mercoledì 11 gennaio 2017

Il filosofo gnostico Valentino

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Valentino (floruit 135-165; Phrebonis, ... – ...) è stato un teologofilosofo e predicatore egiziano di lingua greca e di scuola cristiano-gnostica. I seguaci della sua scuola vengono detti Valentiniani.

Biografia

Valentino nacque a Phrebonis sul delta del Nilo (secondo altre fonti a Cartagine) e si trasferì in giovane età ad Alessandria d'Egitto, allora importante centro cristiano dove circolavano anche idee neoplatoniche ed allegoriche come quelle di Filone di Alessandria. Qui studiò presso un certo Teudas, che si proclamava diretto discepolo di Paolo di Tarso e che pretendeva di aver appreso da Paolo le rivelazioni segrete fatte all'apostolo direttamente dal Cristo. Questi insegnamenti esoterici sembrano essere stati poi riportati nel Vangelo secondo Filippo ed in altri scritti gnostici.
Valentino dapprima insegnò ad Alessandria d'Egitto, poi tra il 140 e il 160 circa soggiornò a Roma, dove operò come diacono sotto papa Igino, e vi rimase fino al pontificato di papa Aniceto. Secondo Tertulliano la mancata elezione a vescovo di Roma lo fece, in seguito, allontanare dalla Chiesa e intraprendere con decisione la strada gnostica che lo portò a una prima scomunica, nel 143, da parte di papa Pio I, seguita poi da molte altre. Tertulliano ne cita addirittura una post mortem fatta attorno al 175. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Cipro dove fece molti proseliti e dove probabilmente morì attorno al 165. I suoi seguaci furono chiamati valentiniani.

Dottrina

Gli gnostici valentiniani cercarono di risolvere l'eterno dilemma che si presenta a chi pensa a un mondo creato: se il mondo è stato creato da un Dio, da dove viene il male? Se Egli non ha creato il male come lo si può considerare unico Creatore delle cose?
Da quanto tramandatoci dai primi eresiologi cristiani si può ricostruire solo in parte la dottrina del maestro gnostico e della sua scuola, basata su una fusione sincretica di elementi neoplatonici, giudaizzanti, cristiani e gnostici di derivazione sethiana ed encratita. I frammenti di cui siamo in possesso parlano soprattutto della Redenzione operata dal Cristo e del destino privilegiato dei cosiddetti uomini spirituali, ossia tutti quelli che conservavano nel loro corpo il seme divino. Dai pochi brandelli di cui siamo in possesso è impossibile stabilire dei confini netti tra la dottrina propriamente di Valentino e quella elaborata dalla sua scuola, sicuramente molto più complessa. Le fonti dalle quali si può ricavare la dottrina della scuola valentiniana sono:
  • la cosiddetta Lettera dogmatica dei Valentiniani[1] riportata da Epifanio in Panarion 31, 5-6;
  • la Piccola notizia, riportata nell'opera di Ireneo Adversus Haereses, I 8;
  • la Grande notizia, sempre nell'opera di Ireneo, Adversus Haereses , I I-8;
  • una sintesi dottrinale scritta da Ippolito, Philosophumena, VI 29-36.
La struttura della cosmogonia valentiniana può essere ricavata dalla Grande notizia, secondo la quale all'inizio di tutte le cose esisteva l'Essere Primo, Bythos, che dopo ere di silenzio e di contemplazione, tramite un processo di emanazione, diede vita al Pleroma (mondo divino), formato da 30 Eoni raggruppati in coppie (sizigie) maschili e femminili, in cui la parte femminile ha funzione delimitativa e formativa. Al vertice di questi Eoni si pone la coppia Abisso[2] e Silenzio[3] (quest'ultimo elemento femminile), coppia da cui nacquero per emanazione Intelletto[4] e Verità[5]. Da essi nacquero Logos e Vita, e da questi ultimi Uomo e Chiesa[6]. Questi otto formano la cosiddetta Ogdoade[7]. poi Logos e Vita emanarono una Decade[8] di Eoni: Profondo e MescolanzaSempre giovane e UnioneAutogenerato e PiacereImmobile e MistioneUnigenito e Beata. Quindi la coppia Uomo e Chiesa emanò dodici Eoni (Dodecade[9]): Paracleto e FedePaterno e SperanzaMaterno e CaritàSempre pensante e IntelligenzaEcclesiastico e BeatitudineDesiderio e Sophia. Tutti costoro concorrevano a formare il Pleroma.

