquista da parte dell’esercito siriano è chiaramente una sconfitta strategica da parte di Israele. È chiaro che riavere le forze armate di Damasco al suo confine non era il sogno di Benjamin Netanyahu, che dall’inizio della guerra ha sostenuto i ribelli della parte meridionale della Siria e si ritrova invece “il nemico alle porte” e i ribelli in procinto di cadere. Ma Israele sa anche che da questa sconfitta, può trarne una vittoria.

La vittoria consiste nell’allontanamento delle truppe iraniane. Perché se è vero che Israele può colpire le forze dell’Iran autolegittimandosi con la presenza di una minaccia esistenziale al nord del suo territorio, la stessa cosa non può farla con Assad. Come può Israele pretendere le forze armate siriane non riconquistino il proprio territorio? Sarebbe una richiesta assurda che non potrebbe essere accolta neanche dall’interlocutore privilegiati di quel blocco: la Russia.

Ed ecco quindi la possibile svolta nei piani di Israele. Non colpire la Siria, purché la presenza siriana eviti la contemporanea presenza di truppe iraniane e di Hezbollah. Ecco la tattica di Israele. Ed è un’idea che la Russia sta in qualche modo avallando se non addirittura contribuendo a rendere concreta. Netanyahu vuole allontanare le truppe iraniane dalla Siria? Allora, deve permettere alle forze di Assad di riprendere il controllo del Sud.

Assad, in questo momento, ha una carta fondamentale da giocarsi. I ribelli stanno scomparendo o cedendo le armi. Gli Stati Uniti hanno abbandonato le sacche di Daraa e la Russia sta già iniziando a martellare le roccaforti ribelli. L’avanzata di Damasco sembra ineluttabile. E Israele non può fermarla. A meno di tragici errori tattici da parte delle forze armate siriane, come un’avanzata verso il Golan occupato da Israele. Questa situazione fornisce al leader siriano la quasi garanzia di vincere. E lui può farlo insieme alla Russia, escludendo l’Iran ed Hezbollah dall’assalto sul fronte meridionale.

Del resto Israele ha sempre chiesto questo: che le forze iraniane e le milizie sciite rimanessero lontane dal confine. Netanyahu ha chiesto un completo ritiro da tutto il territorio della Siria. Ma già non avere queste forze né al confine né nella fascia di 50 chilometri al di là della linea del fronte, è una realtà che i vertici della Difesa israeliana apprezzerebbero. Pertanto, tra i due mali, ecco il male minore: la Siria riprendere il controllo, ma l’Iran ed Hezbollah devono rimanere lontani dalle operazioni.

Ma non c’è solo l’Iran al centro della strategia israeliana. Tra le linee rosse imposte da Israele all’inizio della guerra in Siria, c’era anche la protezione della popolazione drusa del Golan. Questa comunità è da sempre sotto l’ala protettrice di Israele, ed è confermato dal fatto che è stata sempre esclusa dal conflitto. I ribelli conquistavano le località limitrofe senza minacciarli. L’esercito siriano non reagiva alla mancata risposta dei drusi alla leva obbligatoria. Sarebbero considerati disertori, ma Assad ha sempre chiuso un occhio.

Le cose però stanno cambiando. Assad avanza e i ribelli stanno perdendo. E negli ultimi giorni, due razzi hanno colpito la città di Sweida, a maggioranza drusa. E adesso Israele si ritrova di fronte a un dilemma: come salvare i drusi?

Assad, anche in questo caso, ha una carta molto importante. E a giocarla è stata la Russia, che, secondo Haaretz, ha inviato due generali a parlare con le autorità locali di Sweida. L’esercito siriano è disposto a tutelare la città e a non considerarla ostile, ma vuole che i drusi si uniscano alle sue forze. In caso contrario, la Russia e la Siria considereranno la città come ribelle, quindi possibile oggetto di bombardamenti.

Israele difficilmente potrebbe intervenire militarmente contro la Russia e contro la Siria per difendere una comunità all’interno di un Paese nemico. Anche a livello politico, l’opinione pubblica potrebbe non accettarlo. Ed esistono poi molti contatti fra i drusi e il governo siriano, in particolare per le città al confine con il Golan occupato.

In questo caso, Israele, consapevole dell’ineluttabile vittoria di Assad al sud e convinto dalla fine dei ribelli – fonti locali parlano di centinaia di miliziani che si sono consegnati all’esercito – potrebbe accettare questa soluzione per evitare che i drusi finiscano nel conflitto. Una volta garantito sull’assenza di Hezbollah e di forze iraniane, lo Stato ebraico potrebbe ottenere il massimo risultato ormai raggiungibile.

Aggiornamento:

La situazione nel governatorato di Daara è in costante evoluzione. Diversi tavoli delle trattative di resa/riconciliazione aperti. Si registrano comunque combattimenti in varie aree anche se per i miliziani islamisti la situazione è critica. La Giordania sembra appoggiare il ritorno dell'esercito siriano lungo i suoi confini. Questo anche al fine di evitare un'emigrazione di massa dalla Siria verso la Giordania.

The settlements of Um Oualad, Da’il, Tafas, Saida, Um Mayazin, Taybah, Nassib and Jabib in southern Syria have accepted a reconciliation agreement with the Damascus government, according to pro-government sources.

Earlier, the town of Ibta also accepted the very same reconciliation agreement.

These 8 settlements will be fully controlled by pro-government forces soon. Servicemen of the Russian Military Police will also enter the area according to some reports.

Mappe geopoliche del Mediterraneo

Carta di Laura Canali, 2018

Carta di Laura Canali, 2018.

http://www.occhidellaguerra.it/italia-usa-cina/

Da "Gli Occhi della Guerra"

L’Italia torna al centro del Mediterraneo e dei giochi per il suo controllo. Le grandi potenze mondiali hanno capito che questo governo può essere un’opportunità per tutti. E cominciano a giocare a carte scoperte per mettere Roma nel proprio blocco. Ma l’Italia da che parte sta? E, soprattutto, per quanto tempo possiamo continuare a essere i grandi equilibristi dell’Europa mediterranea?

