<<Fai in modo che sia chiaro a lady Celebrian il significato della parola "immediatamente">> dichiarò re Finarfin al suo araldo personale.
Il messaggero era stato incaricato dal re di comunicare a sua nipote che il protratto rifiuto di lei di rivedere il marito Elrond Mezzelfo e la madre Galadriel era ingiustificabile, oltre che imbarazzante per tutta Casata dei Noldor.
La Famiglia Reale, con tutto il suo seguito, era tornata nella capitale, la città di Tirion sul colle di Tuna, dopo aver lasciato il porto di Alqualonde alcuni giorni prima, dove c'era stata una sobria celebrazione del ritorno della madre di Celebrian, lady Galadriel, a cui era stato concesso il perdono reale e la reintegrazione nel suo ruolo di principessa, unica sopravvissuta dei figli del re.
Nei tempi remoti, re Finarfin aveva rinnegato tutti i suoi figli quando, disobbedendogli, erano partiti per la Terra di Mezzo, dove ognuno di loro, tranne Galadriel, aveva incontrato una morte violenta, l'unica che poteva infrangere l'immortalità elfica. Era rimasto così deluso che aveva perso ogni desiderio di essere padre. Non aveva voluto altri figli, e del resto a Valinor l'immortalità degli Eldar non era stata più violata da migliaia di anni e non c'era alcun bisogno di un erede al trono.
Ma le formalità andavano rispettate e per quanto Galadriel ormai gli fosse estranea, non poteva ignorare la saggezza e l'eroismo che lei ed Elrond aveva dimostrato nella lunga guerra contro Sauron.
L'unico affetto autentico del re andava alla nipote Celebrian, che per quanto fosse nata nella Terra di Mezzo, era stata la sua prima discendente a fare ritorno a Valinor. Con lei Finarfin era stato indulgente, considerando quanto la nipote avesse sofferto, ma c'era un limite a tutto. Non era più ammissibile che lei si rifiutasse di vedere la madre e il marito perché le ricordavano un passato che voleva dimenticare. Era già sufficientemente scandaloso, agli occhi del re, il fatto che Galadriel fosse tornata senza Celeborn, dicendo che il signore di Lothlorien era stato "trattenuto" da questioni di estrema importanza, di cui però non aveva ancora voluto parlare.
Se a questo si fosse aggiunta una plateale separazione tra Elrond e Celebrian, allora la Casata dei Noldor avrebbe perso credibilità agli occhi delle altre famiglie reali elfiche, i Vanyar e i Teleri.
Elrond, che non aveva mai conosciuto re Finarfin, era rimasto deluso dai suoi modi altezzosi e rigidi, simili a quelli di Thranduil, il re degli Elfi Silvani. Tuttavia Galadriel lo aveva preavvertito. Gli aveva detto che Finarfin in gioventù era stato gentile e sensibile, ma si era sentito tradito prima dal padre, poi dai fratelli e infine dai suoi stessi figli. Per quanto fosse una vicenda nota, con risvolti tragici e disonorevoli, come il fratricidio di Alqualonde, ad Elrond sembrava comunque inspiegabile come a Valinor, nel Reame Beato, si potesse nutrire un risentimento così inflessibile. "Tu discendi da suo fratello Fingolfin" gli aveva ricordato Galadriel "e per mio padre questa è una macchia persino maggiore del fatto che tu abbia antenati umani, per quanto gloriosi essi fossero"
Era stato Mithrandir che, con la consueta franchezza, aveva fatto notare a re Finarfin che il serbare antichi rancori familiari non era certo onorevole per la stirpe dei Noldor e non si potevano certo attribuire ad Elrond le colpe di Fingolfin, ammesso che ce ne fossero.
Il re aveva replicato che solo i Valar potevano cancellare i peccati originali che avevano disonorato la Casata dei Noldor. E ciò non era accaduto, come si poteva dedurre dal fatto che per ogni generazione ci fosse stata una morte violenta o un matrimonio infelice.
