martedì 23 aprile 2019

Storia di come i Bizantini trasformarono il Bruzio nella Calabria e il foggiano nella Capitanata



Il Catapanato d'Italia (o Catepanato) fu una provincia dell'Impero bizantino, comprendente parte dell'Italia meridionale al di sotto della linea immaginaria tra il Gargano e il Golfo di Salerno. Anche Amalfi e Napoli, sebbene a nord della linea, mantennero legami di fedeltà a Costantinopoli sottomettendosi all'autorità del Catapano.
In seguito alla penetrazione dei Longobardi nel sud Italia, si costituirono alcuni Principati longobardi tra cui i più importanti furono quelli di Benevento, di Capua e di Salerno.

Storia

Nell'876 minacciata dai Longobardi e dalle scorrerie dei saraceniBari si rivolse allo stratego bizantino di Otranto Gregorio così i bizantini nello stesso anno, ristabilirono il proprio dominio su Bari, già sede dell'ultimo Esarca di Ravenna. Questo territorio fu governato per mezzo di un funzionario a cui venne attribuito il titolo di strategos o patrizio.
Tra il 970 e il 976 questo funzionario fu sottoposto all'autorità di un Catapano (o Catepano), traducibile come "Sovrintendente"; il palazzo sede del Catapano sorgeva nel sito dell'odierna basilica di San Nicola[1 ]  a Bari.
 Al Catapano d'Italia , che governava direttamente il thema di Longobardia (l'ex provincia romana di Apulia et Calabria) rispondevano anche gli strategoi di Sicilia e di Lucania.[2]

Il Catapanato era dunque inizialmente suddiviso in tre "themata": Sicilia, Lucania e Langobardia.

Il thema di Lucania, creato nel 968 circa e sopravvisse fino a 1050 circa, quando venne conquistata dai normanni di Altavilla.
Il thema di Sicilia comprendeva l'isola omonima e il Ducato di Calabria, composto dall'antica provincia romana del Bruzio e dal Salento (che in età pre-romana era abitato dai Calabri e dunque costituiva la "Calabria antica" o "Calabria propriamente detta", mentre l'Apulia comprendeva solo il nord dell'attuale Puglia)
Dopo il 965, con la conquista araba della Sicilia e l'unione della Terra d'Otranto al tema di Longobardia, e il thema di Lucania sottomesso, in parte a Principato longobardo di Salerno, il solo territorio del Bruzio fu denominato Thema di Calabria.



E' curioso rilevare come dunque, intorno all'anno 1000, la Puglia fosse chiamata Longobardia e la sua parte settentrionale fosse identificata con la sede del Catapanato, poi successivamente rinominato "Capitanata", con particolare riferimento al territorio foggiano, ai tempi in cui Federico II di Svevia ereditò da sua madre Costanza d'Altavilla il Regno Normanno di Sicilia.

A questo proposito va ricordato che furono proprio i Normanni a decretare la fine del Catapanato d'Italia e dei suoi tre themata (Calabria, Lucania e Longobardia).
Nel  1017 alcuni avventurieri normanni, in pellegrinaggio a Monte Sant'Angelo sul Gargano, prestarono il proprio aiuto militare alle città longobarde di Puglia, in rivolta contro i Bizantini. 

Dal 1016 al 1030, infatti, i Normanni furono semplici mercenari, che offrivano i propri servigi militari tanto ai Bizantini quanto ai Longobardi. Solo nel 1030, con l'instaurazione del condottiero Rainulfo Drengot nella fortezza di Aversa per iniziativa del duca Sergio IV di Napoli, i Normanni disposero di un primo presidio dal quale iniziarono poi la loro sistematica conquista del Mezzogiorno. Sempre nel 1030 giunsero in queste regioni i fratelli Guglielmo e Drogone, figli di Tancredi d'Altavilla, un crudele nobile di Coutances, in Normandia. I due fratelli si unirono ai duchi longobardi nel loro tentativo di sottrarre la Puglia ai Bizantini, i quali, nel 1040, avevano già perduto buona parte di quella provincia. Bari fu conquistata nel 1071 e i Bizantini furono definitivamente estromessi dal territorio italiano, a parte una breve ricomparsa con un nuovo assedio di Bari nel 1156. Il Catapanato fu dunque spazzato via durante la conquista normanna del sud Italia.

Thema del Catepanato verso l'anno 1000.

Note

  1. ^ Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia, pag. 77
  2. ^ Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia, pag. 65-66

Voci correlate

Bibliografia

  • Vera von Falkenhausen, La dominazione bizantina nell'Italia meridionale dal IX all'XI secolo, Bari 1978.
  • Storia di Bari, diretta da F. Tateo, 1. Dalla Preistoria al Mille, a cura di R.Cassano, G. Musca e M. Pani, Roma-Bari 1989.
  • Storia di Bari, diretta da F. Tateo, 2. Dalla conquista normanna al Ducato sforzesco, a cura di G. Musca e F. Tateo, Roma-Bari 1990.
  • N. Lavermicocca, Bari bizantina. 1. Capitale mediterranea, Bari 2003.
  • N. Lavermicocca, Bari bizantina. 2. 1071-1156: il declino, Bari 2006.
  • Adele Cilento, Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia, Magnus Edizioni SpA, Udine, 2005, ISBN 88-7057-196-3

Mappa dell'Impero Bizantino nel 1025 alla morte di Basilio II

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L'Impero Bizantino visse il suo ultimo periodo di splendore durante il regno di Basilio II, della dinastia macedone, che fu imperatore basileus di Costantinopoli dal 976 al 1025.
L'Impero era organizzato in province militari, dette Temi. In Italia, ai tempi di Basilio II vi erano due temi, quello di Longobardia (che comprendeva l'Apulia e parte della Lucania) e quello di Calabria (che aveva preso tale denominazione dopo la conquista della Sicilia da parte degli Arabi). 
A Bari risiedeva il supervisore generale dei temi italiani, il Catapano d'Italia, che era succeduto all'Esarca dopo la conquista longobarda e franca dell'Italia settentrionale e centrale.
Il termine "Catapanato d'Italia", con riferimento alla Puglia garganica, è rimasto come etimologia del termine Capitanata, che dai tempi di Federico II di Svevia indica la zona del foggiano.