giovedì 1 luglio 2021

Vite quasi parallele. Capitolo 143. Il Potere del Trio e la Dinastia del Serpente Rosso



 

Accadeva di rado che le tre considerevoli sorelle Ricci-Orsini si riunissero insieme, fisicamente, nello stesso luogo, ma quando questo incontro si verificava, il mondo intero tremava fin dalle fondamenta. 
Era come se da loro si sprigionasse un'energia vorticosa che, se avessero voluto, avrebbe potuto travolgere tutto il genere umano.
E loro stesse ne erano consapevoli e chiamavano questo loro dono "il Potere del Trio".

L'occasione dell'incontro fu un pranzo  a Villa Erbosa, poco distante dall'antica Caserma, al confine occidentale della Contea di Casemurate (e inizio della parrocchia di Pievequinta).

Villa Erbosa era la residenza della contessa Isabella Zanetti Protonotari Campi, nata nel 1943, la più giovane delle tre figlie di Ettore Ricci e di Diana Orsini Paulucci di Casemurate.

La famiglia Zanetti Protonotari Campi, Conti di Predappio, era nota per la produzione di vini molto pregiati nelle terre delle loro due tenute, quella di collina e quella di pianura, alla Caserma di Casemurate.

La tenuta principale era Villa Raggi a Predappio, con vigne di Albana e Sangiovese di illustre qualità, mentre a Villa Erbosa, la tenuta di pianura, anch'essa circondata da vigneti, si coltivava una speciale qualità di vitigni, da cui si ricava ancor oggi il migliore Trebbiano di Romagna. .













Delle tre sorelle, Isabella era certamente la più ricca, la più pragmatica e quella più portata per gli affari, dote che le era stata trasmessa, naturalmente, dal padre. 
Fisicamente era un po' meno bella delle sorelle, ma solo perché, dopo essere riuscita a sposare il facoltoso conte Saverio Protonotari Campi, aveva, come si dice dalle nostre parti, "già fatto la sua figura" e da quel momento aveva considerato la bellezza come l'ultima delle sue preoccupazioni, e si era trascurata.
Era lei che amministrava la tenuta di pianura e addirittura partecipava di persona ai lavori, proprio come suo padre.

E parlava anche in dialetto romagnolo, la lingua che Ettore Ricci prediligeva, pur essendo figlio di una maestra elementare, Clara Torricelli, che parlava un italiano purissimo.
Ma alla fine la bisnonna Clara, tanto irreprensibile come insegnante, aveva sposato quella specie di animale peloso e irsuto che era il padre di Ettore, Primo Ricci, partito dal nulla come bracciante e diventato ricco sfondo.
L'ennesimo matrimonio inspiegabile, perché Clara aveva sposato Primo quando era ancora "povero con le pezze al culo" (perdonateci il linguaggio, ma questo è un capitolo importante e bisogna che le cose siano dette in modo chiaro e tondo).
Era stato uno scandalo: com'era possibile che Clara Torricelli da Forlì (non Eulalia, quella della canzone, che aveva tre castelli di cui uno solo per dormire), giovane, bella, con gli occhi color pervinca e i capelli color oro, avesse sposato quel Celta analfabeta e rozzo che era Primo Ricci?
Malignamente, essendo Primo ancora povero, tutti i Casemuratensi gallici o romani od ostrogoti che fossero, asserirono con certezza che "Primo ha delle doti nascoste", e non si riferivano certo all'intelligenza.
In realtà un motivo c'era, ma lo si intuirà proseguendo la lettura di questo capitolo.

I tre motti paterni che Isabella aveva fatto propri erano i seguenti:

1) "I'è baiock!" che non è la semplice constatazione di quanto vale o quanto costa una determinata cosa (o anche persona), ma una vera propria filosofia di vita, quella dell'odierno "business is business".
Dire "sono soldi!" è riduttivo, ma se lo si dice in dialetto è polisemico. Attribuisce al denaro un'aureola sacrale, quella dell'idolo d'oro contro cui Mosè si scagliò scendendo al Sinai e trovando il suo popolo dedito all'idolatria.
Ma vuole dire anche: "pecunia non olet", e lo sapevano bene i fondatori di Roma, da bravi pecorai.
Nel XXI secolo l'Idolo d'Oro ha vinto, ma era già forte anche prima, è sempre stato forte.
E dalle stelle dell'antropologia culturale torniamo alle stalle di Casemurate.