Quelle parole crudeli, ma innegabili, avevano risvegliato in Elrond il dolore per i tragici eventi che lo avevano colpito negli affetti più cari.
Pochi conoscevano nei dettagli i motivi per cui lady Celebrian di Imladris aveva lasciato la Terra di Mezzo molto tempo prima di tutti gli altri elfi. Secondo la versione ufficiale, nel viaggio di ritorno da Lothlorien a Gran Burrone, Celebrian era stata ferita gravemente da una freccia avvelenata degli Orchi. Elrond, con la sua sapienza e la sua arte, l'aveva guarita nel corpo, ma non nello spirito, ed ella aveva dovuto lasciare la Terra di Mezzo perché solo la potenza dei Valar era in grado di riaccendere in lei la fiamma vitale.
Quella era solo una parte della verità.
Elrond e i suoi figli erano gli unici a conoscere il resto.
Celebrian non era stata soltanto ferita, ma rapita dagli Orchi che le avevano inflitto orribili torture, ed era stato questo a distruggerla moralmente, essendo lei già di per sé era incline alla malinconia e ai repentini cambiamenti di umore, come tutti i discendenti della casa reale dei Noldor.
Non era bastato l'amore del marito, dei figli e dei genitori a trattenerla. Lei aveva voluto andarsene. Avrebbe potuto restare, ma non l'aveva fatto. E questo era stato il primo grande abbandono che Elrond aveva dovuto subire, prima di quello di sua figlia Arwen.
Ricordava perfettamente le parole di Celebrian:
"Non intendo rimanere in questa terra senza speranza. L'unica salvezza è a Valinor e tu e i nostri figli dovreste venire con me"
Elrond le aveva risposto che era vincolato alla Terra di Mezzo da un giuramento di fedeltà fatto al re Gil-galad, quando gli aveva consegnato l'Anello di Zaffiro.
Quel giuramento si sarebbe dissolto soltanto quando l'anello avrebbe perso il suo potere.
"Portare un anello del potere significa essere soli"
Era stata Galadriel a dirlo sia ad Elrond che a Celebrian.
Quello era stato il momento in cui Celebrian si era sentita tradita dal marito e dalla madre, in nome di un principio astratto.
E lei li avrebbe ripagati allo stesso modo:
"La Terra di Mezzo è contagiata in maniera irreversibile. Se davvero mi ami, Elrond, vieni via con me. Anche tu, madre, e anche voi, figli miei. Partiamo insieme per l'Ovest. Facciamo vela per le Terre Imperiture, dove l'antenato Finarfin regna sugli Alti Elfi della stirpe dei Noldor, la mia famiglia".
In quel momento, Arwen si era fatta avanti:
"Siamo noi la tua famiglia, madre! E io non voglio lasciare la mia terra!".
Celebrian l'aveva guardata con risentimento:
"Dunque non sono io che vi abbandono! Siete voi che non volete seguirmi! O forse è perché in voi Mezzelfi scorre anche il sangue degli uomini, e li amate troppo per lasciarli da soli. Tu, Arwen, in particolare... troppo a lungo hai dato confidenza ai Dunedain. Se questa è la tua scelta, allora tu devi accettare la mia. Non resterò in questo luogo corrotto, che mi uccide giorno per giorno con la sua malvagità"
Nemmeno Galadriel era riuscita a convincerla a restare:
"Cosa credi di trovare dall'altra parte dell'oceano? Valinor non è perfetta come fingiamo di credere. Persino nel reame beato esistono rancori e ipocrisie. I Valar hanno innalzato un muro tra se stessi e il resto del mondo, eppure dovrebbero sapere che, nascosto dietro alte pareti, il cuore diventa ghiaccio. Io a Valinor ci sono nata e credevo che viaggiando mi sarei lasciata i turbamenti alle spalle, e invece loro mi hanno seguita. La serenità è dentro di noi, oppure non è in nessun luogo"
Celebrian, che già era stata delusa dalla madre, replicò duramente:
"Tu, madre, scambi la serenità con la protezione che ti deriva dal prezioso Anello di Diamante. Ma anche una regina degli Elfi, che possiede uno degli anelli del potere, non cresce e non arricchisce la propria vita: continua semplicemente a sopravvivere, fin quando ogni singolo minuto è stanchezza e vacuità, e allora ti ricorderai di me e anche tu farai vela verso Occidente. Ma non confidare troppo nella mia accoglienza".
