sabato 22 febbraio 2025

Mappe araldiche controverse, antichi ordini cavallereschi e relative onorificenze

 




Nello stemma della "Grande Ungheria" o Greater Hungary pensato nel 1848, si riprendono alcuni stemmi di difficile interpretazione, ma che sono riuscito a riconoscere dopo lunghe ricerche: sulla destra, qui sotto, al di sotto dello stemma della Transilvania c'è uno stemma con un lupo o levriero bianco passante su campo rosso (gli stemmi successivi in senso orario sono quelli di Cumania, Triballia, Rascia, Lodomeria, Galizia, Slavonia, Croazia e Dalmazia):



che sta ad indicare, secondo questo link https://hu.wikibooks.org/wiki/F%C3%A1jl:Bulg%C3%A1ria_c%C3%ADmer.PNG un antico scudo rappresentante un territorio al di sotto dei Carpazi, chiamato Piccola Bulgaria, ma difficilmente individuabile, anche se noi ci proveremo.

 A volte tale stemma si accompagna , nei blasoni del Regno di Ungheria o dell'Impero Austro-Ungarico, nell'Ottocento, con un altro analogo con tre lupi o levrieri bianchi passanti su campo rosso a cui si attribuisce il nome di Grande Bulgaria,



la cui spiegazione è a questo link https://hu.wikibooks.org/wiki/C%C3%ADmerhat%C3%A1roz%C3%B3/Bulg%C3%A1ria_c%C3%ADmere
che  fa rifermento al fatto che molti re ungheresi usarono reclamarono il titolo di Re di Bulgaria. comprese alcune famiglie come i Vízkelethy (1569), che però presentano un lupo o levriero bianco rampante, e dominavano su un distretto distante dal territorio bulgaro, ma con legami dinastici con nobili famiglie bulgare fedeli al regno di Ungheria. Un'altra ipotesi riguarda la famiglia Vidak che inserisce nel proprio blasone allargato un quadrante con tre lupi bianchi passanti indicandoli come "Bulgaria".
 Ad una analisi più accurata i lupi sembrano più levrieri, con collari dorati intorno al collo.
Secondo Ede Ivánfi , questo era lo stemma congiunto di Bulgaria e Slavonia, ma si tratta si una semplice rassomiglianza, poiché lo stemma della Slavonia presenta una martora marrone passante su campo rosso e lo possiamo vedere qui sotto sul lato sinistro. 
In molti altri stemmi araldici disegnati da Carolus Franciscus Palma, compaiono i tre levrieri passanti su campo rosso, che potrebbero derivare da una difficile interpretazione di un antichissimo stemma del primo Zar di Bulgaria, che vede tre belve passanti, che potrebbero essere leoni, come nello stemma della Guardia Reale Bulgara. 






E' ipotizzabile che si sia stata una confusione tra i leoni e i levrieri poiché lo stemma originario era disegnato molto rozzamente. Il passaggio successivo sarebbe stato quello di cambiare il colore in bianco su campo rosso facendo confusione con lo stemma della Slavonia, da cui sarebbe poi derivato quello molto simile della presunta Piccola Bulgaria.

Però la questione non può essere liquidata così rapidamente, perché i due stemmi, sia della Piccola Bulgaria che della Grande Bulgaria continuano a ripetersi e a raffinarsi in molti altri stemmi asburgici come il seguente.


In base a quanto scritto supra, è possibile una ulteriore deduzione che deriva dall'esame dei tre stemmi soprastanti che indicano i Regni vassalli della Corona Ungherese, la quale reclamava sovranità su questi tre reami i cui stemmi passo a descrivere, da sinistra a destra.
1) Il primo è il Voivodato di Slavonia, Transilvania e Cumania.
2) Il secondo è il Regno di Croazia, Dalmazia e Zara (o Zadar).
3) Il terzo è il più controverso da in interpretare perché unisce lo stemma del levriero passante, attribuito alla Bulgaria, quello della Bosnia Serba con il braccio armato e sciabola della guardia asburgica (che impose tale scudo a tutto il protettorato di Bosnia-Herzegovina poi annesso all'Impero Austro-Ungarico nel periodo tra il 1889 e il 1918), quello della Triballia, con testa di cinghiale e freccia (che è un territorio ora diviso tra Serbia e Bulgaria e fu dominato alternativamente, nella storia, dalla corona serba e da quella bulgara, e quello della Rascia o Serbia Antica, con tre ferri di cavallo su campo blu. 




Ora, considerando che Bosnia Serba (Banato di Bosnia), Rascia e Triballia sono parti dell'Impero Serbo di Stefan Dušan Nemanjić (26 luglio 1308 – Prizren, 20 dicembre 1355) che ha come stato vassallo anche lo Zarato Bulgaro di Tarnovo il cui nome deriva dal fatto che Tărnovo è stata la capitale della Bulgaria dal 1185 al 1393 (Secondo impero bulgaro) col nome di Tărnovgrad, e di nuovo dal 1878 al 1879,




E questo ci porta a scoprire che lo stemma della città di Tarnovo è quello con le tre belve passanti



E lo stemma dello Zarato riprende quello precedente con colori invertiti.


