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martedì 17 aprile 2012

Gothian. Capitolo 43. Lady Ariellyn riabbraccia sua figlia Lilieth

Da molti anni aveva perso la speranza.
Non aveva voluto nemmeno sentir parlare di sua figlia.
Anche il solo sentir nominare Lilieth le provocava un dolore insostenibile.
La gente lo aveva capito, ma tendeva a semplificare troppo la questione.
Non si nomina la corda in casa dell'impiccato.
Era questo che pensavano.
In realtà Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia, era dilaniata dai sensi di colpa, anche se, per amore di suo nipote, aveva sempre mantenuto un contegno esemplare.



Si sentiva in colpa per non essere stata in grado di impedire la rovina di sua figlia.
Ariellyn era rimasta vedova quando Lilieth era ancora una bambina, ed aveva accettato che il ruolo paterno fosse esercitato dal druido Halfgan, guida spirituale della contea.
Tutti i guai erano iniziati quando Lilieth aveva deciso di diventare una sacerdotessa di Ulien, dea della luna, ed Halfgan l'aveva iniziata agli Arcani Supremi.
Perché l’ho permesso? Nulla di buono è mai derivato alla mia stirpe dall'intromettersi nel conflitto tra angeli e demoni.
Il secondo gravissimo errore era stato permetterle di sposare Masrek Eclionner.
I Vorkidian e gli Eclionner si sono fatti la guerra per secoli, la stirpe della Luce contro la progenie delle Tenebre... ed io ho tollerato che queste due discendenze si unissero...
Si era illusa che, in quel modo, Lilieth e Marsrek, con le loro nozze, sanassero una volta per sempre l'antica frattura, e creassero le condizioni per la pace.
Che stupida sono stata! Credere che bastasse questo per porre fine ad una ostilità millenaria!
Ma l'errore più grande di tutti, era stato lasciare che Lilieth accompagnasse Masrek nella sua missione a Lathena.
Non mi perdonerò mai per averle consentito di partire.
Dopo il rapimento di sua figlia, Lady Ariellyn non aveva avuto più notizie di lei.
All'inizio le aveva cercate, ma ogni volta che si illudeva, la delusione era ancora più cocente.
Si era resa conto che l'unica cosa che potesse fare era non ripetere gli stessi errori col figlio di Lilieth.
Aveva vietato ad Halfgan di rivelargli la verità sui motivi della sparizione dei genitori, e si era opposta fermamente all'idea che il ragazzo fosse iniziato al druidismo.
Credeva che farlo istruire come retore e giurista gli avrebbe garantito una vita tranquilla, lontana dai pericoli.
Ma ho fallito anche con Marvin, ora lui è proprio nel mezzo del futuro campo di battaglia!



Quando Marvin era partito, Halfgan aveva trovato il coraggio di affrontare la Lady e di violare il tabù che gravava sulla storia di Lilieth.
Insomma Ariellyn, come te lo devo dire? Ci sono delle prove inconfutabili secondo cui  Lilieth potrebbe essere ancora viva! Ho ricevuto dei messaggi inequivocabili dai druidi di Tadna: dicono di averla vista in compagnia di alcuni navigatori di fiume: si sta muovendo verso sud, lungo il corso dell'Amnis.
Lei aveva scosso la testa, facendo tremare i suoi riccioli ramati.
Era ancora giovane: era diventata madre presto, e a sua volta Lilieth aveva avuto Marvin quando era giovanissima.
Tanta fretta... e poi, per anni e anni, il nulla...
C’era voluto troppo tempo per accettare l’idea che Lilieth non tornasse più, e ora Halfgan insisteva nel riaprire una ferita che non si era mai rimarginata del tutto. 
"Halfgan, mi sono illusa troppe volte... ci crederò solo se e quando la vedrò con i miei occhi"
Erano passati alcuni giorni e poi, in una fredda giornata di fine dicembre, le informazioni di Halfgan si erano rivelate esatte.
Un messaggio in codice da Amnisia annunciava l'arrivo di "ospiti" non specificati, ma la calligrafia sembrava proprio quella di Lilieth.
Solo a quel punto aveva concesso a se stessa di sperare.
Halfgan era tornato alla carica: “Coloro che la volevano prigioniera la volevano anche viva. Questo, insieme ad altre informazioni, mi fa pensare che siano i suoi stessi carcerieri ad accompagnarla. Credo che in fondo loro l'abbiano solo protetta da pericoli maggiori
Ariellyn era rimasta colpita da quell’osservazione: “Rapirla e imprigionarla per proteggerla? Dovrei forse ringraziarli?
Halfgan aveva evitato di spingersi oltre: “Vado alla darsena del Fossato Grande: lì attraccherà la barca con tua figlia e gli altri... ospiti... ma farò capire che per il momento solo Lilieth è persona gradita. Li farà rimanere a distanza, ma sappi fin d'ora che non se ne andranno. Sarà tua figlia a spiegarti come stanno le cose.”.
Lei si era limitata a fissarlo con aria smarrita. La situazione non le era chiara, ma in quel momento erano troppi i suoi pensieri, e le emozioni lo erano ancora di più.

