domenica 14 agosto 2016

Alpha-Omega. Capitolo 2. Il Nuovo Ordine Mondiale e i segreti di Emily Van Garrett








                                  Una volta parlando con una Veridica le chiesi se pensava
                                  veramente che io fossi pazza e lei mi rispose: «Una di noi due
                                  lo, è, mia cara Emily…una di noi due lo è…».

                                           EMILY VAN GARRETT

                           
           Emily Van Garret uscì dall’ufficio della Dottoressa Julia Jones con la netta consapevolezza di avere parlato troppo.
Il senso di colpa per non essere stata all’altezza della situazione le ghermì lo stomaco, e dovette respirare a fondo per ritrovare la calma.
Ma poi la colpa non era tutta sua! Era di quella maledetta strizzacervelli che suo cognato le aveva messo alle calcagna.
La Jones è troppo abile! è una Veridica, oltre che una psichiatra…
I Veridici sapevano interpretare anche i minimi segni per stabilire se un testimone diceva la verità.
Però anche le Veridiche eminenti come la Jones potevano sbagliare, specie se avevano davanti un Maestro dell’OEU: per l’Ordine Economico Universale, l'ente preposto al governo del Nuovo Ordine Mondiale, l’autocontrollo ferreo dei propri adepti era la regola basilare, che si otteneva mediante il famoso “condizionamento psicologico”.
Ed Emily aveva ottenuto a pieni voti il titolo di Maestro dell’Ordine.
Ma erano altri tempi…avevo dieci anni di meno, e in questo decennio è successo di tutto.
Quegli anni l’avevano logorata nello spirito.
Si sentì stanca, ma era una stanchezza dell’anima, pallidamente venata da una dolorosa screziatura di cupio dissolvi.
     Prima della seduta con la Jones, Emily si era riproposta di non dire nulla o quasi, e invece, alla fine, si era trovata costretta a fare alcune ammissioni.
Le sue domande erano troppo ben formulate…c’è lo zampino di Charles! 
     Ebbe un gesto di stizza al solo pensiero di suo cognato e con una mano colpì uno dei robot-uscieri che pattugliavano il corridoio dietro l’ambulatorio.
Se ne pentì subito, pensando alle telecamere che riprendevano tutti i locali nella grande Piramide della Alpha-Omega.
Aveva dato loro un argomento in più per sostenere la tesi della sua incapacità di intendere.
Ci stavano riuscendo.
Lui e mia sorella Amanda…e i cortigiani!
C'era un complotto ai suoi danni che faceva parte di una più ampia Cospirazione, di cui lei sapeva troppe cose per poter essere lasciata libera di agire e soprattutto di parlare.
Il modo migliore per metterla a tacere era farla dichiarare pazza.
Le stavano provando tutte per farla crollare e se ci fossero riusciti l’avrebbero anche fatta interdire, magari con una bella diagnosi di paranoia firmata dai Veridici più quotati.…e così non sono avrebbero ottenuto il controllo del suo consistente pacchetto azionario nella Alpha-Omega, ma sarebbero anche riusciti a zittirla per sempre.
Loro sospettano di me! E non si sbagliano!
Emily era l'ultimo ostacolo che si frapponeva tra i vertici della Alpha-Omega e la conquista della maggioranza nel Consiglio dell'OEU.
Se Emily avesse rivelato i segreti della Alpha-Omega e del suo inspiegabile successo, sarebbe potuto accadere di tutto.
Ed era chiaro che sua sorella Amanda e il marito di lei, il Maestro Charles Louis Correnson, Presidente della Alpha-Omega Investment Corporation, erano disposti a tutto pur di far tacere Emily Van Garrett.
 Ma lei aveva ancora molti alleati e diverse carte da giocare…persino un asso nella manica.
