mercoledì 19 maggio 2021

Vite quasi parallele. Capitolo 134. Niente è come sembra


 

 Al termine del dinner party nella Royal Suite, intorno all'una di notte, dopo il consueti ringraziamenti e saluti, Aurora e Roberto tornarono nella suite di lei e crollarono entrambi sul letto, stremati.
Lui aveva mangiato troppo, come al solito, e lei aveva bevuto troppi alcolici, come sempre.
La prima a parlare fu Aurora:
<<Allora, secondo te cosa ci nascondono quei due?>>
Roberto, perplesso, rispose:
<<Come direbbe Hercule Poirot, in casi come questo ci sono solo due possibilità: o tutto è come sembra o niente è come sembra>>
Lei fu d'accordo:
<<Sì, e la seconda opzione è quella più probabile. 
 Jessica nasconde sicuramente qualcosa. Il suo italiano è troppo naturale e moderno, attuale, anche nei modi di dire e nelle espressioni colloquiali, gergali, giovanili.
Non bastano le "estati italiane" dell'infanzia o l'istitutrice italiana di alto livello, per riuscire a parlare così, senza alcuna traccia del presunto fatto che la sua lingua madre sia l'inglese.
Se anche fosse vero che lei è una Burke-Roche, di sicuro è cresciuta in Italia e ha continuato a viverci anche di recente. 
E poi, dietro alla sua apparenza da piccolo topolino, c'è una donna astuta che sembra avere dei superpoteri.
Ha tenuto banco per tutta la sera. E' riuscita a zittire persino te, cosa che io ritenevo umanamente impossibile.
Il Duca poi pendeva dalle sue labbra, come se lei l'avesse stregato con un filtro d'amore.
A meno che anche lui non stesse recitando una parte>>

Roberto aveva gli stessi dubbi:
<<Come ti ho accennato, i miei hanno parlato con Lorenzo e lui ha confermato la versione di Jessica e di Waldemar, ma loro sono rimasti dubbiosi e mia madre era molto preoccupata, ma il problema è che lei è sempre preoccupata, non voleva nemmeno che io fossi qui, tuo ospite, quindi di per sé il suo atteggiamento non è diverso dal solito, anche se mi è parso, ma non potrei giurarci, che pure lei mi nascondesse qualcosa... ma non vorrei diventare paranoico. 
In fondo, questa sera ci siamo divertiti e loro non ci hanno chiesto niente di strano, e non mi pare che ci abbiano avvelenati...>>