File:Krige as jessica.jpg

E da quel momento era rimasta in attesa.
E' passata un'ora e mi pare un secolo…
Non voleva presentarsi subito al cancello: aveva prima bisogno di osservare di lontano, dall’alto del balcone dell’antica villa.
Era quasi metà mattina quando finalmente scorse in lontananza, sulla riva del Fossato Piccolo, due donne insieme ad Halfgan, che faceva strada.
Una delle due era bionda, e pareva una adolescente, quindi non poteva essere Lilieth.
Ma l'altra...
Aspettò ed osservò meglio.
Dei santissimi! Vi rendo grazie!
Guardò meglio e non ebbe più dubbi, era lei!
E non era cambiata.
Indossa il diadema della moglie di Vorkidex... e sorride...



La gioia di Ariellyn non si poteva esprimere a parole.
Corse giù per le antiche scale della villa e si diresse verso il ponte sul fossato.
Anche Lilieth si era messa a correre in direzione del ponte.
E proprio lì, finalmente, madre e figlia poterono riabbracciarsi.
Si tennero strette per molto tempo, incapaci di staccarsi o di dire una parola, sotto lo sguardo benevolente di Halfgan.



Infine, dopo un'eternità di istanti, si guardarono negli occhi.
Lilieth fu la prima a parlare.
«Madre, perdonami per tutta la sofferenza che ti ho causato. In tutti questi anni il mio cuore si straziava al pensiero di te che mi credevi morta, ma era necessario che non ci fossero comunicazioni di alcun tipo... niente che permettesse ai nostri nemici di risalire a Marvin»
Ariellyn annuì. Lo capiva, e dovette ammettere che sua figlia si era comportata saggiamente.
C’era Marvin da difendere. Ma chi sono questi nemici? 
Accarezzò il viso della figlia, ed un pensiero la turbò.
Diede voce a una domanda inevitabile.
«E Masrek...»
Lilieth sorrise:
«E' vivo anche lui, madre... e so che sta percorrendo la via coloniale verso sud... ma la sua strada è diversa dalla mia...
Ariellyn non volle insistere:
«Ci sono troppe notizie incredibili in una volta sola. Mi pare di essere in un sogno. Ma tu sei vera, bambina mia, sei reale, io ti tocco, ti sento parlare, ti accarezzo i capelli»
E di nuovo la abbracciò.
Quando tornarono a guardarsi in faccia, Ariellyn le disse: «Marvin è diventato un uomo ormai, avrei voluto trattenerlo qui, ma non potevo continuare a nasconderlo in eterno...»
E le lacrime le impedirono di proseguire.
«Lo so» rispose subito Lilieth «Halfgan mi ha spiegato tutto. Sei stata come una madre per lui, la migliore delle madri! Io l'ho messo al mondo, ma tu hai fatto tutto il resto, e te ne sarò grata per sempre. A me è stato concesso di vederlo solo in lontananza: mentre passavamo vicino al porto di Floriana, io l'ho visto... sapevo che era lui... somiglia così tanto a suo padre...»
Ariellyn annuì.
Somiglia troppo a suo padre, è questo che mi preoccupa...
Ma non disse niente: quella era una giornata di festa, e non voleva turbare quella gioia con altre preoccupazioni.
L’unica cosa che importa è che lei sia qui.
Solo allora notò che la ragazza bionda stava attendendo vicino ad Halfgan e sorrideva.
«Chi è questa giovane che ha i tratti degli Alfar?»
Lilieth fece un cenno ad Alienor che si presentò:
«Sono Aliènor di Alfàrian... anche io data per morta, ed anche io tornata nel vasto mondo per compiere il mio destino...»