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L'origine del peccato e del decadimento del divino nel mondo materiale è attribuito dalla gnosi valentiniana proprio all'ultimo Eone femminile, Sophia, poiché le varie emanazioni comportarono una degradazione progressiva. Scriveva Ireneo: «Ma si fece avanti l'ultimo e più recente Eone della Dodecade emessa da Uomo e Chiesa, cioè Sophia, e subì la passione senza l'unione col suo compagno di sizigia Desiderio» (Adversus Haereses, I, II 2). La passione di cui si parla è desiderio di Sophia di conoscere e ascendere al Primo Essere, per sua natura inconoscibile[10]. Al peccato di Sophia, che voleva spingersi fino al Primo Essere, si oppose però Limite[11]; questi venne generato da Bythos privo della controparte femminile poiché era destinato a delimitare e a consolidare il mondo divino e non a generare per emanazione altri Eoni.
Sophia fu trattenuta e consolidata da questo: così, tornata a stento in sé e convinta che il Padre è incomprensibile, depose la sua intenzione insieme con la passione sopraggiunta a causa dello stupore e della meraviglia. (Ireneo, Adversus Haereses, I, II 2).
Una volta che Limite ebbe reintegrato il mondo divino ed espulso la passione peccaminosa di Sophia dal Pleroma, l'Eone Abisso, insieme all'Eone Intelletto, emise un'altra coppia: Cristo e Spirito Santo[12], per portare a perfezione finale il mondo divino. Cristo fece conoscere agli altri Eoni la loro vera nascita, occorsa per successive emanazioni, principalmente ad opera di Intelletto e dell'essenza del Primo Essere; mentre Spirito Santo rivelò agli Eoni la loro sostanziale uguaglianza con quelli che compongono l'Ogdoade e così «tutti gli Eoni sono stati resi uguali per forma e volere e sono diventati tutti Intelletto, tutti Logoi, tutti Uom e tutti Cristo, e similmente gli elementi femminili tutte Verità, tutte Vita, tutte Spirito e Chiesa»[13]. A questo punto tutto il Pleroma emanò l'Eone Gesù[14], frutto perfetto generato da tutti gli Eoni; mentre come scorta dell'Eone furono emanati gli angeli, destinati a far coppia con gli uomini spirituali.
Al di fuori del mondo divino, però, Sophia detta Achamoth[15], la passione dell'Eone Sophia, vagava nei «luoghi dell'ombra e del vuoto» e solo l'intervento della coppia Cristo/Spirito Santo, le dette forma ma non la dotò della stessa conoscenza che aveva elargito agli altri Eoni[16]. Questa, ormai formata, decise di ascendere al mondo divino ma poiché era ancora sporca della passione, fu fermata da Limite. Essa cadde preda del dolore, del timore e del disagio, tutte passioni generate dall'ignoranza della sua vera essenza, parte sostanza materiale (la passione dell'Eone Sophia destinata a rimanere fuori dal Pleroma), parte «aroma d'immortalità» trasmessole da Cristo/Spirito Santo. Da questi sentimenti nacque la materia, da cui si generò il mondo materiale; però:
Le sopravvenne anche un'altra disposizione, quella della conversione verso colui che l'aveva vivificata. (Ireneo, Adversus Haereses)
E proprio per questo sincero sentimento di conversione l'Eone Cristo/Spirito Santo mandò l'Eone Gesù ed i suoi angeli a far conoscere a Sophia Achamoth la sua vera essenza guarendola dalle passioni (elevandola cioè ad uno stadio di conoscenza superiore)[17]. L'Eone Gesù, inoltre, prese le passioni di cui era schiava Sophia Achamoth e le trasformò in sostanza, dividendola in una parte cattiva e una in parte buona, anche se essa stessa soggetta alle passioni; questa parte nacque dal sincero sentimento di conversione di Sophia Achamot e si qualificherà come sostanza psichica. A questo punto Sophia Achamoth generò dei semi spirituali, immagine imperfetta degli angeli dell'Eone Gesù, destinati a rimanere nel mondo materiale finché non matureranno e potranno ricongiungersi, come elemento femminile, agli stessi angeli; poi Sophia Achamoth decise di dare forma alla sostanza che l'Eone Gesù aveva ricavato dal suo sentimento di conversione, e prima di tutto dette forma al Demiurgo[18]:
Dicono che il Demiurgo è diventato padre e dio degli esseri esterni al Pleroma, essendo creatore di tutti gli esseri psichici e ilici. [...] Così fece sette cieli[19], al di sopra dei quali egli risiede. [...] i sette cieli sono intelligibili, e suppongono che siano angeli: anche il Demiurgo è un angelo, ma simile a Dio. Analogamente affermano che anche il paradiso, che è sopra il terzo cielo, è per potenza il quarto angelo e che da lui ha preso qualcosa Adamo, che è stato in esso. (Ireneo, Adversus Haereses)
E ancora:
Il Demiurgo credeva di creare da sé tutte queste cose, mentre, invece, le faceva per impulso di Achamoth: così egli fece il cielo non conoscendo il cielo, plasmò l'uomo ignorando l'uomo, fece apparire la terra ignorando la terra. (Ireneo, Adversus Haereses)
Infatti, il Demiurgo, spinto a sua insaputa da Sophia Achamoth crea solo l'aspetto materiale delle cose e questa, a sua volta, è spinta nella creazione dall'Eone Gesù. Dal Demiurgo nacquero anche il diavolo (detto Kosmokrator[20]) e la sua corte di angeli malvagi.