2) "B'sogna sparagné" : bisogna risparmiare, motto che i Ricci si tramandavano di generazione in generazione da millenni, con la variante italiana del tipo "un soldo risparmiato è un soldo guadagnato".
La frugalità degli antenati! "Maiores nostri, religiosissimi mortalesdiceva Sallustio, nel celebrare il mos maiorum e la sobrietà, lui che viveva negli horti sallustiani
Ma Sallustio voleva anche dire: "uomini superstiziosissimi", perché era anche questa l'originaria forma apotropaica della "religio" latino/etrusca.

3) "La teara l'è l'utum queal " : la terra e l'ultima cosa che si vende, piuttosto si fa la fame, ma vendere la terra mai, è un disonore, il disonore più grande per un agricoltore degno di questo nome.
E in Romagna le questioni d'onore valgono tanto quanto quelle di denaro: vendere la terra era inammissibile.
Noi romagnoli siamo dei "mezzosangue": per metà Romani e per metà Galli, il tutto condito in salsa Ostrogota. Testa dura e sangue caliente. 
Questo è ciò che siamo e ciò che erano i Ricci-Orsini all'apogeo della loro gloria.

E infatti Isabella Ricci-Orsini, contessa Zanetti Protonotari Campi, non solo non vendeva terre, ma anzi le comprava in continuazione da tutti i proprietari decaduti della zona, compresa sua madre.






All'estremo opposto, come personalità e filosofia di vita, c'era la marchesa Margherita Spreti di Serachieda (nata nel 1933), la primogenita di Ettore Ricci e Diana Orsini.

Era anche la più bella: aveva i capelli scuri di sua madre Diana e gli occhi blu pervinca della madre di Ettore, la famosa Clara Torricelli.
Era alta, slanciata, signorile, di classe e assomigliava molto a Elizabeth Taylor, la diva dagli occhi viola. 
Erano quasi coetanee, ma Liz Taylor è morta e sepolta, mentre Margherita Ricci-Orsini è ancora tra noi, in questa valle di lacrime. 





 Il suo passatempo preferito era il giardinaggio, a cui dedicò l'intera esistenza, insieme al lodevole restauro della Villa Spreti, nella zona est di Casemurate, dove la ruscellante Serachieda divide la Contea in due parti, manco fosse il Muro di Berlino: Casemurate di Forlì (feudo degli Orsini) e Casemurate di Ravenna (feudo degli Spreti), ora riuniti sotto la "sovranità" araldica di Fabrizio Spreti Ricci-Orsini, XI Marchese di Serachieda (dal 2017) e XIX Conte di Casemurate (dal 2011, anno della morte di Diana Orsini e della rinuncia del titolo da parte di Margherita, Silvia, Isabella e Roberto)

Margherita aveva trasmesso al figlio Fabrizio (nato nel 1962) la passione per la botanica, tanto che oggi l'orto botanico di Villa Spreti è davvero notevole, anche se purtroppo non è aperto ai privati, e solo i cugini Alessio Zanetti e Roberto Monterovere possono accedere al "regno" del loro illustre congiunto e soggiornarvi per godere della pace idillica e della conversazione dell'anziana zia.

Margherita Spreti, nei suoi anni migliori, fu la portavoce del Clan, l'esperta in pubbliche relazioni, essendo cresciuta nel salotto Liberty con la contessa vedova Emilia e l'altra nonna, la maestra Clara, che le insegnavano tutto ciò che una "ragazza di buona famiglia" doveva conoscere.
Queste doti le valsero la stima universale anche nei salotti di Ravenna e di Ferrara.
Teneva i contatti con ogni famiglia alleata dei Ricci-Orsini, ivi compresi, persino, i principi Orsini del ramo principale.

Le tre tenute, ossia Villa Erbosa, il feudo Orsini e il feudo Spreti erano contigue territorialmente e si erano federate in un'unica Società in Accomandita per azioni, la Ricci-Orsini-Spreti & Zanetti, che insieme ad alcune cooperative di coltivatori diretti, controllava il Consorzio Agrario della Romagna Centrale.
I Monterovere ne avevano solo una quota marginale, ossia la "legittima" ereditata alla morte di Ettore Ricci.
La crisi seguita al processo di Ettore era stata superata grazie all'afflusso di capitali freschi di un "socio silenzioso", ma di grande importanza, come vedremo tra poco.