File:Ghanima2.jpg

Ariellyn ricambiò il sorriso e chinò il capo leggermente, in segno di omaggio.
Aveva intuito che potesse essere lei. A sorprenderla non era tanto l'identità della principessa, quanto le sue parole.
Destino! Tutti a parlare di destino!
Detestava quel termine. Non era mai stata fatalista, e le sembrava sbagliato credere che gli eventi non si potessero cambiare con le proprie forze. Ma anche quello era un argomento troppo delicato, e decise di rimandare tutte le domande ai giorni seguenti..
C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per la felicità!


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige nel ruolo di lady Jessica Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Frank Herbert.
La guerra tra i Vorkidian e gli Eclionner è ispirata a quella tra gli York e i Lancaster, nota come Guerra delle due Rose (ne ha tratto ispirazione anche George Martin nelle sue Cronache, dove la rivalità principale è tra la famiglia Stark e la famiglia Lannister).
Marvin Vorkidian è rappresentato come Jon Snow ne "Il trono di spade".
La città di Tadna è ispirata da Pavia e il fiume Tadnius dal Ticino, mentre l'Amnis è il Po.
Lilieth Vorkidian è intepretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
L'espressione "Per le antiche scale" è una citazione del titolo di un romanzo di Mario Tobino.
Il druido Halfgan è interpretato da Gurney Halleck. Nella stessa foto Lilieth è rappresentata come Irulan Corrino.
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.


mercoledì 14 marzo 2012

Gothian. Capitolo 26. Ulume e Mollander progettano di esiliare Ellis

Padre Rudo Ulùme, sacerdote e confratello dell’Ordine della Grande Canonicaera considerato da tutti un uomo dai grandi poteri soprannaturali.

 


Era senz'altro l'allievo più promettente del Priore Izùmir Mollànder.



















Solo loro due e pochi altri iniziati agli Arcani Supremi sapevano che il dio del sole non era Eclion, ma Belenos, capostipite dei Vorkidian.
Eclion è il Signore delle Tenebre e gli Eclionner ne sono i degni discendenti.
Questa verità implicava una conseguenza molto grave.
Gli Eclionner vanno allontanati dal potere, per preparare l'avvento del Figlio dei Cento Re, l'edere di entrambe le dinastie.
Ellis non poteva sapere il vero significato di quella formula. Non sospettava nemmeno la vera identità di Marvin Vorkidian.
Cinquanta sovrani Eclionner per parte di padre e cinquanta Vorkidian per parte di madre: Marvin Eclionner-Vorkidian, il Figlio dei Cento Re, colui che porterà equilibrio tra il Bene e il Male.
Ulume se lo immaginava già assiso al Trono del Sole, come garante del Nuovo Patto tra gli dei e i demoni.


Era un obiettivo a portata di mano, ma tutto dipendeva dalla missione che lui, Ulume, stava per intraprendere.
Come sono arrivato fino a qui? Quale destino mi ha scelto per diventare l'alfiere del nuovo equilibrio?
Doveva tutto al suo maestro.
Padre Mollander era stato per anni missionario tra le tribù dei Neri, nelle province del profondo sud del continente, i Ker e gli Zulu di Jandola.
Lì Rudo Ulume era nato, in una famiglia povera e molto numerosa.
Mollander aveva intuito il potenziale del giovane Ulume e lo aveva scelto come allievo. L'aveva istruito non solo nella cultura Lathear, ma anche, e soprattutto, nella religione Lathearica. L'allievo apprendeva tutto con molta rapidità e questo aveva confermato le intuizioni del sacerdote, che decise di insegnargli anche le pratiche di esorcismo, di misticismo e persino di necromanzia.
Ulume aveva una mente versatile, che riusciva ad unire una fede incrollabile, un forte afflato mistico e una fredda razionalità. Per questo motivo Mollander lo volle con sé, quando tornò a Lathena, e gli fece concludere il noviziato presso la Grande Canonica.
In quegli anni, Mollander era stato nominato Istitutore e Confessore dell'allora principessa imperiale Ellis Eclionner, per ordine del nonno materno di lei, il senatore Fuscivarian.



