sabato 22 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 146. Ultimo capitolo: duello e gran finale!



«Marvin Eclionner Vorkidian, sei pronto?» domandò Fenrik di Gothian, secondo l’antico rituale della faida tra famiglie aristocratiche.
Marvin non si scompose: «Sono pronto da una vita» 
Senza mai lasciarlo con gli occhi, Fenrik venne avanti, sollevò la spada e la bilanciò fra le dita per saggiarne il contatto. L’eccitazione saliva in lui. Questo era il combattimento che aveva sempre sognato, quello che gli avrebbe aperto la via al potere, poiché l’Imperatore Elner XI avrebbe sicuramente premiato chiunque avesse ucciso il suo odiato fratellastro. 
Vedremo se sai resistere al veleno della mia lama pensò Fenrik e disse: «Preparati a incontrare la morte, stupido ragazzo!»
«Parliamo o combattiamo, vampiro?» Avanzò con passo felino, gli occhi puntati sulla lama davanti a lui, il corpo rannicchiato, la spada di Vorkidex puntata in fuori, come un’estensione del suo braccio.
Girarono lentamente l’uno intorno all’altro, con passi brevi, che stridevano sul terreno, pronti a gettarsi l'uno contro l'altro alla prima occasione.
In prima fila tra la folla il vecchio Sephir tremava. Se Marvin avesse fallito, quella sarebbe stata la fine della Dinastia.
Fenrik balzò, fingendo di colpire con la destra, ma facendo balzare la spada nella sinistra all'ultimo minuto.
Marvin  lo schivò facilmente, notando nel colpo vibrato da Fenrik l’eccessiva sicurezza del combattente che sottovaluta l'avversario. Gli tornarono alla memoria le parole di Vorkidex : Nei primi istanti, studia l’avversario. Meglio non cercare una rapida vittoria: i minuti di studio iniziale sono una garanzia di successo nel lungo periodo. Prendi il tuo tempo.

Il duello continuò con fasi alterne: Marvin era sempre sulla difensiva, ma riusciva a schivare gli attacchi del Conte di Gothian con straordinaria abilità e velocità, il che era motivo di irritazione per il suo avversario.
«Forse pensi di prolungare la tua vita con questa danza?» chiese Fenrik, sdegnato.
Marvin  aveva visto abbastanza per una prima valutazione. Fenrik avanzava a sinistra offrendo all’avversario il fianco destro, come se la cotta di maglia fosse una protezione sufficiente. Era l’azione di un vampiro che non temeva le ferite mortali, poiché solo una spada d'argento nel cuore poteva ucciderlo.
Fenrik  fece un nuovo balzo verso di lui, ma non lo colse di sorpresa. Marvin si aspettava quella mossa e riuscì a deviare l’improvviso fendente. Ricordò che una volta Vorkidex aveva detto: In combattimento, aspettati soltanto quello che accade. In questo modo, non sarai mai sorpreso.
Di nuovo essi girarono l’uno intorno all’altro, attenti, i muscoli pronti a scattare.
Marvin guardò il viso senza età del suo avversario, vide che nuovamente l’esaltazione s’impadroniva di lui, e ancora una volta Fenrik balzò vibrando un colpo, e il giovane lo parò di nuovo.
Fenrik si aspetta ancora una reazione difensiva: questo è il momento di giocare la mia carta migliore: l'Inaspettato!
«Hai paura, ragazzo?» mormorò Fenrik «Dovresti averla, sai... io sono un immortale...»

Marvin colpì improvvisamente di piatto la gamba del Conte, che impreparato, cadde a terra.
Prima che potesse rialzarsi, con una velocità stupefacente, Marvin lo colpì al petto e la punta della spada si aprì un cammino fino al cuore del Vampiro..
 Fenrik, troppo sorpreso per rendersi conto della gravità del colpo subito, ebbe solo il tempo di digrignare i denti, mentre tutto diventava nero intorno a lui.
Poi in un breve attimo, la consapevolezza della fine gli donò un'inaspettata quiete.
E' dunque questa la morte? si chiese il Conte mentre il mondo si spegneva intorno a lui. 
Un sonno senza sogni e senza fine... nessun cielo, e nessun inferno...
Fu il suo ultimo pensiero, poi il suo corpo sussultò e si afflosciò al suolo.
A Marvin rimaneva un'ultima cosa da fare.
Per uccidere definitivamente un vampiro, dopo avergli trafitto il cuore con una lama d'argento, bisogna tagliargli  di netto la testa.
Marvin stava per punire l'assassino di suo padre, ma non provò alcuna gioia nel farlo. Sapeva bene che uccidere non è mai un atto gioioso, nemmeno quando a morire è il peggiore dei nemici.
Il colpo della sua spada troncò definitivamente l'esistenza del più longevo vampiro di tutti i tempi.
Dopo pochi istanti, il corpo del Conte di Gothian divenne cenere.

Sic transit gloria mundi.

 Intorno a lui si era fatto silenzio. Nessuno aveva creduto in una vittoria così completa.

Nemmeno io ci avevo creduto, ed ora dovrò abituarmi al peso del successo, che può schiacciare un uomo tanto quanto quello del fallimento.
Respirando a fondo per ritrovare la calma, Marvin si guardò intorno.
Impugnò la spada e alzò gli occhi verso il cielo. Il suo primo pensiero fu per il genitore perduto:
 <<Masrek, padre mio, ora sei vendicato!>>
Poi si voltò e fissò suo nonno Sephir e sua zia Ellis. Incontrò il loro sguardo: un lampo, tra i loro occhi. Ogni parola era inutile.