Si era congedata da tutti con una sola parola: "Namarie", l'addio elfico, un concetto definitivo intriso di amarezza, malinconia e nostalgia di ciò che si è perduto per sempre.
E così era iniziata la loro lunghissima separazione, divisi da un'immensità di spazio e di tempo.
Eppure anche ciò che è immenso può avere una fine.
Nella noiosa tranquillità di Valinor, Celebrian non aveva trovato il sollievo sperato: i Valar non concedevano udienza a chi proveniva dalla Terra di Mezzo, un luogo contaminato dal male.
Celebrian era la vittima di questo male, ma per i Valar lei era soltanto una discendente dei Noldor, e questi ultimi non erano più ammessi alla loro sacra presenza, dopo il Giuramento di Feanor e le sue conseguenze.
Celebrian si ritirò dunque nella reggia di suo nonno, re Finarfin. Per lenire il dolore, beveva pozioni di papavero e si illudeva che quel torpore fosse comunque meglio dei pericoli della Terra di Mezzo. L'unica illusione di serenità che poté trovare in tutto quel tempo fu quella del distacco e della dimenticanza. Ciò che non venne dimenticato fu però il senso di tradimento che Celebrian aveva provato quando il marito, i genitori e i figli avevano rifiutato di seguirla.
E pertanto, quando infine Elrond era arrivato a Tol-Eressea, il dolore di Celebrian si era trasformato in risentimento, soprattutto quando le avevano riferito che sua Arwen era rimasta nella Terra di Mezzo.
Anche per questo non era andata ad accogliere il marito e la madre, né a Tol Eressea, né ad Alqualonde e neppure alle porte della città di Tirion sul colle di Tuna.
Era rimasta nei suoi appartamenti presso il palazzo reale di Finarfin.
Da molto tempo non usciva più dalla reggia e a volte nemmeno dai suoi appartamenti.
Le uniche visite che gradiva erano quelle della sua migliore amica Calenvir, la moglie di Thranduil che tutti credevano morta a Gundabad ai tempi delle guerre contro il re di Angmar.
Anche Calenvir aveva avuto una vicenda simile a quella di Celebrian, quando era caduta prigioniera del re di Angmar, e poi era fuggita in segreto verso Imladris.
Erano partite assieme e solo Cirdan il Carpentiere conosceva quel segreto. Calenvir non voleva essere cercata, perché sapeva che suo figlio Legolas era destinato a grandi imprese e solo molti secoli dopo avrebbe deciso di partire.
Tuttavia, mentre Calenvir aveva ritrovato le forze morali per ricominciare, Celebrian era rimasta in una condizione di torpore e di perenne stanchezza.
Gli erano tornate in mente le ultime parole che Elrond le aveva rivolto prima della loro separazione. Non riusciva proprio a dimenticarle.
"Finirai per considerare la vita una semplice abitudine".
Tutto questo era stato riferito ad Elrond fin dal suo sbarco a Tol Eressea, ma aveva dovuto serbare tutti questi pensieri nel suo cuore, ponderandoli con saggezza, soppesandoli, ma non traendone alcun aiuto, perché erano presagio di sventura.
E quando infine, dopo quell'immensità di tempo e di spazio, lui si ritrovò di fronte alla moglie, che non si era nemmeno alzata dalla poltrona, le parole che aveva immaginato di dirle si dissolsero di fronte alla consapevolezza che Celebrian non aveva ritrovato la pace interiore e ogni minima contrarietà le appariva insopportabile.