Mollander aveva saputo conquistarsi così bene la fiducia di Ellis e di Fuscivarian, che questi ultimi, dopo aver raggiunto il potere, lo avevano ricompensato sostenendo la sua nomina a Priore della Grande Canonica. Da quella posizione, il Priore era riuscito a collocare in posti di responsabilità e prestigio i suoi due migliori allievi: Padre Ulume nei Servizi Segreti e Padre Sulmen nella Cancelleria di Amnisia.
Tutto questo era accaduto diciotto anni prima, nell'anno della Primavera di Sangue.
Da allora molte cose erano cambiate, in particolare da quando Marigold di Gothian era giunta a Lathena, minacciando di sconvolgere i piani dell'Ordine canonicale.
Mollander era stato informato delle minacce della Dama Gialla, e aveva chiesto di rimanere alcuni giorni in ritiro spirituale e meditazione, al termine dei quali aveva convocato il suo migliore allievo.
Ulume si stava recando da Mollander, nelle stanze riservate dove il vecchio Priore trascorreva in quasi completo isolamento la parte finale della sua lunga vita.
L'allievo amava ripensare agli anni in cui il suo maestro, assieme ad altri pochi eletti come Sulmen e Grizinga, aveva elaborato un piano complesso, segretissimo e ambizioso, destinato alla creazione di una teocrazia nell’Impero Lathear e poi in tutto il continente. Questo piano era stato chiamato, con giusta enfasi, il Nuovo Patto.
Non tutto il Clero era a conoscenza di quel piano.
Se il cardinale Augustin Aregna, arcivescovo di Lathena e presidente del Tribunale della Sacra Inquirenza avesse conosciuto gli intenti dei canonici, li avrebbe fatti bruciare sul rogo.
Persino gli Eclionner temevano il Cardinale, grande amico di Fuscivarian.
Fino ad allora, comunque, il segreto era stato protetto.
Ulume era rimasto in contatto con Sephir e Masrek, aiutandoli a sopravvivere in incognito, sotto le false identità dello Sciancato e dell'Eremita.
Più oscuro, ma non meno importante, era stato l’operato di Padre Sulmen e di Padre Grizinga.
Povero Sulmen... diciassette anni a tener d’occhio quella famiglia, i Vorkidian, a vigilare che il ragazzo non corresse pericoli. E povero Grizinga, che dovrà difendere Marvin dalle insidie che lo aspettano in quell'impresa azzardata.
Ma anche quello era stato previsto.
Tutto andava alla perfezione, fintanto che non è arrivata la Contessa di Gothian!


In quella donna bellissima e terribile, che si faceva chiamare Marigold, si concentrava il potere dei tre demoni più forti: Atar, dio del fuoco, che l'aveva generata, Eclion, il Signore delle Tenebre che aveva generato il suo primo sposo, e poi Gothar, dio del ghiaccio, che aveva generato il suo secondo marito, il Conte Fenrik di Gothian, l'Albino, il re delle nevi.


Erano forze temibili, con numerosi progetti segreti.
Ma non ci fanno paura! Il Patto impedisce loro di agire fino alla fine di quest'anno.
E tra un mese, quando scadrà il Millennio, il vero dio del Sole, il luminoso Belenos, e la dea della luce Aenor e quella della luna, Ulien, potranno sostenere apertamente il Nuovo Patto!
Padre Ulume  era giunto nella camera privata del suo vecchio maestro. Poteva accedervi grazie al tuo titolo di Primicerio del Sacro Cubicolo.
Bussò.
«Entra, figlio mio» fu la risposta di Padre Mollander.
Ulume aprì la porta e trovò l’anziano maestro in ginocchio, davanti ad una immagine del Sole Radiante, a sette punte, simbolo di Belenos.