 Il vecchio patriarca degli Eclionner e l'ex reggente imperiale si inginocchiarono davanti a lui, seguiti da tutti gli altri presenti. Era l'antico rituale con cui, da tempo immemorabile, si riconosceva e si trasmetteva il potere supremo.
<<Figlio di Cento Re>> disse Sephir, sinceramente commosso <<tu hai ridato onore e gloria alla mia stirpe. Chiedimi qualsiasi cosa, ed io te la concederò>>

Marvin sollevò la mano destra, per imporre silenzio.




«Ascoltatemi tutti: queste sono le mie condizioni per il Nuovo Ordine Mondiale che oggi nasce dopo questa vittoria>>

Si rivolse a Sephir e ad Ellis:
<<Per prioma cosa voglio il comando diretto e irrevocabile delle venti legioni Lathear che hanno contribuito, insieme all'esercito dei Keltar, a sconfiggere il nemico>>
Il vecchio Sephir non ebbe obiezioni: «Ti stanno acclamando "imperator", generale vittorioso. Sei già il loro comandante. Fai buon uso della loro forza. Io mi ritirerò a Yuste, nel sud, vicino a Lathena, nell'attesa che anche tu giunga nella capitale dei tuoi antenati per regolare i conti con tuo fratello Elner».

Marvin annuì:
<<Ho promesso a re Kerelik che avrei liberato sua figlia Alienor dal matrimonio combinato con Elner, e lo farò! E sarà anche l'occasione per rivedere finalmente mia madre dopo sedici anni!>>


 


Ma prima ci sono altre questioni immediate: conquistare il castello e la contea di Gothian, in modo che possa ospitare la prigioniera Marigold Ataris, quando arriverà a nord. Intendo affidarne la custodia a mia zia Ellis>>



L'ex-reggente annuì: <<E' una saggia decisione. Il figlio che Marigold porta in grembo andrà tenuto sotto stretta sorveglianza, per evitare che diventi come la madre, o peggio>>




Marvin annuì:
 <<Ci vorranno anni per bonificare l'Artico e tutta la zona di Gothian dai vampiri e per questo istituirò una forza speciale di assalto, per portare a termine la mia rivoluzione, e per governare i territori che ora si trovano sotto il nostro controllo. Incontrerò la regina Alyx ed i suoi figli ad Alfarian. La regina è stata trasformata in vampiro, ed è pericolosa. I figli sono divenuti elfi oscuri, e comunque sono troppo giovani. Nominerò un comitato di reggenza, sotto la presidenza del druido Gwydion e di lord Ywain de Bors, duca di Amnisia»
Padre Ulume, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, forse in attesa di un incarico, colse il significato nascosto nelle parole di Marvin.
 «Forze d'assalto? Rivoluzione? Comitato di reggenza? Stai già parlando come un despota! Non puoi scatenare i tuoi Keltar su tutto l'universo!»

<<Ormai è troppo tardi: non potrei fermarli nemmeno se volessi. Quando un popolo oppresso da millenni di schiavitù riesce a liberarsi e ad uscire dai suoi confini, allora è destinato a fondare un nuovo impero. Nessuna diga potrà fermare la loro ondata. Prega per me, perché solo io, come voleva la profezia, riuscirò a far andare questa corrente nella giusta direzione>>

Igraine Canmore di Logres fu la prima a capire le implicazioni di quel discorso, e il suo sguardo era già quello altero e orgoglioso di una regina.



 Aveva intravisto nelle parole di Marvin la futura "guerra santa" che avrebbe portato i Keltar, i druidi e i Canmore delle Highlands a dominare tutto il continente. E forse fu per questo, o forse solo per amore, che dichiarò, rivolta a Marvin:

<<Benedetto sia il nostro Profeta! Ed il suo popolo! Possa il loro passaggio purificare il mondo!>>
Proprio in quel momento un raggio di sole si posò su Marvin, come a significare l'approvazione degli dei, compreso il supremo Ahura Mazda, mentre i suoi scudieri lo aiutavano a indossare l'armatura dorata e la corona. Poi salì sul suo destriero bianco.
<<Grandi obiettivi ci attendono nel futuro, sia a nord che a sud, in questo e negli altri continenti>>  e poi, rivolto alle legioni dei Lathear, parlò nella loro lingua:
<<Regere imperio populos, pacique imponere mores, parcere subiectis et debellare superbos!>>

Mentre un'ovazione accoglieva le sue parole, guardò un'ultima volta i vecchi membri del Consiglio Privato, che stentavano a riconoscere nel Profeta vittorioso di quel momento il fragile ragazzo che era stato un anno prima.

Devo dare loro il tempo di abituarsi. Ma devo anche metterli in guardia.

Sorrise:
«Non abbiate paura! Chi è innocente, non ha nulla da temere da me! Chi è colpevole, invece...>> e qui tornò serio e fece una lunga pausa, ruotando lo sguardo da sinistra a destra <<...e chi ha in animo di tradirmi, sappia allora che rimpiangerà i "modi gentili" del Vampiro!» 
Infine, rivolto ai suoi fedelissimi, indicò il settentrione e disse:
<<Si va Nord! Sempre dritti! Stanotte dormiremo a Gothian!>>


FINE

"A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'Amor che move il sole e l'altre stelle" (Dante, Paradiso, XXXIII)

P.s.
Il sequel di questo romanzo si chiamerà "Gli eredi di Gothian" e riprenderà le avventure di tutti i personaggi dal punto in cui sono state lasciate, per sciogliere i nodi irrisolti e dare inizio a nuovi sviluppi. Sospendo il blog per un po' di tempo, perché sono molti, troppi, gli impegni che mi aspettano nei prossimi mesi. Auguro buone feste a tutti. Spero che il mio romanzo vi sia piaciuto, e vi garantisco una cosa: prima o poi ritornerò!