La sorella di mezzo, Silvia Monterovere (nata nel 1938), era ed è senza dubbio la più intelligente e la più colta. 
Si era sposata tardi perché prima, per sua stessa ammissione, aveva voluto "girare il mondo e godersi la vita", quasi avesse la premonizione del fatto che la famiglia del marito e le vicissitudini del figlio le avrebbero dato molti grattacapi.

In quell'agosto del 1992 era ancora una donna bella e giovanile, prima che le preoccupazioni, la salute e il tempo lasciassero il segno, senza però mai trionfare sulla sua forte fibra e sulla sua ferrea volontà di vita. Aveva capelli castano-ramati e occhi verdi: due caratteristiche tipicamente celtiche che le derivavano da suo padre. Poteva sembrare un'irlandese o una scozzese, ma i tratti signorili degli Orsini le conferivano un'aura di autorevolezza molto simile a quella di sua madre.
A nostro giudizio Silvia assomigliava straordinariamente, ed assomiglia ancora, nonostante l'età, all'attrice Mary McDonnell, come abbiamo già avuto occasione di dire.





Ognuna delle tre sorelle eccelleva in un settore, e per questa ragione, nel momento in cui univano le forze, le loro qualità complementari davano vita al Potere del Trio, che rendeva il loro potenziale unitario superiore alla somma delle singole componenti.

La prima a sollevare l'argomento del giorno, fu Margherita:
<<Gli Orsini di Roma ci hanno messo in guardia, senza mezzi termini, dalle trame della famiglia Albedo e dello stesso Lorenzo Monterovere>>
Isabella passò subito al lato pratico:
<<Ci stanno ricattando? Cosa vogliono? Soldi? Terre? Vendetta?>>
Fu Silvia a rispondere:
<<Potere. Illimitato potere>>
Isabella si accigliò:
<<E lo vengono a chiedere a noi?>>
Margherita intervenne:
<<Secondo i principi Orsini, Fernando Albedo appartiene a una organizzazione segreta, ma non troppo, che, tra le altre cose, mette in pratica una teoria chiamata eugenetica.
Fabrizio me ne ha spiegato il significato. In pratica sottopongono determinate persone ad una "prova" e se la superano...>>
Isabella la fermò, perché voleva arrivare al sodo:
<<Le persone? Quali persone?>>
A quel punto Silvia diede l'unica risposta che poteva ricreare il Potere del Trio, come reazione ad una comune minaccia
<<I nostri figli! Hanno avuto il dubbio privilegio di essere stati scelti  perché il loro albero genealogico è tracciabile nei secoli. I membri di questa organizzazione, chiamata Ordine degli Iniziati, favoriscono le unioni, o sarebbe meglio dire "gli incroci", di persone che hanno un pedigree di loro interesse.
In pratica ci allevano come se fossimo cani e cavalli>>
Isabella rise:
<<Be' io non ho sposato mio marito perché me l'hanno detto loro. E non l'ha fatto nemmeno lui>>
Silvia rimase seria:
<<Loro sanno tutto di noi, e possono favorire od ostacolare le unioni senza che i soggetti in questione si accorgano di nulla>>
Isabella scosse il capo:
<<Loro chi? Io voglio i nomi e i cognomi di chi avrebbe favorito i nostri matrimoni. Senza i nomi non ci sono prove>>
Margherita intervenne:
<<Nelle lettere che ho ricevuto sono stati fatti i nomi. Ci sono anche nostri congiunti. 
Nostra zia Carolina Ricci Gagni di Montescudo. Ha favorito lei il mio matrimonio con Amilcare, me lo ricordo bene e credo che anche tu ricordi quanto è stata assidua nel sostenere il tuo fidanzamento con Saverio>>
Isabella sbuffò:
<<La zia Lina? E' una vecchietta inoffensiva. Per quale motivo avrebbe aderito a questa associazione?>>
Silvia aveva la risposta:
<<Il solito motivo, Isabella. Soldi!
Una montagna di soldi. 
E' la solita storia, e noi la conosciamo fin troppo bene.
Quando il conte Gagni è morto, tanto tempo fa, sono saltati fuori tutti i suoi debiti. 
E chi credi che glieli abbia pagati? 
C'è sempre lo stesso nome, Fernando Albedo, che tra l'altro sembra immortale.
Non fa nemmeno finta di nascondersi.
E' conosciuto come un filantropo, uno che aiuta le vedove, gli orfani (dopo averli resi tali, dico io), la fauna e la flora, i parchi naturali, ma anche le aziende agricole, per salvaguardare i posti di lavoro e le tradizioni nelle campagne.
Ha ricevuto molti riconoscimenti e onori per aver contribuito alla tutela del paesaggio agreste, dell'ambiente e delle tradizioni.
Un santo! Nessuno oserebbe mai attaccarlo>>
Isabella, che non amava i discorsi lunghi, chiese:
<<E soldi da dove li prende? La guardia di finanza e la magistratura, che adesso si stanno muovendo contro tutti, perché non indagano su Albedo?>>
Silvia sorrise:
<<La finanza e la magistratura hanno lasciato stare molte persone o associazioni di vario genere, anche politico, e continueranno a farlo, credetemi. 
Albedo appartiene alla lista degli "intoccabili": ha amici ovunque, sia ai vertici che nella base. I suoi alleati sono infiltrati dappertutto>>
A questo punto Isabella si dimostrò più propensa ad approfondire la questione:
<<E cosa vorrebbero fare ai nostri figli?>>
Fu Margherita a rispondere, tenendo sempre nelle mani le lettere degli Orsini di Roma:
<<Valutare la loro capacità di superare gli ostacoli sul loro cammino e osservare come si comportano. Il problema è che quegli ostacoli saranno messi lì da loro.
Chi la supera la Prova viene considerato "degno di procreare", sempre con persone scelte da loro, ovviamente>>
Silvia annuì vigorosamente e aggiunse:
<<Avete capito con chi abbiamo a che fare?
Pazzi criminali che giustificano i loro crimini con una teoria che viene presentata come il "diritto alla salute dei nascituri, nonché all'evoluzione del genere umano"
Sembra di leggere le finalità del Progetto Lebensborn.
Hitler e Himmler erano dilettanti, in confronto.
Uno dei loro consulenti andò oltre: si tratta di Erich von Tomaten, il Maestro di Lorenzo.
Ne riparliamo dopo. Prima finiamo la descrizione della Prova, così come si può ricostruire sia dalle lettere degli Orsini sia dalle tesi sostenute da Lorenzo nei suoi libri.
Usano il metodo del bastone e della carota: da un lato ti creano i problemi, dall'altro, però, se tu riesci a superarli, ti premiano.
 In alcuni casi chi supera la Prova può essere scelto per diventare un Iniziato e avere così tutti i vantaggi che derivano da quella posizione>>
Isabella pose la domanda fondamentale:
<<E chi non supera la prova?>>
Silvia rispose immediatamente:
<<Chi non la supera riporta danni tali da non aver più la capacità o il desiderio di procreare
Molti hanno subito danni psichici tali da renderli disabili, alcuni sono riconosciuti invalidi civili, altri sono addirittura inabili e non autosufficienti.
E alcuni sono morti, molti dei quali, purtroppo, togliendosi la vita a causa delle atroci sofferenze>>

