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lunedì 10 settembre 2012

Gothian. Capitolo 96. Marvin prepara la guerra contro il Conte Fenrik


Il primo atto di Marvin Vorkidian  in qualità di Re dei Keltar fu di guidare i rappresentanti del suo popolo e le loro truppe a riprendere possesso di Caemlyn, l'antica capitale.



Per mille anni la rocca di Caemlyn, tra le montagne e il cielo, era stata tenuta nascosta dalla "Cintura di Vivien", il sortilegio che la Dama delle Sorgenti aveva posto come baluardo del Passo di Altcomb, unica via d'accesso all'alta valle dell'Amnis, contro le mire espansionistiche prima degli Alfar e poi degli Albini di Gothian.
Ma ormai la magia di Vivien si stava indebolendo, poiché il suo potere era sorto con l'Antico Patto e con esso era destinato a scomparire.
Marvin ne era consapevole e non voleva perdere tempo.
Vivien può preservare il suo sortilegio solo per pochi giorni ormai, non di più...
Dopo di che nessun argine avrebbe più protetto il Passo di Altcomb dall'orda degli eserciti del Conte di Gothian.



La minaccia del Vampiro diventava ogni giorno più concreta.
Si crede invincibile, ma io conosco il suo punto debole!
Secondo Vivien i non-morti potevano essere uccisi definitivamente se colpiti al cuore da una spada d'argento e successivamente da essa decapitati.
E qui a Caemlyn ci sono migliaia di spade d'argento, forgiate dai miei antenati nell'attesa del giorno della riscossa!
C'era bisogno però anche di altre armi.
Gli eserciti di Lord Fenrik non sono composti solo dai Vampiri, che sono l'aristocrazia, ma anche dalle tremende creature frutto della magia nera del Conte.
Molti cadaveri degli Alfar uccisi erano stati trasformati in Zombie, morti viventi privi di ogni intelligenza, ma feroci nella brama di uccidere, per non parlare dei demoni minori, gli Ogres e i Goblin, servi di Gothar il Consigliere, demone del Ghiaccio, il potente padre del conte Fenrik.
Marvin sapeva che c'erano altri mostri ancora più potenti, ma non invincibili!
Contro ognuno di essi esiste un'arma apposita.
Vivien aveva rivelato a Marvin come combattere queste creature.
Pugnali di ossidiana, frecce con la punta imbevuta di pece e fiamma ardente... con queste armi ci difenderemo da ogni belva demoniaca scatenata contro di noi. 
Demoni alati, draghi, satiri, Golem...
Padre Ulume conosce la demonologia meglio di chiunque altro... è una fortuna che si sia schierato dalla mia parte, contro queste legioni infernali.



Non prevalebunt!
La formula del credo lathearico era un conforto per lui, così come lo era il sostegno dei druidi e delle gerarchie angeliche.
Il Dies Irae infine era giunto: gli Alfar del nord lo chiamavano Ragnarok la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo sarebbe stato distrutto e quindi rigenerato: la Conflagrazione Universale.



I Keltar invece lo chiamavano Kralizec, ma il concetto era lo stesso.



Era un evento terribile e temuto, ma non più rimandabile.
Tutte le armi erano state conservate per mille anni entro le mura di Caemlyn, nei depositi segreti presso il grande tempio di Ahura Mazda.
Marvin aveva rivelato tutto questo ai capi dei Keltar ed ai druidi, con cui aveva organizzato le modalità del rientro nell'antica capitale.
Come presidio della pianura amnisiana erano rimaste le cinque legioni Lathear al comando di Masrek ed Ellis  Eclionner. La stessa Legione Dorata di Elner XI sostava a Colonia Fluvia a guardia della Sublime Porta.
L'unico Lathear che è qui con me è Padre Ulùme: ci sarà bisogno dei suoi esorcismi...
Il sacerdote dalla pelle nera suscitava ancora sospetto tra i druidi.
Ma presto scopriranno che le loro fedi sono una sola.
Ogni cosa a suo tempo.
Ora vedremo se la spada di Vorkidex e la magia diVivien manterranno le loro promesse.
Erano giunti alle porte di Caemlyn.
Marvin si voltò e sollevò la spada.
<<Popolo dei Keltar, eccoci giunti nella Città Santa! Le sue porte si apriranno quando la spada di Vorkidex le toccherà: così mi è stato promesso dalla Dama della Sorgente>>
Calò il silenzio. L'attesa era grande, i dubbi erano tanti.
<<E' il momento!>> dichiarò Marvin tenendo la spada con entrambe le mani.



L'ombra di Vorkidex si stagliava, affiancata al volto di Vivien e alle immagini di cavalieri e di dame dei tempi andati, oltre che dei druidi dell'età dell'oro. 
Tutti parvero ruotare intorno alla luce emanata dalla spada.
Quando finalmente Marvin la appoggiò alle porte di Caemlyn, una musica dolcissima, che pareva suono di armoniche e flauti, ed arpe e cornamuse, e voci squillanti, accompagnò lo scioglimento dell'incantesimo che aveva tenuto nascosta e serrata per mille anni la città santa.
Quella musica gli ricordava una ninna nanna che sua madre gli cantava quando era in fasce.
E' l'unico ricordo che mi resta di lei...



Gli parve di risentire la voce di Lilieth, e la nenia chiamata "Suo Gan", in antica lingua keltari, detta anche gallese.





Huna blentyn ar fy mynwes
Clyd a chynnes ydyw hon;
Breichiau mam sy'n dynn amdanat,
Cariad mam sy dan fy mron;
Ni cha' dim amharu'th gyntun,
Ni wna undyn â thi gam;
Huna'n dawel, annwyl blentyn,
Huna'n fwyn ar fron dy fam.





Gwena'n dawel yn fy mynwes
Ar yr engyl gwynion draw.


Al termine di quella manifestazione della Grazia divina, Marvin sollevò nuovamente la spada:
<<Il miracolo si è compiuto! Un giorno potrete raccontare ai vostri figli e ai vostri nipoti che c'eravate quando l'antica gloria dei Keltar è stata restaurata e la nuova gloria ha avuto inizio!>>



giovedì 12 luglio 2012

Gothian. Capitolo 84. Masrek Eclionner incontra suo figlio Elner XI



 Masrek Eclionner si trovava nella roccaforte di Keltar Augusti quando fu raggiunto dalla notizia che
suo figlio, il diciannovenne imperatore Elner XI, era entrato nella Federazione Keltar, dopo che il vecchio Sephir l'aveva messo in fuga.
Da una parte mio padre e dall'altra mio figlio. 
Si sentiva schiacciato da queste due personalità, come se la sua generazione, quella intermedia, non avesse avuto il diritto di esprimersi.
Ma la colpa è solo mia. Sono stato troppo debole ed ho passato la vita a fuggire. 
Questa volta non sarebbe accaduto: era intenzionato ad affrontare di persona quella realtà che aveva per troppo tempo eluso.
Elner aveva varcato la Grande Muraglia da sud, presso Colonia Fluvia, alla testa della Nona Legione, la Compagnia del Sole, cosa che aveva suscitato il panico in tutta la Pianura Amnisiana.


Il pericolo che  l'avvicinamento delle truppe di Masrek e di quelle di Elner si risolvesse in uno scontro era notevole, ma gli ambasciatori riuscirono a negoziare un incontro, in una zona neutrale poco distante da Colonia Fluvia.
Masrek sapeva che Elner, almeno pubblicamente, non lo riconosceva come padre.
Il motivo era ovvio
Se si sapesse che è nato da un incesto, perderebbe il trono... e forse anche la vita...
Masrek provava pietà per lui, ma temeva i ricordi di Arexatan che si erano risvegliati nella mente di Elner.
La mia famiglia è maledetta...
La distanza di età che li separava era minima: Elner era stato concepito da un amore adolescenziale tra Masrek ed Ellis, per cui padre e figlio erano molto simili, e ancora entrambi giovani.
Eppure Masrek, quando vide Elner per la prima volta, ne rimase turbato.



