<<Non mi hai chiesto niente di com'è andata la riunione del Consiglio>> constatò Waldemar,
<<Al diavolo il Consiglio!>> sbottò Jessica, muovendo le mani come se volesse scacciar via una mosca fastidiosa <<Per la prima volta in vita mia sento di non essere più minacciata da loro, di non esistere solo come pallido e insignificante riflesso di un'altra. Non ci ero abituata, per me è una cosa nuova. Ed è bellissimo. Ed è merito tuo>>
Waldemar sorrise:
<<Ma adesso anch'io sono uno di loro. Anzi, sono il loro capo. Non potrei chiamarmi fuori dalla Società degli Iniziati nemmeno se volessi. E' per questo che le decisioni del Consiglio si metteranno comunque nel mezzo tra di noi>>
<<Io ho i ricordi di Virginia. Tutto ciò che avete condiviso, lei lo ha trasmesso a me.
Immagino che tu lo sappia. Ora non ti si può nascondere niente.
Be', quando ti troverai a dover scegliere tra me o uno dei miei cloni, ripenserai anche a questo: Virginia ha scelto me, e lei ti conosceva meglio di quanto tu conosca te stesso>>
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Lui ricordò la Visione e ciò che Virginia gli aveva detto:
<<Lo so. Dev'essere strano. Voglio dire, avere nella mente i ricordi di un'altra. Come fai a tenerli a bada, a impedire che si intromettano?>>
Lei sospirò:
<<All'inizio non è stato facile. Virginia aveva avuto una vita intensa, piena e i suoi ricordi erano molto più ricchi e interessanti dei miei. Aveva viaggiato tanto, aveva una cultura sconfinata. Io non avevo niente di tutto questo. La mia vita, in confronto, era come quella di un uccellino in gabbia rispetto ad un'aquila libera di volare sopra le nubi, nell'azzurro,,.>>
Lui fu turbato da queste parole:
<<Virginia era così, brillava di luce propria. Era speciale. Io stesso mi sentivo inadeguato di fronte a lei. Ah, Jessica, capisco quello che devi aver provato. Ma poi le cose sono andate meglio, col tempo?>>
Jessica annuì:
<<Tutto è migliorato dopo che ti ho conosciuto. E' stato l'averti al mio fianco che ha innescato un cambiamento tale da accettare finalmente i ricordi di Virginia come se fossero parte di me.
E' stato come aver visto un film molte volte. Hai presente? Alla fine diventa parte di noi, resta nella nostra mente, si integra con la nostra personalità.
In fondo, quando leggiamo un romanzo, quando ci caliamo nel punto di vista di un personaggio, è come se stessimo vivendo un'altra vita, in una realtà parallela.
Abbiamo bisogno di altre vite in prestito, per meglio vivere la nostra>>
Waldemar ritrovò in quelle parole una verità che conosceva da tantissimo tempo:
<<Quando ero bambino facevo quasi fatica a distinguere la realtà dall'immaginazione, la vita vissuta concretamente da quella immaginata, presa in prestito, attraverso le favole.
A volte quelle realtà alternative prendevano il sopravvento.
Sentivo di far parte di qualcosa di più grande. Di essere stato un eroe anch'io, al fianco di quelli degli universi fantastici di cui sentivo raccontare o che vedevo nei film.
E mi ricordavo quelle avventure come se avessi davvero vissute in prima persona.
Ho viaggiato per mari sconfinati, scalato montagne, attraversato foreste e praterie... e cieli, e stelle, fino ai più remoti confini della galassia.
E' come se fossi vissuto un milione di anni.
Eppure queste cose non sono mai accadute>>
Jessica gli prese la mano:
<<"Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre">>
<<Era una delle frasi preferite di Virginia. Aveva una grande passione per la mitologia e il mondo classico. Non a caso ci conoscemmo durante un corso di letteratura latina. Io avevo dieci anni più di lei, per me era la terza laurea...
Ma ora tu lo sai meglio di me... fu amore a prima vista!>>
<<So tutto, anche le cose che lei non ti ha voluto dire.
Una cosa in particolare, che non avevo mai sospettato, ma che ho compreso subito, appena lei ha condiviso i suoi ricordi con me, fronte sulla fronte.
Preparati, perché anche se forse la stai indovinando nella mia mente, sarà comunque difficile da accettare.
Insomma, i suoi ricordi avevano una particolarità.
Lei aveva cinque anni in più di me.
Il che ha un'implicazione tanto ovvia quanto strana.
Era lei la vera figlia di Charles Burke-Roche e Marie-Claire Tessier.
Era lei l'originale.
Era lei...non Joelle!>>
Waldemar si sentì sprofondare.
La verità era stata davanti al suo naso fin dall'inizio. Bastava mettere insieme tutti i dati, tutte le incongruenze, tutto ciò che non tornava:
<<Avrei dovuto capirlo! Avrei dovuto arrivarci da solo!
Lei era l'unica a possedere il Dono della premonizione e della telepatia.
L'unica il cui nome non iniziasse con J.
Era leggermente diversa anche a livello fisico, sotto certi aspetti: gli occhi più chiari, i capelli più scuri...
Jessica perché non me l'hai detto prima? Perché nessuno me l'ha detto? Nè Margaret, né Glynis, né Isabel! Perché i Burke-Roche hanno esposto al pericolo la loro vera erede?>>
<<Tutte queste domande hanno un'unica risposta.
Lei ha voluto così. Sai bene com'era Virginia. Aveva una personalità molto forte, molto persuasiva.
Il suo carisma era tale da riuscire a convincere le persone a fare tutto ciò che voleva lei.
Non voleva che tu lo sapessi prima del tempo. Mi disse: "Glielo comunicherai quando avrà consolidato il suo potere. Solo allora sarà pronto. Ma anche lui avrà un segreto, eppure non te lo dirà">>
Waldemar ebbe un'intuizione che lo sconvolse
<<Ma allora... la vera manipolatrice era lei... è questa la verità... lei fin da bambina ha elaborato i piani per tutta la famiglia... ma allora perché alla fine si è tirata indietro?>>
Jessica accennò un sorriso:
<<Perché successe una cosa che lei non aveva previsto.
L'amore. Si era innamorata di te, ma questo non era nei suoi piani. Come poteva esserlo? Al cuore non si comanda. E le conseguenze dell'amore sono innumerevoli.
Ora io lo so, perché adesso io ti amo come lei, forse anche di più>>