domenica 27 maggio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 119. Ad maiorem gloriam

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<<E se io non volessi incontrare il Consigliere Albedo?>> chiese Riccardo Monterovere a suo zio Lorenzo <<... se preferissi fermarmi qui, nella conoscenza dei Misteri, piuttosto che espormi al rischio di essere fatto fuori per non aver aderito all'Ordine, pur conoscendo i suoi segreti?>>
Il Professore fece un gesto rassicurante:
<<Non temere, tu sei troppo importante perché l'Ordine possa pensare di farti fuori>>
Riccardo rise:
<<Io? Importante? Ma se la mia vita è stata un completo fallimento? Se è vero che il Consigliere si interessa di eugenetica, dovrebbe sapere che il mio DNA vale meno di niente!>>
Lo zio sospirò con pazienza:
<<Non spetta a te giudicare. In ogni caso, non c'è stato alcun reale fallimento. 
Tu hai conseguito in maniera eccellente le mete che ti eri prefisso. 
Le lauree, le professioni, le relazioni: tu le hai conquistate tutte, ma poi ti sei reso conto che non ti rendevano felice, e sei andato oltre.
Questo è il perfetto profilo di un candidato all'Iniziazione: l'aver conquistato tutto, sperimentandolo, e poi averlo buttato via, perché tutto non è abbastanza, nel mondo materiale.
E' tempo di prendere atto di tutto questo.
Tu le cose le hai avute, le hai sperimentate e non le hai volute.
Rifiutare un premio non è una sconfitta, ma un passaggio essenziale verso qualcosa di più molto più elevato>>
Riccardo però non era convinto:
<<Questo disprezzo del mondo materiale, da parte di uno come te, che vive nel lusso, mi risulta poco credibile>>
Lo zio scosse il capo, come se avesse davanti un alunno particolarmente ottuso:
<<Tutto questo non è un gingillo per la vanità umana. L'Ordine può disporre dei beni materiali, ma "nel disprezzo" di questi ultimi, con sobrietàsecondo la regola francescana dell'usus pauper, con l'unico obiettivo di raggiungere un fine superiore, ad maiorem gloriam...>>

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La curiosità del nipote era evidente:
<<Per la maggior gloria di chi?>>
Lorenzo accennò un vago sorriso:
<<Anche questo fa parte dei Misteri. Posso solo dirti che si tratta di una realtà degna di essere glorificata>>
Riccardo fu percorso da un brivido:
<<Questo lo dici tu, ma io non mi fido. Ho commesso molti errori nella mia vita e non intendo correre il rischio di diventare un adoratore di ombre>>
Lo zio scosse il capo vigorosamente:
<<Le uniche ombre sono quelle che ti porti dentro, poiché i vecchi peccati, anche se piccoli, gettano lunghe ombre. Ma se continuerai a cercare la verità nelle ombre della tua mente, allora sì che correrai il rischio di vederle. 
Io ti indico invece quello che noi chiamiamo: "il Sentiero Dorato". Non è un bel nome? 
E' tutto il bene che c'è, e tutto quello che sempre ci sarà>>
Il nipote continuava a rimanere perplesso:
<<Un nome fin troppo bello. Ma io nutro seri dubbi riguardo all'adeguatezza dei nomi rispetto all'oggetto a cui si riferiscono>>
Lorenzo assunse l'espressione più rassicurante possibile:
<<Dubitare è uno strumento essenziale nell’approccio alla realtà. Problematizzare l'ovvio e abolire l'idolatria del fatto compiuto è il compito primario del filosofo, specialmente di chi si avvicina alle domande ultime. Troppo spesso le scoperte della scienza attuale fanno immaginare di essere onnipotenti, o immortali: possiamo cambiare il corpo, mai invecchiare, avere figli anche oltre la menopausa, ma queste sono soluzioni illusorie. Se riusciamo a riconoscere l’incertezza insita nella natura umana e non ce ne facciamo dominare, avremo una posizione sempre lucida e matura.
Come vedi non c'è nessun fanatismo nelle mie parole>>
Riccardo non amava le risposte troppo astratte:
<<Non in queste parole. Ma non credo che esse rappresentino il pensiero di tutti gli Iniziati>>
Gli occhi di Lorenzo brillarono di soddisfazione:
<<Ho sempre ammirato la tua capacità di arrivare subito al nocciolo delle questioni. 
In effetti l'Ordine degli Iniziati, pur concordando sulla natura degli Arcani Supremi, presenta delle divisioni interne riguardo al modo di... come dire... rapportarsi con Essi.
Ma non temere: la via scelta dalla nostra famiglia è quella luminosa>>
Il nipote lo fissò, cercando di trovare indizi di incertezza nel volto di sfinge del fratello di suo padre:
<<Immagino che tu ti riferisca all'Aristocrazia Bianca. Ma questo riguarda solo metà del mio retaggio. Per via materna, stando alle tue parole, io proverrei anche dall'Aristocrazia Nera.
E dunque, continuando a parlare per metafore, ammesso che solo di metafore si tratti, io avrei a che fare anche con i "demoni">>
Lo zio divenne serio:
<<Se vuoi scacciare i demoni, devi andare dove sono i demoni. E' l'unico modo, altrimenti ti perseguiteranno ovunque tenterai di fuggire, e se non avrai le forze di un Iniziato, potrebbero riuscire a sopraffarti>>
Riccardo percepì tutto ad un tratto la forza di quel luogo:
<<Non sono solo metafore. E' questo luogo... ci sarà pure una ragione se i nostri avi fuggirono da qui, dopo la morte di Ferdinando Monterovere all'Orma del Diavolo.
Non si tratta di pure coincidenze... dico bene?>>
Lorenzo annuì impercettibilmente:
<<Le coincidenze sono soltanto il modo che ha il diavolo di rimanere anonimo. Forze oscure si sono mosse contro i Monterovere. La tua intuizione ti ha guidato bene e continuerà a farlo. Gli equilibri interni all'Ordine sono precari. Il Consigliere Albedo appartiene ad una fazione super partes, pronta a cambiare alleanze a seconda di come tira il vento. Del resto, conosci già quel che si dice riguardo alla Dinastia del Serpente Rosso. Anzi, mi chiedo se forse tu non ne sappia già fin troppo, per essere soltanto un "novizio">>
Riccardo fu certo, allora, che tutto il discorso non era stato affatto metaforico:
<<Vuoi anche chiedermi se so della sopravvivenza della Fraternitas Draconis?>>

