Dall’alto della collina si poteva
vedere molto lontano, verso sud, fino al grande fiume Amnis.
A settentrione, invece, si
stagliavano le altissime montagne chiamate i Denti del Drago, che
separavano il Regno nordico degli Alfar dalla grande Pianura Amnisiana, abitata
dai Keltar.
Ma l’uomo che in quel luogo e in
quel momento fissava l’orizzonte non era né un Alfar, né un Keltar. Veniva dall’Impero Lathear ed era un reduce della battaglia di Elenna sul Dhain, combattuta una generazione prima, nell'anno della Primavera di Sangue.
Ora lo conoscevano come l'Eremita, perché viveva in solitudine in una capanna sulle
colline, allevando animali e coltivando orti e campi, che vendeva al mercato
del paese più vicino, Plèdemon, un piccolo abitato collinare molto a ovest
nella Valle dell’Amnis.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che quest’ultimo un tempo era stato bello, ricco e potente. Si presentava infatti molto male: aveva lunghi capelli
scarmigliati, una ancor più lunghissima barba incolta, e si vestiva con una tonaca scura. Questo lo faceva sembrare molto più
vecchio della sua età, ma a lui non importava nulla.
In verità, ormai, c’erano ben
poche cose che gli importassero.
I ricordi del passato si erano sbiaditi col
tempo, e le ragioni che gli avevano imposto di interrompere i rapporti con le sue due famiglie ed i
suoi cari, tanti anni prima, erano talmente remote, che era come se quei
rapporti non esistessero più.
Era come l’ombra di qualcuno
sopravvissuto a se stesso. Non sapeva bene cosa lo mantenesse in vita, o meglio
che cosa gli desse una ragione per continuare a vivere. Forse era la bellezza
dei monti, oppure erano le lunghe passeggiate nei boschi, o ancora il legame
con la terra, con le piante, gli animali, la ricorrenza delle stagioni. E
l’aria fresca e profumata di quei luoghi.
Quella mattina di ottobre stava
dissodando la terra dell’orto per togliere di mezzo le erbacce e preparare una
nuova semina. A fianco a lui, sempre presente, c’era il suo cane lupo albino, di nome Arf.
Era tutto ciò che gli
rimaneva in termini di affetto.
Gli uomini mi hanno sempre scacciato. O sono io che ho fatto di tutto per essere cacciato?
Non c'era nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felicei nella miseria.
Eppure ogni tanto capitava che un ricordo, un piccolo frammento di vita, gli balenasse nella mente, come per elencargli tutto quello che aveva perduto: il trono di Lathena, sua sorella e il figlio che lei aspettava e poi ad Amnisia sua moglie e suo figlio.
Eppure ogni tanto capitava che un ricordo, un piccolo frammento di vita, gli balenasse nella mente, come per elencargli tutto quello che aveva perduto: il trono di Lathena, sua sorella e il figlio che lei aspettava e poi ad Amnisia sua moglie e suo figlio.
Sono stato rovinato prima da mia sorella, e poi da mio padre, lo Sciancato! Ma il vero traditore è il Duca, è Gallrian de Bors! Sta servendo un padrone malefico, il peggiore su questa terra!
Certo aveva reso facile il gioco dei suoi nemici, e non aveva saputo crearsi amici veri.
Avrebbe dovuto solo spiegarsi meglio con gli altri, far capire meglio le sue motivazioni e le sue verità.
Avrebbe dovuto solo spiegarsi meglio con gli altri, far capire meglio le sue motivazioni e le sue verità.
Non ho mai saputo comunicare con nessuno… tranne che con Ellis... e le conseguenze sono state irreparabili.
No, non voleva più pensarci. Gli faceva troppo male. Ormai tutto
era stato deciso e consumato, non c’era più niente da fare, se non attendere la
morte in solitudine.
Ecco dove mi ha portato la sete di libertà e di giustizia. La gente
si riempie la bocca di queste parole, ma poi non sa nemmeno riconoscerle quando
le passano sotto il naso.
Improvvisamente sentì un rumore e
si guardò intorno.
Un ragazzo su un pony, con in
mano un plico, gli fece segno di avvicinarsi.
L'Eremita non riceveva mai visite di gente che non conoscesse già e sul momento ebbe paura che ci fosse una trappola o un’imboscata.
L'Eremita non riceveva mai visite di gente che non conoscesse già e sul momento ebbe paura che ci fosse una trappola o un’imboscata.
Anche perché, se sapessero chi sono, mi
catturerebbero senza pensarci
due volte e mi consegnerebbero a mia sorella, l'Imperatrice Vedova!
Eppure c'è stato un tempo in cui ti ho amata, Ellis!
Il suo errore più grande! Irrimediabile...
Il suo errore più grande! Irrimediabile...
Si avvicinò con cautela, tenendo
una mano sul coltello che portava in tasca.
Il ragazzo pareva innocuo: «Ho un
messaggio per voi, Eremita!»
«E chi te
l’ha dato?»
«Un cavaliere che è venuto in paese
poco fa e mi ha chiesto di portavi questo… tutto qui»
L'Eremita annuì e prese il plico.
«Io non ho nulla da darti per questo servizio!»
Il ragazzo rise: «Oh, il
cavaliere mi ha già pagato molto bene!»
e detto questo se ne andò.
Il Romito
vide il sigillo della Piovra che teneva unito il rotolo di pergamena, ed ebbe un brivido.
Maledetto Sciancato! Cosa vuoi ancora da me?
Strappò il sigillo, srotolò la
pergamena e lesse.
Il messaggio era in codice,
quello usato dai membri dell’organizzazione segreta, la Piovra di Sephir Eclionner, suo padre, che un tempo era stato il Principe della Corona, e che quasi tutti credevano morto ad Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.
Per il Romito fu difficile trovare la forza per aprire il messaggio e leggerlo, ma ancora più difficile fu trovare gradito il contenuto del messaggio.
Non era accettabile quello che lo Sciancato gli ordinava!
Non era accettabile quello che lo Sciancato gli ordinava!
No, padre! Questa volta non mi presterò più al tuo gioco! Io e te abbiamo avuto la nostra occasione e l'abbiamo perduta!
Ma sapeva che, se non si fosse
prestato spontaneamente allo Sciancato, sarebbero venuti i suoi sgherri a a prelevarlo.
Fosse per me, potrei anche
buttarmi dal burrone e farla finita, ma se io rinuncio, lui andrà a cercare Marvin... non posso mettere in pericolo mio figlio!
La missione che questa volta gli
era richiesta era molto più delicata di quelle che aveva compiuto in passato.
Il burattinaio Sephir fa il doppio gioco e il burattino, cioè io, deve recitare di nuovo la sua parte.
Avrebbe dovuto affidare a
qualcuno la sua casa e i suoi campi, ma quello era il problema minore. Non gli
interessava guadagnare.
Però il mio cane Arf verrà con me.
«Si parte, mio unico amico!»
disse rivolto al cane «Si parte verso luoghi pericolosi e inospitali. Ma io
avrò cura di te, e tu di me. Forse questo sarà l'ultimo mio viaggio, l'ultima inutile missione di Masrek Eclionner, che fu il più potente degli uomini, il più felice dei mariti e dei padri, ed ora è solo l'Eremita!»
Poi sospirò e scosse il capo.
Dei aiutatemi a salvare Lilieth e Marvin! Aiutatemi, perché sento che il sole si raffredda...