Salvini con Bolton
Le ultime ore danno un quadro abbastanza chiaro del difficile gioco italiano. Ma anche delle molteplici anime che convivono all’interno del governo Lega-5 Stelle.

Matteo Salvini ha incontrato John Bolton a Roma ribadendo l’assoluta fedeltà dell’Italia agli Stati Uniti d’America. Un incontro che lo stesso ministro dell’Interno ha descritto così sul suo profilo Facebook: “Piena condivisione sui temi della lotta all’immigrazione clandestina e del terrorismo, a conferma del rapporto di amicizia e lealtà che lega Italia e Stati Uniti”.

Non è un mistero che questo governo piaccia agli Stati Uniti. La benedizione di Donald Trump a Giuseppe Conte è arrivata da tempo. E sembra che l’amministrazione americana abbia trovato proprio nell’esecutivo italiano quella spina nel fianco dell’Unione europea cercata in questi mesi.

Anche sul tema delle aperture alla Russia, il premier italiano e il presidente Trump si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. A Washington ritengono che l’Italia possa essere utile anche a questo scopo. Possiamo essere un ponte. Certo, questo non significa lasciarci carta bianca. Ma all’interno della cornice creata dalla Casa Bianca, l’Italia può ritagliarsi uno spazio più autonomo anche sul fronte di Mosca, dove i legami sono molto buoni.

Toninelli apre alla Cina
Se Salvini riceve il Consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, è invece intervenuto in diretta video al convegno “Belt&Road Initiative” a Milano parlando in maniera entusiasta della Cina. Il ministro ha definito la Nuova Via della Seta come “una sfida di livello planetario, una frontiera che può e deve vedere l’Italia protagonista in prima linea rispetto alle tante opportunità che ci si presenteranno davanti”.

Il ministro, in quota Cinque Stelle, ha detto che “la nuova Via della Seta è l’appuntamento che deve vederci al centro della scena e non ai margini”, ed ha concluso confermando “il massimo impegno da parte mia e del mio governo” al fine di portare l’Italia al centro del progetto mediterraneo de grande progetto cinese.

Un’apertura importante, nel solco dei precedenti governi. L’Italia è da sempre al centro delle strategia cinesi in Europa, con i porti di Trieste e Genova considerati come le ancore italiane del progetto della Nuova Via della Seta.

L’Italia al centro della sfida Usa-Cina
Anche in questo si evince l’anima molteplice d’Italia. Giochiamo sull’orlo dello scontro tra superpotenze. Ma potrebbe arrivare presto la “resa dei conti”.Non siamo in un’epoca di equilibrismi: gli Stati Uniti di Trump sono diventati molto esigenti. A Washington non c’è più una strategia di compromesso. Il motto sembra essere “o con noi o contro di noi”. E l’hanno dimostrato in molte crisi internazionali.

La Cina è considerata dagli Stati Uniti un avversario strategico. E questa può essere una chiave di lettura per capire perché gli Stati Uniti abbiano di nuovo posto l’Italia al centro della loro strategia. Non solo benevolenza nei confronti del governo, ma soprattutto pragmatismo. L’America non vuole la Cina in Europa. E un’Italia al centro delle strategie cinesi per il Mediterraneo preoccupa gli interessi statunitensi, che considerano la Nuova Via della Seta un pericolo molto serio.

La guerra commerciale fra Washington e Pechino passa anche per la sfida per l’Europa. La Nuova Via della Seta è un progetto faraonico che non è solo economia, ma soprattutto legami politici. E la Casa Bianca non vuole assistere alla crescita di Pechino nel Mediterraneo dopo che ha già posto solide basi in Grecia e Spagna e nel Nordafrica. E l’impressione è che da Washington ci stiano richiamando all’ordine.

La mappa del parco di Westworld

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giovedì 21 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 124. Aristocrazia Bianca e Aristocrazia Nera.