 

Sul comodino, c’era una copia vergata a mano della Luce Immortale, il testo sacro che Wechtigar I il Pio aveva scritto ispirato dalla dea della luce Aenor.
«Come state, Padre?» gli chiese l'allievo.
«Sufficientemente bene, figliolo, ma sento che il mio destino sta per compiersi, nel modo in cui avevo previsto»
«Così sia» disse Ulume con un  gesto di benedizione, e poi riprese «Sono qui per ricevere i vostri ordini. Come sapete domattina partirò per la spedizione che dovrebbe decidere le sorti del nostro piano»
«Lo so. Ho meditato molto in questi giorni. Il mio intuito dice che molte delle cose che noi vogliamo si avvereranno, ma alcune potrebbero non riuscire. Ecco, tu ti devi occupare di queste “alcune” che ti ho detto, e seguire il nostro piano passo per passo. Ti dovrai sempre trovare nel posto giusto al momento giusto»
Padre Ulume annuì:
 «Lo farò. Belenos mi aiuterà, come ha sempre fatto. La nostra forza è la certezza di operare per il Sommo Bene. E la nostra determinazione è ciò che ci ha sempre permesso di raggiungere le nostre mete. Non temo i nemici che incontrerò, ma sono preoccupato per voi, per quello che Edwina, anzi... Marigold, intende fare qui nella Città Santa»
Padre Mollander si lisciò la barba bianca, mentre si sedeva su un rigido scranno in legno.
«Fintanto che il Millennio non scadrà, Marigold non potrà fare niente. Sa bene che se violasse il Patto proprio ora, perderebbe tutto ciò che ha atteso per quasi mille anni. Ho ancora un mese di tempo per preparare la sua rovina. E in questo mese, io conto di poter convincere l’Imperatrice Vedova a partecipare al nostro piano»


Ulume inarcò le sopracciglia:
«Non sarà facile»
Mollander sospirò:
«E' una vita che tento di farle capire il suo ruolo. Ma credo che ormai incominci a capire che le mie profezie si stanno realizzando e che la Fanciulla delle Nevi non + Alienor, ma Marigold! Percepisco la tensione tra le due donne. Ellis è combattuta interiormente. C’è del buono in lei. Lo intuii tanto tempo fa, quando fu mia allieva. Credo che riuscirò a salvarla dal vero pericolo che la minaccia, e cioè la Dama Gialla!»
«Come intendete fare?»
Mollander sollevò una mano:
«Le confermerò il fatto che Marigold, in quanto Fanciulla delle Nevi, è il pericolo più grande. Ellis capirà che le conviene collaborare con noi, se intende salvarsi. Il mio obiettivo è di farle lasciare Lathena il prima possibile. Ma non voglio trattenerti oltre, figlio mio... » ciò detto il vecchio prete impartì la benedizione al suo allievo, con la mano aperta a indicare i raggi del sole, e poi lo salutò: «Ora va’, e tieni sempre a mente che, se è necessario sacrificare qualcuno per creare il regno del Sole in terra, questo qualcuno dovrà essere sacrificato, con la certezza che Belenos accoglierà la sua anima nella contemplazione della Luce Perenne»
«Così sia, Padre» disse Rudo Ulume, e con un breve inchino prese congedo dal suo maestro.
Mentre tornava alla sua cella, pensava a come era rettilinea la direzione della sua vita: dal profondo Sud verso il profondo Nord.
Dal Fuoco al Ghiaccio, dal Sole alle Nevi…
Ma quanti erano gli ostacoli! Nemmeno il Clero era unito.
Ebbe un momento di paura per la difficoltà della sua missione.
Dio del Sole dammi la forza! Ti imploro mentre osservo la luce del giorno, e ti prego di notte, quando le tenebre prevalgono, e tu non ci sei, ed io non ho requie…


N.d.A.