Dopo un minuto di silenzio totale, Isabella domandò:
<<Voglio sapere altri nomi, e voglio prove al riguardo>>
Margherita le consegnò tutte le lettere e i documenti allegati:
<<Questo è materiale che scotta. Se qualcuno dovesse sapere che noi l'abbiamo, potrebbe accaderci qualcosa di brutto>>
Silvia pronunciò gli altri nomi che conosceva:
<<Vuoi altri nomi? Eccoli: Lorenzo Monterovere, che qui viene presentato come Conte di Querciagrossa, ma per me se l'è inventato lui, sua zia Anita Monterovere e il fratello di lei, Edoardo Monterovere, il generale Primo De Toschi, lontano cugino della Signorina, la nostra zia Carolina Ricci Gagni di Montescuto, come avevo già detto, ma ci sono anche le sue sorelle: la nostra zia senatrice Caterina Ricci Baroni, la nostra zia Adriana Ricci, la nostra zia Maria Teresa Ricci Tartaglia e... tenetevi forte... suo figlio e nostro cugino Arido Tartaglia...>>
Isabella sbottò:
<<Arido? Lo scemo del villaggio? Ma dai, non farmi ridere!>>
Margherita intervenne nuovamente:
<<Arido non ha mai lavorato in vita sua. Eppure vive in una villa con un bel parco, passa l'estate in Sardegna, va alle terme a Montecatini...>>
Isabella meditò su quei dati:
<<Ho sempre pensato che fosse mantenuto dai Tartaglia. Sono una famiglia ricca, basti pensare ai soldi di Maria Antonietta, la Viscontessa Ordelaffi di Bertinoro>>
E qui fu Silvia ad annunciare la novità:
<<Maria Antonietta ha ottenuto da Fernando Albedo una fideiussione di 15 miliardi di lire. 
Me l'ha confessato lei stessa proprio ieri. In cambio ha favorito il fidanzamento di sua figlia Aurora con mio figlio>>
Ci fu un altro minuto di silenzio.
Le implicazioni di quell'ultimo dato erano evidenti e innegabili. C'era persino una confessione.
Alla fine Isabella chiese:
<<Che cosa vogliono esattamente da Roberto, questi Iniziati?>>
Silvia sospirò:
<<Lorenzo ha candidamente ammesso che Roberto sarà sottoposto alla Prova, perché ha del potenziale intellettivo che interessa agli Iniziati e che loro vorrebbero sviluppare attraverso quello che chiamano "l'insegnamento profondo".
Credo che sia tutto collegato con l'Iniziazione ai Misteri, e ovviamente nessuno sa che cosa siano, questi Misteri, altrimenti che Misteri sarebbero?
Ma a Roberto non piacciono i Misteri, a lui piace la Giustizia, in questo mondo>>
Isabella era sbalordita:
<<Lorenzo ha ammesso tutto? E non vuole aiutare suo nipote? E voi non fate niente?>>
Silvia voleva proprio arrivare questo punto:
<<Lorenzo aspetta questo momento da vent'anni. Dice che Aurora garantirà l'equilibrio mentale di Roberto, ma io non ci credo: quella ragazza è mentalmente disturbata, come sua madre e come tutti quella della famiglia di sua madre, i Tartaglia. 
Io e Francesco non sappiamo cosa fare: nelle lettere che Margherita ti ha dato, leggerai i fatti spiacevoli che capitano "per caso" a chi denuncia un Iniziato. 
E poi nessuno ci crederebbe, ci prenderebbero per pazzi o per impostori.
Io stessa sarei la prima a non credere a cose del genere, se non ci fossi dentro fino al collo.
Lorenzo ha detto che se Roberto dovesse fallire, la Prova avverrà su Fabrizio o su Alessio.
Siamo tutte nella stessa barca, e dobbiamo cavarcela unendo le nostre forze, come sempre.
Il Potere del Trio può fare questo ed altro>>
Isabella sospirò:
<<Lo so. Ma dovremo trovare altri alleati. Potremmo rivolgerci al Vescovo di Forlì o all'Arcivescovo di Ravenna. Credo che la Chiesa ci aiuterebbe volentieri contro una setta satanica di questo tipo>>
Margherita intervenne:
<<Gli Orsini di Roma hanno scritto che la Chiesa combatte da secoli contro gli Iniziati. 
La Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene che questi Misteri, o Arcani Supremi, siano un... com'era la parola esatta... un sincretismo, cioè un miscuglio, di vari filoni eretici e di sopravvivenze pagane o cose simili. 
Non essendoci più il Sant'Uffizio dell'Inquisizione e i suoi efficaci strumenti investigativi, è più difficile far confessare gli Iniziati, specialmente quando hanno in mano documenti che farebbero tremare la Chiesa dalle fondamenta, per esempio presunte prove di presunti casi di pedofilia che avrebbero coinvolto anche alti prelati e che sarebbero stati insabbiati dai loro superiori>>