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Dopo la creazione del mondo materiale il Demiurgo creò l'uomo. Secondo il mito gnostico gli uomini creati si dividevano in tre generi, con differenti caratteristiche e differenti destini:
  • ilici (da Hyle) o terreni, nati dalla materia cattiva creata dalla passione di Sophia Achamoth e destinati per questo a scomparire;
  • psichici, fatti a somiglianza del Demiurgo, ossia della stessa buona materia nata dal sentimento di conversione di Sophia Achamoth, quindi possessori dell'anima ma destinati ad una redenzione incompleta, ovvero ad ascendere insieme al Demiurgo al regno di Sophia Achamoth[21], solo però quando essa sarà condotta al mondo divino e si unirà in sizigia con l'Eone perfetto Gesù; sono gli unici uomini dotati di libero arbitrio e, in virtù delle loro scelte, possono o salvarsi o dissolversi come gli ilici.
  • pneumatici o spirituali, uomini nei quali vennero nascosti, all'insaputa del Demiurgo, i semi spirituali partoriti da Sophia Achamoth ad immagine e somiglianza degli angeli del corteo dell'Eone Gesù. Questi uomini, dotati della scintilla divina (pneuma), erano perciò destinati a ricongiungersi con il mondo divino indipendentemente dalle loro azioni[22].
Da questa distinzione si può dedurre che il Demiurgo aveva insufflato l'anima solo in alcuni ilici ed allo stesso modo Sophia Achamoth aveva inserito il seme spirituale solo in alcuni psichici. In tal modo ogni uomo spirituale aveva un involucro psichico e uno materiale, mentre ogni psichico solo un involucro materiale. Secondo i valentiniani gli gnostici erano spirituali, i cristiani in generale erano psichici ed i pagani erano ilici.
La Redenzione, però, sarebbe giunta solo grazie a Gesù, inviato per portare la gnosi e la salvezza agli spirituali. Secondo i valentiniani il Demiurgo generò un Cristo di pura natura psichica non corrotto dalla materia, infatti: «È questo che è passato attraverso Maria come l'acqua passa attraverso un tubo»; allo stesso tempo Sophia Achamoth inserì in lui il seme spirituale, mentre l'Eone Gesù discese su di lui sotto forma di colomba quando ricevette il Battesimo nel Giordano[23]. L'Eone Gesù e il seme spirituale impiantato da Sophia Achamoth, avrebbero però abbandonato il corpo del Cristo al momento della crocifissione. Secondo questa dottrina, Cristo non sarebbe veramente morto sulla croce, ma il tutto sarebbe stato un gioco di apparenze. (docetismo, dal greco dokéin (apparire) valentiniano).

Opere

Delle sue opere rimangono solo pochi frammenti ricavati dagli scritti degli eresiologi cristiani: Clemente AlessandrinoStromata, II 36; II 114; III 59; IV 89; IV 89-90; VI 52; Ippolito di RomaConfutazioni VI 42; VI 37; AntimoSulla santa Chiesa, che riportano brani di lettere, omelie e poesie; sono invece attribuiti al maestro gnostico alcuni testi ritrovati a Nag Hammadi nel 1945:[24]

La scuola

I seguaci di Valentino studiavano i metodi per liberare il proprio pneuma. Ciò poteva avvenire sia attraverso lo studio dei testi sacri che attraverso varie cerimonie, quali la camera nuziale o la redenzione. Tra i discepoli di Valentino sono da ricordare i due alessandrini, Eracleone e Tolomeo, che Ippolito indica come rappresentanti di una scuola italica; mentre nella scuola orientale, da Ippolito contrapposta a quella italica, sono da ricordare Assionico e Ardesiane, forse corrispondente a Bardesane. A questa scuola va ricollegato anche Teodoto di Bisanzio. Ireneo racconta che nella valle del Rodano era attivo Marco, da Ireneo detto dispregiativamente "il Mago".
Anche il filosofo e teologo Origene fu molto influenzato da questa scuola. Secondo Agostino si rifacevano alla scuola valentiniana anche i Secondiniani, che "aggiungevano alle loro dottrine la pratica di azioni turpi", ed i Colorbasi, che affermavano che la vita degli uomini dipendeva da sette costellazioni. Le scuole valentiniane, comunque, si estinsero entro la fine del III secolo, assorbite o dalla chiesa o dalle scuole manichee.