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<<Non ho ben capito quale sia, all'interno dell'Ordine degli Iniziati, la differenza tra l'Aristocrazia Bianca e l'Aristocrazia Nera>> disse Riccardo Monterovere al Consigliere Albedo.
Il Consigliere sorrise:
<<E' un argomento su cui i profani hanno fatto molta confusione. Ogni epoca ha definito a modo suo questa realtà, facendo riferimento ad alcuni dettagli che coglievano solo una minuscola parte del concetto. Succede spesso, tra i profani: le singole cose che dicono possono anche essere vere, ma nel loro complesso non sono mai la Verità.
Fatta questa doverosa premessa, partirei proprio dalle definizioni profane.
Con il termine Aristocrazia Nera, si definiva nel passato quella parte di aristocrazia romana rimasta fedele al Papato dopo il 1870, e che, ricoprendo alte cariche nei ranghi dell'amministrazione pontificia, era tenuta a indossare l'abito di corte o "alla spagnola" rigorosamente di colore nero, visibile nelle sue vesti originali fino al 1968 quando papa Paolo VI, con il Motu proprio Pontificalis Domus, decretò la riforma della Corte Pontificia con la soppressione di parte del suo suggestivo apparato barocco.
Tra l'Aristocrazia Nera romana si ricordano in particolare le famiglie principesche e quelle dei marchesi di baldacchino che ricoprivano cariche tradizionalmente ereditarie presso la Corte Pontificia (Colonna, Orsini, Sacchetti, Massimo, Della Rovere, Patrizi Naro Montoro, Serlupi Crescenzi, Caetani, Ruspoli, Radini Tedeschi, Borghese, Chigi, Gabrielli, Guglielmi, Lancellotti, Aldobrandini, Pallavicini, Odescalchi, Altieri)
Altre famiglie comitali che nel corso dei secoli avevano ricevuto dal romano Pontefice titoli o altri privilegi, furono i Torlonia, Theodoli (marchesi di baldacchino), Soderini (conti di baldacchino), Mazzetti di Pietralata, del Gallo di Roccagiovine, Gentiloni Silveri, Senni, Ricci Parracciani, Lepri di Rota, Rocchi, Nannerini, Bufalari, Datti, Pietromarchi, Pacelli, Nasalli Rocca, Pecci, Cantuti Castelvetri, Ugolini di Montolmo; molti membri delle famiglie predette erano tradizionalmente appartenenti alle Guardie Nobili.
All'epoca si diede il nome di Aristocrazia Bianca a quelle famiglie nobiliari che giurarono subito fedeltà ai nuovi sovrani di Casa Savoia. Tra la nobiltà "bianca" si annoveravano i Boncompagni Ludovisi, Ottoboni, Cesarini Sforza, Doria Pamphilj, Sciarra, Schiaratura, Lovatelli, rami minori dei Caetani, degli Odescalchi e dei Pallavicini. Non mancarono infatti famiglie che, con il venir meno del fedecommesso, si divisero al loro interno accrescendo l'autonomia dei rami cadetti.
Molte delle famiglie della nobiltà nera chiusero i portoni dei loro palazzi (atto che esprimeva il lutto) in segno di dissenso e rifiuto dei nuovi sovrani, fino almeno al 1929, anno dei Patti Lateranensi; tipico il caso del portone del palazzo Lancellotti ai Coronari, sulla omonima piazza, rimasto chiuso fino agli anni settanta.
Ma questo aspetto è solo un granello di sabbia in un immenso deserto, o una piccola goccia in uno sconfinato oceano>>
A Riccardo venne in mente un dato storico:
<<Nel Medioevo, a Firenze, i Guelfi si divisero in due fazioni. I Neri erano la fazione fedele al Papa. C'entra qualcosa, questo fatto?>>
Il Consigliere Albedo annuì compiaciuto:
<<Naturalmente. La corrente dei Neri fiorentini, capeggiata dalla famiglia dei Donati, è sempre stata quella più vicina alla supremazia di Roma.
E' nota anche una Nobiltà nera veneziana, che affermò definitivamente il proprio potere nella prima delle tre crociate, dal 1063 al 1123, sulla Serenissima Repubbliva trasformandola in una oligarchia aristocratica nel 1171-1172 con l'istituzione del Maggior Consiglio, che si arrogò il diritto esclusivo di nominare il Doge. 
Oltre a quella veneziana si aggiunse anche la Nobiltà Nera di Genova, che insieme ai Neri di Venezia, di Firenze e di Roma, aveva diritti privilegiati sin dal dodicesimo secolo.

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Tra queste famiglie si crearono delle alleanze sancite da accordi matrimoniali.
In generale possiamo dire che l'Aristocrazia Nera è sempre stata alleata del Papato, e prima ancora della classe sacerdotale ufficiale. Per questo le sue idee politiche sono considerate "tradizionaliste", persino all'interno dei fedeli della Chiesa Cattolica.
Ma attenzione! Questa è solo la "facciata", l'immagine pubblica.
La realtà invece, come sempre, è molto diversa ed estremamente più complessa.

Le famiglie italiane sono decadute, ma il loro sangue scorre in alberi genealogici di case reali straniere.
La casata più importante è diventata quella dei Welfen (da cui il termine Guelfi), ed è il momento che tu sappia chi è attualmente, e segretamente, al vertice dell'Aristocrazia Nera>>
Riccardo aveva sentito delle voci in proposito, ma voleva prima farsi un'idea generale:
<<Credo di conoscere, almeno in parte, la risposta. Ma prima vorrei sapere qualcosa di più sull'Aristocrazia Bianca>>
Albedo e il professor Monterovere si scambiarono uno sguardo d'intesa:
<<I Bianchi fanno riferimento a un Principio Metafisico differente.
Sono sempre stati su posizioni che potremmo definire "eretiche" e accostare allo Gnosticismo e all'eresia dei Catari. Portavano avanti le istanze dei Manichei e dello Zoroastrismo, che sono poi quelle che maggiormente risultano coerenti con i Misteri dell'Ordine degli Iniziati.
Vi troviamo quindi tutte le famiglie aristocratiche che si sono opposte apertamente al Papato, e quindi i Waiblingen (da cui il termine Ghibellini), detti anche Hohenstaufen, e tutti i loro alleati in Germania, in Italia e in Francia, specialmente in Provenza e in Occitania, con alcune diramazioni che arrivano alla Catalogna e alla Navarra.
Ufficialmente hanno "perso la guerra" contro l'ortodossia cristiana, ma in realtà sono sopravvissuti come federazione di società segrete, ed il loro potere, come può testimoniare il Professor Monterovere, è ancora notevolmente elevato, e vive un momento di crescita>>
Riccardo si trovò a simpatizzare istintivamente verso questi ultimi e si chiese come mai erano stati disposti a scendere a patti con i loro eterni rivali dell'Aristocrazia Nera.
Anche questo punto doveva essere chiarito, ma restava un'ultima domanda preliminare:
<<L'Aristocrazia Bianca e l'Aristocrazia Nera che legami hanno con la Dinastia del Serpente Rosso?>>
Il Consigliere Albedo sorrise con ostentata condiscendenza:
<<Mio caro ragazzo, il Serpente Rosso è il tronco da cui si è diramato tutto il resto, e quindi anche le due aristocrazie contrapposte. 
Queste famiglie eminenti sono tutti rami collaterali dello stesso grande albero, e in esse scorre la stessa linfa, lo stesso sangue, ciò che noi chiamiamo "I Fiumi di Porpora">>



giovedì 14 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 123. Come in uno specchio e in maniera confusa