Respirò di nuovo profondamente e cercò di rilassarsi.
Non era facile, ma non poteva certo permettersi di cedere ora, a un passo dal momento cruciale.
Se io crollo, sarà la fine per tutti. Per tutti! Nessuno escluso…
Il peso della responsabilità la stava schiacciando. Ma non era solo questo.
Da quando suo padre era morto, dieci anni prima, niente aveva più funzionato nella sua vita. Se solo fosse vissuto un po’ più a lungo, non avrebbe mai permesso a Correnson di rovinare tutto.
Questi pensieri non mi aiutano…
E allora, che fare? Da mesi stava meditando sulle strategie: il piano era quasi del tutto definito. I contatti con le persone giuste erano stati presi e i segnali necessari erano stati lanciati… non restava che attendere gli eventi e prepararsi ad intervenire appena se ne fosse presentata l’opportunità.
Devo reggere ancora per un po’…presto tutto sarà compiuto…
Anche per lei sarebbe arrivato il momento in cui poter esclamare: consummatum est.
Ancora pochi mesi, forse anche meno e la Cospirazione sarebbe stata svelata, se i suoi calcoli erano esatti.
Dovevano essere esatti! In questo si fidava ciecamente dei dati che gli sussurravano all'orecchio i suoi informatori, coloro che la tenevano in contatto con Nayan e con i ribelli.
Di Nayan mi fido!
Pensare a lui la faceva sentire meglio…
Ma nessun Veridico avrebbe mai dovuto nemmeno sospettare tutto ciò!
Per fortuna le rivelazioni di quel giorno non avevano nemmeno sfiorato quel delicato “versante” dei suoi segreti.
Però quanta energia le costava quella recita!
Sono stanca, stanca, stanca…
In fondo al breve tratto di corridoio, trovò il suo seguito di androidi, guardie del corpo e dame di compagnia. Persino di loro aveva incominciato a dubitare: tutti ormai potevano tradirla, soprattutto ora che le voci sulle sue presunte turbe psichiche avevano cominciato a circolare alla Corte di Correnson.
Ah, erano stati abili! Un’ottima strategia!
E poi c’era quella maledetta Jones! Le sue domande…i suoi perché…
 Non c’era modo di eludere quei test.
Se si fosse tirata indietro, però, avrebbero sospettato di più.
Il Giuramento dell’Ordine parlava chiaro: “Nessuno può rifiutarsi di essere sottoposto a perizia psichiatrica e ad esame veridico”.
Certo, se solo avesse anche lontanamente immaginato come sarebbero andate a finire le cose, mai avrebbe accettato di entrare a far parte dell’Ordine, ma allora era una ragazzina inesperta e suo padre era appena mancato.
Basta con questi pensieri!
Notò lo sguardo muto e interrogativo del suo seguito, che attendeva le sue decisioni.
Rimase per un attimo incerta su come trascorrere il resto della giornata. Avrebbe avuto molti lavori da concludere, ma si sentiva troppo male.
Cercò di non lasciar trapelare il suo disagio, mantenendo il consueto atteggiamento altero che metteva in soggezione tutti coloro che le stavano intorno. Era consapevole di essere una donna di rara bellezza naturale ed innata eleganza: alta, snella, sguardo intenso, labbra carnose, lunghi capelli scuri. Aveva una classe, un garbo nei movimenti, nei gesti, nelle parole, che le davano autorevolezza.
«Andiamo nel mio giardino pensile» ordinò, dirigendosi verso l’ascensore. Il corteo di servitori la seguì senza fiatare. Nessuno osava contraddirla e nemmeno interloquire senza essere interrogato.
Il guaio di crescere come regine. Si diventava glaciali…
Ah, se solo potessi permettermi di amare qualcuno…di fidarmi…
E invece neppure sua madre e sua sorella Amanda erano affidabili.