Note

  1. ^ Nella Lettera dogmatica dei Valentiniani, un documento sicuramente molto antico e destinato solamente agli iniziati, sono citati i 30 Eoni che, salvo qualche piccola differenza, ritroviamo nelle opere di Ireneo e Ippolito.
  2. ^ Il primo Principio maschile è chiamato con diversi nomi: Abisso (Βυθός), per definirne l'assoluta trascendenza rispetto agli altri Eoni e Autoprodotto (Αὐτοπάτωρ), ovvero che non è stato originato da nessun altro Eone. Troviamo anche il nome Padre, appellativo di solito riferito all'Eone Intelletto, per questo il primo Eone è chiamato Pre-Padre; per estensione, infine, troviamo anche il nome Pre-Principio.
  3. ^ Il nome Silenzio (Σιγὴν) definisce la sua trascendenza, mentre altri nomi del principio femminile sono Pensiero (Ἒννοιαν), che esprime la qualità dell'Eone di riflessione interna e Grazia (Χάριν), ossia l'impulso che le fa generare altri Eoni.
  4. ^ L'Intelletto (Νοῦς), è chiamato anche Padre (Πατήρ), ma anche Uomo (Ἄνθρωπον), per sottolineare il carattere di esemplare celeste dell'uomo spirituale; ma quest'ultima variante è più frequentemente riferita al quarto Eone.
  5. ^ Ἀλήθεια.
  6. ^ Chiesa (Ἐκκλησίαν) intesa nel senso della chiesa valentiniana, formata dagli uomini spirituali.
  7. ^ L'Ogdoade, formata da quattro coppie di Eoni, in genere viene suddivisa in due Tetradi, composte dai primi quattro Eoni (Abisso/Silenzia e Intelletto/Verità) e dagli altri quattro (Logos/Vita e Uomo/Chiesa) (4 e 8 erano considerati numeri perfetti dai Pitagorici). Nella cosiddetta Lettera dogmatica dei Valentiniani, riportata da Epifanio, l'Ogdoade al contrario è così composta: Abisso/Silenzio, Padre/Verità; Uomo/Chiesa; Logos/Vita.
  8. ^ I nomi che compongono questa Decade, nella Lettera dogmatica dei Valentiniani riportata da Epifanio, generati al contrario da Logos/Vita e detti Profondo/Mescolanza, Sempre giovane/Unione, Autogenerato/Mistione, Unigenito/Unità, Immobile/Piacere, sottolineano la perfezione del mondo angelico.
  9. ^ Questa serie di Eoni, nella Lettera dogmatica dei Valentiniani, riportata da Epifanio, generati al contrario da Uomo/Chiesa e così detti: Paracleto/Fede, Paterno/Speranza, Materno/Carità, Sempre pensante/Intelligenza, Desiderato/Beata, Ecclesiastico/Sophia; servono, eccettuato Sophia, più che altro a formare il numero complessivo di trenta, sottolineando con i loro nomi però l'imperfezione iniziale della Chiesa degli eletti.
  10. ^ Ippolito riferisce che il peccato di Sophia consisté nel voler generare da sola, come l'Essere Primevo, Bythos.
  11. ^ Il Limite (Ὄρον), si frapponeva tra il mondo divino e quello materiale. Ireneo (Adversus Haereses I II, I), però, parlava di due Limiti: uno fra il primo Essere e gli altri Eoni, e uno fra il mondo spirituale e quello materiale. In altre fonti valentiniane è denominato Horos (Ὁροθές), ovvero Limitatore; ma anche Λυτρωτής = Redentore, in quanto purifica gli Eoni; Σταυρός = Croce, intesa come croce cosmica, concetto in parte ripreso dal Timeo di Platone, che ha la funzione di separare e segnare i confini del mondo divino; Χαριστήριος = che rende grazie; Ἄφετος = che rimette i peccati degli Eoni; Μεταγωγεύς = Guida, che rimuove la passione dal Pleroma; Καρπιστής = Emancipatore dalla passione.
  12. ^ Qui è elemento femminile, poiché ruah = spirito, in ebraico è di genere femminile.
  13. ^ Questa conoscenza, detta illuminazione (=perfezionamento), consiste in una seconda formazione degli Eoni, dapprima formati solo secondo la sostanza, ovvero emanati, mentre ora sono formati secondo la gnosi, ossia la conoscenza, apprendendo la loro vera natura diventando così sostanzialmente uguali all'Eone Intelletto e raggiungendo la perfezione.