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<<Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem>>
La citazione tratta dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, uno dei testi più celebri e letterariamente più potenti del Nuovo Testamento, fu pronunciata da Jenna Burke-Roche, lady Fitzroy, Iniziata agli Arcani Supremi col nome di Virginia Dracu, per rispondere ad una domanda che il dottor Luca Bosco le aveva rivolto, in merito alle varie fasi dell'Iniziazione, fino a quella massima, a cui solo pochi eletti potevano aspirare, ossia l'intuizione mistica, l'Illuminazione.
Luca aveva subito colto il senso del discorso:
<<Dunque ciò che ora io vedo è solo un riflesso sfocato della realtà. Ma tu che, tramite l'Iniziazione, hai potuto, almeno in parte, "vedere faccia a faccia" la Verità, che impressione ne hai tratto?
So che non me ne puoi parlare, quello che ti chiedo è semplicemente se la risposta è appagante riguardo alle esigenze di Giustizia che la crudeltà della vita fa sorgere, presto o tardi, in ognuno di noi>>
Jenna chiuse gli occhi, come se stesse meditando, e rispose a bassa voce, quasi in un sussurro, perché ciò che stava per dire si avvicinava pericolosamente all'essenza stessa dei Misteri:
<<Io sono un'Iniziata di rango elevato, poiché fin dalla nascita fui educata a questo fine. 
E fin da bambina ho conosciuto quanto la vita può essere crudelmente ingiusta. 
Tutto quello che mi è concesso di dirti, riguardo alle risposte che i vari gradi dell'Iniziazione possono offrire, è che esse mostrano un principio di Equilibrio su cui si regge la Realtà
E noi Iniziati ne siamo i Custodi>>
Non era una risposta soddisfacente, e nemmeno consolatoria, anzi, sembrava implicare qualcosa di cui forse era saggio avere paura.
<<Cum metu et tremore vestram salutem operamini. Sempre San Paolo, ma questa volta ai Filippesi. Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. Lo dico perché è così che mi sento, di fronte a ciò che mi descrivi>>
Jenna annuì:
<<Ed è giusto che sia così. L'unica cosa strana è il fatto che ci serviamo delle parole di San Paolo per parlare di un rituale che lui non approverebbe.
Oserei dire che noi siamo eretici, e tu, Luca Bosco, lo sei più di tutti gli altri, perché ti sei avvicinato ai Misteri con le tue sole forze>>