Aurora sorrise, ma la sua mente era di nuovo alla ricerca di ipotesi :
<<Non credo che vogliano farci del male. Tra l'altro, Battista li tiene d'occhio ed è sempre in contatto con altre persone, qui, che conoscono mio padre e, diciamo, controllano un po' la situazione. E fino ad ora non è emerso niente di strano
Persino mio padre al telefono era tutto contento che conoscessimo "gente per bene". Non so, forse mi nasconde qualcosa anche lui, oppure sto diventando anch'io paranoica. Non so più cosa pensare. 
Però c'è una cosa che ho notato: Jessica ha scelto sempre argomenti che, guarda caso, sono le tue fissazioni. 
E chi può averglielo detto se non tuo zio, il Filosofo Metafisico, che più ne sento parlare e più mi sembra un misto tra il professor Abraham Van Helsing di Dracula, il dottor Victor Frankenstein il dottor Jeckyll o il professor Moriarty
E la cosa strana è che, mentre tutti sembrano considerarlo un grande genio, potentissimo, tu invece non me lo descrivi mai>>
Roberto per una volta non sapeva cosa dire:
<<Non è facile descriverlo: è una persona sfuggente.
E' molto tempo che non lo vedo. Ha sempre tanti impegni in giro per il mondo. 
Sembra comunque che tra fine agosto e inizio settembre voglia incontrarmi, e sarebbe meglio che tu fossi con me, perché sei un'osservatrice attenta.
In famiglia lui è un argomento tabù, i miei evitano di parlarne, come se essere suoi parenti non sia poi "questo grande onore". E in generale tutti, in famiglia, se lo sentono nominare, diventano preoccupati e cambiano discorso.
Comunque, per quelle poche volte che l'ho visto di persona, posso dire di lui che veste sempre di viola e di nero, come un vescovo o un monsignore, e questo è un po' inquietante.
Però non si dà delle arie, a me è sembrato sempre gentile, cordiale, sorridente, divertente.
Poi va be', ha anche lui i giorni in cui è girato male: lui stesso ha raccontato di aver litigato varie volte con i tassisti, di aver la tendenza ad attaccare bottone in treno o cose simili, che poi alla fine sono innocue. Parla spesso dei bei tempi andati quando era in Germania a specializzarsi e il suo Maestro gli insegnava i misteri dell'universo. Il professor Franz Otto von Kranz, che sembra un personaggio di Paolo Villaggio>>
Aurora rise:
<<Ah ah, è vero. Il professor Kranz "tedesco di Germania", psicoanalista e prestigiatore, esule a Rio de Janeiro>>
Rise anche Roberto:
<<Oppure, rimanendo in tema, sembra il professor Birkenmeier dell'Università di Jena
Il dietologo che prescriveva un metodo infallibile: a colazione niente, a pranzo niente, a cena niente. E basta>>
Lei ne approfittò per fargli notare:
<<Tu ci hai dato sotto stasera. Ormai ti mangiavi anche i piatti. Hai visto come ti guardava male il vecchio Archibald?>>
Lui ammise:
<<Sì, forse ho mangiato un filino di troppo, mi dev'essere rimasto un cinghiale tra i denti>>
Lei rise, e per un attimo la tensione si stemperò.
<<Jessica ti ha rimproverato perché non hai letto i libri del Filosofo Metafisico. 
Ma poi, perché lo chiamano così, visto che è uno Storico delle Religioni?>>
Roberto azzardò un'ipotesi:
<<Perché ha tre lauree: la prima in Lettere Classiche, la seconda in Storia e la terza in Filosofia con tesi sulla metafisica nel pensiero di Erich von Tomaten, che fu il Maestro del suo Maestro, il professor Kranz di cui sopra. 
Von Tomaten scrisse un testo imprescindibile: "Das tausendjaehrige Reich", l'Impero dei Mille Anni, un tomo di 1500 pagine, in un linguaggio ancora più oscuro di quello di Kant, Hegel e Heidegger messi insieme.
E anche qui c'è l'ennesima "casuale coincidenza".
Ai tempi della guerra, infatti, Von Tomaten era interprete presso la Panzer Division che stazionò a Villa Orsini quando il Bevano segnava la Linea Gotica>>
Aurora lo guardò con preoccupazione:
<<Dici sul serio?>>
<<Sì, e in effetti la cosa è un po' inquietante a pensarci bene
Anche Von Tomaten sapeva discretamente l'italiano, almeno così diceva mio nonno Ettore, e gli faceva anche delle lezioni di "germanesimo" con frasi assurde del tipo: "In Germania il Cristianesimo non passa! L'Illuminismo non passa! La Rivoluzione non passa!" e tirava un pugno sul tavolo e giurava che nelle Isole Frisone la religione dominante fosse il Paganesimo germanico, cosa del tutto campata in aria, almeno adesso. Ma credo anche all'epoca...>>
Aurora non sapeva se ridere o avere paura:
<<Cioè, scusami tanto, ma sembra che tutti i pazzi, me compresa, si siano dati convegno a Villa Orsini, il Maniero Neogotico sulla Linea Gotica>>