  14. ^ L'Eone è detto anche Salvatore (Σωτῆρα), Cristo (Χριστός), Logos (Λόγον) e Tutto (Πάντα), poiché deriva da tutti gli Eoni.
  15. ^ Il nome Achamoth (in ebraico sapienza), viene utilizzato per distinguere l'Eone Sophia, ormai nel Pleroma, dalla passione della stessa Sophia, rimasta esclusa dal mondo divino. Altro nome che si ritrova nei testi è quello di Madre (Μητέρα), nel senso di madre di tutti gli uomini spirituali. Da alcuni passi di Ireneo si può ricavare che lo sdoppiamento di Sophia in due unità, una superiore e l'altra inferiore, è probabilmente da attribuire alla scuola di Valentino, e non al maestro gnostico che probabilmente aveva immaginato una sola Sophia prima nel Pleroma poi espulsa fuori.
  16. ^ Questo processo di formazione materiale, in parte è speculare allo stesso compiuto prima dall'Eone Cristo/Spirito Santo nei confronti degli altri Eoni; ma se il secondo processo comportava la conoscenza, qui si tratta solo di formazione, ovvero di dare a Sophia Achamoth una forma precisa. Proprio questo processo di formazione, prima secondo la sostanza poi secondo la conoscenza, com'era già intervenuto a beneficio degli Eoni del Pleroma, occorse anche per Sophia Achamoth, e infine si ripeterà nel mondo materiale quando gli uomini spirituali verranno formati anche secondo la conoscenza, ovvero scopriranno la loro essenza e potranno assurgere al mondo divino.
  17. ^ Qui si conclude l'opera di formazione (illuminazione), se l'Eone Cristo/Spirito Santo aveva formato Sophia Achamoth secondo la sostanza, ora l'Eone Gesù la forma secondo la gnosi (conoscenza).
  18. ^ Il sentimento di conversione, da cui nacque il Demiurgo, rispetto agli altri sentimenti si qualifica come disposizione positiva, quindi il Demiurgo, ovvero il Dio del Vecchio Testamento, in un certo senso ha carattere positivo anche se imperfetto. Il Demiurgo è chiamato anche Padre, Madre-Padre, poiché genera da solo senza elemento femminile, ma anche Senza-Padre, perché a crearlo è stata Sophia Achamoth. Nel Trattato Tripartito troviamo i nomi: Padre, Dio, Demiurgo, Re, Giudice, Luogo, Dimora, Legge.
  19. ^ Questi cieli sono detti Ebdomade.
  20. ^ questo concetto, per cui il diavolo è a conoscenza di Sophia Achamot mentre il Demiurgo ne è all'oscuro; probabilmente è da spiegare in riferimento all'opera di opposizione svolta dal demonio all'opera del Demiurgo, che sembra implicare una consapevole conoscenza del mondo divino.
  21. ^ Questo regno era l'ottavo cielo, sito tra il limite del mondo divino e il settimo cielo abitato dal Demiurgo, per questo detto Ogdade.
  22. ^ Per questa salvezza per natura, molti polemisti cristiani attribuirono agli gnostici comportamenti libertini e in aperto contrasto con la legge cristiana; ma nei testi di Nag Hammadi si parla quasi sempre di atteggiamenti ascetici e non libertini, forse in questo caso i polemisti hanno calcato un po' la mano, attribuendo un atteggiamento libertino che forse apparteneva solo ad una parte minoritaria degli gnostici.
  23. ^ Raffrontando questo passo con Excerpta ex Theodoto, la dottrina valentiniana fa presumere che già alla nascita l'Eone Gesù fosse presente nel Cristo, mentre la colomba indicherebbe solamente la perfetta formazione dell'Eone divino, presente fin dalla nascita ma ancora imperfetto. In questo modo ancora una volta è ripetuta la duplice formazione (=illuminazione), prima sostanziale, quando Maria partorisce il Cristo, e poi gnoseologica (=secondo la conoscenza), quando il Cristo riceve il Battesimo.
  24. ^ Karen L. King, What is Gnosticism?, Harvard University Press, 2005, ISBN 0-674-01762-5, p. 154.