Vedeva nel suo volto una crudeltà che pareva il distillato di tutto il peggio che gli Eclionner avessero potuto generare in cinquanta generazioni.
L'antenato lo dominava.
Fino a che punto Arexatan lo controlla?
Meglio non rischiare,
Quando si avvicinarono, Masrek ritenne opportuno rispettare i titoli ufficiali e per questo si inchinò di fronte al figlio, dicendo:
<<Vostra Maestà Imperiale>>
Elner non gli porse nemmeno l'anello da baciare.
<<E così voi sareste l'uomo che si fa passare per Masrek Eclionner?>>
L'approccio era peggiore del previsto.
Nega persino la mia identità!
Masrek non poteva tollerarlo:
<<Io sono Masrek Eclionner. Vostra madre Ellis mi ha riconosciuto: se non credete a me, andate da lei>>
Questa prospettiva non piacque ad Elner, che aveva ancora un timore reverenziale per sua madre:
<<Non occorre. Se lei vi ha scelto come mediatore, allora dobbiamo trattare una equa spartizione di questi territori...>>
Era Arexatan a parlare, con la sua fissazione di conquistare di nuovo il regno dei Keltar.
Masrek conosceva il pericolo di quella situazione.
Devo cercare di parlare ad Elner, non al demone che lo possiede!
Per farlo, però, bisognava prima contrattare un armistizio.
<<Prima dovremo sconfiggere il Conte Fenrik, che minaccia il regno da nord. Poi sarete libero di regolare i vostri conti con i Keltar>>
Elner sorrise:
<<Me ne basta uno: Marvin Vorkidian! sì, mi piacerebbe sfidarlo a duello...



....come quando Arexatan sconfisse Vorkidex>>
Masrek sapeva che lo scontro tra i suoi due figli era inevitabile, ma prima era necessario insistere sulla necessità di sconfiggere il Conte Fenrik:
<<Vostra Maestà: avrete il diritto al duello, ma prima dobbiamo sconfiggere gli Albini. Vorreste forse lasciare a Marvin Vorkidian l'onore e la gloria di sconfiggere Lord Fernik?>>
Anche quell'argomentazione parve suscitare un certo interesse in Elner:
<<Più che altro non voglio lasciare a Fenrik il piacere di eliminare il discendente di Vorkidex!>>
Masrek insistette:
<< Ma se voi sconfiggeste Lord Fenrik, i legionari vi riconoscerebbero unico legittimo sovrano, e abbandonerebbero i vostri rivali, sia Marvin che Sephir>>
L'argomentazione si dimostrò efficace.
Elner parve compiaciuto all'idea di guadagnarsi la gloria sconfiggendo il Conte di Gothian.



Guardò Masrek fisso negli occhi, indaco su indaco, e a bassa voce gli disse:
<<Se è vero che siete Masrek Eclionner, cosa dite in merito alle voci secondo cui sareste anche....  anche mio padre?>>
Masrek lo fissò, consapevole che quello era il momento più pericoloso della conversazione:
<<Quando avevo meno anni di quanti ne hai tu, cedetti all'attrazione che provavo per Ellis, e che lei ricambiava. Da allora non ho più avuto un giorno di pace...>>
Elner soppesò quella frase, e poi, con tono offensivo, ribatté:
 <<Di te in quanto padre mi importa poco, ormai: sei stato sempre assente ed estraneo. Ma se è vero ciò che dici, allora io sono doppiamente di sangue Eclionner!>>
Era vero, e Masrek fece segno di sì con la testa.
<<La cosa non è necessariamente un bene, ma se ti fa piacere saperlo, sì, sei doppiamente di sangue Eclionner>>
Elner lo guardò con sdegno:
 <<Perché allora favorisci il figlio che hai avuto da Lilieth Vorkidian?>>
Masrek si aspettava quella domanda:
<<Io ero il secondo in linea di successione, dopo Sephir. Ma il senatore Fuscivarian aizzò Ellis contro di me. Per questo, prima di raggiungere mio padre in guerra, mi fermai dai Vorkidian, per porre fine all'antica faida esistente tra loro e gli Eclionner. Ma non fu solo un patto politico, io amavo Lilieth, ci siamo sposati e Marvin è un figlio legittimo: il che fa di lui il vero erede al Trono del Sole>>
Elner scosse il capo:
<<Com'è possibile che mia madre ti abbia perdonato di averla tradita con una Vorkidian?
 Ellis Eclionner non è mai stata tenera con i traditori!>>



Masrek si sentì imbarazzato:
<<Ellis sta vivendo la sua espiazione e la sua redenzione. E ritiene che solo Marrvin possa garantire la pace nel Continente>>
Elner scrollò le spalle:
<<Sarà il duello tra me e Marvin a decidere chi regnerà sul Continente!>>
Masrek sapeva che quel duello faceva parte di un destino ineluttabile.
E comunque andrà a finire, io avrò perso un figlio!
Doveva trovare il modo di parlare al cuore di Elner:
<<Ti prego, figlio mio. Unisciti a noi contro Lord Fenrik, e poi, carico di gloria, potrai sfidare Marvin>>
Elner apparve improvvisamente stanco e confuso:
<<Credi che sia un divertimento, per me? Una pura vanità? E' questo che pensi di me, padre?>>
Masrek vide la disperazione negli occhi del figlio:
<<Non sei tu... è Arexatan, dentro di te...>>
Elner lo fissò:
<<Arexatan doveva rinascere: c'era un Patto chiarissimo su questo punto. Chi non doveva nascere era Marvin!>>
Suo padre allora gli rivolse un appello accorato:
<<Marvin non cerca il potere... vuole solo impedire a Fenrik di invadere queste terre. E' tuo fratello... perché non  metti da parte l'odio?>>
Elner, con infinita tristezza, rispose:
<<Perché l'assassinio di Arexatan richiede giustizia. I Vorkidian parteciparono alla congiura, per questo il loro discendente deve pagare!>>
Masrek scosse il capo:
<<Marvin non ne ha colpa. Così come tu non hai colpa degli errori commessi da me, né io di quelli, ben più atroci, commessi da mio padre! Non capisci che se continueremo così, sarà la fine della Dinastia? E' questo che Arexatan vuole? L'estinzione degli Eclionner?>>
Elner sospirò:
<<Meglio estinti, che dominati da Marvin Vorkidian. Riferiscigli che per il momento accetto una tregua, fintanto che non ci saremo sbarazzati del Conte Fenrik. Ma dopo esigo un duello!>>


N.d.A.

Masrek Eclionner è interpretato da Viggo Mortensen nel ruolo di Aragorn ne "Il signore degli anelli" di Peter Jackson tratto dal capolavoro omonimo di JR.R.Tolkien.

Keltar Augusti è ispirata ad Augusta Praetoria, la città romana che poi divenne l'attuale Aosta.

La mappa della pianura amnisiana ricalca sotto molti aspetti quella della pianura padana.

Elner XI Eclionner è interpretato da Tom Hiddleston nel ruolo di Loki in "Avengers".

Il Conte di Gothian è rappresentato da Alucard di Castlevania.

Ellis Eclionner è interpretata da Eva Green nel ruolo di Morgana di Avalon, la fata, nella serie televisiva "Camelot".




martedì 17 aprile 2012

Gothian. Capitolo 43. Lady Ariellyn riabbraccia sua figlia Lilieth

Da molti anni aveva perso la speranza.
Non aveva voluto nemmeno sentir parlare di sua figlia.
Anche il solo sentir nominare Lilieth le provocava un dolore insostenibile.
La gente lo aveva capito, ma tendeva a semplificare troppo la questione.
Non si nomina la corda in casa dell'impiccato.
Era questo che pensavano.
In realtà Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia, era dilaniata dai sensi di colpa, anche se, per amore di suo nipote, aveva sempre mantenuto un contegno esemplare.



Si sentiva in colpa per non essere stata in grado di impedire la rovina di sua figlia.
Ariellyn era rimasta vedova quando Lilieth era ancora una bambina, ed aveva accettato che il ruolo paterno fosse esercitato dal druido Halfgan, guida spirituale della contea.
Tutti i guai erano iniziati quando Lilieth aveva deciso di diventare una sacerdotessa di Ulien, dea della luna, ed Halfgan l'aveva iniziata agli Arcani Supremi.
Perché l’ho permesso? Nulla di buono è mai derivato alla mia stirpe dall'intromettersi nel conflitto tra angeli e demoni.
Il secondo gravissimo errore era stato permetterle di sposare Masrek Eclionner.
I Vorkidian e gli Eclionner si sono fatti la guerra per secoli, la stirpe della Luce contro la progenie delle Tenebre... ed io ho tollerato che queste due discendenze si unissero...
Si era illusa che, in quel modo, Lilieth e Marsrek, con le loro nozze, sanassero una volta per sempre l'antica frattura, e creassero le condizioni per la pace.
Che stupida sono stata! Credere che bastasse questo per porre fine ad una ostilità millenaria!
Ma l'errore più grande di tutti, era stato lasciare che Lilieth accompagnasse Masrek nella sua missione a Lathena.
Non mi perdonerò mai per averle consentito di partire.
Dopo il rapimento di sua figlia, Lady Ariellyn non aveva avuto più notizie di lei.
All'inizio le aveva cercate, ma ogni volta che si illudeva, la delusione era ancora più cocente.
Si era resa conto che l'unica cosa che potesse fare era non ripetere gli stessi errori col figlio di Lilieth.
Aveva vietato ad Halfgan di rivelargli la verità sui motivi della sparizione dei genitori, e si era opposta fermamente all'idea che il ragazzo fosse iniziato al druidismo.
Credeva che farlo istruire come retore e giurista gli avrebbe garantito una vita tranquilla, lontana dai pericoli.
Ma ho fallito anche con Marvin, ora lui è proprio nel mezzo del futuro campo di battaglia!