Alla fine toccò ad Elrond rompere il silenzio, dopo che la moglie si era persino rifiutata di abbracciarlo:
<<Ho attraversato gli oceani del tempo per ritrovarti, ed ora mi neghi persino un saluto>>
Celebrian, pur sentendosi in colpa per il dolore che infliggeva al marito, non poté fare a meno di esprimere il proprio disappunto su una questione che le stava molto a cuore:
<<Se tu avessi portato con te i nostri figli, forse avrei anche potuto perdonarti. Ma non puoi immaginare il mio dolore nell'apprendere che Arwen ha preferito rimanere nella Terra di Mezzo! E per giunta ha sposato un mortale e scelto una vita mortale! Avresti dovuto impedire questa follia!>>
Elrond, improvvisamente stanco, si lasciò sprofondare in una morbida poltrona, e rispose con grande amarezza e delusione:
<<Credi che non ci abbia provato? Ho tentato in tutti i modi a convincerla a venire con me, e c'ero quasi riuscito, ma il suo amore per Aragorn era troppo grande ed io non avevo il diritto di negarle la libertà di scegliere con chi vivere e dove vivere. E' stato un matrimonio felice e a quanto mi è stato detto, lei non ha mai rimpianto la sua scelta. Elladan ed Elrohir verranno, quando i tempi saranno maturi. Ci sono ancora incertezze, o almeno così hanno detto coloro che sono sbarcati a Tol Eressea, durante il mio lungo confino. Ma adesso io sono qui, Celebrian, e non intendo arrendermi di fronte al rischio di perderti di nuovo >>
Celebrian era rimasta inespressiva:
<<Ho scelto una vita ritirata e solitaria. Ogni minima emozione mi reca dolore. Se hai accettato la decisione di Arwen, allora dovrai accettare anche la mia>>
Lui si aspettava quel tipo di obiezione:
<<La accetterò soltanto se tu, prima, mi lascerai provare a risvegliare in te l'antica fiamma. Non sarò invadente, e di certo non intendo turbare il tuo equilibrio. Ma devi concedermi la possibilità di trovare un modo per aiutarti ad andare oltre questo languore intriso di sofferenza.
Ricordati questo: per quanto il dolore nella vita sia inevitabile, la sofferenza è facoltativa>>
Lei valutò quelle parole, ma senza approvazione:
<<Un antico proverbio di cui mi è sempre sfuggito il significato. Dolore e sofferenza sono la stessa cosa>>
Elrond si accigliò:
<<Il dolore è quello patito nel momento in cui la sorte ci ha voltato le spalle. La sofferenza è il male che viene dopo. Di fronte a questo male che è conseguenza del danno, possiamo scegliere se opporci o meno. Tu hai scelto di arrenderti alla sofferenza e non permetti a nessuno di allontanarla da te>>
Celebrian scosse il capo:
<<Ogni volta che ho permesso a qualcuno di "curarmi", la situazione è peggiorata. E' andata sempre così. Io ci ho provato, Elrond, ma nemmeno i Valar sono riusciti a ridarmi la vitalità perduta. La quiete è l'unica cosa che riesce a ottundere la mia sofferenza. Tu invece, con la tua sola presenza, riapri le mie ferite e spargi sale su di loro>>
Lui ritenne ingiuste quelle affermazioni:
<<Questo è dovuto al fatto che è il nostro primo incontro dopo secoli. Ma col tempo ti abituerai alla mia presenza, che sarà comunque discreta e paziente. Ti chiedo soltanto questo: il poter farti visita, anche solo per breve tempo e senza impegno. Persino senza parole, se queste dovessero turbarti. Ti supplico di non escludermi>>
Lei era troppo stanca per muovere ulteriori obiezioni:
<<Non ti escluderò, Elrond, ma non farti illusioni. Per noi due, ormai, è troppo tardi>>
N.d.A.