Bibliografia

  • A. Hilgenfeld, Die Ketzergeschichte des Urchristentums, Leipzig 1884, pp. 283 sgg.; 345 sgg.; 461 sgg.
  • A.E. Brooke, The Fragments of Heracleon, Cambridge 1891.
  • C. Barth, Die Interpretation des Neuen Testaments in der valentinianischer Gnosis, Leipzig 1911.
  • W. Foerster, Von Valentin zsu Haerakleon, Giessen 1928.
  • A. Orbe, En los albores de la exegésis iohannea, in «Analecta Gregoriana» LXV, Roma 1955.
  • A. Orbe, Los primeros herejes ante la persecución, in «Analecta Gregoriana» LXXXIII, Roma 1956.
  • A. Orbe, Hacia la prima teologia de la processión del Verbo, in «Analecta Gregoriana» XCIX-C, Roma 1958.
  • A. Orbe, La unción del Verbo, in «Analecta Gregoriana» CXIII, Roma 1961.
  • A. Orbe, La teologia del Espiritu santo, in «Analecta Gregoriana» CLVIII, Roma 1966.
  • H. Langerbeck, «La théologie de l'histoire dans la gnose valentinienne», in Le origini dello gnosticismo, a cura di U. Bianchi, Leiden 1967, p. 215 sgg.
  • E. Muhlenberg, Wieviel Erlosungen kennt der Gnostiker Haeracleon?, in «Zeitschrift fur die neutestamentliche Wissenschaft», LXVI 1975, p. 170.
  • D. Devoti, Antropologia e storia della salvezza in Eracleone, in «Memorie della Accademia delle Scienze di Torino», serie V 2, Torino 1978.
  • The Rediscovery of Gnosticism, a cura di B. Layton, Leiden 1980-1, vol. I.
  • M-J. Edwards, Gnostic and Valentinians in the Church Fathers, in «Journal of Theological Studies», XL 1989, p. 26 segg.
  • Testi gnostici in lingua greca e latina, a cura di Manlio Simonetti, Milano 1993, p. 199 sgg.

Voci correlate

Il Vangelo di Filippo



Il Vangelo secondo Filippo è un vangelo gnostico, probabilmente di scuola valentiniana, scritto in lingua copta nella seconda metà del II secolo, probabilmente da un originale in lingua greca perduto. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Filippo apostolo. Contiene alcuni detti di Gesù, e fa particolare attenzione agli insegnamenti sui sacramenti, cui aggiunge quello della "camera nuziale".
Valentiniani erano seguaci dell'eretico Valentino (II secolo).
Essi predicavano metodi per liberare il proprio pneuma con lo studio di testi sacrignostici e con cerimonie come la camera nuziale e la redenzione, di cui si è perso il significato.
Tra i principali discepoli di Valentino si ricordano MarcoEracleone e Tolomeo, per il ramo latino della dottrina, e Teodoto di Bisanzio per il ramo greco. Anche il famoso filosofo e teologo Origene venne molto influenzato da queste correnti di pensiero.
Nell'arco di due secoli i seguaci di questo credo o rientrarono nell'ortodossia cristiana o confluirono nel manicheismo.
Il Vangelo di Filippo, andato perduto con l'estinguersi dello gnosticismo, non menzionato dai Padri della Chiesa, nel 1945 ne è stato ritrovato un manoscritto di trentacinque pagine databile al IV secolo tra i codici di Nag Hammâdi (codice II, trattato 3).
La sua importanza è legata al fatto che getta luce sui sacramenti di una corrente gnostica cristiana, in particolare su quello, peculiare, della camera nuziale. Il Vangelo secondo Filippo è particolarmente noto presso il pubblico in quanto citato dal romanziere Dan Brown nella sua popolare opera Il codice da Vinci (2003).

Composizione

La versione in lingua copta conservatasi in unica copia tra i Codici di Nag Hammadi è la traduzione di una versione originale in lingua greca. La datazione di questo manoscritto originale di trentacinque pagine può essere desunta dal tipo di teologia presente. Il Vangelo secondo Filippo contiene infatti riferimenti agli insegnamenti del teologo gnostico Valentino, attivo a Roma tra il 138 e il 158, ma il carattere di questi insegnamenti pare far riferimento ad una qualche evoluzione del pensiero dei valentiniani. La datazione più diffusa tra gli studiosi è quella del II secolo, ma è stata anche proposta la seconda metà del III secolo.[1]
Alcune considerazioni linguistiche fanno ricondurre la composizione del Vangelo secondo Filippo all'area siriana, probabilmente ad Edessa.[2]