Luca accennò un sorriso, ma era un sorriso amaro:
<<Per ogni forza, una debolezza, o io non sarei qui>>
Anche lei sorrise:
<<E immagino che tra queste debolezze ci sia anche la sottoscritta>>
Lui annuì platealmente:
<<Al primo posto>>
Jenna scosse il capo:
<<Non esageriamo... Il tuo primo movente è sempre stato la curiosità verso l'ignoto
E il secondo la sete di giustizia. L'amore, per te, viene solo al terzo posto, e forse è giusto che sia così, anche se San Paolo poneva la "charitas" davanti alla fede e alla speranza.
Ma l'amore, come tutti sanno, è un concetto ambiguo e sfuggente>>
Luca puntò il dito indice verso di lei:
<<Non parlavo dell'amore in generale. Io parlavo di te>>
Lei si avvicinò, lo fissò.
Se si fosse trattato di una storia banale, a quel punto ci sarebbe stato un bacio.
Ma Luca Bosco era tutto tranne che una persona banale.
Jenna lo sapeva, e non si meravigliò della sua indecisione:
<<Non ti fidi ancora di me>>
Lui decise di rispondere con sincerità:
<<Ti conosco da anni, eppure per me sei ancora un mistero. Fai parte di quell'ignoto che voglio conoscere. Ma con cautela, questa volta>>
Lei sembrò improvvisamente più debole:
<<Non posso darti torto. Ora che conosci la mia vera storia, e chi c'è dietro, ti sembrerò un mostro. E come si suol dire, il mostro più pericoloso è quello a cui abbiamo permesso di entrare in casa nostra. 
Io ho profanato la casa della tua anima, nel momento in cui eri più indifeso, e questo rimorso mi perseguita e mi soffoca. 
Sono qui per farmi perdonare, e spero che un giorno...>>
Luca scosse il capo:
<<Ma io ti ho già perdonata. Saper perdonare, a volte, è l'unico punto di forza che abbiamo rispetto a chi, più o meno consapevolmente, ci fa del male. 
Forte è chi riesce a passare oltre, a guardare oltre.
Ed è quello che sto facendo adesso.
Io non metto in dubbio le tue buone intenzioni, ma sarei uno sciocco se non temessi le trame degli Iniziati. 
Non ho ancora capito che cosa vogliano da me>>
Jenna inarcò le sopracciglia:
<<Te l'ho già detto. Tu sei l'unico vero Eretico sopravvissuto sulla faccia della Terra. 
E gli Iniziati, la cui Dottrina Segreta è certamente eretica, hanno bisogno di qualcuno che ne dia una codificazione sistematica>>
Luca non capiva:
<<E perché mai?>>
Jenna rispose con aria solenne:
<<Perché si avvicina il Grande Cataclisma, e noi camminiamo verso il Regno Millenario, perché è giunta l'Età dei Profeti, quelli in cui alcuni Misteri dovranno essere rivelati, prima che la specie umana finisca per autodistruggersi>>
Ci volle più di un minuto prima che Luca Bosco potesse metabolizzare appieno il contenuto di quella risposta:
<<Che i tempi siano apocalittici è una cosa a cui credono in molti, specie in questo anno 2012. Personalmente credo che abbiamo a disposizione qualche decennio in più, per evitare quello che tu chiami il Grande Cataclisma e che altri chiamano Armageddon o Ragnanok o Kralizec.
Ciò che non capisco, tuttavia, è il motivo per cui gli Iniziati abbiano bisogno di aiuto esterno.
Mi era parso di capire che l'Ordine tenesse sotto controllo i potenti dell'umanità e che dunque non ci fosse alcun bisogno di fare proselitismo tra le masse, per risolvere i problemi del pianeta>>
Jenna negò vigorosamente con l'indice della mano destra:
<<Ma allora non mi stai a sentire! Ti ho detto molto chiaramente che è in atto una guerra fratricida tra le fazioni in cui l'Ordine è suddiviso. 
Ogni fazione ha priorità diverse e questo paralizza le decisioni del Consiglio.
Abbiamo bisogno di mediatori, di personalità super partes che cerchino di elaborare una sintesi sia sul piano dottrinale che su quello programmatico, una piattaforma che tenga conto anche delle esigenze dei profani.
Lorenzo Monterovere lavora da anni a questo progetto, ma ha bisogno di aiuto e ha proposto il tuo nome al Consiglio.
E' anche per questo motivo che il Consigliere Albedo si trova qui.
Non so se te ne rendi conto, ma ti è stato tributato un grandissimo onore>>
Luca era sempre più scettico:
<< Io non cerco onori! E tutto questo discorso sull'Apocalisse e il bisogno di mediatori tra le avverse fazioni, mi pare una giustificazione piuttosto campata in aria. 
Sono certo che il Consiglio abbia dei secondi fini che forse nemmeno tu conosci.>>
Jenna si fece serissima:
<<Non far finta di non capire! Sono anni che studi le religioni misteriche e le società segrete. 
Le tue pubblicazioni non sono passate inosservate. 
E nemmeno le tue esternazioni polemiche contro l'elite globalista.
E' troppo tardi, adesso, per tirarsi indietro.
Inoltre, il fatto che tu non cerchi onori è la prova che sei veramente colui di cui abbiamo bisogno.
Molto spesso le persone destinate al successo sono quelle che fanno qualcosa per passione e non per profitto.
Io credo in te. So benissimo che se non fosse stato per le delusioni che proprio io ti ho causato, a quest'ora saresti diventato come minimo Imperatore della Galassia!>>
La battuta stemperò la tensione.
Luca rise, ma continuò a rimanere sulla difensiva:
<<Molto divertente! Ma non sono in vena di scherzi. In fondo anche tu conosci il paradosso secondo cui, soprattutto quando si scherza, bisogna essere seri>>
Lei annuì:
<<Mai stata più seria in vita mia. Tu hai colto meglio di tutti gli altri i limiti dell'elitismo, la malattia mortale che potrebbe portare l'Ordine degli Inziati alla rovina.
Il pregiudizio universale.
 Arroganza, boria, strafottenza, snobismo, dogmatismo, disprezzo per il concetto di popolo e per quello di nazione, distanza siderale dalla quotidianità della gente comune.
Alcuni di loro giocano col fuoco, e vanno fermati.
I tecnocrati si sono spinti troppo oltre nel voler trasformare il mondo. 
Voi in Italia incominciate ad accorgervene solo adesso, nel 2012, ma nel giro di due o tre anni vi renderete conto, quando sarà troppo tardi, che ciò che i settori deviati dell'elite stanno provocando è la rivincita di Cartagine!>
Luca sosteneva queste tesi da anni:
<<E' quel che penso anch'io, e ho litigato con Lorenzo Monterovere e con i suoi adepti proprio per portare avanti questa tesi.
Però in tutto questo discorso manca l'elemento esoterico.
Tutto  questo riguarda le oligarchie normali, non coloro che conoscono la Verità! 
Se l'Iniziazione dà tutte le risposte, per quale motivo si dovrebbe discutere e trovarsi su fronti opposti. Insomma, non capisco quale sia il casus belli!>>
Jenna lo fissò con l'aria di una donna navigata, che conosce ormai tutto ciò che c'è da conoscere, e si meraviglia dell'ingenuità del suo interlocutore:
<<Il casus belli, come sempre, è il potere.
E tu dovresti sapere meglio di tutti gli altri che chi detiene il potere non necessariamente agisce in maniera coerente con la verità dei fatti, anzi, fa di tutto per insabbiarla, a proprio vantaggio. 
Oh, certo, molti dicono che questo è necessario per il bene di tutti.
Ognuno proclama di agire per altruismo, ma molto spesso la professione di altruismo è il miglior modo per salvaguardare la propria egoistica supremazia.
Alcuni ne sono pienamente consapevoli, e agiscono in malafede. 
Altri, e sono più pericolosi, credono davvero di essere nel giusto, e vogliono imporre a tutti la propria concreta applicazione di un'etica che ritengono sia l'inevitabile riflesso della verità.
Tutto questo fa parte della natura umana, e si manifesta anche tra i più sapienti.
Che ci piaccia o no, è questo quello che siamo>>


giovedì 7 giugno 2018

Il segno dell'Ofiuco (o Serpentario)

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Ofiuco
Simbolo dell'Ofiuco
ElementoAcqua
QualitàFisso
Durata30 novembre - 18 dicembre
DomicilioGiadas
EsilioMercurio
CadutaCaiolo
L'Ofiuco è stato a lungo l'unica costellazione zodiacale esclusa dall'astrologia. È un segno d'acqua fisso di genere femminile e di qualità negativa ed è il segno più estroverso tra i segni acqua[senza fonte]. Tuttavia nel XX secolo ha cominciato ad essere usato in astrologia siderale come tredicesima costellazione, in aggiunta ai tradizionali dodici segni dello zodiacotropicale. Dato che l'eponima costellazione si trova dietro il Sole tra il 30 novembre e il 18 dicembre,[1] è stato necessario modificare non solo la durata dell'adiacente Sagittario, che così si estende solo dal 22 al 29 novembre, ma anche quella di tutti gli altri segni.
L'idea sembra abbia origine da un'idea dell'astrologo Stephen Schmidt nel 1970, il quale costruì uno zodiaco a 14 segni, per mantenerne il numero pari, includendo così anche la Balenacome segno, nonostante la costellazione associata a quest'ultimo non sia attraversata dall'eclittica. Nel 1995 Walter Berg e Mark Yazaki proposero uno zodiaco da 13 segni, proposta che ottenne una buona popolarità in Giappone, dove l'Ofiuco è noto come "portatore di serpente" (へびつかい座 hebitsukai-za)