Roberto rise, ma poi ripensò a Villa Orsini e gli parve di comprendere finalmente il senso della ristrutturazione in chiave gotica dell'edificio in riva al Bevano:
<<Sì, ognuno pazzo a modo sui, ognuno con i suoi fantasmi, le sue allucinazioni, le sue visioni. 
E il Princeps dei Folli era il conte Ippolito Orsini, mio trisavolo, che decise di dare questa impronta neogotica ad una residenza che prima era normale. 
A me piace molto, lo confesso. Ha qualcosa di fiabesco. Una specie di magia.
E piace molto anche a Lorenzo, che andava a trovare Ettore ancor prima che i miei si sposassero. Erano amici: una cosa davvero improbabile, perché mio nonno materno detestava gli intellettuali. 
Con me diceva che lui e Lorenzo parlavano di conoscenti comuni di Bologna o di Ravenna, ma non ci ho mai creduto. Una volta camminarono lungo il Bevano, fino alla Colonia Felina, quando ancora c'era l'Elvira, la sorella maggiore di Ida Braghiri. 
L'Elvira aveva più di cent'anni, secondo alcuni da ragazza aveva "stregato" il conte Ippolito.
Io la vidi, da bambino. Disobbedii ai nonni e mi inoltrai fino al Bosco Sacro. Si chiama così perché un tempo vi si praticavano culti pagani. C'è una rete che lo circonda, per delimitare il terreno dove i gatti possono girare al sicuro. 
L'Elvira viveva lì, con le sue sorelle. Mi lesse persino la mano, e quando io le chiesi cosa aveva visto, lei rispose: "Dolore" e mi fissò con occhi che mostravano certezza assoluta e una punta di compassione. Io ero molto deluso e chiesi: "Nient'altro?" e lei mi rispose "Sapienza. Forse persino Illuminazione, se riuscirai a sopravvivere sano nel corpo e nella mente alla Prova del Dolore".
Come puoi immaginare, quella previsione mi spaventò: in fondo ero solo un bambino e quella donna era inquietante, sembrava quasi leggermi nel pensiero. 
"Io non voglio fare quella Prova. Non voglio il dolore". Lei continuava a fissarmi, come se dovesse valutare attentamente l'autenticità di un metallo prezioso, ma allo stato grezzo.
"Nessuno di noi lo vuole, ma prima o poi tocca a tutti. La Prova del Dolore è qualcosa di più complesso, ma non sei tu a decidere se sottoporti o meno ad essa. Non dipende da noi.
E quando dico noi, intendo qualcosa di più elitario rispetto all'intero genere umano.
Non posso dirti come ci chiamiamo tra noi, ma c'è una cosa che devi sapere: noi possiamo averte tutto, tranne la libertà. Il libero arbitrio è un'illusione utile per responsabilizzare le persone alle conseguenze delle proprie azioni, ma nel nostro specifico caso c'è una Volontà Superiore che decide. Un giorno qualcuno ti spiegherà il significato di tutto questo.
Anzi, ti voglio mettere in guardia : più cercherai di evitarla e più la renderai probabile. Funziona sempre così, quando si cerca di pianificare il futuro senza conoscerne le infinite implicazioni"
Faticavo a comprendere il senso delle sue parole eppure le usai.
"Qualcuno ha mai provato a pianificare il proprio futuro per evitare o almeno ridurre il dolore?"
Lei, sempre con quella miscela di assoluta certezza e di lieve compassione, rispose:
"Sì, e ogni volta è stato inutile, come per la povera Isabella, che amavo come se fosse mia figlia. 
Le avevo detto che evitare la Prova era più pericoloso che accettarla, ma lei ha agito di testa sua e ha fatto la fine di tutti gli altri prima di lei. 
Tutti loro, nessuno escluso, hanno cercato di evitarla e hanno fallito. 
Hanno fallito e sono morti">>



Aurora era sconvolta:
<<E' spaventoso! Com'è possibile che tuo nonno abbia permesso ad una donna del genere, di alloggiare all'interno del Feudo Orsini, in un'enclave dove chiaramente si continuavano a celebrare culti pagani e stregoneria? E cosa successe esattamente alla tua prozia Isabella?>>

Roberto cercò di raccogliere i ricordi sparpagliati nella sua mente:
<<Mio nonno avrebbe voluto sbarazzarsene, ma Elvira era la sorella maggiore di Ida Braghiri, la moglie del suo braccio destro, che poi lo tradì, ma all'epoca gli era indispensabile.
C'erano cinque sorelle: Elvira, Iole, Ida, Irma ed Ermide. Le Streghe della Palude, anche se loro preferivano essere chiamate Sacerdotesse. 
E avevano protettori potenti. 
Il giorno in cui ricevetti la mia "profezia", c'era anche un uomo di una certa età, dall'aria distinta, in una delle altre stanze. Quando Elvira ebbe finito con me si recò da lui, il quale le chiese, qualcosa a voce bassa, chiamandola "Reverenda Madre", lei rispose a voce ancor più bassa e non sentii nulla, tranne le ultime parole della loro conversazione. Lui le chiese: "Ma c'è qualche speranza?" e lei sospirò e rispose: "Non c'è mai stata molta speranza. Solo quella di uno sciocco, o di un folle". L'altro non la prese bene e borbottò qualcosa di incomprensibile.




Per quanto riguarda la prozia Isabella, dicono che si uccise perché era rimasta incinta pur essendo nubile e neanche fidanzata. Ma mia nonna ha sempre creduto che qualcun altro l'abbia catturata e poi impiccata. Lei non l'avrebbe mai fatto, mi diceva. 
Ma chi era il padre? Alcuni dicono che fosse il tenente Muller, che fu trovato morto pochi giorni dopo che i Tedeschi, compreso Von Tomaten, se l'erano data a gambe. 
L'indagine fu condotta dallo zio di tua madre, l'ispettore Tartaglia, nel cui rapporto al commissariato c'era scritto che si trattava di suicidio e che il tenente Muller, possibile padre del bambino, era stato ucciso dai partigiani. Il giudice istruttore, Guglielmo De Gubernatis, che aveva sposato l'altra sorella di mia nonna, Ginevra, chiuse il caso ufficialmente e archiviò i fascicoli.
Ed è tutto vero: è questa la cosa sconvolgente.
Non è una storia romanzata, come quella che ci ha raccontato Jessica. Magari fosse così!
Queste cose sono reali, hanno gettato l'ombra del sospetto su mio nonno e il disonore sulla nostra famiglia, come se già allora non avessimo abbastanza guai. 
Io non so più cosa pensare.>>