Contenuto


Maria Maddalena lava i piedi a Gesù
Il Vangelo secondo Filippo è una collezione di materiale estratto da numerose fonti, per lo più non identificate. Si tratta principalmente di lettere filosofiche, sermoni, trattati, detti o aforismi, dialoghi commentati, esegesi biblica, affermazioni dogmatiche. Solo alcuni brani sono identificabili certamente come di scuola valentiniana, alcuni forse scritti dallo stesso Valentino, e probabilmente non appartengono tutti alla stessa scuola. Alcuni brani fanno riferimento ad etimologie della lingua siriaca, probabilmente opera di un teologo valentiniano operante ad Edessa.[3] Gli estratti sono presentati al di fuori del loro contesto, cosa che ne rende difficile la comprensione, e non seguono un'organizzazione evidente, ma si susseguono senza ordine, talvolta con salti notevoli, talvolta evidenziando un raggruppamento basato su di un concetto ricorrente, come quello di morte in 52,2-21.[4] Una concezione di fondo è la distinzione tra conoscenza esoterica, riservata agli iniziati gnostici, chiamati "gentili", e la conoscenza essoterica, posseduta dai cristiani non iniziati, detti "ebrei", i quali sbagliano nel considerare alcune dottrine, come la nascita virginale e la risurrezione di Gesù come eventi storici invece di allegorie.[5]
Il Vangelo secondo Filippo include 17 detti di Gesù, di cui nove[6] sono citazioni o commenti di detti riportati dai vangeli canonici e otto sono invece agrapha.[7] Sono riportati anche alcuni racconti sulla vita di Gesù: come sia apparso molto grande ai suoi apostoli durante un'apparizione su di una montagna,[8] come avesse tre compagne di nome Maria,[9] tra cui Maria Maddalena, che gode di un rapporto privilegiato, come Giuseppe avesse costruito la croce su cui poi Gesù fu crocifisso.[10][4]
L'opera sembra avere la forma e la finalità delle catechesi "ortodosse" del II/IV secolo, con particolare enfasi sulla catechesi dei sacramenti. Fornisce una spiegazione del significato dei sacramenti iniziatici, interpreta i passi della Bibbia, fa uso di parabole e analogie.[2]
sacramenti menzionati nell'opera sono il battesimo, il crisma, l'eucarestia, il riscatto e la camera nuziale. Il battesimo è per immersione, rappresenta l'iniziazione ai misteri gnostici e conferisce l'immortalità,[11] concessa anche mediante il crisma, l'unzione con olio, che ha tuttavia una importanza superiore al battesimo.[12] L'eucaristia si celebra mediante l'assunzione di pane e vino e ha il compito di far assaporare all'iniziato l'unione con il divino: mediante l'eucaristia lo gnostico diventa capace di ricevere l'"uomo perfetto",[13] prefigurare l'unione con la propria "immagine angelica" alla propria morte,[14], ricevendo al contempo la vita eterna e la perfezione.[15] Non sono forniti dettagli per il sacramento del "riscatto" o della "redenzione";[16]potrebbe trattarsi dell'ultimo rito prima dell'ascesa ai cieli del fedele.[4]
Enfasi particolare è data al sacramento della "camera nuziale", il più importante e l'unico peculiare dei valentiniani. Nel commento alla Genesi (2,21-23), si racconta che originariamente l'umanità era androgina; la separazione tra Eva e Adamo, con la conseguente differenziazione tra i sessi, è stata causa della decadenza umana, con l'ingresso della morte nel mondo. Lo scopo della venuta di Cristo è stato proprio la riunione tra maschio e femmina: così come marito e moglie si uniscono nella camera nuziale, allo stesso modo l'iniziato nella camera nuziale sacramentale (spirituale) riceve una anticipazione della sua unione con la sua controparte celeste.[17][2][4][18]
Altri concetti esposti includono la necessità di ottenere la risurrezione spirituale prima della morte fisica,[19][4] e il significato dei nomi di Gesù.[20][4]