Caratteristiche e simbolo

La costellazione dell'Ofiuco
L'Ofiuco è un segno acqua fisso di natura più estroversa rispetto agli altri segni acqua (Cancro, Scorpione, Pesci). Le persone nate sotto questo segno hanno qualità affini ai segni contigui dell'Ofiuco (Scorpione e Sagittario) per tanto hanno una spiccata immaginazione e un carattere misterioso , si dedicano al benessere dei più deboli e tengono all'ambiente.
Schmidt introdusse il suo simbolo per il segno dell'Ofiuco nel 1974. Era una rappresentazione stilizzata di un uomo che portava un serpente[2].
Nel 1995 anche Berg propose un simbolo per l'Ofiuco, che ebbe una relativamente ampia diffusione in Giappone.
Nel 2009 venne suggerita l'inclusione del simbolo nello standard Unicode come parte di un'estensione emoji[3]. Il simbolo assomiglia a una lettera U con una tilde sovrapposta (). È stato incluso nella sezione Miscellaneous Symbols a partire dalla versione 6.0 di Unicode (ottobre 2010): (U+26CE ).

Note

  1. ^ Bruce McClure, Sun in constellation Ophiuchus November 30 to December 18[collegamento interrotto], Earthsky Communications Inc.. URL consultato il 16 settembre 2013.
  2. ^ Schmidt (1974), p. 17
  3. ^ (ENEmoji Symbols Proposed for New Encoding, di Markus Scherer, Mark Davis, Kat Momoi, Darick Tong (Google Inc.) Yasuo Kida, Peter Edberg (Apple Inc.); 27 aprile 2010

Bibliografia

  • (EN) Stephen Schmidt (1970), Astrology 14: your new sun sign, Bobbs-Merrill, Indianapolis; Pyramid Books 1971.
  • (EN) Stephen Schmidt (1974), The Astrology 14 Horoscope: How to Cast and Interpret It, Bobbs-Merrill, ISBN 978-0-672-51647-4.
  • (ENWalter Berg (1995), The 13 Signs of the Zodiac: Discover who you really are with the new Sun signs, Thorsons, ISBN 978-0-7225-3254-6.
  • (JA) Mark Yazaki マーク矢崎 (1995), 13星座占星術—これからはへびつかい座が加わるぞ! (13-Constellation Horoscopes: Enter Ophiuchus!), 21st Century Books, ISBN 978-4-391-11845-2.

L'Uroboro: il Serpente Rosso

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Un'immagine (Uroboro) disegnata nel 1478 da Theodoros Pelecanos in un trattato alchemico intitolato Synosius
L'uroboro[1], o uroburo[2], o uroboros[3] o ouroboros[4][5], è un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche[6]. Rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine[7].
Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose,[7] che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l'unità e l'androgino primordiale, la totalità del tutto, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno, l'immortalità e la perfezione[8].

Significato simbolico nella tradizione occidentale

Origine del nome

Uroboro deriva dal dal greco οὐροβόρος/οὐρηβόρος [ὄφις]ourobóros/ourēbóros [óphis] ‘[serpente] che si morde la coda’[9]. Un'etimologia «ermetica», non linguistica, legata alla tradizione alchimistica, farebbe risalire l'ouroboros a un «re serpente»: «In lingua copta Ouro significa "re", mentre ob, in ebraico, significa "serpente"»[10]. Alexander Roob la mette in relazione ad alcune illustrazioni del serpente ouroboros, che si trovano nell'opera Donum deidell'alchimista Abraham Eleazar, pubblicata a Erfurt nel 1735[11].

Antico Egitto


Horus bambino, il Sole nascente circondato dal serpente Mehen nel Papiro di Dama-Heroub
La più antica rappresentazione occidentale di un Ouroboros si trova in un antico testo funerario egizio, chiamato The Enigmatic Book of the Netherworld, ritrovato nella Tomba (KV62) del Faraone Tutankhamon della XVIII Dinastia.
Nell'immagine, incisa all'interno del secondo scrigno, che conteneva il Sarcofago del Re, sono rappresentati due serpenti che si mordono la coda e circondano la testa e i piedi di una figura divina mummiforme[12]. Entrambi i serpenti sono manifestazioni della divinità Mehen, il benefico Dio serpente che protegge la Barca solare di Ra e il cui nome significa "colui che è arrotolato"[13].
Un'altra famosa immagine è quella che si trova nel Papiro di Dama-Heroub[14], della XXI dinastia, nella quale si trova Horus bambino, all'interno del Disco Solare, sostenuto dal Leone Akhet(simbolo dell'orizzonte dove il sole sorge e tramonta) e circondato dal dio serpente Mehen, ancora una volta nella forma di un Ouroboros.
Un capitolo a parte va riservato all'interpretazione della figura geroglifica dell'Ourobors fatta da Orapollo, scrittore egiziano di Nilopoli, autore di Hieroglyphiká, un'opera in due libri in lingua copta sui geroglifici, non anteriore al sec. IV d.C., scoperta nel 1422 dal viaggiatore Cristoforo Buondelmonti e portata alla corte di Cosimo de' Medici. Quest'opera, concepita probabilmente in un ambiente di eruditi che cercavano di recuperare la misteriosa scrittura egizia, di cui ormai si erano perse le tracce, ebbe un'ampissima diffusione nel Rinascimento e nei secoli successivi. Fino, infatti, alla scoperta del reale significato dei geroglifici egizi compiuta da Champollion, si ritenne che il libro di Orapollo fosse in grado di rivelare i significati morali e religiosi dei misteriosi geroglifici egizi.