Isabella chiuse gli occhi, come se tutte le certezze della sua vita fossero crollate in uno solo momento:
<<Nostra madre sa qualcosa di tutto questo?>>
Fu Silvia a rispondere:
<<Nostra madre sa tutto e da molto più tempo di noi. E sai chi fu la prima persona a parlarle di queste cose? 
L'Elvira, quando la mamma andava a comprare l'Erba di San Giovanni contro la malinconia.
Sì, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. 
Quella che noi credevamo un'innocua vecchietta dedita all'erboristeria e alla divinazione tramite i Tarocchi, è un'Iniziata "selvatica", nel senso che ha appreso i Misteri per conto suo e ha operato in incognito.
L'Ordine delle Sacerdotesse delle Paludi esiste davvero, e al vertice adesso c'è Iole Bergantini, la sorella dell'Elvira e anche di Ida Braghiri. 
Temo quindi che Ida si sia già aggiudicata il suo appoggio, ma potremmo anche provare a sondare il terreno...
In fondo ci devono molti favori, vivono nelle nostre terre, ricevono da noi tutto ciò di cui hanno bisogno e abbiamo permesso loro di salvaguardare l'ultima zona selvatica e paludosa della Romagna Centrale>>
Isabella ripensò al caso della sua zia omonima:
<<Nostra zia Isabella, che morì nell'anno in cui sono nata io, era in buoni rapporti con l'Elvira. Perché non fu protetta. O messa in guardia?>>
In quel momento, con passo felpato, fece il suo ingresso Diana Orsini Paulucci, Contessa di Casemurate, che arrivava sempre "al mutare della marea":
<<Era stata messa in guardia. Ma non credeva alle profezie dell'Elvira. 
Chi ci ha mai creduto? Soltanto mia suocera, vostra nonna Clara, che nelle sue ricerche storiche riuscì a intuire cosa c'era dietro a tutti i matrimoni combinati, compreso il suo e quelli delle sue figlie.
Il padre di Clara era un Iniziato di Rango Segreto, il che vorrebbe dire che il suo rango all'interno dell'Ordine era conosciuto solo dai membri del Consiglio Ristretto, i dirigenti, e basta.
Me lo confessò in punto di morte, supplicandomi di porre fine all'influenza di Albedo sulla nostra famiglia.
Elvira confermò ciò che aveva detto Clara, e aggiunse che le fu impedito di salvare Isabella per due motivi: primo, il sicario era Michele Braghiri, suo cognato; secondo, e più importante e decisivo, il figlio che Isabella portava in grembo era del tenente Mueller, che era sotto la protezione di quello strano professore interprete, Erich von Tomaten, un Iniziato molto potente, che fu poi il Maestro di Lorenzo Monterovere, quando fece il dottorato in Germania. 
Von Tomaten disse ad Elvira che Mueller aveva intenzioni serie con Isabella. Voleva portarla con sé in Germania. Loro figlio, secondo gli Iniziati, aveva molto potenziale. Sai com'erano i professori dell'epoca: tutti Spirito e Razza Ariana. Il figlio di Mueller e Isabella, nei piani deliranti di Von Tomaten, era quello di diventare... so che fa ridere, ma Elvira non rise affatto, quando il professore glielo disse... diventare, dicevo, il primo Imperatore del Reich Millenario>>