Quando Marvin era partito, Halfgan aveva trovato il coraggio di affrontare la Lady e di violare il tabù che gravava sulla storia di Lilieth.
Insomma Ariellyn, come te lo devo dire? Ci sono delle prove inconfutabili secondo cui  Lilieth potrebbe essere ancora viva! Ho ricevuto dei messaggi inequivocabili dai druidi di Tadna: dicono di averla vista in compagnia di alcuni navigatori di fiume: si sta muovendo verso sud, lungo il corso dell'Amnis.
Lei aveva scosso la testa, facendo tremare i suoi riccioli ramati.
Era ancora giovane: era diventata madre presto, e a sua volta Lilieth aveva avuto Marvin quando era giovanissima.
Tanta fretta... e poi, per anni e anni, il nulla...
C’era voluto troppo tempo per accettare l’idea che Lilieth non tornasse più, e ora Halfgan insisteva nel riaprire una ferita che non si era mai rimarginata del tutto. 
"Halfgan, mi sono illusa troppe volte... ci crederò solo se e quando la vedrò con i miei occhi"
Erano passati alcuni giorni e poi, in una fredda giornata di fine dicembre, le informazioni di Halfgan si erano rivelate esatte.
Un messaggio in codice da Amnisia annunciava l'arrivo di "ospiti" non specificati, ma la calligrafia sembrava proprio quella di Lilieth.
Solo a quel punto aveva concesso a se stessa di sperare.
Halfgan era tornato alla carica: “Coloro che la volevano prigioniera la volevano anche viva. Questo, insieme ad altre informazioni, mi fa pensare che siano i suoi stessi carcerieri ad accompagnarla. Credo che in fondo loro l'abbiano solo protetta da pericoli maggiori
Ariellyn era rimasta colpita da quell’osservazione: “Rapirla e imprigionarla per proteggerla? Dovrei forse ringraziarli?
Halfgan aveva evitato di spingersi oltre: “Vado alla darsena del Fossato Grande: lì attraccherà la barca con tua figlia e gli altri... ospiti... ma farò capire che per il momento solo Lilieth è persona gradita. Li farà rimanere a distanza, ma sappi fin d'ora che non se ne andranno. Sarà tua figlia a spiegarti come stanno le cose.”.
Lei si era limitata a fissarlo con aria smarrita. La situazione non le era chiara, ma in quel momento erano troppi i suoi pensieri, e le emozioni lo erano ancora di più.

File:Krige as jessica.jpg

E da quel momento era rimasta in attesa.
E' passata un'ora e mi pare un secolo…
Non voleva presentarsi subito al cancello: aveva prima bisogno di osservare di lontano, dall’alto del balcone dell’antica villa.
Era quasi metà mattina quando finalmente scorse in lontananza, sulla riva del Fossato Piccolo, due donne insieme ad Halfgan, che faceva strada.
Una delle due era bionda, e pareva una adolescente, quindi non poteva essere Lilieth.
Ma l'altra...
Aspettò ed osservò meglio.
Dei santissimi! Vi rendo grazie!
Guardò meglio e non ebbe più dubbi, era lei!
E non era cambiata.
Indossa il diadema della moglie di Vorkidex... e sorride...



La gioia di Ariellyn non si poteva esprimere a parole.
Corse giù per le antiche scale della villa e si diresse verso il ponte sul fossato.
Anche Lilieth si era messa a correre in direzione del ponte.
E proprio lì, finalmente, madre e figlia poterono riabbracciarsi.
Si tennero strette per molto tempo, incapaci di staccarsi o di dire una parola, sotto lo sguardo benevolente di Halfgan.



Infine, dopo un'eternità di istanti, si guardarono negli occhi.
Lilieth fu la prima a parlare.
«Madre, perdonami per tutta la sofferenza che ti ho causato. In tutti questi anni il mio cuore si straziava al pensiero di te che mi credevi morta, ma era necessario che non ci fossero comunicazioni di alcun tipo... niente che permettesse ai nostri nemici di risalire a Marvin»
Ariellyn annuì. Lo capiva, e dovette ammettere che sua figlia si era comportata saggiamente.
C’era Marvin da difendere. Ma chi sono questi nemici? 
Accarezzò il viso della figlia, ed un pensiero la turbò.
Diede voce a una domanda inevitabile.
«E Masrek...»
Lilieth sorrise:
«E' vivo anche lui, madre... e so che sta percorrendo la via coloniale verso sud... ma la sua strada è diversa dalla mia...
Ariellyn non volle insistere:
«Ci sono troppe notizie incredibili in una volta sola. Mi pare di essere in un sogno. Ma tu sei vera, bambina mia, sei reale, io ti tocco, ti sento parlare, ti accarezzo i capelli»
E di nuovo la abbracciò.
Quando tornarono a guardarsi in faccia, Ariellyn le disse: «Marvin è diventato un uomo ormai, avrei voluto trattenerlo qui, ma non potevo continuare a nasconderlo in eterno...»
E le lacrime le impedirono di proseguire.
«Lo so» rispose subito Lilieth «Halfgan mi ha spiegato tutto. Sei stata come una madre per lui, la migliore delle madri! Io l'ho messo al mondo, ma tu hai fatto tutto il resto, e te ne sarò grata per sempre. A me è stato concesso di vederlo solo in lontananza: mentre passavamo vicino al porto di Floriana, io l'ho visto... sapevo che era lui... somiglia così tanto a suo padre...»
Ariellyn annuì.
Somiglia troppo a suo padre, è questo che mi preoccupa...
Ma non disse niente: quella era una giornata di festa, e non voleva turbare quella gioia con altre preoccupazioni.
L’unica cosa che importa è che lei sia qui.
Solo allora notò che la ragazza bionda stava attendendo vicino ad Halfgan e sorrideva.
«Chi è questa giovane che ha i tratti degli Alfar?»
Lilieth fece un cenno ad Alienor che si presentò:
«Sono Aliènor di Alfàrian... anche io data per morta, ed anche io tornata nel vasto mondo per compiere il mio destino...»

File:Ghanima2.jpg

Ariellyn ricambiò il sorriso e chinò il capo leggermente, in segno di omaggio.
Aveva intuito che potesse essere lei. A sorprenderla non era tanto l'identità della principessa, quanto le sue parole.
Destino! Tutti a parlare di destino!
Detestava quel termine. Non era mai stata fatalista, e le sembrava sbagliato credere che gli eventi non si potessero cambiare con le proprie forze. Ma anche quello era un argomento troppo delicato, e decise di rimandare tutte le domande ai giorni seguenti..
C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per la felicità!


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige nel ruolo di lady Jessica Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Frank Herbert.
La guerra tra i Vorkidian e gli Eclionner è ispirata a quella tra gli York e i Lancaster, nota come Guerra delle due Rose (ne ha tratto ispirazione anche George Martin nelle sue Cronache, dove la rivalità principale è tra la famiglia Stark e la famiglia Lannister).
Marvin Vorkidian è rappresentato come Jon Snow ne "Il trono di spade".
La città di Tadna è ispirata da Pavia e il fiume Tadnius dal Ticino, mentre l'Amnis è il Po.
Lilieth Vorkidian è intepretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
L'espressione "Per le antiche scale" è una citazione del titolo di un romanzo di Mario Tobino.
Il druido Halfgan è interpretato da Gurney Halleck. Nella stessa foto Lilieth è rappresentata come Irulan Corrino.
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.


venerdì 2 marzo 2012

Gothian. Capitolo 20. Alienor incontra la madre di Marvin


Dopo alcuni giorni di permanenza a Linthael, il pirata Vyghar annunciò ad Alienor che dovevano partire per un villaggio nelle vicinanze. Non era di molte parole il pirata.
Le aveva però procurato degli abiti comodi per il viaggio in montagna. Era una tenuta da amazzone e da cacciatrice, che le stava alla perfezione.