Mio padre era affidabile, mia zia Greta lo era…
A dire il vero Greta era una pro-pro-zia, che nascondeva molti segreti ed era sparita nel nulla, come quella parte di umanità che si era volatilizzata ai tempi del Grande Cataclisma.
Chi era rimasto sulla Terra, aveva dovuto piegarsi al dominio dell’Ordine Economico Universale e, all’interno di esso, a quello dell’Alpha-Omega Investment Corporation.

E lei, come azionista di rilievo della società, continuava ad essere un bersaglio di chiunque volesse conquistarne il controllo, familiari compresi.
Anzi, lo erano meno di tutti gli altri. E gli amici…bah…quali amici? Aveva solo alleati, e nessuno era all’altezza della situazione…
L’amicizia era un’altra cosa, e l’amore, poi, meglio non parlarne, in quel momento e in quelle condizioni…no, non era il caso.
Aveva un bel domandare la Jones: “Perché”? Nemmeno lei, Emily, riusciva veramente a capire perché le cose dovevano andare così, e soprattutto perché anche in passato erano andate in quel modo…
A parte l’elemento di predestinazione, se così si poteva chiamare l’insieme di circostanze che avevano determinato quel maledetto imbroglio della Alpha-Omega, c’era da capire come mai lei stessa avesse deciso di seguire una strategia alternativa a quella di Correnson.
Lui aveva sempre voluto eliminarla: era un intralcio nel suo “grande disegno”.
 Quindi all’inizio per lei si era trattato solo di una legittima difesa…ma poi…
Poi aveva capito tutta la verità, e si era resa conto delle conseguenze del piano di Correnson. Conseguenze che avrebbero riguardato tutti…
Rabbrividì al pensiero.
Appena l’ascensore arrivò alla piattaforma di imbarco, si introdusse nella sua navicella personale, sempre col suo seguito dietro. Ogni volta che saliva sul suo mezzo di trasporto aveva per un attimo il timore di un incidente…magari provocato dagli uomini di suo cognato…
No, non gli converrebbe agire in modo così scoperto.
 La guerra sarebbe esplosa troppo presto per gli interessi di Correnson… dopotutto il Grande Maestro Orcfeller non era ancora morto e uno scandalo non sarebbe giovato certo alla causa della Alpha-Omega.
C’erano dei tempi ben precisi, e tutti lo sapevano.
Emily si sedette nel suo divano, accanto al finestrino e osservò il paesaggio sotto di lei. La Piramide di plastacciaio, cemento e vetroresina della Alpha-Omega si ergeva mostruosa a fianco della navicella.
C’erano voluti solo pochi mesi per erigere quell’immenso Moloch, una vera è propria montagna d’acciaio alta 2000 metri standard, nel bel mezzo di un deserto di asfalto.
     La nuova Torre di Babele! Il monumento a Correnson! Mio padre non avrebbe mai permesso una simile mostruosità…
E pensare che quelle zone dell’antico Quebec un tempo erano state ricoperte di foreste! Vicino ai grandi laghi, alcune erano sopravvissute persino alla grande crisi della fine del XXI secolo.
Se chiudeva gli occhi, Emily poteva ancora rivedere nella memoria le ultime foreste e praterie degli anni della sua infanzia…quando suo padre, lasciate le zone ormai allagate dell’Olanda, si era trasferito nelle campagne vicino a Montreal.
Altri tempi!
Altra felicità fingendo al viver mio…
Nel giro di vent’anni la Alpha-Omega aveva devastato anche quel poco di verde che il Canada francese era riuscito a conservare.
Hanno distrutto ogni cosa, e questo è solo l’inizio!
Scacciò l’orrendo pensiero…non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere se…
Ma poi non era solo la paura per la sorte del Quebec: ciò che era accaduto lì erano solo la prova generale per quello che sarebbe accaduto all’intero pianeta, forse persino all’intero sistema solare…
Se rivelassi ciò che so mi prenderebbero per pazza!
I profeti inascoltati erano sempre presi per pazzi…
“Vox clamantis in deserto”: voce di uno che grida nel deserto.
Quello era il suo motto.
Sorrise fra sé, mentre la navicella si avvicinava ad un enorme giardino pensile, che sporgeva dalla Piramide a mo’ di terrazza ricoperta da una serra.
«Ecco, il mio piccolo paradiso artificiale! Il mio Petit Trianon» esclamò mentre vi entravano: «Ditemi la verità ragazze, è molto più bello, intimo e accogliente dei giardini della Nouvelle Versailles di mio cognato!»
Le dame di compagnia sorrisero diplomaticamente, annuendo senza sbilanciarsi troppo.
Emily sospirò.
Avevano paura di Correnson, alcune persino lo rispettavano e forse avevano già deciso di stare dalla sua parte.
Gli uomini hanno sempre preferito le tenebre alla luce… non vogliono sapere, non vogliono vedere, si rifiutano di farlo.
Lo avrebbero fatto anche stavolta?
Era quasi sicuro, ma esisteva un barlume di speranza.
«Fate il bagno con me?»
Almeno quello!
Non lasciatemi sola!
Il tepore che regnava in quell’Eden la fece sentire meglio.
Mentre si svestiva e si immergeva nelle acque della piscina, le ritornarono in mente i bagni che faceva nell’ultimo dei Grandi Laghi: l’acqua era fredda, ma tutto era così bello. Ora quel lago era stato prosciugato per favorire la costruzione di Nouvelle Versailles.
Non ho saputo impedire che tutto ciò venisse distrutto, ma posso ancora impedire il peggio…