Rudo Ulume è Samuel L. Jackson nei panni del maestro jedi Mace Windu.
Izumir Mollander è Christopher Lee nei panni del Conte Dooku (Darth Tyranus) in Guerre Stellari.

venerdì 2 marzo 2012

Gothian. Capitolo 20. Alienor incontra la madre di Marvin


Dopo alcuni giorni di permanenza a Linthael, il pirata Vyghar annunciò ad Alienor che dovevano partire per un villaggio nelle vicinanze. Non era di molte parole il pirata.
Le aveva però procurato degli abiti comodi per il viaggio in montagna. Era una tenuta da amazzone e da cacciatrice, che le stava alla perfezione.


Le fu dato un cavallo, e poco dopo partirono, lungo una valle stretta e inospitale che si addentrava nella catena montuosa dei Denti del Drago. Ben presto la mulattiera che seguivano si inerpicava verso l'alto, in direzionione del passo che li avrebbe condotti in un'altra valle, sperduta all'interno delle montagne.
«Posso sapere dove mi state conducendo?» chiese la principessa al pirata.
Non sopportava il fatto che Vyghar parlasse poco. Il silenzio e l'indifferenza che lui mostrava così spesso la irritavano.
«Certo, ma quando ti dirò il nome del luogo, ne saprai meno di prima!»
Ad Alienor dava fastidio anche il tono ironico della maggior parte delle sue risposte.
«Ditemi come si chiama!»
Lo sdegno principesco nella voce di Alienor faceva sempre sorridere il pirata.
«Tupìle, mia principessa. Si chiama Tupile... contenta ora?» e ridacchiò.
In effetti non aveva mai sentito nominare quel luogo, ed il nome non era affatto gradevole.
«E lì cosa farò?»
Il pirata la guardò con l'aria di chi la sa lunga.
«Farete compagnia ad una splendida nobildonna, che è nostra "ospite" da alcuni anni!»
Da come ne parlava, sembrava che avesse molto rispetto per quella donna. E forse qualcosa di più...
Alienor non sapeva se essere contenta o no di quella risposta.
«E voi ve ne andrete?»
Vyghar sospirò: «Andrò dallo Sciancato, per capire quello che intende fare di vo
Alienor rimase delusa: «Quindi alla fine avete deciso di vendermi!»
Il pirata scosse il capo:«Al contrario: lo Sciancato intende pagarmi affinché anche voi possiate rimanere "ospite" nel villaggio dei miei fedelissimi»
Il modo in cui pronunciava la parola "ospite" faceva sembrare un grande privilegio essere suoi prigionieri. Alienor era irritata anche da quello, ma la sua curiosità era più forte dell'orgoglio:
«Chi è la nobildonna che mi farà compagnia?»
 Alienor sapeva di aver formulato la domanda in modo tale da porre la misteriosa donna nella condizione di sua damigella, e quindi di inferiorità.
Vyghar scosse il capo, contrariato: «Fate troppe domande, Altezza! E comunque non aspettatevi di trovare in quella splendida signora una vostra damigella!»
La principessa avrebbe voluto prenderlo a schiaffi! Non capiva se il pirata la stesse provocando o se fosse per caso innamorato di quella sua così "splendida ospite".
Per un po' rimasero entrambi in silenzio, fino a quando, giunti in cima al passo, videro il paesaggio dell'altra valle che si presentava davanti a loro.
Il villaggio di Tupile si trovava al centro di quella vallata, così lontana da tutto il mondo civilizzato. Alienor respirò l'aria pura di quei luoghi, e si sentì stranamente libera, come non era mai stata.
Ma era pur sempre una prigioniera!
«Mi rinchiuderete in una cella?»
Vyghar appariva distratto:
«Non ce n'è bisogno. I miei uomini controllano tutto il paese e tutta la vallata. Nessun ostaggio è mai riuscito a fuggire da qui. Questo luogo non è segnato nemmeno nelle carte geografiche!»
La discesa era abbastanza agevole, nel sentiero che attraversava il bosco di abeti profumati, con un aroma di resina e di legno umido.
Alienor non sopportava però il silenzio ostinato di Vyghar.
«Chi vive in questo paese?»
«Le nostre donne, naturalmente! Credevate forse che noi pirati non avessimo compagne?»
La principessa mascherò col suo tono gelido un principio di gelosia:
«Saranno donne selvagge come voi! A parte naturalmente la nobile signora...»
Il pirata sorrise in modo compiaciuto:
«E' una persona di straordinaria bellezza e intelligenza!»
Una sempre maggiore gelosia si fece strada nella mente di Alienor:
«E voi siete sposato?»
Il pirata si limitò a ridere, come se la domanda fosse talmente assurda da non meritare risposta.
Questo suscitò una nuova reazione di silenzioso sdegno da parte della principessa.
Ormai il paese si avvicinava, e lì Alienor avrebbe trovato una risposta alle domande che Vyghar continuava a eludere col suo modo di fare sarcastico e irriverente.
Quando infine giunsero a Tupile, le donne e i bambini  vennero incontro ai pirati, ma di fronte ad Alienor rimasero piuttosto freddi.
«E' meglio che vi conduca subito da lei» disse Vyghar come se stesse parlando di una divinità in incognito.
«Se proprio insistete»
La voce era fredda, ma in realtà Alienor stava morendo dalla curiosità di conoscere la misteriosa nobildonna.
Seguì il pirata che, dopo aver sistemato i cavalli, le fece strada verso una abitazione dall'aspetto migliore delle altre. Era una vera e propria baita in pietra grezza e legno, abbastanza ampia.
Sulla soglia li attendeva una donna bellissima, dagli occhi chiari e dal viso signorile ed autorevole. I suoi capelli castano ramati erano lisci e lunghi. Era una Keltar, di un'età intorno ai 37 anni, e portava un diadema di perle con un pendente, che la qualificava come una sacerdotessa.
.