Le fu dato un cavallo, e poco dopo partirono, lungo una valle stretta e inospitale che si addentrava nella catena montuosa dei Denti del Drago. Ben presto la mulattiera che seguivano si inerpicava verso l'alto, in direzionione del passo che li avrebbe condotti in un'altra valle, sperduta all'interno delle montagne.
«Posso sapere dove mi state conducendo?» chiese la principessa al pirata.
Non sopportava il fatto che Vyghar parlasse poco. Il silenzio e l'indifferenza che lui mostrava così spesso la irritavano.
«Certo, ma quando ti dirò il nome del luogo, ne saprai meno di prima!»
Ad Alienor dava fastidio anche il tono ironico della maggior parte delle sue risposte.
«Ditemi come si chiama!»
Lo sdegno principesco nella voce di Alienor faceva sempre sorridere il pirata.
«Tupìle, mia principessa. Si chiama Tupile... contenta ora?» e ridacchiò.
In effetti non aveva mai sentito nominare quel luogo, ed il nome non era affatto gradevole.
«E lì cosa farò?»
Il pirata la guardò con l'aria di chi la sa lunga.
«Farete compagnia ad una splendida nobildonna, che è nostra "ospite" da alcuni anni!»
Da come ne parlava, sembrava che avesse molto rispetto per quella donna. E forse qualcosa di più...
Alienor non sapeva se essere contenta o no di quella risposta.
«E voi ve ne andrete?»
Vyghar sospirò: «Andrò dallo Sciancato, per capire quello che intende fare di vo
Alienor rimase delusa: «Quindi alla fine avete deciso di vendermi!»
Il pirata scosse il capo:«Al contrario: lo Sciancato intende pagarmi affinché anche voi possiate rimanere "ospite" nel villaggio dei miei fedelissimi»
Il modo in cui pronunciava la parola "ospite" faceva sembrare un grande privilegio essere suoi prigionieri. Alienor era irritata anche da quello, ma la sua curiosità era più forte dell'orgoglio:
«Chi è la nobildonna che mi farà compagnia?»
 Alienor sapeva di aver formulato la domanda in modo tale da porre la misteriosa donna nella condizione di sua damigella, e quindi di inferiorità.
Vyghar scosse il capo, contrariato: «Fate troppe domande, Altezza! E comunque non aspettatevi di trovare in quella splendida signora una vostra damigella!»
La principessa avrebbe voluto prenderlo a schiaffi! Non capiva se il pirata la stesse provocando o se fosse per caso innamorato di quella sua così "splendida ospite".
Per un po' rimasero entrambi in silenzio, fino a quando, giunti in cima al passo, videro il paesaggio dell'altra valle che si presentava davanti a loro.
Il villaggio di Tupile si trovava al centro di quella vallata, così lontana da tutto il mondo civilizzato. Alienor respirò l'aria pura di quei luoghi, e si sentì stranamente libera, come non era mai stata.
Ma era pur sempre una prigioniera!
«Mi rinchiuderete in una cella?»
Vyghar appariva distratto:
«Non ce n'è bisogno. I miei uomini controllano tutto il paese e tutta la vallata. Nessun ostaggio è mai riuscito a fuggire da qui. Questo luogo non è segnato nemmeno nelle carte geografiche!»
La discesa era abbastanza agevole, nel sentiero che attraversava il bosco di abeti profumati, con un aroma di resina e di legno umido.
Alienor non sopportava però il silenzio ostinato di Vyghar.
«Chi vive in questo paese?»
«Le nostre donne, naturalmente! Credevate forse che noi pirati non avessimo compagne?»
La principessa mascherò col suo tono gelido un principio di gelosia:
«Saranno donne selvagge come voi! A parte naturalmente la nobile signora...»
Il pirata sorrise in modo compiaciuto:
«E' una persona di straordinaria bellezza e intelligenza!»
Una sempre maggiore gelosia si fece strada nella mente di Alienor:
«E voi siete sposato?»
Il pirata si limitò a ridere, come se la domanda fosse talmente assurda da non meritare risposta.
Questo suscitò una nuova reazione di silenzioso sdegno da parte della principessa.
Ormai il paese si avvicinava, e lì Alienor avrebbe trovato una risposta alle domande che Vyghar continuava a eludere col suo modo di fare sarcastico e irriverente.
Quando infine giunsero a Tupile, le donne e i bambini  vennero incontro ai pirati, ma di fronte ad Alienor rimasero piuttosto freddi.
«E' meglio che vi conduca subito da lei» disse Vyghar come se stesse parlando di una divinità in incognito.
«Se proprio insistete»
La voce era fredda, ma in realtà Alienor stava morendo dalla curiosità di conoscere la misteriosa nobildonna.
Seguì il pirata che, dopo aver sistemato i cavalli, le fece strada verso una abitazione dall'aspetto migliore delle altre. Era una vera e propria baita in pietra grezza e legno, abbastanza ampia.
Sulla soglia li attendeva una donna bellissima, dagli occhi chiari e dal viso signorile ed autorevole. I suoi capelli castano ramati erano lisci e lunghi. Era una Keltar, di un'età intorno ai 37 anni, e portava un diadema di perle con un pendente, che la qualificava come una sacerdotessa.
.


«Milady, i miei omaggi» le disse Vyghar con voce incredibilmente gentile, e le baciò la mano.
Poi la guardò con occhi chiaramente innamorati, e avendo visto nel giardino una rosa d'autunno, di color viola, la recise e gliela porse. La donna lo ringraziò con serena dignità, inspirando il profumo del fiore.
Il pirata indicò con lo sguardo Alienor, poi fece un breve inchino, e si congedò con virile garbo, come se quella scena fosse stata predisposta nei minimi dettagli.
La donna osservava la principessa come se la conoscesse da sempre.
Alienor ne ammirava in silenzio la bellezza e l'eleganza e non sapeva cosa dire.
La dama sorrise:
«Parlami delle nevi del tuo regno, principessa...»
Dunque lei sapeva! Quella non era una richiesta, era una dichiarazione. Era un chiaro riferimento alla profezia della Fanciulla delle Nevi, e al Patto.
Solo una iniziata agli Arcani Supremi poteva conoscere tutto questo.
«Chi sei?» le chiese Alienor, meravigliata.
«Mi chiamo Lilieth Vorkidian e sono una sacerdotessa di Ulien, dea della Luna. Mio maestro fu il druido Halfgan della Contea di Keltar-Senia, che mi iniziò agli Arcani Supremi»
Alienor aveva già sentito quei nomi. Era stata Marigold ad accennarglieli, parlando di una vicenda accaduta nel Ducato di Amnisia.
«Vyghar mi ha detto che siete di nobile stirpe»
Lilieth annuì:
«Sono discendente dell'ultimo re dei Keltar, Vorkidex»