Aurora ebbe un'intuizione
<<Ma è quella casa... quella terra, quel bosco tra i due torrenti, dove prima c'era la palude, è tutto collegato, tu capisci cosa intendo dire?
Mia madre, che avrà sicuramente saputo da suo zio l'ispettore di quel fatto, è sempre stata affascinata e nel contempo impaurita da Villa Orsini, dal Feudo, dal Bosco, dalla Palude, dai Fiumi. Proprio come te, e mi ha trasmesso queste ossessioni.
Mi parlava di quel Maniero Neogotico affacciato sul Bevano, fin da quando ero bambina, e mi raccontava molte leggende del passato,  alla fine ripeteva sempre: "E' un luogo di potere, ma non è soltanto un potere terreno"
Ok, mia madre da giovane aveva aderito a una società New Age, simile alla Wicca, e quindi non è particolarmente credibile come testimone, però c'era davvero qualcosa di profondamente spirituale nei suoi discorsi. 
Io non capivo, ma adesso incomincio a collegare le cose. 
Per esempio, vorrei sapere: Lorenzo ha fatto la tesi su Von Tomaten prima o dopo aver conosciuto tuo nonno?>>

Roberto non era in grado di risponderle con esattezza:
<<Tutte le volte che glielo chiedevo, lo zio rimaneva sul vago, come al solito.
Una volta però, infastidito dalle mie domande, disse: 
"Von Tomaten è un'autorità nel campo della Metafisica e le accuse nei suoi confronti sono prive di fondamento"
"Quali accuse?" chiesi io.
E lui: "Ma sì, le solite storie. L'occultismo, il soprannaturale e ovviamente la Thule Gesellschaft, l'Ahnenerbe, il castello di Wewelsburg... 
Ma poi lui ha fugato ogni dubbio quando ha scritto il suo capolavoro, Das Tausendjaerighe Reich".
Io non sapevo assolutamente di cosa stesse parlando, poi ultimamente ho fatto delle ricerche in biblioteca e ho visto che i primi nomi riguardavano società segrete pagane, nordiche, razziste che hanno avuto a che fare col nazismo e con le SS. 
Nell'Impero dei Mille Anni, invece, "Von Tomaten smentisce seccamente di aver simpatizzato per il Terzo Reich", o a qualunque ente ad esso collegato, come l'Ahnenerbe, e in effetti nessuno trovò prove al riguardo, ma non le cercò nemmeno.
Se avessero interpellato mio nonno, sarebbero saltate fuori tutte quelle lezioni di "germanesimo" e le gozzoviglie con la Panzer Division e alcuni ufficiali delle SS che erano alle dirette dipendenze del venerato Maestro.
Von Tomaten spiegò poi che la sua teoria metafisica era di tipo Millenarista, ma non nazionalsocialista. Anzi, era molto più vicina al millenarismo delle religioni tradizionali, e comunque filosoficamente strutturata secondo i crismi accademici, con un apparato bibliografico di tutto rispetto, che gli valse il plauso di molti colleghi, i quali si adoperarono con successo per  fargli riavere la cattedra di Filosofia Teoretica all'università di Monaco>>