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Lo zio gli rivolse uno sguardo severo, che conteneva in sé un categorico ammonimento:
<<No! Non intendo chiedertelo.
E che sia chiaro: tu non ne sai nulla!>>
Quelle parole colpirono il nipote più di uno schiaffo:
<<Messaggio ricevuto>>
Vedendo il nipote così spaventato, Lorenzo tornò ai consueti modi melensi:
<<Perdona la mia severità. Noi professori a volte dobbiamo esserlo. In generale, i maestri tendono a vedere negli alunni più difetti di quanti ne abbiano, ma quello è l'unico modo per farli crescere. Se non ci incarichiamo noi di dire qualche "no", lo farà la vita, e loro non saranno pronti>>
Riccardo, a cui la vita aveva detto "no" ormai fin troppe volte, dovette convenire che lo zio non aveva tutti i torti:
<<Io non credo di essere pronto per l'Iniziazione, neanche se lo volessi, e non lo voglio>>
Lorenzo minimizzò:
<<Ti osservo da una vita e so che sei pronto. Non ti sottoporrei all'attenzione del Consigliere Albedo, se non sapessi che tu sei esattamente la persona che lui aveva previsto>>
Il nipote fu pervaso dall'ira:
<<Previsto? Non sono una cavia da laboratorio per gli esperimenti del Serpente Rosso! E Albedo non ha alcun diritto di intromettersi nelle questioni della nostra famiglia>>
Lo zio assunse un' aria divertita:
<<Vorrei poterti dire che hai ragione, ma non è così. 
Ogni famiglia ha dei segreti. La nostra ne ha talmente tanti che neppure i suoi componenti ne sono a conoscenza. Non tutti, almeno. In ogni generazione basta che ci sia anche un solo familiare a conoscere ogni cosa e a trasmettere il suo segreto alla generazione successiva. Ti ricordi il povero prozio Alfredo, quello che emigrò in America, di cui poi non si seppe più nulla...>>
Il nipote socchiuse gli occhi:
<<Non vorrai farmi credere che Alfredo fosse in contatto con...>>
Lorenzo inarcò le sopracciglia:
<<Ma certo che era un Iniziato! E sai dove risiedeva? Ad Hollow Beach, Long Island, in una villa confinante con quella dei Burke-Roche, la famiglia di Lady Jenna>>
Al solo sentirla nominare, Riccardo si mise in allarme:
<<Non so che diavolo avesse a che spartire Alfredo con i Burke-Roche, ma se c'è un tipo di donna "diabolica" da cui io preferirei stare alla larga è proprio Lady Jenna. Ha rovinato la vita sia a Luca Bosco che a Waldemar Richmond. E' una manipolatrice!>>
Lo zio appariva sempre più divertito:
<<Le donne di carattere fanno paura? >>
Il nipote rimase interdetto:
<<Ma no, non è paura... io la definirei, più che altro, una rottura di scatole>>
Lorenzo rise:
<<Sono certo che quando la conoscerai meglio, cambierai idea>>
Riccardo però era uno spirito selvaggio, e più qualcuno tentava di intrappolarlo in qualche situazione delimitata, più in lui si risvegliava l'istinto di fuga, una sorta di metaforico "richiamo della foresta":
<<Non voglio conoscerla meglio! Né lei, né nessun altro! Ho sbagliato a venire qui. Non rinuncio alla mia libertà, alla mia scelta di una vita solitaria e contemplativa! Preferisco mille volte i miei libri ai tuoi Iniziati!>>
Anche la pazienza dello zio incominciava a cedere:
<<La verità che cerchi non è nei tuoi libri, ma nell'Iniziazione agli Arcani Supremi
Solo dopo potrai capire il vero significato dei Misteri che stanno dietro ai libri. 
Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
C'è un tempo per tutte le cose, e i libri sono riserve di grano da mettere da parte per quando verrà l'inverno dello spirito. Ti chiedo di dedicare alla nostra causa solo alcuni anni, e poi potrai ritirarti decorosamente e leggere tutto quello che vorrai>>
Le difese di Riccardo si stavano incrinando:
<<Non posso offrirmi volontario in una guerra che non mi riguarda>>
Lorenzo seppe di avere vinto ancor prima che il nipote terminasse di parlare:
<<Oh, ti riguarda, eccome! Riguarda tutta la nostra famiglia, e tutte le famiglie che hanno avuto te come punto di arrivo. 
O credi forse che le vite dei tuoi genitori e dei tuoi nonni si siano incrociate per puro caso?
Sarebbero state vite parallele, destinate a non incrociarsi mai, se l'Ordine non ci avesse messo il suo zampino.
Questa è la prima verità che devi conoscere come Iniziato: le vite "quasi" parallele dei tuoi avi si sono incrociate per uno scopo ben preciso e cioè che tu, oggi, fossi qui, pronto a conoscere te stesso e a diventare ciò per cui sei nato>>