Gemma gnostica con Ourobors
Nel Libro PrimoCapitolo Secondo non viene nominato l'Ouroboros, ma viene descritto un Serpente che si divora la coda quale simbolo usato dagli antichi Egizi per descrivere il Mondo, l'Universo e l'Unità di Tutte le cose:
« Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squame, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è ancora sdruccioloso, perché è simile all'acqua: e muta ogn'anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo faccendo ogn'anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina providenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo[15] »

Gnosticismo

Lo gnosticismo fu anche un importante movimento del cristianesimo delle Origini, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d'Egitto nel II-III secolo e suddiviso in numerose scuole. Il serpente era il principale animale simbolico degli Ofiti (dal greco ὄφιςofis, "serpente") e dei Naasseni (dall'ebraico nâhâsh, "serpente"), che gli attribuivano facoltà demiurgiche e talvolta lo associavano al Cristo. Anche il dio gnostico Abraxas era un ibrido umano-animale, con la testa di gallo ed il corpo di serpente e diffusissimi erano i suoi talismani con scritte magiche incorniciate dal serpente Ouroboros, quale simbolo del dio Aion, espressione gnostica della totalità del tempo, dello spazio e dell'oceano primordiale che separava il regno superiore dello pneuma, dalle tenebrose acque del mondo inferiore[16].

Tradizione alchemica


Compendio alchemico Pandora explicata del 1706 di Johann Michael Faust con l'Ouroboros doppio
Nella tradizione alchemica l'Ouroboros è un simbolo palingenetico (dal greco πάλινpalin, "di nuovo" e γένεσιςgénesis, "creazione, nascita", ovvero "che nasce di nuovo") che rappresenta il processo alchemico, il ciclico susseguirsi di distillazioni e condensazioni necessarie a purificare e portare a perfezione la "Materia Prima". Durante la trasmutazione la Materia Prima si divide nei suoi principi costitutivi, per questo motivo l'Ouroboros alchemico viene spesso rappresentato anche nella forma di due serpenti che si rincorrono le code. Quello superiore, alato, coronato e provvisto di zampe rappresenta la Materia Prima in forma volatile, quello sottostante il residuo fisso, dalla loro ri-unione in un unico Ouroboros con le zampe e incoronato (quindi vincitore), si ottiene la pietra filosofale, il "grande elisir" o "quintessenza"[17].

L'Ouroboros nella Chrysopoeia di Cleopatra (uroboro, Ἓν τὸ πᾶν, «L'Uno il Tutto »)
La più antica rappresentazione di un Ouroboros collegato all'alchimia si trova in una raccolta di scritti greci dell'XI secolo che illustra un trattato sulla "produzione dell'oro" scritto da un'alchimista chiamata Cleopatra vissuta ad Alessandria d'Egitto nel tardo IV secolo d.C.
La Chrysopoeia di Cleopatra (da χρυσόςchrysós, "oro" e ποιεῖνpoieîn, "fare"), contiene l'immagine di un Ouroboros, metà bianco e metà rosso, con all'interno la scritta ἒν τὸ Πᾶν (hèn tò Pân), traducibile come "l'Uno (è) il Tutto" oppure «Tutto è Uno».
Nella stessa pagina si trova un alambicco, alcuni simboli alchemici e un cerchio composto da tre anelli concentrici con scritte in greco che specificano ulteriormente il significato del serpens qui caudam devorat. Nel cerchio centrale si riconoscono i simboli dell'argento (mezzaluna) e dell'argento aurificato (semicerchio radiante). Nel primo anello si legge: "Uno (è) il Tutto; e per lui il Tutto e in lui il Tutto; e se non contiene il Tutto, il Tutto è nulla". Nel secondo anello una seconda scritta riporta la frase "Il Serpente è Uno, colui che ha il veleno con le due composizioni"[18]. Questi motti ricordano la famosa espressione eraclitea "Tutte le cose sono uno"[19], riadattata da Plotino nel detto "Tutto è ovunque e tutto è uno e uno è tutto"[20].
Altra celebre immagine dell'Ouroboros, anche questa di origine alessandrina, è quella riprodotta da Theodoros Pelecanos nel 1478 sulla base del Synosius un manoscritto andato perduto e attribuito a Sinesio di Cirene (370-413 d.C.)[21]. In questa figura si vede l'Ouroboros più simile a un drago, con le zampe, la cresta e il corpo color rosso e verde[22].
Anche nell'alchimia islamica la cosmologia e la concezione ermetica dell'Uno-Tutto si incarnano nella figura dell'Ouroboros[23] come si può vedere in un antico e celebre manoscritto arabo, il Kitab al-Aqalim di Abu' l-Qāsim al-ʿIrāqī ispirato ai geroglifici egizi[24] (Londra, British Library, MS Add 25724). In esso un serpente che si morde la coda racchiude i quattro elementi che danno origine al cosmo[25].

Influenza nell'arte


Il talismano Auryn che compare ne La storia infinita di Ende, e nei suoi adattamenti televisivi e cinematografici
Il simbolo dell'uroboro ha lasciato una traccia ben visibile sia nell'arte classica, sia nella cultura di massa.
Dal punto di vista artistico, esempi di uroboro si trovano nel monumento funebre a Maria Cristina d'Austria del 1805, a Vienna, nel quale Antonio Canova pone sul vertice della piramide un medaglione col busto della defunta racchiuso in un uroboro, e nel Pantheon di Roma dove, sul monumento funebre al cardinale Consalvi, lo scultore Bertel Thorvaldsen ha raffigurato un uroboro che circonda il cristogramma.