Vangelo secondo Filippo e Codice da Vinci

Dan Brown nel suo Il codice da Vinci (2003) cita, modificandolo, un passo[21] del Vangelo secondo Filippo a sostegno della tesi centrale nella trama del romanzo relativa al presunto matrimonio tra Gesù e la Maddalena.
« E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca. Gli altri discepoli ne furono offesi ed espressero disapprovazione. Gli dissero: "Perché la ami più di tutti noi?" »
(Dan BrownIl codice da Vinci, 2003, p. 288)
In realtà Dan Brown tralascia di riportare l'incipit del paragrafo:
« La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. E la compagna del Salvatore... »
(Vangelo secondo Filippo, 55)
La teologia gnostica prevede alcune divinità dette eoni, il cui numero varia a seconda delle varie religioni gnostiche (solitamente 9). Secondo gli gnostici due di questi eoni, Cristo e Sophia, corrispondenti rispettivamente al Figlio e allo Spirito Santo nella Trinità, si sono incarnati rispettivamente in Gesù e in Maria Maddalena, perpetuando sulla terra il loro legame celeste. Il passo potrebbe dunque essere inteso nel senso letterale fornito dal romanzo, oppure come una allegoria di una precisa visione teologica.[22] Inoltre, in questo stesso vangelo, il bacio sulla bocca è un segno rituale comune anche agli altri personaggi perché «il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per mezzo di un bacio. È per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi siamo fecondi della grazia che è in ognuno di noi».[23]

Note

  1. ^ Hans-Martin Schenke, New Testament Apocrypha, vol. 1, pp. 182-183.
  2. ^ a b c Wesley W. Isenberg, "The Gospel of Philip", in Marvin W. Meyer, James McConkey Robinson, Coptic Gnostic Library Project, The Nag Hammadi Library in English, Brill Archive, 1977, ISBN 9004054340, p. 131.
  3. ^ Bentley Layton, The Gnostic Scriptures, p. 325.
  4. ^ a b c d e f Peel.
  5. ^ Bart EhrmanLost scriptures: books that did not make it into the New Testament, Oxford University Press US, 2003, ISBN 0195141822, p. 38.
  6. ^ Vangelo secondo Filippo, 55, 33-34; 57,3-5; 68,8-12; 68,26-27; 72,33-73,1; 77,18; 83,11-13; 84,7-9; 85,29-31.
  7. ^ Vangelo secondo Filippo, 55,37-56,3; 58,10-14; 59,25-27; 63,29-30; 64,2-9; 64,10-12; 67,30-35; 74,25-27.
  8. ^ 57,28-58,10.
  9. ^ 59,6-11.
  10. ^ 73,8-15.
  11. ^ 61,12-20; 65,25-30; 69,4-26; 73,1-7; 65,21-24; 77,7-14.
  12. ^ 73,15-19;
  13. ^ 75,14-21.
  14. ^ 58,10-14.
  15. ^ 57,3-8.
  16. ^ 52,35-53,13; 69,23-27; 85,21-31.
  17. ^ 68,22-24; 70,9-21; 76,6-16.
  18. ^ Kristen E. Kvam, Linda S. Schearing, Valarie H. Ziegler, Eve and Adam: Jewish, Christian, and Muslim readings on Genesis and gender, Indiana University Press, 1999, ISBN 0253212715, pp. 121-122.
  19. ^ 56,15-19; 56,26-57,21; 66,7-20; 73,1-7.
  20. ^ 54,5-15; 56,3-12; 62,6-15; 63,21-24.
  21. ^ In realtà la frase è una ricostruzione perché nel manoscritto ci sono degli spazi vuoti, evidenziati di seguito con delle parentesi: La compagna del ( ) Maria Maddalena ( ) più di ( ) discepoli ( ) baciarla ( ) sulla ( ). La parola usata per “compagna” nel testo copto del vangelo di Filippo è inoltre un prestito dall'originale greco koinônós. Questo termine non significa “sposa” o “amante”, bensì “compagna” ed è comunemente usata per indicare rapporti di amicizia e fratellanza.
  22. ^ Marcello Craveri, I Vangeli apocrifi, 1969, nota 3 a p. 521: «L'unione perfetta dei due eoni Soter/Sofia è il motivo del maggior affetto dimostrato da Gesù a Maria Maddalena».
  23. ^ Vangelo di Filippo, cap. 59, in I vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano, 1995, pag.55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Kirby, Peter. "Gospel of Philip." Early Christian Writings. 2006. 2 febbraio 2006. 
  • (EN) Lee Turner, Martha. The Gospel according to Philip: the sources and coherence of an early Christian collection. BRILL. 1996. ISBN 9004104437.
  • (EN) Peel, Malcom L., "Philip, Gospel of", in Mills, Watson E. e Roger Aubrey Bullard, Mercer dictionary of the Bible, Mercer University Press, 1998, ISBN 0865543739, p. 683.
  • (ITJean-Yves Leloup "Il vangelo di Filippo", Appunti di Viaggio, 2010, ISBN 88-87164-47-9

Voci correlate