Le tre figlie risero in coro.
Silvia in particolare:
<<Von Tomaten era pazzo da legare, come anche Lorenzo! Se il Reich avesse vinto, il successore di Hitler non sarebbe certo stato il figlio di uno sconosciuto tenente e di una ancor più sconosciuta ragazza italiana>>
Diana non rise:
<<Anch'io la derisi, all'epoca, ma alla fine il tempo ha dato ragione a lei. 
 Vostra nonna Clara mi disse di aver scoperto che, secondo il Programma Genetico degli Iniziati, Mueller e Isabella appartenevano a linee di sangue molto antiche. Il Serpente Rosso è il simbolo di quel sangue che si trasmette da secoli. E' una vera e propria Dinastia, oltre che essere una fazione all'interno Ordine degli Iniziati. 
Ci sono altre fazioni. Gli Orsini di Roma, a quanto pare, appartengono all'Aristocrazia Nera, la fazione guidata dall'attuale Grande Maestro, o Maestro dei Maestri, un inglese centenario e moribondo, tale Francis George Burke-Roche.
E' quasi certo che il prossimo Gran Maestro sarà Albedo>>





Margherita aggiunse una notazione:
<<Gli Orsini sostengono che Albedo creda ancora nel progetto di un Impero Millenario. 
A me pare una baggianata, ma quando c'è lui di mezzo, non si può escludere nulla>>
Silvia concluse il ragionamento:
<<Lorenzo ha convinto Albedo a riprovare qualcosa di simile utilizzando la nostra linea di sangue e quelle dei nostri mariti. 
Nella sua follia, Lorenzo crede ancora alle tesi di von Tomaten. Ha studiato la linea di discendenza dei Monterovere, questo lo so per certo.
Forse è per questo che ha scelto di mettere a repentaglio la salute e la vita stessa di suo nipote, e di affiancargli una ragazza bellissima, molto "ariana". Forse vuole che diventino degli Iniziati e che tra i loro figli, chissà...>>
Le altre sorelle e la madre capirono a cosa alludeva e ne furono inorridite.
Isabella prese una decisione:
<<Andiamo a sentire cosa ha da dirci l'attuale "Sacerdotessa".
Noi tre sorelle contro le tre sorelle streghe, Iole, Irma ed Ermide. 
Vediamo se sono implicate in questa faccenda e se possiamo portarle dalla nostra parte. 
In fondo da qualche parte bisogna pur iniziare>>