Influenza nella cultura di massa

Nella cultura di massa il simbolo conta numerose raffigurazioni, in ambito letterario, cinematografico, televisivo, fumettistico e videoludico, specie in ambientazioni di genere fantasy o del mistero. Il simbolo è ricorrente, ad esempio, nelle serie televisive Teen WolfFreaks!MillenniumThe Lost WorldHemlock Grove e Altered Carbon, così come nella serie manga e anime Fullmetal Alchemist, dove è presente sul corpo degli Homunculus e nell'anime e manga The Seven Deadly Sins, nei quale è presente come simbolo del protagonista Meliodas, Drago dell'Ira. Nel celebre romanzo di Michael Ende La storia infinita, il talismano Auryn è basato sull'uroboro, e Il serpente Ouroboros è il titolo di un romanzo fantasy di Eric Rücker Eddison del 1922.

Note

  1. ^ Uroboro, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.
  2. ^ Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, a cura di Paola Locatelli, Milano, Garzanti, 1991, ISBN 88-11-50458-9. 1ª ed. originale: (DEKnaurs Lexikon der Symbole, München, Droemersche Verlaganstalt Th. Knaur Nachf., 1989.
  3. ^ Chevalier & Gheerbrant 1986, II, p. 526.
  4. ^ Cooper 1987, p. 212.
  5. ^ Corinne Morel, Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze, traduzione di Enrica Crispino, Firenze, Giunti, 2006, ISBN 978-88-09-04071-7. 1ª ed. originale: (FRDictionnaire des symboles, mythes et croyances, Paris, L'Archipel, 2004.
  6. ^ Izzi 1989, 270-271.
  7. ^ a b Cf. Nicola Ubaldo, Atlante illustrato di filosofia, Firenze, Giunti Editore. p. 263, 2000, ISBN 88-440-0927-7ISBN 978-88-440-0927-4. nuova ed., 2005, ISBN 88-09-04192-5ISBN 978-88-09-04192-9.
  8. ^ Cooper 1987, p. 212.
  9. ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995.
  10. ^ Roob 2007, p. 331.
  11. ^ Roob 2007, p. 331.
  12. ^ Dana Michael Reems, The Egyptian Ouroboros: An Iconological and Theological Study, Los Angeles, University of California, 2015, p. 324.
  13. ^ Erik Hornung, The Ancient Egyptian Books of the Afterlife, traduzione di l tedesco da David Lorton, Cornell University Press, 1999, p. 78.
  14. ^ Dana Michael Reems, The Egyptian Ouroboros: An Iconological and Theological Study, Los Angeles, University of California, 2015, p. 350.
  15. ^ Prima traduzione italiana incompleta da Oro Apolline Niliaco, Come descrivono il Mondo, in Delli segni Hierogliphici, cioè delle significationidi sculture sacre appresso aggli Egittij, tradotto in lingua volgare per M. Pietro Vasolli da Fivizzano, appresso Gabriel Giolito de Ferrarri, 1547, p. 3.Per una traduzione più attuale vedere: Horopallo l'Egiziano, Trattato sui Geroglifici, in Quaderni di Aion, testo, traduzione e commento a cura di Franco Crevatin e Gennaro Tedeschi, nº 8, Napoli, Università degli Studi “L'Orientale”, Dipartimento di Studi del Mondo Classico e Mediterraneo antico, 2002, p. 61. Per una versione del testo con immagini rinascimentali vedereΩΡΟΥ ΑΠΟΛΛΟΝΟΣ ΝΕΙΛΩ ΟΙ, Ori Apollonis Niliaci, Ἱερογλυφικά - De sacris notis & sculpturis libri duo, vbi ad fidem vetudti codicis manu scripti restituta sunt loca permulta, corrupta ante ac deplorata, su Parisiis, Apud Iacobum Keruer, 1551.
  16. ^ Roob 2007, p. 344.
  17. ^ Famose sono le immagini di due Serpenti che si ricorrono la coda, tratte dai disegni dell'Opera Chimica Antichissima (1760) e dal Donum Dei (1735) di Abraham Eleazar visibili in Roob 2007, p. 330-331. Il manoscritto è visionabile on line sul sito e-rara.ch la piattaforma per la consultazione di edizioni antiche digitalizzate conservate nelle biblioteche svizzere, collegata alla Foundation of the Works of C.G. Jung.
  18. ^ Vedi Paolo Lucarelli, L'Alchimia Greco-Alessandrina, in Abstracta, Curiosità della Cultura e Cultura della Curiosità, 45, a. IV, giugno 1990, pp. 14-21. L'immagine è raffigurata sul foglio 88v del Codice Marciano della Biblioteca San Marco, Venezia, e riprodotta in Berthelot, Collection des anciens alchimistes grecs, I-III (3 voll.), Parigi, 1887-1888.
  19. ^ Eraclito, I frammenti e le testimonianze, a cura di Carlo Diano e Giuseppe Serra, Oscar Classici Latini e Greci, nº 43, Milano, Mondadori, 2000, p. 37, ISBN 88-04-16937-0.
  20. ^ Plotino, Enneadi, V. 8.
  21. ^ Il Codex Parisinus graecus 2327, che contiene anche altri manoscritti alchemici dell'XI secolo, dell'epoca di Psello, si trova nella Bibliothèque nationale de France.
  22. ^ Calvesi 1986, p. 50-51.
  23. ^ Pereira 2001, p. 89.
  24. ^ El Daly 2005.
  25. ^ I quattro elementi rappresentano l'interazione dell'alto e il baso, ovvero la terra sferica in qualità di Corpus o principio concreto manifesto circondata da 3 uccelli che rappresentano la sostanza volatile, ma anche l'Intelletto, l'Anima e lo Spirito. L'immagine di questo manoscritto arabo è visibile anche in Paolo Lucarelli, Alchimia ed Ermetismo: i fondamenti teorici della filosofia ermetica, la Cosmologia, in Abstracta, nº 19, ottobre 1987, pp. 20-25.

Bibliografia

Voci correlate