Alienor ricordò.
Ma certo! Il Giuramento di Kevin Vorkidian, il figlio di Vorkidex!
La Contessa di Gothian aveva collegato questo Arcano alla vicenda del rapimento di una coppia di sposi appartenenti all'aristocrazia di Amnisia, nell'anno della Primavera di Sangue 
«Credevo che quella stirpe si fosse estinta col rapimento di...»
Lilieth Vorkidian annuì:
«Col mio rapimento. Te lo ha detto lei, vero?»
Alienor sgranò gli occhi. Quella sacerdotessa poteva dunque leggere il pensiero?
Oppure semplicemente ha sentito parlare della Dama Gialla.
«Marigold di Gothian?»
Lilieth annuì:
«La donna che ti ha tradito. E che ti ha tenuto in vita per un'unica ragione: che tu incontrassi me»
La principessa  fu travolta da una tempesta di dubbi:
«Come fai a saperlo? Che legame hai con  lei, e con Vyghar? Perché era così impoertante che io ti incontrassi?»
Lilieth sorrise con aria quasi materna: «Vyghar mi ha parlato del piano, prima del tuo rapimento. Lui mi ama, ma sa che sono sposata e quindi non posso ricambiarlo, e mi rispetta, anche se sono sua prigioniera da diciassette anni. Il mio rapimento è stato il suo primo atto di pirateria, commissionato da Sephir Eclionner, lo Sciancato»
Alienor corrugò le sopracciaglia:
«Maledetti siano gli Eclionner!» esclamò «Tutti, dal primo all'ultimo
Lilieth rimase impassibile: 
«Non sono gli Eclionner i veri cattivi. Possiamo ancora cambiarli, salvarli da se stessi, per salvare l'intero continente...»
La principessa non capiva: «Se non sono loro i cattivi, allora chi lo è?»
La donna rispose con una sola parola, che valeva più di un intero discorso: 
«Gothian»
Alienor sospirò: 
«Cosa vuole ancora Marigold da me?»
Lilieth assunse un'aria malinconica:
«Vuole che tu impedisca che mio figlio reclami il Trono del Sole»
La principessa si limitò a fissarla senza capire.
La donna le parlò con dolcezza: «Mio figlio Marvin, che vive ad Amnisia portando il mio cognome, è nato dal mio matrimonio con Masrek Eclionner, legittimo erede al trono imperiale dei Lathear, che ora vive in eremitaggio. So che mio marito Masrek non rivendicherebbe nulla, e nemmeno suo padre Sephir, lo Sciancato. Ma so che prima o poi Marvin dovrà sfidare Elner XI»
«Masrek Eclionner è morto da diciassette anni! E non si sposò mai!»
«Sei libera di non credermi Alienor, ma prima o poi questa verità verrà fuori. In molti già ne sono a conoscenza, è solo questione di tempo. Ormai il millennio si avvicina, e con esso la scadenza del Patto. A quel punto tutti getteranno la maschera e giocheranno a carte scoperte, a cominciare dalla tua Dama Gialla»
Alienor sentiva che Lilieth era sincera.
 Incominciò a capire tutte le trame di Marigold e si sentì sciocca per non aver mai sospettato nulla, ma continuava a non capire il suo ruolo in tutta quella vicenda:
«Io dovevo sposare Elner, e a quanto mi è dato capire, Marigold vuole Elner per sé. Ma non capisco il mio ruolo nei confronti di tuo figlio»
Lilieth si fece seria: «Marvin, anche se solo pochissimi lo sanno, è erede legittimo dell'Impero Lathear e del Regno dei Keltar, tu sei una principessa reale degli Alfar. Marigold vorrebbe che tu sposassi Marvin e lo convincessi a rinunciare alle sue pretese sull'Impero Lathear in cambio della corona degli Alfar e dei Keltar. Ma è una trappola! Perché un grande attacco arriverà da Nord, dalle Nevi perenni di Gothian! L'ho visto nelle mie premonizioni. Il Conte di Gothian sta radunando il suoi Albini per colpire alla schiena tuo padre e tua madre!»
La principessa era sconvolta:
«Ti ho fatto troppe domande, senza sapere di non essere pronta ad accettarne le risposte. Sappi che se quello che dici è vero, io non mi farò usare! Non sarò la marionetta dei Conti di Gothian!»
Lilieth sorrise: «Che Ulien ti benedica! Era la risposta che speravo di sentire! Nessuno ti costringerà a fare nulla, fintanto che io ti proteggerò»


N.d.A.

Il nome "Tupile" è ispirato all'Alleanza di Tupile menzionata nel romanzo "Messia di Dune" di Frank Herbert.
Alienor di Alfarian è rappresentata come una principessa Targaryen ne "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin.
Lilieth Vorkidian è rappresentata come Lyanna Stark ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".

lunedì 27 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 18. Marvin Vorkidian e la "missione Alienor"


Ai primi di ottobre, Marvin Vorkidian fu convocato dal Duca di Amnisia per una udienza privata.


Già da due settimane il giovane aveva preso servizio presso la Cancelleria, che era il centro dell’attività diplomatica del Ducato di Amnisia. Lì stava finalmente mettendo in pratica tutto ciò che gli era stato insegnato nella scuola di retorica. Si trovava bene in quel lavoro, e aveva già fatto amicizia con alcuni colleghi, così come aveva già individuato quelli che gli erano ostili, e anche coloro che mantenevano una cauta neutralità. Questi ultimi appartenevano tutti alla fazione di Padre Sulmen, su cui circolavano molte voci, secondo le quali il sacerdote sarebbe stato una spia dell'eunuco Bial, e l’avrebbe conosciuto in gioventù. Alcuni ritenevano che fosse stata la stessa Imperatrice Vedova a imporlo come suo uomo di fiducia alla corte di Amnisia. 
Il giorno in cui Marvin fu convocato dal Duca, incontrò proprio Sulmen che usciva dallo studio di Gallrian, visibilmente contrariato. Quando vide Marvin gli lanciò un’occhiata nel contempo severa ed apprensiva e gli impartì una rapida benedizione. 
Dopodiché un portiere venne ad annunciare che era atteso dal Duca.
L’ufficio di Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia era uno stanzone enorme, dai soffitti altissimi e affrescati.


 Alle pareti si alternavano finestre enormi e quadri e sculture di valore inestimabile, frutto della tradizione mecenatizia della famiglia De Bors, la più ricca del Ducato.
Il Duca Gallrian era un amante della bellezza in tutte le sue forme, e anche un uomo che sapeva godersi la vita. Dava molte feste e banchetti sontuosi, in cui il vino scorreva a fiumi. Inoltre di lui si sapeva che manteneva molte amanti, dalle quali aveva avuto una grande quantità di figli bastardi, destinati per lo più a divenire cavalieri, oppure preti o diplomatici.
Da dove derivasse tanta ricchezza, nessuno sapeva dirlo.
Marvin avanzò fino alla grande scrivania dietro la quale troneggiava il Duca, sontuosamente vestito con abiti di seta dorata e pietre preziose.


Dopo i convenevoli di rito, Lord Gallrian si fece serio e disse, senza giri di parole:
  «Come saprai, la principessa Alienor di Alfarian è stata rapita dai pirati. La novità è che suo padre, re Kerelik, ha fatto recapitare per vie traverse un messaggio alla cancelleria di Amnisia, ed è di questo che voglio parlarti. Ma prima vorrei sapere che idea ti sei fatto di tutta questa faccenda»
E qui fissò Marvin negli occhi.
«Ellis Eclionner? » suggerì il ragazzo.
Il Duca annuì: «Lei, certo, e naturalmente le sue eminenze grigie: l’eunuco Bial, il senatore Fuscivarian, e soprattutto Padre Izùmir Mollander, il Priore della Grande Canonica»
Marvin sospirò: «Abbiamo le prove?»
Lord Gallrian lo scrutò con aria complice: «Abbiamo molti indizi. Ne ho parlato poco fa con Padre Sulmen, che è seguace di Mollander e che Ellis mi ha imposto come suo "garante" tanti anni fa. E' la mia spina nel fianco, ma devo sopportarlo!»
«Capisco…» disse Marvin, chiedendosi dove Gallrian volesse andare a parare.
Il Duca assunse un tono affabile:
«Kerelik mi ha chiesto di rinnovare l'alleanza tra gli Alfar e i Keltar per collaborare al ritrovamento di Alienor e punire i suoi rapitori. E' convinto che i pirati l'abbiano portata nel territorio montano della nostra Federazione, probabilmente in un villaggio nella catena montuosa dei Denti del Drago. Io sono d'accordo con lui e per questo ho scritto al nostro Arciduca di Floriana un messaggio riservato, nel quale gli annuncio che manderò da lui un contingente militare guidato da mio figlio Yvain, accompagnato da una missione diplomatica. Vorrei che tu ne facessi parte, ora che sei entrato nel grande gioco!»
«Quale gioco?» chiese istintivamente Marvin
«Oh, beh… l’unico gioco che conta» rispose compiaciuto Lord Gallrian «il gioco del Trono!»
Il ragazzo ebbe la risposta pronta:
«I miei genitori entrarono in quel gioco, Vostra Grazia, ma non ne derivò nulla di buono»
Il Duca ostentò una grande commozione:
 «Ah che grave perdita! Non riuscirò mai a perdonarmi per aver permesso che partissero da soli, senza scorta, senza protezione! Ma non commetterò lo stesso errore con te! Sarai al sicuro: hai la mia parola d'onore!»
Marvin era convinto che il Duca stesse recitando, e facesse il doppio gioco. E se avesse mandato apposta i suoi genitori in quella missione, d'accordo con chi li aveva rapiti?
«E' un onore, Vostra Grazia, ma anche un incarico molto delicato per un novellino come me»
Il Duca lo fissò con una strana luce negli occhi: «Forse l'erede di Vorkidex ha paura di fallire?»
Il giovane si sentì punto sul vivo.
Non sono solo erede di Vorkidex, ma anche figlio di Masrek Eclionner! Lui lo sa.. glielo leggo negli occhi!
Si chiese cosa avrebbe fatto suo padre Masrek, il Principe della Corona, in quelle circostanze.