La successiva trasformazione è stata la seguente, nella formulazione di Jacob Franquart per il corteo funebre di un Asburgo:



Resta però aperta la domanda del perché non si è utilizzato questo stemma, nel blasone dei tre Regni sottomessi alla Grande Ungheria (quello slavo-galiziano, quello croato e quello serbo-bulgaro) e si è preferito invece quello della cosiddetta "piccola Bulgaria", spesso confuso con quello della Slavonia.

E qui scopriamo che la confusione tra gli stemmi di Slavonia e quelli di Bulgaria è più ampia di quanto si notasse all'inizio perché nell'Armoriale di Fojnica, che rappresenta l'Impero Serbo come auspicato Impero Illirico o Jugoslavo, le tre belve rosse passanti vengono attribuite alla Slavonia





La descrizione è la seguente, che riportiamo citandola dalla fonte già indicata nei link forniti e tradotta in italiano:

"Ogni scudo è etichettato con il nome della regione o del popolo che rappresenta:
  • Macedonia: Scudo rosso con un leone rampante dorato.
  • Illiria: Scudo rosso con una mezzaluna bianca e una stella a otto punte.
  • Bosnia: Scudo dorato con due asce incrociate e un simbolo centrale.
  • Dalmazia: Scudo blu con tre teste di leone coronate d'oro.
  • Croazia: Scudo a scacchiera rossa e bianca.
  • Slavonia: Scudo bianco con tre martore rosse.
  • Bulgaria: Scudo dorato con un leone rampante rosso.
  • Serbia: Scudo rosso con una croce bianca e quattro simboli simili a "C" (o fuoco).
  • Rascia: Scudo blu con tre ferri di cavallo bianchi.
  • Primorje: Scudo rosso con una scimitarra e una torre. "
E qui l'errore è macroscopico: lo stemma attribuito alla Slavonia non presenta affatto tre martore rosse, ma come possiamo vedere bene si tratta dei tre levrieri che continuano a ricomparire nei vari blasoni oscillando continuamente tra Slavonia e Bulgaria.

Possiamo intuire quindi che, così come sono stati scambiati i tre levrieri, allo stesso modo lo stemma reale della Slavonia, con una sola martora, è stato scambiato con quello di una ipotetica Piccola Bulgaria con un levriero solo.


Chiediamo aiuto alle mappe dei territori a cui si è ispirata la bandiera del blasone serbo-bulgaro



Possiamo vedere come la concezione alto-medievale del concetto di Slavonia fosse molto più estensiva di quella attuale (ossia una regione interna alla Croazia) e dunque nella mentalità dei clerici del tempo, a cui era demandato il compito di tramandare la cultura trascrivendo gli antichi documenti e creandone di nuovi, l'Illiria, la Slavonia e la Bulgaria (prima della conquista ungherese della pianura pannonica) erano territori confinanti che condividevano la stessa religione del cristianesimo orienale dei santi Cirillo e Metodio e avevano come punto di riferimento culturale e politico l'Impero Bizantino.

La confusione alto-medievale tra Slavonia in senso lato e Bulgaria ha influenzato lo sviluppo dell'araldica danubiana e quando i Magiari hanno conquistato un enorme territorio che andava ben oltre i confini dell'attuale Ungheria, la loro percezione della Slavonia e della Bulgaria come potenziali vassalli o ha contribuito ulteriormente all'equivoco e allo scambio degli stemmi che abbiamo esaminato.

Infine, dopo la conquista da parte dell'Impero Ottomano e la successiva riconquista da parte dell'Impero Asburgico, l'araldica danubiana era ancora ferma alle fonti medievali e non aveva beneficiato dello sviluppo araldico occidentale. Si dovette aspettare il Settecento perché gli storici e i geografi e genealogisti mettessero mano al materiale e cercassero di rielaborarlo.

In tale contesto quindi non c'è da stupirsi se gli studiosi in buona fede non si sono accorti dell'equivoco e hanno attribuito alla Bulgaria stemmi che erano più appropriati per la Slavonia e vicecersa.

L'olandese Jan van der Bruggen, nel 1737, attribuì alla Bulgaria (che era ancora una provincia ottomana) lo stemma col singolo levriero bianco nella sua mappa araldica:















Possiamo vedere che il territorio della Triballia è in effetti confinante e in parte sovrapposto a quello della Bulgaria, sfiorando la regione della sua capitale, Sofia, il cui stemma è il seguente.



Qui la belva rampante è una sola



















.