«Milady, i miei omaggi» le disse Vyghar con voce incredibilmente gentile, e le baciò la mano.
Poi la guardò con occhi chiaramente innamorati, e avendo visto nel giardino una rosa d'autunno, di color viola, la recise e gliela porse. La donna lo ringraziò con serena dignità, inspirando il profumo del fiore.
Il pirata indicò con lo sguardo Alienor, poi fece un breve inchino, e si congedò con virile garbo, come se quella scena fosse stata predisposta nei minimi dettagli.
La donna osservava la principessa come se la conoscesse da sempre.
Alienor ne ammirava in silenzio la bellezza e l'eleganza e non sapeva cosa dire.
La dama sorrise:
«Parlami delle nevi del tuo regno, principessa...»
Dunque lei sapeva! Quella non era una richiesta, era una dichiarazione. Era un chiaro riferimento alla profezia della Fanciulla delle Nevi, e al Patto.
Solo una iniziata agli Arcani Supremi poteva conoscere tutto questo.
«Chi sei?» le chiese Alienor, meravigliata.
«Mi chiamo Lilieth Vorkidian e sono una sacerdotessa di Ulien, dea della Luna. Mio maestro fu il druido Halfgan della Contea di Keltar-Senia, che mi iniziò agli Arcani Supremi»
Alienor aveva già sentito quei nomi. Era stata Marigold ad accennarglieli, parlando di una vicenda accaduta nel Ducato di Amnisia.
«Vyghar mi ha detto che siete di nobile stirpe»
Lilieth annuì:
«Sono discendente dell'ultimo re dei Keltar, Vorkidex»