Non ricordava quasi nulla di lui, se non che era alto, e bello, e di aspetto nobile.
Ma non ricordo la sua voce...
Come se gli avesse letto nel pensiero, il Duca disse:
«Tuo padre, prima di partire, si raccomandò con me: “Se io fallirò, allora tu dovrai, un giorno, parlare a mio figlio di ciò in cui crediamo”. Ebbene il momento è arrivato. Tu conosci l'Antico Patto, ma non sai che ci sono delle parti di esso che non sono state divulgate. Riguardano il ruolo che i Keltar giocheranno nel futuro ordine mondiale. La pace tra gli Alfar e i Lathear avrà bisogno della mediazione dei Keltar, senza i quali tutto sarebbe perduto. L’ultima speranza che abbiamo per salvare il Continente dalla guerra e dalla tirannia di Ellis è trovare la principessa Alienor e portarla a Lathéna!»
Era facile a dirsi, a parole.
Perché non la guida lui, la spedizione?!
Vedendo lo sguardo serio di Marvin, il Duca aggiunse:
«Ti sto dando l’opportunità di continuare l’operato politico dei tuoi genitori. Sono certo che la Compagnia riuscirà a trovare Alienor, e certamente alla fanciulla farà piacere che nel gruppo dei suoi liberatori ci sia un giovane quasi suo coetaneo. So che tu parli bene l’Alfari e che lei parla benissimo il Latheari, quindi avreste modo di intendervi»
«Ma Alienor è stata costretta a queste nozze contro la sua volontà. Se noi la liberiamo per poi portarla a Lathéna, ci maledirà tutti e dirà che preferisce rimanere tra i pirati!»
Lo sguardo di Lord Gallrian si fece intenso e penetrante:
«Ma noi non la costringeremo a sposare Elner...»
Marvin si limitò a fissare il Duca. C'era un tono allusivo in quelle ultime parole.
Lui sa... non ci sono dubbi... sa tutto!
Rimase in silenzio per un po’, consapevole che quel silenzio diceva più di mille parole, poi alla fine parlò: «Accetto l'incarico!»
Lord Gallrian sorrise e gli tese la mano.
Dopo avergliela stretta, Marvin disse:
 «Vorrei sapere solo una cosa, Vostra Grazia, se è possibile»
«Prego»
«Ho visto uscire Padre Sulmen e mi è parso molto preoccupato. Qual è il suo parere su questa spedizione?»
Il Duca si rabbuiò per un istante, poi tornò sorridente: «Ah, niente di particolare. Abbiamo concordato i nomi dei suoi uomini che entreranno nella Compagnia. Per il resto, non si è sbilanciato. Non sarebbe da lui...»
C’era qualcosa di strano nella voce di Lord Gallrian, come se stesse mentendo, ma forse era solo un’impressione. Eppure Marvin ebbe come il presentimento che ci fossero molte cose che non erano state dette, e molte bugie che avevano preso il loro posto.
Mentre si congedava dal duca, pensò che sua nonna, in fondo, aveva ragione a volerlo tenere lontano dalla politica.
Il gioco del Trono non fa per me… ha ragione Lady Ariellyn…ma è tempo che mi assuma la responsabilità di fronte alla corona che fu dei miei antenati!


N.d.A.

Marvin Vorkidian è Jon Snow.
Gallrian de Bors è magistro Illyrio Mopatis in "A game of thrones" ne "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", "A Son of Ice and Fire" di George Martin.


martedì 21 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 15. Marvin entra al servizio del Duca di Amnisia


Il Palazzo Ducale di Amnisia era una capolavoro di eleganza e di stile: slanciato e raffinato, imponente e cesellato nei particolari, era stato costruito alcuni secoli prima nell’isola più grande della città lagunare, accanto alla Cattedrale, la sfarzosa Basilica, dalle cupole dorate e dall’altissimo campanile.



Il Palazzo aveva tre piani e due facciate, rivolte l’una verso la piazza e l’altra verso la Darsena, nella quale confluivano tutti i canali di Amnisia. La sua forma era quadrangolare e nel cortile interno, interamente pavimentato, c’era una grande vasca con lo scopo di raccogliere l’acqua piovana, di grande importanza, data la scarsità dei pozzi di acqua dolce. Ovviamente l’acqua raccolta veniva bollita prima di diventare potabile o comunque utilizzabile. Normalmente, comunque, la maggior parte dell’acqua dolce veniva portata in città via nave, dalle colonie di Amnisia sulla terraferma. Erano avamposti perfettamente fortificati e ben difesi, proprio per evitare che la città potesse essere “presa per sete” da un esercito assediante.


Lo stile architettonico del palazzo ducale era molto simile a quello delle residenze nobiliari di Lathéna, soprattutto a quelle costruite nell’epoca aurea imperiale, alcuni secoli prima, sotto il lungo e felice regno di Wechtigar XIV il Grande, tra il 661 e il 715 dopo la fondazione dell’Impero. La moda che si era imposta durante quell’epoca aveva come caratteristica uno spiccato preziosismo e decorativismo, unito alla ricerca del movimento, della leggerezza e della verticalità. In quel periodo il Ducato di Amnisia era una provincia dell’Impero e il Duca veniva scelto dall’Imperatore tra una rosa di cinque nomi indicati dal Consiglio dei Decurioni amnisiani, di cui cinque appartenevano a famiglie di aristocratici Keltar e gli altri cinque a famiglie di burocrati Lathear. La carica di Duca, all’epoca, durava dieci anni e non era rinnovabile. Solitamente l’Imperatore sceglieva in alternanza, dopo un Duca Keltar, un Duca Lathear e in questo modo si manteneva un certo equilibrio politico.
Sia al piano terra che al primo piano vi erano dei colonnati di marmo bianco con capitelli elaborati e volte a tutto sesto nel piano terra e a sesto acuto nel primo piano. Al di sopra di essi poggiava l’enorme corpo del palazzo, dalla facciata in marmi intarsiati in disegni geometrici, con grandi finestre ogivali e un enorme balcone centrale. Il tutto era sovrastato da una serie di guglie che creavano una sorta di “merlatura” del soffitto.
Sopra al portone campeggiava lo stemma del Ducato, uno scudo con un’anguilla d’argento in campo azzurro, circondato da rami di quercia e sovrastato da un diadema. Dallo stemma partiva l’asta della bandiera della Federazione Keltar, un drago azzurro in campo verde con la testa verso destra, a simboleggiare il fiume Amnis.



Marvin, dopo aver mostrato alle guardie ducali il suo documento di assunzione e di convoca, poté entrare nell’androne, dove chiese all’usciere in che luogo solitamente venivano ricevuti i neoassunti. L’usciere lo guardò per un attimo dall’alto in basso, con aria di disapprovazione evidentemente dovuta al fatto che il ragazzo era un Mezzosangue. Dopo questa spiacevole accoglienza, fu indirizzato al secondo piano lungo uno scalone laterale che portava a un corridoio pieno di uffici, ma notò che le istruzioni date dall’usciere erano sbagliate.
Vide passare un cameriere in livrea, al quale chiese dove avrebbe potuto essere ricevuto. Molto freddamente gli fu indicato il terzo ufficio dopo l’angolo di sinistra. Lì avrebbe trovato il responsabile del personale, tale Padre Sùlmen, un Lathear, sacerdote del Clero appartenente all’Ordine della Grande Canonica.
Dopo aver finalmente trovato la porta dell’ufficio, Marvin bussò e una voce secca e metallica gli disse <<Avanti!>>
Il ragazzo aprì la porta e vide uno studio di medie dimensioni, molto sobrio, con soltanto una scrivania, un seggio dietro di essa e due sedie piccole di fronte. Il sacerdote era magrissimo, di media altezza, calvo, con zigomi sporgenti, sguardo gelido e occhi indagatori.
«Padre Sulmen?»



«E voi sareste?» domandò con voce metallica.
«Mi chiamo Marvin Vorkidian »
«Ah…» socchiuse gli occhi con l’aria di chi la sa lunga «…il nipote di Lady Ariellin...»
Marvin annuì, anche se non gli piaceva essere considerato in base alle proprie parentele.
Perché il Duca ha affidato la direzione del personale ad un sacerdote Lathear?
Forse il potere del Duca Gallrian aveva dei limiti, e non ci sarebbe stato da stupirsi se Padre Sulmen fosse stato imposto nel suo ruolo dall’Imperatrice in persona, o dallo stesso Priore della Grande Canonica, il potentissimo Padre Izùmir Mollànder, che era stato il precettore di Ellis.
Marvin non si lasciò intimidire: «Ho superato l'esame per diventare diplomatico presso la Cancelleria»
«Uhm…» borbottò Sulmen «beh, ancora gli incarichi non sono stati definiti… comunque ne parlerò personalmente col Duca. Nel frattempo,  ragazzo,  potrai renderti utile aiutando i nostri archivisti a mettere un po’ d’ordine tra le carte dell’Amministrazione...»
La delusione di Marvin fu evidente e il reverendo Sulmen lo osservò, vagamente divertito.
Peggio di così non poteva cominciare…
Non aveva certo studiato la retorica per diventare un inserviente.
«Puoi andare» gli disse e con la mano destra lo congedò indicandogli la porta.
Il caso volle che, mentre usciva triste e abbattuto e prima ancora di chiudere la porta dietro di sé, Marvin si scontrasse con un plotone di guardie armate al cui centro spiccava un uomo grasso e panciuto, dai capelli castano-rossicci e dalla barba dello stesso colore, ma leggermente ingrigita, vestito di seta e oro.