Sono consapevole che questo capitolo potrebbe risultare controverso, perché introduce elementi apparentemente nuovi alla concezione tolkieniana di Valinor e del matrimonio di Elrond e Celebrian. Tuttavia, chi ha letto con attenzione "Il Silmarillion" e "I racconti incompiuti di Numenor e della Terra di Mezzo" nonché le famose appendici de "Il Signore degli Anelli", sa che tra gli Elfi di Valinor le discordie incominciarono prima che Melkor le fomentasse. Il personaggio di Feanor ha in se stesso un lato oscuro, fin dalla nascita, che causa alla madre una condizione che chiameremmo coma irreversibile, e che viene considerato pari alla morte, poiché il re Finwe decide di risposarsi con Indis, una principessa dei Vanyar. La rivalità tra Feanor e i figli di Indis, e cioè Fingolfin e Finarfin, è presente già prima che Melkor seminasse zizzania tra i fratellastri. E tra i figli di Finarfin, l'allora giovane Galadriel è la più ribelle e bramosa di avventure, cosa che la porterà a disobbedire al padre, decidendo di seguire Fingolfin nella Terra di Mezzo, passando dai ghiacci eterni dell'Helcaraxe, dove Turgon perse sua moglie. Ci sono molte versioni, tra gli appunti di Tolkien, su come fu il matrimonio di Galadriel e Celeborn, ma quest'ultimo personaggio è sempre apparso opaco, poco significativo, tanto che non si capisce nemmeno se fosse un Sindar, parente di Thingol, oppure uno dei Teleri di Alqualonde, cosa piuttosto sospetta considerando che il "fratricidio di Alqualonde" fu il motivo per cui Finarfin rifiutò di seguire i fratelli e ordinò, senza successo, ai suoi figli, di desistere da quell'impresa. Galadriel appare molto indipendente, anche nella sua ultima scelta. A differenza di quanto avviene nel film, Galadrien parte per l'Occidente molto prima di Celeborn, che resta nella Terra di Mezzo a tempo indeterminato, forse addirittura per sempre. Non è un indizio di grande amore tra i due coniugi. E in generale, sull'argomento del matrimonio, Tolkien mostra un certo sorprendente scetticismo: Bilbo è scapolo, Frodo è scapolo, Elrond è separato, Thranduil è in una condizione incerta (il nome di Calenvir è una leggenda metropolitana riguardante un presunto manoscritto che Christopher si rifiutò di includere nel canone tolkieniano), Theoden è vedovo, Denethor è vedovo, e l'unico racconto riguardante un re di Numenor è quello del burrascoso e infelice matrimonio tra Aldarion ed Erendis (che ricordano vagamente Enrico VIII e Caterina d'Aragona, o Anna Bolena) la cui figlia, Tar-Ancalime, aveva come nome proprio quello di Inzilbeth, molto rassomigliante all'Elizabeth di Elisabetta I. Un solo racconto, e riguardante il fallimento di un matrimonio. Il tema stava molto a cuore a Tolkien, pur avendo lui un matrimonio felice. Ma una parte di lui sentiva il peso delle responsabilità di essere un padre di famiglia e di non poter dedicare più tempo alle proprie passioni. Nel racconto "Albero e Foglia" si trova una spiegazione di questo conflitto interiore. Ho scelto dunque di ammettere in questo mio, seppur velleitario, tentativo di scrittura, due temi da approfondire, insieme ad altri toccati nei capitoli precedenti: 1) la possibile presenza di forme di male persino a Valinor e 2) il sostanziale fallimento del matrimonio tra Elrond e Celebrian, suggerendo l'idea che Elrond fosse più interessato a Galadriel, e quest'ultima a lui, cosa che però non ebbe seguito avendo entrambi due missioni diverse. Essendo entrambi portatori di un anello del potere non sarebbe stato saggio concentrate tutto quel potere in luogo solo, ma creare invece due regni distinti e alleati, cementando tale alleanza proprio col matrimonio tra Elrond e Celebrian, un matrimonio dinastico che unisce due famiglie reali distinte. Ho inoltre scelto di accogliere la leggenda di Calenvir, secondo cui la moglie di Thranduil e madre di Legolas non sarebbe morta a Gundabad, come ipotizzato nella ricostruzione filmica di Peter Jackson (che nella seconda trilogia si è concesso fin troppe libertà), ma avrebbe seguito Celebrian nel viaggio verso Occidente.