Aurora ascoltava affascinata:
<<Ma non ti rendi conto che tutto torna? Tuo zio, nello scrivere la tesi sull'Impero dei Mille Anni, studia la biografia di Von Tomaten e viene a sapere che fu mandato in missione in Italia, ufficialmente come interprete, ma in realtà per trovare qualche cosa che interessava all'Ahnenerbe o come si chiama. E qui scopre che il professore soggiornò a Villa Orsini, un tetro maniero neogotico, al centro di un Feudo al cui interno c'è un bosco sacro, alla confluenza tra due torrenti, dove si celebrano riti pagani di origine celtica.  A questo punto incomincia a indagare e scopre qualcosa di molto importante, che potrebbe interessare a qualche personaggio ancora più importante, come il consigliere Albedo, Duca di Alcazar. 
E adesso che ci penso, credo che l'uomo misterioso che era con Elvira, il giorno del tuo vaticinio, fosse proprio Fernando Albedo, il Consigliere. Scommetto che aveva un accento spagnolo!
Ma il vero scopritore di tutto, tramite la sua tesi su Von Tomaten, è Lorenzo, e questa soperta lo porta a dedicare la sua carriera accademica ai culti esoterici, e ad occuparsi anche di altre cose, tra cui il restauro del castello di Montecuccolo (che lui collega in qualche modo ai Monterovere) e cerca di favorire un'alleanza tra i Monterovere e i Ricci-Orsini>>
Roberto aveva sempre evitato di pensare alla sua famiglia in questi termini, come il mero prodotto di una serie di alleanze per creare una potente dinastia, e quindi reagì in maniera difensiva:
<<Sì, ma che scopo?>>
Lei era sempre più entusiasta:
<<Ma è ovvio: c'è una Società Segreta che gli fornisce i mezzi per portare avanti delle ricerche sui culti esoterici in Emilia-Romagna. E tramite l'alleanza tra i Monterovere e i Ricci-Orsini, riesce a garantirsi l'accesso al Feudo, e alla famosa Colonia Felina, nel Bosco Sacro alla confluenza della Torricchia nel Bevano...




...dove un tempo c'era la Palude, e ad avere l'accesso ai reperti archeologici che saltano fuori dai lavori per il Canale Emiliano-Romagnolo, nelle terre dei tuoi nonni. 
Diventa tutto un affare di famiglia, di cui però non si deve parlare, anzi, tutti devono far finta di detestarsi a vicenda, di litigare, di non aver niente in comune, mentre in realtà c'è qualcosa di grande valore che viene nascosto>>
C'erano implicazioni, in quel discorso, che non piacevano a Roberto:
<<I miei genitori se ne sarebbero accorti e me ne avrebbero parlato. La tua ricostruzione è un'ipotesi di complotto con tutti i limiti che ha ogni teoria della cospirazione
Ci manca solo Indiana Jones intento a trovare l'ennesimo cimelio che dona il potere assoluto, l'immortalità, l'eterna giovinezza e cose del genere!>>
Aurora però era determinata:
<<Tu ridi, ma guarda che stai rischiando grosso, anzi stiamo, perché adesso io e te siamo una cosa sola, non dimenticarlo.
Chi è questa Jessica che parla l'italiano meglio degli italiani e che sembra conoscere tutte le cose che ti interessano? Chi è questo Duca di Nonsocosa che spunta dal nulla con tanti soldi da buttar via per farsi gli affari nostri?
E soprattutto, come mai mio padre ha cambiato totalmente atteggiamento nei tuoi confronti dopo aver indagato su tutte le ramificazioni del clan Ricci-Orsini-Monterovere?
Non vedi che intorno a noi due e alla nostra vacanza girano soldi a palate, come se fossimo dei divi di Hollywood? Come fai a non accorgerti del fatto che vari soggetti alternativi vogliono aggiudicarsi il controllo su qualcosa collegato a noi come se si fosse a un'asta di Sotheby's?>>





Roberto sapeva che Aurora aveva ragione, ma preferì non parlare dell'incontro col Visconte a casa del notaio Papisca. Aveva giurato di non parlarne e i Monterovere mantengono sempre la parola data, per cui valutò le altre questioni:
<<D'accordo, è chiaro che ci sono in gioco interessi che noi non conosciamo, ma che vedono implicate le nostre famiglie e misteriose società segrete di cui qualche nostro parente è a conoscenza. 
La tua teoria sarebbe che ci sono almeno due "cordate" alternative, e non si capisce da che parte stia mio zio Lorenzo. E' così?>>
Lei valutò la cosa:
<<Diciamo che questa è la parte più oggettiva, materialistica.
Ma Lorenzo è un esperto di questioni esoteriche, e quindi le società segrete di cui stiamo parlando devono avere un carattere iniziatico. 
Hai visto che sono colta anch'io, anche se non lo sbandiero ai quattro venti come quella Jessica!>>
Lui sorrise:
<<Ma certo che lo sei, non ho mai pensato il contrario. Non sarai mica un po' gelosa di lei?>>
Aurora preferì reagire con una rappresaglia concreta, incominciando a fargli il solletico, al che lui, nonostante la stanchezza, reagì allo stesso modo, e finirono per rotolarsi entrambi sul letto come bambini di tre anni, e questo fu il preludio a una nottata simile alla precedente.
La gelosia di Aurora aveva comunque colto nel segno, perché anche se in quel momento Jessica era impegnata con qualcun altro, in seguito, negli anni successivi, si sarebbe rifatta viva e sarebbe diventata per Aurora una pericolosa concorrente.