Le guardie tentarono di spintonare Marvin lontano dal potente personaggio, ma costui con un solo gesto le fermò: «Abbiamo una nuova recluta, vedo, Padre Sulmen!»
«Ehm, sì Vostra Grazia» borbottò Sulmen facendo capolino dalla porta: «uno scrivano… lo stavo giusto mandando agli archivi»
«Ma è un Mezzosangue, come ha fatto a passare le selezioni? »
«Pare abbia degli agganci… Vostra Grazia mi capisce…»
«Ah, sì? » e poi rivolse l’attenzione al giovane «Come ti chiami, ragazzo?»
«Marvin Vorkidian, Vostra Grazia»
Il personaggio importante di colpo cambiò espressione e alla diffidenza subentrò un sorriso molto cordiale: «Ah! Il nipote di Lady Ariellin… ma che piacere avervi tra noi!  Se solo avessi saputo che entravate in servizio oggi, avrei organizzato un colloquio con me personalmente. Ma forse qualcuno si è… come dire… dimenticato di riferirmelo» e fissò con rimprovero Padre Sulmen , poi, di nuovo rivolto a Marvin: «Voi non mi avete mai visto di persona, perché chiudo sempre le tende delle mie carrozze. Comunque, credo ormai che abbiate capito che sono Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia!»
Marvin si inchinò baciò l’anello della mano che il Lord gli aveva teso, e poi lo guardò con la speranza che rimediasse all'accoglienza gelida degli altri.



Il Duca intervenne: «Sicuramente il nostro buon Padre Sulmen deve avervi confuso con qualcun altro… io conosco troppo bene il nobile casato dei Vorkidian per potermi essere dimenticato di voi, giovane Marvin e credo proprio che agli archivi sareste sprecato» e diede nuovamente un’occhiataccia al prete «Ma il destino ha prontamente ristabilito la giustizia, facendoci incontrare. Da questo momento voi sarete alle mie dirette dipendenze. Troverò io un incarico degno di voi e della vostra stirpe. Vostro padre era un mio buon amico!».
C’era qualcosa di teatrale nel modo di atteggiarsi del Duca.
Possibile che non sapesse che mio padre era Masrek Eclionner, il fratello di Ellis?






Sarebbe stato interessante sapere in che rapporti era il Duca con la Reggente imperiale. Marvin faceva fatica a pensare ad Ellis come a sua zia, eppure lo era.
Ma sarà al corrente della mia esistenza?
Forse il Duca di Amnisia sapeva tutto. Bisognava essere molto prudenti con lui.
Lord Gallrian gli poggiò una mano sulla spalla:
 «Farò in modo che il figlio del mio caro amico possa continuare la carriera del padre e rendere lustro al cognome della madre»
Quella frase era allusiva:
Il cognome della madre... l'unico che si può pronunciare senza pericoli.
Marvin era frastornato, sia dalla doccia gelida di Padre Sulmen che dalla gentilezza ostentata del Duca
«Lo spero, Vostra Grazia. Sarà un onore per me servirvi!»
Il Duca lo guardò sorridendo: «E’ incredibile vedere come in te i lineamenti di tuo padre e di tua madre si siano fusi così armoniosamente» Un complimento che di fatto non diceva nulla, ma poteva alludere a molte cose che era opportuno passare sotto silenzio, ma poi aggiunse:  «Sai, tua madre mi era molto cara!»

Marvin pensò che il Duca avrebbe potuto risparmiarsi quella frase, ma Lord Gallrian continuò imperterrito:
«Ah, caro amico, un’ultima cosa: d’ora in avanti, per qualunque questione, rivolgetevi direttamente a me! Padre Sulmen è esonerato dall’incarico di occuparsi del vostro reclutamento».
Detto questo se ne andò, seguito dalle sue guardie, e lasciò Marvin solo assieme a Padre Sulmen, che si era alzato e sostava davanti alla porta del suo ufficio.
Il sacerdote osservò Marvin con un’aria delusa e vagamente preoccupata: «Non rallegrarti troppo per le promesse del Duca, ragazzo! Lord Gallrian manda spesso i suoi uomini in missioni molto pericolose. Se tua nonna Lady Ariellin sapesse quali progetti ha per te il Duca, verrebbe qui a implorarmi perché ti rimandassi tra le scartoffie degli archivi: noiose, ma sicure!»
Quel prete era un enigma.
«Non capisco di cosa stiate parlando, Padre»
Sulmen scosse il capo e scrollò le spalle: «Lo capirai ben presto. In ogni caso l’Ordine della Grande Canonica, a cui appartengo, ti terrà d'occhio, perché ti sei scelto gli alleati sbagliati, quelli che ti tradiranno»
Marvin si sentì accapponare la pelle:.
«State accusando il Duca di tradimento?»
Sulmen inarcò le sopracciglia e sospirò: «Voglio solo metterti in guardia. Ti era stata concessa una vita protetta e tranquilla, in modo che non interferissi con eventi più grandi di te. Ma Eclion ha voluto diversamente, e forse non solo lui»



Marvin sgranò gli occhi, profondamente scosso da quelle parole: «Vi prego, Padre, spiegatemi cosa intendete dire!»
«Non posso. E comunque ormai è troppo tardi: il Duca ti ha visto e da questo momento tutti i meccanismi si stanno già muovendo secondo le peggiori previsioni»
«Insomma, se volete aiutarmi, perché non mi dite nulla? Quali meccanismi? E quali previsioni?» insistette Marvin.
«Sei stato appena arruolato nell’esercito perdente. Questa è l’unica verità che ti è concesso sapere».
Detto ciò, gli chiuse la porta in faccia.
Marvin, sconvolto e disorientato, rinunciò ad insistere con le domande.
Tutti mi nascondono qualcosa, tutti vogliono manovrarmi, tutti sanno tutto di meed io non so nulla di loro...


N.d.E.

Lord Gallrian de Bors è rappresentato da Mace Tyrell de "Il trono di spade" ("A game of thrones") di George Martin.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Renly Baratheon de "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" ("A Song of Ice and Fire".



mercoledì 15 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 12. Marvin e Ariellyn: le verità svelate.

Lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar-Senia, sapeva che il momento della rivelazione di ogni segreto ormai era giunto. Non poteva tacere oltre la verità a suo nipote.
«E così Halfgan ti ha detto chi erano i mandanti e gli esecutori del rapimento di tua madre e di tuo padre»
Marvin annuì, con uno sguardo determinato che non ammetteva ulteriori dilazioni:
«Mi ha indicato un elenco di persone da cui devo proteggermi. Lo ha fatto per mettermi in guardia, ma non ha risposto alle domande più importanti. Ti aveva giurato di non farlo e ha mantenuto la promessa. Ora è il momento che tu mi dica il resto»
Ariellyn sentì improvvisamente tutti i propri anni sulle spalle. Erano stati anni difficili, soprattutto gli ultimi, quelli dopo la Primavera di Sangue.
«Seguimi» disse al nipote, dirigendosi verso la propria stanza e poi si fermò di fronte ad un quadro che la ritraeva in gioventù: «Sposta il mio ritratto di quand'ero giovane»


Marvin eseguì l'ordine, immaginando che qualcosa di prezioso fosse nascosto in quel ritratto, ma vide invece che dietro di esso c'era una cassaforte.
Ariellyn tirò fuori dalla tasca del vestito una chiave e aprì la botola. Dentro c'erano alcune pergamene e un misterioso sacco di velluto blu, tenuto insieme da un cordone dorato.
Quando lo vide, Lady Vorkidian chiuse gli occhi e sospirò.
«Prendi quella sacca di velluto e guarda cosa c'è dentro»
Marvin non se lo fece ripetere due volte: il cuore batteva forte e l'emozione era così grande che quasi sentiva le vertigini.
Prese il sacco e sciolse il nodo dorato. C'erano due oggetti dentro: un ciondolo e un anello.
«Guarda prima il ciondolo» disse sua nonna con voce severa.