Alienor ricordò.
Ma certo! Il Giuramento di Kevin Vorkidian, il figlio di Vorkidex!
La Contessa di Gothian aveva collegato questo Arcano alla vicenda del rapimento di una coppia di sposi appartenenti all'aristocrazia di Amnisia, nell'anno della Primavera di Sangue 
«Credevo che quella stirpe si fosse estinta col rapimento di...»
Lilieth Vorkidian annuì:
«Col mio rapimento. Te lo ha detto lei, vero?»
Alienor sgranò gli occhi. Quella sacerdotessa poteva dunque leggere il pensiero?
Oppure semplicemente ha sentito parlare della Dama Gialla.
«Marigold di Gothian?»
Lilieth annuì:
«La donna che ti ha tradito. E che ti ha tenuto in vita per un'unica ragione: che tu incontrassi me»
La principessa  fu travolta da una tempesta di dubbi:
«Come fai a saperlo? Che legame hai con  lei, e con Vyghar? Perché era così impoertante che io ti incontrassi?»
Lilieth sorrise con aria quasi materna: «Vyghar mi ha parlato del piano, prima del tuo rapimento. Lui mi ama, ma sa che sono sposata e quindi non posso ricambiarlo, e mi rispetta, anche se sono sua prigioniera da diciassette anni. Il mio rapimento è stato il suo primo atto di pirateria, commissionato da Sephir Eclionner, lo Sciancato»
Alienor corrugò le sopracciaglia:
«Maledetti siano gli Eclionner!» esclamò «Tutti, dal primo all'ultimo
Lilieth rimase impassibile: 
«Non sono gli Eclionner i veri cattivi. Possiamo ancora cambiarli, salvarli da se stessi, per salvare l'intero continente...»
La principessa non capiva: «Se non sono loro i cattivi, allora chi lo è?»
La donna rispose con una sola parola, che valeva più di un intero discorso: 
«Gothian»
Alienor sospirò: 
«Cosa vuole ancora Marigold da me?»
Lilieth assunse un'aria malinconica:
«Vuole che tu impedisca che mio figlio reclami il Trono del Sole»
La principessa si limitò a fissarla senza capire.
La donna le parlò con dolcezza: «Mio figlio Marvin, che vive ad Amnisia portando il mio cognome, è nato dal mio matrimonio con Masrek Eclionner, legittimo erede al trono imperiale dei Lathear, che ora vive in eremitaggio. So che mio marito Masrek non rivendicherebbe nulla, e nemmeno suo padre Sephir, lo Sciancato. Ma so che prima o poi Marvin dovrà sfidare Elner XI»
«Masrek Eclionner è morto da diciassette anni! E non si sposò mai!»
«Sei libera di non credermi Alienor, ma prima o poi questa verità verrà fuori. In molti già ne sono a conoscenza, è solo questione di tempo. Ormai il millennio si avvicina, e con esso la scadenza del Patto. A quel punto tutti getteranno la maschera e giocheranno a carte scoperte, a cominciare dalla tua Dama Gialla»
Alienor sentiva che Lilieth era sincera.
 Incominciò a capire tutte le trame di Marigold e si sentì sciocca per non aver mai sospettato nulla, ma continuava a non capire il suo ruolo in tutta quella vicenda:
«Io dovevo sposare Elner, e a quanto mi è dato capire, Marigold vuole Elner per sé. Ma non capisco il mio ruolo nei confronti di tuo figlio»
Lilieth si fece seria: «Marvin, anche se solo pochissimi lo sanno, è erede legittimo dell'Impero Lathear e del Regno dei Keltar, tu sei una principessa reale degli Alfar. Marigold vorrebbe che tu sposassi Marvin e lo convincessi a rinunciare alle sue pretese sull'Impero Lathear in cambio della corona degli Alfar e dei Keltar. Ma è una trappola! Perché un grande attacco arriverà da Nord, dalle Nevi perenni di Gothian! L'ho visto nelle mie premonizioni. Il Conte di Gothian sta radunando il suoi Albini per colpire alla schiena tuo padre e tua madre!»
La principessa era sconvolta:
«Ti ho fatto troppe domande, senza sapere di non essere pronta ad accettarne le risposte. Sappi che se quello che dici è vero, io non mi farò usare! Non sarò la marionetta dei Conti di Gothian!»
Lilieth sorrise: «Che Ulien ti benedica! Era la risposta che speravo di sentire! Nessuno ti costringerà a fare nulla, fintanto che io ti proteggerò»


N.d.A.

Il nome "Tupile" è ispirato all'Alleanza di Tupile menzionata nel romanzo "Messia di Dune" di Frank Herbert.
Alienor di Alfarian è rappresentata come una principessa Targaryen ne "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin.
Lilieth Vorkidian è rappresentata come Lyanna Stark ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".