Marvin lo prese con delicatezza: era un grande zaffiro color indaco, incastonato in oro bianco e brillanti. Il suo valore doveva essere notevole.
«Dietro allo zaffiiro ci sono due iniziali ed una scritta. Leggile»
Il giovane guardò immediatamente il retro del gioiello, in oro bianco, e vide in effetti le due iniziali e la scritta:. 
E. e M. per sempre
Si accigliò. Non erano le iniziali dei suoi genitori, come si era aspettato. 
Rivolse alla nonna uno sguardo interrogativo.
Lady Ariellyn richiuse gli occhi, come se anche la sola vista di quel gioiello fosse motivo di dolore.
«Apparteneva a tuo padre. Gli era stato regalato, prima che si trasferisse qui e conoscesse mia figlia»
Marvin non capiva: «Sono le iniziali dei suoi genitori?»
La nonna sorrise, ma la sua voce era triste: «No. Io credo che Halfgan ti abbia dato tutti gli elementi per capire, ma immagino che la tua mente si rifiuti persino di considerare una simile verità»
Halfgan aveva detto che tutte le sue domande avevano una sola risposta, un cognome. Il cognome di suo padre, che doveva essere lo stesso cognome dello Sciancato, il quale probabilmente era suo nonno. Queste erano le risposte che si era dato. Ma le iniziali dei due nomi, evidentemente una coppia di sposi o di innamorati, non gli dicevano nulla.
«Halfgan afferma che la risposta è un cognome. Tu invece mi indichi due nomi di una coppia sconosciuta»
La contessa di Keltar-Senia lo guardò con infinita tristezza.
«Magari fossero sconosciuti. E magari fossero una coppia. Erano fratello e sorella. La E è l'iniziale della sorella. La donna più famosa del Continente»
Marvin capì subito, anche se non riusciva a cogliere il nesso che legava quel ciondolo ai suoi genitori.
«Ellis, l'Imperatrice Vedova!»


Ariellyn annuì: «E la M sta per Masrek, il nome di suo fratello»
Marvin sgranò gli occhi.
«Allora era questo il segreto che i miei genitori dovevano rivelare al Senato imperiale! L'incesto tra l'imperatrice e suo fratello!»
Sua nonna annuì gravemente, ma sollevò l'indice della mano destra verso il cielo e disse:
«Questa è solo una parte del segreto. Ce ne sono molte altre, di cui una ti riguarda in modo particolare. Tuo padre si chiamava Rekormas Roth. Con quel nome si presentò a noi, l'anno in cui l'imperatrice Ellis si sposò con Elner X e mise al mondo Elner XI. L'anno della Primavera di Sangue»
Marvin incominciava ad intuire la risposta non detta. 
«Rekormas Roth non era il suo vero nome. Roth è un cognome molto diffuso, ma il nome, Rekormas, questo nome...»
Lady Ariellyn lo fissò negli occhi: «E' un anagramma quasi perfetto del suo vero nome»
A quel punto non c'erano più dubbi.
Il giovane strinse forte il cindolo: «Masrek... sì, Masrek Eclionner, il Principe della Corona!»


Marvin valutò la propria intuizione. 
Mio padre era Masrek Eclionner. Halfgan ha detto:"Un cognome è la risposta a tutte le tue domande". Questo cognome è Eclionner. Mio padre era un Eclionner, anzi era il più importante degli Eclionner, l'erede al trono! 
Questo pensiero aveva troppe implicazioni. Prima di considerarle, doveva aver chiare anche le altre risposte. Se quel cognome rispondeva a tutto, allora...
Allora io sono un Eclionner. E contemporaneamente sono un Vorkidian. Halfgan ha detto: "Il profeta nascerà dall'unione di due nobili stirpi". Ma l'Antico Patto impediva questa unione! 
Aveva bisogno di altri dati.
Eclionner è anche la risposta su chi rapì i miei genitori. L'uomo che si fa chiamare lo Sciancato. Anche lui è un Eclionner.
Guardò sua nonna, che a sua volta lo osservava in silenzio:
«Chi è veramente "lo Sciancato"?»
Lady Ariellyn fece segno di sì col capo:
«Tutto ebbe inizio il giorno della battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Tu eri appena nato. Tuo padre era in guerra, al seguito di tuo nonno, Sephir Eclionner. Quando Masrek tornò, ci disse che Sephir era stato gravemente ferito e aveva trovato asilo presso il Conte di Linthael. Lì era stato raggiunto da un messaggero dei Servizi Segreti imperiali, con un documento firmato dall'imperatore Wechtigar XVI e dal primo ministro Fuscivarian. In quella missiva Sephir apprese di essere stato diseredato, esiliato e condannato alla "damnatio memoriae". Fu allora che decise di vivere in incognito, per programmare la sua rivincita. Da quel momento si fece chiamare, a causa della sua ferita alla gamba, "lo Sciancato"»
Si fermò per lasciare a suo nipote il tempo di elaborare queste informazioni.
<<Se Sephir era lo Sciancato, perché ha rapito i miei genitori?>>
Ariellyn si strinse le spalle, come se la risposta fosse troppo ovvia per essere specificata:
«Lo ha fatto per salvarli da Ellis e da Fuscivarian, che nel frattempo avevano eliminato il vecchio Wechtigar e dopo di lui la principessa Wensy e l'imperatore Elner X. Tuo padre era il legittimo erede al Trono e tua madre era una Vorkidian, appartenente alla dinastia rivale degli Eclionner. Se si fosse saputo che erano vivi, il potere di Ellis e di Fuscivarian sarebbe crollato all'istante»
Marvin aveva aspettato quel momento per tutta la vita, ma ora che il flusso delle risposte si era scagliato su di lui come un'ondata oceanica, gli pareva di non essere in grado di reggere a tutte quelle rivelazioni:
«Se Ellis amava veramente mio padre, non poteva desiderare la sua morte»
Sua nonna si accigliò.
«Ellis voleva sposarlo, sfidando tutte le leggi umane e divine. Lei e Masrek avevano concepito un figlio. Bisognava che questo erede fosse legittimato da un matrimonio. Masrek si rifiutò e partì per la guerra. Ellis non gli perdonò mai quella decisione»
Una domanda però rimaneva in sospeso:
<<Dunque Elner XI è stato generato dall'incesto tra Ellis e mio padre?>>
Ariellyn annuì:
<<Elner XI è il tuo fratellastro. E' nato alcuni mesi prima di te, ma i suoi diritti sul Trono sono nulli, in quanto egli, in realtà, è un figlio illegittimo. Il vero erede al Trono sei tu!>>
Marvin fu percorso da un brivido, ma poi si riscosse:
<<E come potrei dimostrarlo?>>
La lady lo invità a guardare l'anello:
 «Quello è il sigillo personale di Masrek. Quando lui e tua madre partirono per Lathena, mi disse di tenerlo. Se loro avessero fallito, un giorno questo anello mi sarebbe potuto tornare utile, per dimostrare che Masrek era mio genero»
Marvin aveva ancora una domanda: 
«Perché mio padre, prima di andare in guerra, si era fermato qui. Cosa cercava?»
Sua nonna lo guardò negli occhi: 
«Cercava l'erede di Vorkidex. Voleva porre fine all'antica frattura tra gli Eclionner e i Vorkidian. Voleva una pacificazione, ma non aveva messo in conto la variabile impazzita dell'amore. Lui e Lilieth si innamorarono e si sposarono in segreto. Ma così facendo violarono il Patto e segnarono il loro destino. Ora Sephir li tiene nascosti chissà dove...»
Si fermò, con le lacrime agli occhi.
Marvin non si dava pace:
 «Ma se sono vivi qualcosa si può ancora fare!»
Lady Vorkidian scosse il capo: 
«E' troppo tardi. Elner XI è ormai pronto per ospitare la reincarnazione di Arexatan Eclionner, secondo quanto fu stabilito quando venne siglato l'Antico Patto. Ellis ne è consapevole e questo le impone, se vuole conservare la benevolenza del demone Eclion, di difendere fino all'ultimo il Trono di suo figlio»
Non rimaneva che un'ultima domanda:
 «Anche ho il suo sangue di Eclion. Cosa mi succederà allo scadere dell'Antico Patto?»
Aryellin scosse il capo:
 «Non lo so, Marvin. Questo solo l'Arcidruido può saperlo. Prima o poi dovrai andare a Floriana per parlare con lui. Ma adesso devi mantenere un atteggiamento prudente, come ho fatto io per tutti questi anni. Qualcuno ad Amnisia tiene d'occhio la nostra famiglia. E questo qualcuno, se sospettasse che tu sai la verità, potrebbe desiderare la tua morte»